LE MUMMIE DI FERENTILLO

Oggi abbiamo deciso di portarvi a caccia di… mummie! Per cui armatevi di una buona dose di coraggio… e venite con noi a Ferentillo, in Umbria, in provincia di Terni, dove le leggende sono diventate realtà!

Immerso nella verde Valnerina, all’interno del Parco Fluviale del Fiume Nera, si nasconde uno dei luoghi più suggestivi e importanti dell’intera Umbria, fra i più visitati da turisti e curiosi, oltre che da cineasti horror che da queste parti hanno montato più di un set per le loro pellicole.

Diviso dal fiume Nera in due centri abitati ben distinti, Precetto e Matterella, Ferentillo è stato per molti secoli un centro culturale e religioso di notevole importanza. Importanza che viene oggi espressa dalle numerosissime testimonianze architettoniche, artistiche e archeologiche che si possono visitare e che trovano la loro apoteosi in due siti che si distinguono per importanza e curiosità e che concorrono entrambi a formare un unico circuito museale integrato: il Museo delle Mummie e la chiesa dell’Abbazia di San Pietro in Valle.

Il Museo delle Mummie, situato proprio presso l’Abbazia, espone una serie di antiche mummie degli abitanti del paese e fu creato alla fine del XIX secolo, quando scavi effettuati nella cripta della vecchia chiesa del paese portarono alla luce numerosi corpi mummificati, alcuni dei quali si presentavano addirittura con gli abiti ben conservati. Oggi però l’aria umida entrante dalle finestre ne ha compromesso lo stato di conservazione, sia degli abiti che delle mummie stesse. All’entrata del museo troviamo questa macabra iscrizione:

«Oggi a me, domani a te,

io ero quel che tu sei,

tu sarai quel che io sono.

Pensa mortal che la tua fine è questa

e pensa che ciò sarà ben presto.»

Facciamo ora qualche passo indietro e vediamo un po’ di storia.

Prima di un editto napoleonico — l’editto di Saint Cloud — che sancì per legge che i cimiteri dovessero trovarsi al di fuori dei paesi, i morti venivano seppelliti fra le mura dei centri abitati: più precisamente, da questa parti, i cadaveri venivano trasferiti all’interno della chiesa di Ferentillo situata nella parte di paese chiamata Precetto.

La cripta della chiesa di Santo Stefano, al cui interno oggi ha sede Museo delle Mummie di Ferentillo, nasce a seguito della grande fioritura urbanistica ed artistica del paese voluta dalla famiglia Cybo sul finire del XV secolo, in particolare con Lorenzo e Franceschetto Cybo. Questo progetto urbanistico prevedeva l’edificazione di nuove chiese in tutto il territorio ferentillese, di cui una, dedicata a Santo Stefano, sarebbe stata costruita presso il Borgo di Precetto in un’area che ospitava una chiesa medievale del XIII secolo, proprio laddove vennero in seguito sepolti i morti. L’antica originaria chiesa medievale non venne però demolita, al contrario fu utilizzata come base per le fondamenta del nuovo luogo di culto che sarebbe sorto di lì a poco. Gli spazi modificati e occupati dai pilastri resero possibile un utilizzo alternativo della chiesa inglobata dalla nuova struttura, che divenne infatti la cripta sepolcrale della chiesa “superiore”. A quel punto, mentre al di sopra veniva edificata la chiesa di Santo Stefano, la cripta venne riempita con della terra e con i materiali di risulta della lavorazione della pietra utilizzata per edificare la chiesa superiore. Questo andò a modificare naturalmente e inevitabilmente il livello del pavimento originario. Così dal XVI secolo in poi, e fino al 1871, vennero qui inumati tutti i defunti del Borgo di Precetto: la pratica del seppellimento spettava presumibilmente all’Ordine dei frati minori Cappuccini che dimoravano in quelle zone. Tutto questo andò avanti fino a quando l’emanazione dell’Editto napoleonico di Saint Cloud, “Décret Impérial sur les Sépultures”, esteso all’Italia nel 1806, vietò qualsiasi sepoltura all’interno delle mura cittadine e vennero così in seguito istituiti i cimiteri extraurbani. Nonostante questa legge, a Ferentillo la pratica andò avanti ancora per parecchi anni: l’ultima sepoltura nella cripta avvenne infatti il 18 maggio 1871. A seguito dell’editto, oltre a vietare la sepoltura, fu anche ordinata la riesumazione dei corpi all’interno della cripta e solo in quel momento si poté constatare la perfetta mummificazione di alcuni di essi.

La cripta presenta ancora oggi elementi architettonici ed artistici risalenti alla fase della chiesa medievale del XIII secolo: si possono notare infatti ancora l’antico portale di ingresso, i resti dell’abside che era stato demolito per fare spazio ai pilastri, e gli affreschi del XIV e XV secolo. Il pavimento è costituito dalla terra utilizzata per le sepolture compattatasi in seguito all’azione di sgocciolamento dell’acqua sorgiva di montagna che penetra attraverso il soffitto. Sul lato nord della chiesa si può notare la roccia viva a cui è appoggiato l’edificio.

Dal momento della sua scoperta questo luogo è divenuto famoso per la collezione dei corpi mummificati tanto da suscitare l’interesse di numerosi studiosi e di moltissimi visitatori. Ed è stato proprio per questo grande interesse che nel 1992 è stato deciso di dar vita ad una nuova musealizzazione e di utilizzare nuove teche espositive per la conservazione dei corpi, che nel tempo hanno subito una lenta progressiva degenerazione. Da allora e ancora ai giorni nostri la Cripta – Museo delle Mummie di Ferentillo è uno dei musei più visitati in Umbria.

Nonostante gli studi effettuati da molti ricercatori, a oggi si conosce la storia solo di alcune delle mummie esposte; le informazioni sono ricavate da racconti orali e ricerche negli archivi ecclesiastici. Una particolare ricostruzione riguarda le mummie di due asiatici (riconoscibili dalla caratteristica fisionomia). Le leggende narrano di un ricco uomo e della sua sposa, probabilmente cinesi, in viaggio di nozze in Italia nel periodo in cui l’Europa era afflitta dalla piaga della Peste Nera; dopo essersi ammalati, morirono proprio a Ferentillo, dove furono sepolti nella chiesa del paese. La leggenda è supportata dalla presenza dei loro abiti, in buona condizione fino agli anni Settanta.

Per cercare di capire il particolare processo e fenomeno di mummificazione di Ferentillo, il terreno della cripta è stata analizzato nel tentativo di ricavare dati certi per consolidare le ipotesi formulate sul perché i corpi si siano mummificati, ma la ragione certa non è stata individuata; seguirono però tentativi sul processo di mummificazione con corpi di animali, che rivelarono il rapido processo di mummificazione del terreno della cripta: sembra che a mummificare le mummie sia niente meno che un batterio che disidrata i corpi.

Come dicevamo, oltre che meta di turisti e curiosi, scienziati e ricercatori, questo luogo è stato oggetto anche di set cinematografici horror: William Herzog nel 1979 ha scelto di mostrare uno scorcio del museo delle mummie nei titoli di testa del film “Nosferatu, principe della notte” con Klaus Kinski, mentre il film “Catacombs – La prigione del diavolo” di David Schmoeller del 1988 è stato girato proprio a Ferentillo, nell’Abbazia di San Pietro in Valle.

Davide Longoni