Abbiamo da poco recensito il suo secondo cortometraggio, “Nuvole”, ed ora abbiamo il privilegio e il piacere di conoscere meglio il regista Michele Pastrello. Regista, ma non solo.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI E’ MICHELE PASTRELLO?
E’ una domanda che mi manda in crisi. Lascio fare a te.
ALLORA, VEDIAMO… MICHELE ABITA A CAPPELLA DI SCORZE’, IN PROVINCIA DI VENEZIA. REGISTA, MONTATORE, MUSICISTA, OPERATORE VIDEO. AMANTE DEL CINEMA IN OGNI SUA FORMA. CON IL SUO PRIMO CORTO, “NELLA MIA MENTE”, NEL 2006 HA VINTO IL PESAR HORROR FEST ED E’ STATO SELEZIONATO DAL PIFAN (10TH PUCHON INTERNATIONAL FANTASTIC FESTIVAL) IN COREA DEL SUD NELLA SEZIONE “PUCHON SHORT FILM”… CREDO POSSA BASTARE, ADESSO VENIAMO A NOI! COME MAI HAI SCELTO L’HORROR/THRILLER COME GENERE PER DEBUTTARE E COME MAI IL CORTOMETRAGGIO?
Beh, i film dark sono sempre stati un genere che ho molto amato, in quanto mettono in relazione le vicende umane con una condizione incomprensibile o ignara dell’esistente. Trovo che il cinema dark possa varcare molte porte, le più lontane e affascinanti dai nostri occhi. Il corto in Italia, come all’estero, è l’unico biglietto da visita proponibile se non si hanno scorciatoie che in pochi riescono ad avere.
A QUALI MAESTRI DEL CINEMA PENSI DI ISPIRARTI PER I TUOI LAVORI?
Io ho tre grandi maestri ai quali mi ispiro, ma dai quali prendo le distanze per rispetto dovuto: Ridley Scott, Michael Mann e David Lynch. Ma sono anche un grande estimatore di Shimizu.
E A CHI VORRESTI SOMIGLIARE DI PIU’?
A me stesso. Avere un’identità registica propria è indispensabile.
QUALI SONO I TUOI FILM PREFERITI?
Ho rivisto alla mostra del cinema di quest’anno “Blade Runner”… ed ho raggiunto l’estasi. Adoro “Collateral” di Michael Mann; per quanto riguarda l’horror “Non aprite quella porta” di Hooper e “Nightmare” di Craven sono quelli che sento più vicini.
VENIAMO A “NUVOLE”, LA TUA ULTIMA FATICA. COME E’ NATA L’IDEA DI QUESTO FILM?
Beh, “Nella mia mente” è stato nel suo piccolo un successo, anche se dai buyer mi era stata rimproverata la durata. Quindi ho cercato qualcosa di più veloce anche se in qualche modo legato.
L’idea di ancorare la tematica di “Nella mia mente” (lo sguardo e la rappresentazione) è stata quindi supportata da una messa in scena narrativa un pochino più atipica e personale rispetto alla linearità del mio lavoro precedente.
DURANTE LO SVILUPPO DELLA TRAMA, AD UN CERTO PUNTO LA STORIA SEMBRA PRENDERE UNA SVOLTA SOPRANNATURALE, MA POI TUTTO TORNA ALLA NORMALITA’ E SEMBRA ESSERE SOLO UNO SCHERZO DELLA MENTE. RIALLACCIANDOCI ALLA TUA PRIMA OPERA, “NELLA MIA MENTE”, QUANTO E’ IMPORTANTE PER TE IL POTERE DEL NOSTRO CERVELLO E QUANTO CONTA NELLE COSE CHE FACCIAMO?
Credo che al cervello, o meglio alla ragione, si dia troppa importanza: gli esseri umani sono fatti di pelle, sensazioni e altre cose importanti. Il cervello usa regole astratte e logiche, anche nella loro insensatezza, e questo può essere pericoloso. “Nuvole”, a differenza del doppelganger di “Nella mia mente”, è una riflessione proprio su questo (come narro nella parte finale): è un sogno fare i conti con i propri incubi, piuttosto che con la propria coscienza.
QUALI SARANNO I TUOI PROSSIMI PASSI IN MERITO A “NUVOLE”?
“Nuvole” dovrà fare i conti con “Nella mia mente”, dato che in genere ovviamente viene paragonato al mio corto d’esordio. Per il momento vince “Nella mia mente”, ma “Nuvole” lo porto nel cuore. Per il resto, il tentativo sarà la vendita, anche se dubito dato il genere ed il ritmo. I festival un po’ discriminano l’horror… vedremo.
UN SOGNO NEL CASSETTO? PROGETTI PER IL FUTURO?
Progetto futuro sarà un ultimo cortometraggio di genere, che girerò con più mezzi e più location, all’interno di un ambiente ospedaliero. Il sogno, invece, è fare il remake di un film misconosciuto di Peter Svatek “Hemoglobin” con Rutger Hauer, perchè il film ha degli aspetti a mio avviso molto affascinanti. Non si sa mai…
E con questo è tutto. Grazie Michele e in bocca al lupo!
15/09/2007, Davide Longoni