Joseph Fiennes
John Cho
Jack Davenport
Zachary Knighton
Peyton List
Sonya Walger
Christine Woods
Dominic Monagham
Origine: Stati Uniti
Ideazione: Brannon Braga e David S. Goyer
Durata: 1 stagione di 22 episodi di 40 minuti l’uno
TRAMA
6 ottobre 2009: di colpo tutti gli abitanti della Terra perdono i sensi per due minuti e quindici secondi, con conseguenze anche disastrose in termini di incidenti mortali: durante questo periodo di incoscienza vengono catapultati avanti di alcuni mesi, al 29 aprile del 2010, e vedono cosa capiterà loro allora. Alcuni non vedono niente, perché molto probabilmente saranno morti.
L’indagine è affidata negli Stati Uniti all’FBI: Mark Benford, agente speciale di Los Angeles, si è visto da solo in ufficio, alcolizzato di nuovo e minacciato da uomini armati, mentre il suo collega di origini coreane Demetri Noh non ha visto nulla e scopre poi che morirà a marzo; sua moglie Olivia, valente medico al Pronto Soccorso, si è vista con un altro uomo; la sua collega Janis, gay dichiarata, si è vista invece incinta a fare un’ecografia.
Mentre varie altre storie si intrecciano, tra desideri di vedere avverare il futuro e invece volontà di sconfiggere il destino, Benford e i suoi scoprono che dietro a tutto c’è un inquietante esperimento scientifico, già compiuto in scala ridotta in Somalia anni prima, nel quale sono implicati i fisici Simon Campos e Lloyd Simcoe, l’uomo con cui Olivia si è vista nel salto in avanti. Non solo: il flash forward accadrà di nuovo, tutto sta a capire quando.
Flash Forward è liberamente ispirato al romanzo dell’autore canadese Robert J. Sawyer Avanti nel tempo, uscito nel 1999, edito in Italia da Fanucci nel 2000, dove troviamo il personaggio di Lloyd Simcoe, sempre fisico, ma dove gli abitanti della Terra vengono catapultati nel 2030.
Nel cast del telefilm figurano alcuni volti amati dagli spettatori. Per citarne alcuni: Joseph Fiennes, fratello di Ralph, ex interprete di Shakespeare in love e in Elizabeth, è l’antieroe della vicenda, l’agente federale Mark Benford; Dominic Monagham, ex hobbit ne Il signore degli anelli ed ex naufrago in Lost, è l’ambiguo Simon Campos; Jack Davenport, ex cacciatore di Jack Sparrow nella serie di “Pirati dei Carabi”, è Lloyd Simcoe; Annabeth Gish, ex agente Reyes in X-Files, è Lita, uno dei capi della cospirazione; Callum Keith Rennie, ex ranger in Due South e ex serial killer nel secondo film di X-Files, è un santone di una setta che nasce dopo il salto in avanti che vuole fare avvenire esattamente i fatti previsti, morti comprese.
Come già in Lost e in Heroes, anche in Flash Forward si percorre la strada della narrazione corale: tante storie che si intrecciano, non ci sono più protagonisti assoluti, ma vari personaggi, con peso narrativo differente, ma a parte Mark Benford, che spicca un po’ di più, tutti abbastanza importanti uguali.
Anche l’azione si svolge in diversi continenti, non solo negli Stati Uniti o in una città in particolare, con riferimenti all’attualità estera di oggi portando il gruppo di agenti a un certo punto in una Somalia ancora insanguinata dalla guerra civile e seguendo la storia di Aaron Stark, ex militare e membro degli alcolisti anonimi dove ha conosciuto Mark, che va a cercare la figlia creduta morta in Afghanistan.
Il tema di fondo sia del libro che della serie televisiva è il libero arbitrio, che può andare contro l’ineluttabilità del destino: Mark sceglie di far avvenire il proprio salto in avanti, così come Aaron e Janis, mentre Demetri fa di tutto per evitarlo, così come Olivia.
La società che emerge in Flash Forward è multietnica (tra i coprotagonisti ci sono afroamericani, africani, giapponesi, coreani) e con vari stili di vita, dalla famiglia in crisi di Mark Benford all’omosessualità di Janis.
La Abc ha deciso all’ultimo di cancellare la serie dai suoi palinsesti, per la quale erano state previste da tre a sette stagioni: ci sono state varie mobilitazioni da parte dei fan, ci sono vari network che sembrano interessati, ma gli alti costi di realizzazione possono pesare su una scelta definitiva.
Flash Forward non ha quindi un vero e proprio finale e termina con un cliffhanger che lascia la sorte dei suoi protagonisti, in particolare Mark e Janis, appesa a un filo. Del resto il meccanismo del lasciare tutto in sospeso tra un episodio e l’altro era già stato utilizzato in tutti gli episodi, costruiti come una serie di puntate più che come episodi slegati l’uno dall’altro, come è ormai abitudine di diversi telefilm di questi ultimi anni.