Torniamo nuovamente indietro nel tempo, alla seconda edizione del Dylan Dog Horror Fest nel lontano 1990, quando incontrammo il mitico Robert Englund, che si era distinto a quei tempi per la sua interpretazione sia dell’alieno buono Willie nel serial televisivo “V-Visitors” sia per l’assassino dei sogni Freddy Krueger nella saga di “Nightmare”. Fortunatamente anche in questo caso l’intervista fatta con lui risulta essere ancora attuale nonostante il tempo trascorso (a parte il consueto paio di domande datate che abbiamo quindi omesso), per cui non indugiamo oltre e sentiamo cosa ci raccontò.
COS’E’ PER TE L’ORRORE?
Penso che sia qualcosa di cui il pubblico ha bisogno all’interno della propria cultura. Credo che sia anche un modo per trovarsi di fronte alla morte, perché la gente dei giorni nostri non ne parla mai e i film di orrore sono un modo per trovarsela davanti.
HAI QUALCHE PAURA?
A Los Angeles, quando vado in automobile e vedo nello specchietto retrovisore la polizia, perché io guido troppo veloce.
COME SEI RIUSCITO A CONCILIARE IN TE LE PERSONALITA’ DI WILLIE E DI FREDDY, CHE SONO L’UNA L’OPPOSTO DELL’ALTRA?
Per un attore è molto più facile fare due estremi opposti che ciò che si trova nel mezzo. Un personaggio totalmente buono o uno totalmente cattivo non creano problemi, sono quelli a metà che invece sono difficili.
QUANTO C’E’ DI FREDDY KRUEGER IN ROBERT ENGLUND?
La sola parte di Freddy Krueger che c’è in me, salta fuori quando vado in autostrada a Los Angeles e nel traffico qualcuno mi taglia la strada. Allora lì Freddy viene fuori e mi arrabbio.
COME TI SEI TROVATO AD INTERPRETARE WILLIE, UN PERSONAGGIO CONTRADDISTINTO PIU’ DA UNA PERSONALITA’ PARTICOLARE CHE DAL MAKE-UP, COME INVECE NEL CASO DI FREDDY?
Quello che ho dovuto fare con Willie è stato cancellare tutto ciò che sapevo, perché egli aveva problemi con la lingua, così io cercavo di non ascoltare molto, ma tentavo di rivolgere la mia attenzione da un’altra parte. Ad esempio, io ti sto guardando, ma invece di ascoltarti veramente sto guardando altre cose, il tuo orologio, e poi tu mi chiedi qualcosa e io ti rispondo “Ah!?”, come se cadessi dalle nuvole. Ma è perché Willie non capisce bene la lingua: non bisogna infatti dimenticare che egli è un alieno.
PERCHE’ LA SERIE “VISITORS” TERMINO’ SENZA UNA VERA FINE?
Fu un grande errore: un problema di percentuali, perché il network voleva troppi soldi, così si decise di cancellare la serie. Avremmo dovuto fare un film per la tv per concludere le vicende, ma anche di questo non si fece nulla per i soliti problemi.
TORNIAMO A KRUEGER. TI E’ MAI SUCCESSO DI ESSERE FREDDY ANCHE FUORI DALLA SCENA?
Più o meno, anzi… mi salvò anche la vita una volta. Fu qualche anno fa: mi trovavo a San Francisco con un amico. Era sera tarda ed eravamo appena usciti da un bar: siccome non conoscevamo la città ci perdemmo. D’un tratto ci spuntò davanti una gang, con le catene e i giubbotti in pelle. Noi cercammo di far finta di niente, ma questi si accorsero di noi. Quando ci si pararono davanti, uno di loro disse: “Ehy Freddy, ci fai un autografo?”. L’ho davvero scampata bella: avevo una paura! Anzi, ci insegnarono pure la strada giusta per tornare a casa. “Grazie Freddy”, dissi a me stesso!
Originariamente pubblicato sul numero 1 EXTRA FUORISERIE de LA ZONA MORTA, giugno 1990
Corretto e ampliato per il sito LA ZONA MORTA, febbraio 2007
05/03/2007, Davide Longoni