CONTINUA L’EPOPEA DELLE SCIMMIE (1969) – PARTE 03
LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI (The Night of the Living Dead)
Pur appartenendo per struttura, ambientazione e conduzione alla cinematografia dell’orrore, questa pellicola, abilmente realizzata da George A. Romero e giunta da noi in Italia in una versione molto ridotta, fa allo stesso tempo parte del genere fantascientifico per la “spiegazione” del pretesto che fa da supporto alla storia: è un po’ la stessa situazione di I Am Legend, il romanzo di Richard Matheson da cui sono stati tratti dei film di fantascienza come: 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra e L’Ultimo uomo della Terra che, pur essendo pellicole di fantascienza hanno come tema il vampirismo.
Il film fu uno dei maggiori successi italiani della stagione estiva 1970, fatto notevolissimo se si considera che era in bianco e nero e, addirittura, realizzato senza “mezzi toni”, cioè si trattava di una pellicola assai contrastata e dotata di una “grana” molto grossa, in quanto ottenuta da un negativo a 16 mm.
Il film, infatti, è stato girato, si può dire, “in casa” da un regista allora dilettante e con attori (bravissimi) altrettanto dilettanti, ognuno dei quali svolgeva un proprio mestiere o professione (sicché occorse molto tempo per girare il film, dato che non sempre gli attori erano disponibili…). Comunque, quando l’ultimo colpo di manovella fu dato, nessun produttore volle acquistare la pellicola, finché un piccolo agente decise di tentare… fu il più grosso colpo della sua vita, non solo per lui, naturalmente, ma per il neo-regista e i nuovi, consacrati, attori.
Due fratelli, John e Barbara, hanno compiuto un lungo viaggio in macchina per portare dei fiori sulla tomba del padre. Mentre si avviano verso l’uscita, John prende in giro la sorella per la sua paura delle tombe e dell’atmosfera stessa del cimitero:
John: ‘‘I morti ti prenderanno, Barbara…’‘
Barbara: ‘‘Smettila! Sei un ignorante!’‘
John: ‘‘Ti prenderanno, Barbara!’‘
Barbara: ‘‘Su, andiamo, non fare il bambino!’‘
John: ‘‘Attenta, ti prenderanno… Guarda: eccone uno che arriva!’‘
Effettivamente, mentre nel cimitero calano le ombre della sera, un uomo (S. William Hinzman, 1936 – 2012 che passerà alla storia per essere il primo zombie moderno) si sta dirigendo verso di loro; la ragazza, irritata dal macabro scherzo del fratello, incrocia la strada dello sconosciuto che l’assale. John (Bill Mosley) interviene ma, nella lotta, cade e batte la testa contro una lapide. Terrorizzata Barbara (Judith O’Dea) corre alla macchina, ma non potendola mettere in moto, giacché la chiave d’accensione è rimasta in mano a John, chiude le portiere. Lo sconosciuto, con furore bestiale, prende una grossa pietra e comincia a batterla contro il parabrezza incrinandolo. La giovane mette in folle la macchina che si avvia lungo la strada in discesa, ma dopo pochi metri l’auto si arresta contro un albero. Sempre inseguita, Barbara, in una fuga spasmodica resa in modo assai efficace, raggiunge una casa che spunta solitaria nella campagna e vi entra. Al piano superiore fa subito una macabra scoperta: un corpo di donna quasi ridotto a scheletro.
Mentre sta per essere assalita da un altro individuo giunge in suo soccorso un uomo di colore, Ben (Duane Jones, 1937 – 1988), che cala un colpo di mazza sulla testa dell’assalitore sfondandogliela, poi chiude la porta d’ingresso e comincia a tempestare di domande la povera Barbara che, sotto shock, risponde a monosillabi o con frasi sconnesse.
Ben narra la sua allucinante storia.
Ben: ‘‘Il mio camioncino è senza benzina, fuori c’è una pompa ma è chiusa… per andarcene ci serve la benzina, ma la chiave?… Il telefono è isolato… Veda di trovare dei pezzi di legno, delle tavole con cui sbarrare porte e finestre… ho scoperto che hanno paura del fuoco… Conosce quel bar che si chiama Bickman, con la stazione di servizio?… Ero arrivato lì con il camioncino che è qui fuori e stavo per fermarmi perché avevo bisogno di fare rifornimento quando dalla curva sbucò una grossa autobotte di benzina con almeno dieci o quindici di quei cosi aggrappati. Forse qualcuno di essi era entrato nella cabina perché vedevo che l’autobotte procedeva a zig zag, come se il guidatore non fosse libero nei movimenti. Poi d’un tratto uscì di strada tanto che io feci fatica a evitarla: non capivo che stava succedendo… L’autobotte uscì di strada in velocità, piegando a sinistra, verso la stazione di servizio che si trova proprio accanto al bar. Dopo aver sfondato il guardrail si abbattè sulle pompe di benzina trasformandosi immediatamente in un grande rogo. Avevo paura che esplodesse e non osavo avvicinarmi, ma sopra c’era un uomo… che urlava… Quegli esseri, intanto, si erano tutti allontanati… io guardai verso il bar per vedere se c’era qualcuno che potesse aiutarmi e allora notai che anche il bar era circondato dai mostri, nessuno osava affacciarsi dal di dentro. Intanto le urla erano cessate… mi resi conto che ero solo con… cinquanta o sessanta di quei cosi che stavano lì fermi a guardarmi, allora mi decisi: misi in moto il camioncino e puntai diritto su di loro, ma non si mossero… non scapparono… restarono lì immobili a fissarmi… a… alcuni sotto le ruote… altri… volarono per aria come… birilli…”
Barbara: ‘‘Noi eravamo andati al cimitero, Johnny e io… Johnny… do… dovevamo portare una croce con dei fiori sulla tomba di nostro padre… Johnny e io… a un tratto disse: c’è un altro cioccolatino, Barbara? Ma io… io però non ne avevo più e poi… lui… oh, che caldo fa qui… che caldo… allora Johnny disse: oh, come è tardi, perché non siamo partiti prima?… E io gli dissi: Johnny, se tu ti alzavi più presto non sarebbe accaduto…. Johnny mi chiese se avevo paura e io gli risposi: vuoi piantarla Johnny?! E poi… vidi quell’uomo che attraversava il cimitero, camminava lentamente e Johnny per farmi paura diceva: Eccolo che viene a prenderti, Barbara… io ero seccata e gli dissi: Johnny, ora basta! Allora…. lui scappò via, io però dovevo passare davanti a quell’uomo e avevo veramente paura….’‘
Mentre Barbara sta parlando, o più che altro delirando, Ben isola tutte le porte e le finestre del piano terreno. Gli “esseri”, intanto, all’esterno si moltiplicano.
Il delirio della ragazza continua: supplica, prega, ordina che si vada fuori a cercare suo fratello. Ben cerca di dissuaderla e di convincerla dell’inutilità del tentativo; non riuscendovi con le buone maniere, l’uomo è costretto a schiaffeggiarla e Barbara si calma.
Ben compie due interessanti scoperte: una radio e un fucile e mette subito in funzione la prima:
Annunciatore: ‘‘… a causa della situazione d’emergenza e del pericolo a cui si trova esposta la vita di un incalcolabile numero di cittadini questa stazione radio terrà aperti i suoi microfoni ventiquattr’ore su ventiquattro, assieme a centinaia di altre stazioni di tutte le parti del Paese e alle principali reti televisive. Faremo del nostro meglio per informare gli ascoltatori, di minuto in minuto, circa gli sviluppi della situazione. Per il momento, a quanto risulta dai fatti, il Paese è sommerso da un’ondata di omicidi commessi da un esercito di non meglio identificati assassini. Gli omicidi hanno luogo nelle città, nei villaggi e in aperta campagna, senza che essi appaiano minimamente giustificati. Sembra l’esplosione di una vera e propria follia delinquenziale: abbiamo raccolto qualche descrizione dei responsabili che, a detta dei testimoni, hanno l’aspetto di persone normali per quanto diano l’impressione di agire in stato di trance… Non siamo pertanto in grado di dire quali siano le misure da prendere per difendersi da questi cosiddetti mostri. Le stesse autorità competenti, di fronte all’eccezionalità del caso, dimostrano di essere del tutto disorientate e non ci risulta che, finora, sia stata presa una qualche iniziativa per controllare il diffondersi del fenomeno. Pompieri e organizzazioni sanitarie sono letteralmente paralizzati dal volume delle chiamate di soccorso. Corre voce che in vari Stati si stia considerando l’opportunità di mobilitare la Guardia Nazionale, ma tale proposizione non ha avuto, fino a questo momento, alcuna conferma ufficiale. L’unica dichiarazione che la stampa è riuscita a ottenere dalle autorità è il consiglio di non muoversi dalle proprie abitazioni, di non azzardarsi assolutamente a uscire all’aperto fino a che non sarà spiegata la natura di questi eccezionali avvenimenti e non sarà stabilita una precisa linea di condotta. A questo riguardo vi preghiamo di voler rimanere in ascolto sulle vostre abituali stazioni per poter tempestivamente conoscere le eventuali comunicazioni delle autorità. Gli impiegati e gli operai sono stati invitati a rimanere ai loro posti di lavoro, evitando di tentare in alcun modo di raggiungere le loro abitazioni. Malgrado ciò, però, purtroppo le strade risultano ancora molto affollate e noi quindi ci associamo a esortare i cittadini a non muoversi dai luoghi ove essi attualmente si trovano. Per il momento è l’unico sistema di difesa che appaia veramente efficace… Ci è pervenuta ora la notizia che il Presidente ha convocato i membri del governo per una riunione presso il suo ufficio allo scopo di esaminare i problemi posti dall’improvvisa epidemia di omicidi che ha sconvolto la parte orientale degli Stati Uniti, lasciando invece, per ora, indenni le zone occidentali: la riunione avrà luogo tra un’ora. La Casa Bianca, nell’annunciare tale riunione, ha precisato che non appena essa si sarà conclusa il pubblico verrà informato sulle decisioni prese circa le misure da attuarsi per combattere la calamità. Si apprende, inoltre, che alla riunione parteciperanno diversi esponenti del mondo scientifico nonché tecnici e scienziati della NASA che, presumibilmente, dovranno contribuire a dare una spiegazione scientifica agli attuali, spaventosi avvenimenti… Come abbiamo detto, per il momento, le autorità possono soltanto consigliare a tutti i cittadini di restare al riparo nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro o di recarsi immediatamente in qualche scuola, chiesa, ospedale od edificio pubblico che si trovi nelle vicinanze. Le ultime notizie segnalano che nessuno di questi efferati delitti ha avuto luogo ad Ovest del fiume Mississipi, tranne per la parte sud-orientale del Texas…’‘
‘‘Attenzione, attenzione… ripetiamo una notizia urgentissima pervenutaci in questo momento: ci comunicano da Cumberland che, secondo segni evidenti riscontrati sui corpi delle vittime, esse sono state parzialmente sbranate dai loro assassini…’‘
Mentre Ben si dirige al piano superiore e Barbara resta seduta ad ascoltare le allucinanti notizie della radio, una porta seminascosta si apre e ne escono delle persone: alle urla di Barbara, Ben accorre immediatamente. Si viene così a sapere che cinque persone erano già da tempo nascoste nella cantina della casa e, spaventate dai rumori, non avevano osato uscire fino a che non avevano udito i comunicati della radio… Si tratta di Tom e Judith (Keith Wayne, 1945 – 1995 e Judith Ridley), marito e moglie, e dei coniugi Cooper (Karl Hardman, 1927 – 2007 e Marylin Eastman) con la bambina, Karen (Kyra Scon), malata perché morsa da uno dei mostri. Sorge subito un’aspra disputa tra Ben e Cooper in quanto il primo dichiara che la casa, con le porte e le finestre sbarrate, costituisce ora una fortezza quasi inespugnabile, mentre il secondo replica che soltanto la cantina è il posto più sicuro. La conclusione è che Judith, Barbara, Ben e Tom restano nella casa, l’inviperito Cooper si chiude nella cantina a protestare le proprie ragioni con la moglie. La disputa continua a lungo, in quanto Helen Cooper vorrebbe tornare di sopra dove, almeno, c’è una radio e ci si può tenere al corrente delle notizie e dei provvedimenti mano a mano che pervengono. Quando poi Tom bussando alla porta li avverte che è stato trovato anche un televisore, ogni indugio è sciolto. Judith, la moglie di Tom, scende per qualche minuto a badare alla bambina dei Cooper che, ancora, non dà cenni di miglioramento, e i due risalgono ponendosi davanti al televisore.
Annunciatore: ‘‘Per quanto i fatti possano sembrare incredibili non si tratta certo di un caso di isterismo di massa…’‘
Cooper: ‘‘Bella scoperta, come se non li avessimo visti anche noi i morti!’‘
Ben: ‘‘Zitto!’‘
Annunciatore: ‘‘… continuano a pervenirci dalla maggior parte del Paese: l’ondata dei delitti che ha investito soprattutto le zone orientali è opera di creature che poi si cibano dei corpi delle loro vittime. I racconti dei testimoni oculari, per quanto incoerenti, vengono da persone ancora sotto shock, lo confermano ampiamente. Autorità e giornalisti avevano, sulle prime, smentito queste notizie essendo al di là del credibile, ma invece ora risultano esatte. Gli esami clinici condotti su alcuni cadaveri provano, senz’altro, che essi sono stati parzialmente divorati… A quanto sembra c’è qualche altro nuovo comunicato urgente che ora vi trasmetteremo… si tratta di un comunicato del Comando Nazionale della Difesa Civile di Washington… è stato appurato che le persone morte nelle ultime ore sono tornate in vita e sono le responsabili degli omicidi: ospedali, cliniche, obitori, imprese di pompe funebri sono giunti alla sicura conclusione che attualmente i morti insepolti tornano in vita animati da un’incrollabile ansia di vittime umane… Anche a noi riesce difficile credere a tutto questo, ma purtroppo sembra che sia la realtà. All’inizio degli avvenimenti in corso la radio e la TV consigliavano di rifugiarsi in luoghi chiusi, con porte e finestre ben sprangate, ma essendo cambiata la situazione, siamo adesso in grado di fornirvi nuove istruzioni: la Difesa Civile ha organizzato un’ampia rete di posti di soccorso forniti di cibo, assistenza medica e protezione da parte della Guardia Nazionale. Le stazioni di tutte le reti televisive trasmetteranno l’elenco di questi posti di soccorso, elenco che verrà ripetuto più volte sui teleschermi: prendete nota del posto di soccorso più vicino a voi e cercate in ogni modo di recarvici il più presto possibile… Nessun comunicato ufficiale è però stato diramato dall’FBI, dalle autorità militari o dalla CIA, dopo l’odierna riunione di gabinetto… Perché i nostri esperti spaziali sono stati consultati per una questione che riguarda strettamente la Terra? A quanto pare l’unica risposta plausibile è collegata al recente invio di una sonda sul pianeta Venere… la sonda, come ricorderete, partì da Venere ma non tornò sulla Terra, questo veicolo spaziale fu infatti intenzionalmente distrutto dalla NASA allorché gli scienziati si resero conto che esso emanava delle misteriose radiazioni. Possono essere, in qualche modo tali radiazioni la causa dell’attuale catastrofe? E’ su questo punto che ha insistito il giornalista Don Kwayne…’‘
Ben: ‘‘La miglior cosa è tentare di andarcene da qui.’‘
Cooper: ‘‘Si, e dove la prendiamo la benzina?’‘
Tom: ‘‘Guardate…’‘
Indica la televisione dove si sta svolgendo l’intervista condotta da Kwayne (Bill Cardille) e uno scienziato, il professor Shelton. (Frank Doak, 1915 - 1996).
Kwayne: ‘‘Professore, alla riunione è stata discussa la questione della sonda spaziale?’‘
Prof. Shalton: ‘‘Si, certo, è un problema che è stato trattato.’‘
Kwayne: ‘‘E lei ritiene che ci sia un legame fra quanto sta accadendo…’‘
Prof. Shalton: ‘‘Non ho difficoltà ad ammetterlo: un legame c’è.’‘
I Agente: ‘‘Un momento…’‘
Kwayne: ‘‘Lei pensa che le radiazioni della sonda siano alla base degli attuali fenomeni?’‘
Prof. Shalton: ‘‘Quello che è certo è che il tipo di radiazione…’‘
I Agente: ‘‘Un momento: non possiamo assolutamente rilasciare delle dichiarazioni in questo senso.’‘
II Agente: ‘‘Non disponiamo di tutti gli elementi per poter giudicare.’‘
I Agente: ‘‘Esatto’‘
Kwayne: ‘‘Allora, secondo le autorità militari, le radiazioni non c’entrano’‘
Generale: ‘‘Non posso certo parlare a nome di tutto lo Stato Maggiore…’‘
I Agente: ‘‘… e questo è chiaro.’‘
Generale: ‘‘… io non mi sento di attribuire il fenomeno alle radiazioni se non sarò in possesso di prove irrefutabili…’‘
II Agente: ‘‘Si; ogni dichiarazione è prematura…’‘
I Agente: ‘‘Beh, dobbiamo sbrigarci o arriveremo in ritardo…’‘
Kwayne: ‘‘Lei, invece, professor Shalton, è convinto che una relazione ci sia, vero?’‘
Prof. Shalton: ‘‘Secondo me non c’è alcun dubbio, basta esaminare i risultati delle…’‘
I Agente: ‘‘Professore, la prego, avevamo stabilito di non parlarne…’‘
Durante l’intervista scorrevano sullo schermo le varie dislocazioni dei posti di soccorso e uno di essi si trova a circa trenta chilometri da dove il gruppetto si trova. Nel corso di una delle interviste viene dichiarato che tutti i feriti devono essere sottoposti a cure mediche; sorge quindi impellente il problema di condurre la bambina a Willard, il posto di soccorso più vicino.
Nell’intervista con il Professor Keller, chiamato in studio come consulente, si apprendono altri particolari allucinanti sulla vicenda.
Keller: ‘‘E’ bene disporre che le salme vengano immediatamente cremate.’‘
Annunciatore: ‘‘E dopo quanto, dalla morte, i cadaveri ritornano in vita?’‘
Keller: ‘‘Oh, è una questione di minuti…’‘
Annunciatore: ‘‘Di minuti? Ma allora i parenti non possono nemmeno predisporre perché…’‘
Keller: ‘‘Proprio così, non c’è neanche il tempo per le onoranze funebri. I corpi devono essere portati all’aperto e bruciati immediatamente. Non c’è altro da fare: le salme devono essere date alle fiamme, bisogna tralasciare ogni senso di pietà e di rispetto e attenersi soltanto ai consigli della ragione, questa è la mia opinione.’‘
Ben e gli altri organizzano un piano: fabbricare delle bombe molotov con bottiglie, strisce di stoffa e kerosene, rinvenuto dentro una tanica in cantina, dopodiché due di loro cercheranno di prendere la benzina della pompa, sperando che, in un mazzo di chiavi trovato in casa, vi sia quella che apre la serratura del distributore.
La chiave viene fortunatamente trovata. Tom e Ben usciranno dalla porta più vicina al camion e, mentre le donne sono in cantina, Cooper lancerà le bottiglie molotov dal piano superiore.
Il piano viene attuato. Muniti di torcia, Tom e Ben tengono a distanza i mostri. Il primo sale sul camioncino, ma sua moglie Judith, si precipita inaspettatamente sul furgone con lui; un attimo di distrazione e un rivolo di benzina, fuoriuscito dalla pompa, si incendia facendo esplodere il veicolo con i due occupanti.
E’ un pasto macabro quello che compiono le creature dopo aver estratto i resti dei due dal camioncino.
Ben cerca di riguadagnare la porta, ma Cooper, impaurito, la spranga, per cui l’uomo è costretto a sfondarla e, una volta entrato, vuol fare giustizia sommaria di Cooper.
Ben: ‘‘Dovrei darla in pasto a quei cannibali!’‘
L’assedio continua e i mostri aumentano di numero. La televisione annuncia che la Terra è tuttora invasa dalle radiazioni che non accennano a diminuire e, fino a quando il fenomeno persiste, i morti continueranno a rivivere.
Annunciatore: ‘‘Abbiamo appena ricevuto delle riprese effettuate nel corso di una battuta condotta contro i mostri ad opera dello sceriffo Colin McClelland di Battlecity, Pennsylvania. Ecco a voi il filmato… Tutte le forze dell’ordine sono state mobilitate per cooperare alla distruzione dei mostri e a esse si sono unite ingenti forze di volontari. Da parte loro, gli scienziati della NASA hanno comunicato che i mostri possono essere eliminati unicamente con un colpo di arma da fuoco al capo o con una forte percossa che spacchi loro il cranio: infatti, essi hanno precisato, dato che le radiazioni misteriose attivano il cervello dei cadaveri, è appunto il cervello che deve essere messo fuori uso…’‘
L’intervista viene trasmessa e si viene a conoscenza che lo sceriffo (George Kosana) e i suoi uomini si stanno aprendo la strada verso Willard per congiungersi alla Guardia Nazionale. Nel corso della stessa intervista vengono rivelati anche particolari interessanti: per esempio che i mostri non tollerano la luce, sono impacciati nei movimenti e non sono molto forti. Particolari che, collegati a quanto è stato annunciato dalla radio e dalla televisione, forniscono un quadro molto logico di quanto sta accadendo e poi, queste regole dettate per la prima volta dal film di Romero, saranno la base di tutta la serie di film zombeschi che ci perseguitano ancora oggi..
E’ il pregio maggiore della pellicola che, partendo da una base fantascientifica come quella delle radiazioni, costruisce tutto un insieme di particolari realistici che s’innestano fra loro perfettamente, dando vita a un clima e a un’atmosfera macabra e allucinata, tipica del cinema dell’orrore più che di quello di fantascienza. Ogni particolare logico è curato e tutta la vicenda ha una sua interna verosimiglianza; insomma esiste, nell’intero film, un tentativo costante di dare un senso coerente a quanto accade che, francamente, si fa perdonare alcuni dettagli volutamente orripilanti, come quello del cannibalismo.
Tornando alla storia, a un tratto manca la corrente e tutto piomba nel buio: è l’ultimo atto.
La casa viene assalita. Ben cerca di chiudere un buco prodottosi in una delle finestre, mentre Cooper, impossessatosi del fucile, ordina alle donne di precederlo in cantina e sta per chiudere la porta dietro di sé, quando Ben riuscito a impadronirsi nuovamente del suo fucile, gli spara: Cooper cade all’indietro e il corpo rotola giù per le scale della cantina.
Mentre gli assalti si intensificano, Helen Cooper scende precipitosamente in cantina, scoprendo, con orrore, che sua figlia Karen sta cibandosi del corpo del padre. La donna è terrorizzata e non reagisce neppure quando la piccola le cala ripetutamente un falcetto nel petto….
Di sopra sono rimasti soltanto Barbara e Ben. Da una porta sfondata appare Johnny, o meglio il suo corpo, che afferra la ragazza e la trascina via. Ben, impossibilitato a difendersi da solo, arretra verso la cantina, allontana la piccola Karen, chiude la porta barricandosi dentro. I mostri picchiando sulla porta, distraggono Ben che, non si accorge dei due corpi che stanno tornando in vita: quelli ovviamente dei due Cooper, che l’uomo poi fredda a colpi di fucile.
La tragica notte passa e sorge l’alba. Lo sceriffo McClelland nella sua marcia si avvicina alla casa: i suoi uomini abbattono i cadaveri viventi che, con la luce, cercano di fuggire. Il rumore degli spari attira Ben che, tolto il paletto, si avvicina a una delle finestre.
McLennon (rivolto al suo aiutante – Vince Survinski, 1912 – 2001 – che ha il fucile puntato verso la casa): ‘‘Prendilo giusto in testa, fra gli occhi.’‘
Il colpo è di una precisione assoluta. Il corpo di Ben si accascia e dopo poco verrà bruciato assieme agli altri cadaveri.
George A. Romero in una recente intervista ha dichiarato di non essersi ispirato al citato romanzo di Richard Matheson, ma di aver utilizzato un suo vecchio soggetto che, però, come si è visto, ha qualche punto in comune con l’opera dello scrittore americano.
Nel 1967 George A. Romero aveva girato un paio di cortometraggi in 8mm e aveva fondato una sua piccola casa di produzione chiamandola Latent Image e il suo sogno era ancora quello di girare il suo primo lungometraggio.
Egli iniziò a scrivere la sceneggiatura di questo suo primo film assieme a John Russo e trovarono in un agente pubblicitario Karl Hardman, proprio colui che interpreterà l’antipatico Cooper nel film, disposto a sovvenzionare una produzione a basso costo. E così, sempre tenendo conto degli impegni dei cosiddetti attori, Romero cominciò a girare il film nei weekend liberi e, dopo sette mesi, il film potè considerarsi finito. Ora si trattava di trovare un distributore e la cosa non si dimostrò facile. La pellicola venne rifiutata dalla Columbia e dalla AIP perché, secondo loro, non c’era possibilità di successo in una pellicola in bianco e nero e con il finale così tragico. La piccola casa, come abbiamo detto, che prende in gestione il film, la Walter Reade Organization, se lo vede scoppiare tra le mani pur avendolo programmato, inizialmente, nei più sperduti drive-in e nelle salette di periferia. Per cui, alla fine di tutto, un film costato centoquattordici mila dollari arrivò ad incassarne tre milioni. In seguito, negli Stati Uniti, il film fu colorizzato con scarsi risultati e conoscerà in futuro un blando remake e una versione simile in 3D.
(3 – continua)