Quando, sabato 21 maggio, dopo l’accensione dei fari è comparso sul palco della Starcon Italia c’è stato un tripudio di applausi. L’ospite d’onore della multiconvention del fantastico e della fantascienza di Bellaria, William Shatner, il mitico capitano James Tiberius Kirk della serie classica di Star Trek era lì! Il capitano per antonomasia, con i suoi ottantacinque anni portati benissimo, in piena forma, ha immediatamente trasmesso al pubblico elettrizzato positività e vitalità. L’affollato appuntamento è stato organizzato per celebrare i cinquant’anni della saga di Star Trek la cui prima trasmissione in tv risale al 1966, ma anche per festeggiare il trentennale dello Star Trek Italian Club (STIC) – come hanno affermato Gabriella Cordone Lisiero e Massimo Romani, rispettivamente presidente e vicepresidente del sodalizio – invitando la massima personalità della saga ossia William Shatner (che era già stato presente ad una Sticcon nel 2005). Vale la pena evidenziare che le altre star del cinema presenti alla Starcon 2016 sono state: Terry Farrel, Celeste Yarnall (della quale prossimamente pubblicheremo un’intervista esclusiva), Sylverster McCoy, Barbara Luna, Nalini Krishan, Chase Masterson, Lee Meriwether, Manu Intiraymi e Dan Freeman.
Ma torniamo a Shatner. A chi lo aveva visto sino ad allora solo in televisione o al cinema non sembrava vero che una leggenda vivente fosse lì, senza la mediazione dello schermo, a parlare, e soprattutto a conversare amabilmente rispondendo alle domande di un pubblico emozionato e attento.
Così il divo americano, eclettico artista di origini canadesi, vincitore tra i tanti premi anche di un Premio Emmy e di un Golden Globe (come attore non protagonista nella serie tv Boston legal) ha dato prova della sua professionalità, affabilità e del suo umorismo.
Il capitano Kirk ha esordito raccontando che atterrato con l’aereo (per questa volta non era con la sua nave stellare: l’Enterprise) a Roma, ha cercato un ristorante dove mangiare e ovviamente gli sono stati serviti degli spaghetti “squisiti che non trovi da nessuna parte nel mondo” – ha detto. Poi ha raccontato alcuni episodi e fatti della sua oramai lunga e onorata carriera. Ad esempio di quando si girava Star Trek: “Fare Star Trek – ha evidenziato – era straordinario. Era come andare a casa di un amico a giocare. Leonard Nimoy (1931 – 2015, ndr), il Signor Spock, era un uomo serio ma con un gran senso dell’umorismo. Lavorare insieme per tante ore in continuazione senza poter andare a casa – ha poi precisato – ti fa conoscere veramente le persone”. E in proposito ha citato Jackson DeForest Kelley (1920 – 1999, ndr), ossia Leonard McCoy della serie classica di Star Trek. De Forest veniva dal Sud degli Stati Uniti e oltre ad avere un marcato accento delle sue zone, aveva paura di perdere la memoria, per cui spesso era oggetto di “innocenti” scherzi da parte dello stesso Shatner ed è anche capitato che per qualche giorno DeForest per reazione non lo abbia guardato in faccia, ma poi passava tutto. Tra gli altri argomenti Shatner, incalzato dal pubblico, ha parlato di un impavido incontro di boxe, sul set, con il campione del mondo dei pesi massimi George Foreman, del suo amore verso gli animali e in particolare i cavalli, della filosofia che anima Star Trek ossia l’esplorazione dello spazio, ma ciò che anima la saga roddenberryana è a parere dell’attore canadese la non interferenza nella cultura e nella vita delle civiltà aliene. In chiusura ha fatto riferimento agli apprezzati lungometraggi di J.J. Abrams che, al contrario di “Star Trek V: l’ultima frontiera”, film da lui diretto nel 1989, sono molto tecnologici e fanno cassetta. Ha poi scherzosamente concluso, tra gli applausi, che se Abrams ha bisogno di lui, pur essendo morto come personaggio, saprebbe come far resuscitare Kirk.
Tra gli appuntamenti previsti, il leggendario capitano ha incontrato gli organi di informazione. Le interviste sono state organizzate con puntualità dall’addetto alla comunicazione dello STIC, Grazia Antonioli. Eravamo presenti anche noi e siamo riusciti a porre a Shatner alcune domande. La traduzione in simultanea è stata svolta dal bravo Marcello Rossi.
SIGNOR SHATNER POTREI CHIEDERLE ANZITUTTO SE LE STA STRETTO IL RUOLO DEL CAPITANO KIRK? CERTAMENTE E’ STATO IMPORTANTE PER LA SUA CARRIERA, MA FORSE L’HA IDENTIFICATA IN UNA SPECIFICA FIGURA…
Se avessi recitato solo in Star Trek negli ultimi cinquant’anni e poi non avessi fatto altro mi sentirei piuttosto male. Ma ho realizzato tantissimo nel mio percorso professionale e la fama che mi ha dato il capitano Kirk è stata la motivazione principale che mi ha consentito di poter fare il resto.
QUINDI, COSA E’ STATO PER LEI STAR TREK?
Un’esperienza fantastica che mi ha gratificato moltissimo.
A LEI PIACE LA FANTASCIENZA? E NELL’AMBITO DI QUESTA, COSA PENSA DELLA LETTERATURA FANTASCIENTIFICA?
Certo mi piace, la seguo e la leggo.
IO HO LETTO ALCUNI DEI SUOI ROMANZI DEDICATI A STAR TREK. COME SI TROVA NEL RUOLO DI SCRITTORE?
E’ un grande esercizio di immaginazione. aggiungo che la parte più divertente dello scrivere fantascienza è presagire o ideare il futuro, anche perché non puoi essere corretto da nessuno (ride).
STA SCRIVENDO QUALCHE ALTRO LIBRO SU STAR TREK?
E’ in corso di stesura un romanzo di fantascienza che uscirà in ottobre e avrà per titolo “Gravità zero”, mentre recentemente è stato pubblicato un altro mio lavoro che si chiama “Leonard” e parla della mia grande amicizia con Nimoy.
CHE COSA PENSA DI STAR TREK DI OGGI? MI RIFERISCO OVVIAMENTE AI FILM DI ABRAMS…
Sono splendidi, ottimi! J.J. Abrams fa magnifici film!
ASPETTIAMO DI VEDERLA IN UN PROSSIMO FILM DI STAR TREK ALLORA…
(Shatner risponde con un sorriso sornione): Beh, allora scrivete a J.J. Abrams!
Ci siamo salutati con una cordiale ed energica stretta di mano, non prima però di essermi fatto autografare il suo romanzo “Conflitto galattico” (scritto in collaborazione con Judith e Garfield Reevers – Stevens), che previdentemente mi ero portato dietro.
GRAZIE PER LA CONVERSAZIONE CAPITANO KIRK. LA NOSTRA WEBZINE LE AUGURA DI CUORE “LUNGA VITA E PROSPERITÀ”!