Titolo originale: La casa stregata
Anno: 1982
Regia: Bruno Corbucci
Soggetto: Bruno Corbucci, Mario Cecchi Gori e Mario Amendola
Sceneggiatura: Bruno Corbucci, Mario Amendola ed Enrico Oldoini
Direttore della fotografia: Ennio Guarnieri
Montaggio: Daniele Alabiso
Musica: Detto Mariano
Effetti speciali: Antonio Corridori
Produzione: Achille Manzotti, Mario e Vittorio Cecchi Gori
Origine: Italia
Durata: 1h e 32’
CAST
Renato Pozzetto, Gloria Guida, Lia Zoppelli, Marilda Donà, Yorgo Voyagis, Angelo Pellegrino, Vittorio Piramonti, Angelo Nicotra
TRAMA
La trama de “La casa stregata” ricorda molto da vicino “Bollenti spiriti”, perché abbiamo ancora una volta un fantasma che dà filo da torcere a una coppia di novelli sposi. La sede del fantasma non è un castello ma una casa che per questo motivo nessuno vuole prendere in affitto. Renato Pozzetto è Giorgio, neo sposo disperato che non trovando di meglio accetta di andare a vivere nella villa con annesso fantasma. Gloria Guida è Candida, una moglie che non deve ricoprire un ruolo sexy, ma casalingo e rassicurante. Il film comincia da un antefatto fantastico. Gli antenati di Giorgio e Candida sono stati maledetti per mille anni e trasformati in statue di sale dalla madre della ragazza che li ha sorpresi mentre facevano l’amore. Lui è un prode cavaliere saracino che cavalca insieme a un servo fedele (Yorgo Voyagis). La ragazza è una vergine che lui vuole liberare e fare sua per sempre, ma non ha fatto i conti con la madre che è una terribile strega. La perfida donna condanna i due amanti a reincarnarsi per mille anni e la maledizione avrà fine soltanto se in una notte di luna piena i loro discendenti faranno l’amore in quella stessa casa. La donna dovrà essere pura come lo era stata sua figlia sino a quel giorno.
Terminato l’antefatto la scena si sposta ai giorni nostri. Giorgio e Candida vorrebbero sposarsi ma non trovano casa. La madre (Lia Zoppelli) è custode della verginità della figlia e ha una pessima concezione degli uomini. Il compagno l’ha lasciata sola con Candida quando era una bambina e questo fatto condiziona la sua vita, come una sorta di monito per la figlia. Giorgio lavora in banca e viene trasferito da Milano a Roma dove continua la ricerca spasmodica di un’abitazione. Possiede un mastino napoletano di nome Gaetano che lo segue nella nuova sede ed è per colpa sua che viene espulso da una pensione. Il povero Giorgio, in tempi di equo canone, trova solo appartamenti “uso ufficio” e tuguri maleodoranti dai prezzi esorbitanti. Un bel giorno un misterioso individuo che ha le fattezze del servo del saracino (Yorgo Voyagis) gli fa avere l’indirizzo di una villa con piscina sull’Appia Antica. Chiedono soltanto duecentocinquantamila lire al mese e Giorgio pensa che si tratti di uno scherzo dei colleghi bancari. Cominciano le stranezze. Il cane Gaetano si prende la briga di portare Giorgio all’appuntamento con l’agente immobiliare. Prima si mette a parlare con un caratteristico accento napoletano, quindi fugge via in autobus e si fa seguire dal padrone sino alla villa. Il prezzo viene confermato ma Giorgio scopre che la cifra è così bassa perché nella villa vive un fantasma. Giorgio non si scoraggia, comincia a dialogare con lo spettro e cerca di instaurare un rapporto di reciproca convivenza. Nella villa accadono i fatti più strani. Vasi che volano, armature che si muovono, un contrabbasso che suona da solo, spazzolini da denti animati, libri che si spostano da un punto all’altro della stanza. Si scatena una tempesta di vento da film horror con vetrate che sbattono e imposte che si aprono. Giorgio telefona a Candida. Adesso che ha trovato la casa possono fissare la data delle nozze. Il lavoro in banca scorre monotono e l’unica cosa che interrompe la quotidianità sono le rapine. In una di queste Giorgio instaura un dialogo con un bandito che aveva rapinato la banca di Milano dove prima lavorava, come se fossero vecchi amici. Altre sequenze sono tipicamente fantastiche e surreali. Giorgio segue in televisione un incontro di boxe, improvvisamente esce dallo schermo il volto dell’arbitro che ha le sembianze del servo e gli sconsiglia di lasciare la villa. Al termine della parte fantastica un pugno colpisce Giorgio e lo stende. Arriva Candida all’aeroporto e il solito individuo misterioso la riceve a bordo di una Rolls Royce bianca. L’uomo sorpassa l’auto di Giorgio e la fa esplodere dopo averla avvolta in una cortina di fumo, ma l’auto viene subito riparata e torna come nuova senza dover pagare niente. Candida si stabilisce in villa insieme alla mamma che si mostra subito sospettosa. Dove avrà mai trovato i soldi il fidanzato della figlia per mantenere una villa simile? “Ho fatto un mutuo sul cane”, risponde Giorgio con una battuta surreale. Cominciano le vicende dei due innamorati che tentano di far l’amore ma vengono sempre interrotti sul più bello. Giorgio somministra una pillola erotica a Candida, ma per sbaglio la ingerisce la mamma che si lascia andare a un improbabile corteggiamento con il giardiniere. Giorgio e Candida si sposano ma le cose non cambiano. Il fantasma deve fare in modo che i due consumino il primo rapporto in quella determinata notte di luna piena. Si susseguono incidenti e imprevisti. Giorgio scivola sopra una buccia di banana, si addormenta per quindici ore di seguito e sogna di far l’amore con Candida. Lo spettatore se ne rende conto soltanto al termine della parte onirica e l’effetto suspense è ben costruito. Giorgio si tuffa nella piscina mentre l’acqua sparisce e finisce ingessato dalla vita in giù per venti giorni. Il cane Gaetano dice che la ragazza deve restare vergine sino alla prima notte di luna piena. “Mercoledì sarà luna piena, a mezzanotte saranno mille anni e voi vivrete ricchi e felici”, sentenzia con il solito improbabile accento napoletano. Giorgio viene preso per matto pure dal veterinario che visita il cane e alla fine è lui che esce dallo studio con la cura prescritta. Il fantasma continua a creare ostacoli. Telefona a nome della mamma e dice di essere ricoverata in ospedale dopo un incidente. Candida si precipita da lei e durante la sua assenza la cameriera insidia Giorgio. Al rientro Candida scopre i due sotto le lenzuola e va su tutte le furie. Fugge via inseguita da Giorgio, che ancora non l’aveva tradita, prende l’auto e va a schiantarsi contro un albero dopo uno spettacolare incidente. Incredibile e fumettistico che sia sana e salva, fuori dall’auto che brucia, ma il tono della pellicola è comico – fantastico. Tutto quel che sta succedendo è opera del fantasma, persino il tentativo di tradimento. Giorgio e Candida decidono di scappare e di andare in albergo ma una volta entrati in camera si accorgono di essere sempre nella casa stregata. I due sposi provano a ingannare il fantasma. Giorgio si traveste da idraulico e Candida indossa una sottoveste sexy. Niente da fare: sul più bello il fantasma fa precipitare la temperatura sotto zero. Arriva il fatidico mercoledì di luna piena ma Candida ha deciso di tornare a Milano con la mamma. Va da Giorgio in banca e glielo dice, ma capita nel bel mezzo di un’inchiesta decisa dal direttore. Si sospetta che Giorgio sia il basista dei rapinatori. Le rapine sono diventate troppo frequenti dopo il suo arrivo e poi il tenore di vita che conduce provoca sospetti. In quel momento irrompe una banda di ladri e uno di loro prende in ostaggio Candida. L’anima del saracino entra nel corpo di Giorgio e subito dopo assistiamo a una scena di taglio fantastico – fumettistico. Giorgio si trasforma in Hulk con ottima ricostruzione del gigante verde, stile Lou Ferrigno, attore che al tempo interpretava la fortunata serie di telefilm. Giorgio – Hulk sgomina la banda scagliando la cassaforte sui banditi dopo averla divelta. “Sono diventato verde dalla rabbia”, dice al termine dell’impresa. I sospetti cadono e il direttore decide di festeggiare la sera stessa lo scampato pericolo. Tutti sono invitati alla villa di Giorgio e questo proprio non ci voleva, come dice lo stesso Gaetano, perché a mezzanotte moglie e marito devono restare soli. Ci pensa il fantasma a cacciare via gli ospiti organizzando una gazzarra a base di volgarità e flatulenze. Si comincia con l’incontinenza del direttore, si prosegue con Giorgio che parla di merda di elefante e offende le mogli dei colleghi senza ritegno. A un certo punto chiama froci gli uomini, puttane le donne e organizza la gara dello scambio di mutande. Tutti se ne vanno indignati. Gaetano porta Giorgio e Candida in cantina dove un fantastico crollo fa precipitare i due sposi proprio nel luogo dove devono fare l’amore. Finalmente possono lasciarsi andare e liberare gli antenati dalla maledizione. Non solo. Alla fine una cascata di monete d’oro li seppellisce. Ricchi e felici, proprio come aveva detto Gaetano, e devono ringraziare il fedele servo Omar. “Così vissero sempre felici e contenti e a me non hanno dato manco…”, conclude Gaetano nel suo originale accento napoletano.
NOTE
Gloria Guida nel 1982 interpreta “La casa stregata” di Bruno Corbucci, altro film divertente e per niente sexy, una commedia per tutti, non troppo originale ma godibile ancora oggi quando viene programmata (e accade spesso) sulle reti nazionali. “La casa stregata” è scritto, diretto e sceneggiato da Bruno Corbucci che si avvale della collaborazione di Mario Cecchi Gori, Mario Amendola, Giovanni Manganelli ed Enrico Oldoini. La fotografia è di Ennio Guarnieri, il montaggio di Daniele Alabiso. Musiche di Detto Mariano, costumi di Giulia Mafai, scenografie di Giantito Burchiellato. Producono Achille Manzotti, Mario e Vittorio Cecchi Gori per Intercapital. Distribuisce Cineriz.
Bruno Corbucci (Roma, 1931 – 1996), sceneggiatore e regista, è un autore che lavora molto con Totò. Corbucci scrive e sceneggia film come “Chi si ferma è perduto” (1961), “Totò, Peppino e la dolce vita” (1961) – diretti dal fratello Sergio – e “I due colonnelli” (1962) di Steno. Predilige il genere comico e in quel settore dirige oltre cinquanta pellicole. Debutta alla regia con “Questo pazzo, pazzo mondo della canzone” (1964). Dirige film comici interpretati da Lando Buzzanca, Raimondo Vianello, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Alighiero Noschese, molti musicarelli con Little Tony e altri cantanti di successo (“Riderà”, “Marinai in coperta”, “Zum zum zum”…). Si ricorda il fortunato connubio con Mario Amendola per la serie del maresciallo (poi ispettore) Nico Giraldi (Tomas Milian doppiato da Ferruccio Amendola), alle prese con delinquenti da fumetto in una Roma surreale calata in trame grottesche. “Squadra antifurto” (1976) e “Delitto al Blue Gay” (1984), sono tra i migliori. Superiore come soggettista e sceneggiatore, specie quando abbandona la farsa per dedicarsi ad altro, come l’ottimo “Django” (1966) diretto dal fratello Sergio. Lavora per la televisione nella serie di telefilm “Classe di ferro” (1990 e 1991).
“La casa stregata” è una commedia per tutti, una sorta di parodia del genere horror, a tratti debole e prevedibile nella sceneggiatura, ma tutto sommato piacevole. Alcune parti sono classificabili come puro film fantastico. Basti pensare alle sequenze che vedono il fantasma in azione oppure quando Giorgio si trasforma in Hulk. Comicità slapstick, grottesca, da cartone animato. L’antefatto e il finale – con gli antenati liberati dalla maledizione millenaria – sono puro cinema fantasy.
Erotismo inesistente o appena accennato. Gloria Guida ha ventisette anni, sembra una donna matura, veste abiti eleganti e predilige il colore rosso. Messa in piega classica, capelli d’un biondo meno seducente, più rassicurante rispetto ai vecchi film maliziosi. L’attrice è una donna sposata e vuol dare al pubblico un netto segnale di cambiamento. Non è più la ragazzina ingenua e perversa, la liceale dai lunghi capelli biondi e la frangetta sbarazzina. La Guida vuol far capire che è in grado di interpretare ogni ruolo, pure da moglie illibata e rassicurante. La sua recitazione raggiunge ottimi livelli, pure se le parti sexy sono poche. Una scena iniziale dove mostra le gambe in un tentativo di approccio con il fidanzato, due rapide sequenze in auto (la mano di Giorgio si spinge sulle cosce) e un breve tentativo di rapporto. Neppure una scena di nudo integrale. Lo spettatore deve accontentarsi di ammirare Gloria Guida mentre indossa un costume da bagno rosso o una sensuale sottoveste.
Tra gli attori molto bravo Renato Pozzetto, al massimo della vis comica alle prese con un personaggio da ingenuo piccolo borghese che gli calza a pennello. Lia Zoppelli è una grande attrice che presta il volto a una madre bisbetica, credibile pure in versione erotica quando ingerisce una pillola eccitante. Bene pure Yorgo Voyagis (famoso per aver sposato Nadia Cassini) che fornisce un credibile alone di mistero al servo fantasma.
Un buon film che a distanza di anni non perde la freschezza della prima visione, una riuscita parodia del cinema horror dagli ottimi tempi comici.
La critica. Paolo Mereghetti (una stella e mezzo): “Dopo il successo di Mia moglie è una strega, Mario Cecchi Gori produce un suo soggetto (sceneggiato da Mario Amendola, Enrico Oldoini e dal regista) per sfruttare la comicità un po’ stralunata di Pozzetto con una storia ai limiti del fantasy. Irrimediabilmente datato (il tormentone delle rapine in banca, l’ingenua intraprendenza di Pozzetto ragioniere – bancario), la spalla comica affidata alla suocera (Zoppelli), il film sfrutta a metà le poche idee originali (certi dispetti del fantasma, Pozzetto che diventa Hulk durante l’ultima rapina) e copia da “W la foca!” la trovata del cane che parla (con la voce di Michele Gammino)”. Preferisco il giudizio benevolo da due stelle di Pino Farinotti al caustico silenzio di Morando Morandini che concede una stella ma deve ammettere che per il successo di pubblico si arriva a due. Marco Giusti non ama il film di Corbucci, forse non abbastanza “Stracult”, troppo ordinario: “Dopo Bollenti spiriti, Gloria Guida torna in una commedia erotica con fantasmi assieme a un Pozzetto già bollito. Per fortuna che ci sono Lia Zoppelli e un cagnone che fa ridere i bambini”.
“La casa stregata” è tutto fuorché una commedia erotica, così come Pozzetto non è per niente bollito, ma in gran forma. De gustibus. Cinema fantastico per famiglie, commedia fumettistica, fantasy corretto in versione comico – surreale. “Mai avevo riso così tanto vedendo un mio film!”, assicura Renato Pozzetto, che – a parte la pubblicità – proveniva da un film di Castellano e Pipolo con Eleonora Giorgi.
Gordiano Lupi
(tratto dal libro “Gloria Guida, il sogno biondo di una generazione” - Edizioni Il Foglio)