L’ITALIA AL PRIMO POSTO (1965) – PARTE 02
ESPERIMENTO I.S.: IL MONDO SI FRANTUMA (Crack in the World)
I mezzi tecnici usati in questa pellicola inglese firmata Andrew Marton (1904 – 1992) non sono paragonabili a quelli avuti a disposizione da Mario Bava per il suo Terrore nello Spazio e, se all’epoca fu senz’altro più vista di quella italiana, oggi possiamo dire che, mentre il film di Marton è passato nel dimenticatoio, quello di Mario Bava è ricordato, e con piacere, ancora oggi nel ventunesimo secolo.
Però con questo non vogliamo dire che Esperimento I.S.: Il mondo si frantuma, altisonante e fin troppo libera traduzione dall’originale Crack in the World, sia un brutto film, non è affatto vero, ha la sua giusta dose di spettacolarità che non guasta in pellicole di questo genere e che lo rende comunque un dignitoso prodotto.
Una commissione internazionale guidata dal diplomatico Sir Charles (Alexander Knox, 1907 – 1995 che abbiamo avuto modo di conoscere come il detentore del segreto dei bambini radioattivi in Hallucination di Joseph Losey), si appresta a visitare e quindi ispezionare il centro operativo del progetto I.S., la cui sigla sta per Inner Space, cioè “Spazio Interno”. Ad accoglierli è la moglie del capo del progetto: Maggie Sorensen (Jannette Scott).
Sir Charles Eggerston, prima di entrare nell’ascensore che lo porterà, assieme agli altri componenti, nel cuore della base, si sofferma a guardare una rampa di lancio sulla quale è eretto un missile il cui muso è però rivolto verso il basso.
A tremila metri di profondità è stata costruita la Centrale Operativa sfruttando una voragine naturale nel cuore del continente africano ed è perfettamente adatta agli scopi di Stephen Sorensen (Dana Andrews, 1909 – 1992), direttore del progetto.
Egli viene informato dell’arrivo della commissione mentre si sta sottoponendo a una dose di Raggi X nel centro medico. Sospende frettolosamente la cura e si prepara a ricevere gli inviati del Governo in un’apposita saletta dove, dettagliatamente, illustra il suo fantastico progetto.
Sorensen: “Come voi tutti sapete il nostro obbiettivo è arrivare al magma. Se noi riusciamo a portare questa massa incandescente alla superficie in modo controllato, avremo più energia di quella che ci potrà servire: una fonte praticamente inesauribile di energia. Abbiamo perforato fino a questo punto: l’unica cosa che ora si frappone fra noi e il successo è questo sottile strato… Tuttavia questo sottile strato ci tiene fermi da quindici settimane: nessun materiale esistente riesce a intaccarlo: né il più temperato acciaio, né il più duro diamante e gli esplosivi convenzionali sono inutili…”
Sir Charles: “Cosa significa il suo “gli esplosivi convenzionali sono inutili”?”
Sorensen: “Semplicemente che ne esistono di altro tipo. Io stavo pensando a un congegno termonucleare. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha messo a nostra disposizione un missile capace di produrre un’esplosione di dieci megatoni che, secondo noi, è sufficiente a demolire quest’ultima barriera fra noi e il successo…”
Sir Charles: “E ci ha fatto venire qui per chiederci l’autorizzazione a impiegarlo?”
Sorensen: “Sì.”
Sir Charles: “Lei deve essere molto sicuro. Abbiamo visto il missile già in posizione: è stato… uno shock per tutti…”
Sorensen: “Allora avrete anche notato che la testa atomica non è ancora montata…”
Sir Charles: “E’ sicuro del successo di questo progetto come sembra esserlo della nostra autorizzazione. Non presenta proprio nessun rischio?”
Sorensen: “Sì, sì, ne presenta qualcuno. Signori: io non tenterò certo di tenervi nascosto che il geologo del progetto, Ted Rampion, un giovane brillante, un mio antico allievo, non è d’accordo con me. Ha sviluppato infatti una sua teoria che, come tutte le teorie, naturalmente non è provata. Gli avevo chiesto di esporvela oggi, ma aveva un precedente impegno… con un vulcano. Comunque, la sua teoria è che la crosta terrestre è già stata incrinata dalle numerose esplosioni sotterranee provocate dalle potenze nucleari in anni di esperimenti. Egli ritiene che un’esplosione atomica a questa profondità, adesso, possa produrre questo effetto sulla crosta terrestre…”
Mentre Sorensen stava parlando gli era stata portata davanti un’intelaiatura contenente due vetri. Egli, con un martello, batte su uno di essi provocando una raggiera irradiantesi dalla zona dove è stato vibrato il colpo.
Sorensen: “Improbabile, vero? Beh, lo pensiamo anche noi. Io e gli altri scienziati siamo convinti che un missile atomico si aprirebbe la strada più o meno così…”
Con una punta incandescente fora il secondo vetro senza altre conseguenze.
Sorensen: “Cioè fonderebbe la crosta terrestre nel punto stabilito…”
A questo punto lo scienziato passa a spiegare al suo pubblico, attraverso dei disegni, il vantaggio che comporterà il successo dell’operazione.
Sorensen: “Disporre di illimitate energie è stato un sogno dell’umanità per centinaia e centinaia di anni… Ora, per la prima volta, noi possiamo ottenerla senza inquinare né l’atmosfera terrestre né le acque dei nostri oceani. Abbiamo a portata di mano le illimitate riserve di calore del magma terrestre e tramite questo impianto pilota, forse, riusciremo a trasformare tutti i continenti e a dare a tutta l’umanità una vita di abbondanza fino al più lontano avvenire. E ora, Signori, sta a voi decidere…”
La storia si svolge su due binari paralleli di cui uno, che abbiamo appena visto, prettamente fantascientifico; l’altro, invece di carattere romantico e che riguarda i rapporti tra Rampion e i coniugi Sorensen.
Tempo addietro, infatti, Ted Rampion (Kieron Moore, 1924 – 2007), già apparso in L’Invasione dei Mostri Verdi e La Terra Esplode), era il fidanzato di Maggie (nella realtà era il marito), ma quando quest’ultima conobbe Stephen lasciò l’allievo per sposare il maestro, cosa che ha lasciato i rapporti fra i due piuttosto tesi.
Il giorno dopo, appena partita la commissione, Rampion rientra alla base. Venuto a conoscenza della sua esclusione alla esposizione dei fatti investe Sorensen accusandolo di averlo voluto scavalcare appositamente e dà le sue dimissioni dal progetto: la presenza di Maggie lo inasprisce ulteriormente per cui, profondamente irato, Rampion parte per Londra per cercare di far recedere Sir Charles il quale, nel frattempo, ha inviato l’autorizzazione. Arriva il giorno del lancio del missile e il conto alla rovescia procede con perfetta regolarità. Sorensen si sta sottoponendo ancora una volta alla terapia nello studio del medico della base e da lui apprende l’incurabilità del suo male. Mentre con passo deciso si dirige verso la Centrale Operativa, nello stesso momento, a chilometri di distanza, Rampion è a colloquio con Sir Charles e riesce a impressionarlo a tal punto che questi telefona alla base africana per far sospendere l’esperimento.
La comunicazione viene effettuata proprio nell’attimo stesso del lancio e Sorensen tarda a rispondere per cui il missile viene lanciato nelle viscere del pianeta ed esplode con perfetta regolarità. Il magma fuoriesce dalla spaccatura: un’illimitata fonte di energia è a portata di mano. Tutto sembra essersi svolto perfettamente e Rampion accetta la sconfitta dichiarandosi contento di essersi sbagliato. I tre s’incontrano nuovamente dinanzi al pozzo da dove fuoriesce il magma.
Sorensen: “Nichel, manganese, ferro, tungsteno… e niente scorie, già tutte eliminate. Daranno vita a tutta una serie di nuove industrie e tutti questi metalli non sono che un sovrappiù: è il calore che c’interessa per generare energia…”
Rampion: “Non avremo che da separare i metalli.”
Sorensen: “Esattamente.”
Nello stesso istante si verifica un’improvvisa fuga di animali dalla savana circostante e senza nessun apparente motivo che ne spieghi la ragione, come spaventati da qualcosa che nessuno vede, ma rientrati nella Centrale Operativa essi vengono a conoscenza che la città di Porta Vittoria, situata a 400 chilometri di distanza dalla base, è stata letteralmente spazzata via da un terremoto di nono grado della Scala Mercalli.
Tutto ciò non prova ancora nulla in quanto la zona in passato è già stata soggetta a movimenti tellurici; una seconda notizia fa però cadere ogni dubbio: una piccola isola chiamata Kotamaua, a est di Porto Vittoria, è stata colpita da un violento terremoto e maremoto. Nessuna attività sismica era mai stata segnalata in precedenza.
Rampion: “Sono tutti lungo la fossa di Massedo; mi attendo la prossima manifestazione in quest’area, intorno all’Isola Sherwater. Andrò laggiù per dare un’occhiata se sul fondo dell’oceano si notano segni di attività. Prenderò Steve con me.”
Sorensen: “Chiunque tu voglia.”
Rampion: “Grazie. Steve, telegrafa di preparare il batiscafo e di controllare la tenuta alla pressione, andremo profondi. Io preparo la macchina fotografica.”
Ted Rampion si è appena avviato che Sorensen riceve un altro telegramma.
Sorensen: “<…Isola Sherwater: violente scosse…>”
L’immersione effettuata da Rampion e Steve permette di raccogliere dati precisi e fotografie accurate del fenomeno alla profondità di oltre tremiladuecento metri. I due portano i dati raccolti e le fotografie alla Centrale Operativa.
Rampion: “Abbiamo fatto questa fotografia a duemila metri, questa a duemilasettecento metri e questa a tremiladuecento metri. L’osservazione diretta e l’analisi dei campioni che abbiamo prelevato ci porta alla conclusione che una profonda spaccatura si è aperta in fondo all’oceano. Come prova finale ecco questa fotografia presa alla massima profondità…”
Sorensen: “Potrei vedere la negativa?”
Rampion gliela porge e lo scienziato la osserva con espressione avvilita.
Sorensen: “Si sta estendendo?”
Rampion: “Lungo la fossa di Massedo…”
Sorensen: “A che velocità?”
Rampion: “A circa tre miglia all’ora…”
Sorensen: “Quindi la “Teoria Rampion” non è più una teoria, è un fatto… Così tu avevi ragione e io torto… Bene, Signori, l’evidenza parla da sola. Io non so se potremo fermare la distruzione che è stata scatenata, ma dobbiamo affrontare il fatto che noi abbiamo causato una spaccatura nella crosta terrestre…”
Rampion viene convocato per una seduta a Londra. Sir Charles e i suoi collaboratori ascoltano attoniti le parole del geologo.
Sir Charles: “Una spaccatura nel globo?! Signori… signori… non perdiamo la testa, c’è ancora del lavoro da fare. Dobbiamo ascoltare la fine del rapporto del Dottor Rampion… stava dicendo che la spaccatura si sta estendendo verso Est…”
Rampion: “…Lungo la fossa di Massedo. Sta seguendo un avvallamento della crosta terrestre conosciuto come la “Fossa di Massedo” che corre di qua alla punta dell’India, poi gira verso l’Indonesia e termina sulle coste del continente australiano…”
Sir Charles: “Come fate a sapere che la spaccatura si fermerà?”
Rampion: “Non lo sappiamo.”
Sir Charles: “E se la spaccatura continua a progredire e fa il giro del globo che succederà?”
Rampion: “Dove la crosta terrestre si apre gli oceani verranno risucchiati all’interno e l’enorme pressione generata dal vapore aprirà in due la Terra e la distruggerà…”
Sir Charles: “Vuol dire che il nostro mondo finirà?”
Rampion: “Come noi lo conosciamo, sì. Come nuvola di polvere astrale continuerà a muoversi all’interno del Sistema Solare.”
Dopo un breve diverbio con un militare presente alla riunione e dopo aver esortato i presenti a pregare per la salvezza della Terra, Rampion torna alla base del Tanganica.
Dopo aver scartato alcune proposte, per mancanza di tempo e di praticità, Sorensen espone la sua ipotesi:
Sorensen: “Ho rivisto alcune delle prime esplosioni atomiche. Per ragioni di studio tutte queste riprese sono rallentate di cento volte rispetto alla velocità reale e l’azione è invertita, in tal modo la vera esplosione atomica apparirà alla fine di ogni filmetto come un lampo accecante. Ora questo lampo, analizzato successivamente con uno spettroscopio, ci dà delle informazioni esatte sui componenti dell’esplosione… Ora, guarda qua: questo è lo spettogramma di una normale esplosione atomica, questo è lo spettrogramma della nostra esplosione quando il magma venne alla superficie… Nota la differenza…”
Rampion: “Idrogeno… e in quantità considerevole… ma non hai adoperato una bomba all’idrogeno…”
Sorensen: “Esatto. E allora da dove viene l’idrogeno? Ecco il problema.”
Rampion: “Dal magma… No… da una sacca sotto il magma!”
Sorensen: “Esattamente! E’ anche la mia deduzione… ecco perché l’esplosione fu più forte di quel che ci aspettavamo e perché ha spaccato la crosta terrestre. Il nostro problema è d’imbrigliare questa fonte d’energia per fermare il fenomeno.”
Rampion: “Con quell’energia potremmo aprire un varco sufficiente a far sfogare la pressione!”
Sorensen: “Non solo a far sfogare la pressione… Se riusciamo a trovare un punto sul percorso della spaccatura con sufficiente idrogeno e a far avvenire un’esplosione lì, ne fermeremo l’avanzata.”
Sul percorso dell’apocalittica spaccatura c’è un’isola sulla quale si trova un vulcano spento da secoli. In esso verrà sistemata una bomba atomica, il cui rivestimento sarà protetto per resistere al calore della lava incandescente per oltre mezz’ora, poi la bomba esploderà e aprirà una “valvola di sfogo” all’immensa energia del sottosuolo.
Rampion e Steve devono far calare la bomba all’interno del vulcano aiutandola a superare le sporgenze del camino. I due vengono calati assieme alla bomba con un argano, ma la corda che tiene legato Steve si sfilaccia e si rompe contro la roccia per cui lo sventurato precipita nella lava sottostante e le bombole di ossigeno di cui è dotata la sua tuta protettiva esplodono per il calore. Rampion, da solo, riesce a dirigere l’ordigno lungo il giusto percorso di caduta e lo fa sganciare quindi, faticosamente, risale in superficie dove un elicottero lo attende per condurlo al luogo di osservazione.
Passato il tempo previsto la bomba esplode ma, ed è un errore piuttosto evidente, lo spostamento d’aria non solleva nemmeno una piccola onda nell’isola vicina dove gli scienziati stanno osservando gli effetti del loro tentativo.
All’inizio sembra che tutto sia andato per il meglio perché la spaccatura non avanza più.
Il Dottor Evans, il medico che teneva sotto controllo Sorensen ha informato Maggie delle reali condizioni del marito. La ragazza ha assistito con Rampion all’esperimento e, negli ultimi giorni, per volontà dello stesso scienziato che le ha tenute nascoste le sue condizioni di salute, ha fatto di tutto per allontanarla da lui e di conseguenza farla riavvicinare a Rampion. Ora che sa perché l’ha fatto, Maggie vuole tornare al laboratorio per stare vicina al marito e Rampion si offre d’accompagnarla. I terremoti riprendono: la spaccatura non si è fermata ha solo cambiato direzione e si muove con velocità doppia di prima.
Rampion e Maggie vanno a controllare la spaccatura lungo il suo percorso e la risposta, la spiegazione del fenomeno avviene per bocca di Sorensen a Maxwell., uno degli assistenti.
Sorensen: “Ci sono due crepacci, adesso… o meglio due rami della stessa spaccatura. Uno di essi ha cambiato direzione, se la cambierà anche l’altro…”
Maxwell: “Prolungandoli, dove s’incontrano?”
Sorensen: “Al cratere dell’esplosione, dove è cominciato tutto…”
Maxwell: “Un cerchio… tagliato nella crosta terrestre?!”
Sorensen: “Sì, e se ne distaccherà agendo come una valvola di sicurezza di immense proporzioni: ventimila miglia quadrate di superficie terrestre scaraventate nello spazio!”
Maxwell: “E l’effetto sulla rotazione terrestre? Crede che la Terra sopravviverà?”
Sorensen: “Nessuno ha mai assistito alla nascita di una Luna, Maxwell…”
Lo scienziato dà ordine di evacuare la base.
Le due spaccature stanno intanto convergendo, il laboratorio è sottoposto a scosse continue. Manca poco allo spettacolare evento quando Rampion e Maggie raggiungono la base e apprendono che Sorensen è rimasto al suo posto. I due scendono fino allo studio dello scienziato e lo trovano alla sua scrivania pronto a registrare gli eventi che stanno per verificarsi: alle esortazioni dei due di allontanarsi da lì al più presto, egli sembra inizialmente recedere dal suo proposito, ma appena i due escono dalla porta dell’ufficio la chiude definitivamente alle loro spalle.
Sorensen: “Se sopravviverete troverete tutte le registrazioni in cassaforte. Se tutto salta in aria… non avranno alcuna importanza.”
Ai due non resta che tornare sui loro passi e allontanarsi al più presto cercando di risalire in superficie, cosa che fanno con molta difficoltà.
Raggiunta la distanza di sicurezza assistono alla possente esplosione che scaglia migliaia e migliaia di ettari cubici della Terra nello spazio: una bianca Luna sale vorticando nel cielo tinto di rosso: la tomba spaziale di uno scienziato che, ancora una volta, aveva sfidato le forze della natura.
(2 – continua)