L’EPOPEA DELLE SCIMMIE (1967) – PARTE 02
Il 1948 segna la data ufficiale della Hammer Film. Fu fondata come alternativa produttiva della più anziana Exclusive Film che nacque nel 1935 ad opera di Enrique Carreras e Will Hammer, il cui nome era in realtà Will Hinds. Curiosamente la Hammer non utilizzò uno studio per produrre le sue pellicole ma una casa vuota e questo diede un’impronta del tutto personale alle sue produzioni. Il primo edificio utilizzato fu una specie di magazzino, usato durante la guerra come deposito di mobili di pregio. Una struttura molto grande e spaziosa e dotata anche di un certo sfarzo. L’ambientazione era però così particolare che fu necessario cambiarla dopo solo quattro pellicole e così la Hammer, nel periodo tra il 1948 ed il 1950, si spostò altre tre volte. Solo nel 1951 essa trovò una collocazione quasi definitiva negli studi di Bray, una casa di campagna vicino a Maiden-head la cui facciata divenne una sezione del Castello di Dracula. Una delle mosse vincenti della Hammer fu quella di partecipare in coproduzione alla realizzazione di film con le compagnie americane, e in questo fu pure la prima casa britannica che intuì quali vantaggi ne sarebbero derivati, tanto è vero che strinse accordi con Robert Lippert il quale era uno dei produttori della Fox. Iniziò quindi a girare una serie di film fino a che, nel 1954, non accadde un fatto straordinario: una piccola e oscura pellicola cominciò a battere tutti gl’incassi sia in Inghilterra che negli Stati Uniti. Si chiamava The Quatermass Xperiment da noi conosciuta come L’Astronave Atomica del Dottor Quatermass per la regia di Val Guest. Il successo eccezionale della pellicola spinse la Hammer a metterne in cantiere subito un seguito intitolato da noi I Vampiri dello Spazio (Quatermass II), ancora con la regia di Val Guest e un altro film di fantascienza, sempre in un crudo bianco e nero, girato da Leslie Norman che portò da noi il titolo di X Contro il Centro Atomico (X the Unknown) e, nello stesso tempo, prese contatto con la Universal per poter portare sullo schermo il personaggio di Frankenstein. Pur con parecchie esitazioni, di fronte al successo commerciale straordinario dei primi film della Hammer e particolarmente di Dracula il Vampiro di Terence Fisher, la Universal si decise a cedere i diritti di immagine di tutti i suoi “mostri” alla Hammer e la decisione definitiva provenne indubbiamente dal fatto che il Dracula fu distribuito dalla stessa Universal. La Hammer tornò nel 1967 al suo primo storico personaggio: lo scienziato Bernard Quatermass, protagonista dei due film di Val Guest, per portare sullo schermo il terzo episodio intitolato da noi L’Astronave degli Esseri Perduti (Quatermass and the Pit). Quatermass fu una creazione di Nigel Kneale il quale fu uno dei maggiori scrittori televisivi inglesi, nato nel 1922 nell’Isola di Man. Nel 1953, lavorando per la B.B.C. scrisse una serie in sei episodi intitolata Quatermass Experiment che diventò poi Quatermass Xperiment nella versione cinematografica per evidenziare la “X” delle pellicole vietate ai minori. Nel 1955 scrisse, con la stessa struttura Quatermass II e quindi, nel 1959 Quatermass and the Pit. Per quanto riguarda i primi due sua è la trasposizione sul grande schermo, in una versione ridotta che stesse entro i novanta minuti circa della pellicola. Suo fu anche il soggetto de Il Mostruoso Uomo delle Nevi (The Abominable Snowman), per la regia di Val Guest, un film in fondo di delicata e fragile atmosfera tendente a presentare un’ipotesi insolita sul misterioso Yeti: l’abitatore futuro e saggio della Terra quando l’uomo si sarà autodistrutto. Ma dobbiamo ancora dire che, sempre di Kneale, fu la spumeggiante sceneggiatura di Base Luna chiama Terra (First Men in the Moon), film girato da Nathan Juran e ispirato all’omonimo romanzo di Herbert George Wells, poi tornò ancora a occuparsi del suo personaggio più famoso in Quatermass Conclusion: la Terra Esplode (Quatermass Conclusion) di Piers Haggard e curò anche Halloween III di Tommy Lee Wallace (Halloween III: Season of the Witch).
L’ASTRONAVE DEGLI ESSERI PERDUTI (Quatermass and the Pit)
Metropolitana di Londra, zona di Hobbs Lane. Si stanno eseguendo i lavori di scavo per la sotterranea. Un nastro trasportatore sta allontanando argilla e terra dalla zona dei lavori. Uno degli operai avvista tra i detriti un teschio dall’aspetto insolito, dotato di due lunghi canini. Uno degli operai attacca con il piccone la parete di fronte a lui quando il fango si stacca rivelando all’interno del vano un altro teschio, questa volta completo, che giace semisepolto nella melma.
Sono passati due giorni e un titolo su un giornale rivela chiaramente ciò che sta succedendo:
L’UOMO SCIMMIA DELLA SOTTERRANEA
Mentre un furgone dell’Evening News sta per parcheggiare in zona, una giornalista (Sheila Stefael) sta entrando, con un permesso speciale, nel sottosuolo della zona dove l’archeologo Mathew Roney (James Donald, 1917 – 1993)), assieme alla sua assistente Barbara Judd (Barbara Shelley) ed altri del suo staff, stanno compiendo dei lavori di scavo contrassegnando ogni piccola zona di loro competenza con un numero. La giornalista si pone davanti all’archeologo e di fianco a un suo collega più anziano (Hugh Morton, 1903 – 1984).
Roney: “La direzione della sotterranea ha fatto subito sospendere i lavori, allora siamo intervenuti noi archeologi e abbiamo scavato razionalmente. Abbiamo cominciato a saggiare proprio là… là dove vedete il numero cinque… Pensiamo che sia un’altra omoplacca…”
Giornalista: “Eh?”
Roney: “Un’altra scapola… Come va Miss Judd?”
Barbara: “Credo sia migliore degli altri.”
Roney: “Sembra che qui ci siano almeno sei scheletri, ora, se volete venire con me…”
Roney conduce i giornalisti davanti al ripiano dove sono stati messi i reperti trovati.
Roney: “Dunque, signori. Questa piccola conferenza stampa non è proprio ufficialmente autorizzata e… diciamo così… il fatto è che mi serve il vostro aiuto. In questi due giorni i miei assistenti hanno portato alla luce reperti di grande valore…”
Giornalista: “Di grande valore?”
II Giornalista: ” Di che valore professore?”
Roney: “Per la scienza? Beh, ancora non posso dirlo ma so che l’importanza dei ritrovamenti è inestimabile. Ora, ecco… quello che vi volevo dire è… (il rumore di un treno vicino interrompe le sue parole)… La sotterranea ha fatto sospendere i lavori, sì, ma solamente per pochi giorni. È ovvio che presto il Municipio la spronerà a ricominciare per non sprecare il pubblico denaro e quindi occorre il vostro aiuto: convincere le autorità che dobbiamo restare ancora qui”
Giornalista: “Professore, che cos’è che rende straordinario questo ritrovamento?”
Roney: “Questi fossili provano, e io ne sono convinto, che individui sostanzialmente simili a noi sono vissuti qualcosa come cinque milioni di anni fa.”
Giornalista Anziano: “Cioè molto più di quanto la scienza suppone.”
Roney: “Molto di più.”
Giornalista: “È fantastico! E può veramente provarlo?”
Roney: “No, finché non avremo ritrovato ogni frammento ed eseguito esami completi. È solo una mia convinzione basata su quanto abbiamo recuperato finora.”
Giornalista: “E fino a questo momento che avete trovato?”
Roney: “Parti di due teschi e numerosi frammenti ossei.”
Giornalista: “Perbacco ! E già può dire come erano questi… uomini scimmia d’aspetto?”
Giornalista Anziano: “Questo sarà ancora difficile.”
Roney: “Beh… sì, posso dirvelo, o almeno posso darvene un’idea… Ah, Bert? Scusate…”
L’assistente toglie un telo di plastica su un busto di creta che ricostruisce le fattezze di una creatura non del tutto umana ma nemmeno del tutto scimmiesca.
Roney: “Questo è il primo tentativo di ricostruzione sulla base di quanto abbiamo trovato fino adesso. Pelle e muscoli sono immaginari. Non era molto alto, volto scimmiesco, notevole massa cerebrale e positura eretta.”
Un’assistente di Roney, Blondie (June Ellis), si avvicina a Barbara dicendole che qualcosa di metallico è celato dietro la parete d’argilla. La ragazza va a vedere mentre Roney continua la sua esposizione.
Roney: “Quello che ci occorre è il tempo e l’appoggio della opinione pubblica o la sotterranea passerà su questo luogo e su questi resti prima che noi li recuperiamo.”
Barbara sta osservando la strana sostanza metallica verde e blu che si vede sotto l’argilla. Secondo i piani delle fognature non dovrebbe esservi nulla in quel punto per cui la spiegazione logica è una sola.
Gli scavi vengono bloccati immediatamente in quanto si ritiene di aver scoperto una bomba inesplosa. Il Capitano Potter (Bryan Marshall) è chiamato con la sua squadra per rimuovere l’ostacolo. Con uno stetoscopio e aiutato dal Sergente Cleghorn (Maurice Good, 1932 – 2013), il militare si avvicina alla sezione di parete e vi appoggia lo stetoscopio il quale però non aderisce. Non si tratta quindi di metallo e non si ode nessun ticchettìo. Roney sta fremendo e non può fare a meno di chiedere a Potter di quanto tempo egli abbia ancora bisogno e, non solo, rileva anche che il Capitano è troppo giovane per avere un’esperienza completa su tutti gli ordigni bellici. Potter gli risponde che ha intenzione di mettersi in contatto con qualcuno più esperto, cosa che fa chiamando il DM-2, il Ministero della Difesa e chiedendo del Colonnello Breen (Julian Glover). L’ufficiale, in quello stesso momento, è occupato nell’ufficio del Ministro con il suo Segretario, Howell (Peter Copley, 1915 – 2008), e con il Professor Bernard Quatermass (Andrew Keir, 1926 – 1997). La discussione è piuttosto accesa.
Breen: “Ma perché stiamo tanto a discutere? Tanto lo scopo ormai è chiaro.”
Quatermass: “Colonnello Breen, il mio Gruppo Missili è sempre stato destinato alla sola, pacifica, ricerca scientifica.”
Howell: “Professor Quatermass, il “suo” Gruppo Missili?”
Quatermass: “Sì, il mio. Sono stato io a costituirlo.”
Howell: “Ma è comunque un organismo governativo e ora il Governo ha deciso di cambiare politica.”
Quatermass: “Cambiare politica… Se lo affidano a voi lo trasformeranno in un… un…”
Breen: “Senta, fra dieci anni vi saranno basi permanenti sulla Luna, forse anche su Marte.”
Quatermass: “Basi militari…”
Breen: “Sicuro! A provarlo l’attuale situazione internazionale. Chi primo le installerà sarà in grado di controllare la Terra con missili balistici.”
Quatermass: “E noi dobbiamo partecipare alla gara…”
Breen: “Beh, ma certo!”
Quatermass: “L’arma assoluta… siamo sempre lì. Signori, ma non capite? Noi stiamo veramente per varcare le soglie dell’universo. È tempo di estirpare dal nostro animo l’istinto della violenza, causa di ogni guerra. Non vorremo andare lassù portando con noi odio e discordia!”
Breen: “Francamente mi sorprende sentire ripetere discorsi tanto ingenui da lei.”
Quatermass: “Ingenui?”
Howell: “Ehm… Signori…”
Quatermass: “Avete perso i contatti con l’umanità! Siete stati troppo chiusi in questa vostra torre d’avorio, è questo il guaio!”
Howell: “Beh, lui ne uscirà presto. Il Colonnello Breen passa al Gruppo Missili.”
Quatermass: “Cosa?”
Howell: “Alla fine della settimana. Penso vorrà ammettere che un uomo che ha tanta esperienza in fatto
di balistica e di missili, le sarà di considerevole aiuto.”
Quatermass: “Io protesterò in alto loco.”
Howell: “Se lo risparmi. L’ordine viene già dall’alto. Andrete d’accordo per il bene del gruppo. E ora, Signori, se mi volete scusare, io avrei un’altra riunione… Sempre sotto pressione!”
Uscito il Segretario i due si squadrano in silenzio, poi:
Quatermass: “Non mi dimetterò, se è questo che spera!”
Breen: “No, davvero. Sono sicurissimo che c’intenderemo.”
L’attendente entra con la comunicazione del Capitano Potter, per cui il Colonnello decide di passare per Hobbs Lane prima di recarsi con Quatermass al Gruppo Missili. Quando entra nello scavo l’ordigno è stato in parte dissepolto.
Quatermass: “Che ne pensa?”
Breen: “Boh, probabilmente un’arma tedesca.”
Quatermass: “Cosa?! Vuol dire una V-1, una V-2? No, né l’una né l’altra.”
Breen: “È evidente. Ma quelle non erano le sole sorprese che ci aspettavano, questa qui sta a dimostrarlo.”
Il Sergente Cleghorn trova un altro teschio e Potter chiama Roney affinché lo possa togliere. Giace a ridosso dell’ordigno, sotto lo stesso. Roney è radioso per la scoperta, mentre Breen è palesemente contrariato per la presenza dell’archeologo.
Roney: “Grazie, è veramente splendido! È magnifico! Senz’altro il migliore trovato finora, pressoché intatto.!
Quatermass: “Intatto?!”
Roney non ascolta e porta il reperto sul tavolo vicino all’uscita, Barbara gli si avvicina con un vassoio.
Roney: “È la prova decisiva che volevamo!”
Barbara: “Bene…”
Roney: “No, no, no, no! Lasci a me!”
Barbara: “Ma può caderle, qui si scivola.”
Roney: “Cadermi?! Non c’è pericolo.”
Quatermass e Breen sono rimasti accanto allo strano oggetto.
Quatermass: “Come pensa che sia finito lì?”
Breen: “Oh, era lì nell’argilla. Quando è arrivato il missile lo ha spinto in profondità.”
Quatermass: “Ed è intatto… un fossile friabile…”
Quatermass va da Roney il quale, con l’aiuto di Barbara, sta togliendo l’argilla dal teschio.
Quatermass: “Professore, permette? Quatermass.”
Roney: “È un esperto di bombe anche lei?”
Quatermass: “Non esattamente.”
Roney: “Miss Judd sarà a sua disposizione.”
Quatermass: “Molto lieto.”
Barbara: “Piacere.”
Roney: “Io devo occuparmi di questo teschio.”
Quatermass: “Quel teschio è notevolmente ben conservato.”
Roney: “Sì, vero? Molto più del primo.”
Quatermass: “Cosa crede che l’abbia protetto?”
Roney: “Ah, beh… era dentro il… dentro quel… Buon Dio! Ero così emozionato che non mi sono reso conto: era all’interno. Non è una bomba! Allora che cos’è?”
Quatermass: “Quanti anni avrà questo teschio fossile?”
Roney: “Beh, cinque milioni di anni, forse di più.”
Quatermass: “Mi scusi…”
Lo scienziato torna da Breen il quale sta parlando con un poliziotto, il Sergente Ellis (Grant Taylor, 1917 – 1971) e il capitano Potter.
Breen: “E questa è tutta la documentazione della difesa civile?”
Ellis: “Sissignore.”
Potter: “Sissignore.”
Quatermass: “Breen, permette una parola?”
Breen: “Un momento. Ne è proprio sicuro?”
Potter: “Non caddero molte bombe dirompenti sopra, sulla strada, solo qualche bomba incendiaria e… e non provocarono vittime perché le case erano vuote.”
Quatermass: “Vuote?”
Breen: “Evacuate. Grazie Sergente. Venga, Potter, andiamo a dare un’altra occhiata.”
Breen pianta lì Quatermass il quale risale la passerella di legno che va verso l’uscita, il Sergente Ellis lo segue.
Ellis: “Mi scusi, Signore, ma non fu mica così.”
Quatermass: “Eh, cosa?”
Ellis: “Le case furono abbandonate tutte prima della guerra.”
Quatermass: “E perché mai?”
Ellis: “La gente non volle più starci. Avevano paura.”
Quatermass: “Paura?”
Ellis: “Superstizioni, un sacco di sciocchezze.”
I due, parlando, passano davanti a Roney e Barbara.
Roney: “Ecco fatto. E ora salga a prendere un po’ d’aria. Non si respira quaggiù.”
Barbara: “Va bene. Un minuto solo.”
La donna raggiunge Quatermass e il Sergente Ellis che sono davanti all’entrata della sotterranea.
Ellis: “(indicando gli edifici fatiscenti di fronte) Queste sono le case, quello che ne è rimasto.”
Barbara: “Sono davvero squallide!”
Quatermass: “Uhm…”
Ellis: “(rivolto ad un poliziotto) Vuol darmi quella torcia? Grazie. Vi debbo avvertire che sono pericolanti.”
Quatermass: “Speriamo in Dio.”
Entrano in una delle case di fronte dove tutto è a pezzi e abbandonato all’incuria del tempo.
Ellis: “Stavo facendo il conto. Saranno vuote da quarant’anni.”
Quatermass: “Lei è del quartiere?”
Ellis: “Sissignore.”
Quatermass: “Si ricorda che è successo?”
Ellis: “Oh, sì, sicuro. Era su tutti i giornali… Certo allora ero un ragazzo ma… un mio compagno stava in una di queste case e se ne dovettero proprio andare…”
Quatermass nota il nervosismo che si sta accentuando nel poliziotto ma finge di ignorarlo.
Quatermass: “La ragione?”
Ellis: “Sentivano… rumori, grida… vedevano cose strane…”
Quatermass: “Cioè gli spiriti?”
Ellis: “Io gliel’ho detto… Un sacco di sciocchezze… (l’agitazione sta aumentando nell’uomo) Sa come si gonfiano una volta che vengono diffuse…
La porta d’ingresso, scricchiolando, si sta chiudendo e mostra dei segni sul muro, come dei graffi.
Quatermass: “Questi segni, chi può averli fatti?”
Ellis: “Ragazzi… forse venuti qua a giocare…”
Ellis non ne può più e se ne esce rapidamente. Barbara e Quatermass lo raggiungono all’aperto.
Ellis: “Mi… scusino… tanto … ma faceva un caldo là dentro…”
Quatermass: “Beh, grazie.”
Quatermass gli rende la torcia che aveva preso ed Ellis se ne va via quasi di corsa. Davanti all’ingresso della Metropolitana Barbara e lo scienziato vedono Breen che sta dando le ultime istruzioni al Capitano Potter.
Breen: “Ah, Quatermass, ho deciso di occuparmi del caso per un giorno o due, se lei è d’accordo.”
Quatermass: “Ma certo.”
Breen: “(avviandosi verso la vettura) Lei torna al Gruppo Missili? La raggiungo più tardi.”
Quatermass: “Beh, veramente, piacerebbe restare anche a me, se lei è d’accordo…”
Breen: “Come vuole. Ho disposto che un’altra squadra lavori di notte. Il missile sarà dissepolto entro domattina… Vuole? “
Gli indica la macchina per offrirgli un passaggio.
Quatermass: “Oh, no, grazie. Troverò un passaggio.”
Breen: “Spiacente per la cena. Un’altra volta.”
Il Colonnello Breen sale sul veicolo e l’autista mette in moto.
Quatermass: “Miss Judd, è meglio che scenda ad aiutare il suo capo. Dovrà portare via l’apparecchiatura.”
La donna sta guardando in alto le due targhe che identificano la strada: Una è molto vecchia e porta scritto “Hobs Lane” l’altra, molto più recente, reca la scritta: “Hobbs Lane W.I.D.”.
Barbara: “Hobs Lane… Hobs Lane e Hobbs Lane…”
Quatermass: “Hanno cambiato la grafìa… Hobbs con due “B” è il calciatore.”
Barbara: “Uhm… con una “B”, Hob era una specie di nomignolo del Diavolo.”
Il mattino successivo Quatermass si presenta all’Istituto di Scienze Naturali dove un guardiano lo accompagna davanti alla porta del laboratorio di Mathew Roney.
Roney: “Oh, Quatermass! Entri… entri… Bene, la nostra routine, lavoro di ogni giorno. Qualsiasi cosa accada in Hobbs Lane…”
Quatermass: “Elettronica…”
Roney: “Non lavoriamo solo di zappa o almeno non sempre. Lei prende un caffè?”
Quatermass: “Grazie.”
Roney si rivolge a un uomo che ha in testa un casco collegato a un’apparecchiatura sotto il controllo di un tecnico.
Roney: “Lei l’ha preso Signor Johnson?”
Johnson: “Ehm… si l’ho preso, grazie.”
Tecnico: “Ferma, la testa.”
Roney: “Il Signor Johnson gentilmente ci aiuta in alcuni esperimenti. Vede, alcune misure del suo cranio corrispondono a quelle del nostro amico morto nella Seconda Era Glaciale (indica un teschio).”
Johnson: “Io sono un primordiale.”
Roney: “(ridendo) Lo siamo tutti, Signor Johnson, è pronto per un’altra prova?”
II Tecnico: “Sì, Professore.”
Roney: “Bene… registratore… Ah, Signor Johnson, continui con il suo incastro.”
Roney porge all’uomo (Keith Marsh, 1926 – 2013) una tavoletta, una sorta di puzzle colorato.
Quatermass: “Cosa registra questo apparecchio?”
Roney: “Può localizzare le zone più minute del cervello. Ci dà dei grafici che poi analizziamo con questo calcolatore. Stiamo gradualmente compiendo un quadro di ciò che un uomo dell’Era Glaciale era capace di pensare e di fare.”
Quatermass: “Ah, molto interessante. Mi convince.”
Roney: “Successivamente voglio applicarla ai teschi di Hobbs Lane. Però sono talmente antichi che avranno pochi punti in comune con… beh, con il Signor Johnson, ma sia pure pochi…”
Quatermass: “Roney, erano di questa Terra?”
Roney: “Ah, capisco. Perciò è venuto qui.”
Quatermass: “Lo erano?”
Roney: “Eh, mi dispiace deluderla ma la risposta è una sola: sì, lo erano. Erano creature terrestri come
lo siamo noi. Erano nostri remotissimi avi e, a loro volta, avevano avi che risalgono a trenta milioni di anni.”
Quatermass: “Come può esserne sicuro?”
Roney: “S’inseriscono nel ciclo evolutivo umano. L’unica particolarità sono le grandi dimensioni del cranio. Ho la documentazione… beh, perdinci… dove diavolo metterà le cose?”
Quatermass: “Chi, Miss Judd?”
Roney: “Sì, le ho detto di far vacanza e di riposarsi.”
Quatermass: “Beh, io ora debbo andare…”
Roney: “A Hobbs Lane?”
Quatermass: “Sì.”
Roney: “Senta, io… in questo momento non riesco a trovarla. Gliela mostrerò la prossima volta.”
Quatermass: “Quando avrò più domande da farle.”
Roney: “Ne sta accumulando, eh?”
Quatermass: “Lei viene?”
Roney: “Mi hanno detto di girare al largo, al suo collega non piace la mia faccia.”
Quatermass: “Collega?!”
Roney: “Il suo Colonnello Breen.”
Quatermass: “Ah…”
Roney: “A me non piace la sua. Mi scusi, Quatermass, ma è il tipo che odio a vista.”
Quatermass: “Eh, sono solidale con lei. Beh, è una storia lunga, gliela racconterò…”
Uscendo Quatermass incontra Barbara la quale sta invece entrando.
Barbara: “Ah, Professore, c’è qualche novità.”
Quatermass: “Credevo fosse a riposarsi.”
Barbara: “No, ho pensato a questo.”
La donna ha in mano una cartella.
Quatermass: “Mi dispiace, devo andare allo scavo.”
Barbara: “Sì, ma legga prima queste.”
Gli porge la cartella, Quatermass la apre.
Quatermass: “Oh, fotocopie…”
Barbara: “Di vecchi articoli di giornale.”
Quatermass: “(leggendo)… 19 Maggio 1927, spettri in Hobs Lane, una figura attraversa i muri di una stanza… Perché queste ricerche?”
Barbara: “Beh, mi sembrava molto incuriosito anche lei ieri sera.”
Lo scienziato le restituisce il dossier.
Quatermass: “Beh, ci ho pensato sopra e…”
Barbara: “Senta, legga questo.”
Quatermass: “(leggendo)… La figura era bassa, dice il Signor Parker, come un nano mostruoso… Senta cara, noi siamo scienziati, non possiamo prendere in considerazione roba del genere: il soprannaturale!”
Barbara: “Professor Quatermass… (leggendo a sua volta) Agosto del 1927. La folla di curiosi in Hobs Lane diventa così numerosa che vengono sospesi i lavori della nuova stazione della Metropolitana.”
Quatermass: “La Stazione fu fatta allora?”
Barbara: “Sì, scavano quasi nello stesso punto.”
Il missile è stato estratto completamente dall’argilla. Il Sergente Cleghorn passa al Capitano Potter un cannello ossidrico. In quel momento giungono anche Barbara e Quatermass mentre Breen sta esaminando la superficie dell’oggetto con lo stetoscopio.
Breen: “Ah, buongiorno!”
Quatermass: “Ah, avete sgobbato. L’avete svuotato?”
Breen: “Sì.”
Quatermass: “Trovato niente?”
Breen: “Solo argilla secca.”
Quatermass: “E nient’altro?”
Breen: “No. L’abbiamo tolta a pezzi e poi lavato tutto con la pompa. Per ora sembra solo uno scafo vuoto.”
Quatermass: “Uhm… vediamo…”
Breen: “No, un momento.”
Quatermass: “Che cosa c’è?”
Breen: “Una prova.”
Sale sulla scaletta che porta sul davanti dello scafo.
Breen: “Basta, Potter, basta così.”
Potter: “Non lo scalfisce.”
Breen: “Come può essere? Oh, questo proprio non lo capisco. È stato sotto la fiamma per cinque minuti, non è neanche tiepido.”
Potter: “Facciamo un’altra prova?”
Breen: “No. Sembra non ci sia modo di forarlo. Abbiamo trovato una parete, sembra un compartimento stagno”
Quatermass: “Cosa?”
Sale la scaletta ma Potter lo ferma.
Potter: “No. È meglio che si metta i guanti.”
Quatermass: “Perché?”
L’ufficiale gli mostra le dita fasciate.
Potter: “Anche lui (indica il Sergente Cleghorn) ha provato a toccarlo. È come un congelamento, anche se lieve.”
Cleghorn: “Già.”
Quatermass: “(ricevendo un paio di guanti) Grazie, Sergente. Per averlo toccato…”
Potter: “E non si capisce il perché. Non è freddo a toccarlo ma…”
Quatermass entra nel compartimento e Potter lo segue con una lampada.
Lo scienziato indica il tubo per terra.
Quatermass: “Che cos’è?”
Potter: “Ah, è la nostra pompa. A causa del lavaggio si era tutto allagato. (Quatermass scivola) Attento, è come ghiaccio qui.”
Quatermass: “Ah, vedo. È una specie di diaframma.”
Potter: “Sissignore. A meno che non sia pieno c’è qualcosa dall’altra parte. Forse la testata di un missile.”
Quatermass: “Ah, dice il Colonnello… Ehi, chi ha fatto questi segni?”
Potter: “Segni?! No, noi no. È più duro del diamante, abbiamo provato.”
Quatermass: “Sembra che ci sia… Ha uno straccio, qualcosa per pulire?”
L’ufficiale glielo porge e Quatermass toglie i frammenti di argilla davanti al disegno inciso sulla paratia.
Quatermass: “Santo cielo!”
Potter: “Formano un disegno.”
Quatermass: “Più esattamente formano un Pentacolo, uno dei segni cabalistici in uso nell’antica magia.”
Potter: “Beh, forse sarà meglio…che lo riferisca al Colonnello…”
Quatermass: “No. Non è attinente alle V-2 tedesche.”
I due escono e l’ufficiale ordina al Sergente di far togliere la pompa e questi lo ordina al Caporale Gibson (James Cuilliford, 1927 – 2002) e al soldato West.
Quatermass: “Un metallo che resista a tremila gradi di calore, più duro del diamante! È un materiale che gl’ingegneri astronauti ci cercano da sempre…”
Breen: “Che intende dire?”
Quatermass: “Che i tedeschi non l’hanno costruito e perduto il segreto, lo chieda a Von Braun.”
Breen: “Se perforo quella testata non ne avrò bisogno.”
Quatermass: “Provi con il barazon, è molto più duro del diamante, potete avere punte di barazon?”
Breen: “Beh, dovremmo ricorrere a una ditta privata.”
West sta urlando all’interno del piccolo vano che porta alla paratia.
Quatermass e Potter accorrono in suo aiuto.
West: “Era… e … era uno spettro! È passato attraverso quella parete lì… aaah! L’ho visto, l’ho visto!”
I due lo portano fuori.
West: “Credevo che fosse un riflesso del metallo e poi è venuto diretto verso di me!”
Breen è naturalmente scettico. Il Sergente e Quatermass fanno sedere West vicino al tavolo dove c’è Barbara. Mentre il soldato racconta Cleghorn lo prende in giro ma Quatermass lo zittisce. Il soldato cerca
di descrivere ciò che ha visto e Barbara gli fa eco.
Barbara: “La figura era bassa come un nano mostruoso…”
West: “Sì, era così… Come ha fatto a saperlo, Signorina? Chi glielo ha detto?”
Quatermass consiglia al Capitano Potter di far portare via West senza che parli con nessuno poi va da Breen e gli chiede di aspettare e non cercare di perforare la testata fino a che non sarà tornato.
Alla logica domanda di Breen Quatermass risponde che va a documentarsi e porta Barbara con sé.
I due stanno ora consultando un archivio.
Barbara: “(leggendo) Rumori agghiaccianti e apparizioni di fantasmi, settembre 1763…”
Quatermass: “Senta: Il nostro informatore afferma anche che orribili suoni provenienti da sottoterra spaventarono in tal modo alcuni manovali che stavano scavando un pozzo, che uno di essi ne uscì di senno…”
Barbara: “Un pozzo, eh? C’è nessun altro che ne fa cenno?.”
Quatermass: “Per ora, no.”
Barbara: “Spettri, rumori di catene… Ci credevano a quei tempi!”
Quatermass: “Io sono del parere che gli spiriti, tanto per dar loro un nome, siano un fenomeno superficialmente osservato, erroneamente studiato.”
Barbara: “Senta: Uno dei fittavoli di Hobs Lane testimonia di aver assistito all’apparizione di un terrificante gobbo, e più di uno…”
Quatermass: “Più d’uno? “
Barbara: “… E che questo luogo è da molto famoso per tali incantesimi… E adesso?”
Quatermass: “Non ci restano che gli archivi dell’Abbazia di Westminster.”
Non sappiamo se lo scienziato sia stato accolto bene all’Abbazia, forse nessuno ricordava la sua precedente incursione, durante dei lavori di restauro e che a momenti provocò un incendio arrostendo vivo una specie di “blob” il quale altro non era che tre astronauti lanciati nello spazio e diventati parte integrante di una creatura cosmica.
Sono passati undici anni da allora, tempo cinematografico, e le imprese narrate nel film di Val Guest L’Astronave Atomica del Dottor Quatermass sembrano dimenticate e l’archivista bibliotecario dell’Abbazia (Noel Howlett, 1902 – 1984) si presta volentieri a tradurre loro un ponderoso e vetusto volume scritto in latino.
Bibliotecario: “Nell’inverno dell’anno 1341, i religiosi di quella regione ebbero a lottare contro una scorreria del Demonio a Hobs Lane…”
Quatermass: “Continui lei. Il mio latino non è all’altezza.”
Bibliotecario: “Sì… ehm … Folletti e demoni comparirono e… rumori strani e… opera del Maligno ebbero spesso a tormentare gli onesti carbonai che si trovavano là a lavorare…”
Quatermass: “Dei carbonai?”
Bibliotecario: “Sì… sì, dice così.”
Quatermass: “Forse bruciavano la legna in buche profonde. Nel 1763 si scavava un pozzo, nel 1927 si scavava per il metrò e ora si scava di nuovo…”
Barbara: “Tutti lavori nel sottosuolo…”
Bibliotecario: “(continuando a tradurre) Questo luogo è ben noto come un luogo maledetto e si dice che esso, ai tempi dei romani…”
Quatermass: “Io debbo andare…”
Bibliotecario: “Ha detto, scusi?”
Quatermass: “Ah, ora debbo andare ma la signorina resterà… Prenda nota di tutto e poi vediamoci con Roney, deve essere messo al corrente… (si rivolge poi al bibliotecario) Ah, molte grazie!”
Quatermass torna a Hobbs Lane e davanti all’ingresso trova il Capitano Potter il quale ha l’ordine di non far entrare nessuno, questo perché Breen sta per iniziare a trapanare la paratia, servendosi dell’aiuto di una ditta privata, come poi aveva consigliato lo stesso Quatermass. L’apparecchiatura prende energia da un generatore sistemato all’esterno. Quatermass entra ugualmente. Davanti alla misteriosa paratia c’è il tecnico della ditta, Sladden (Duncan Lamont, 1918 – 1978), il quale sta finendo di montare il braccio allungabile che fa da sostegno al trapano. Accanto a lui c’è Breen.
Sladden: “Non c’è niente che possa resistere a questo. Io ci ho forato lastre d’acciaio spesse sei pollici… Zac, come il burro! Un fesso di cassiere era rimasto nella camera blindata e lo tirai fuori. Era un lavoro segreto come questo…”
Breen: “E allora, scusi, perché ne parla?”
L’ufficiale scende la scaletta e vede Quatermass venirgli incontro agitatissimo.
Breen: “Ah, Quatermass!”
Quatermass: “Breen. Dobbiamo fermare tutto, almeno per il momento. Ora le spiego…”
Breen: “No. Si va avanti, ora!”
Breen si mette in contatto telefonico con Potter il quale si assicura che la strada sia sgombra per poi darne comunicazione al suo superiore.
Quatermass va dentro con Sladden e questi comincia a trapanare senza alcun risultato. Riprova e una vibrazione comincia a scuotere ogni cosa intorno compresi loro stessi e Breen il quale è appena fuori dal cunicolo. Un altro tentativo viene fatto e questa volta le vibrazioni sono insopportabili. Quatermass ordina a Sladden di uscire mentre Breen comunica a Potter di fermare il generatore. Nello stesso momento un taxi porta sul luogo Roney e Barbara. Potter si precipita di sotto trovando i tre ancora storditi per le vibrazioni e Quatermass vede arrivare anche Barbara e Roney.
Quatermass: “Il trapano… non ha funzionato, Roney… quel suono! Tutto come nelle vecchie cronache… Barbara gliel’ha detto?”
Roney: “Sì.”
Quatermass: “… E c’è disegnato un Pentacolo dentro…”
Roney: “Cosa?!”
Quatermass: “Guardi lei stesso…”
Lo scienziato gli porge i guanti e Roney si precipita dentro il cunicolo mentre Breen sta ordinando dei sacchi di sabbia per metterli tutt’intorno all’orifizio per attenuare le vibrazioni. Quatermass gli sconsiglia di andare avanti e ne stanno discutendo quando la testa di Roney sporge dall’apertura e lo chiama. Lo scienziato e gli altri raggiungono l’archeologo.
Roney: “(indicando un foro slabbrato grande come un pugno) A me sembra che il trapano abbia funzionato.”
Sladden: “Non l’ho fatto io, quel buco.”
Breen: “Cosa? E chi lo ha fatto, allora?”
Sladden: “Io no davvero. È molto più grosso della punta del trapano e poi quello non è davvero un buco da trapano: il metallo sembra fuso.”
Breen: “Va bene, va bene… esca di qui!”
Sulla paratia si formano delle crepe e la parete si frantuma in un’animazione francamente un po’ ingenua ma che comunque mostra, per la prima volta, l’interno dello scafo: una specie di alveare cangiante dentro al quale ci sono tre creature dall’aspetto di cavallette grandi quasi come un essere umano con due corte antenne, simili a corna sul cranio, e possiedono inoltre tre zampe raccolte sotto il loro guscio.
Quatermass: “I Demoni…”
Appena esposto all’aria, l’interno comincia a deteriorarsi e i “favi” che racchiudono le creature cominciano a sgretolarsi facendole apparentemente muoversi.
Quatermass: “Niente… Sono morti! Sono morti da molto tempo.”
Roney: “Che cosa sono?”
Quatermass: “Non lo so ma già si stanno decomponendo. Questo è lavoro per lei, vero?”
Roney: “Sì! (si affaccia all’esterno) Barbara, telefoni all’Istituto! Dica a Clyde… No, non c’è tempo! Gli dica di tenere tutto pronto per il lavoro più importante che abbiamo mai fatto!”
Breen: “Che lezzo, sembra pesce marcio!”
Quatermass: “O locuste…”
Roney: “Non perdiamo tempo. La decomposizione è troppo rapida. Potter!”
Quatermass: “Il tempo li ha ripresi…”
Breen: “Che cosa intende dire?”
Quatermass: “Erano sigillati là dentro finché non li ha aggrediti la nostra atmosfera, la sporca aria di Londra. Potevano restare intatti altri cento anni… o un milione di anni!”
Roney dà veloci istruzioni a Potter il quale, a sua volta, ordina al Sergente di procurare delle tavole e dei sacchi vuoti. L’archeologo, con l’aiuto di Quatermass, il quale non garantisce per il suo stomaco, porta fuori la prima delle tre creature e la poggiano su una tavola sulla quale sono stati posti dei sacchi per cercare di assorbire il liquido che sgocciola dagli esseri. Mentre arriva Barbara, Potter e un altro soldato giungono davanti a lei con l’essere e la donna, pur sconvolta, lo fa appoggiare sul tavolo, quindi, presa la macchina fotografica, inizia il suo lavoro. Anche la seconda e la terza creatura vengono portate all’aperto e Roney comincia a operare per conservarli il più possibile.
Barbara: “Che cosa usa?”
Roney: “Il fissaggio numero 2″
Barbara: “Può fidarsi?”
Roney: “È necessario che rischi. Se riesco a salvare l’involucro e un po’ di fluido corporeo per analizzarli…”
Quatermass e Breen osservano ciò che resta dell’alveare.
Quatermass: “Queste forme suggeriscono l’idea di una specie di apparato, di strumenti.”
Breen: “Uhm… la sua immaginazione si sta sfrenando.”
Quatermass: “La sua, no?”
Breen: “Come?”
Quatermass: “Però nulla è stato trovato, ed è strano, perché, se esistevano organi propulsori esterni, non riesco a capire come li controllassero a meno che… a meno che il missile stesso non fosse in grado di guidarsi.”
Breen: “Lei è matto!”
Quatermass: “La sua sostanza non è inerte, tutt’altro, lo sappiamo!”
Breen: “Ma mi faccia il santo piacere! Troppe assurdità si sono già dette su questo… apparato! Morti da milioni di anni! Io conosco il puzzo della morte, mi creda, e so anche quanto tempo dura!”
Quatermass: “E mi può spiegare tutto questo?”
Breen: “Sissignore!”
Quatermass: “Sono tutto orecchi.”
Breen: “Quando mi parrà!”
Breen si allontana come un bambino arrabbiato e Quatermass raggiunge Barbara.
Quatermass: “Vorrei che fotografasse la cella in cui erano.”
Barbara: “Sì, certo.”
Quatermass: “Sta andando in pezzi. Sparisce ogni prova di ciò che abbiamo visto.”
Le creature vengono portate all’Istituto e tolte dal loro imballaggio. Malgrado ogni precauzione, una delle zampe si stacca da uno degli esseri. Cominciano gli esami. Un’incisione addominale fa fuoriuscire del liquido color fango. Le sezioni vengono poste in contenitori trasparenti mentre Quatermass guarda sotto la lente la pellicola che copre gli occhi sfaccettati degli esseri.
Quatermass: “Li classificate come insetti?”
Roney: “Diciamo artropodi. Un bel termine generico che comprende anche granchi e ragni. Solo che nessun artropode terrestre ha mai avuto quelle zampe tripodi.”
Quatermass: “Sembrano i demoni di certe antiche incisioni… Roney, la loro immagine…”
Roney: “Vezzosissima.”
Quatermass: “È escatologica. Seriamente, dico. Non l’abbiamo vista in tante raffigurazioni pittoriche dell’inferno? È viva nel profondo della nostra mente, una memoria atavica.”
Roney: “Sicuro (sfoglia un libro illustrato). Guardi qui: una pittura murale di trentamila anni fa, un uomo con una maschera rituale. Mi chiedo a che modello s’ispirò l’autore.”
Un suo assistente gli porta dei fogli con i risultati dei primi esami sugli esseri.
Roney: “Grazie (li porge a Quatermass). Forse questi sono vecchi amici che avevamo perso di vista.”
Quatermass: “Peso e struttura fanno pensare a un mondo con basso indice di gravità, dall’atmosfera rarefatta.”
Roney: “Forse un mondo che adesso è morto ma che qualche milione di anni fa era vibrante di vita.”
Quatermass: “Il nome… È già logoro per l’uso ma ancora nessuno si è presentato a rivendicarlo. È questo veramente un marziano?”
Una consistente folla di giornalisti sta assediando l’Istituto e il custode chiude loro la porta proibendo di entrare. Anche un suo collega è in difficoltà sull’altra entrata per cui il custode chiede a Barbara se non può essere fatto qualcosa per quella gente, in caso contrario sarebbe necessario l’intervento della polizia.
All’interno del laboratorio di Roney la discussione continua.
Quatermass: “E quanti ce n’erano di questi uomini scimmia?”
Roney: “Sette. Beh, almeno sei completi.”
Quatermass: “Scimmie con il cranio molto sviluppato e con determinate facoltà sviluppate o fatte sviluppare…”
Roney: “Cosa?”
Quatermass: “Lo spirito di conservazione, uno strano fenomeno. Roney, se noi scoprissimo che la nostra Terra è condannata, diciamo per mutamenti climatici, che cosa pensa che faremmo?”
Roney: “Niente. Continueremmo a litigare, al solito.”
Quatermass: “Sì, questo perché siamo uomini…”
Barbara entra nella stanza con in mano delle fotografie.
Barbara: “Scusate l’interruzione. Non si potrebbe rilasciare una qualsiasi dichiarazione? La folla fuori aumenta e si fa minacciosa.”
Quatermass: “Sono le fotografie che ha fatto?”
Barbara: “Sì.”
Quatermass: “Bene. Mostriamole.”
Roney: “Buona idea.”
Una folla di curiosi si assiepa ora davanti all’ingresso della Metropolitana, a Hobbs Line: radio, televisione e giornali non parlano d’altro:
TROVATA UNA MACCHINA SPAZIALE
Quatermass è stato convocato al DM-2 nell’ufficio del Ministro e viene ricevuto da un agitatissimo Howell il quale si affretta a comunicargli che il Ministro della Difesa (Edwin Richfield, 1921 – 1990) non è di buon umore.
Come entra, assieme al segretario, il telefono suona e Howell va rispondere mentre il Ministro guarda gelidamente Quatermass il quale riceve un’altra occhiata, non proprio amichevole, anche dal Colonnello
Breen.
Howell: “Difesa, Ufficio del Ministro…”
Quatermass: “Buona Sera, Signore…”
Ministro: “Professore, mi stupisce molto quello che ha fatto.”
Howell: “Signore, è il segretario del Primo Ministro…”
L’uomo politico fa un cenno di secco diniego a Howell.
Howell: “Mi dispiace ma è ancora in seduta, riprovi fra venti minuti…”
Ministro: “Ora il Primo Ministro e gli Interni che tempestano per sbarrare la zona e aprire un’inchiesta (suona nuovamente il telefono). Non Risponda!”
Il servizievole Howell alza ugualmente la cornetta.
Howell: “Mi dispiace, il Ministro non c’è.”
Ministro: “Ora, prima che indicano una seduta straordinaria al Parlamento e mi facciano interpellanze, vorrei da lei alcune risposte.”
Quatermass: “Lei quanto ne sa?”
Ministro: “So qualcosa dal Colonnello Breen e quello che ho letto qui (indica il giornale). Perché lo ha fatto?”
Quatermass: “La gente voleva sapere…”
Ministro: “E lei ha parlato, senza consultarsi né avere il permesso!”
Quatermass: “Il permesso di chi?”
Ministro: “Di questo Dicastero!”
Quatermass: “Non mi è sembrato che riguardasse il Ministero della Difesa.”
Ministro: “Questo lo vedremo! Dunque, strabilianti deduzioni, eh? (Suona nuovamente il telefono). Insomma, basta!”
Howell: “(rivolto al Centralino) Non chiamare più fino a nuovo ordine.”
Ministro: “Che cosa ha inteso dire?”
Quatermass: “Il Professor Roney e io siamo convinti che quegli artropodi non siano di questa Terra.”
Ministro: “Questo mi consta. Siete arrivati a parlare di Marte…”
Breen: “Marte è estinto. Non vi è rimasto che qualche ciuffo di licheni.”
Quatermass: “Ma cinque milioni di anni fa, forse, era molto diverso. Supponete che allora fosse abitato da esseri viventi così progrediti da poter raggiungere la Terra in un’epoca nella quale gli esseri più evoluti qui, e cioè i nostri avi, erano solo una razza di scimmie del Pliocene…”
Ministro: “Continui.”
Quatermass: “Hanno pensato di fondare qui una colonia perché il loro pianeta era condannato, ma non potendo vivere nella nostra atmosfera, iniziarono degli esperimenti…”
Ministro: “Esperimenti?”
Quatermass: “Gli uomini scimmia trovati accanto al missile erano abnormi…”
Breen: “(in tono ironico) Oh… e le locuste erano scienziati.”
Quatermass: “È chiaro che un rapporto esiste. Io penso che quelle scimmie, subite determinate mutazioni, venivano riportate sulla Terra.”
Breen: “E lei è davvero convinto di tale possibilità? Cioè che scimmie fossero sistematicamente trasferite da questo pianeta ad un altro e…”
Quatermass: “…Modificate mediante incroci selettivi. Chirurgia atomica, metodi a noi sconosciuti e riportate qui dopo averle dotate di nuove facoltà: una grande intelligenza, forse qualcos’altro…”
Howell: “In effetti, una colonizzazione…”
Quatermass: “Un modo di sopravvivere altrove. Colonizzazione per procura, sempre meglio che sparire completamente..”
Howell: “Certo. L’esperimento doveva essere fatto su vasta scala.”
Quatermass: “Se sono nel vero, quello scoperto da noi fu un caso sporadico, probabilmente un incidente,
un atterraggio andato male e morirono tutti. La valle del Tamigi era una palude, allora.”
Ministro: “Ma si rende conto di quello che sta dicendo? Che noi dovremmo la nostra attuale condizione umana all’intervento di strani insetti!”
Quatermass: “È quanto ritengo.”
Ministro: “E così questa è la sua grande teoria! E per questo ci troviamo quasi in stato di allarme… Aaah! Adesso, perlomeno, potremo tranquillizzare il Ministero degli Interni…”
Howell: “Lo chiamo?”
Ministro: “Sì… Volevo prima sentire la sua teoria.”
Howell: “Qui il Ministero della Difesa, sono Howell…”
Ministro: “Colonnello Breen, glielo dica, glielo dica!”
Breen: “Le ho detto che avevo una spiegazione. I tedeschi, nel 1944…”
Quatermass: “Oh, Breen… Non mi dica che è rimasto lì!”
Breen: “Professor Quatermass! Lei è esperto in certi campi, io in altri. Una delle mie specializzazioni sono le armi e un’altra la propaganda militare quindi, la prego, ascolti la mia opinione senza interrompermi! Io credo che quando i tedeschi si videro perduti, tentarono un colpo di propaganda terroristica. Lanciarono una bomba volante sperimentale con l’intento di produrre esattamente l’effetto che ha prodotto adesso… grazie al suo aiuto…”
Gli mostra un giornale dove spicca, a caratteri di scatola, il titolo:
INSETTI MOSTRUOSI NELLO SPAZIO
Breen: “… Benché un po’ in ritardo per il loro fine.”
Quatermass: “E come spiega quegli artropodi?”
Breen: “Semplice. Messi là dentro come un ultimo ritocco, come sirene da baraccone, fatte di pelle e cartilagini di chissà quale rettile.”
Ministro: “(prendendo in mano il telefono passatogli da Howell) Pronto, John?”
Quatermass: “No, aspetti, deve sentire anche le dichiarazioni degli esperti!”
Ministro: “Già fatto (Rivolto a Breen). È innocuo quel missile?”
Breen: “Totalmente esaminato.”
Ministro: “Nessun pericolo per i cittadini?”
Breen: “Nessuno, ne sono certo.”
Ministro: “Pronto, John? Mi dispiace per le tue notti insonni ma ora è tutto finito…”
Quatermass se ne va via irritato e disgustato mentre il Ministro continua il suo sproloquio.
Ministro: “… Beh, non è stato altro che un gigantesco falso allarme…”
E il comunicato viene immediatamente diramato, tramite gli altoparlanti, dalla Polizia nella zona di Hobbs Lane.
Ispettore: “Attenzione, attenzione. Questo è un annuncio ufficiale. Malgrado le notizie inesatte pubblicate finora, il missile rinvenuto qui è risultato essere un’arma propagandistica tedesca dell’ultima guerra. Esso è stato esaminato e non è pericoloso, ripeto: non c’è nessun pericolo. A breve sarà diramato un resoconto completo. Ora circolare, prego.”
Un giornalista si avvicina alla macchina dell’Ispettore di Polizia (John Graham).
Giornalista: “Ispettore, ora si può scendere a dare un’occhiata?”
Ispettore: “Domani. Domani l’accesso sarà permesso a tutti, stampa, TV, a tutti.”
È sera. Nello scavo di Hobbs End, la squadra di Potter sta caricando sul camion il materiale e la strumentazione, anche Sladden entra all’interno della sotterranea per recuperare il suo trapano. Come l’uomo penetra all’interno della paratia, ecco ricominciare le vibrazioni.
Anche Barbara è scesa per recuperare degli strumenti e vede l’uomo passargli accanto urlando mentre un turbine di vento lo attornia e gli oggetti sembrano levitare accanto a lui. Sladden corre via per le strade della città sconvolgendo un chiosco di hot dog e dirigendosi, ormai privo di forze, in un vecchio cimitero che costeggia una chiesa.
Cade sul terreno ghiaioso e lo vede ondeggiare violentemente sotto il suo viso (la scena è stata ovviamente realizzata con un tappeto che simulava il terreno, l’attore poggiava su un piano rialzato e, da sotto, i tecnici, lo facevano ondeggiare).
Barbara ha seguito Sladden e, poco dopo, ritorna con Quatermass per andare a parlare con il Vicario (Thomas Heathcote, 1917 – 1986), il quale ha ospitato l’uomo che ora è pesantemente seduto su una sedia della sacrestia, lo sguardo perduto nel vuoto.
Quatermass: “Ha chiamato un medico?”
Vicario: “No, no. Quando ho sentito quei suoni ho detto al Maestro del Coro di andare e di congedare i turisti. Io dovevo rimanere solo con quest’uomo. Ero sicuro che era perseguitato da uno spirito infernale.”
Quatermass: “Bisogna che lo interroghi.”
Vicario: “Forse domani…”
Quatermass: “No. È pericoloso attendere… per gli altri… Sladden, puoi dire che è successo? Stasera, allo scavo, ricordi che eri lì? Stavi recuperando degli attrezzi… Ti ha ferito qualche cosa che volava nell’aria, ti ricordi se gli oggetti là dentro si muovevano da soli?”
Sladden: “Sì…. Oooh… Dovevo correre, dovevo fuggire, arrivavano…”
Quatermass: “Chi, che cosa?”
Sladden: “Loro… loro!”
Vicario: “Basta, la prego!”
Sladden: “… E poi ho cominciato… ho cominciato anche a vederli! Li avete visti anche voi? Con gli occhi… e le corna…”
Barbara: “Ha visto gli artropodi!”
Sladden: “Ed erano vivi!”
Quatermass: “Vivi?”
Sladden: “Saltavano… Erano velocissimi… e centinaia, centinaia… ed io sapevo che ero solo…”
Quatermass: “Come si muovevano?”
Sladden: “A… a… a salti, saltavano!”
Vicario: “Lo lasci in pace!”
Quatermass: “(ignorandolo) Dove?”
Sladden: “Dentro e fuori, in quei posti grandi… dentro e fuori… oh, enormi… proprio su nel cielo!”
Quatermass: “Cielo?! Di che colore era, azzurro?”
Sladden: “No… Nero… nero e anche rosso…”
Si accascia sulla sedia mentre un turbine di vento penetra nella Chiesa. È un attimo, poi tutto torna tranquillo.
Vicario: “Poteva lasciarlo stare. Non se n’è ancora liberato.”
Quatermass: “Eh… forse è sempre stato in lui.”
Vicario: “Che vuol dire?”
Quatermass: “In tutti noi. Facoltà ancestrali sopite in noi, chiaroveggenza, telecinesi…”
Vicario: “Lei usa dei termini scientifici per spiegare queste cose?”
Quatermass: “Al contrario, sono d’accordo con lei: quello che è venuto fuori è il Male, diabolico, antico come il mondo stesso e quella che ci ha dato ora è stata una visione della vita su Marte cinque milioni di anni fa… quello e la facoltà inconscia di far muovere gli oggetti, nostri antichi poteri che in qualche modo vengono risvegliati dalla cosa nello scavo.”
Barbara: “Non dovremmo riferirlo alle autorità, avvisarle?”
Quatermass: “Non ci ascoltano. Ci vorranno le prove… Lei ha le chiavi dell’Istituto?”
Barbara: “Sì.”
Quatermass: “Bene, agiremo di là.”
Dall’Istituto Quatermass telefona al Gruppo Missili e ordina al suo collaboratore Jerry Watson (Robert Morris) di venire a Londra con della strumentazione, prima fra tutte lo psicotelerivelatore. Una volta installata l’apparecchiatura Jerry la collega con lo strumento di Roney e lo stesso archeologo si mette la cuffia in testa per vedere se le immagini del suo cervello vengono registrate e rese visibili. I tentativi sono al momento infruttuosi.
Barbara: “Lei spera ancora?”
Quatermass: “Lui dice che funzionerà. Il vostro apparecchio per localizzare i centri del cervello e il nostro per tradurre i segnali.”
Barbara: “E se funziona? Cercate di ripetere quello che è accaduto a Sladden?”
Quatermass: “Sperimentalmente.”
Barbara: “Lei ha detto che certe facoltà sono in tutti noi.”
Quatermass: “Facoltà medianiche, chiaroveggenza… Fenomeni registrati in tutto il mondo e in tutte le epoche: miti, magie, perfino la stregoneria, forse è tutto venuto di là.”
Barbara: “E dato che tutti abbiamo tali facoltà, saremmo noi i marziani…”
Jerry li chiama e mostra loro lo schermo dove viene proiettata un’ immagine proveniente dal cervello dell’addormentato Roney.
Quatermass: “I centri visivi del subcosciente!”
L’esperimento viene ripetuto nello scavo ed è Quatermass la cavia. Roney gli sistema la cuffia che lo collega all’apparecchiatura che Jerry manovra in una postazione subito dopo l’ingresso ai binari. Lo scienziato e l’archeologo sono dentro l’apertura che ha ancora montata l’apparecchiatura di Sladden.
Quatermass: “Sembra che tragga energia da qualunque sorgente ma, soprattutto. da quel generatore probabilmente per induzione…”
Roney: “Stia fermo un momento… Bene. Ora farà tutto quello che ha fatto Sladden.”
La vibrazione comincia mentre Roney e Jerry controllano la strumentazione e si tengono in contatto radio con Quatermass.
Jerry: “Non si vede niente, Professore, proprio niente.”
Roney: “Ma è incominciato, non sente il fracasso?”
Quatermass: “Non ricevo nessuna impressione visiva, nessuna Roney. Io… provo ancora un po’… però non credo che funzionerà con me.”
Roney: “Quatermass, provi!”
Quatermass: “Sentite, sì?”
Roney: “Sì… sì…”
Jerry: “Aspetti… Ora!” (aziona un interruttore)
Roney: “Sì, Quatermass!”
Barbara si sta avvicinando alla nave spaziale come in trance.
Quatermass: “Diventa troppo forte per me!”
Roney: “Non la sentiamo, gridi di più!”
Quatermass: “Devo venire fuori di qui! Sento che non resisto, sto uscendo adesso!”
Uscendo dalla paratia Quatermass si trova davanti a Barbara che è arrivata in cima alla scaletta d’accesso.
Barbara: “A me… Io…l i vedo!”
Quatermass: “Come?!”
Roney: “Quatermass, ma che succede?”
Quatermass: “Roney, Barbara! Lei li vede, venga giù, presto!”
Barbara: “Li… li vedo…”
Quatermass: “Provi!”
Lo scienziato le passa la cuffia e, con l’aiuto di Roney sostengono e trattengono la ragazza che sta per volare via assieme a tutti gli oggetti intorno, i quali danzano come impazziti. Dopo un urlo la donna sviene e tutto torna tranquillo. Quatermass lascia Barbara tra le braccia di Roney e si avvicina a Jerry, il quale, durante la prova di Barbara, aveva segnalato che delle immagini erano apparse.
Quatermass: “Beh, hai registrato quelle immagini?”
Jerry: “Sì e li ho veduti anch’io sul monitor.”
Quatermass: “Bene, credo che adesso abbiamo qualcosa da mostrare al Colonnello Breen!”
La mattina stessa, all’Istituto, si trovano riuniti praticamente tutti i protagonisti della vicenda. Quatermass sta facendo scendere uno schermo.
Quatermass: “Quello che state per vedere è un ricordo custodito per milioni di anni nella materia stessa di quell’astronave e ora raccolto dal sensibilissimo cervello di questa giovane donna, altamente ricettivo, come quello di Sladden. Molto più dei nostri.”
Ministro: “E ora che cosa vuole mostrarci?”
Quatermass: “Una purga razziale. Un’ uccisione in massa di marziani. Sei pronto?”
Le sequenze che passano, pur confuse, mostrano gli artropodi in movimento. Non sono scene tecnicamente molto raffinate, le cavallette saltellano in fila indiana perché sono fissate a delle aste e vengono mosse fila per fila, ma il tutto è così volutamente confuso che quantomeno passa con sufficienza.
Il breve filmato è finito.
Ministro: “Sì… ehm… assai curioso…”
Howell: “Gli stessi artropodi che sono stati trovati nel missile.”
Quatermass: “Gli stessi. Avete visto che uccidevano e che venivano uccisi. Io credo che abbiamo assistito a un massacro rituale per la preservazione di una data stirpe, per impedirne le mutazioni.”
Howell: “Santo cielo!”
Quatermass: “E così che vivevano. E così intendevano che dovessero vivere i loro sostituti sulla Terra.”
Barbara: “Si ricomincia!”
Quatermass: “La mia preoccupazione è che questo ricordo remoto di uccisioni sia unito ad altro potere che l’astronave sembra possedere: il potere di trasformare l’energia umana in una forza incontrollabile!”
Breen: “Baggianate!”
Quatermass: “Ma noi l’abbiamo percepita, anche lei!”
Breen: “Ma no, andiamo, qualche vibrazione!”
Ministro: “Via, Signori, evitiamo le discussioni. Stiamo cercando qualche spiegazione razionale ed eccone una: questa vostra apparecchiatura, veramente complessa, ingegnosa, è stata realizzata per registrare delle allucinazioni o è stata…”
Breen: “È la parola giusta!”
Roney: “Allucinazioni?! No, aspetti…”
Ministro: “Va bene, allora chiamiamole immagini della mente. Ora, questa signorina è di notevole immaginazione ed è affaticata e ha visto quegli esseri che per il Colonnello Breen sono artefatti. Che cosa ci sarebbe di più naturale se…”
Quatermass: “Ma no, una teoria non si liquida così!”
Ministro: “Preferisce che liquidi la teoria del Colonnello Breen?”
Quatermass: “Ma se ci fosse stato lei e avesse visto…”
Ministro: “Professor Quatermass. Io non ritengo che lei abbia ragione in questa faccenda. Trovo le sue ipotesi risibili.”
Quatermass: “E darete libero accesso a tutti allo scavo?”
Ministro: “Sì, stasera. Alla stampa, alla radio, alla televisione.”
Quatermass: “No, Signore, non deve farlo!”
Ministro: “Il mio solo dovere è ora tranquillizzare l’opinione pubblica. E lei, dipendente del Governo, ha lo stesso dovere e mi farà il piacere di occuparsi d’altro!”
È sera. A Hobbs Lane sono intervenuti giornalisti e troupe televisive, oltre che una folla di curiosi. Arriva anche Quatermass che si fa largo per entrare all’interno della stazione dove Breen, assieme ad Howell, sta tenendo una conferenza stampa. Accanto a loro c’è anche il Capitano Potter.
Breen: “… E il Governo della Germania Federale si è gentilmente impegnato a fare ricerche sui documenti del tempo di guerra allo scopo di riuscire finalmente a identificare il missile.”
Howell: “Copie del comunicato del Colonnello Breen sono a disposizione di chi ancora non ne ha avute. Ora, prima di accompagnarvi giù a vedere con i vostri occhi, avete domande?”
Giornalista: “Ehm, sì… Non c’è pericolo?”
Breen: “Ah, nessun pericolo!”
Howell: “Qualche altra domanda? Altrimenti…”
Quatermass: “Sì. Ho io una domanda: il Colonnello Breen è solo un pazzo o un codardo?”
Breen: “Che cosa intende dire? Come osa…”
Howell: “No, un momento! Professore, credevo che fosse…”
Quatermass: “Il Colonnello ha paura? Tanta da trincerarsi dietro una parvenza di razionalità?”
Breen: “Io dico quello che so, che è la verità!”
Quatermass: “Ma dica quello che ha veduto laggiù. Potter, c’era anche lei, parli lei!”
Potter: “Signore, trovammo…”
Un urlo proviene dall’interno dello scafo, una scarica elettrica mentre un tecnico (Roger Avon, 1914 – 1998), si precipita all’esterno della paratia ma un suo compagno è rimasto ucciso. Potter lo porta fuori mentre una strana luce comincia ad accendersi nello scafo… L’elettricista è morto.
Viene ridata corrente tranne che nella zona della nave e, solo in quel momento, vediamo che Barbara è salita in cima alla scaletta e sta guardando dentro al missile. Quatermass e Potter le si avvicinano.
Potter: “Che cosa c’è?”
Barbara: “Si è illuminato, sembra vivo.”
Potter: “Ma io non vedo nulla!”
Barbara: “Io ho visto… prima che tornasse la luce.”
Quatermass chiede a Breen di far sgomberare la zona ma il Colonnello non lo considera. Sul muso della nave spaziale appaiono delle tracce azzurre, come delle vene. Howell tranquillizza il pubblico e dà il via al collegamento televisivo il quale però s’interrompe subito mentre Quatermass sta ancora tentando di allontanare la gente. Un’esplosione fa saltare per aria un giornalista che si era avvicinato troppo allo scafo. Ora tutti fuggono e Quatermass cerca di far sgomberare la zona con l’aiuto di Potter e Breen in maniera calma e ragionata ma è tutto inutile. Lo scienziato viene scaraventato giù dalla passerella, le lampade scoppiano e una cinepresa si apre svolgendo la pellicola. Una pesante telecamera schiaccia Howell. Tutto trema e tutto è investito da un forte vento mentre l’astronave è diventata completamente azzurra e cosparsa di vene blu pulsanti. È come una creatura viva.(l’idea verrà poi in parte ripresa in Punto di non Ritorno).
Il panico dilaga per le strade, alla paura si sostituisce una forma selvaggia e omicida. Quatermass si avvicina a Howell ma l’uomo muore dopo pochi istanti, vede Barbara e la porta fuori. Anche Potter cerca di trascinare via Breen che lo spinge via e s’inginocchia in stato di trance davanti alla nave, i suoi abiti cominciano a fumare mentre Potter si allontana… All’esterno Quatermass e Barbara vengono separati dalla folla inferocita. Lo scienziato si lascia portare via e solo l’intervento di Roney che se lo trascina dietro e lo porta in pub deserto, chiudendo le porte dietro di sé, lo salva dall’essere travolto dalla marea inferocita, in mezzo a case che crollano, a incendi, a urla inumane.
Quatermass: “Roney!”
Roney: “Ora sì. Avanti, sieda! Tenga, non è il modo di servire un whisky ma siamo a corto di bicchieri… e adesso lo mandi giù.”
Quatermass: “Mi… ha fermato!”
Roney: “Appunto, l’ho fermata. Si lasciava trascinare da quella gente.”
Quatermass: “Erano… persone?”
Roney: “Che?! Ma certamente!”
Quatermass: “Lei non la sente?”
Roney: “Che cosa?”
Quatermass: “Qui (indica la testa). Non… sente niente?”
Roney: “No.”
Quatermass: “Forse qualcuno è immune… pochissimi…”
Roney: “Io… stavo uscendo dall’Istituto e ho sentito delle grida in lontananza…”
Quatermass: “È accaduto quello che temevo: lo scafo assorbe enormi quantità di energia. La sua stessa materia sembra aver preso vita… e poi… tu non riesci più a vedere questo mondo…”
Roney: “E così anche ora?”
Quatermass: “No… No, ora va meglio.”
Roney: “C’è più calma. C’è rimasto qualcuno laggiù?”
Quatermass: “Breen!”
Ma Breen è morto, il suo corpo bruciato cade ai piedi dello scafo.
Quatermass: “Sta cambiando… io lo sento… diventa più forte!”
Lo scienziato si rivolge contro Roney e, con il potere della mente, gli scaglia addosso degli oggetti. Roney si ripara dietro un tavolino poi afferra Quatermass per il bavero.
Roney: “Si sta impossessando di lei, lo combatta, gli resista! Sente quello che le dico? Pensi forte, pensi! Usi il suo cervello, la sua memoria, gli resista!”
Quatermass: “Sì… sì … mi chiamo Bernard Quatermass, sono professore di fisica, direttore del Gruppo Sperimentale Britannico, attualmente impegnato in… Io volevo ucciderla… e potevo farlo senza muovermi, senza un cenno. Io lo sentivo e lo avrei fatto…”
Roney: “Perché? Sapeva perché?”
Quatermass: “Perché lei è… diverso… e sentivo che doveva essere distrutto… distrutto…”
Le urla fuori stanno aumentando.
Quatermass: “Senta!”
Roney: “Gli animali, stanno uccidendo gli animali!”
Quatermass: “No, non solo gli animali!”
Un gruppo di uomini circonda un altro essere umano, uno degli immuni, e lo uccide scagliandogli contro delle pietre con la forza del pensiero.
Quatermass: “Era la forza sepolta nello scafo, l’impulso a preservare la loro specie! Distruggere tutto ciò che era estraneo, captare l’energia vitale di Londra per trasformarla in colonia di Marte!”
Roney: “Non è possibile, dopo tanto tempo!”
Quatermass: “È possibile ed io lo sento, lo vedo… Li vedo!”
Roney: “Gli resista, deve! Venga, siamo forse i soli che possiamo fare qualcosa!”
I due avanzano tra gli incendi, gli scoppi, le crepe nel terreno e i crolli degli edifici. Dietro uno di essi, alto nel cielo, la sagoma cangiante di una delle mostruose creature si staglia nel nero della notte e nel riverbero dei fuochi.
Roney: “È il Demonio, l’essenza del Male. No, non lo guardi! “
Roney porta al riparo Quatermass in un catapecchia molto simile, se non è la stessa, a quella che visitò lo scienziato solo poche ore prima. Dalla finestra guarda la sinistra presenza…
Roney: “Massa in energia!”
Quatermass: “La causa di ciò che sta accadendo, la causa! Oh, Dio,Dio! (chiudono le imposte) Che si può fare, Roney, che si può fare?”
Roney: “Massa in energia! La legge fondamentale deve funzionare!”
Quatermass: “Cosa?”
Roney: “Il metallo è un conduttore d’energia, bisogna tentare! Investire quell’essenza diabolica con una grossa massa metallica, collegata al suolo!”
Quatermass: “Scaricarla nella Terra!”
Roney: “Sì.”
Quatermass: “No. È troppo semplice!”
Roney: “Ma è appunto quello che bisogna fare: usare la più semplice nozione finché si è in tempo di poterlo fare.”
Quatermass scosta delle travi che coprono una finestra.
Quatermass: “Quella gru! Ci proverò.”
Roney: “No!”
Quatermass: “Sì!”
Si avviano ma Barbara li sta seguendo. Aprono il cancello del cantiere ma la forza mentale della ragazza cerca di ostacolarli. Roney ordina a Quatermass di fermarla mentre lui si arrampica sulla gru. Lo scienziato stordisce Barbara con un pugno e Roney sposta piano piano il braccio della gru verso la gigantesca figura. Il supporto della base cede a causa di un crepaccio ma Roney guida il braccio verso il demone. Un lampo, uno scoppio ed è la fine della creatura aliena e del coraggioso archeologo. Quatermass raggiunge affranto Barbara che si è riavuta. La donna è normale, ora, tutto è finito. Lontano, le sirene dei pompieri… avranno molto lavoro da fare…
La pellicola fu realizzata con un relativo dispendio di mezzi, anche se alcune sequenze come, per esempio, il crollo di una delle case, fu tratta di peso da altri film.
Il regista Roy Ward Backer, nato il 19 dicembre 1916, è famoso per la sua interessante carriera nel cinema horror. Ha esordito alla regia nel 1947 e di lui ricordiamo Vampiri Amanti, Barbara il Mostro di Londra, La Leggenda dei Sette Vampiri d’oro una curiosa e riuscita commistione tra il cinema dell’orrore e le arti marziali, poi il film a episodi Monster Club e La Maschera del Terrore. e’ morto nel 2010.
Andrew (Quatermass) Keir è nato il 3 aprile del 1926 a Shotts, nel Lanarkshire, in Scozia. Lo ricordiamo in Dracula, Principe delle Tenebre, in Daleks, il Futuro tra un milione di anni ed Exorcismus, conosciuto anche come Cleo, la Dea dell’amore. È morto il 5 ottobre del 1997.
Anche James Donald ci ha lasciati. Era nato il 18 maggio 1917 ad Abardeen, nell’Aberdeeshire, in Scozia. Di lui ricordiamo anche M-7 Non risponde. È morto per un tumore allo stomaco il 3 agosto 1993.
Barbara Shelley, nata il 1933 a Londra, ha lavorato in parecchi film di fantascienza e dell’orrore. La ricordiamo in Cat Girl, Il Sangue del vampiro, Il Villaggio dei dannati, Lo Sguardo che uccide e Dracula Principe delle Tenebre. Ha partecipato anche a un episodio della serie Agente Speciale intitolato Da Venere con amore. Il Colonnello Breen è interpretato in maniera giustamente antipatica da Julian Glover, nato il 27 marzo del 1935. L’attore appare anche in Indiana Jones e l’ultima crociata.
Anche Peter Copley, che interpreta il ruolo di Howell è apparso in film fantastici e dell’orrore come L’Uomo venuto dal Cremlino e Distruggete Frankenstein. È nato nel 1915 a Bushey, nell’Hertfordshire, in Inghilterra, ha studiato recitazione alla “Old Vic School” e ha calcato le scene sin dal 1932. Si è sposato ben tre volte e la sua prima moglie è stata l’attrice Pamela Brown.
Edwin Richfield (1922 – 1990), che nel film riveste il ruolo del Ministro della difesa, è apparso anche in I Vampiri dello Spazio, secondo episodio della serie “Quatermass” girato da Val Guest, nel ruolo di Peterson, ma, prima ancora aveva pure interpretato il ruolo di un soldato che viene bruciato in X Contro il Centro Atomico. La sua attività è stata interessante anche in televisione perché, nel 1958, aveva interpretato Max nell’episodio Behind the Mask della serie The Invisible Man e, in seguito, è apparso nell’episodio Girls in Trapeze – 1961 – della famosa serie The Avengers, interpretando Stefan. Nel 1963 e nel 1964 interpreta due ruoli diversi nella serie Ghost Squad (Tony Esposito in My Five Percent e Lambert in Cast of Thousands) e poi ancora The Avengers, nel 1965 e nel 1968, ancora in due ruoli diversi: iI Dott. Felix Teasel in Troppi Alberi di Natale e Barlow in All Done With Mirrors. Quindi, nel 1970, interpreta anche un episodio di U.F.O. intitolato Destruction, dove era l’Ammiraglio Sheringham. Nel 1973 e poi nel 1984, ancora due ruoli in Doctor Who (il Capitano Hart in Sea Devils e Mestor in Twin Dilemma).
(2 – continua)