Ecco a voi un libro che non può mancare nella biblioteca di qualunque amante di magia, ermetismo e alchimia: si tratta del nuovo romanzo di Enrico Rulli e Gianluca Casseri intitolato “La chiave del caos” (476 pagine; 18,90 euro), pubblicato dalle Edizioni Il Punto d’Incontro con prefazione di Gianfranco de Turris.
Come viene definito il libro è “Un ludo alchemico nella Praga Magica di Rodolfo II”. Ma veniamo alla trama.Un manoscritto anonimo, rinvenuto in circostanze singolari, ci conduce a Praga sul finire del XVI secolo. Nella città boema, capitale dell’Alchimia e della Magia, si manifesta una enigmatica entità, l’inquietante Donna Illustrata, tessitrice di un piano dalle finalità imperscrutabili che potrebbe risultare fatale per l’umanità. Il solo capace di contrastarlo è il dottor John Dee, matematico, filosofo e voarchadumico, che nella sua impresa non si arresterà di fronte a nulla: dall’evocazione di incubi e succubi alla manipolazione dello pneuma fantastico, fino alla discesa nei più profondi recessi sotterranei in cerca di una materia dalle straordinarie proprietà. Ma la prova più ardua sarà l’attraversamento della Soglia, aperta con un sortilegio attinto dalle pagine del proibito Necronomicon, per inoltrarsi in una realtà dove il caos regna sovrano.
Tra apparizioni di esseri elementali, visioni della Caccia Selvaggia, manifestazioni dell’Androgine primordiale, fanno da sfondo alla magica contesa alcuni personaggi storicamente legati alla Praga Magica: il rabbino Löw, creatore del golem; l’ex domenicano Giordano Bruno con la sua eterodossa filosofia; l’Imperatore Rodolfo II, ammaliato dall’occulto e dall’insolito.
Per conciliare le suggestioni cosmiche di uno scrittore come H. P. Lovecraft col pensiero magico, si approda a una letteratura iniziatica nello stile proprio a Gustav Meyrink, sulle orme di un immaginario sovrumanista in contrapposizione al minimalismo imperante.
L’incalzante narrazione di eventi straordinari conferisce al libro forma di romanzo, nel cui intreccio troviamo riflessioni sull’essenza della magia considerata una forma di pensiero alternativo al razionalismo e alla modernità, sulle orme di studiosi non conformisti, dalla Francis Yates a Ioan Culianu fino a Julius Evola.
Abbiamo così un arazzo dalle variopinte immagini, che avvincono quanti preferiscano fermarsi all’aspetto esteriore, dando però modo a chi lo desideri di calarsi in profondità. A questo ulteriore livello, dove rimandi intertestuali e sotterfugi narrativi sfidano il lettore a un appassionante gioco di decifrazione, si fa strada la tremenda consapevolezza delle cause prime e dei fini ultimi della nostra realtà, ma solo per chi sia abbastanza coraggioso – o folle – da volerli conoscere. Per tutti gli altri… è meglio non sapere!
Leggiamo ora un estratto dalla Prefazione di Gianfranco de Turris
“Forse, alcuni di coloro che si accingono alla lettura de La Chiave del Caos si aspettano un romanzo storico o esoterico, altri ancora un’opera in bilico tra orrore e fantasia. Qualcuno poi si chiederà se questa non sia l’ennesima storia nata sulla scia dei polpettoni di Dan Brown.
Nulla di tutto questo: La chiave del Caos è un romanzo unico nel suo genere, in cui i due autori hanno saputo fondere sapientemente il fantastico e l’esoterismo, l’avventura e la magia, la filosofia neoplatonica e la Storia (quella vera, con la esse maiuscola), facendo coincidere senza contraddizioni il pensiero magico con la “visione del mondo” del più grande scrittore fantastico del Novecento, H. P. Lovecraft.
Di certe teorie presenti nel testo i lettori nulla sanno, o se lo sanno l’hanno appreso dalle ultrasintesi svianti di molta narrativa angloamericana abborracciata e confusionaria. Ad esempio, i fondamenti dell’alchimia spirituale, il rapporto microcosmo/macrocosmo; la vera natura della magia sexualis; il significato simbolico della Caccia Selvaggia; il senso della magia naturale; la teoria dell’essenza metafisica dell’Impero.
Oltre l’avventura esoterica, c’è almeno una seconda chiave di lettura, ed è la critica sarcastica ma radicale agli idola tribus della società occidentale nata ideologicamente con l’Illuminismo e poi fattualmente con la rivoluzione industriale.
Emerge per paradosso una contestazione totale ai fondamenti della società in cui oggi viviamo: lo scientismo materialista che ha origine con Francesco Bacone; l’economicismo alla Marx; lo psicologismo alla Freud; l’esasperato egalitarismo illuminista e poi delle democrazie moderne; il darwinismo, più che teoria scientifica vera e propria ideologia. E queste critiche sono fatte con la mentalità degli uomini del XVI secolo, in specie dei rappresentanti di quella che sarà chiamata la philosophia perennis.
È, in conclusione, l’apologia della “visione del mondo” magica e della vera funzione dei maghi su questo piano della Realtà. Poiché, afferma John Dee, il protagonista del romanzo, “le vicende del nostro mondo riflettono sempre accadimenti di una realtà superiore, e i nostri meschini travagli sono solamente lo specchio di uno scontro cosmico, che coinvolge non solo il nostro insignificante mondo bensì l’universo tutto. Noi filosofi difendiamo l’Ordine”.
E se scopriamo che il dottor Dee e i suoi pari frenano l’irruzione del Caos in questa Realtà tramite la magia “potenza suggestiva che scaturisce dal mito, sua forza interiore”, questa è indubbiamente una rivelazione straniante per i lettori di oggi”.
Buona lettura!