Titolo originale: Warcraft – The beginning
Anno: 2016
Regia: Duncan Jones
Soggetto: dal videogioco Warcraft e dall’universo ad esso ispiratosi, con storia e personaggi ideati da Chris Metzen
Sceneggiatura: Duncan Jones e Charles Leavitt
Direttore della fotografia: Simon Duggan
Montaggio: Paul Hirsch
Musica: Ramin Djawadi
Effetti speciali: David Benediktson, Jordan Kidston, Mark Mentiply e Darryl Reeves
Produzione: Stuart Fenegan, Alex Gartner, John Jashni, Charles Roven e Thomas Tull
Origine: Stati Uniti
Durata: 2 h e 3’
CAST
Travis Fimmell, Paula Patton, Ben Foster, Dominic Cooper, Callum Keith Rennie, Glenn Close
TRAMA
Draenor, il mondo degli Orchi, è ormai sull’orlo del collasso: lo stregone Gul’dan unisce i superstiti in un’Orda per attraversare il portale magico che porta nel mondo abitato dagli esseri umani, Azeroth, con l’uso di incantesimi che nascono da sacrifici di prigionieri. Durotan, valente guerriero dei Lupi bianchi, con la compagna incinta, hanno non pochi dubbi su questo, mentre dall’altra parte gli abitanti di Azeroth, regno dominato da un re e dalla magia, reagiscono all’attacco anche se il mago guardiano è rimasto corrotto dal potere proveniente da Draenor e tradirà la sua gente. Molti saranno gli eventi e le battaglie, in cui si distingueranno il cavaliere Anduin, cognato del re, il giovane mago Khadgar, la mezz’orchessa Dragona, per uno scontro tra civiltà che sembra implacabile ma dove forse esiste ancora una speranza di dialogo.
NOTE
Duncan Jones, figlio di David Bowie, ha già mostrato nei suoi film precedenti il suo interesse per il genere fantastico, anche percorrendo strade insolite e originali. A prima vista, ispirarsi ad un videogioco di grandissimo successo, al centro da tempo di un’operazione plurimediale che ha già coinvolto romanzi e fumetti, può essere un’arma a doppio taglio.
Detto questo, il film comunque funziona, presentando un’avventura che immerge in un universo che ha reminiscenze dei classici del fantasy, Tolkien in testa, ma che sa avere una sua originalità, con tutti gli archetipi del caso, la magia, i portali, la corruzione del male, le varie stirpi che compongono un universo alternativo, i personaggi valorosi, gli eroi per caso, i cattivi che si redimono, il nemico eroico e non malvagio, il ruolo ormai fondamentale nel fantasy contemporaneo della donna.
Del resto, agli effetti speciali fatti al computer e ai personaggi riletti digitalmente il film affida molto della sua storia, ma sarebbe sbagliato pensare che non ci sia una storia da raccontare e una sperimentazione di un altro linguaggio per raccontare un incontro e scontro tra mondi diversi.
Alla fine, Warcraft l’inizio racconta un qualcosa di attualissimo, un qualcosa di questa nostra realtà, lo scontro tra civiltà diverse, esseri umani e orchi, con differenze enormi, paura, odio, aggressione, ma anche il desiderio di chi non vuole uccidere per forza gli esseri umani, come Durotan e la sua famiglia, e di poter costruire un nuovo futuro e una vita migliore. Un argomento quindi di forte attualità, che funziona bene nel mondo metaforico di due universi fantastici, e che fa riflettere anche per un universo senza portali e orchi.
In ogni caso nel film si trovano tutte le scene madri a cui in tanti hanno abituato, da Peter Jackson in poi, tra battaglie, marce, vita di corte, magie, incontri con creature magiche (qui un golem, essere che viene dal folklore ebraico dell’Europa dell’Est), per un paio d’ore che scorrono via tra eroismi, traditori, morti e scoperte di sé, verso un finale aperto, perché il mondo di Warcraft è ancora molto complesso e da raccontare.
Sperando che si parta da dove si è arrivati, con una scena che rievoca archetipi della Bibbia e della fiaba, ma che soprattutto porta con sé il messaggio non retorico del film, la speranza di un mondo migliore dove tutti possano coesistere, con o senza magia, orchi e non orchi.