Titolo originale: Inquisición
Anno: 1976
Regia: Jacinto Molina
Soggetto: Jacinto Molina
Sceneggiatura: Jacinto Molina
Direttore della fotografia: Miguel F. Mila
Montaggio: Soledad López
Musica: Máximo Baratas
Effetti speciali: Fernando Florido e Pablo Pérez
Produzione: Roberto P. Moreno, Rafael Adz. e Martinez de Azcoitia
Origine: Spagna
Durata: 1h e 26’
CAST
Paul Naschy, Daniela Giordano, Monica Randall, Ricardo Merino, Tony Isbert, Iulia Saly, Antonio Iranzo, Juan Luis Galiardo, Eduardo Calvo, Tota Alba, Maria Salerno, Eva León, Loretta Tovar, Jenny O’ Neill, Isabel Luque, Belen Cristino, Antonio Casas
TRAMA
Siamo verso la fine del Seicento. L’inquisitore Bernard de Fossey è a caccia di streghe in un paesino della campagna francese: con lui c’è una squadra di magistrati torturatori. Il piccolo drappello di inquisitori viaggia da una località all’altra per combattere il culto del demonio e il diffondersi della stregoneria. Intanto la bella Catherine, innamorata di Jean, sta aspettando che il vecchio padre dia il consenso per le nozze, ma quando il fidanzato parte per far visita a un parente viene ucciso durante un’imboscata da alcuni briganti. Bernard viene ospitato proprio a casa del padre di Catherine, che è il sindaco del villaggio, e lì comincia la sua opera di sterminio delle donne accusate di stregoneria, ma si scopre che le malcapitate sono soprattutto le ragazze che non vogliono giacere con lui. Bernard s’innamora però di Catherine, che intanto si avvicina alla stregoneria grazie a una vecchia che promette di farle conoscere il nome e il volto di chi ha ucciso il suo Jean. Tra realtà e fantasia, realismo e parti oniriche, sembra che Catherine accetti di farsi possedere dal diavolo e finisca per scendere a patti con lui. La fede nel demonio le dovrebbe servire a scoprire il colpevole della morte del fidanzato e tutto sembra vero perché la ragazza crede di vedere il volto dell’inquisitore mentre paga i sicari. Catherine asseconda così le voglie di Bernard ma viene scoperta dal collega dell’inquisitore come partecipante ai riti magici e finisce alla fine sul rogo insieme al suo amante che lei stessa accusa davanti ai magistrati.
NOTE
Inquisición è il debutto alla regia di Jacinto Molina, che si riserva il ruolo del protagonista, il perfido inquisitore Bernard de Fossey, che verso la fine del 1600 dà la caccia alle streghe in un paesino della campagna francese coadiuvato da una squadra di magistrati torturatori. Il piccolo drappello di inquisitori viaggia da una località all’altra, vede passare processioni, lebbrosi e malati di peste coperti di orride piaghe, combatte il culto del demonio e il diffondersi della stregoneria. Catherine (Giordano) è innamorata di Jean (Galiardo) ma il vecchio padre non ha ancora dato il consenso per le nozze quando il fidanzato parte per far visita a un parente e viene ucciso durante un’imboscata da alcuni manigoldi. Bernard viene ospitato a casa del padre di Catherine, sindaco del villaggio, e lì comincia la sua opera di sterminio delle donne accusate di stregoneria. Si mette in luce un perfido personaggio, orbo da un occhio, misogino al punto di accusare di patto con il diavolo le ragazze che non vogliono giacere con lui. Bernard s’innamora di Catherine, che intanto si avvicina alla stregoneria grazie a una vecchia che promette di farle conoscere il nome e il volto di chi ha ucciso il suo Jean. Tra realtà e fantasia, realismo e parti oniriche, sembra che Catherine accetti di farsi possedere dal diavolo e finisca per scendere a patti con lui. La fede nel demonio le dovrebbe servire a scoprire il colpevole della morte del fidanzato e tutto sembra vero perché crede di vedere il volto dell’inquisitore mentre paga i sicari. Catherine asseconda le voglie di Bernard ma viene scoperta dal collega dell’inquisitore come partecipante ai riti magici e finisce sul rogo insieme al suo amante che lei stessa accusa davanti ai magistrati.
Un film indeciso tra realismo e fantasia, un dramma storico – orrorifico a tinte cupe, infarcito di torture descritte nei minimi particolari e di parti erotiche abbastanza morbose. Molina dimostra tutto il suo amore per l’horror gotico italiano e per Mario Bava in particolare citando a più riprese la sua fotografia dai toni accesi, usando spesso il giallo e il rosso, ma anche foschi notturni e cupi interni. Mano ferma, nonostante sia il primo film, ottima direzione di attori, molto zoom e tanti primissimi piani, ottime panoramiche della campagna spagnola, descritta come se fosse la Francia. Ambientazione e scenografia curate nei minimi particolari fanno perdonare un eccesso di compiacimento nelle torture (capezzoli divelti, arti spezzati…) e in alcuni nudi femminili, abbastanza gratuiti (le ragazze che fanno il bagno). A un certo punto Molina sembra dar credito alla stregoneria quando presenta Catherine davanti al diavolo mentre chiede di firmare il patto satanico. Il finale rocambolesco spiega tutto come un sogno malato della ragazza, sconvolta dalla perdita del suo amore, che muore bruciata dalle fiamme del rogo come il tormentato inquisitore. Ottime le parti oniriche, sia il sogno che ricostruisce al ralenti la morte del fidanzato come le varie congreghe demoniache prima del patto satanico. Gatti neri, corvi, vecchie streghe, adoratori del demonio e danze infernali completano il clima da horror gotico.
Buona la musica spagnola, soprattutto chitarra e corde, mentre le note del piano si fanno più intense nelle parti drammatiche. Tutte le sequenze horror a base di torture sono molto realistiche, ai limiti del sadico, tra donne marchiate a fuoco, tormentate con tenaglie e attrezzi di ferro rovente per indurle a confessare. La ruota dentata che stira le articolazioni e lo strumento per schiantare le ossa sono ben ricostruiti in studio. Erotismo quanto basta, secondo tradizione italo – ispanica per una simile tipologia di film, con molti nudi femminili, non sempre giustificati.
Molina nei panni di Naschy è molto bravo a dare sostanza a una figura di magistrato innamorato, roso dai dubbi e per niente sicuro del compito che deve portare a termine. Daniela Giordano recita in spagnolo e interpreta il ruolo drammatico più convincente della sua carriera, prima donna innamorata che perde il compagno, poi perfida strega che scende a patti con il demonio e si vendica dell’inquisitore. Bellissima vestita di rosso – colore della tentazione – quando si concede al diavolo e subito dopo fa innamorare l’inquisitore. Ottima anche la sequenza del rito con Catherine nel cerchio magico che dovrebbe servire a individuare il volto di chi ha ucciso il suo uomo. Il nudo integrale della bella attrice è sapientemente nascosto da un gioco di luci e ombre, cosa che accade subito dopo anche durante l’accoppiamento con il diavolo. Parte fantastica che si unisce bene al realismo del resto della pellicola, con il bacio a Satana e il graffio sul volto che fa accogliere Catherine tra le accolite del diavolo. Terribile la sequenza che presenta una giovane ragazza sgozzata come un capretto davanti a Satana e anticipa alcune parti erotiche, prima tra Catherine e il diavolo, quindi con l’inquisitore. Altre sequenze eccessive vedono il perfido orbo tentare di violentare e quindi uccidere la sorella di Catherine, dopo la morte del padre, ma preludono anche alla sua meritata fine.
Un vero peccato che Inquisición non esca sul mercato italiano, ancora adesso si può vedere solo in castigliano, con tutti i problemi del doppiaggio iberico, altisonante e pomposo. Daniela Giordano non ottiene alcun beneficio per la futura carriera italiana, la sua interpretazione viene poco vista, se non dagli appassionati e spesso in data successiva all’uscita in sala. Interpreterà solo un altro film per il cinema e uno per la televisione.
La critica italiana omette quasi completamente di citare il film, a parte Rudy Salvagnini che nel suo Dizionario del Cinema Horror assegna tre stelle a Inquisición: “Trasgressivo in parte e convenzionale per altri versi, è un film interessante, ma non completamente riuscito. Daniela Giordano in uno dei ruoli drammatici più complessi della sua carriera se la cava bene”.
Jacinto Molina Álvarez (Madrid, 1939 – 2009), noto con lo pseudonimo di Paul Naschy, è stato attore, regista, sceneggiatore e persino sollevatore di pesi. Attore protagonista in oltre cento lavori, tra film e serie televisive. Regista di quindici film e sceneggiatore di circa quaranta pellicole. Il suo debutto alla regia è proprio Inquisición (1976) ma prosegue con molti lavori a tematica horror, condizionato dalla folgorante visione di Frankenstein e l’uomo lupo. Sono parole sue, forse proprio per questo è stato uno dei più famosi interpreti del ruolo del licantropo, a partire dal 1968. Un passato giovanile da sportivo di altissimo livello, campione di sollevamento pesi, attore noto con lo pseudonimo di Paul Naschy, ispirato al nome del collega atleta Imre Nagy, come interprete di ruoli da classico cattivo nel cinema del terrore. Medaglia d’oro al merito nel 2001 per la carriera nel campo dello spettacolo, consegnata da Juan Carlos I. Tra i suoi lavori – reperibili in spagnolo – ricordiamo El huerto del francés (1978), El caminante (1979), El ritorno del hombre lobo (1981), El carneval de las bestias (1980), La bestia y la espada magica (1983), Latidos de panico (1983), Operacion mantis (1984), El aulido del diablo (1987).