Titolo originale: La guerra del ferro – Ironmaster
Anno: 1983
Regia: Umberto Lenzi
Soggetto: Luciano Martino e Alberto Cavallone
Sceneggiatura: Alberto Cavallone, Lea Martino, Dardano Sacchetti e Gabriel Rossini
Direttore della fotografia: Giancarlo Ferrando
Montaggio: Eugenio Alabiso
Musica: Guido e Maurizio De Angelis
Effetti speciali: Paolo Ricci e Rosario Prestopino
Produzione: Luciano Martino
Origine: Italia / Francia
Durata: 1h e 32’
CAST
Sam Pasco, Elvire Audray, George Eastman, Pamela Prati (con il nome Pamela Field), Jacques Herlin, Danilo Mattei (con il nome Brian Redford), Benito Stefanelli, Areno D’Adderio, Giovanni Cianfriglia, Nello Pazzafini, Walter Lucchini, Nicola La Macchia (con il nome Nico La Macchia), William Berger, Salvatore Billa, Ottaviano Dell’Acqua, Alessandro Prete, Pietro Torrisi
TRAMA
Condannato all’esilio per aver ucciso il capo della tribù, il selvaggio Vuud torna per vendicarsi, armato (primo fra tutti gli uomini del suo tempo) di una spada forgiata tra le pietre incandescenti di una fenditura vulcanica. Soggiogato dalla sua brutale ferocia, il popolo delle caverne subisce ogni sorta di angherie senza riuscire a ribellarsi finché il giovane Ela non organizza un manipolo di guerrieri e passa alla riscossa. Vuud e i suoi seguaci sono massacrati dalle frecce dei ribelli di Ela, il quale, ottenuta la vittoria e riportata la pace tra le sue genti, distrugge saggiamente la spada del nemico auspicando (prima pia illusione nella storia dell’uomo) un futuro di laboriosa prosperità.
Conosciuto anche come “Vindicator”, il film è un tardo esempio del filone fanta-storico all’italiana – ultima occasione di sopravvivenza per il cinema di genere nostrano -, influenzato più che dall’esempio “colto” della “Guerre du feu” (1981) di Jean-Jacques Annaud, dal fortunato modello di “Conan” di Milius e da quelli assai meno spettacolari dei vari guerrieri barbari e cavernicoli italiani come “Ator”, “Gunan” e “Thor”. Realizzato con l’aggiunta di materiale documentaristico che dovrebbe fornire la convincente ambientazione di paesaggio preistorico alla scoperta del ferro e all’invenzione dell’arma bianca, il film è una malinconica esibizione di culturisti travestiti da uomini primitivi, a mala pena ravvivata dalla partecipazione di Luigi Montefiori/George Eastman (“DNA – Formula letale”, “Sesso nero”, “Porno Holocaust”, “Antropophagus”, “Le notti erotiche dei morti viventi”, “Rosso sangue”, “Caligola – La storia mai raccontata”, “Endgame – Bronx lotta finale”, “Anno 2020 – I gladiatori del futuro”, “Deliria”, “Le foto di Gioia”, “Baba Yaga”, “Emanuelle e Françoise (Le sorelline)”, “I nuovi barbari”, “2019: dopo la caduta di New York”, “1990 – I guerrieri del Bronx”, “Blastfighter”, “Vendetta dal futuro”, “The Barbarians”) e di William Berger (“Il giorno in cui i pesci uscirono dal mare”, “5 bambole per la luna d’agosto”, “Hercules”, “Shark – Rosso nell’oceano”, “Tex e il signore degli abissi”, “Le avventure dell’incredibile Ercole”, “Il nido del ragno”, “Vestito che uccide”).
Nel cast figurano anche Elvire Audray (“Assassinio al cimitero etrusco”, “Nosferatu a Venezia”), Pamela Prati (con il nome Pamela Field, vista anche in “Le avventure dell’incredibile Ercole”, “Transformer… e la bestia sorgerà dagli abissi”, “Luna di sangue”, “Posseduta”), Jacques Herlin (“La frusta e il corpo”, “La decima vittima”, “La guerra dei robot”, “Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà”), Danilo Mattei (con il nome Brian Redford, che ha preso parte anche a “Cannibal ferox”), Benito Stefanelli (“Danza macabra”, “Le Amazzoni – Donne d’amore e di guerra”, “Le guerriere dal seno nudo”, “L’uomo puma”, “Ladyhawke”, “Il pozzo e il pendolo”) e Nello Pazzafini (“I lunghi capelli della morte”).
Il regista Umberto Lenzi si è occupato durante la sua carriera di moltissimi generi, fra cui quello fantastico visto in ogni sua declinazione. Ricordiamo, fra i tanti, film come “Sette orchidee macchiate di rosso”, “Spasmo”, “Mangiati vivi”, “Incubo sulla città contaminata”, “Cannibal ferox”, “Kriminal”, “La casa 3”, “La casa del sortilegio”, “La casa delle anime erranti”, “Le porte dell’inferno”, “Demoni 3”.
Il soggetto venne scritto da Alberto Cavallone che poi trasse dalla stessa sceneggiatura il film “Il padrone del mondo”, rimaneggiandone alcune parti.
Per le musiche vennero scelti i fratelli De Angelis che a quei tempi composero colonne sonore di pellicole come “La montagna del dio cannibale”, “I corpi presentano tracce di violenza carnale”, “Killer fish”, “Uno sceriffo extraterrestre”, “Alien 2 sulla Terra”, “Il cacciatore di squali”, “Sensitività”, “L’ultimo squalo”, “I predatori di Atlantide”, “Il mondo di Yor”, “2019: dopo la caduta di New York”, “La casa con la scala nel buio”… solo per citarne alcune.