CREATURE DALLO SPAZIO E DAL TEMPO (1960) – PARTE 02
Con il film diretto da Wolf Rilla Il Villaggio dei Dannati, il cinema di science fiction inglese raggiunge, probabilmente, il suo apice. In precedenza erano apparsi esempi dignitosissimi, pellicole che abbiamo citato come quelle dirette da Val Guest: L’astronave atomica del Dottor Quatermass, I Vampiri dello spazio e il meno famoso, ma non per questo inferiore, Il Mostruoso uomo delle Nevi.
La fantascienza inglese, del resto, si è sempre distinta da quella americana per alcune sue caratteristiche peculiari: prima di tutto, poiché è noto che la patria delle storie dell’orrore, o gotiche che dir si voglia, nel campo letterario (e ora anche cinematografico) è la Gran Bretagna sin dal Settecento, è ovvio che gli autori inglesi si siano accostati alla fantascienza, sia letteraria che cinematografica, con un senso del mistero, dell’ignoto e del non conosciuto che è tipicamente “made in England”. Il “mostro”, per esempio, ha un’importanza relativa e difficilmente invaderà totalmente le sequenze del film o le pagine del romanzo come invece può accadere nel suo confratello americano o accade in quello giapponese. Esiste, invece, una ricerca più raffinata, più sottile del terrore-panico che nell’ambito della cinematografia americana si può trovare in opere saltuarie come Il Bacio della Pantera di Jacques Tourneur o L’invasione degli Ultracorpi di Don Siegel, per esempio, pellicole dai toni raffinati, potremmo dire gialli, dosati mirabilmente e senza scene altamente spettacolari, ma non per questo meno drammatiche e in questo la cinematografia inglese è maestra.
Un’altra caratteristica delle pellicole inglesi è quella di presentarci il protagonista come una persona di aspetto comunissimo, se non di mezza età, intabarrato in un cappotto e con in bocca una sigaretta quasi del tutto consumata, mentre in un film americano nessuno accenderebbe una sigaretta e la spegnerebbe subito dopo. E’ anche questo che fa l’ambiente: il cappotto, quindi il freddo e la nebbia, la gente comune, quaranta o cinquant’anni, cappello e sigaretta o pipa.
Poi ancora: altra caratteristica delle pellicole inglesi di science fiction e che esse possiedono l’abilità di creare mostri o scene aliene, un’intera ambientazione, insomma, prendendo a cartina di tornasole il mondo di tutti i giorni apparentemente sempre uguale e nel quale si è inserito qualcosa di invisibile, diverso e infine minaccioso. Infine, quando già negli Stati Uniti, ogni sottoprodotto diventava interessante e commerciale perché realizzato a colori ecco che, in pieno 1960, la cinematografia inglese insiste con una pellicola girata in un apparente scialbo bianco e nero, il quale ha però il pregio di un tocco di classe particolare che il colore non potrà mai avere. Per cui Il Villaggio dei Dannati, per confermare quanto sottolineato prima, si presenta allo spettatore in un normalissimo bianco e nero, anche se in seguito ne verrà realizzata una versione ”colored”, e praticamente privo di effetti speciali, se si eccettua una semplice (si fa per dire) opera di ritocco nei fotogrammi dove appaiono i… mostri della vicenda. Torneremo successivamente su questo punto. Intanto ricordiamo che la pellicola è tratta da un famoso romanzo di John Wyndham intitolato da noi I Figli dell’Invasione (Urania – Mondadori) e che il nome del regista figura tra gli abili sceneggiatori di questo film.
Dallo studio della propria abitazione a Midwich, nell’Inghilterra Meridionale, il fisico Gordon Zellaby (George Sanders), telefona al cognato, il Maggiore Alan Bernard (Michael Gwynn) al Ministero della Guerra.
Durante il colloquio Gordon sviene improvvisamente e si accascia al suolo lasciando il ricevitore staccato. La stessa cosa accade contemporaneamente in tutto il villaggio: tutti gli abitanti, persone o animali, sono distesi al suolo svenuti. L’orologio del villaggio, in silenzio totale, quasi di morte, batte le undici e scorrono i titoli del film.
IL VILLAGGIO DEI DANNATI (The Village of Damned)
Preoccupato per l’improvviso silenzio che isola l’intero paese, Alan Bernard (Michael Gwinn, 1916 – 1976)) si dirige in macchina verso Midwich, Nei pressi del villaggio incontra il poliziotto locale ed entrambi, passata una curva, trovano l’autobus del paese che è andato fuori strada. I passeggeri non danno segno di vita sebbene i danni sembrino lievi. Il poliziotto si avvicina per ispezionare ma cade anch’egli a terra privo di sensi. Alan indietreggia subito e torna alla macchina per mettersi in contatto con il Ministero e quasi immediatamente la zona viene circondata dalle truppe.
La misteriosa barriera non è generata da un gas, se così fosse il vento la allargherebbe o la disperderebbe, sembra quasi che un muro invisibile delimiti la zona infetta. Un soldato vi si addentra con una maschera antigas e legato con una corda, cade a terra e viene immediatamente recuperato. Quando rinviene ha freddo e sente le dita ghiacciate. Un aereo che sorvola la zona si abbassa troppo, il pilota sviene e il velivolo precipita schiantandosi al suolo. Mentre Alan diffida per radio altri aerei a sorvolare la zona, cominciano a scorgersi segni di vita sull’autobus e, lentamente, tutti si riprendono. La barriera è come svanita. Gordon (George Sanders, 1906 – 1972) e sua moglie Anthea (Barbara Shelley), sorella di Alan, accolgono Alan stupiti per primi di quanto è accaduto. Sono le tre meno dieci.
Le ipotesi sono molte, ma le prime analisi non danno alcun risultato, alcuna risposta valida su quanto potrebbe essere accaduto.
Alan: “Un punto è assodato: qualunque cosa fosse era statico, inodoro e invisibile, non rilevabile ai radar, non era metallico e non spostava i contatori geiger. Tu hai ricevuto i rapporti: non ci sono segni di mutamenti fisici, biologici o psicologici.”
Gordon: “Tutto ciò non vuol dire niente… Per esempio: l’esposizione ai Raggi X o Gamma non procura conseguenze immediate. Quella gente va tenuta sotto osservazione.”
Due mesi dopo diventano evidenti le conseguenze di quel giorno: tutte le donne del villaggio in grado di concepire sono in stato di gravidanza e tre mesi dopo, osservando le radiografie di Anthea Zellaby, gravida anch’essa, il Dottor Willers (Laurence Naismith, 1908 – 1992) esclama:
Willers: “E’ uno degli embrioni più perfetti che abbia mai visto.”
Gordon: “Sì… ma è normale?”
Willers: “E’ più che normale: è un embrione di sette mesi dopo soli… cinque mesi.”
Gordon cerca di consolare la moglie dicendole che tutto procede perfettamente e che il feto si presenta come assolutamente normale, ma la donna non vuole sentire ragioni: è spaventata, la notte non riesce a dormire. Gordon le ricorda che non deve agitarsi troppo perché tra poco avrà un bambino… al colmo della disperazione lei gli risponde:
Anthea: “Sì, ma di chi? Tuo?! Il dottore sa dirmi come io l’abbia concepito? Quale cervello avrà, da dove proviene… Sa dirmi questo: da dove proviene?”
Il tempo passa e i bambini cominciano a nascere. Tutti i neonati pesano sui sei chili, hanno tutti gli stessi capelli biondi e occhi profondi e penetranti.
Il Dottor Willers li esamina più da vicino mettendo una radice di capello presa dalla cute del figlio di Gordon, David, sotto il microscopio e le prime differenze cominciano a farsi palesi.
Gordon: “Appartiene a mio figlio David… Ha mai veduto capelli di quel tipo? E… ha notato le unghie?”
Willers: “Sono più strette delle nostre, coprono una superficie minore della falange ma sono schiacciate uguali..”
Gordon: “E l’analisi del sangue?”
Willers: “Ah, è prematuro. Il sangue in circolo è ancora quello del gruppo materno.”
Gordon: “Perciò, in apparenza, sono normali con queste eccezioni: strani occhi, disarmanti direi, delle insolite unghie e ignoto gruppo di capelli…”
Willers: “Comunque sia il loro sviluppo fisico è eccezionale: come età hanno solo quattro mesi, ma sviluppo e capacità sono quelli di… di diciotto mesi.”
Malgrado il fatto che il fenomeno abbia coinvolto tutte le donne del paese in grado di partorire, su un paese di circa mille persone, i bambini, per ragioni di sceneggiatura, sono dodici: sei maschi e sei femmine. Essi si rivelano ancora più diversi del previsto. Dai primi, lievi, ma sicuri indizi sembra che abbiano la possibilità di entrare nelle menti altrui e di comandarle e, in più, quando una qualsiasi informazione viene data a uno di loro è come se venisse data a tutti. A riprova di ciò Gordon compie un test usando una scatola apribile con un gioco di incastri. Dopo una brevissima ricerca uno di loro riesce ad aprire il contenitore con la massima facilità e ancora più veloci sono tutti gli altri a cui viene mostrata e la conclusione è che i piccoli possiedano delle evidenti doti di telepatia. Il tempo trascorre ancora e, a nove anni, i bambini, hanno un’intelligenza e una capacità di apprendere assolutamente al di fuori del comune.
Il solo Gordon è rimasto ormai a difenderli. Egli è convinto che, inculcando loro i valori morali, si possano avere a disposizioni le migliori menti del mondo per il bene dell’umanità. Al Ministero Gordon partecipa a una riunione dove in pratica si dovrà decidere il destino di questi bambini prodigio.
Prende la parola Sir Edgar Hargraves (Richard Vernon, 1925 – 1997) per conto del Ministro.
Sir Edgar: “Signori, il nostro Ministro degli Interni mi ha autorizzato a mettervi al corrente che Midwich non è la sola colonia di tali ragazzi (indica un paese sulla carta alle sue spalle). Qui, in un paese dell’Australia del Nord, trenta fanciulli nacquero in un giorno, ma qualcosa non andò liscio: morirono tutti dopo dieci ore dalla nascita. In una tribù esquimese ne nacquero dieci. La comunità pensò a un maleficio: dei fanciulli biondi nati da madre bruna violavano il tabù e li uccisero. Nel mondo oltre cortina si verificarono altri due casi similari, uno ad Alkutz, qui, ai confini della Mongolia… un brutto affare: gli uomini uccisero i nati e le madri. Il secondo nelle montagne del Nord Ovest: i fanciulli sono viventi. Dalle nostre informazioni risulta che essi ricevono un’istruzione ad alto livello. Furono tutti concepiti lo stesso giorno di quelli di Midwich.”
1° Uomo: “Sono trascorsi già tre anni: abbiamo scoperto nulla sull’origine dei ragazzi?”
2° Uomo: “Gli indizi sono pochi…”
1° Uomo: “Zellaby, lei avrà qualche teoria.”
Zellaby: “Sì, infatti…”
Sir Edgar: “Ma posso far presente che Zellaby è parte troppo interessata…”
Gordon: “La mia posizione di presunto padre influenza il mio raziocinio scientifico: è questo che teme?”
Sir Edgar: “Esattamente questo.”
Gordon: “Beh, sentiamo che ci dicono gli altri.”
Sir Edgar: “Dottor Carlisle?”
Carlisle: “(Keith Pyott, 1902 – 1968) Qui siamo in presenza di mutazioni. Ogni tanto, nei millenni, un salto brusco può avvenire nella vita animale o vegetale. Improvvisi cambiamenti e senza apparente ragione…”
Sir Edgar: “E questo spiega perché diversi paesi furono isolati per diverse ore?”
Carlisle: “No, Signore… No, purtroppo…”
Sir Edgar: “Bene, grazie, ci sono altre teorie?”
Smith: “(John Stuart, 1898 – 1979) Sì. C’è la possibilità di trasmissione di energie. Per chiarire il concetto: noi oggi lanciamo razzi radar nei lontani spazi con molta precisione, impulsi elettrici sono riflessi dalla Luna e continuamente riceviamo impulsi da altri pianeti e stelle e gli impulsi sono energia e materia.”
Sir Edgar: “Lo sapevamo, Professor Smith, e che cosa ne conclude?”
Zellaby: “Il Professore e io la pensiamo uguale: ciò che noi facciamo, altri nell’universo possono saper fare meglio…”
Smith: “Esatto.”
1° Uomo: “Il parere vostro è che questi fanciulli siano il risultato di impulsi diretti su noi da qualche fonte spaziale.”
Gordon: “Beh, è solo una teoria, però niente la contraddice. Forse è un caso di mutazioni, forse è una nuova razza terrestre, ma ci serve altro tempo per controllare… tempo.”
Sir Edgar: “Un momento, Zellaby… Generale, lei mi ha accennato a certi fatti a Midwich, di che si tratta?”
Leighton: “(John Phillips, 1914 – 1995) Una serie di disgrazie fra i bambini del villaggio, e sempre dopo contatti avuti con… gli altri…”
Gordon: “I ragazzi s’azzuffano dappertutto.”
Leighton: “No, qui non si è mai trattato di zuffe. Non c’è mai stato segno di violenza ma, pochi giorni fa, un bimbo, buon nuotatore, è affogato in uno stagno senza motivo plausibile.”
Gordon: “Cose che possono accadere…”
La difesa di Gordon prosegue accanita: egli agisce nell’interesse della scienza e non vuole privare la stessa di oggetti di studio senza pari. Inoltre quei bambini potrebbero essere la risposta al futuro dell’uomo.
La riunione si scioglie dopo aver approvato la proposta di Zellaby: egli ha un anno di tempo per studiarli, li riunirà tutti sotto uno stesso tetto a Midwich, in modo da poterli osservare meglio.
Le lezioni di Zellaby iniziano sotto una cattiva luce: i bambini si rifiutano di rispondere alle sue domande e rivelano, a ogni giorno che passa, l’estensione e il controllo dei loro poteri. Di lì a qualche tempo accade la prima disgrazia e alla presenza di Anthea. Una macchina, per poco, non investe uno dei ragazzi, il guidatore ne discende e si profonde in scuse così tutto sembrerebbe finito, ma ecco: gli occhi dei ragazzi sembrano illuminarsi e l’uomo, come un automa privo di volontà, risale in macchina, avvia il motore e va a sbattere a tutta velocità contro un muro morendo sul colpo. Anthea non può far nulla: una strana forza, esercitata da uno dei ragazzi, la tiene ferma, immobile ad assistere impotente alla scena. Il morto si chiamava Edward Pawle e al processo che ne segue, la sua morte viene considerata accidentale, grazie anche alla testimonianza di Anthea la quale, sotto evidente influsso ipnotico di David, non fornisce alcuna prova sicura a favore di qualcosa di diverso.
La sentenza però scatena l’ira del fratello del morto, James (Thomas Heathcote, 1917 – 1986), che urla in tribunale minacce contro “i veri assassini”.
Poche ore dopo Gordon e Anthea stanno discutendo con Alan la situazione quando vedono passare davanti a loro James Pawle armato di una doppietta. Le sue intenzioni sono chiare e i tre lo implorano di fermarsi, ma quando alla fine raggiungono il loro scopo è troppo tardi. I ragazzi lo hanno scorto e letto nei suoi pensieri, capito le sue intenzioni. Non esiste perdono, per loro. Mentre uno di essi tiene sotto controllo i tre, gli altri obbligano James a mettersi la doppietta sotto la gola: le mani sudate alzano il cane dell’arma e premono il grilletto. Ora Gordon, Athena ed Alan possono riprendere il controllo del loro corpo. Lo scienziato si sente sempre più colpevole di quanto sta accadendo e si accorge che tutti i suoi tentativi per capire quei fanciulli sono destinati a fallire. Intanto una telefonata fatta dal Generale Leighton avvisa Alan e quindi Gordon che i sovietici hanno distrutto con un cannone a lunga gittata il villaggio dove vivevano i bambini “strani”, senza evacuarlo, per non metterli in allarme. In vista di questo nuovo sviluppo il compromesso chiesto da Gordon viene annullato: la decisione sulla sorte dei ragazzi verrà presa il più presto possibile in una riunione alla quale Alan è stato invitato.
La morte dei fratelli Pawle ha scatenato però la paura e l’ira degli abitanti del villaggio che marciano verso la casa dove alloggiano i bambini. In mano hanno delle torce, dei fucili e dei forconi.
David Zellaby, da solo, li accoglie davanti alla porta e la scena che ne segue è allucinante. Con la sola forza del pensiero il bambino fa cadere la torcia dalle mani del capogruppo ai piedi di quest’ultimo: le fiamme si alzano e il disgraziato, tenuto fermo e inchiodato al suo posto, viene lentamente bruciato vivo sotto gli occhi di tutti gli altri, impossibilitati anch’essi a muoversi. Alan, che a distanza ha osservato la scena, giunge troppo tardi per salvare il poveretto e si scaglia, veemente, contro David
Alan: “Un uomo è morto!”
David: “Dobbiamo proteggerci, noi!”
Alan: “Ci sono le leggi per proteggervi.”
David: “Non sono adeguate a noi.”
Alan: “Ah, non sono adeguate?! Beh, se credete di poter vivere secondo delle leggi che noi non approviamo…”
David: “Stai pensando a quello che è successo agli altri, in un’altra nazione…”
Alan: “Sì, se ne sei al corrente, sai cosa vi spetta.”
David: “Non succederà con noi…”
Alan: “Razza di…”
David: “Non succederà con noi perché dobbiamo sopravvivere, costi quel che costi…(I suoi occhi brucianti immobilizzano Alan)… Imparerete che siamo decisi a sopravvivere e che non potete far nulla per impedirlo… dovete imparare a non sfidarci… voi… non… dovete… sfidarci.”
Alan viene riportato a casa Zellaby. Non è in pericolo di vita: è stato sottoposto a uno shock d’incomprensibile natura. Mentre il Dottor Willers lo sta visitando David entra in casa annunciando che vuole parlare con suo padre.
David: “Mio zio si riprenderà… E’ stato un avvertimento per lui… e tutti voi.”
Gordon chiede ad Anthea di lasciarli soli. La donna, pur esitante, acconsente.
David: “Tu non hai paura di noi.”
Gordon: “No… però mi dispiace, David, di essermi sbagliato su di te.”
David: “Se tu non fossi schiavo di emozioni, di sentimenti, anche tu avresti il nostro potere.”
Gordon: “Già.”
David: “Ma non ci riuscirai mai. E’ giunto per noi il tempo di andare via.”
Gordon: “Via, dove?”
David: “Via, prima che tentino di distruggerci.”
Gordon: “Cosa farete?”
David: “Beh, ci separeremo. Presto avremo l’età per fondare nuove colonie. Qui noi abbiamo sollevato troppo scalpore. Ci aiuterai ad andare via.”
Gordon: “In che modo dovrei aiutarvi?”
David: “Troverai tu il sistema di farci allontanare senza attirare l’attenzione. Ci darai ad alcune famiglie che siano ben disposte ad accoglierci.”
Gordon: “Sì… beh, non è una cosa molto facile… Ci vorrà qualche giorno…”
David: “E bada che nessuno lo sappia, se no ci saranno altre disgrazie. Ci riferirai quel che hai potuto fare quando verrai alla lezione di venerdì.”
Gordon: “David…”
David: “Non sei in grado d’ingannarmi, questo lo sai, vero?”
Gordon: “Sì, questo lo so…”
David: “Molto bene. Ci darai la tua risposta per venerdì. Buona notte, papà.”
Gordon: “Buona notte, David…”
Il giorno in cui Gordon deve dare una risposta ai ragazzi in base alle richieste, o meglio, agli ordini di David, giunge fin troppo presto.
Lo scienziato è ancora in casa, al pianoforte e sta suonando un motivo lento, dolce, la musica sua e di Anthea, di quando si sono conosciuti. E’ sera e Anthea deve accompagnare Alan a Londra, il fratello non può ancora guidare, ma la donna è preoccupata, come in preda a un presentimento, non se la sente di lasciare solo il marito.
Anthea: “Andrai dai bambini anche stasera?”
Gordon: “Sì. Ogni mercoledì e venerdì.”
Anthea: “Dopo quanto è successo?”
Gordon: “Specie dopo quanto è successo. Forse so come poterli affrontare. Se ho ragione non avremo più fastidi.”
Anthea: “Cioè?”
Gordon: “Te lo dirò se riesco. Su, andate ora, se no arriverete domattina.”
Lo scienziato saluta Alan usando parole inconsuete: “Abbi cura di lei.”
Le intenzioni di Gordon appaiono a noi chiare: egli ha messo una bomba a orologeria nella borsa che porta abitualmente con sé alle lezioni… La regola affinché esploda pochi minuti dopo che è entrato e chiude la sua mente concentrandosi con tutte le sue forze di pensare a una muraglia. E’ la scena più bella di tutta la pellicola per cui vediamo di seguirla passo passo.
Gordon: “Buona sera, ragazzi. Oggi parleremo dell’energia atomica e di come le scoperte compiute circa cento anni fa abbiano cambiato le nostre conoscenze sugli elementi e sul posto dell’atomo…”
David: “Dovevi dirci quali sistemazioni ci hai trovato.”
Gordon: “…E sul posto dell’atomo…”
David: “Sono le otto e ventisette. Perché sei nervoso?”
Gordon: “Le sistemazioni… sì… sì, ve ne parlerò ora, fra… pochi momenti, ma prima voglio finire la lezione… la questione… dell’energia… atomica…”
David: “Non stai pensando all’energia atomica… Stai pensando a… una… muraglia.”
Primo piano sulla fronte di Gordon, sovrapposta ad essa appare una muraglia di mattoni sulla quale, lentamente, appaiono le prime crepe. La sua voce, anzi il suo pensiero, continua ostinatamente a ripetere:
Gordon:”<Una muraglia… una muraglia… devo pensare… a una muraglia… ci siamo, quasi… una muraglia… una muraglia… solo a questo devo pensare…>”
Gli occhi di tutti e dodici i bambini sono puntati su di lui e brillano della loro forza mentale, scandagliano la mente di Gordon spietatamente… lentamente, il muro si sgretola, si frantuma sempre di più.
Gordon: “<Una muraglia… solo a questo… una… muraglia… una muraglia…>”
Il muro si sfalda e, dietro ad esso, appare l’immagine della bomba, la resistenza di Gordon è vinta. Tutti gli occhi si puntano sulla sua borsa ma è troppo tardi: l’ordigno esplode proprio in quel momento distruggendo l’edificio, i bambini e Zellaby, colui che li aveva difesi fino all’ultimo e che, arresosi all’evidenza, si è volontariamente sacrificato.
L’esplosione è stata seguita a distanza da Anthea e da Alan. La donna, infatti, come colta da un presentimento, aveva voluto tornare sui suoi passi, ma è troppo tardi… per sua fortuna.
Dalle ceneri della casa e dalle fiamme che ancora la divorano, sembrano levarsi gli occhi di fuoco dei bambini.
Ci si può rendere conto, a questo punto, come ci si sia trovati davanti a un’opera cinematografica intensa e di valore, condotta e interpretata in maniera estremamente valida. Ricordiamo, quindi, l’ottima interpretazione di George Sanders, impegnato per la prima volta in un ruolo fantascientifico, lo ritroveremo ancora, ma in pellicole decisamente minori. E’ curioso ricordare come l’attore abbia effettivamente posto fine alla sua vita con il suicidio, per ragioni che non sono mai state chiarite del tutto, ma che riguarderebbero il suo stato di salute. Gli effetti speciali di questo film sono soprattutto quelli usati per “accendere” gli occhi dei bambini e l’effetto è stato ottenuto dipingendo a mano i fotogrammi uno per uno, per quanti erano necessari. Una nota a parte meritano i bambini e, primo fra tutti, David (Martin Stephens), tutti calati perfettamente nello loro parti, dall’aspetto così umano e dai sentimenti così alieni.
Martin Stephens iniziò la sua carriera nel 1954, all’età di cinque anni ed è stato il più popolare attore bambino in Gran Bretagna durante la fine del 1950 e i primi anni 1960. Avendo perso interesse per il cinema e una volta diventato adulto, si è trasferito a Belfast nel 1968, dove ha studiato architettura alla Queen University. In seguito è tornato in Inghilterra, dove ha esercitato la sua nuova carriera in architettura e come insegnante di meditazione. Il suo ultimo film, datato 1966 è stato Creatura del Diavolo (The Witches).
Barbara Shelley la ritroviamo in altre pellicole soprattutto del genere horror: Il Sangue del Vampiro (Blood of the Vampire – 1958), Lo Sguardo che uccide (The Gorgon – 1964), Dracula, Principe delle Tenebre (Dracula, Prince of Darkness – 1966), Rasputin, il Monaco Folle (Rasputin: The Mad Monk - 1966), L’Astronave degli Esseri Perduti (Quatermass and the Pit – 1967), Ghost Story (1974).
George Sanders ha avuto una lunga carriera. Infatti appare, non accreditato, nel ruolo di un pilota nel film Vita Futura (Things to Come), nel fantastico L’Uomo dei Miracoli (The Man Who Could Work Miracles – 1936), Il Ritratto di Dorian Gray (The Picture of Dorian Gray – 1945), Il Fantasma e la Signora Muir (The Gost and Mrs Muir – 1947), Dalla Terra alla Luna (From the Earth to the Moon – 1958), Galaxy Horror (The Body Stealers – 1969), Doomwatch – I Mostri del 2001 (Doomwatch – 1972).
(2 – continua)