Per gli amanti dell’horror e soprattutto dello splatter Buio Omega (1979) è il miglior film di Joe D’Amato.
Aristide Massaccesi cura regia e fotografia. Cast tecnico: Giacomo Guerrini (soggetto), Ottavio Fabbri (sceneggiatura), Ornella Micheli (montaggio), Ennio Michettoni (scenografie). Produce D.R. per Comunicazioni di Massa. Distribuisce Eurocopfilms. La musica suggestiva è dei Goblin, freschi del successo di Profondo Rosso. Interpreti: Kieran Canter (Francesco), Franca Stoppi (Iris), Cinzia Monreale (Anna e Teodora), Sam Modesto (Cossutto), Anna Cardini, Lucia D’Elia, Simonetta Allodi, Klaus Rainer, Edmondo Vallini, Mario Pezzin e Walter Tribus. Il film viene rieditato nel 1987 con il nuovo titolo: In quella casa… Buio omega, ma la pellicola non subisce cambiamenti di sorta.
La storia è piuttosto articolata e merita di essere riassunta in modo particolareggiato. Il soggetto di Giacomo Guerrini è ben sceneggiato da Ottavio Fabbri, che ne ricava qualcosa di più di un semplice remake del suo vecchio film Il terzo occhio. C’è più tensione, l’azione è calata in una scenografia così malsana e disturbante che si riconosce la mano di Massaccesi.
L’azione si svolge in Austria. Francesco è un giovane ricco orfano di padre e madre (morti in un incidente d’auto), non ha bisogno di lavorare e per hobby fa l’imbalsamatore. Iris è la governate e vorrebbe sposarlo per diventare padrona di tutto. La figura della governante è molto ben tratteggiata da Franca Stoppi che recita una parte perfetta da donna diabolica, alternando espressioni da megera a finta dolcezza. Nelle prime scene vediamo Iris che paga una strega per fare una fattura contro Anna, la fidanzata del ragazzo, per farla morire. Notiamo riferimenti ai riti vudu con bambolotti e spilloni, forse un ricordo del periodo dominicano. Dopo alcune scene di romanticismo esasperato con Anna che mormora: “Voglio essere tua prima di morire” e lui risponde: “Neanche la morte ci separerà”, la fidanzata muore. Francesco è distrutto dal dolore, il suo carattere si modifica, quindi decide di imbalsamare il corpo di Anna e di tenerla per sempre accanto. L’impiegato delle pompe funebri lo vede armeggiare con siringhe e liquidi sul corpo del cadavere, si improvvisa detective e alla fine manda all’aria i piani.
Sono di notevole effetto horror le scene che vedono Francesco riesumare il corpo di Anna e imbalsamarlo: l’imbalsamazione è così realistica da sembrare vera. Pare che fosse carne di animale, interiora comprate in un macello e un cuore di pecora… Se si vuol trovare un difetto, va ricercato nella parte tra il cimitero e l’imbalsamazione, priva di velocità e tensione. D’Amato si lascia prendere la mano dai particolari, mentre un montaggio più sbrigativo avrebbe fatto guadagnare ritmo. Anche l’incontro con l’autostoppista, la gomma forata, la polizia che si ferma e lo lascia passare sono passaggi forzati. Quando Francesco si mette al lavoro per imbalsamare il cadavere invece si toccano i limiti massimi del gore e gli appassionati fanno salti di gioia davanti al cadavere nudo di Cinzia Monreale steso sul tavolo e sezionato con cura. Vediamo Francesco intento a togliere tutti gli organi interni, il sangue lo aspira dalle orbite degli occhi private con cura delle pupille, poi estrae cervello, cuore e intestino. Resta mitica la scena del morso al cuore di Anna, una sorta di retaggio cannibalico per avere sempre con sé la parte più importante della donna amata. Francesco getta le interiora in un secchio di lamiera. La scena è dura ma lo diventa ancor più quando l’autostoppista (che nel frattempo si era addormentata sul camioncino) entra nella stanza e comincia a gridare terrorizzata. Presa dalla paura si getta su Francesco e comincia a graffiarlo, lasciando sul suo corpo segni profondi. Per tutta risposta il ragazzo, in un attacco di follia, la afferra e le strappa le unghie una per una con due grosse tenaglie. Infine la soffoca e la mette nel camioncino. La perfida Iris ha visto tutto e lo aiuta a completare l’opera, assecondando la follia di Francesco (mette persino lo smalto sulle unghie della fidanzata morta). Sa che così facendo lo avrà in pugno. Mentre vediamo le prime investigazioni del detective – impiegato delle pompe funebri, si apre una parte ancora più indigesta con Iris e Francesco che fanno a pezzi l’autostoppista a colpi di mannaia. Trionfo di splatter e gore: il sangue esce a schizzi e bagna il volto diabolico della governante che abbatte colpi decisi sul corpo della ragazza. La scena è molto macabra, ma non è finita qui: i singoli pezzi della sventurata vengono gettati nella vasca del bagno piena di acido. Alla fine fa tutto Iris e raccoglie persino i resti del corpo e del sangue con una paletta. Francesco è colto da malore mentre la vasca ribolle di esalazioni cadaveriche. Finale con il brivido: lo scheletro scarnificato della ragazza esce fuori dall’acido all’improvviso. I due complici seppelliscono i resti in giardino.
Una scena particolarmente disgustosa è la successiva, quando Iris propina a Francesco una sbobba di colore verdastro. Lei mangia quella cosa abominevole sporcandosi il volto, Francesco vomita ancora e Iris per consolarlo lo masturba.
La scena cambia totalmente, diventa tranquillizzante. Francesco, come se nulla fosse, fa del footing e incontra una ragazza che si è infortunata. La conduce a casa e si sente attratto da lei. Poi la follia ha il sopravvento. Vuole possederla, però come se fosse la sua Anna e la porta nel letto accanto al corpo della fidanzata imbalsamata. Quando la ragazza si accorge della macabra situazione si mette a gridare terrorizzata. Francesco la uccide azzannandola al collo e dando vita a una nuova scena splatter. Accorre Iris e come sempre protegge il ragazzo aiutandolo a sbarazzarsi del corpo assassinato. I due complici gettano la ragazza nel forno e soltanto allora si accorgono che è ancora viva. La ragazza muore bruciata viva tra atroci tormenti. A questo punto Iris vorrebbe che Francesco si liberasse anche del corpo di Anna e che si sposasse con lei. Francesco le dice che la sposerà e che sarà la padrona di tutto, ma Anna starà sempre insieme a lui. Iris acconsente. Le basta diventare sua moglie, il suo scopo è quello di ereditare tutto. Intanto la polizia indaga sulla scomparsa della ragazza e durante la perquisizione una scarpa da tennis dimenticata potrebbe tradire i due, ma Iris provvede. Da segnalare anche una turpe festa di fidanzamento con una famiglia mostruosa che mangia maiale e altre prelibatezze, mentre Francesco dà segni sempre più visibili di pazzia. Il gruppo festeggia ma lui va dalla sua Anna e le mormora: “Staremo sempre insieme”. Ci sono accenni di necrofilia evidenti in gran parte del film e questo è uno dei più decisi, anche se Francesco non è tanto attratto dal cadavere quanto dal ricordo della fidanzata. Intanto il detective improvvisato approfitta di un momento di ubriachezza di Iris e continua le indagini. Ci sono dei bei momenti di tensione in questa parte, sempre sottolineate dalle musiche perfette dei Goblin. Alla fine delle ricerche trova il corpo di Anna che esce da un armadio e lo fotografa. Subito dopo notiamo una bella parte romantica. Iris chiama Anna “stupido pupazzo” e deve subire la reazione di Francesco che la picchia di brutto e le intima di andarsene. “Te ne pentirai”, fa lei tra i denti. Francesco ha occhi e cuore solo per la sua Anna, la bacia, le giura amore eterno. Queste parti si intersecano bene con lo splatter e il gore esibito senza remore e non sono mai eccessive. Anzi, conferiscono spessore al film e caratterizzano i personaggi, che non sono macchiette fumettistiche.
Francesco esce e finisce in un locale (la classica discoteca anni Settanta-Ottanta dove tutti ballano cose come La febbre del sabato sera) rimorchia un’altra ragazza che si salva la vita solo grazie a Teodora, la sorella di Anna. Francesco quando la vede è sconvolto perché è identica ad Anna (la parte di Teodora è interpretata sempre da Cinzia Monreale). Non aveva mai visto Teodora, che non era neppure al funerale perché studiava in un lontano collegio (una parte un po’ debole della sceneggiatura ma l’effetto sorpresa ci voleva…). Francesco è in grande agitazione. Crede che sia Anna. Iris fa sedere l’ospite, poi spenge la luce e tenta di assassinarla. “Non dovevi venire qui, questa casa è maledetta…”, dice. Una parte horror davvero notevole e la tensione è palpabile. D’Amato dà prova di grande abilità registica. Entra in scena anche Francesco che tenta di aiutare Teodora. Iris e Francesco si massacrano a vicenda a colpi di coltello, ci sono occhi strappati e carni dilaniate in un trionfo di splatter senza limiti. Iris muore e Francesco ne ha per poco ma riesce a portare via Teodora da quella stanza.
Un bel finale a sorpresa, che se non avete visto il film e lo volete gustare fino in fondo, vi consiglio di non leggere.
Arriva il detective e vede il massacro di Iris con il coltellaccio piantato nel petto, nell’altra stanza Francesco sta bruciando una vittima e subito dopo muore accanto al corpo senza vita di Anna (o di Teodora?). “Staremo sempre insieme”, le aveva detto. Il finale è ancora una volta romantico. Il detective è convinto che il corpo bruciato sia quello di una donna qualsiasi e si porta via il corpo che crede il cadavere di Anna. Soltanto nell’ultima sequenza si scopre che Francesco ha bruciato Anna e ha salvato Teodora. La sorella gemella esce di soprassalto dalla bara mentre i funzionari delle pompe funebri la stanno chiudendo. Forse Francesco ha creduto che Anna fosse risorta per tornare da lui e ha ritenuto inutile tenere un corpo imbalsamato.
Buio omega è davvero un ottimo film horror che consigliamo non soltanto a chi ama gli eccessi splatter. Non sono l’unico pregio del film. Tra questa pellicola e molti prodotti ibridi e informi, persino lavori statunitensi come La casa, c’è una differenza fatta di soggetto, di sceneggiatura e di caratterizzazione dei personaggi. Non vedrete un fumetto schizzasangue con Buio omega ma un vero film.
Da segnalare il flop al momento della sua uscita, forse era troppo duro ed eccessivo per il periodo storico, ma il film viene rivalutato sul finire degli anni Ottanta da fanzine e appassionati. Ecco il motivo della riedizione dal titolo In quella casa… Buio omega, prima in VHS Lamberto Forni, oggi in DVD.
(5 – continua)