FRANCESCO VERSO… E “BLOODBUSTERS”

Con “Bloodbusters”, romanzo di fantascienza ambientato nella Capitale d’Italia, Francesco Verso (bolognese di nascita e romano di adozione) ha nuovamente conquistato il prestigioso Premio Urania, edizione 2014.  La prima curiosità è che il Premio è stato assegnato – unico esempio nella storia del Concorso – in ex-aequo con un altro romanzo, ossia con “L’impero restaurato” dello scrittore connettivista  Sandro Battisti.

La seconda è che non sono molti gli scrittori (solo cinque), che hanno ricevuto due volte il Premio Urania ossia: Francesco Grasso (nelle edizioni 1991 e 2000), Lanfranco Fabriani (edizioni 2002 e 2005), Alberto Costantini (edizioni 2003 e 2006) e Donato Altomare (edizioni 2001 e 2008). Mentre a Francesco, dopo la vittoria del 2009, con il romanzo “Il fabbricante di sorrisi”, pubblicato con il titolo “e-Doll” nella collana Urania Mondadori, è toccata appunto anche quest’ultima edizione.

Francesco Verso è un autore convinto che la fantascienza sia una letteratura di idee sul futuro oltre che un modo per divulgarle. Certo non crede nei poteri di vaticinio della science fiction ma è persuaso che essa, partendo anche da tematiche di stringente attualità,  possa  lanciare messaggi o avvertimenti su come e dove potrebbe andare a parare il mondo. Così in “Bloodbusters”, suo quarto romanzo, affronta una problematica molto conosciuta in Italia: l’evasione fiscale.  Anche se ciò lo fa in modo particolare con una trama grottesca, intrisa di satira sociale, che si dipana nel poliziesco, in un crescendo di situazioni pregne di tradimenti e raggiri.

“Immaginate che le tasse – ci dice lo scrittore – vengano riscosse letteralmente tramite prelievi di sangue e immaginate che quello stesso sangue venga utilizzato per farne delle squisite barrette che spopolano tra la gente. Pensate quindi ad un esattore che deve riscuotere un credito da una donna che non ha più sangue, perché lo dona in maniera compulsiva agli ospedali pubblici e a chiunque ne abbia bisogno per motivi sanitari”. Attraverso la metafora del sangue, il Nostro ci invita a riflettere “sul limite della contribuzione di ognuno a un sistema sociale oppressivo, che non ripaga gli sforzi e i sacrifici di nessuno”.

INSOMMA FRANCESCO, COSA RITIENI DI AVER ESPRESSO DI INNOVATIVO, E SOPRATTUTTO DI ORIGINALE IN QUESTO TUO NUOVO ROMANZO?

“Bloodbusters” non è un romanzo innovativo dal punto di vista fantascientifico (l’indice IPP: Innovazioni Per Pagina è alquanto basso), ma la premessa di fondo è capace di generare subito una forte immedesimazione nel lettore. Le vicende dell’esattore “ematoriale” Alan Costa e della sfuggente Anissa Malesano, donatrice di sangue per l’organizzazione clandestina dei Robin Blood, si svolgono in una Roma surreale, a tratti felliniana, e piena di tanti episodi di malaffare per cui la Capitale è tristemente nota negli ultimi anni; inoltre la lingua utilizzata e il punto di vista – un dialetto romano, in prima persona, fluido e accattivante – aiuta a tirare il fiato tra un prelievo di sangue e una risata amara.

TI ASPETTAVI QUESTO NUOVO TRIONFO  AL PREMIO URANIA?

Sinceramente, quando ho spedito il manoscritto speravo in un piazzamento tra i finalisti. Avevo la sensazione di aver scritto qualcosa d’interessante, di aver curato il testo attraverso molte riscritture, di aver colto un aspetto grottesco della nostra realtà attuale – il prelievo fiscale – e ho sperato che questi elementi giocassero a favore della storia. Poi, la concorrenza al Premio Urania diventa ogni anno più agguerrita e questo è un ottimo incentivo per cercare di migliorarsi romanzo dopo romanzo.

MA COM’E’ CAMBIATO DA “E-DOLL”, SOTTO L’ASPETTO PROFESSIONALE, LO SCRITTORE FRANCESCO VERSO?

Sono cambiato molto, da sette anni mi dedico a tempo pieno alla scrittura, all’editing, alla traduzione e alla pubblicazione. Ho avuto modo di conoscere tanti professionisti del settore – e in particolare della fantascienza –, e quindi di crescere, sia in consapevolezza dei propri mezzi, sia nei rapporti personali, che sono sempre fondamentali per orientarsi e sopravvivere nel mondo dell’editoria.

Posso dire che la scrittura si è asciugata, che adesso procede per scene significanti, che predilige ancora la trama, senza però tralasciare lo stile, cercando di ottenere un equilibrio tra contenuto e forma che corrisponda al tipo di storia da raccontare. Da “e-Doll” a Bloodbusters”, passando per “Livido” (Premio Odissea 2013 e pubblicato da Delos Books, ndr), ho alternato punti di vista, voci narranti e generi diversi, sforzandomi sempre di rendere un buon servizio a chiunque abbia scelto di leggere qualcosa di mio. Dopo cinque romanzi, posso dire di avere chiari quali sono i ferri del mestiere che un buon narratore deve utilizzare. Poi, sull’esito finale di ogni romanzo, non posso che essere tanto fiducioso quanto dubbioso, perché la qualità resta sempre nell’occhio di chi la osserva.

SEI IMPEGNATO ANCHE CON LA NUOVA COLLANA FUTURE FICTION DI MINCIONE EDIZIONI. QUAL E’ IL VOSTRO PROGETTO?

Sì, da un paio d’anni dirigo la collana Future Fiction, dove seleziono autori e autrici provenienti da tutto il mondo con l’intento di rappresentare la “biodiversità narrativa”. Il progetto sta andando bene, tanto che ne ho parlato agli Utopiales di Nantes a ottobre 2015, e avrò modo di riparlarne alla prossima EuroCon 2016 di Barcellona. Anche perché l’idea – nel lungo periodo – è quella di unire piccole realtà europee che pubblichino fantascienza di qualità nei loro rispettivi Paesi in modo da creare una rete internazionale da cui tutti – autori, editori e lettori – possano trarre vantaggio. Credo che in questo periodo esistano le condizioni per far conoscere ai lettori italiani di fantascienza e fantastico quanto di buono viene scritto in lingue diverse da quella inglese e in culture che, per storia o economia, non vengono quasi mai prese in considerazione.

STAI ANCHE LAVORANDO SU ALTRI FRONTI DELL’ARTE CHE RIGUARDANO IN PARTICOLARE L’ATTIVITA’ TEATRALE…

Oltre all’elemento multiculturale, Future Fiction punta anche sulla crossmedialità e quindi insieme ad altri autori, disegnatori, film-maker e performer stiamo costruendo una Future Fiction Factory affinché una storia scritta diventi un e-book, un e-book si trasformi in una performance teatrale e una performance teatrale in un’installazione multimediale, una video-proiezione oppure un fumetto o oggetto stampabile in 3D. Durante gli ultimi due anni – per esempio – insieme alla performer Katiuscia Magliarisi, all’attrice Chiara Condrò e al musicista Simone De Filippis ho collaborato allo spettacolo di fantascienza teatrale “The Milky Way” che è andato in scena al “Teatro Tor di Nona”, a quello di “Porta Portese” e nel centro culturale “Animal Social Club”.

In fondo più la tecnologia e la scienza diventano parte del nostro mondo e più la fantascienza rappresenta il modo più logico e coerente di fare letteratura: che poi sia scritta, recitata, stampata in 3D oppure olografica, poco importa. Una prova di questa impostazione si svolgerà durate il ciclo di incontri sulla fantascienza che terremo alla libreria “Assaggi” di Roma dove i partecipanti potranno scegliere il migliore di tre racconti che Katiuscia Magliarisi interpreterà durante la serata finale del 9 giugno. In questo modo si potrà vedere come la storia si modifica e trasforma nel passaggio da scritta a recitata.

SIAMO AL CORRENTE DI UN’ALTRA OPERA NARRATIVA IN GESTAZIONE. QUALI NUOVE TEMATICHE VENGONO AFFRONTATE?

Ho finito di scrivere il primo di due romanzi che compongono “I Camminatori”: il primo s’intitola “I Pulldogs” mentre il secondo si chiamerà “No/Mad/Land”. La storia ruota attorno all’invenzione dei naniti – nanomacchine dotate di intelligenza artificiale – e la conseguente sostituzione del cibo. Il romanzo segue le vicende di un gruppo di persone – i Pulldogs appunto – che grazie ai naniti, alla stampa 3D e al cloud computing abbandonano la vita sedentaria della città per intraprendere un percorso di contro-urbanizzazione tornando a popolare siti abbandonati mediante una sorta di nomadismo tecnologico del XXI secolo. È uno scenario complesso, un’avventura che si snoda nel corso di alcuni anni e numerosi paesi, e spero di trovare un editore pronto a scommettere su una storia del genere.

UNA TRAMA SUGGESTIVA E AL CONTEMPO APPASSIONANTE  SOTTO L’ASPETTO DELLA FANTA-TECNOLOGIA: GLI EDITORI NON SE LA FACCIANO SFUGGIRE!

Filippo Radogna