LA NOTTE HA MILLE OCCHI: LE COSTELLAZIONI 14

Con il permesso e il beneplacito di Edgar Allan Poe, passiamo a parlare de Il Corvo, anch’esso facente parte della registrazione Tolemaica. I Greci la conoscevano come “Korak” e i latini come “Corvus”, ma sempre quello era il significato. Alcune delle stelle che ne compongono la Costellazione furono chiamate dagli Arabi “Al Ajamal” (Cammello) e “Al Hibu” (La Tenda) per poi diventare “Al Ghurab” (Il Corvo).

Precedentemente abbiamo parlato del nero uccello mandato da Apollo a prendere l’acqua con una coppa da una fonte e abbiamo detto anche che il volatile, durante il percorso, vide una bella pianta di fichi non ancora maturi e, senza pensarci due volte, lasciò cadere la coppa e si posò su un ramo in attesa che i frutti maturassero. Una variazione della leggenda ci dice che, inizialmente il corvo era bianco. Dopo essersi vergognosamente rimpinzato cercò una scusa per lo smarrimento della coppa e il suo relativo ritardo per cui prese nel becco un serpente (non sappiamo se di mare o di terra) e lo portò ad Apollo dicendogli che il rettile era la cagione della sua mancata missione. Apollo, che non era del tutto scemo, non solo non credette alla scusa ma s’incazzò come una faina e condannò il volatile ad essere sempre assetato e lo schiaffò assieme alla Coppa e all’innocente Hydra sulla volta celeste.

Costellazione del Corvo

In alcune versioni il supplizio inflittogli da Apollo prevedeva che tutti gli anni, per tutto il periodo in cui i frutti del fico maturavano sull’albero, il corvo non avrebbe potuto bere da nessuna sorgente, fontana o specchio d’acqua.

Un’altra leggenda dice invece che un corvo bianco portò ad Apollo la ferale notizia che la sua cara consorte, Coronide, lo aveva cornificato. Giustamente incazzato Apollo fece diventare nero (non si sa se a forza di schiaffoni, di pesanti mani di vernice o altro) il volatile, una versione nella versione ci dice, invece, che lo premiò spedendolo in cielo…

La piccola Costellazione è formata da un quadrilatero di stelle poco visibili dove la più importante è Alfa, un astro bianco che dista da noi 68 anni luce mentre è più interessante notare la coppia di Galassie NGC 4038 e 4039 apparentemente inserite l’una nell’altra e che vengono denominate anche le Antenne.

HD 104067 è una nana arancione attorno alla quale orbita un pianeta gioviano caldo molto massiccio, la cui massa è pari a circa sei volte la massa di Giove; è stato identificato nell’autunno del 2009.

Il Corvo è una Costellazione primaverile, che passa in meridiano all’inizio di Marzo risultando rintracciabile mai tanto alta sull’orizzonte meridionale, spostandosi a Sud rispetto a Leone e Vergine. Sebbene non abbia stelle più brillanti della magnitudine 2,5 è una Costellazione facilmente rintracciabile per luminosità. Le quattro stelle principali, infatti, disegnano un quadrilatero ben individuabile.

La più famosa e più volte citata in romanzi e film ambientati nell’altro emisfero, finendo anche sulle bandiere di molti paesi come Australia, tra le Costellazioni australi è sicuramente la Croce del Sud, disegnata per la prima volta da Plancius nel 1598 e poi rappresentata da Royer nel 1679. Punto di riferimento estremamente importante perché facilmente individuabile dai navigatori dei Mari del Sud, certo ancora più visibile della nostra Stella Polare.

Nel II secolo dopo Cristo Tolomeo ne parlava inserendo le sue stelle nel Centauro e fu descritta prima ancora da Plinio il vecchio il quale la poteva vedere, anche se bassa sull’orizzonte, nei cieli di Alessandria d’Egitto, ma divenne autonoma con i primi viaggi per mare, forse ad opera di Lacaille anche se sembra che il primo distacco ci fu nel 1679 ad opera di un astronomo di nome Augustin Royer.

R.H. Allen, nel suo Star Names, sottolinea il corso di una più antica tradizione che identificava la croce. L’ arabo al-Biruni (XI secolo). riporta che dalla latitudine 30° Nord, in India, era visibile un gruppo meridionale di stelle noto come Sula, il “raggio della crocefissione”. Questo, suggerisce Allen, potrebbe fornire la chiave di lettura per i versi della Divina Commedia  in cui Dante Alighieri, passando nel Purgatorio all’entrata dell’emisfero australe, dichiara:

I’ mi volsi a man destra, e puosimente/ a l’altro polo, e vidi quattro stelle/ non viste mai fuor ch’a la prima gente” (Canto 1: 22-24).

Una leggenda vera e propria su questa Costellazione non esiste o non è da noi conosciuta. Certo è che nel XVI secolo fu abbinata alla Cristianità rappresentando le quattro virtù cardinali e cioè: la giustizia, la prudenza, la forza e la temperanza.

Ora le stelle della Croce non sono più visibili nell’emisfero settentrionale, ma lo erano alla latitudine di Gerusalemme al tempo di Cristo: “la prima gente” sarebbero dunque i primi cristiani, e Dante, consapevole degli effetti della precessione degli equinozi, si riferirebbe ad un’era senza dei subentrata in seguito, quando la Croce era lentamente scomparsa a quelle latitudini.

Pur essendo molto piccola, anzi la più piccola fra tutte le Costellazioni, è molto facile da osservare perché le sue stelle sono molto luminose.

Acrux è la più luminosa, una stella doppia con due astri blu, uno splende 2500 volte più del Nostro Sole e l’altro e l’altro 1750 volte. Distano da noi trecento anni luce.

La Costellazione della Croce del Sud

Le altre stelle sono: Beta, un astro bianco-azzurro variabile, distante da noi 570 anni luce. Gamma una gigante rossa a 88 anni luce da noi e Delta, la più apparentemente debole di tutte, un astro bianco distante 470 anni luce.

L’ammasso NGC 4755, meglio conosciuto grazie all’astronomo John Herschel come il Portagioie o ammasso di Kappa è uno degli ammassi stellari più belli, visibile ad occhio nudo come se fosse una stella, ma un piccolo telescopio rivela almeno una cinquantina di astri di vari colori. Dista da noi circa 7000 anni luce.

HD 108147 è una stella di sequenza principale con una massa leggermente superiore a quella del Sole; possiede un sistema planetario composto da un solo pianeta confermato, che possiede una massa minima inferiore alla metà di quella di Giove e si trova su un’orbita molto stretta, a 0,1 UA dalla sua stella madre. Si tratterebbe dunque di un pianeta gioviano caldo.

La Costellazione più piccola del firmamento passa al meridiano nella stagione primaverile (fine Marzo) ma non è mai visibile dall’Italia a causa della bassa declinazione. In vista di viaggi più a Sud, la Croce del Sud può essere rintracciata proseguendo il segmento passante per Alpha Centauri e Beta Centauri, che non a caso sono note come ‘puntatori’. Ovviamente, anche stavolta, i due puntatori sono soltanto prospettici dal momento che si tratta di due stelle molto distanti tra loro, separate da 476 anni luce in profondità rispetto a noi. La Costellazione è circumpolare. Il segmento che creano Alpha e Gamma Crucis indica la posizione del Polo Sud Celeste quindi è stato spesso utilizzato come bussola. La Croce del Sud è del tutto immersa nella costellazione del Centauro, salvo un lato che confina con la costellazione della Mosca.

Sempre grazie alla classificazione fatta da Tolomeo abbiamo in cielo il Dragone, chiamato “Ophis” da Eratostene e Ipparco.

Costellazione del Dragone

“Anguis” era il suo nome per i Latini, oppure anche “Python” o “Serpens” , i Babilonesi lo indicavano come “Snail”, “Tannin” per gli Ebrei, “Al Tannin” per gli Arabi ma, in ogni caso il suo significato era sempre lo stesso.

La Costellazione del Drago è una Costellazione settentrionale, che parte dai pressi del Polo Nord e si insinua tra le due Orse ed è stata  di volta in volta vista come un serpente, un ippopotamo e, nell’antica India, un coccodrillo o un alligatore. La forma del Drago è invece originaria della Mesopotamia, dove compare come un dragone alato più grande dell’attuale quindi, avvolta a spirale verso il capo dell’ Orsa Maggiore; nel VI secolo a.C. il filosofo, astronomo, matematico greco Talete tolse al drago le ali per formare l’Orsa Maggiore e da allora, non fu più volante.

Secondo un primo mito, il Drago rappresenta il dragone che divorò gli uomini del fondatore di Tebe, Cadmo, inviati al pozzo di Ares (Marte) a cercare acqua. Cadmo avrebbe poi ucciso il drago e seminato i suoi denti, dai quali sarebbero nati degli uomini armati, gli Sparti o “seminati”, capostipiti dei Tebani. Un altro mito narra di come, al matrimonio di Giove con Giunone, la Terra regalò alberi da frutto che a ogni primavera facevano nascere mele d’oro. A custodia del giardino, vennero poste quattro ninfe, le Esperidi, le quali misero a guardia dei preziosi alberi un drago, Ladone, con cento teste, capace di parlare e di imitare ogni tipo di voce umana o verso animale.
Quando qualche malintenzionato si avvicinava al giardino, il drago iniziava a urlare in cento tonalità differenti facendolo fuggire. Euristeo, assegnando le dodici fatiche a Ercole, comprese proprio il furto di una delle mele, ed Ercole riuscì a superare anche questa prova grazie all’ausilio di Atlante, scagliando una freccia che colpì Ladone a morte.

Il drago fu così ucciso, ma per ricordarlo Era, profondamente turbata, lo pose in cielo come Costellazione. Ancora, si narra di come il dragone combatté insieme ai Titani nella guerra contro gli dei dell’ Olimpo. Erano poi trascorsi dieci anni di guerra, quando il dragone ingaggiò una battaglia contro la dea Atena (Minerva), che lo afferrò per la lunga coda e lo scagliò roteandolo in cielo. Mentre precipitava dall’alto il corpo del dragone si annodò, e si impigliò attorno al Polo Nord celeste. L’aria lassù era così gelida che la bestia si congelò in quella posizione contorta attorno al Polo. Secondo un’interpretazione cinese, nel corso delle eclisse di Sole o di Luna , la luce viene inghiottita dal dragone celeste.

Si tratta di una Costellazione piuttosto estesa che si snoda, appunto, intorno al Polo Nord celeste.

Nel 2800 Avanti Cristo la sua stella principale, Thuban, faceva le veci di quella che oggi è la Stella Polare. E’ un astro bianco che dista da noi 230 anni luce, mentre la più luminosa è Eltanin, una gigante arancione distante cento anni luce. Alla distanza di 1700 anni luce c’è poi NGC 6543 che porta il soprannome di Occhio di Gatto.

ll Dragone contiene alcuni sistemi planetari noti; fra questi il più particolare è quello di GSC 03549-02811, una nana gialla simile al Sole che possiede un pianeta gioviano caldo, la cui massa è di poco superiore a quella di Giove. HD 139357 b è un corpo molto massiccio, al punto che si mette in dubbio che possa trattarsi di una nana bruna, più che di un pianeta vero e proprio; 42 Draconisb è certamente un pianeta gioviano, con un’orbita eccentrica la cui distanza media dalla stella madre è leggermente superiore a quella della Terra.

Individuare la Costellazione del Drago non dovrebbe essere molto difficile a causa della sua enorme estensione, tuttavia mancando di punti di riferimento molto luminosi non è così intuitivo.
La parte più rintracciabile è il quadrilatero che forma la testa, tra Ercole e Orsa Minore.
Il resto si estende tra le due Orse. Sempre visibile, la testa passa in meridiano a mezzanotte a metà del mese di giugno. A dicembre invece sarà quasi sull’orizzonte.

Tra le ormai classiche 48 Costellazioni citate da Tolomeo c’è pure Ercole che era già raffigurata nel VII secolo Avanti Cristo su tavolette mesopotamiche. Nel IV secolo lo studioso Eudosso lo chiamava “Engounasi” che significa “Piegato sulle ginocchia”, conseguentemente divenne “Genuflexus” per i Latini e “Al Rakis” (il Salvatore) per gli Arabi. Nell’antichità, invece, gli studiosi Arabi avevano raggruppato le sue stelle assieme a quelle del serpente e di Ofiuco sotto il nome di “Raudah” (Pascolo).

Nella mitologia greca, Eracle è un eroe immensamente coraggioso e buono, ma anche ingenuo. Figlio di Alcmena, una mortale, con la quale giacque con l’inganno Zeus. Noto per la sua straordinaria forza, a lui Euristeo, re di Tirinto, suo cugino, assegnò dodici fatiche, ispirazione, tra l’altro, di molte Costellazioni in cielo (uccidere il Leone di Nemea; lottare contro l’ Idra di Lerna, dove ritroviamo il Cancro; catturare la cerva Cirenea; cacciare il cinghiale di Erimanto; pulire in un sol giorno le stalle d’Augia; sterminare gli uccelli della palude di Stinfalo; domare il Toro di Creta; fare altrettanto con le cavalle carnivore di Diomede; conquistare la cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni; impadronirsi dei buoi del mostro trimembre Gerione; rubare le mele d’oro delle Esperidi e infine catturare Cerbero, il cane mostruoso a guardia dell’ingresso degli Inferi).

La rappresentazione cosmica lo mostrerebbe durante una delle sue fatiche mentre uccide il serpente Ladone le cui stelle della testa sembrano soggiacere al piede dell’eroe.

Eracle era nato da Zeus e Alcmene e inizialmente si chiamava Alcide. Era volle vendicarsi dei continui tradimenti del consorte e fece in modo che, in un momento di pazzia, Alcide uccidesse i propri figli. Pentito del massacro compiuto si recò dall’Oracolo di Delo per sapere come poteva pagare questa colpa orrenda della quale si era macchiato. Cambiò quindi il suo nome in Eracle e in un momento di sconforto mentre compiva le dodici fatiche di cui era stato incaricato, s’inginocchiò per pregare Zeus e, in questa posa, fu messo nella volta celeste.

Ercole uccise Nesso, un centauro che era molto interessato alla moglie Deianira. Nesso, morendo, consigliò a Deianira di far indossare a Ercole la sua camicia, con la promessa che questo avrebbe garantito la perenne fedeltà dell’eroe. Era un tranello: il sangue di Nesso presente sulla camicia fu un veleno per Ercole, che morì. Suo padre, che secondo la leggenda era Giove, lo elevò in cielo come Costellazione.

Costellazione di Ercole

Un altro personaggio della mitologia greca parrebbe esser stato legato a questa Costellazione, per breve tempo, e in una parte della Grecia antica, Atlante, inginocchiato nella posa canonica che lo vede reggere il mondo. E ancora: vi è stato visto Tamiri, inginocchiato in atto di supplica, dopo esser stato accecato dalle Muse. Anche il mito di Orfeo parrebbe congiunto a questo gruppo di stelle, e in particolare, citiamo Issione, qua rappresentato, con le braccia legate però nelle raffigurazioni a noi giunte, punito poiché aveva tentato di violentare Era. Tornando ad Atlante, secondo alcuni studi sulla storia che venne associata a queste stelle, sarebbe stata effettuata una vera e propria scelta, tra lui e Eracle. Il fatto che sia rappresentata una figura umana in atteggiamento trionfante sopra la costellazione raffigurante il Drago, non contrasta con la storia riportata nel mito: fu infatti Atlante, e non l’eroe, nella versione più conosciuta, a compiere l’azione che determinò il successo dell’undicesima fatica, a combattere contro Ladone, posto a guardia dei pomi delle Esperidi.

Altre leggende, però, non parlano di Ercole, ma di un uomo gigantesco chiamato “Gilgamesh”. Forse tutto è nato dall’eroe senza nome di cui parla Arato, un poeta, ma fu Eratostene che lo volle identificare per Eracle, divenuto poi Ercole per i latini.

La Costellazione si trova tra Bootes e la Corona Boreale a Ovest e la Lira a Est. Ras Algethi, la sua stella principale è una supergigante rossa grande 600 volte il Sole dal quale dista 540 anni luce. Uno tra gli oggetti celesti più interessanti è poi l’Ammasso M13 visibile anche a occhio nudo; contiene più di trecentomila stelle e dista da noi 22.500 anni luce, Altrettanto interessante, anche se più debole, è M92 distante 36.000 anni luce.

Entro i confini di Ercole sono presenti ben otto stelle in cui è stato scoperto un sistema planetario: 14 Herculis ha due pianeti, di cui uno in fase di conferma. Il pianeta 14 Herculis b è

quello che aveva il periodo di rivoluzione più lungo (4,9 anni) e l’orbita più grande (2,8 UA) all’epoca della scoperta. HD 149026 ha un pianeta gioviano caldo, HD 149026 b, uno dei più grandi e più studiati. HD 164922 possiede il primo pianeta di lungo periodo osservato. HD 147506 ha un pianeta massiccio di transizione, HAT-P-2 b. HD 155358 ha due pianeti. GSC 03089-00929 ha un piccolo pianeta di transizione TrES-3. GSC 02620-00648 ha un pianeta di massa pari a un decimo di quella di Giove, noto come TrES-4.HD 154345 ha un pianeta, HD 154345 b, con un lungo periodo (10 900 giorni) e una grandissima orbita.

La Costellazione di Ercole è facilmente rintracciabile dal momento che si pone tra due delle stelle più brillanti di tutto il cielo: Arturo del Bifolco (anche se in mezzo c’è la Corona Boreale con la brillante Gemma) e Vega della Lira. Per trovarla, bisogna guardare verso Sud a mezzanotte nella prima metà di Giugno, quando è in opposizione al Sole. Sebbene sia dedicata a un personaggio molto noto della mitologia, e sebbene ricopra 1225° quadrati di cielo, la Costellazione è tuttavia abbastanza spenta (conta 140 stelle di magnitudine superiore alla sesta, ma deboli) e caratterizzata da una visione debole rappresentante un trapezio, che comunque risulta abbastanza visibile.

Ora dobbiamo parlare di una Costellazione che appartiene pure lei all’elenco di Tolomeo. La Bilancia era nota tra i Greci e gli Arabi antichi ma non era considerata come una Costellazione a sé stante: faceva parte dello Scorpione, per la precisione delle sue chele.

Costellazione della Bilancia

Eratostene la chiamò, infatti, “Chelai”, mentre fu Ipparco a introdurre il nome di “Zugon” o “Zugos” divenuto poi “Jugum” per i Latini, ma che sembra più la pubblicità di una gomma da masticare e che designava, in realtà, “il Giogo della Bilancia”. Gli Arabi dell’antichità la chiamarono “Al Zubana” (Chele) e poi “Al Kiffatan” che significa “I Piatti della Bilancia”.

L’origine della Costellazione è, con ogni probabilità, mesopotamica e questo perché con la parola “Sugi” (Giogo del Carro) si era soliti identificare “Zubel el Shamali” (Chela settentrionale) Alfa e  “Zubel el Genubi” (Chela meridionale) per Beta.

In realtà, la Bilancia è preesistente allo Scorpione e non ne era parte integrante: lo divenne soltanto in maniera temporanea e per pochi popoli, se è vero che i nomi alternativi delle due stelle più brillanti sono “Kiffa Australis” e “Kiffa Borealis” (Piatto australe e Piatto boreale), La costellazione simboleggiava per i latini l’uguale lunghezza del giorno e della notte agli equinozi: due millenni fa circa, infatti, il Sole transitando nella Bilancia segnava l’equinozio di Autunno

Mitologicamente è lo strumento tenuto in mano dalla Dea della Giustizia Dache ed è famoso anche il suo nome latino: “Libra”.

Alfa, che dista da noi 72 anni luce, è in realtà una doppia formata da una stella bianco-azzurra e da una sua compagna di colore bianco. Beta è, curiosamente, verde e dista 120 anni luce mentre risulta di un certo interesse l’Ammasso Globulare 5897 distante da noi ben 45.000 anni luce.

E’ curioso pensare che con un piccolo telescopio possiamo vedere questo corpo celeste che, in teoria, potrebbe anche essere scomparso da decine di migliaia di anni e noi neanche lo sapremmo.

La Bilancia contiene alcuni sistemi planetari extrasolari; in particolare ve n’è uno particolarmente studiato. quello di Gliese 581; questo sistema ha ben sei pianeti conosciuti, che orbitano attorno a una nana rossa, fra cui una super Terra, il pianeta più interno, noto come Gliese 581 e: esso si trova comunque all’esterno della zona abitabile, ed è improbabile che possieda un’atmosfera a causa della forte radiazione ricevuta dalla sua stella madre. Gli altri pianeti del sistema hanno una massa superiore, fino a raggiungere quella del pianeta Nettuno. Di scoperta più recente (settembre 2010) i pianeti Gliese 581 f (il più esterno) e Gliese 581 g; quest’ultimo, in particolare, si trova nella zona abitabile della nana rossa, avendo così caratteristiche favorevoli a ospitare la vita. Con questa scoperta, quello di Gliese 581 era divenuto il più grande sistema planetario extrasolare conosciuto, superando quello della stella 55 Cancri, almeno fino alla scoperta del sistema di HD 10180, attorno alla quale orbitano sette pianeti confermati e due in attesa di conferma. Altre sistemi noti nella costellazione contengono un solo pianeta.

Facilmente rintracciabile dal momento che è situata tra brillanti stelle quali Spica nella Vergine ed Antares nello Scorpione, occupa 583 gradi quadrati di cielo e risulta la ventinovesima costellazione per estensione.

Proprio a metà tra le due perle, c’è la stella più brillante della Bilancia.
Costellazione primaverile, passa in meridiano a mezzanotte nel mese di Maggio. Un tempo era posta a cavallo dell’equatore, tanto che era noto il ‘punto di Libra‘ che con la precessione degli equinozi si è poi spostato. In realtà si rintraccia facilmente per la posizione, ma si tratta di una delle Costellazioni più povere della fascia zodiacale e di tutto il cielo. Sebbene sia sfiorata dalla Via Lattea, non presenta ammassi ma soltanto deboli galassie.

Ancora fra le 48 Costellazioni elencate da Tolomeo c’è il Lupo, conosciuto tra i Greci come  “Therion” e cioè “La Bestia” e per i latini Bestia o Fiera. Gli Accadi riconoscevano questa Costellazione come “Urbat”che vuole dire “Bestia della Morte”. Gli Arabi la conoscevano come “Al Abasadh” che significa “Leonessa” o anche come “Al Sabu” (Bestia selvaggia).

Costellazione del Lupo

Secondo i nomadi del deserto qualcuna delle stelle del Centauro e del Lupo formavano “Al Somarith” (Fronde di Palma) e “Kadb al Karm” (Tralcio di Vite), ma rintracciavano nella sua figura anche quella di un leopardo.

La sua mitologia è tuttavia contrastata: alcuni ritengono che il lupo sia quello impalato dal vicino Centauro per essere offerto in sacrificio agli dei sull’altare (la vicina costellazione Ara), oppure che sia una vittima umana o una lepre che tiene a braccio teso sopra l’altare, pronto a uccidere. In realtà nelle molteplici rappresentazioni, spesso, è difficile distinguere di quale bestia si tratti, viene confusamente abbozzata, oppure risulta un miscuglio di parti di animali assemblate.

Secondo altri la Costellazione rappresenta Licaone, il feroce re di Arcadia, che usava fare sacrifici umani e fu perciò trasformato in lupo da Zeus. Certo è il collegamento con l’antica costellazione babilonese UR.IDIM (il cane idrofobo).

Il Lupo è formato principalmente da astri bianco-azzurri e la sua stella più luminosa è Alfa, 3000 volte più luminosa del Sole e distante 550 anni luce.

Interessante, come evento storico, la Supernova apparsa in quella zona del cielo nel 1006 che divenne brillante quanto un quarto della Luna.

Il Lupo contiene alcune stelle note per avere un sistema planetario. In particolare, spicca Lupus-TR-3, una nana arancione distante quasi 9000 anni luce, che si è scoperto possedere un pianeta gioviano con una massa pari a 4/5 quella del pianeta Giove; si tratta di uno dei pianeti più lontani conosciuti, nonché il più lontano in assoluto individuato col metodo del transito. Un secondo pianeta è stato scoperto orbitare attorno a una stella T Tauri, la variabile GQ Lupi.

La Costellazione è rintracciabile nel periodo caldo (parzialmente dall’Italia data la sua bassa declinazione) a Sud della Bilancia, mentre la sua estremità settentrionale si trova a Ovest dello Scorpione. L’opposizione avviene a metà maggio.

Parlando della Mosca non stiamo citando il valido remake dell’ “Esperimento del Dottor K”, ma di una piccola Costellazione circumpolare creata da Keyser e Hotmann verso la fine del XVI secolo e che era conosciuta come “Apis” (Ape).

Costellazione della Mosca

Il nome di “Musca” (Mosca) fu attribuito da Lacaille verso la metà del XVIII secolo, Altra Costellazione australe dedicata ad un animale in questo caso non propriamente la comune la Mosca,

ma un insetto esotico simile a un ape classificato come “Musca Australis vel Indica”. Data la confusione con ‘Apus’ (Uccello del Paradiso), il nome venne cambiato in ‘Musca Australis‘ dal momento che una volta esisteva anche quella Boreale (un gruppo di stelle dell’Ariete). Da quando la Mosca Boreale non c’è più, il nome è diventato finalmente Mosca. Nel globo del 1600 di Jodocus Hondius il Vecchio, la Mosca viene rappresentata come possibile preda del vicino Camaleonte.  Nel globo del 1600 di Jodocus Hondius il Vecchio, la Mosca viene rappresentata come possibile preda del vicino Camaleonte.

Si trova ai margini meridionali della Via Lattea e la sua stella più luminosa, ovviamente chiamata Alfa, è un astro bianco-azzurro distante 300 anni luce.

Degni di menzione sono gli Ammassi Globulari NGC 4372 e NGC 4833 anche se visibili solo al telescopio.

HD 111232 è una stella simile al Sole che possiede un sistema planetario in cui è noto un solo pianeta confermato: si tratta di un gigante gassoso con una massa minima superiore alle 6,8 masse gioviane, posto su un’orbita a una distanza media di poco inferiore alle 2 UA.

Dall’Italia è meglio rinunciare dal momento che la Costellazione non sorge alle nostre latitudini. Piccola ma riconoscibile nell’emisfero australe, è rintracciabile a partire dalla Croce del Sud e dal Centauro, spostandosi verso Sud.

(14 – continua)

Giovanni Mongini