IL “DEBUTTO” DI ALFRED HITCHCOCK E STANLEY KUBRICK (1963) – PARTE 04
“Tra le diverse qualità di piante che la natura annovera tra le sue specie, un posto a sé è occupato dalle piante carnivore. Una delle più note è la Dionea Muscipula, comunemente detta “pigliamosche”. Quando un insetto, attirato dal liquido zuccherino, urta le setole sensibili della pianta, le foglie si rinchiudono imprigionando l’incauto. Quale sia il processo digestivo di queste piante carnivore non è stato ben chiarito… Questa è una nuova specie: il “Trifidus Celestus” portato sulla Terra dalle meteoriti durante…”
L’INVASIONE DEI MOSTRI VERDI / IL GIORNO DEI TRIFIDI (The Day of the Triffids)
Durante una notte d’estate una pioggia di scintillanti meteore cade sulla Terra: il cielo è solcato da corpi luminosi di una bellezza incomparabile.
In una serra universitaria un guardiano sta osservando a sua volta lo spettacolo, poi chiude le tende che gli permettevano di osservare all’esterno e si mette tranquillamente a leggere il giornale. Immerso profondamente nella lettura non vede e non sente nulla, mentre in un angolo della serra qualcosa sta crescendo con sorprendente rapidità. Un fruscio alle spalle dell’uomo lo costringe ad alzarsi e ad andare a vedere di cosa si tratti… gira in mezzo ai corridoi tra le piante, il silenzio poi, all’improvviso, qualcosa gli piomba addosso, lo stringe, lo soffoca, lo risucchia…
Il giorno dopo in un ospedale di Londra, un marinaio, Bill Masen (Howard Keel, 1919 – 2004), vittima di un incidente a causa del quale per poco non perdeva la vista, sta aspettando con impazienza che il suo medico, il Dottor Soames (Ewan Roberts, 1914 – 1983) venga a togliergli le bende che gli coprono gli occhi per cui non ha potuto, logicamente, assistere allo spettacolo celeste della sera precedente. Non lo sa ancora, ma è stata la sua salvezza perché tutti coloro che hanno osservato le meteore nel cielo, sono diventati irrimediabilmente ciechi. Intanto, portate dal vento, spore vaganti di un altro pianeta, semi sconosciuti, fanno germogliare rapidamente strane piante voraci capaci di muoversi e di uccidere: i trifidi. L’umanità cieca non può combatterli e i trifidi, lentamente, diventano padroni incontrastati di città e paesi.
Da questo punto il film si divide in due binari paralleli: da una parte seguiamo l’odissea di Bill che con Chirstine Durrant (Nicole Maurey) e la piccola Susan (Janina Faye), entrambe dotate dalla possibilità di vedere, cercano di raggiungere la costa spagnola di Alicante dove un sottomarino nucleare raccoglierà gli ultimi scampati al disastro, dall’altra seguiamo gli studi e le ricerche di due scienziati Karen e Tom Goodwin (Janette Scott e Kieron Moore, 1924 – 2007), rimasti isolati in un faro. Entrambe le vicende si risolveranno felicemente, in particolare la seconda perché, dopo che tutti i mezzi per cercare di fermare i trifidi erano falliti e le piante stanno per impadronirsi del faro uccidendo i due occupanti, ecco che un getto d’acqua salata ha il potere di scioglierle i vegetali semoventi.
Nelle sequenze finali, la fin troppo sfruttata voce fuori campo, ormai simbolo insostituibile del cinema di fantascienza, con voce stentorea (o quasi), ci dice:
“Era un metodo molto semplice per distruggere i Trifidi. L’acqua di mare, dalla quale è sorta la vita, servì a conservare la vita sulla Terra… e gli uomini sopravvissero e, una volta di più, ebbero ragione di essere riconoscenti verso il loro Creatore.”
Pellicola ingenua che fa rimpiangere l’opera da cui è stata tratta, L’Orrenda Invasione di John Wyndham (1903 -1969), pubblicato su “I Romanzi di Urania” e poi sugli Oscar Mondadori. Unico elemento a favore della pellicola sono i trifidi stessi, realizzati sufficientemente bene, ma per chi ha letto il romanzo, constatare come la complessa opera di Wyndham sia stata ridotta a una semplice e puerile “invasione di mostri”, senza altro intendimento o scopo, resta pur sempre une delusione. Nel 1981 è stato realizzato un miniserial con lo stesso titolo, in sei puntate il tutto più rispettoso verso l’opera originale. Infatti in questo The Day of the Triffids accade che, a causa di una pioggia di meteore. quasi tutta l’umanità diventa cieca e si trova anche a combattere contro piante ostili, gigantesche e deambulanti. Il protagonista e una ragazza, tra i pochi rimasti in grado di vedere, cercano di organizzare una resistenza, ma si trovano braccati anche dai non vedenti i quali vorrebbero utilizzarli come loro occhi. I due si rifugiano in una casa isolata del Sussex dove ci si prepara per la lotta finale contro le piante assassine. Poi, nel 2009, ritorna The Day of the Triffids, una seconda miniserie in due puntate da 120 minuti l’una e in questa nuova trasposizione del classico di Wyndham i trifidi, piante carnivore tentacolari pronte a sterminare il genere umano, sono una vera e propria manna dal cielo per l’economia dell’umanità: infatti viene scoperto un sistema di estrazione della loro linfa che permette la produzione su scala planetaria della migliore forma combustibile di energia, in grado per giunta di risolvere tutti i problemi d’inquinamento. Sorgono così impianti di estrazione della linfa di trifidi geneticamente modificati più o meno in ogni parte del globo. I trifidi però non sono dei semplici vegetali, ma una forma di vita molto peculiare in grado non solo di muoversi ma di provare emozioni e comunicare. Questi piccoli dettagli vengono ovviamente nascosti all’opinione pubblica mondiale, ben felice di aver trovato una soluzione a tutti i problemi economici legati alla produzione di energia. Tutto fila liscio fin quando una tempesta solare in maniera assai poco scientifica acceca la quasi totalità della popolazione mondiale. La devastazione che ne consegue provoca la fuoriuscita dalle zone di contenimento dei milioni di trifidi che venivano usati per l’estrazione della linfa. La Terra quindi si ritrova invasa da una nuova razza carnivora pronta a dominare il pianeta.
Torniamo al film per occuparci del suo protagonista, Kieron Moore che rivedremo tra poco, assieme a sua moglie Jannette Scott, in Esperimento I.S. Il Mondo si Frantuma (Crack in the World), scelti entrambi per la professionalità dimostrata in questo film. Lo abbiamo visto nel 1956 in La Terra Esplode (Satellite in the Sky) e La Bara del Dottor Sangue (Doctor Blood’s Coffin) datato 1961.
Interessante è la filmografia di Janina Faye che ha esordito nel 1958 a soli dieci anni con Dracula il Vampiro, poi nel 1960 in Il Mostro di Londra e Le Mani dell’Altro.
(4 – continua)