STRANI NUOVI MONDI…
Tutto è cominciato nel 1995 con la scoperta del primo esopianeta: Gliese 581g, un mondo, cioè non appartenente al nostro sistema solare. Per amore della precisione è bene dire che l’esistenza di altri pianeti fuori dal nostro sistema era già stata ipotizzata secoli fa (il primo fu Isaac Newton nel 1713), ma solo non molti anni fa se ne ebbe la conferma scientifica grazie a Michel Mayor e Didier Queloz, due astronomi dell’osservatorio di Ginevra che scoprirono un pianeta grande più o come Giove in rotazione intorno alla stella 51 Pegasi.
La scoperta colse di sorpresa la comunità scientifica, in quanto avvenne attraverso una misurazione che non si pensava praticabile e cioè quella chiamata della“velocità radiale” di un pianeta. Per rendere la cosa più comprensibile vuole dire osservare le oscillazioni del pianeta rispetto alla stella intorno alla quale orbita. Usando lo stesso sistema, da quella data furono scoperti centinaia i pianeti , ma questo metodo aveva ed ha un difetto che lo rende meno pratico: basandosi sulla gravità del pianeta il pianeta non è in grado di rivelarci di cosa esso sia composto e quanto possano essere le sue dimensioni. Per esempio noi oggi sappiamo la massa di Gliese 581g, ma non la sua dimensione.
Eppure il successo della ricerca e del ritrovamento dei mondi extrasolari è nata, diciamo difettosa perché, anni dopo, venne fatta una straordinaria scoperta: l’esopianeta Gliese 581g, dell’omonimo sistema stellare, altamente candidato a ospitare la vita, in realtà non esiste. Questa sbalorditiva rivelazione dopo che gli astronomi della University of California, Santa Cruz, guidati da Steven Vogt, lo avevano avvistato, o meglio, avevano creduto di avvistarlo, poco meno di quattro anni fa, salutandolo come “il pianeta più potenzialmente abitabile”. La doccia fredda, anzi gelata è giunta da: una nuova ricerca condotta dai colleghi della Penn State University, pubblicata su Science, che ha mostrato che Gliese 581g non è altro che un’illusione ottica. Un segnale fasullo dovuto, quasi probabilmente, a macchie solari e altre attività stellari della stella Gliese 581.
Il sistema, comunque, ha funzionato ottimamente in altri casi e continua a farlo ancora anche se sono arrivati altri sistemi di osservazione e altri se ne aggiungeranno ancora.
In certi casi un modo per determinare la grandezza di un pianeta distante dalla Terra esiste, però questo pianeta deve transitare esattamente davanti alla sua stella, diciamo che la deve eclissare.
Se questo transita esattamente di fronte alla sua stella e in questo modo ne blocca in parte la luce per cui, misurando la diminuzione della luminosità della stella in quel preciso momento è possibile calcolare il diametro del pianeta.
Un nuovo metodo o, per meglio dire un ulteriore perfezionamento del sistema di avvistamento si basa su tre effetti molto deboli da misurare che si verificano contemporaneamente quando un pianeta orbita attorno alla stella. C’è un effetto chiamato di “beaming” relativistico il quale causa un aumento di luminosità quando la stella si muove verso l’osservatore, soggetta alla gravità del pianeta, e viceversa quando si allontana. Possiamo dire che questo metodo, che proviene dalla teoria della relatività di Einstein ed è stato utilizzato per la prima volta per rivelare un pianeta.
Inoltre, i ricercatori hanno analizzato la forma allungata che la stella assume a causa delle forze di marea dovute al pianeta in questione, ma per spiegarci meglio: la stella appare più luminosa quando la osserviamo di lato, a causa della maggiore superficie visibile, e più debole quando il pianeta la attraversa. Il terzo effetto è dovuto alla luce stellare riflessa dal pianeta stesso.
Il metodo ricerca dei pianeti extrasolari e della loro composizione è una sorta di telescopio Hubble, in orbita attorno alla Terra e Kepler, la sonda che sta percorrendo gli spazi.
I gioviani caldi sono pianeti gassosi che orbitano in prossimità del proprio astro: è proprio il bagliore delle stelle madri a confondere le osservazioni. Finora, Hubble ne aveva studiati nel dettaglio soltanto tre, trovando molta meno acqua di quanto stimato. Ed è qui che entra in gioco Kepler. e grazie al suo aiuto, si è potuta avere una copertura di lunghezze d’onda sufficiente a comparare le diverse caratteristiche tra un pianeta e l’altro.
Quando un esopianeta transita davanti alla sua stella, la sua atmosfera lascia sulla luce dell’astro un’”impronta” unica, che rivela le caratteristiche chimiche e le componenti della sua atmosfera. Studiandola, gli scienziati hanno dedotto le molecole essenziali (incluse quelle d’acqua) delle varie atmosfere, distinguendo tra mondi nuvolosi o privi di nuvole. Si è visto così che le atmosfere dei gioviani caldi apparentemente privi d’acqua presentavano nuvole e foschia, che possono nascondere l’acqua alla vista.
La missione iniziata dal satellite Keplero, lanciato con successo il 7 Marzo del 2009, mira proprio a trovare un pianeta di dimensione simili a quelle della Terra osservando la luminosità di circa 130mila stelle nell’arco di quattro anni. Questo tipo di misurazione comporta il problema opposto a quella sulla velocità radiale: sappiamo la dimensione di un pianeta, ma non la sua massa. Ed è per questo che gli astronomi stanno cercando di unire gli sforzi delle ricerche sulla velocità radiale e quella sulla luminosità delle stelle per arrivare a stabilire sia grandezza che la massa di un pianeta, per poter così ipotizzare meglio di cosa sia composto.
Nell’aprile del 2012 un pannello indipendente di scienziati della NASA ha raccomandato che la missione fosse continuata fino al 2016. In base alla loro relazione le osservazioni di Kepler dovrebbero continuare almeno fino al 2015, per garantire il raggiungimento degli obiettivi scientifici di base. Il 14 novembre 2012 la NASA ha annunciato il completamento della missione primaria di Kepler e l’inizio della missione estesa, che potrebbe prolungarsi fino a 4 anni.
Fino ai primi dell’anno 2016 questa è la situazione sul numero dei pianeti extrasolari scoperti, ma il numero cambia in continuazione:
Pianeti confermati: 2085 pianeti in 1331 sistemi stellari (di cui 509 multipli).
Pianeti controversi e da confermare: 195 pianeti in 174 sistemi stellari (di cui 17 multipli)
Pianeti candidati della Missione Kepler: 3.538.
I dati, continuamente aggiornati sulla scoperta di nuovi mondi sono pubblicati sulla “Extrasolar Planets Encyclopaedia” in continuo aggiornamento.
TERMINOLOGIA ASTRONOMICA CITATA
Anno Luce
L’anno luce è una misura di distanza che si usa in astronomia. Essa corrisponde alla distanza che un oggetto percorrerebbe se viaggiasse a velocità uguale a quella della luce nel vuoto (300 mila chilometri al secondo) per un anno tropico, cioè per 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Equivale a una distanza di circa 9.460.000.000.000 chilometri.
Asterismo
In astronomia, un asterismo (o asterisma) è un qualunque gruppo di stelle visibile nel cielo notturno, riconoscibile dal resto per la sua particolare configurazione geometrica. Ad esempio, un gruppo di stelle luminose che appaiono come i vertici di un triangolo in mezzo a un campo più grande di stelle poco visibili è un asterismo.Si tende a riservare la parola a gruppi di stelle poco numerosi apparenti, resi tali solo dalla prospettiva, e non fisicamente collegati. Le normali Costellazioni possono essere considerate asterismi di grande dimensione; tuttavia, un asterismo può essere parte di una costellazione, o può raggruppare stelle luminose appartenenti a Costellazioni diverse, o, raramente, può coincidere con un’intera costellazione (come nel caso del Piccolo Carro). Nel caso della Croce del Sud, dapprima fu intravista una “croce” fra le zampe posteriori del Centauro, ossia un asterismo a forma di croce, poi venne considerata una costellazione a sé. Gli asterismi vengono spesso utilizzati in astronomia e in astrofilia come punti di partenza per trovare in cielo altre stelle e Costellazioni più deboli.
Bulge Galattico
In astronomia, un bulge o bulbo galattico è un gruppo di notevoli dimensioni formato da un gran numero di stelle. Il termine comunemente si riferisce al gruppo centrale di stelle che si trova nella maggior parte delle galassie a spirale. Il bulge nelle galassie a spirale è solitamente composto da stelle di Popolazione II, piccole, rosse e vecchie che nacquero assieme alla galassia circa un miliardo di anni dopo il Big Bang. Si pensa che la maggior parte dei bulge ospiti al suo interno un buco nero supermassiccio. Tali buchi neri non sono mai stati osservati direttamente, ma esistono molte prove indirette, soprattutto dei loro effetti gravitazionali sulle stelle e sul gas interstellare, che permettono peraltro di stimarne la massa.
Equatore celeste
L’equatore celeste è una linea immaginaria che suddivide la sfera celeste in due emisferi celesti distinti: l’emisfero celeste nord ( emisfero celeste boreale ) e l’emisfero celeste sud ( emisfero celeste australe ). L’equatore celeste è equidistante dai poli celesti in ogni suo punto. L’equatore celeste è sullo stesso piano dell’equatore terrestre e può essere considerato come la proiezione della linea dell’equatore terrestre sulla sfera celeste.
Parsec
Il parsec (abbreviato in pc) è un’unità di lunghezza usata in astronomia. Significa “parallasse di un secondo d’arco” ed è definito come la distanza dalla Terra (o dal Sole) di una stella che ha una parallasse annua di 1 secondo d’arco. Il termine fu coniato nel 1913 su suggerimento dell’astronomo britannico Herbert Hall Turner. È basato sul metodo della parallasse trigonometrica, che è il modo più antico e affidabile di misurare le distanze stellari, sebbene ancora oggi sia applicabile solo agli oggetti relativamente vicini Un parsec corrisponde quindi a 3,261563777anni luce. Per motivi storici, gli astronomi in genere usano il parsec per le distanze astronomiche, invece degli anni luce. La prima misurazione diretta di un oggetto a distanze interstellari (della stella 61 Cygni), eseguita da Friedrich Wilhelm Bessel nel 1838, fu fatta basandosi sulla trigonometria, utilizzando l’ampiezza dell’orbita terrestre come linea di base. Il parsec, calcolato sempre in modo trigonometrico, geometricamente è il cateto lungo del triangolo rettangolo che ha come base l’unità astronomica, e come angolo al vertice un secondo di grado sessagesimale.
Sfera celeste, La
È una sfera immaginaria di raggio arbitrario sulla cui superficie sono proiettati tutti gli astri. La sfera celeste si dice geocentrica, se ha per centro il centro della terra, locale, se ha per centro l’occhio dell’osservatore, eliocentrica, se ha per centro il Sole. L’origine di tale arbitrarietà del raggio sta nel fatto che oltre una certa distanza non siamo più in grado di valutare visivamente la lontananza dei corpi, per cui gli astri ci sembrano tutti alla stessa distanza.
Passare (Transitare) in Meridiano
Quando un astro si trova a transitare per il piano verticale, che passa per i punti Nord e Sud dell’orizzonte, si dice che transita al meridiano del luogo. Se allora un astro impiega un certo tempo per passare dal meridiano di un luogo al meridiano di un altro luogo, questo significa che è la Terra ad impiegare quel tempo per ruotare di un angolo pari alla differenza di longitudine tra i due luoghi.
Unità Astronomica – UA
Si definisce unità astronomica la distanza media tra il Sole e la Terrà (149 597 870,700 km) e la sua unità di misura è UA. Sebbene non rientri tra le unità di misura del Sistema Internazionale, è molto usata dagli astronomi.
Astronomi e Ricercatori Citati
Baiero Giovanni Ved. Johann Bayer
Barnard, Edward Emerson
Nashville, 16 dicembre 1857 – Williams Bay, 6 febbraio 1923
È stato un astronomo statunitense. Negli anni 1880 un uomo d’affari, Hulbert Harrington Warner, offrì 200 dollari per ogni nuova cometa scoperta, Barnard ne scoprì 8, e usò la somma per costruire una casa per sé e la propria famiglia. Il suo nome cominciò ad arrivare all’attenzione degli astronomi amatoriali di Nashville, che tramite una colletta raccolsero la somma necessaria per iscrivere Barnard all’Università di Vanderbilt. Lui non rimase molto a Vanderbilt, non si laureò nemmeno, ma fu l’unico nella storia dell’Università di Vanderbilt a ricevere una laurea onoraria. Nel 1887, lasciata l’università, andò a lavorare presso il Lick Observatory.
Nel 1892, osservando una nova, fu il primo a notare le emissioni gassose, deducendone che si trattava di esplosioni stellari.Lo stesso anno scoprì Amaltea, la quinta luna di Giove. Fu il primo a scoprire una nuova luna di Giove dai tempi di Galileo Galilei, nel 1609. Amaltea fu anche l’ultimo satellite ad essere scoperto tramite osservazione visuale, le scoperte seguenti avvennero tramite l’analisi di lastre fotografiche o altri tipi di immagine. Nel 1895 fu assunto all’Università di Chicago come professore di astronomia. Lì fu in grado di poter utilizzare il telescopio da 40 pollici dello Yerkes Observatory. La maggior parte del tempo durante questo periodo fu dedicato a fotografare la Via Lattea. Insieme a Max Wolf scoprì che alcune regioni scure della galassia erano in realtà nubi di polvere che oscuravano le stelle più distanti. La debole stella di Barnard fu scoperta nel 1916, notò che aveva un moto proprio molto elevato, se confrontato con le altre stelle. La stella di Barnard è la seconda stella più vicina alla Terra, la prima è il sistema stellare di Alpha Centauri. Fu anche un pionieristico astrofotografo. Catalogò le nebulose oscure dandogli un numero, in modo simile al Catalogo di Messier. I numeri delle nebulose oscure vanno daBarnard 1 a Barnard 366, ad esempio la famosa Nebulosa Testa di Cavallo è anche nota come Barnard 33. Pubblicò la prima versione della sua lista su Astrophysical Journal nel1919 col titolo: Sui segni scuri nel cielo con un catalogo di 182 oggetti di quel tipo.
Morì nel febbraio del 1923, a Williams Bay, Wisconsin, e fu seppellito a Nashville.
Dopo la sua morte la sua enorme collezione di fotografie fu pubblicata come atlante fotografico.
Bartsch, Jakob o Jacobus Bartschius
(Lubań, 1600 circa – Lubań, 26 dicembre 1633),
È stato un astronomo tedesco. Bartsch nacque a Lubań, in Lusazia. Imparò ad utilizzare l’astrolabio da Sarcefalo (Christopher Hauptfleisch), un bibliotecario di Breslavia. Studiò inoltre astronomia e medicinaall’Università di Strasburgo. Nel 1624 Bartsch pubblicò alcune carte celesti, intitolate Usus astronomicus planisphaerii stellati, nelle quali raffigurò alcune nuove Costellazioni introdotte attorno al 1613 da Petrus Plancius su un globo celeste fabbricato da Pieter van den Keere. Tra queste ricordiamo la Giraffa, la Croce del Sud, l’Unicorno e il Reticolo.
Bartsch sposò Susanna, figlia di Giovanni Keplero, il 12 marzo 1630 e aiutò molto il suocero nell’esecuzione dei suoi calcoli Dopo la morte di Keplero, nel 1630, Bartsch curò la pubblicazione di una sua opera postuma, Il sogno (Somnium), e sostenne economicamente con il proprio denaro la vedova; non riuscì tuttavia a vedere la pubblicazione del Somnium, che fu edito a cura del figlio di Keplero, Ludovico, nel 1634.
Bartschius, Jacobus Ved. Jakob Bartsch
Bayer Johann
1572 – 7 marzo 1625
È stato un giurista e astronomo tedesco. Noto anche col nome latinizzato di Giovanni Baiero, fu contemporaneo di Tycho Brahe e autore del primo atlante stellare completo: Uranometria, pubblicato ad Augusta nel 1603. In sintesi Uranometria fu il primo catalogo a coprire l’intera sfera celeste; era formato da 51 mappe, una per ciascuna delle 48 Costellazioni tolemaiche, più una per i cieli dell’estremo sud che erano ignoti a Tolomeo e due planisferi. Le riproduzioni delle Costellazioni australi erano ricavate dalle osservazioni di navigatori come il fiorentino Amerigo Vespucci e l’olandese Pieter Dirckz Keyser Dirkszoom (noto anche come Petrus Theodori); le incisioni che illustravano gli emisferi celesti si ispiravano a grafiche del 1515 di Albrecht Dürer. L’atlante comprendeva un catalogo di 1277 stelle le cui magnitudini furono stimate dallo stesso Bayer. Riguardo ai corpi nebulosi, nell’Uranometria sono ne indicati quattro; di questi il Praesepe, indicato come E Cancri, e h e c in Perseo, sono effettivamente nebuale, mentre i corpi n1 e n2 in Sagittarii e w1 e w2 in Cygni si sono rivelati come asterismi.
In Uranometria Bayer adottò per la prima volta il metodo di assegnare alle stelle più luminose delle 48 Costellazioni conosciute una lettera dell’alfabeto greco. Tale sistema è ancora in uso.
Fu però Alessandro Piccolomini, il primo, quindi molti anni prima di Johann Bayer, ad aver contrassegnato le stelle in base alla loro luminosità con delle lettere (alfabeto latino). Il libro del Piccolomini dal titolo De le stelle fisse, è da molti considerato il primo atlante celeste moderno. Le 47 mappe contenute nell’opera presentano tutte le Costellazioni tolemaiche (ad eccezione di quella del Puledro) e mostrano le stelle senza le corrispondenti figure mitologiche; per la prima volta in un libro a stampa venivano quindi riportate le mappe astronomiche complete con le Costellazioni tolemaiche.Al suo nome è stato intitolato un cratere sulla Luna: il cratere Bayer.
Bessel, Friedrich Wilhelm
Minden, 22 luglio 1784 – Königsberg, 17 marzo 1846)
È stato un matematico, astronomo e geodeta tedesco, sistematizzatore delle funzioni di Bessel (le quali, nonostante il nome, furono scoperte da Daniel Bernoulli).
Realizzando un miglioramento dei calcoli orbitali della cometa di Halley, attirò l’attenzione di una figura di spicco dell’astronomia tedesca del tempo, Heinrich Wilhelm Olbers. Entro i successivi due anni lasciò il precedente impiego e divenne assistente all’osservatorio di Lilienthal, vicino a Brema, ove lavorò sulle osservazioni stellari di James Bradleyper determinare la posizione precisa di 3222 stelle.
Grazie a questo lavoro, all’età di 26 anni, fu nominato direttore del Königsberg Observatory da Federico Guglielmo III di Prussia. Lì pubblicò delle tavole di rifrazione atmosfericabasate sulle osservazioni di Bradley che gli permisero di vincere il Premio Lalande dell’Institut de France. L’epoca in cui visse era dominata dalla figura del grande matematico tedesco Gauss, comunemente definito il principe dei matematici.
Bessel è ricordato, soprattutto, perché fu il primo ad usare la parallasse per misurare la distanza di una stella. Nel 1838 Bessel misurò la parallasse di 61 Cygni, che risultò di 0.314 secondi d’arco; questo, dato il diametro dell’orbita della Terra, indicava che la stella era lontana circa 3 parsec (il satellite Hipparcos ha calcolato la parallasse a 0.28547 secondi d’arco). Bessel batté in velocità von Struve e Henderson che nello stesso anno misurarono la parallasse di Vega e Alpha Centauri.
Bode, Johann Elert
Amburgo, 19 gennaio 1747 – Berlino, 23 novembre 1826
È stato un astronomo tedesco, noto soprattutto per la sua riformulazione e divulgazione della legge di Titius-Bode e come contributo nella determinazione dell’orbita di Urano, per il quale suggerì anche il nome.È anche accreditato per la scoperta della Galassia di Bode (M81). Nel 1772 pubblicò Anleitung zur Kenntnis des Gestirnten Himmels, il più famoso dei suoi lavori, dove annunciò per la prima volta la legge di Bode, senza fare nessuna attribuzione a Titius.
Nel 1786 divenne direttore dell’osservatorio di Berlino dove, nel 1801, pubblicò Uranographia, un atlante celeste che puntava sia ad una accuratezza scientifica nel mostrare la posizione delle stelle e altri oggetti astronomici, sia all’interpretazione artistica delle figure che formano le Costellazioni. Uranographia segnò l’apice delle rappresentazioni artistiche delle Costellazioni. Gli atlanti successivi mostrano figure sempre meno elaborate, fino alla loro totale scomparsa.
Pubblicò anche un annuario astronomico, un altro piccolo atlante astronomico (Vorstellung der Gestirne) indirizzato all’astronomia amatoriale e un libro introduttivo alle Costellazioni e alle loro leggende, che ebbe più di dieci ristampe.
Brahe, Tycho
in danese Tyge Brahe, un tempo chiamato in italiano anche Ticone
Castello di Knutstorp, 14 dicembre 1546 – Praga, 24 ottobre 1601
È stato un astronomo e astrologo danese. Dopo aver concluso gli studi universitari di astronomia a Copenaghen, Wittenberg e Basilea, Tycho fece costruire il palazzo-osservatorio di Uraniborg sull’isola di Hven, che gli venne donata dal Re Federico II di Danimarca e Norvegia saldando così il debito contratto dallo zio, e che divenne uno dei primi “istituti di ricerca” europei. Nel suo imponente osservatorio, Brahe portava avanti un avanzatissimo programma di ricerca, praticamente senza limiti di spesa, con un budget paragonabile a quello odierno della NASA; disponeva della più aggiornata attrezzatura e dei più preparati assistenti che il danaro potesse allora comprare. Per le sole pubblicazioni dell’osservatorio, Brahe possedeva una pressa da stampa e una cartiera. Il suo assistente più famoso fu Keplero.Brahe capì che il progresso nella scienza astronomica poteva essere ottenuto, non con l’occasionale osservazione fortuita, ma solo con un’osservazione sistematica e rigorosa, notte dopo notte, e tramite l’uso di strumenti che fossero i più accurati possibili. Fu in grado di migliorare ed ampliare gli strumenti esistenti e di crearne di nuovi. Le sue misurazioni a occhio nudo della parallasse planetaria erano accurate al minuto d’arco. Queste misurazioni, dopo la morte di Brahe, divennero possesso di Keplero.
Nel novembre 1572, Brahe osservò una stella molto luminosa che era improvvisamente apparsa nella costellazione di Cassiopea. Poiché si riteneva fin dall’antichità che il mondo delle stelle fisse fosse eterno e immutabile, alcuni osservatori sostennero che il fenomeno fosse dovuto a qualcosa nell’atmosfera terrestre. Brahe comunque, osservò che la parallasse non cambiava di notte in notte, suggerendo che l’oggetto fosse molto distante. Brahe argomentò che un oggetto vicino avrebbe dovuto cambiare la sua posizione relativamente allo sfondo. Pubblicò un piccolo libro, De Stella Nova (1573), coniando il termine nova per una “nuova” stella (oggi sappiamo che quella stella era una supernova). Questa scoperta fu decisiva nella sua scelta dell’astronomia come professione. L’osservazione delle comete del 1577 e del 1585 diede conferma a Brahe delle sue ipotesi circa la confutazione dell’immutabilità delle sfere celesti secondo la teoria di Aristotele universalmente accettata fino ad allora. Le comete non potevano appartenere alla sfera sublunare e, muovendosi nelle regioni eteree, confermavano che i pianeti non fossero infissi nelle sfere solide.
Keplero cercò, senza riuscirci, di persuadere Brahe ad adottare il modello eliocentrico del sistema solare. Brahe credeva in un modello geocentrico, che prese poi il nome disistema ticonico (secondo cui il Sole girerebbe attorno alla Terra immobile, e tutti gli altri pianeti girerebbero attorno al Sole), per gli stessi motivi per cui sostenne che la supernova del 1572 non era vicina alla Terra. Egli sostenne che se la Terra fosse stata in moto, allora le stelle vicine avrebbero dovuto cambiare posizione relativamente alle stelle più lontane. In realtà questo effetto di parallasse esiste; non poteva essere osservato ad occhio nudo né con i telescopi dei duecento anni a seguire, perché anche le stelle più vicine sono molto più lontane di quanto gli astronomi dell’epoca ritenessero possibile. Nel modello ticonico la Terra era immobile, al centro di un universo racchiuso dalla sfera delle stelle fisse. La Terra era il centro anche delle orbite della Luna e del Sole che, a sua volta, era il centro delle orbite degli altri 5 pianeti (Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno). Epicicli, eccentrici ed equanti sono ancora necessari e presuppongono il superamento della realtà delle sfere cristalline. Il sistema ticonico presentava alcuni vantaggi:
- qualità dei calcoli matematici pari a quelli del sistema copernicano;
- escludeva i conflitti con le Scritture, mantenendo la Terra immobile e al centro dell’Universo.
- risolveva l’apparente contraddizione che caratterizzava l’universo copernicano in relazione alla mancanza dell’effetto di parallasse e al problema delle dimensioni delle stelle.
- confermando sostanzialmente il sistema geocentrico non aveva bisogno di dare una spiegazione fisica del movimento terrestre .
Fu la grande autorità di Brahe che da un lato ritardò l’affermazione del sistema Copernicano e dall’altro favorì l’abbandono del sistema Tolemaico. La negazione delle realtà delle sfere cristalline ebbe un valore rivoluzionario, esattamente quanto la teoria “eliocentrica” (“eliostatica” sarebbe più esatto) di Copernico.
Sulla Luna gli è stato dedicato un cratere di 85 km di diametro (Cratere Tycho) e gli è stato dedicato un asteroide, 1677 Tycho Brahe
Burritt, Elijah Hinsdale
20 aprile 1794 a New Britain, nel Connecticut; † 3 gennaio 1838 a Galveston, Texas
È stato un matematico americano e astronomo ed è stato talvolta chiamato “l’astronomo dimenticato”. La sua opera principale è il suo ben noto “Geografia dei Cieli” con l’accompagnamento del “Celestial Atlas”. Burrit descrive la nascita delle Costellazioni, poi entra in profondità nella mitologia e nella loro storia. Quindi cita anche importanti nomi individuali delle stelle e spiega fatti noti su di esse. Utilizzando l’Atlante tutti possono semplicemente orientare il cielo e trovare gli oggetti rapidamente. Quindi abbiamo anche una sezione di una parte del sistema solare dovei introduce tutti i pianeti conosciuti, satelliti (lune), comete e le regole dei loro movimenti dovuti alla forza di gravità. Il tutto è compreso anche anche eclissi, transiti e disegni. Inoltre vi sono indicate, molte domande e compiti da risolvere da parte degli studenti.
Clark, Alvan Graham
Fall River, 10 luglio 1832 – 9 giugno 1897
È stato un astronomo statunitense. Il 31 gennaio 1862, mentre testava a Cambridgeport, nel Massachusetts un nuovo telescopio rifrattore da 18 pollici, fece la prima osservazione di Sirio B; la compagna di ottava magnitudine apparente di Sirio fu anche una delle prime nane bianche osservate.
Cranch Bond, William
Falmouth, 9 settembre 1789 – 29 gennaio 1859
È stato un astronomo statunitense e primo direttore dell’Harvard College Observatory. Bond ha co-scoperto in modo indipendente la grande cometa del 1811. Nel 1848, insieme al figlio George, ha scoperto il satellite naturale di Saturno Iperione, scoperto in modo indipendente anche da William Lassell.Nel 1850 padre e figlio sono stati i primi ad osservare l’anello C di Saturno, che all’epoca era l’anello più interno conosciuto. Lavorando insieme al fotografo John Adams Whipple, i Bond sono stati precursori nell’astrofotografia, scattando il primo dagherrotipo di una stella (Vega nel 1850). In tutto i tre hanno realizzato tra le 200 e le 300 foto di oggetti celesti. In onore di Bond sono stati battezzati numerosi oggetti, tra cui:Il cratere W. Bond sulla Luna. Una regione su Iperione, chiamata “Bond-Lassell Dorsum” L’asteroide 767 Bondia, in onore suo e del figlio.
de Houtman Frederick
Gouda, 1571 – Alkmaar, 21 ottobre 1627
È stato un esploratore olandese che navigò lungo la costa occidentale dell’Australia diretto a Batavia, oggi nota come Giacarta in Indonesia. Fece osservazioni pionieristiche delle stelle meridionali che contribuirono alla creazione di 12 nuove Costellazioni meridionali.
de Lacaille, Nicolas-Louis
Rumigny, 15 marzo 1713 – Parigi, 21 marzo 1762
L’abate è stato un astronomo francese. È noto soprattutto per il suo catalogo di quasi 10000 stelle del cielo australe, inclusi 42 oggetti nebulosi. Il catalogo, chiamato Coelum Australe Stelliferum, fu pubblicato postumo nel 1763 e introdusse 14 nuove Costellazioni: la Bussola, il Bulino, il Compasso, la Fornace, la Macchina Pneumatica, la Mensa, il Microscopio, l’Orologio, l’Ottante, il Pittore, il Regolo, il Reticolo, lo Scultore ed il Telescopio. Lasciato indigente dalla morte del padre, poté intraprendere gli studi di teologia al Collège de Lisieux di Parigi grazie alla generosità del duca di Bourbon che ne sostenne le spese.Dopo aver preso gli ordini di diacono, tuttavia, si concentrò sulla scienza. Con l’appoggio di Jacques Cassini, ottenne da prima il compito di effettuare rilievi topografici sulla costa da Nantes a Bayonne, poi, nel 1739, di rimisurare l’arco di meridiano francese. Grazie al successo in questa difficile operazione, che occupò due anni e permise di correggere il risultato inesatto ottenuto da J. Cassini nel 1718, fu ricompensato con l’ammissione all’Accademia e la carica di professore di matematica al Collège Mazarin, dove lavorò in un piccolo osservatorio adattato alle sue necessità.Il suo desiderio di osservare i cieli meridionali lo spinse a proporre nel 1750 una spedizione astronomica al Capo di Buona Speranza, che fu autorizzata ufficialmente dall’ Accademia delle scienze. Fra i più importanti risultati da lui ottenuti si annoverano:
le determinazioni della parallasse lunare e solare,
la prima misurazione di un arco di meridiano sud africano
l’osservazione di 10.000 stelle meridionali.
Tornato a Parigi nel 1754, Lacaille rimase frastornato dal trovarsi oggetto di attenzione pubblica; si ritirò pertanto nel Collège Mazarin, dove morì per un attacco di gotta aggravato dal troppo lavoro.
Jérôme Lalande disse di lui che, nonostante la sua vita relativamente corta, aveva fatto più osservazioni e calcoli di tutti gli astronomi del tempo messi insieme. Tra i suoi illustri allievi, si possono ricordare Jean-Sylvain Bailly e Antoine Lavoisier.
Eratostene di Cirene
Cirene, 275 a.C. circa – Alessandria d’Egitto, 195 a.C.circa)
È stato un matematico, astronomo, geografo e poeta greco antico. Fu uno degli intellettuali più versatili della sua epoca. Terzo bibliotecario della Biblioteca di Alessandria e precettore di Tolomeo IV. Tra i risultati astronomici conosciamo la misura dell’inclinazione dell’eclittica, effettuata con un errore di 7′, e la compilazione di un catalogo di 675 stelle, andato perduto. Intorno al 255 a.C. avrebbe inventato la sfera armillare, strumento che consente la rappresentazione della sfera celeste e la descrizione del moto delle stelle intorno alla Terra. Sulle sue misure delle distanze tra Terra e Luna e tra Terra e Sole abbiamo solo una notizia confusa, trasmessa da Eusebio di Cesarea. La misura del meridiano terrestre è certamente il risultato più famoso di Eratostene, che stimò per esso una lunghezza di 252.000 stadi, con un errore, assumendo uno stadio compreso tra i 155 e i 160 metri, tra il -2,4% e il +0,8% rispetto al valore corretto.
Hevelius Johannes – Ved. Jan Heweliusz
Habrecht II, Isaac
1589-1633
È stato un professore di astronomia e matematica a Strasburgo. Era anche un medico di medicina e filosofia. Isaac Habrecht II ha fatto un globo celeste e un paio di planisferi. Ha introdotto alcune Costellazioni che ha creato con il cartografo olandese Plancius. E ha inventato una Costellazione, ora obsoleta che si chiamava Rombo (Rhombus). In seguito, al suo posto, fu creata la Costellazione Reticule Romboide (ora reticolo) di de Lacaille.
Heweliusz, Jan
(Danzica, 28 gennaio 1611 – Danzica, 28 gennaio 1687)
Fu un astronomo polacco, conosciuto con il nome latinizzato di Johannes Hevelius. Fu considerato come il fondatore della topografia lunare e descrisse 11 nuove Costellazioni, 7 delle quali sono tuttora in uso.
L’opera Prodromus Astronomiae fu pubblicata postuma a Danzica nel 1690 dalla sua seconda moglie, Elżbieta Koopman. L’opera è suddivisa in tre volumi:
Prodromus, il primo volume contenente la prefazione e le sue osservazioni ancora inedite.
Catalogus Stellarum Fixarum, il secondo volume contenente un catalogo astronomico di 1564 stelle suddivise, in base alla loro magnitudine, nelle rispettive Costellazioni, queste ultime ordinate alfabeticamente. Per ciascuna stella fornì latitudine, longitudine, ascensione e declinazione.
Firmamentum Sobiescianum, sive uranographia
(spesso indicato semplicemente con Uranographia), il terzo volume contenente un atlante stellare di 56 tavole (carte celesti) che riproducono le Costellazioni. Soltanto tre tavole (la costellazione dello Scudo ed i due emisferi) ci hanno tramandato il nome del disegnatore e quello dell’incisore, rispettivamente Andreas Stech e Carolus de la Haye, di Danzica. Tutte le altre sono anonime, ma la tradizione le vuole opera di Hevelius stesso, che altre volte aveva provveduto a disegnare, incidere e stampare da sé a casa propria.Per disegnare le tavole dell’emisfero boreale, Hevelius utilizzò le proprie osservazioni integrandole con i dati delle Tabulae Rudolphinae, pubblicate da Keplero nel 1627utilizzando le osservazioni effettuate da Tycho Brahe.Per disegnare le tavole dell’emisfero australe, Hevelius fece riferimento alle misure registrate nel 1676 da Edmond Halley durante la spedizione scientifica nell’isola di Sant’Elena, nell’Atlantico meridionale, non limitandosi, così, a copiare i dati forniti da altri astronomi e ormai vecchi di un secolo.
Nella sua opera, Hevelius aggiunse 11 nuove Costellazioni alle 48 già elencate da Tolomeo nel suo Almagesto. Attualmente, 7 Costellazioni delle 11 introdotte da Hevelius sono ancora in uso:
Scutum Sobiescianum (Scudo)
Canes venatici (Cani da caccia)
Leo minor (Leone minore)
Lynx (Lince)
Sextans (Sestante)
Lacerta (Lucertola)
Vulpecula (Volpetta)
Ideler, Christian Ludwig
21 September 1766 – 10 August 1846
E’ nato a Gross-Brese vicino Perleberg. Il suo primo lavoro è stato la modifica nel 1794 di un almanacco astronomico per il governo prussiano. Ha insegnato matematica e meccanica nella scuola di boschi e foreste, e anche nella scuola militare. Nel 1821, divenne professore presso l’Università di Berlino, e nel 1829 è diventato un membro straniero dell’Istituto di Francia. Dal 1816 al 1822 fu precettore dei giovani principi William Frederick e Charles. È morto a Berlino il 10 agosto 1846.
Ha scritto anche Historische Untersuchungen über die astronomischen Beobachtungen der Alten ( “indagini storiche sulle osservazioni astronomiche degli antichi”, Leipzig, 1806), Untersuchungen über den Ursprung und die Bedeutung der Sternnamen (“Le indagini sull’origine e il significato dei nomi di stelle “) e Über den Ursprung des Thierkreises (” le origini dello zodiaco “, 1838). Con Nolte ha pubblicato manuali di lingua e letteratura inglese e francese.
Ipparco di Nicea o Hipparcos, noto anche come Ipparco di Rodi
Nicea, 190 a.C. – Rodi, 120 a.C.)
È stato un astronomo, matematico e geografo greco antico. Tra i più grandi astronomi dell’antichità, nessuna delle sue opere, almeno quattordici, si è conservata, eccetto un commentario su un poema di argomento astronomico di Arato di Soli. A lui si deve la scoperta della precessione degli equinozi.
Keyser Dirkszoon Pieter, conosciuto come Petrus Theodorus
(ca. 1540 in Emden – 11 September 1596 in Banten),
E’ stato un navigatore Tedesco che ha mappato i cieli del sud. Poco si sa della vita di Keyser al di fuori delle sue osservazioni astronomiche e suoi viaggi nelle Indie. Era stato addestrato dal cartografo Petrus Plancius in matematica e astronomia. Plancius era un promotore chiave per le spedizioni per le Indie Olandesi, e aveva ordinato a Keyser di mappare il cielo nel sud del mondo, che era in gran parte inesplorato, al momento. Egli iniziò il suo lavoro poi quando la flotta fu finalmente in grado di ottenere rifornimenti in Madagascar il 13 settembre, 71, 248 marinai erano morti per la maggior parte di scorbuto. L’equipaggio superstite rimase per diversi mesi in Islanda per recuperare le forze e fare le riparazioni A quel punto Keyser aveva probabilmente fatto la maggior parte delle sue osservazioni celesti aiutato in questo da Frederick de Houtman e Vechter Willemsz. Dopo aver lasciato il Madagascar, ci vollero altri quattro mesi (febbraio-giugno 1596) alle le navi per raggiungere Sumatra e infine Bantam su Java. I negoziati commerciali andarono male, la ragione fu causata, forse, da istigatori portoghesi, o forse per inesperienza, e l’equipaggio fu così costretto a trovare acqua potabile e altre forniture a Sumatra attraverso lo Stretto della Sonda, attraversandolo risulterebbe che Keyser morì. Il 14 agosto, 1597, gli 81 sopravvissuti arrivarono a Texel, compreso de Houtman, che probabilmente consegnò le osservazioni di Keyser a Plancius.
Lord Rosse Ved. William Parson
Messier, Charles
(Badonviller, 26 giugno 1730 – Parigi, 12 aprile 1817)
È stato un astronomo francese famoso per aver compilato un catalogo di 110 oggetti (principalmente nebulose e ammassi stellari), che porta il suo nome (Catalogo di Messier). Questo catalogo fu pubblicato per la prima volta nel 1774;] gli oggetti di Messier erano numerati da 1 a 110 (oggi convertiti nei numeri di catalogo da M1 a M110, con la M che indica il catalogo di Messier) e spesso sono ancora conosciuti con questi nomi.
Olbers, Heinrich Wilhelm
(Arbergen, 11 ottobre 1758 – Brema, 2 marzo 1840)
È stato un medico tedesco, molto conosciuto per l’attività di astronomo amatoriale, che gli permise di conseguire notevoli risultati. Olbers studiò medicina a Gottinga e, dopo aver completato gli studi nel 1780, esercitò la professione di medico a Brema fino al 1822. Durante la notte coltivava i suoi studi astronomici amatoriali, osservazioni che gli diedero grande fama, e a cui si dedicò completamente negli ultimi anni di vita; attrezzò persino la parte superiore della sua casa come Osservatorio astronomico. Nel 1797 ideò un nuovo metodo per determinare l’orbita delle comete, usato ancora oggi; ne individuò diverse, tra le quali quella chiamata in seguito 13P/ Olbers (periodo orbitale di 72.7 anni), che scoprì il 6 marzo 1815. Studiò la natura di questi corpi deducendo che la coda cometaria si origina dalle stesse particelle di cui è costituito il nucleo della cometa, espulse nel verso opposto alla direzione del Sole da una forza che oggi sappiamo essere la pressione del vento solare. Teorizzò nel 1799 un metodo per calcolare la velocità delle “stelle cadenti”, largamente utilizzato nel XIX secolo. Nel 1802 scoprì e battezzò l’asteroide 2 Pallas e nel 1807 individuò 4 Vesta, lasciando sceglierne il nome a Carl Friedrich Gauss. Olbers ipotizzò che l’origine degli asteroidi fosse da ricercare nella frammentazione di un pianeta situato in origine fra Marte e Giove. Fu un sostenitore dell’idea che la Luna fosse abitata da forme di vita. Il cosiddetto “paradosso di Olbers” (sull’impossibilità di un cielo notturno buio in un universo infinito) prende il nome da lui, che ne propose una versione nel 1826. Nel 1827divenne membro onorario della Accademia Reale Svedese delle Scienze. Un cratere con il suo nome si trova sulla Luna.
Parson William – Terzo Conte di Rosse, anche noto come Lord Rosse
York, 17 giugno 1800 – Castello di Birr, 31 ottobre 1867
È stato un astronomo irlandese. Nel 1840, a Birr nella contea di Offaly, costruì il suo “Leviathan of Parsonstown”, un telescopio da 182 centimetri di diametro, che fu per molti decenni il più grande telescopio del mondo. Parsons dovette inventare molte delle tecniche usate nella costruzione, sia a causa delle dimensioni senza precedenti, sia perché i costruttori di telescopi del passato avevano protetto i loro segreti o semplicemente non erano riusciti a pubblicare i loro metodi. Lo specchio del telescopio fu fatto in una lega di Rame e Stagno (il cosiddetto speculum metal). Dato che nel clima umido anneriva rapidamente, lo specchio doveva essere ripulito ogni sei mesi, e così Lord Rosse costruì due specchi, per poterne usare uno mentre l’altro veniva ripulito. La costruzione del telescopio fu sospesa durante la Grande Carestia, ma nel 1847 fu terminato. Le capacità del telescopio andarono ben oltre le aspettative: fu possibile per la prima volta osservare le stelle fino alla 18ª magnitudine. Lord Rosse eseguì pionieristici studi astronomici e scoprì la natura a spirale di alcuni oggetti nebulosi, che oggi sappiamo trattarsi digalassie a spirale. La prima galassia a spirale che scoprì fu M51, ed i suoi disegni della galassia assomigliano molto alle fotografie moderne (oggi M51 è nota come Galassia vortice). Dette il nome alla Nebulosa del Granchio, basandosi su un precedente disegno fatto usando il suo vecchio telescopio da 91 centimetri, nel quale assomigliava ad un granchio. Alcuni anni più tardi, usando il telescopio più grande, produsse un disegno migliore e dall’aspetto notevolmente diverso, tuttavia il nome rimase lo stesso.
Plancius, Petrus (vero nome: Pieter Platevoet)
(Dranouter, 1552 – 15 maggio 1622)
È stato un astronomo, cartografo ed ecclesiastico olandese. Plancius fu uno dei fondatori della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, per la quale disegnò più di 100 mappe. Nel 1592 pubblicò il suo capolavoro cartografico, una mappa del mondo intero chiamata Nova et exacta Terrarum Tabula geographica et hydrographica. Oltre alle mappe, pubblicò riviste e guide di navigazione e sviluppò un nuovo metodo per determinare la longitudine. Fu anche il primo ad aver introdotto la proiezione di Mercatore nelle mappe nautiche.
Nel 1589 collaborò con Jacob Floris van Langren, un cartografo di Amsterdam, nella realizzazione di un globo celeste di 32,5 cm che mostrava per la prima volta alcune particolarità dei cieli australi, all’epoca ancora poco conosciuti: la Croce del Sud, il Triangolo Australe ed entrambe le nubi di Magellano. Nel 1595, chiese a Pieter Dirkszoon Keyser, primo pilota della Hollandia, di effettuare alcune osservazioni della zona attorno al polo sud celeste rimasta oscura sulle carte europee del cielo australe. Keyser morì a Giava l’anno seguente: la sua spedizione fu molto tormentata, ma il suo catalogo di 135 stelle, preparato probabilmente insieme al collega-esploratore Frederick de Houtman, fu consegnato a Plancius, il quale creò con esse 12 nuove Costellazioni che alla fine del 1597 (o agli inizi del 1598) inserì su un globo celeste di 35 cm costruito assieme al cartografo di Amsterdam Jodocus Hondius il Vecchio. Le Costellazioni di Plancius (raffiguranti quasi tutte animali e soggetti descritti nei libri di storia naturale e nei diari di viaggio dell’epoca) sono il Camaleonte, il Dorado (o Pesce Spada), la Fenice, la Gru, l’Idra Maschio, l’Indiano, la Mosca, il Pavone, il Pesce Volante, il Triangolo Australe, il Tucano e l’Uccello del Paradiso.
Queste Costellazioni, insieme alla Colomba, introdotta da Plancius nella sua grande mappa murale del globo del 1592, furono raffigurate nel 1603 da Johann Bayer nel suo atlante celeste, l’Uranometria.
Nel 1612 (o 1613) Plancius inserì le seguenti otto Costellazioni su un globo celeste di 26,5 cm fabbricato ad Amsterdam da Pieter van den Keere: l’Ape, la Giraffa, il Cancro Minore, i Fiumi Eufrate e Tigri, il Gallo, il Fiume Giordano, l’Unicorno e la Freccia Australe. Di queste ultime Costellazioni, gran parte delle quali di origine biblica, le uniche che si trovano nelle moderne carte celesti sono la Giraffa e l’Unicorno.
L’asteroide 10648 Plancius commemora oggi i contributi di questo astronomo nella cartografia celeste e terrestre.
Platevoet, Pieter Ved. Petrus Plancius
Plinio il Vecchio – Gaio Plinio Secondo (Caius Plinius Secundus), conosciuto come Plinio il Vecchio
Como, 25 agosto 79, è stato uno scrittore, ammiraglio e naturalista romano
Era proprio del suo stile descrivere le cose dal vivo, fu un vero cronista dell’epoca. Morì infatti tra le esalazioni sulfuree dell’eruzione vulcanica del Vesuvio che istrusse Stabiae, Ercolano e Pompei, mentre cercava di osservare il fenomeno vulcanico più da vicino. Per questo venne riconosciuto come il primo vulcanologo della storia. La Naturalis historia, che conta 37 volumi, è il solo lavoro di Plinio il Vecchio che si sia conservato. Quest’opera è stata il testo di riferimento in materia di conoscenze scientifiche e tecniche per tutto il Rinascimento e anche oltre. Plinio vi ha infatti registrato tutto il sapere della sua epoca su argomenti molto diversi fra loro: cosmologia, geografia, antropologia, zoologia, sostanze medicinali, metallurgia, mineralogia.
Royer, Augustin
È stato un astronomo francese vissuto ai tempi di Luigi XIV.
Nel 1679 pubblicò un atlante celeste; oltre alle 48 Costellazioni di Tolomeo e a quelle introdotte da astronomi più recenti come Plancius, ne creò lui stesso due in onore del suo protettore Luigi XIV: il Giglio, emblema della Francia, e lo Scettro e Mano della Giustizia, simboli del potere reale.
Nessuna di queste Costellazioni, però, è giunta ai giorni nostri.
Royer viene spesso citato come l’ideatore della costellazione della Colomba con stelle appartenute in precedenza al Cane Maggiore e della Croce del Sud con stelle che erano prima attribuite al Centauro, ma entrambe le Costellazioni erano già state create (e raffigurate) nel 1589 e 1592 da Petrus Plancius.
Schyrleus, Antonin Maria di Rheita
(1604-1660)
Il suo vero nome era Antonín Maria Šírek è stato un astronomo e ottico. Ha sviluppato diversi invertendo ed erigendo oculari, ed è stato il produttore del telescopio di Keplero. “Le cose appaiono più vive con il telescopio binoculare”, ha scritto, “doppiamente più esatto per così dire, così come più grande e luminoso.” Il suo telescopio binoculare è il precursore di nostri binocoli. Schyrleus era un anticopernicano convinto. Nella prefazione del suo libro, che comprende una dedica a Gesù Cristo e Ferdinando III, dichiarò che, dopo aver meditato a lungo sui sistemi di Tolomeo, Copernico, Tycho Brahe, e altri astronomi, era convinto che tutti questi scienziati avevano avanzato teorie inutili. Ha dedicato le lune di Giove a Papa Urbano VIII, chiamandoli Astres Urbanoctavianes. Ha scritto anche che Saturno aveva due “compagni”, e che sono stati periodicamente eclissato dal pianeta. Egli ha dedotto che essi avevano le loro orbite indipendenti, e che essi illuminato Saturno, che aveva bisogno di luce come era cento volte meno illuminate dal sole rispetto alla Terra. Nel 1642, a Colonia, vide passaggio di fronte al Sole di ungruppo di stelle cadenti che seguì l’un l’altro nel corso di un periodo di quattordici giorni, e che il bagliore del Sole ne era stato notevolmente indebolito.
Per quanto riguarda la vita extraterrestre, dopo aver sproloquiato sugli abitanti di Giove si chiese, per esempio, se gli esseri su altri pianeti potrebbero aver mantenuto il loro stato primitivo di innocenza, o se possono essere stati colpiti dal peccato originale come lo sono stati gli esseri umani. Schyrleus creò anche una mappa della Luna come vista in un telescopio invertente (e quindi la Luna stessa è invertita in figura, con il polo sud in alto). La sua mappa, tuttavia, non è entrato in uso perché fu sostituita da quelle fatte da Hevelius e dai gesuiti Giovanni Riccioli e Francesco Maria Grimaldi (1650-1651). Potrebbe aver trascorso qualche tempo in Italia, ma è certo che morì a Ravenna. Non si sa perché era lì in quel momento.
Theodorus Petrus – Ved. Pieter Dirkszoon Keyser
Tolomeo – Claudio Tolomeo
Pelusio, 100 circa – Alessandria d’Egitto, 175 circa)
Fu un astrologo, astronomo e geografo greco antico di epoca imperiale, di lingua e ultura ellenistica, che visse e lavorò ad Alessandria d’Egitto, allora nella Prefettura d’Egitto dell’Impero Romano. Considerato uno dei padri della geografia, fu autore di importanti opere scientifiche, la principale delle quali è il trattato astronomico noto come Almagesto.
Il titolo greco originale di quest’opera era Mathematikè sýntaxis (“Trattato matematico”). Il nome “almagesto” (il grandissimo) è la versione in arabo del nome greco con cui era nota l’opera ed è dovuto alla circostanza che, come per larga parte della scienza e della filosofia greca classica, la sua diffusione iniziale in Europa è avvenuta soprattutto attraverso manoscritti arabi, che furono tradotti in latino da Gerardo da Cremona nel XII secolo.
In questo lavoro, una delle opere scientifiche più influenti dell’antichità, Tolomeo raccolse la conoscenza astronomica del mondo greco basandosi soprattutto sul lavoro svolto tre secoli prima da Ipparco. Tolomeo formulò un modello geocentrico, in cui solo il Sole e la Luna, considerati pianeti, avevano il proprio epiciclo, ossia la circonferenza sulla quale si muovevano, centrata direttamente sulla Terra. Questo modello del sistema solare, che da lui prenderà il nome di sistema tolemaico, rimase di riferimento per tutto il mondo occidentale (ma anche arabo) fino a che non fu sostituito dal modello di sistema solare eliocentrico dell’astronomo polacco Niccolò Copernico, già noto, comunque, nell’antica Grecia al tempo del filosofo Aristarco di Samo.
I metodi di calcolo illustrati nell’Almagesto (integrati nel XII secolo dalle cosiddette Tavole di Toledo, di origine sasanide e riprese dagli Arabi musulmani) si dimostrarono di accuratezza sufficiente per i bisogni di astronomi, astrologi e navigatori almeno fino all’epoca delle grandi scoperte geografiche.
L’Almagesto contiene anche un catalogo di stelle, probabilmente un aggiornamento di un analogo catalogo compilato da Ipparco. L’elenco di quarantotto Costellazioni che vi è contenuto è l’”antenato” del sistema di Costellazioni moderne, ma non poteva coprire l’intera volta celeste poiché questa non è completamente accessibile dalle latitudini del Mediterraneo, nelle cui vicinanze vissero Ipparco e Tolomeo.
Unione astronomica internazionale UAI,
oppure anche IAU dall’equivalente dizione inglese unisce le società astronomiche del mondo.
È un membro dell’International Council for Science. È l’autorità riconosciuta per assegnare i nomi a stelle, pianeti, asteroidi e altri corpi celesti, e la sua sede centrale è a Parigi (Francia).
L’UAI è responsabile del sistema di Circolari UAI, che allertano gli astronomi sui fenomeni improvvisi, anche se non lo gestisce direttamente.L’UAI fu fondata nel 1919 come unione di vari progetti internazionali, tra cui la Carte du Ciel, l’Unione solare e l’International Time Bureau. Il suo primo presidente fu Benjamin Baillaud.
Wien,Wilhelm
Fischhausen, 13 gennaio 1864 – Monaco di Baviera, 30 agosto 1928
È stato un fisico tedesco noto soprattutto per avere derivato dall’elettromagnetismo e dalla termodinamica la legge che porta il suo nome, che lega l’intensità di emissione di radiazione elettromagnetica di un corpo nero alla sua temperatura. Nel 1879 Wien iniziò gli studi a Rastenburg, quindi proseguì a Heidelberg dopo il 1880. Nel 1882 frequentò l’università di Gottinga e successivamente di Berlino. Dal 1883 lavorò nei laboratori di Hermann von Helmholtz e nel 1886 si laureò con una tesi sulla diffrazionedella luce nei metalli e l’influenza dei diversi materiali sul colore della luce riflessa.
FONTI CONSULTATE:
Per quanto riguarda i dati sui pianeti Extrasolari essendo di pubblica divulgazione li abbiamo presi da Wikipedia
Astronomiamo per un approfondimento sulla Mitologia delle Costellazioni
Biografia degli Astronomi da Wikipedia
(16 – fine)