Alla StarCon 2016 di Bellaria sarà l’accompagnatrice della bella e brava attrice americana Terry Farrel, celebre per aver interpretato, dal ’93 al ’98, il ruolo di Jadzia Dax nella serie tv Star Trek: Deep Space Nine.
Stiamo parlando di Elena Albertini, traduttrice e interprete tra le più richieste negli eventi italiani che riguardano il fantastico e non solo.
Elena, infatti, nella sua qualificata e invidiabile carriera, ha accompagnato fior di attori della seguitissima saga di fantascienza di Star Trek fondata da Gene Roddenberry. Tra i più importanti ricordiamo LeVar Burton, Gates McFadden, Robert Picardo, Connor Trinneer, Ethan Phillips, Denise Crosby; per la serie Doctor Who, invece, lo scorso anno alla StarCon fu la traduttrice di Karen Gillan.
Ma il suo lavoro oltre che nel ruolo di accompagnatrice degli attori si estende anche al campo della narrativa. Diversi sono i libri che ha tradotto, soprattutto quelli di Star Trek per la casa editrice Ultimo Avamposto e precisamente, tra il 2001 e 2005, ha tradotto dall’inglese all’italiano le seguenti opere: “Specchio Oscuro” di Diane Duane, “Star Trek – Progetto Memory” di Garfield e Judith Reeves – Stevens, “Nel cuore del sole” di Pamela Sargent e George Zebrowski, “L’ultimo raduno” di Christie Golden, “I rischi del comando” di William Shatner, Garfield e Judith Reeves-Stevens. Mentre per la casa editrice Elara ha tradotto “I Giardini della delizia” (2010) di Ian Watson e altri titoli non ancora pubblicati.
Abbiamo incontrato Elena Albertini alla Reunion XI organizzata a Riccione nello scorso novembre dallo STIC AL – Star Trek Italian Club “Alberto Lisiero”, dove dopo averci presentato l’attrice Denise Crosby, interprete di Tasha Yar in Star Trek: The Next Generation, ha tradotto il nostro colloquio. In seguito, con Elena, ci siamo soffermati a discorrere del suo lavoro di traduttrice ma anche delle sue passioni: “E’ la terza volta che accompagno Denise che considero oramai un’amica – esordisce. E’ già capitato per due circostanze alla Sticcon e, adesso, alla Reunion. Lei è molto socievole e aperta con il fandom di Star Trek al quale ha dedicato vari documentari che rivelano gli aspetti tutt’altro che fanatici degli appassionati che non sono solo quei “matti con le orecchie a punta” ma gente che ama l’amicizia e lo stare insieme, parlare di fantascienza ma anche di tutto quello che capita, insomma divertirsi condividendo le proprie passioni. Per quanto ne so, l’ultimo documentario Trekkies 3, che Denise sta realizzando in giro per il mondo sarà dedicato al futuro della saga e lei si chiede e chiede ai fan: dove sta andando Star Trek?”.
PRIMA PARLAVI DEL FANDOM. PER VIA DEL TUO LAVORO HAI FREQUENTATO MOLTO LE CONVENTION ITALIANE ED ESTERE. QUALI DIFFERENZE HAI NOTATO?
C’è una mentalità differente tra i fan italiani, quelli degli altri Paesi europei e gli americani. Noi tendiamo di più a voler conoscere gli attori di persona, mentre per gli altri è tutto più commerciale ossia è fondamentale avere l’autografo. Per noi l’autografo è un ricordo, ma è basilare il rapporto umano, il contatto, stringere la mano all’attore prediletto, rivolgergli la parola. In Germania ho partecipato per tre anni alla convention di Star Trek e ho visto che gli attori stanno per tutto il tempo al banchetto, poi vanno sul palco e tornano al banchetto. La gente va a mangiare quando ha tempo. La convention lì è un continuo andirivieni di gente che va sul palco, parla, che fa gli autografi, ci sono file infinite. Loro di solito hanno una ventina di attori, grandi sponsor con due o tremila partecipanti…
E COSA DICONO GLI ATTORI QUANDO VENGONO DA NOI IN ITALIA?
Tutti gli attori che vengono qui rimangono stupiti. Ripetono che da noi l’atmosfera è rilassata, si divertono e ritornano volentieri. Dicono scherzando: “ci date il tempo di mangiare anche due volte al giorno. Il vostro è veramente un paese civile!”.
OLTRE A DENISE CROSBY, QUALE TRA GLI ATTORI CHE HAI ACCOMPAGNATO RICORDI CON PARTICOLARE PIACERE?
In questo momento mi viene in mente, LeVar Burton, ossia Geordi La Forge in Star Trek: The Next Generation. Grande professionista, attore e regista statunitense che ha fatto tante cose importanti come lo sceneggiato televisivo Radici. E’ una persona squisita sempre a disposizione dei fan.
PASSIAMO AL TUO LAVORO DI TRADUTTRICE DI TESTI SCRITTI, OLTRE ALLA NARRATIVA DI COSA TI STAI OCCUPANDO ATTUALMENTE?
Dopo aver tradotto varie guide turistiche mi sto occupando di brevetti tecnici dall’italiano all’inglese e viceversa.
E COME E’ STATO INVECE TRADURRE I ROMANZI DI STAR TREK?
E’ stato molto bello, ovviamente! Tra l’altro era un argomento che conoscevo benissimo. Se non conosci Star Trek rischi di fare delle traduzioni sbagliate che fanno inviperire i fan.
I FAN NON SI FANNO SFUGGIRE NULLA…
Assolutamente, sanno tutto e non puoi sgarrare! A volte, comunque, mi sembra di capire che molti lettori non si rendono conto dell’esistenza della figura del traduttore. Di solito ti dicono qualcosa se la traduzione è andata male. Ma se è andata bene nessuno dice niente. E’ una cosa naturale.
QUANTO E’ STATO IMPORTANTE PER TE APPARTENERE AL MONDO DEI TREKKER PER I TUOI STUDI E PER IL TUO LAVORO? E’ QUESTA VICINANZA CHE TI HA PORTATO A VOLER DIVENTARE TRADUTTRICE?
Io ho seguito gli studi per perito aziendale corrispondente lingue estere. Studiare le lingue per me significava comunicare con culture diverse in quanto ritengo che comprendere e conoscere le lingue voglia dire apprendere storia e culture differenti, le cose sono collegate. Diciamo che, in un certo modo, per me la lezione di Star Trek rappresenta questi concetti. Comunque in Star Trek non c’è bisogno dell’interprete, perché hanno il traduttore universale…
IN EFFETTI, NEL MONDO DI STAR TREK NON AVRESTI POTUTO LAVORARE…
Sì è vero, avrei fatto un altro mestiere.
MA COSA AMI DI PIU’ DI STAR TREK? COS’E’ CHE LEGA TRA LORO I TREKKER?
Star Trek dà un messaggio sostanzialmente finalizzato alla positività, alla costruzione di qualcosa di utile, teso ad accettare le differenze. E’ basato su questo. Da un’idea che l’umanità possa fare belle cose e, ripeto, è un messaggio molto positivo, in special modo se pensiamo a questo nostro periodo così brutto. Il bello tra noi fan è essere accettato per quello che sei, per ciò che pensi e non per il lavoro o per il ruolo sociale che ricopri. In fondo le Reunion, come questa, sono diventate una scusa per ritrovarci tutti assieme visto che siamo sparsi per tutto lo Stivale e anche all’estero.
UN’ULTIMA CURIOSITA’, CE L’HAI L’UNIFORME DELLA FLOTTA STELLARE?
Certo! Ho una divisa di Star Trek. Anche se da quando ho iniziato a collaborare con gli attori non la indosso perché devo presentarmi con un look “professionale”…
E A PROPOSITO DI PROFESSIONALITA’ NOI CHE L’ABBIAMO VISTA ALL’OPERA CONFERMIAMO LA COMPETENZA DI ELENA. PERTANTO LA SUGGERIAMO A CHI AVESSE BISOGNO DI UNA BRAVA TRADUTTRICE. E’ POSSIBILE CONTATTARLA ALLA SEGUENTE E-MAIL albertini.el@gmail.com.