FANTASCIENZA STORY 84

L’EPOPEA DELLE SCIMMIE (1967) – PARTE 01

Nel 1967 appare una pellicola destinata a rimanere negli annali della cinematografia di fantascienza come una delle più efficaci e meglio realizzate, un’altra tappa obbligatoria che è necessario esaminare dettagliatamente nel corso di questa “storia”. Il pianeta delle scimmie, tratto dall’omonimo romanzo di Pierre Boulle (1912 – 1994) conoscerà poi un’altra edizione, dopo quattro sequel, un serial e un serial d’animazione nel 2000, ad opera del geniale Tim Burton il quale non commetterà il banale errore di farne un remake, ma imposterà una storia abbastanza diversa. Tutto però non finirà qui perché i nostri quadrumani intelligenti ritorneranno in una storia alternativa il cui primo titolo sarà L’Alba del Pianeta delle Scimmie del 2011 e, nel 2014, Apes Revolution – Il Pianeta delle Scimmie.

In questa edizione, invece, il romanzo di Boulle è stato portato sullo schermo in maniera abbastanza libera e fu giudicato in maniera positiva dalla critica, ma, stranamente, non da quella specializzata, però il film di Franklin J. Schaffner (1920 – 1989) ha avuto senza alcun dubbio il merito di far conoscere al grande pubblico una fantascienza diversa, più matura e, perché no?, più impegnata con tutto il vantaggio per il genere il quale comincia a poco a poco a uscire dal ghetto nel quale era stata relegato dai recensori ufficiali. Un altro particolare che ha giocato a favore del film fu l’esordio, nel campo della science fiction cinematografica, di un importante attore: Charlton Heston (1928 – 2008) che così può essere definito “il Richard Carlson degli anni Sessanta”, con in più il grande vantaggio di possedere una popolarità già da tempo acquisita ben prima di girare questo film. Per Heston non sarà che l’inizio di una serie d’interpretazioni fantascientifiche tutte estremamente felici e in pellicole di dignitoso livello.

Arthur P.  Jacobs (1922 – 1973), il produttore, si farà purtroppo prendere la mano dal successo commerciale e sfornerà, come abbiamo detto, uno dopo l’altro, quattro sequel, un serial televisivo e dei cartoni animati. La portata di questo successo può essere anche testimoniata da una serie di pocket che presentavano in forma di romanzi gli sceneggiati TV e da una serie di albi a fumetti sui medesimi personaggi.

IL PIANETA DELLE SCIMMIE (The Planet of the Apes)

Un’astronave sta solcando lo spazio con a bordo tre uomini e una donna: tre dei membri dell’equipaggio sono stati sottoposti all’ibernazione, solo il comandante George Taylor (Charlton Heston) è ancora sveglio e sta dettando gli ultimi commenti al registratore di bordo collegato con la radio della nave spaziale.

Taylor: “…ora la navigazione è totalmente automatica: siamo nelle mani dei calcolatori… ho sprofondato gli altri in un lungo sonno in cui li raggiungerò presto. Fra meno di un’ora saranno sei mesi che abbiamo lasciato Cape Kennedy, sei mesi nei profondi spazi! Questo secondo il nostro tempo… Secondo la teoria del tempo del professor Einstein, dato che viaggiamo quasi alla velocità della luce, la Terra è invecchiata di quasi settecento anni da quando siamo partiti… Certo che se la teoria è esatta gli uomini che ci hanno spediti quassù sono morti e sepolti da un pezzo… voi che mi state ascoltando ora siete una razza diversa… e spero che sia migliore… Io lascio un secolo senza alcun rimpianto… Ah, un’altra cosa, sempre che qualcuno mi ascolti… non è niente di scientifico… è… puramente personale: visto da qui tutto sembra così diverso, il tempo, lo spazio, qui perdono di significato, l’individualità è annientata, io… mi sento solo… Ecco tutto… Però, ditemi… l’uomo, quella meraviglia dell’universo, l’ineffabile paradosso che ha spedito me fra le stelle, fa ancora la guerra con i suoi fratelli? Lascia morire di fame i figli del suo vicino?

Con queste parole, e  dopo aver dato un’occhiata ai suoi compagni dormienti, Taylor si sdraia sulla sua cuccetta e scivola nel “lungo sonno”…

Gli astronauti si svegliano quando la loro nave spaziale penetra negli strati alti dell’atmosfera di un pianeta. La discesa è rapida e l’impatto è violento e per di più i tre si accorgono che qualcosa non ha funzionato nella teca che contiene la ragazza, Stuart. Essa è diventata una mummia incartapecorita (in realtà si tratta di una donna anziana abilmente truccata). L’astronave è precipitata in un lago e l’acqua comincia a entrare a flotti nella cabina. I tre fanno appena in tempo ad accertarsi della respirabilità dell’aria del nuovo mondo che sono costretti, con un canotto, a lasciare la nave spaziale che s’inabissa.

Mentre fiancheggiano le coste di quello che sembra un canyon, Taylor informa il suo equipaggio che si trovano a circa trecentoventi anni luce dalla Terra, su un pianeta che orbita attorno a una stella della costellazione di Orione. I tre approdano su una costa rocciosa e uno di loro chiede a Taylor cosa potrebbe essere accaduto alla Stuart. L’astronauta gli risponde laconicamente:

Una fuga d’aria. E’ morta nel sonno un anno fa.

Secondo il contatore dell’astronave sono passati 2031 anni. I viveri a loro disposizione dureranno ancora tre giorni e i naufraghi, faticosamente, si mettono in marcia verso l’interno. Un paesaggio roccioso e desolato li accoglie nella sua monotonia.

Durante il tragitto, prima sotto un sole cocente, poi avvolti da lampi e da un cielo senza lune, gli astronauti scoprono la prima traccia di vita in una piccola pianta e s’incamminano speranzosi verso l’interno. Giungono così nei pressi di un gruppo roccioso e non si rendono conto che, proprio dall’alto di quelle rupi, degli ominidi o quantomeno dei bipedi, osservano le loro mosse. Poi uno degli astronauti, Dodge (Jeff Burton, 1924 – 1988), osserva l’alto di un costone e scorge degli strani oggetti che formano una specie di barriera davanti a una stretta apertura. Una volta avvicinatisi i tre scoprono che si tratta di qualcosa di molto simile  a degli spaventapasseri quindi, penetrati nella gola, si trovano davanti dapprima a una rigogliosa vegetazione e poi a un lago. Esausti si tolgono gli abiti e li abbandonano imprudentemente assieme all’attrezzatura sulla riva allo scopo di farsi un bagno ristoratore.

Dalla riva qualcuno o qualcosa preleva i loro vestiti e sparge per ogni dove il contenuto della loro strumentazione e quando i tre se ne accorgono è troppo tardi, per cui non resta loro che seguire le evidenti tracce dei ladri in mezzo al fogliame. Sbucano così in una radura dove, finalmente, si trovano davanti ai ladri del loro materiale: sono uomini e donne vestiti di pelli e in tutto e per tutto simili agli esseri umani. Si cibano dei frutti sugli alberi e, almeno a quanto sembra, sono muti.

Taylor: “Procuriamo di essere ottimisti, Landon, guarda il lato più roseo: se questo è il meglio della popolazione entro sei mesi noi qui saremo al governo…

All’improvviso qualcosa d’inavvertibile, per i tre astronauti, mette in fuga i nativi; poi, annunciati da un suono di corno, altri esseri avanzano per compiere quella che appare subito essere un’indubbia battuta di caccia. L’erba alta nasconde l’aspetto degli aggressori ma Taylor si trova davanti a uno di loro a cavallo e si accorge con stupore che si tratta di una scimmia che indossa abiti e parla con estrema naturalezza tutta umana. Dodge viene colpito alla testa da una fucilata, Taylor, dopo una lunga fuga, resta colpito di striscio al collo e precipita da una sporgenza nel lago dove viene prontamente recuperato da un gorilla.

Semisvenuto, viene messo in una gabbia assieme agli altri primitivi, ma egli stesso indossa quello che resta dei suoi calzoni e sono ridotti in modo tale che sembrano stracci qualunque. I suoi occhi appannati scorgono scene incredibili e allucinanti: un gruppo di scimmie ritto sopra degli uomini abbattuti e che sorridono a un fotografo, ovviamente scimmia pure lui e che sta immortalando le prede e i cacciatori… rovato dalla ferita Taylor sviene.

Quando l’astronauta riprende i sensi la scena che si presenta ai suoi occhi è, se possibile, ancora più allucinante: si trova sdraiato su una lastra di marmo e, di fronte a lui, due scimpanzé stanno discutendo a voce alta su un problema di avanzamento di carriera. Uno dei due, Galeno (Wright King), sta animatamente protestando perché il secondo, “la dottoressa Zira”, si è “piazzata” ottenendo apparecchiature e strumenti mentre lui è rimasto al rango di veterinario.

Poi Taylor viene messo in una gabbia isolata, Zira (Kim Hunter, 1922 – 2002) s’interessa molto a lui e lo ha chiamato “Occhi Vivi” per la continua espressività quasi parlante del suo sguardo: Taylor, infatti, a causa della ferita al collo, non è ancora in grado di parlare. Contemporaneamente l’astronauta riceve la visita del “Custode della Scienza e della Religione”, il Professor Zaius (Maurice Evans, 1901 – 1989). La parte era stata pensata per Edward G. Robinson e, anzi, erano già state provate delle truccature adatte al suo viso e anche realizzate delle sequenze di prova fra lui e Charlton Heston, ma all’atto del “si gira” l’attore non solo non era più disponibile, ma non se la sentiva di sottoporsi a una truccatura così pesante..

Zaius dà una rapida occhiata alle “qualità strabilianti” di Taylor e le definisce molto sbrigativamente il frutto di una capacità mimica accentuata e se ne va ostentando completo disinteresse.

Zaius: “L’uomo non ha nessuna facoltà di comprensione. Gli si può insegnare qualche semplice esercizio, niente di più!

Zira: “Mi dispiace di non essere d’accordo, secondo i miei esperimenti…

Zaius: “Dottoressa! Lei è molto giovane, la neurochirurgia sperimentale su questi animali è una cosa e ne riconosco pienamente la validità, ma opinare che noi possiamo apprendere qualche cosa sulla natura delle scimmie dallo studio dell’uomo è un’assurdità! Inoltre l’uomo è dannoso: quando non riesce a trovare il suo sostentamento nella foresta si riunisce in branchi e invade le nostre campagne e devasta le nostre culture. Più presto l’uomo sarà sterminato e meglio sarà… è un problema di sopravvivenza per le scimmie!

Ma Zira non ha alcuna intenzione di tralasciare i suoi studi e introduce nella gabbia di Taylor una ragazza che egli, in seguito, chiamerà Nova (Linda Harrison).

Poco tempo dopo Taylor viene condotto, assieme ad altri esemplari in una grande gabbia all’aperto. Lì Zira incontra il suo fidanzato, Cornelius, (Roddy McDowall, 1928 – 1998): questi è un archeologo in contrasto con le credenze scientifiche e religiose del periodo e sta preparando una spedizione proprio per dimostrare le sue teorie. Zaius li raggiunge e avverte Cornelius di stare attento a quello che sta facendo. Nello stesso momento Taylor sta cercando di scrivere sul terreno alcune parole, ma uno dei primitivi tenta di cancellarle: si accende così una lotta feroce all’interno del grande recinto. L’astronauta viene trascinato fuori e rimesso nella sua gabbia mentre Zaius nota i segni per terra, ma li cancella con il suo bastone.

Intanto, davanti alla gabbia, Zira sta parlando a Taylor e questi, con un gesto improvviso, le strappa di mano notes e matita. Julius (Buck Kartalian), il guardiano, lo picchia e restituisce il tutto a Zira la quale, con stupore, trova scritte sul notes le seguenti parole: “Io mi chiamo Taylor”.

Zira: “(rivolta al guardiano)  Prendimi un collare e un guinzaglio. Lo porto via di qui.

Julius: “E’ cattivo, dottoressa, ed è contro i regolamenti!

Zira: “Fa quello che ti dico! …Tu non mi farai del male, vero… Taylor?

L’astronauta, sorridendo, fa cenno di no con la testa. Zira porta Taylor dal fidanzato.

Cornelius: “Ma… gli uomini non possono scrivere!”

Zira: “Caro, tu sei uno scienziato, non credi neanche ai tuoi occhi?

Cornelius: “Dove hai imparato a fare questo? (Taylor risponde scrivendo) <Scuola Jefferson… di Fort Wayne… nell’Indiana…> In quel pianeta da dove dici di essere venuto? (Ride) Può darsi che sia intelligente, però è anche pazzo!

Zira: “Cornelius, Cornelius, ti prego! (Legge un messaggio di Taylor) <Dodge fu ucciso nella caccia… che ne è stato di Landon?> …Uhm… non lo so.”

Cornelius: “Caduti dal cielo insieme a te?

Zira: “<Non caduti, volati…>

Cornelius: “Ah, è scientificamente inammissibile…

Zira: “E anche se non lo fosse, perché? A che ci porterebbe? …<Avete carte geografiche?>”

Cornelius: “(indicando la carta del territorio)  Noi siamo qui. Tu fosti catturato qui.

Zira: “Cadesti nell’acqua qui? Andaste a riva… camminaste attraverso i deserti… le campagne… per molti giorni e notti e raggiungeste la giungla?

Cornelius: “Assolutamente impossibile!

Zira: “Cornelius, ma perché insisti a provocarlo?

Cornelius: “Nessuno può sopravvivere nella zona proibita. Lo so, ci sono stato, l’ho vista…

Zira: “<E allora come spiega che io esista?>.

Cornelius: “Non me lo spiego e non cercherò di spiegarmelo!

Zira: “Ma… ma allora la tua teoria, Cornelius? La presenza di uno come Taylor potrebbe provarla…

Cornelius: “Zira, vuoi che mi faccia tagliare la testa?

Zira: “Non essere sciocco: se è giusta l’accetteranno per forza.

Cornelius: “(ride ironicamente) Non è vero.

Taylor, a gesti, chiede a Zira di quale teoria si tratti.

Zira: “Oh… Cornelius ha compiuto degli studi attraverso dei fossili…

Cornelius: “Ma… ma… ma… ma, forse, è sbagliata…

Zira: “…e ha elaborato una teoria: che la scimmia è l’evoluzione di una specie inferiore di primati, probabilmente l’uomo. Nel suo viaggio nella zona proibita Cornelius ha scoperto tracce di una civiltà molto più antica della nostra…

Cornelius: “Ma le prove erano molto scarse…

Zira: “Tu le ritenevi sufficienti.

Cornelius: “Sì, ma prima che Zaius e mezza Accademia trovassero eretica la mia teoria.

Zira: “Uhm… come può essere eretica una verità scientifica? E se Taylor fosse esattamente la prova che ti occorreva? Una mutazione, l’anello mancante fra i primati non evoluti e la scimmia…

Taylor picchia sul tavolo per richiamare l’attenzione e porge un foglio a Zira.

Cornelius: “Suscettibile, eh?

Zira: “<Io non sono l’anello mancante.>”

Cornelius: “Beh, se lo fosse davvero le Sacre Pergamene sarebbero tutte una favola.

Zira: “Beh, può darsi che lo siano.

Cornelius: “ (sghignazzando) No, grazie, non mi ci metto in certe battaglie, io.

Zira: “Cornelius, sii scimmia!

Cornelius: “Zira, noi abbiamo davanti un bell’avvenire: il matrimonio, brillantissima carriera, sto per avere un aumento…

La loro conversazione viene interrotta dall’arrivo di Zaius che fa ricondurre Taylor nella sua gabbia.

Il giorno dopo l’astronauta scopre, dai discorsi dei suoi guardiani, che stanno per venirlo a prendere per castrarlo: è un ordine del professor Zaius. Tutte le successive sequenze della fuga di Taylor dal recinto sono realizzate con un ritmo incalzante: dopo aver abbattuto i guardiani, l’astronauta corre attraverso le vie della città delle scimmie e penetra in una specie di museo dove vede parecchi uomini imbalsamati. Tra essi c’è Dodge: uno sparo risuona in quel momento e un proiettile gli sfiora la testa andando a conficcarsi sulla parete (a questo proposito abbiano notato un leggero ma percettibile movimento della testa “dell’imbalsamato” Dodge). La fuga riprende e lo porta in un tempio dove si sta svolgendo una celebrazione  funebre.

Sacerdote: “Piangete, se volete, ma non compiangetelo: è tornato a vivere. Sì, egli ha trovato la pace dei cieli. È stato un esempio per tutti noi, un gorilla da ricordare: cacciatore, guerriero, difensore della fede, marito adorabile, padre esemplare, padrone generoso… sì, era un modello di scimmiesche virtù.

Ma l’avventura di Taylor ha presto termine: bersagliato da sassi, imprigionato nelle reti, mentre lo sollevano dal suolo l’astronauta, finalmente, riesce a parlare.

Taylor: “Toglimi quelle zampacce di dosso, maledetto, sporco gorilla!

La folla tace, ammutolita.

Taylor viene ricondotto nella sua cella, Nova è con lui ma, improvvisamente, la porta della gabbia si apre e un gorilla preleva la ragazza mentre l’altro tiene lontano l’astronauta con un potente getto d’acqua.

Alcuni giorni dopo Taylor viene condotto davanti a un tribunale, alla presenza di Zaius e di altri eminenti esponenti del mondo scimmiesco. Anche Zira e Cornelius fanno parte dei convocati. Inizialmente il processo tende alla identificazione di Taylor, chi egli sia, ma questa impostazione non viene accettata e anzi l’astronauta che aveva cercato di parlare, viene ridotto al silenzio. Si fa avanti  il Dottor Honorius (James Daly, 1918 – 1978), vice ministro della giustizia.

Honorius: “Dotti giudici, il mio compito è facile, si basa sul nostro primo articolo della Fede: “L’Onnipotente creo la scimmia a Sua immagine e somiglianza, le dette un’anima e una mente e la volle separata dalle bestie della foresta e la fece padrona del pianeta”. Sacre Verità che sono di per sé manifeste. Lo studio che si addice alle scimmie è quello della scimmia, ma alcuni giovani cinici hanno scelto lo studio dell’uomo. Sì, scienziati perversi che abbracciano l’insidiosa teoria chiamata evoluzione…

Presidente: “Veniamo al punto, Dottor Honorius.

Honorius: “L’accusa qui sostiene che la dottoressa Zira e un corrotto chirurgo di nome Galeno hanno fatto esperimenti su questa bestia ferita, alterandone i tessuti del cervello e della gola per produrre un mostro parlante.

Zira: “E’ una menzogna!

Presidente: “Moderi i termini, dottoressa!

Zira: “E noi avremmo creato anche la sua mente? Non solo quest’uomo può parlare, ma può pensare, può ragionare…

Honorius: “Questo può ragionare? Col permesso del tribunale vorrei demolire questa facezia con un interrogatorio diretto.

Presidente: “Proceda, dottore, ma non trasformiamo questa udienza in una farsa.

Honorius: “Occhi Vivi, spiega alla corte il senso del secondo articolo della Fede.

Taylor: “Non so niente della vostra religione io, questo lo ammetto…

Honorius: “Certo, non sa niente della nostra religione perché non può capirla. Vuoi dirci perché tutte le scimmie furono create uguali?

Taylor: “Certe scimmie sembrano più scimmie delle altre.

Honorius: “E’ ridicolo. Vuoi dirci, Occhi Vivi, perché voi uomini non avete un’anima? Qual è la prova che una  Scintilla Divina illumina il cervello scimmiesco, eh?

Taylor porge a Cornelius un foglio pregandolo di leggerlo per lui, Cornelius esegue e comincia a leggere, dopo aver chiesto il permesso alla Corte.

Cornelius: “Io sono… venuto da un pianeta di un  sistema solare diverso, sono un esploratore dello spazio…

La lettura viene subito interrotta e il presidente del tribunale chiede che gli venga consegnato il foglio: egli trova assurdo ciò che vi è scritto, ma acconsente di esaminare i “bipedi” che sono stati catturati assieme a Taylor, alla ricerca del compagno dell’astronauta, Landon (Robert Gunner, 1931 – 2001),  ancora disperso.

Il gruppo si porta nei pressi di un piccolo anfiteatro e Zaius indica a Taylor gli uomini chiedendogli di riconoscere il suo amico. L’astronauta lo vede, ma quando gli si avvicina osserva inorridito il suo sguardo assente e la cicatrice sul cranio.

Taylor: “Cosa gli avete fatto? Voi lo sapevate?

Zira: “No… io… io lo giuro: non avevo mai veduto quell’uomo…

Taylor. “(rivolto a Zaius)  Sei stato tu! Gli hai strappato il cervello, maledetto babbuino!

L’astronauta si slancia verso Zaius, ma la sua corsa viene frenata dalle solite reti e Taylor viene riportato, di forza, nell’aula del tribunale.

Zaius: “Signor Presidente, una parola di spiegazione: quell’esemplare umano che avete visto fuori aveva subito una frattura del cranio nel corso della caccia: due valenti chirurghi veterinari, sotto la mia direzione, sono riusciti a salvargli la vita, ma quella bestia non aveva il dono della parola e non l’avrà mai, naturalmente.

Taylor: “Ci hai pensato tu, maledetto, gli hai tolto la memoria, gli hai tolto l’intelligenza ed è quello che vuoi fare a me!

Presidente: “Cancellieri, imbavagliatelo!

Cornelius interviene esponendo l’ipotesi che Taylor possa provenire dalla zona proibita dove lui stesso ha trovato le tracce di un’altra razza. Per il tribunale, naturalmente, si tratta di un’eresia.

Zira: “Signori, le nostre teorie hanno un peso sulla sua identità.

Presidente: “E come?

Zira: “Beh, vogliamo supporre, come ci detterebbe la ragione comune, che la storia del prigioniero sia falsa, ma se egli non è arrivato qui da un altro pianeta allora è certamente scaturito dal nostro… sì, da questo! E come veterinaria psicologa io non ho trovato nessuna minorazione fisiologica che ci spieghi il perché gli uomini siano muti… i loro organi della parola sono perfetti, il difetto quindi non è anatomico ma psicologico!

Il discorso di Zira è inframezzato da diversi “mi oppongo” di Honorius e “mi associo” da parte del Presidente (James Whitmore, 1921 – 2009) e degli altri due componenti la giuria. Singolare l’immagine dei tre babbuini che si coprono uno gli occhi, l’altro la bocca ed il terzo le orecchie. E’ stata inserita su suggerimento di Heston.

Zira: “Si associ a tutte le opposizioni, ma affronti la verità.

Cornelius: “Sì, guardate questa meraviglia, questo paradosso vivente, questo anello mancante della catena evolutiva…

Presidente: “Silenzio, là. Si passa il limite!

Honorius: “Sì, certo. L’accusa incrimina i dottori Zira e Cornelius per affronto a questo tribunale, per insinuazioni ed eresia scientifica.

Presidente: “Pertanto… pertanto questo tribunale esaminerà gli elementi di prova presentati dopodiché emetterà il verdetto, quanto all’incriminazione richiesta e per i provvedimenti del caso in questione. L’udienza è aggiornata!

Poco tempo dopo Taylor viene portato, legato, alla presenza di Zaius nel suo ufficio. Questi è tranquillamente seduto alla sua scrivania con un lungo sigaro in mano e ordina ai due guardiani accompagnatori di uscire. Rimasti soli si rivolge al suo prigioniero.

Zaius: “Beh, abbiamo il verdetto. Per il momento i tuoi due sviscerati amici e paladini sono liberi sotto cauzione, ma presto saranno citati in giudizio per eresia…

Taylor: “Che farete di me?

Zaius: “Oh, la tua sorte era già stata decisa. Ad ogni modo sei stato d’aiuto alla legge in quanto hai reso possibile per noi smascherare Zira e Cornelius. Ora il tribunale ti ha affidato alla mia custodia per i provvedimenti del caso. Ti rendi conto di che significa?

Taylor: “No.

Zaius: “Per cominciare la castrazione, poi la chirurgia sperimentale sui centri cerebrali della parola, dopodiché sarai più vegetale che animale. Comunque è in mio potere risparmiarti tale esperienza ed è per questo che ti ho fatto venire qui, ora. Dimmi che cosa realmente sei e da dove realmente sei venuto e nessun veterinario ti toccherà.

Taylor: “Vi ho già detto tutto a quel vostro processo…

Zaius: “Hai mentito. Dov’è la tua tribù?

Taylor: “La mia tribù… vivono in un altro pianeta, in un altro sistema solare.

Zaius: “Perfino dalle tue menzogne trapela un po’ di verità. Quella mitica comunità da dove pretendi di essere venuto… Fort Wayne…

Taylor: “Beh, cos’ha?

Zaius: “Un forte! Inconsciamente hai inventato un nome di risonanza guerriera. Dove sei stato allevato?”

Taylor: “Ma allora… lei non crede alla tesi dell’accusa secondo cui sarei un mostro creato dalla dottoressa Zira!

Zaius: “Certo che no! Aaah, tu sei una mutazione…

Taylor: “Ma è quello che sospettano Zira e Cornelius… allora è un eretico anche lei!

Zaius: “Eh? Ma certo!

Taylor: “Mettiamo che sia una mutazione, Come può l’apparire di una mutazione gettarvi tutti nel panico?

Zaius: “Non sei l’unica, c’è anche l’altra, Landon…

Taylor: “Ah, allora ammette…

Zaius: “Ammetto che se c’è una mutazione probabilmente ce n’è un’altra, e un’ altra, e un’altra… tutta una covata. Dov’è questo covo, Taylor? Dove sono le vostre donne?

Taylor: “Ah, grazie, grazie per avermi chiamato Taylor… Professore… io chi sono lo so… ma voi chi siete? Come diavolo ha potuto avere inizio questa civiltà alla rovescia?

Zaius: “Hai ragione a chiamarla civiltà alla rovescia dato che voi ne occupate il livello più basso e meritatamente. Il nostro deserto orientale non è mai stato esplorato perché abbiamo sempre ritenuto che non potesse esistere vita, là. Taylor, salvati! Dimmi: esiste forse un’altra giungla oltre la zona proibita?

Taylor: “Non lo so.

Zaius:” Se cerchi di proteggere gli altri della tua specie bada che ti costerà la ragione.

Taylor: “Io non proteggo nessuno. Tutto questo è una pazzia, ma che cosa ho fatto?

Zaius: “Tu sei una minaccia, una peste ambulante! Io non so altro. Ti do sei ore di tempo per rendere una piena confessione, dopodiché mi gioverò della chirurgia per ottenerla. Guardiani!

Taylor: “Va bene, può anche farmi a pezzi, ne ha il potere…

Zaius: “Riportate questo animale nella sua gabbia!

Taylor: “…Ma non lo faccia in omaggio alla paura, se lo ricordi… Perché lei ha paura di me… di che cosa ha paura, professore?

Taylor viene trascinato via e rimesso in gabbia. Il suo destino sta per compiersi. Un giovane scimpanzé di nome Lucius (Lou Wagner) si presenta a Julius il guardiano dicendogli che Taylor deve essere trasferito allo zoo. Gli mostra un permesso falso e lo tramortisce con un bastone e con l’aiuto di Taylor, quindi gli apre la gabbia: è il nipote di Zira che aiuta l’astronauta a fuggire dal recinto e questi vuole portare la sua donna con sé. Raggiunti Zira e Cornelius, Taylor s’introduce in una gabbia trainata da un cavallo e, in questo modo, essi riescono a uscire dalla città. Giunti a una rispettosa distanza i due aprono la gabbia e fanno uscire Taylor e Nova. Sta sorgendo l’alba e i due studiosi vogliono tornare nella zona degli scavi fatti in precedenza da Cornelius per poter provare così la loro teoria. Taylor e Nova vanno con loro.

Il viaggio comincia. Dopo tre giorni e tre notti di marcia attraverso il deserto il gruppo raggiunge la meta ma, mentre sta per entrare nella caverna dove sono stati trovati i reperti, vedono avanzare un gruppo di cavalieri con in testa Zaius.

Dopo una breve sparatoria, subito sedata da Taylor che riesce a catturare Zaius, tutti quanti entrano nella caverna mentre Lucius, armato di fucile, resta fuori a sorvegliare i gorilla che circondano la zona. Dopo una vivace discussione, Zaius accetta di ascoltare Cornelius.

Zaius: “Vediamo questi tuoi tesori, Cornelius.”

Cornelius: “Fu a questo livello che io scoprii le tracce di una remota creatura scimmiesca vissuta a uno stadio di primitiva barbarie e che risaliva… ad almeno milletrecento anni fa, professore… Fu a questo livello che io scoprii taglienti punte e frecce di quarzo e le ossa fossilizzate di gorilla carnivori… I prodotti lavorati che vedete qui furono trovati a questo livello: sono ancora più vecchi di settecento anni… e qui è il paradosso: perché la civiltà più antica è la più progredita. Ora, ammetto che gran parte di questi oggetti non sono identificabili, ma è certo che furono lavorati da esseri esperti nella metallurgia. Certo, il fatto che molti di questi oggetti ci siano sconosciuti implica una civiltà, diciamo così, pari alla nostra. Parte di queste prove sono incontestabili..

Zaius: “Non parlare per assoluto con me. Le tue prove sono contestabili!

Cornelius: “Le chiedo scusa, professore.

Zaius: “Per cominciare il tuo metodo di datare il passato è, a dir poco, rozzo. Ci sono geologi del mio gruppo che riderebbero delle tue speculazioni!

Zira: “Ma c’è una bambola, professore!

Cornelius: “Ah, beh, eccola qui… una bambola umana.

Zaius: “E questo che prova? Anche la mia nipotina gioca con bambole umane.

Cornelius: “La bambola fu rinvenuta vicino alla mandibola di un uomo, nessuna traccia di fossile scimmiesco è stata trovata a questo livello.

Zaius: “Le tue conclusioni sono premature. Hai dimenticato le Pergamene? Tredicesima Pergamena: …e Proteo condusse la Bestia Bipede nel suo giardino, la incatenò a un albero e i fanciulli se ne facevano beffe!

Cornelius: “No, Professore, non l’ho dimenticata.

Zaius: “Beh, ci fu un tempo in cui gli antichi tenevano fra loro gli umani come animali domestici finché colui che dettò la legge non provò che l’uomo non era addomesticabile. Continua a scavare, Cornelius, troverai certamente i resti del padrone di questa casa: una scimmia!

Durante tutta questa discussione Taylor è rimasto in disparte a esaminare i reperti.

Cornelius: “Che cosa fai?

Taylor: “Ricostruisco una vita del passato. Dici che queste cose furono trovate allo stesso livello della bambola? Chi le ha possedute doveva essere in pessima forma: aveva i denti falsi e… portava gli occhiali… era malato di cuore, tanto è vero che aveva applicata questa valvola artificiale. Non dico che fosse un uomo come quelli del mio pianeta, ma doveva esserne un parente stretto perché ne aveva gli stessi acciacchi… era un animale debole e fragile… però era qui prima di voi ed era certo migliore di voi!”

Zaius: “Questa è follia pura! Io potrei darti un’interpretazione diversa di ognuno di questi oggetti e sarebbe dialettica ingegnosa quanto la tua, ma sarebbero congetture, non prove…

Inavvertitamente Zaius calpesta la bambola

Ma…mma.

Taylor la raccoglie e di nuovo il suono si ripete:getta la bambola nelle mani di Zaius dicendogli con acredine:

Taylor: “Professore, una scimmia avrebbe fatto una bambola umana che parla?

Risuona un rumore di spari. Lucius è stato aggredito dalla scorta di Zaius che ora sta aggirando la montagna.

Dopo una furiosa sparatoria Taylor si avvicina nuovamente all’apertura della grotta e, per attirarne fuori Zaius, si finge ferito. Questi esce dopo aver gettato la bambola sul terreno, e viene minacciato dal fucile di Taylor. L’astronauta chiede viveri per sé e per Nova, un cavallo e l’allontanamento della scorta. Fatto questo fa legare Zaius a un grosso masso.

Taylor: “…Cornelius aveva ragione, lo ha provato: l’uomo vi ha preceduto. Gli dovete la vostra scienza, la vostra cultura e quel poco di civiltà che avete.

Zaius: “Allora dimmi questo: se l’uomo era tanto superiore, perché non è sopravvissuto?

Taylor: “Sterminato da una peste, da qualche catastrofe naturale, da una pioggia di meteoriti…

Zira: “Ma non possiamo esserne certi.

Taylor: “Lui lo è. Lui ha sempre saputo, molto prima che voi scopriste la caverna lui sapeva… Il difensore della Fede… Bene: è il custode del terribile segreto. E’ così, vero professore?

Zaius: “Ciò che so dell’uomo fu scritto molto tempo fa, vergato dalla più grande delle scimmie, colui che dettò la legge. Cornelius, vieni qui! Prendila dalla mia tasca e leggigli la ventiduesima Pergamena, sesto versetto.

Cornelius: “<Guardati dalla bestia-uomo poiché egli è l’artiglio del Demonio. Egli è il solo, fra i primati di Dio, che uccida per passatempo, o lussuria, o avidità. Sì, egli uccide il suo fratello per possedere la terra del suo fratello. Non permettere che si moltiplichi perché egli farà il deserto della sua casa e della tua… Sfuggilo, ricaccialo nella sua tana nella foresta perché egli è il Messaggero della Morte…>

Zaius: “Non ho trovato niente in quella caverna che alteri questo concetto dell’uomo, perciò io continuo ad agire in funzione di esso.

Taylor saluta Zira dandole un bacio e lei accetta pur non certo estasiata, vista la bruttezza dell’umano e sotto lo sguardo geloso di Cornelius. Quindi si congeda da lui e da Lucius poi monta a cavallo con Nova dietro di lui e si rivolge a Zaius, ancora legato alla roccia, mostrandogli il fucile che tiene in mano..

Taylor: “Non cercate di seguirci. So usarlo bene, questo.

Zaius: “Oh, non ne dubito. Per tutta la vita io ho aspettato la tua venuta e l’ho paventata come la morte stessa.

Taylor: “Perché? Ha avuto timore di me fino da principio e anche adesso… lei ha paura di me e mi odia… Perché?

Zaius: “Perché sei un uomo… e hai ragione: io ho sempre saputo dell’esistenza dell’uomo, e per quanto ne so credo che la sua saggezza cammini pari passo con la sua idiozia e che le passioni guidino il suo cervello e che sia un essere bellicoso che dà battaglia a tutto ciò che lo circonda, perfino a sé stesso!

Taylor: “Cosa lo prova? Non c’erano armi in quella caverna.

Zaius: “La zona proibita un tempo era un paradiso e la tua genia l’ha trasformata in un inferno, millenni fa!

Taylor: “Ancora non mi dice il perché: un pianeta dove le scimmie discendono dagli uomini, ci deve essere un perché…

Zaius: “Non lo cercare, Taylor, quello che potresti trovare non ti piacerebbe!

Taylor si avvia a cavallo con Nova. Zaius, liberato, ferma la scorta che si stava lanciando all’inseguimento dell’astronauta, poi, malgrado le proteste di Cornelius e Zira, fa saltare in aria la grotta con tutto il suo contenuto.

Lucius: “Professore, professore, questo non ha alcuna giustificazione! Se la scienza deve arrestarsi, quale avvenire avremo?

Zaius: “Forse l’ho salvato il tuo avvenire!

Guardando Taylor che si allontana, Zira gli domanda:

Zira: “Cosa troverà là fuori, professore?

Zaius: “Il suo destino.

Taylor s’inoltra nella zona proibita costeggiando la spiaggia e prosegue in silenzio con Nova. Dopo poco un’irriconoscibile vestigia del passato appare ai suoi occhi, la guarda perplesso e poi continua il cammino.

Fatti pochi metri si ferma inorridito davanti a un altro manufatto. Scende incredulo da cavallo con lo sguardo sbarrato, la sua voce è un soffio:

Taylor: “Oh, Dio mio! Sono a casa… sono a casa! L’astronave è ricaduta sulla Terra sconvolta dalle esplosioni atomiche… VOI, UOMINI, L’AVETE DISTRUTTA! MALEDETTI, MALEDETTI PER L’ETERNITA’… TUTTI!…”

Batte i pugni, piangendo, sulla sabbia. Nova lo guarda senza comprendere e alza gli occhi a sua volta verso il gigantesco oggetto semisepolto nella sabbia e che tanto ha sconvolto il suo compagno: la Statua della Libertà.

La pellicola è stata girata, in buona parte, nel Parco nazionale di Malibu Creek, vicino a Los Angeles, all’epoca di proprietà della 20th Century Fox, tanto è vero che veniva chiamato: “Il Ranch della Fox”.

Mentre Il Dottor Dolittle entrava in pre-produzione Arthur P. Jacobs mostrò al produttore Darryl F. Zanuck (1902 – 1979) un altro soggetto del quale aveva acquistato i diritti nel 1963, ancora prima che l’autore del romanzo lo pubblicasse. Si trattava,anche in questo caso, di una storia di animali, ma si raccontava di scimmie parlanti ed evolute.  Jacobs mise al lavoro sette disegnatori ai quali fece realizzare degli schizzi in modo da poter avere e poter fornire un’idea visiva della storia. Preparò un libro di merchandising sul film di 130 pagine e contattò Rod Serling (1924 – 1975) il quale cominciò a scrivere la prima sceneggiatura e,in un anno, furono realizzate trenta bozze. Noi oggi sappiamo che la prima di questo film avvenne l’8 febbraio  1968 al Capitol Theatre di New York e fu un successo. Eppure il romanzo di Pierre Boulle era passato per tre grandi case di produzione prima di essere accettato, ma quando sembrava non esservi più alcuna speranza, Jacobs portò a Charlton Heston il copione da leggere. Era il 5 giugno del 1965: l’attore lesse il copione e s’innamorò della parte e manifestò l’intenzione di interpretarla suggerendo Franklyn J. Schaffner come regista, con il quale aveva appena terminato di girare Il Principe Guerriero. Era un’evidente garanzia per le case di produzione ma, nonostante questo, la risposta era sempre molto scettica, in quanto esse erano convinte che le scimmie che parlano fossero roba da telefilm per il sabato mattina e, in effetti, fino a quel momento, tutti i film dove agivano delle comparse vestite da scimmia erano considerati di seconda categoria.

Quando Richard Zanuck (1934 – 2012), figlio di Darryl, che aveva sostituito il padre alla 20th Century Fox, lesse il copione, trovò l’idea entusiasmante e propose di girare un rullo di prova per vedere che effetto faceva sullo schermo presentare attori truccati in modo scimmiesco e parlanti. La sua preoccupazione principale, infatti, era che suscitassero ilarità.

L’8 marzo del 1966 fu girato un provino dal costo di cinquemila dollari con Heston nel ruolo di Taylor, Edward G. Robinson in quello di Zaius, James Brolin interpretava Cornelius e Linda Harrison che interpretava Zira.

La scena ricordava da vicino quella del ritrovamento della bambola parlante e si svolgeva sotto una tenda.

Il trucco era realizzato da Ben Nye, capo reparto della Fox per quanto riguarda il make-up, non era niente di eclatante ma rendeva l’idea e, soprattutto, non era una sequenza ridicola per cui Zanuck diede il via libera a Jacobs. L’inizio delle riprese era stato stabilito per la primavera del 1967 per cui c’erano solo sette mesi a disposizione per i preparativi e serviva un truccatore specializzato in protesi. Fu così che John Chambers (1922 – 2001) venne a far parte della troupe.

John Chambers, degno erede di Bud Westmore, che doveva realizzare la maschera delle scimmie così come ha supervisionato quelle del film di Tim Burton, volle un milione di dollari per realizzare una truccatura che fosse credibile e vinse l’Oscar per l’ottimo risultato che ottenne. Prima di tutto vennero realizzate le maschere usando come base le foto ingrandite degli attori quindi vennero eseguiti i calchi dei visi, indi, sulle maschere di creta, furono scolpiti i lineamenti scimmieschi. Di ogni maschera truccata si fecero altri calchi, ciascuno dei quali pesava circa ventitré chili. In questi calchi fu colata una schiuma di gomma studiata appositamente e porosa in modo da permettere la traspirazione della pelle… le maschere che ne risultavano venivano così applicate sul volto degli attori con uno speciale adesivo e ne venivano prodotte in continuazione perché non solo si rovinavano facilmente essendo molto leggere, ma all’interno del mento si depositavano residui di cibo quindi ogni giorno dovevano essere sostituite e fu anche per questo che si pregò gli attori, nella pausa pranzo, di non mangiare cibi solidi, ma solo yogurt  e pappine e di fumare usando dei lunghi bocchini per non bruciare la mascheratura. Le parrucche, fatte a mano, costavano settantacinquemila dollari l’una. Erano necessarie quattro ore per l’applicazione di ogni maschera per cui furono reclutati più di duecento fra tecnici e truccatori. Maurice Evans, che interpretava Zaius, si ritrovava sempre mezzo ubriaco alla fine della struccatura a causa dei vapori d’alcool e acetone necessari per la rimozione degli adesivi.

Una volta un gruppo di comparse che dovevano interpretare dei gorilla, furono vestiti e truccati alla Fox e condotti poi in pullman a Malibù. Gli attori presero loro il comando del mezzo e si divertirono a stupire la gente in autostrada che osservava attonita e preoccupata dei gorilla alla guida di un mezzo di trasporto.

Un’altra cosa curiosissima e ancora oggi inspiegata è che si formarono dei gruppi secondo la razza scimmiesca: a pranzo, sul set, nelle pause…  le scimmie frequentavano le scimmie, i gorilla, i gorilla e via di questo pezzo. Kim Hunter (Zira) disse che non aveva quasi mai parlato con Maurice Evans, fuori dal set, forse per questioni di casta…

Chambers era una garanzia avendo realizzato i trucchi di serial televisivi come Oltre i Limiti e Lost in Space nonché il disegno delle famose orecchie vulcaniane.

Zanuck decise, comunque, di realizzare il tutto in grande economia per cui trasformò immediatamente la modernissima città delle scimmie del romanzo in un agglomerato medioevalesco riducendo in questo modo le spese e per restare dentro il budget stabilito definitivamente in cinque milioni e ottocentomila dollari. L’ispirazione della città fu data da un agglomerato preistorico effettivamente esistente in Turchia e scavato nella roccia.

Per la costruzione fu usata una struttura di tubi metallici saldati e il tutto fu coperto da del cartone sul quale, dall’interno, fu spruzzata della schiuma di uretano e lasciata solidificare. Una volta tolto il cartone il risultato erano delle forme solide e strane.

Il 21 maggio del 1967 iniziarono le riprese. L’astronave che precipita e poi affonda nel Lago Powell aveva la parte anteriore realizzata in compensato e era lunga sette metri, era ancorata sul fondo del lago che era di ben novanta metri di profondità.

Le riprese iniziali, nella zona desertica, sono state effettuate vicino al fiume Colorado, nello Utah e in Arizona e ci si poteva arrivare solo a piedi, a dorso di mulo o in elicottero. Il calore poteva raggiungere i quarantotto gradi e Jeff Burton svenne durante una delle riprese a causa del caldo. Dalla sequenza degli spaventapasseri in poi le scene sono state realizzate a Malibu, nel Ranch della Fox e il laghetto nel quale si tuffano gli astronauti era stato fatto per Il Dottor Dolittle, l’unica differenza era che la cascata fu potenziata con una ventina di getti d’acqua aggiuntivi e ben nascosti.

Quando gli astronauti vedono per la prima volta gli uomini preistorici e poi le scimmie, si trovano in un campo di mais che fu appositamente coltivato per quella scena. In dieci settimane il campo doveva essere seminato, irrorato e curato in modo che le piante raggiungessero i due metri di altezza. Durante tutto il periodo, e ventiquattro ore su ventiquattro,  la zona fu costantemente innaffiata e fu usato un fertilizzante speciale. In questo modo, tre giorni prima delle riprese, le piante erano alte due metri e cinquanta, ma il regista disse che era stato chiaro: le voleva di soli due metri per cui ordinò che fossero tagliate all’altezza giusta.

Per quasi tutto il film Heston è vestito di stracci, seminudo o, addirittura nudo, calzava solo degli stivaletti di gomma modellati come due piedi, per evitare di tagliarsi ma questo non lo scansò di finire in mezzo alle ortiche con dei risultati alquanto disastrosi il giorno successivo. L’attore prese anche una brutta influenza.

Linda Harrison rimase nel cast, essendo la donna di Zanuck ma Edward G. Robinson, come abbiamo detto, fu costretto a dare forfait soprattutto per ragioni di salute

Le scene finali furono girate sulla costa californiana a Zuma Beach, sempre vicino a Malibu, dove, sulla spiaggia, fu sovrapposto il disegno della Statua della Libertà, opera di Emil Kosa mentre la scena da dietro fu realizzata sopra un traliccio di ventun metri e fu scartata, anche se girata, una scena che mostrava Nova incinta

Le riprese terminarono il dieci agosto del 1967 e, a tutt’oggi, il film ha incassato oltre i 26 milioni di dollari.

Il produttore, Arthur P. Jacobs, subì senza alcun dubbio l’influenza di King Kong, mentre l’idea della Statua della Libertà gli venne pensando al film Quarto Potere di Orson Welles. Dal canto suo Pierre Boulle, l’autore del romanzo è rimasto pressoché indifferente al successo del film poiché considera il suo libro un’opera minore e per di più resa in maniera completamente diversa da come lui l’aveva ideata. Heston, invece, appassionato di Science Fiction riteneva che la parte di Taylor gli offrisse un’opportunità da non perdere e ancora oggi considera il primo film l’unico degno di essere ricordato. E’ apparso nel sequel solo per amicizia verso James Franciscus e in quello di Tim Burton per rispetto del regista.

Merita di essere citato anche il regista Franklin J. Schaffner: nessuno di coloro che girerà le altre pellicole della serie si dimostrerà alla sua altezza. Maurice Evans comparirà anche nel secondo episodio, Kim Hunter, una superba Zira accentuerà le sue dote istrioniche nel secondo e nel terzo film, mentre Roddy McDowall li interpreterà tutti e cinque, tranne il secondo.

(1 – continua)

Giovanni Mongini