Personaggi
- Giorgia Ferrarin, Erika Ferrari & Alessia Leblis, delle adolescenti del luogo.
- Padre Arles, uno strano prete morto da anni.
- Ermanno Burgio, unico abitante rimasto a Saletta, un tossicodipendente.
- Nina Balzaretti, la bibliotecaria di Asigliano.
- Germano Vittone, un proprietario terriero.
- Bruna Bertinetti, la donna coi cani.
- Daniele Pavia, docente di scuola media.
- la pitonessa, sacerdotessa d’una setta di ragazzini che si riunivano al tabernacolo nel 1979.
- la dama bianca, una figura trasparente che si muove lungo i campi, armata di rasoio.
- la bambina bianca, forse una fantasma della mente?
6 – Quiet Drops (Goblin)
Nei giardini d’Asigliano, tra gli zampilli d’acqua della fontana e la sagoma sonnolenta della scuola, Giorgia, Erika e Alessia sedevano immerse in una panca verde, all’ombra d’una betulla. Discorrevano e ingannavano il tempo in attesa che la biblioteca aprisse. Siccome non erano riuscite a scoprire nulla sulla setta, avevano deciso di fotocopiare l’articolo in cerca di particolari sfuggiti a una prima lettura. Intanto aspettavano all’ombra della betulla.
- Adesso hanno inventato un gel biologico che ti metti prima del trucco e contiene una roba estratta da una pianta. Serve per levigare le rughe.
- Chissà cos’altro inventeranno per ora che saremo decrepite.
- Speriamo. Mia mamma, poverina, è così sciupata.
- L’ho vista! Ma che le è successo? Quando andavamo a scuola era così carina!
- Comprale quel gel.
- Seeeeehhhh, e chi mi dà i soldi? I miei sono sospettosi. Mamma odia papà, papà odia mamma ed entrambi non mi passano una lira, convinti che ci pensi già uno dei due!
- Beh, io rubo i soldi dalle borsette di mamma, ne ha così tante che non se ne accorge mai. E ci lascia dentro anche fascette da 50 euro alla volta.
- Beata te!
- Hai visto su internet la nuova linea di Estée Lauder?
- No?
- Tu che eyliner usi? A me la solita linea nera scoccia.
- Allungala oltre l’occhio, raddoppiala.
- Praticamente l’eyliner è più stabile, se lo appoggi alla palpebra fa sezioni più ampie.
- Oh, io adoro le ciglia lunghe!
- Sì, quando ti si crea un effetto inchiostro che non cola!
- Per esempio adesso sono truccata e non si vede nemmeno se mi fai un selfie da vicino.
- Sembri avere dei riflessi bordeaux, verde bosco.
- Me lo fai provare?
La figura della bibliotecaria Nina Balzaretti le interruppe. La donna camminò verso di loro, coi capelli raccolti in una coda di cavallo e una mantella bianca di seta. Nina le salutò subito e le ragazze la circondarono, rimirando la perfezione posata del suo look, incorniciato da cinturini e scarpe di raso. Il volto di Nina era appena crepato da mazzolini di rughe sotto gli occhi. Le labbra un’onorificenza scarlatta. Lei le riempì di complimenti per com’erano belle e per i vestitini di panno, i collant e i mocassini con cui andavano in giro. Le ragazzine gongolarono in silenzio, poi la seguirono nel locale minuto della biblioteca. Subito le chiesero di quel raccoglitore della “Sesia” contenente le annate ‘79/’89. La donna annuì pacifica e sparì dietro uno scaffale ingombro di paperback. Riemerse col voluminoso raccoglitore. Le amiche aspettarono che Nina si mettesse a riordinare alcuni volumi, poi sfogliarono in cerca del numero risalente all’ottobre del 1979. Con loro grande sorpresa s’accorsero che qualcuno aveva strappato la pagina contenete l’articolo. Interdette, decisero di chiedere a Nina. La bibliotecaria inforcò dei graziosi occhiali d’acetato e controllò le pagine.
- Cosa conteneva l’articolo?
Le amiche si guardarono sbigottite.
Fu Giorgia a rispondere.
- Oh, era un articolo sulla corsa dei buoi di quell’anno. C’erano delle foto in cui si vedeva il padre di Ale giovane e tutto muscoloso.
Nina fece finta di sospirare.
- Allora sarà stata una sua vecchia spasimante, Ale!
Le ragazze fecero finta di ridere, ma uscirono dalla biblioteca con la sensazione d’essere osservate.
Di nuovo all’aperto, videro arrivare un gippone Nissan Terrano chiaro, dal quale scese un uomo in impermeabile chiaro che zoppicava vistosamente alla gamba destra. L’uomo puntò subito verso di loro, sfregandosi il mento aguzzo incorniciato da una barbetta bianca. Era Germano Vittone, un agricoltore del luogo. Alessia lo salutò subito, visto che era un amico di suo papà. Vittone le squadrò con i suoi occhi azzurrini e un viso infantile, poi sorrise appena.
- Ragazze, siete state a Saletta oggi?
Nessuna rispose.
Vittone storse appena la bocca, come se avesse bevuto un bicchierino di cicuta, lasciando girovagare gli occhi sui collant delle bimbe.
- No, niente. E’ solo che cerco una persona ma non la trovo. Scusate. Ale, salutami tanto tuo papà. Ciao!
Vittone entrò nella biblioteca, mettendosi a parlare fitto con Nina. Varie volte si girarono verso le ragazze.
- Leviamo le tende – decise Giorgia.
(6 – continua)