Vorrei dedicare questo piccolo saggio
al mio grande amico Renato Pestriniero
augurandogli, con infinito affetto, una lunga e felice vita.
Con tanta stima.
Giovanni Mongini
PROLOGO: IN PRINCIPIO…
Un’interessante e forse casuale scelta di coincidenze sta alla base della nascita della vita sulla Terra.
Per prima cosa il tipo di stella: nel nostro caso un astro di media grandezza ad una temperatura ottimale data dal suo colore giallo. Poi ci vuole un pianeta che sia alla distanza giusta dalla stella: non troppo vicino al suo Sole altrimenti la temperatura sarebbe troppo alta e non troppo lontano perché in questo caso la temperatura al suolo sarebbe troppo bassa. Quindi è importante che il pianeta in questione sia non solo alla giusta distanza ma che abbia delle dimensioni particolari in quanto se fosse troppo piccolo non riuscirebbe a trattenere l’atmosfera attorno pr cui se ne fuggirebbe nello spazio e se fosse troppo grande sarebbe letale per la nostra struttura e in certi casi si tratterebbe pure di un mondo gassoso. Poi c’è un’ altra ragione importantissima per cui il pianeta in questione abbia la possibilità di trattenere in se la vita: ed è che il pianeta candidato a questo scopo ruoti su se stesso in modo che il calore si possa distribuire uniformemente durante il giorno.
Anche le stagioni sono importanti per cui non sarebbe male che il nostro candidato avesse l’asse inclinato in modo da permettere l’alternarsi delle stesse.
Nel nostro sistema solare solo la nostra Terra aveva queste caratteristiche e l’altro candidato, Marte, dopo un inizio promettente, ha avuto dei problemi di massa e di distanza se, addirittura, non è stato vittima di una catastrofe planetaria come l’impatto con un meteorite che ne ha fermato l’evoluzione.
In ogni caso la sua esigua massa non ha potuto trattenere l’atmosfera a lungo e, allo stesso modo, il pianeta ha perso il suo scudo magnetico ragion per cui il Sole ha bombardato il pianeta senza che vi fosse una protezione adeguata anche per i raggi cosmici.
La Terra è stata quindi fortunata e la sua origine è ancora oggi uno dei misteri più affascinanti dell’universo.
Per capire meglio l’evoluzione del nostro pianeta poniamo su un grafico immaginario la nascita della Terra il primo Gennaio di un anno qualunque e che corrisponde, nella realtà, a circa quattro miliardi e mezzo di anni fa.
Gli scienziati sono propensi a credere che il nostro Sole sia una stella di seconda generazione il che vuole dire che si sarebbe formato con residui di materia provenienti dall’esplosione di un’altra stella per cui anche la Terra e gli altri pianeti proverrebbero da atomi di seconda mano, usati o, più elegantemente, di seconda generazione e provenienti da un’esplosione cosmica o da un collasso stellare avvenuto miliardi e miliardi di anni fa.
Poichè nessuno di noi poteva essere presente ad un evento così sensazionale questa considerazione deve restare nel campo delle ipotesi e una di queste era la teoria della collisione.
Se una stella fosse passata nei pressi del nostro Sole essa avrebbe esercitato un’enorme attrazione la cui conseguenza sarebbe stata il formarsi di protuberanze gassose. Adesso immaginiamo che il Sole emettesse due getti di gas, uno di essi, quello che si muoveva verso l’esterno, avrebbe poi generato il pianeta Nettuno, l’altro, dalla parte opposta, sarebbe diventato il pianeta Marte. Una seconda fuoriuscita di gas avrebbe in seguito generato Urano e la Terra ed in seguito tutti gli altri pianeti.
Questa teoria era destinata a non avere un seguito anche perché con la scoperta di altri pianeti su altre stelle questo gioco di ammassi gassosi fuoriusciti dalle stelle per effetto di attrazione gravitazionale, caso rarissimo, sarebbe diventato una specie di gioco di un gigantesco domino sparso per la galassia.
Gli scienziati si trovarono quindi d’accordo su una teoria che spiegherebbe in maniera più razionale la nascita del Sistema Solare…
Nello spazio esiste la polvere cosmica, un finissimo pulviscolo di materia rarefatta che si sposta lungo le vie del cielo percorrendo incredibili distanze, le dimensioni di queste nubi possono essere immense. Esse vagano nello spazio residuo dalla nascita dell’universo.
Da una di queste nubi di polvere cosmica, attirata dal Sole, può aver avuto origine la Terra ed il Sistema Solare.
Vediamo di seguire con chiarezza il processo di formazione: la forza della luce fu la causa del concentramento di queste particelle di polvere congelata e le dimensioni della nube stessa, in questo modo, si ridussero notevolmente con il risultato che, come tanti minutissimi pezzi di roccia, queste particelle cominciarono ad urtarsi, a collidere tra di loro. Verso l’interno e quindi verso il Sole, vi era una maggiore concentrazione per cui le collisioni lì erano estremamente più frequenti che verso la periferia della nuvola.
Da queste collisioni cominciarono a formarsi degli ammassi di materia che presero a turbinare verso il centro della nube.
Ora noi sappiamo che ogni cosa sulla Terra è attratta verso il centro di essa dalla forza di gravità e, nello stesso modo, le particelle furono attratte verso il centro della nube e questi ammassi di materia crebbero mano a mano che andava a formarsi una spirale in movimento, diciamo nello stesso modo in cui una palla di neve, rotolando lungo un pendio, accumula altra neve e s’ingrossa.
Il movimento fu infinitamente più lento ma fu questa l’origine del Sole.
A un certo punto della nostra storia la nube informe, a causa del moto, divenne una sfera appiattita con al centro un nucleo di materia fredda, una galassia senza luce, per avvicinarci ad un’immagine nota. Quello che all’epoca era chiamato protosole aveva inglobato circa il novanta per cento della materia originaria e il restante dieci per certo costituivano i protopianeti.
Per milioni di anni la zona, culla del sistema solare, rimase al buio o appena illuminata dalle stelle vicine, una luce estremamente debole ma sufficiente perché, a poco a poco, la densità della zona centrale aumentasse a causa di questa pressione causata dalla lontana luce, la quale a sua volta causò un aumento della forza gravitazionale con conseguente attrazione verso il centro e tutto questo fu causa di un’ulteriore compressione.
L’aumento della pressione fu causa anche di un aumento della temperatura nel protosole e gli atomi d’idrogeno si trasformarono in elio proprio grazie ad un processo termonucleare o fusione. Ora a questa fusione si accompagna la liberazione di enormi quantità di energia esattamente come se si trattasse di una bomba all’idrogeno. Quindi una gran luce si accese nel cielo. Il Sole era nato.
Il nostro pianeta era ancora un mondo freddo che andava accumulando calore mano a mano che la sua massa aumentava grazie all’inglobamento di frammenti di polvere e di frammenti di rocce che la colpivano in uno spazio ben più popolato di oggetti in movimento di quanto non lo sia ora. Aumentando la sua massa aumentava, ovviamente, anche la sua forza di gravità per cui la nostra Terra attirava verso di se sempre più corpi i quali, urtandola, liberavano anche una gran quantità di energia. E’ stata probabilmente questa pioggia il fattore determinante che ha riscaldato la Terra, non il solo certo, ma uno dei più importanti come anche la frizione con le particelle della nube solare attraverso la quale viaggiava ed era immersa.
Durante la sua nascita la Terra continuò a crescere grazie a questi urti con i corpi celesti che incrociavano la sua traiettoria. Gli elementi chimici che componevano queste rocce vaganti erano della stessa composizione di quelli attuali per cui il nostro giovane pianeta si trovò a possedere ferro, silicati e altri elementi tra cui alcuni di essi fortemente radioattivi capaci, per questa ragione, di sprigionare calore mano, mano che il processo radioattivo decadeva.
Per milioni di anni l’energia di questi elementi rese rovente la Terra provocando la fusione dei minerali.
Il ferro, che ha il punto più basso di fusione, si liquefò per primo e poiché era anche il più pesante affondò verso il centro del nostro pianeta mentre i silicati galleggiarono verso la superficie diventando parte di quella che sarebbe diventata la crosta terrestre.
La Terra era un globo infuocato nel quale scorrevano rivoli di metallo fuso, dove si sprigionavano immense nuvole di fumo tossico a base di anidride carbonica, vapore ed esalazioni sulfuree.
Il nostro mondo rimase in queste condizioni per milioni di anni mentre i gas della nube cosmica che avevano formato la Terra e che erano costituiti da idrogeno ed elio si dispersero nello spazio esterno mentre piccole quantità di gas di metano e di ammoniaca si combinarono chimicamente con la roccia.
L’atmosfera che avvolgeva la Terra in quei tempi era ben diversa da quell’attuale perché essa era composta con ogni probabilità al novanta per cento di Idrogeno e al nove per cento di Elio più un uno per cento di altri gas.
Al tempo della nascita della Terra l’acqua, o meglio il vapore acqueo, era in scarsissima quantità e avrebbe coperto il fondo dei mari e degli oceani solo per pochi centimetri perché quella che ricopre attualmente i due terzi della superficie terrestre proviene dai composti chimici presenti nelle rocce i quali furono spinti all’esterno dal progressivo aumento della temperatura.
L’oceano e l’atmosfera il cui la vita ebbe poi modo di evolversi presero origine, con ogni probabilità dall’interno del nostro pianeta, aumentando di volume in milioni di anni e tale processo sarebbe ancora in atto se non fossero venuti dei deterrenti inquinanti a fermarlo o a rallentarlo.
Come la maggior parte del ferro raggiunse il nucleo centrale la Terra cominciò a raffreddarsi e si formò quella crosta sottile sulla quale viviamo.
Siamo così arrivati a tre virgola otto miliardi di anni fa che corrispondono, sul nostro ipotetico calendario di un anno qualsiasi, al 5 Gennaio.
In uno scenario brullo e desolato, cosparso di rocce e di lava disseccata, sotto un’atmosfera ostile per la vita, cadono le prime gocce di pioggia che si trasformano poi in rivoli, in ruscelli, in torrenti, in fiumi.
Quest’acqua, che sarà la culla della vita, proviene anch’essa dallo spazio generoso, trasportata come ghiaccio dai frammenti di stelle che vagano nel profondo cosmo.
La lava incandescente libera altra acqua dalle rocce mentre le prime pozze sono il retaggio di un pianeta che sta nascendo.
Il giovane oceano illuminato dal Sole non porta tracce di vita. E’ muto, inerte, un mare primordiale da dove comincerà la vita, l’acqua crea delle piccole e grandi pozze tra le nere rocce. L’acqua è stranamente calda e, in una di esse, sta per accadere qualcosa.
Ora gli elementi ci sono tutti: Idrogeno, metano, ammoniaca, vapore acqueo, le radiazioni ultraviolette che colpiscono il terreno senza che ci sia uno strato di ozono a filtrarle, i fulmini, le scariche elettriche e la radioattività cominciano a formare diversi composti organici.
Molecole semplici e molecole complesse e tra queste ultime gli amminoacidi che sono i mattoni base per formare le proteine.
Esistono in natura solo venti tipi di amminoacidi ma combinandosi tra loro nei modi più diversi possono creare tutte le proteine e di conseguenza tutti i tessuti e tutti gli organismi esistenti su questa Terra.
La natura comincia la sua naturale selezione fin dai primordi e questo perché, all’inizio, esistevano più di venti tipi di amminoacidi, ma è stata la natura stessa a scartare ciò che non le poteva servire per creare la vita.
Un lento processo chimico e biologico che darà il via a forme sempre più complesse alcune da tenere, altre da rifare in un mondo giunto ora a tre virgola cinque miliardi di anni fa e cioè al 14 Febbraio del nostro calendario.
La vita sta ora brulicando nel mare, invisibile ai nostri occhi ma composta da molti infinitesimali organismi, ci vorranno ancora mesi del nostro calendario per poter giungere alle prime forme di vita sulla nostra Terra, le piante e ciò avverrà il 22 Novembre del nostro fantastico calendario, solo 430 milioni di anni fa.
Relativamente poco tempo dopo la vita sembra aver accelerato i suoi processi perché tra il 27 Novembre e il 29 dello stesso mese e cioè tra i 380 milioni di anni fa ed i 355 la Terra comincia a popolarsi di pesci, anfibi e poi rettili.
La Terra si ricopre di grandi foreste entrando in quello che viene definito periodo carbonifero ed il 5 Dicembre (275 milioni di anni fa) gli animali cominciano a muoversi sulla Terra vivendovi e proliferando.
225 milioni di anni fa e cioè il 10 Dicembre la Terra comincia a diventare il pianeta dei dinosauri.
Casomai vi foste chiesti cosa sia con esattezza un dinosauro è facile rispondere che sono delle grosse lucertole o dei grossi rettili ma la definizione non è esatta, hanno caratteristiche in comune con loro perché possiedono scaglie come le lucertole, depongono le uova come i coccodrilli e curano i piccoli come fanno gli uccelli ed i mammiferi, molti di loro possiedono un becco e, sicuramente, molti di loro sono pure a sangue caldo come i mammiferi e non come i rettili per cui essi devono considerarsi una variante dei vertebrati ed hanno delle caratteristiche che li distinguono da tutti gli altri rettili.
Una di queste è il fatto che la loro esistenza è delimitata in un arco di tempo ben preciso e cioè tra i 220 ed i 65 milioni di anni fa, in quell’era della Terra chiamata Mesozoico e che comprende tre diversi periodi: Il Triassico (250-205 milioni di anni fa), il Giurassico (205-135 milioni di anni fa) ed il Cretacico (135-65 milioni di anni fa) per cui qualunque altro fossile fuori da quest’epoca non è da considerarsi di dinosauro.
Questo spiega anche la quasi totale mancanza di reperti di dinosauro in Italia, questo perché nel Mesozoico il nostro paese non esisteva se non sotto l’aspetto di qualche sparuto isolotto.
Un’altra caratteristica è che i dinosauri sono tutti animali terrestri di conseguenza non volano, non vivono nei mari o negli oceani. Quelli che noi conosciamo come rettili volanti (pterodattilo) o marini (plesiosauro) sono solo dei parenti abbastanza stretti dei dinosauri.
E poi ancora, ed è forse la cosa basilare, c’è la disposizione delle loro zampe: infatti i dinosauri, sia che siano bipedi, sia che siano quadrupedi, hanno le zampe disposte verticalmente sotto il loro corpo per cui il ventre non poggia per terra quando è fermo nella versione quadrupede.
La sua andatura può ricordare un elefante o al limite una mucca, non un coccodrillo.
Invece le lucertole, i varani e ogni altro tipo di rettile hanno le zampe disposte ad angolo. Fateci caso la prossima volta che vedrete un film dove ci sono delle lucertole travestite da dinosauri (Viaggio al Centro della Terra, Mondo Perduto, Sul sentiero dei mostri…) e noterete che le loro zampe sono disposte ad angolo per cui i gomiti e le articolazioni sono piegati e puntano verso il centro del corpo per cui, quando l’animale è fermo, il ventre poggia al suolo.
Le specie classificate dei dinosauri sono quasi cinquecento e ancora oggi se ne trovano di nuove la qualcosa dimostra come essi fossero diffusi in tutto il globo.
Un altro dei grandi misteri che circondano questi giganteschi animali è che la loro estinzione è avvenuta, a quanto pare, quasi improvvisamente nel Cretacico.
Più di ottanta teorie sono state postulate per spiegare questa misteriosa e quasi subitanea scomparsa e alcuni scienziati addirittura negano che di scomparsa si tratti ma di una normale estinzione avvenuta nell’arco di milioni di anni.
Alcuni reperti sarebbero successivi alla data della loro estinzione ma nemmeno questi esami hanno portato a un risultato sicuro.
L’ipotesi dell’impatto da asteroide è quella che attualmente fa più discutere ed è nota: un corpo celeste ha colpito il nostro pianeta sollevando una massa di polvere e di detriti da oscurare il Sole per parecchio tempo causando così un abbassamento della temperatura.
Nello Yucatàn è stato trovato un cratere dalle dimensioni di circa centottanta chilometri che sarebbe caduto sul nostro pianeta proprio circa sessantacinque milioni di anni fa e nel Messico dei geologi hanno trovato tracce nei sedimenti di una gigantesca onda d’urto e in questi strati sono state trovate delle sfere vetrose le quali sarebbero state generate dal tremendo calore dell’impatto, il tutto insomma starebbe ad indicare una catastrofe a livello globale. Per poter provocare una catastrofe del genere il bolide avrebbe dovuto avere perlomeno il diametro di una decina di chilometri, in questo caso la luce del Sole sarebbe stata oscurata con conseguente morte delle piante per un repentino abbassamento della temperatura e mancanza di luce con la morte degli erbivori e di conseguenza dei carnivori e, comunque, sappiamo per certo che il nostro pianeta è andato incontro più volte a catastrofi del genere e, almeno una di esse, in tempi precedenti, distrusse gran parte della vita sulla Terra..
Ma torniamo a noi: Sì, diciamo che ci siamo, diciamo che la teoria è credibile ma perché alcune forme si sono estinte e altre invece no?
Tutti i dinosauri sono scomparsi ma per quale motivo si sono salvati i coccodrilli, i serpenti, le tartarughe; perché si è estinto lo squalo d’acqua dolce e quello marino no?
Non c’è una risposta precisa a questa domanda se non quello della casualità la quale fa in modo che in un incidente ferroviario alcuni si salvano e altri no, per cui è possibile che alcune specie, pur se decimate siano comunque riuscite a sopravvivere e altre, che vivevano nel sottosuolo, hanno avuto più probabilità di cavarsela rispetto ad altre..
Resta anche un’altra cosa da dire: quando l’eventuale disastro ha colpito il nostro pianeta i dinosauri erano già in via di estinzione e vari tipi di specie erano scomparse sia in mare sia in terra, forse la natura stava già pensando ad una modifica, ma altre specie, e questo lo sappiamo per certo, non sono scomparse, si sono modificate. Oggi sappiamo che molti dei piccoli dinosauri sono diventati degli uccelli, altri sono arrivati intatti fino ad oggi come il Coelecantus, il pesce preistorico protagonista anche di almeno due film di fantascienza (Ricerche Diaboliche e Gorgo).
Alle 23, 50 del 31 Gennaio l’uomo appare sulla Terra
Circa 100 – 130 mila anni fa il futuro dominatore e devastatore del pianeta prende le mosse dalla sua culla natale giacente in Africa per spingersi sempre più verso il nord per poi diffondersi su tutto il pianeta.
In una migrazione che non ebbe soste essi giunsero in Europa, in Giappone, in Australia in Siberia e per ultimo nelle Americhe, solo 12 mila anni fa.
Durante queste migrazioni essi cambiarono il colore della pelle, degli occhi, dei capelli di alcuni tratti somatici ma resteranno sempre del ceppo del sapiens sapiens che si diffonderà su tutta la Terra il successo di questa invasione toglierà di mezzo altre specie derivate dall’homo e il pianeta sarà suo.
L’origine di questa strana creatura è anche questo un mistero non ancora del tutto risolto ma sappiamo, per esempio, che già due milioni di anni fa c’erano degli esseri che cacciavano costruendosi strumenti di pietra.
Noi lo conosciamo con il nome di Homo Abilis e in seguito come Homo Erectus ma prima ancora?
Le tracce si confondono e possiamo solo avanzare delle ipotesi grazie ai resti fossili che possono indicare come dei nostri predecessori gli Australopitechi di quasi quattro milioni di anni fa.
Se arretriamo ancora nel tempo le tracce diventano ancora più confuse ma sembrano portare ad una piccola creatura dagli occhi grandi esistita fra i 30 ed i 35 milioni di anni fa, un esserino della grandezza di una piccola volpe e con un cervello grande come una grossa biglia.
Ancora più indietro nel tempo e arriviamo a settanta milioni di anni addietro per fare la conoscenza con un piccolo scoiattolo arboreo dal nome tecnico di Purgatorius il quale potrebbe essere stato il capostipite della linea evolutiva che ci ha condotti fino all’homo sapiens…o vastans… a seconda dei casi.
Come già abbiamo visto settanta milioni di anni fa esistevano ancora i dinosauri ma il nostro scoiattolo e gli altri piccoli mammiferi vivevano alla loro ombra al limite razziando le loro uova per cibarsene.
Più indietro nel tempo il nostro destino si mischia con quello di tutte le altre specie in una sorta di brodo primordiale dal quale tutti siamo stati generati.
Quali sono stati i fattori che hanno portato l’uomo al dominio del mondo?
Torneremo sull’argomento in maniera più precisa però, intanto, possiamo già dire che molti di questi fattori sono evidenti come, per esempio, lo sviluppo del suo cranio il quale in due milioni e mezzo di anni d’evoluzione si è sviluppato dai 450 centimetri cubici degli Australopitechi ai 1400 – 1500 degli uomini moderni.
Ma il volume cerebrale non è tutto, c’è anche la stazione eretta ed il pollice opponibile il quale gli permette di afferrare oggetti, scrivere, scolpire, disegnare.
Tanti altri fattori entrano in gioco, alcuni strettamente personali come le dimensioni e il sesso ma qui passiamo in un campo nel quale la nebbia è ancora molto fitta ed i dati si contraddicono tra di loro.
Negli ultimi dieci minuti in cui l’uomo ha fatto la sua apparizione sulla scena del mondo sono accadute molte, moltissime cose:
23, 54 – I Sapiens sapiens cominciano le loro migrazioni per il mondo.
23, 55 – I Sapiens sapiens sono arrivati in Europa eliminando i Neanderthal e si sono diffusi anche in Siberia, Australia e Giappone.
23, 57 – Un sapiens sapiens scolpisce un osso e la sua opera giunge fino a noi
23, 58 – Il soffitto di una caverna a Lascaux viene dipinta da un altro ottimo, preistorico artista.
23, 59 – Un gruppo di sapiens sapiens, in Mesopotamia, inventa l’agricoltura.
23, 59, 30 – I primi monumenti egizi
23, 59, 44 – Augusto è proclamato Imperatore e quattro secondi dopo l’Impero romano cade.
23, 59, 52 – Si combatte la prima crociata
23, 59, 56 – Scoperta dell’America
23, 59, 58 – Rivoluzione Francese
23, 59, 59 – Le prime locomotive a vapore
23, 59, 59, 55 – La Prima guerra Mondiale
23, 59, 59, 58 – Il primo uomo sulla Luna.
Noi già sappiamo che fra circa altri quattro miliardi e mezzo di anni il Sole entrerà in una nuova fase che lo farà diventare una gigante rossa, una stella avviata verso la fine e a trasformarsi in una nana bianca.
Una tremenda ondata di calore investirà la Terra cancellando ogni traccia dell’uomo e delle sue opere, se pure questo essere strano che si crede il padrone del mondo non si era già estinto o emigrato su altri mondi molto prima della catastrofe, perché, sia chiaro una volta per tutte: è vero che il Sole è a metà della sua vita ma negli ultimi due o tre miliardi di anni sarà comunque troppo caldo per noi: abbiamo circa due miliardi di tempo per trovare il modo di andarcene. Ciò che resterà degli oceani si perderà nello spazio in una nube di vapore, le rocce fonderanno e la Terra vagherà senza vita forse senza più il moto di rotazione e volgendo quindi sempre lo stesso butterato volto, verso la stella che un tempo le dava la vita e che ora la sta uccidendo.
L’uomo, come abbiamo detto, sarà forse già estinto, sarà forse cambiato e quello che noi abbiamo conosciuto come essere umano sarà emigrato su altri mondi, avrà trovato un altro sole nel quale portare il suo seme attraverso l’universo, forse avrà trovato altri popoli, forse avrà capito il suo posto in quell’immenso, sterminato mare che si chiama universo e, forse, ma non ci speriamo molto, avrà capito che ci sono altre cose più importanti nella sua scala di valori e alzerà gli occhi al cielo, forse un cielo sconosciuto di un altra parte della galassia, e lo guarderà con occhi diversi.
(fine prologo)