SCHEDA TECNICA
Titolo originale: Rollerball
Anno: 1975
Regia Norman Jewison
Soggetto: dal racconto “Roller Ball Murders” di William Harrison
Sceneggiatura: William Harrison
Direttore della fotografia: Douglas Slocombe
Montaggio: Anthony Gibbs
Musica: Andrè Previn
Effetti Speciali: John Richardson
Produzione: Patrick Palmer
Origine: USA-GB
Durata: 2h e 03’
CAST
James Caan, John Beck, Maud Adams, John Houseman, Pamela Hemsley, Shane Rimmer, Moses Gunn
TRAMA:
Nel mondo del 2018 tutte le guerre sono bandite e l’uomo vive in pace in una società livellata e senza stimoli logicamente stabilita dal maxicomputer Zero (con la tendenza a cancellare ogni tanto i secoli passati dalle sue memorie). Il territorio degli Stati Uniti è diviso in Corporazioni facenti capo ad una grande città leader in un particolare settore produttivo. Per dare sfogo ai repressi istinti violenti dei cittadini e per offrire loro uno svago nella pianificazione di massa è stato ideato il Rollerball, un gioco cruentissimo in cui due squadre di gladiatori su moto e pattini a rotelle devono segnare un punto massacrando più giocatori possibili della squadra avversaria. Campione indiscusso del Rollerball, da ormai dieci anni, è Jonathan E. della Corporazione di Houston. Un misterioso e vigile comitato di controllo, nella persona del suo Presidente Bartholomew, decide che Jonathan debba ritirarsi dal Rollerball, poiché non è bene che un uomo diventi più famoso del gioco stesso (minacciando di offrire un simbolo di individualità nelle masse uniformi di cittadini). Il campione si rifiuta, cominciando a porsi domande su chi governa il mondo, sul sistema e sul Rollerball stesso. Tentato prima con donne bellissime, con un servizio TV esclusivo e con altri sottili metodi di persuasione, Jonathan non cede e continua a giocare nella sua squadra. Il Consiglio Direttivo allora cambia le regole del gioco e organizza un incontro con i Giapponesi, cercando di far eliminare Jonathan. I nipponici vengono battuti ma la squadra dello Houston viene decimata dalle tecniche di combattimento orientali. Tra gli altri muore Moonpie, spalla del campione. Interviene addirittura l’ex-moglie di Jonathan, Ella, fuggita con un altro dirigente, per persuaderlo a ritirarsi, rivelandogli che nell’ultima partita, priva di regole, il comitato cercherà di ucciderlo. Lo Houston scende in campo contro il New York ed è una spaventosa ecatombe: solo Jonathan, unico sopravvissuto, continua a correre simbolicamente in circolo mentre il pubblico lo osanna ferocemente. Anche se forse non lo sa ancora, il Sistema è sconfitto.
NOTE:
Sul tema della violenza nella società futura (con palesi rimandi ai nostri tempi) “Rollerball” è un film straordinario: cupo, pessimista, rischiarato comunque dal riscatto della dignità umana di fronte ad un occulto potere fagocitante, questo film ha il suo punto di forza nelle spettacolari e violentissime partite del sanguinoso sport. Colpisce forse ancor più della violenza visiva quella suggerita, angosciante radiografia dell’animo umano, con rimandi ad “Arancia meccanica” di Kubrick. James Caan è lo strepitoso protagonista di questo futuribile adattamento del detto “Panem et circensem”, ottimo sia nella presenza fisica che nell’incertezza morale che lo assale, inducendolo a rivedere la sua vita. Nonostante qualche lungaggine, abbiamo a che fare con una pellicola davvero indimenticabile, che in Italia divise la critica e il pubblico a causa di una certa ambiguità di fondo (un film di condanna alla violenza che a tutti gli effetti si rivela iperviolenta). La squadra degli stuntmen (tra i quali reali campioni di hockey inglesi, di pattinaggio e di motociclismo) è ineccepibile, il ritmo adrenalinico, la miscela di racconto surreale, fantascientifico e allegorico perfettamente funzionante. Alcune sequenze (relative alla debosciata società del futuro, ai suoi svaghi e alla sua vacuità) rimandano a certo cinema europeo, rallentando senza però offuscare la generale spettacolarità dell’azione. In America furono in seguito allestite reali piste di rollerball e lo sport fu a lungo praticato con successo, ovviamente senza toccarne i tassi di violenza visti al cinema. Girato a Londra e Monaco (nelle stesse locations dove Dario Argento realizzerà gli esterni dell’horror “Suspiria”, 1977), il film registrò parecchi incidenti in fase di ripresa, occorsi agli stunt e allo stesso Caan, che ebbe una spalla rotta e diverse costole incrinate. Ottimo anche il lavoro di scenografia, ad opera di John Box. Nel 2001 è stato effettuato il remake omonimo per la regia di John McTiernan.
27/10/2007, Michele Tetro