Titolo originale: Bollenti spiriti
Anno: 1981
Regia: Giorgio Capitani
Soggetto: Laura Toscano e Franco Marotta
Sceneggiatura: Laura Toscano e Franco Marotta
Direttore della fotografia: Silvano Ippoliti
Montaggio: Sergio Montanari
Musica: Piero Umiliani
Effetti speciali: Enzo Altieri
Produzione: Silvio Clementelli
Origine: Italia
Durata: 1h e 38’
CAST
Johnny Dorelli, Gloria Guida, Alessandro Haber, Lia Tanzi, Adriana Russo, Lory Del Santo, Francesca Romana Coluzzi
TRAMA
Il conte Giovanni Degli Uberti (Johnny Dorelli), nobile squattrinato reduce da un fallimento, è assalito dai creditori che gli sequestrano persino i mobili dell’ufficio. Il suo avvocato (Alessandro Haber) cerca di aiutarlo ma può fare poco in una situazione più che compromessa. Giovanni ha un’amante nevrotica e asfissiante (Lia Tanzi) che nelle prime sequenze lo mette nei guai con il marito. Il conte si spaccia per un idraulico e si fa pagare centomila lire, anche se l’abbigliamento elegante insospettisce il consorte. Arriva l’avvocato con la grande notizia che Giovanni ha ereditato dallo zio Ubezio il novanta per cento di un castello e che il maniero si può vendere a un’immobiliare svizzera. Per colmo di sventura l’immobiliare è di proprietà del marito dell’amante di Giovanni, mentre il restante dieci per cento del castello spetta alla bella Marta Sartori (Gloria Guida) che si è occupata dello zio in ospizio. L’avvocato si dedica alla ricerca della donna per convincerla a cedere la sua quota ma non la trova. Intanto Giovanni scopre che al castello vive un fantasma che gli somiglia come una goccia d’acqua. Si tratta di Guiscardo, ucciso nel 1680 da un marito geloso dopo averlo colto in flagrante adulterio con la propria moglie. Il fantasma, per seguire il padre in cielo, deve riuscire a far l’amore con una donna. Giovanni decide di aiutarlo e telefona a una prostituta (Lory Del Santo) che fugge via spaventata quando vede il fantasma passare attraverso i muri. Citiamo una sequenza hot al distributore che immortala Gloria Guida stile Marylin Monroe e Signora in Rosso con il getto d’aria della pompa per gonfiare i pneumatici che le solleva la gonna. Si torna al castello dove assistiamo al primo equivoco con Giovanni che scambia Marta per la prostituta. Proseguiamo con situazioni da commedia, vera e propria parodia di film horror con il fantasma che tocca il sedere alla serva (Adriana Russo) e quindi fa volare i bicchieri. Molte sequenze che contemplano la presenza contemporanea di Giovanni e Guiscardo sono recitate da una controfigura ripresa di spalle, mentre in altri casi sono realizzate con una tecnica da collage sovrapponendo due inquadrature. Continuano gli equivoci e i tentativi di liquidare Marta con poche lire da parte di Giovanni e dell’avvocato, ma la ragazza è furba e vende il suo dieci per cento all’immobiliare svizzera per duecentocinquanta milioni. Alla fine gli svizzeri, rappresentati dal marito dell’amante di Giovanni, comprano la restante parte del castello e tolgono il conte dai guai. Trionfa anche l’amore tra il conte e la ragazza, ma va pagato il dovuto “pedaggio” al fantasma che infesta il castello. Approfittando dell’assenza di Giovanni, il furbo Guiscardo fa l’amore con Marta fingendosi lui e si libera dalla maledizione. Giovanni e Guiscardo decidono di mantenere il segreto su quanto accaduto. Guiscardo non si farà più vivo. Non ha senso essere gelosi di un fantasma.
NOTE
“Bollenti spiriti” (1981) lo firma Giorgio Capitani, regista nato a Parigi nel 1927 che appena diciannovenne debutta nel cinema collaborando come aiuto a film di cassetta a basso costo. Dirige in proprio sin dagli anni Cinquanta. Si ricorda per alcune pellicole di carattere mitologico dei primi anni Sessanta e per molte commedie brillanti. Citiamo “L’arcangelo” (1969), “Pane, burro e marmellata” (1977), “Vai avanti tu che mi vien da ridere” (1982), “Missione eroica – I pompieri 2” (1987). Fondamentale “Aragosta a colazione” (1979) con Enrico Montesano, Janet Agren e Silvia Dionisio. Capitani predilige il racconto semplice, per tutti, privo di velleità intellettuali. È portato per la fiction televisiva, dove lavora in produzioni come “Un cane sciolto” (1990) e “Il coraggio di Anna” (1992). Negli anni Novanta firma le fortunate serie de “Il maresciallo Rocca” (1996) e “Commesse” (1999).
“Bollenti spiriti” è sceneggiato da Laura Toscano e Franco Marotta, già autori di “Aragosta a colazione”. Montaggio di Sergio Montanari, fotografia di Silvano Ippoliti, scenografie e costumi di Ezio Altieri, musiche di Piero Umiliani. Direttore di produzione Marcello Crescenzi per Clesi Cinematografica e Italian International Film.
La pellicola è una classica commedia degli equivoci che diverte senza volgarità, ma mostra la corda per la prevedibilità della trama. L’importanza del film è fondamentale nella vita privata di Gloria Guida che conosce Johnny Dorelli, il futuro marito, da cui nel 1984 avrà una figlia, Guendalina, lieto evento che ha contribuito a far maturare la decisione di abbandonare le scene. La Guida afferma di aver sofferto “una tremenda forma di pigrizia nei confronti del mondo dello spettacolo”, inoltre era un periodo della sua vita in cui le cose da fare non le mancavano. Ha fatto persino la rappresentante dei genitori nel consiglio di classe della figlia, la sexy liceale maliziosa è passata dall’altra parte della barricata.
La critica. Paolo Mereghetti (una stella e mezzo): “Farsa non grevissima ma piuttosto scontata nei suoi prevedibili scambi di persona. Gli sceneggiatori Laura Toscano e Franco Marotta avevano lavorato molto meglio per Aragosta a colazione”. Pino Farinotti assegna due stelle con un giudizio leggermente migliore, mentre Morando Morandini dimentica di citare la pellicola. Troppo normale per Marco Giusti che su “Stracult” non si occupa di commedie sofisticate.
“Bollenti spiriti” è una pochade di taglio fantastico, arricchita da un po’ di comicità slapstick e pochissime sequenze sexy. Cinema per tutti, commedia sofisticata alla Johnny Dorelli, con qualche ammiccamento per conquistare un pubblico infantile, affascinato dalle avventure di un improbabile fantasma che attraversa i muri.
Gordiano Lupi
(tratto dal libro “Gloria Guida, il sogno biondo di una generazione” - Edizioni Il Foglio)