Ho incontrato per la prima volta Gian Filippo Pizzo a Napoli nel 2012, nel corso di “Futuro Remoto”, interessante manifestazione tra scienza e fantascienza che si svolgeva nel suggestivo scenario di “Città della scienza” prima che fosse distrutta da un incendio.
Tanti i big della fantascienza italiana che vi presero parte: ricordo Donato Altomare, Giovanni De Matteo, Giuseppe Lippi, Roberto Paura, Salvatore Proietti, Silvio Sosio, Carmine Treanni, Francesco Troccoli e appunto Gian Filippo Pizzo.
Dopo uno dei tanti interessanti panel mi trattenni con Gian Filippo che era stato uno dei miei interlocutori nel corso del dibattito. Al termine della nostra conversazione, nella quale ebbi modo di riscontrare la sua ampia competenza in materia oltre che la schiettezza delle sue idee, mi fece dono di una sua opera, realizzata insieme a Roberto Chiavini e Michele Tetro, sul cinema di fantascienza dal titolo Contact – Tutti i film su Ufo e alieni (Corrado Tedeschi Editore; Firenze 2006).
Il testo che ho molto apprezzato e che consulto periodicamente è un’antologia dei film di fantascienza più celebri, su Ufo e alieni, dagli Anni Venti del secolo scorso agli Anni Duemila, compresa di pertinenti schede filmografiche. Una vera miniera di informazioni che tutti gli appassionati di science fiction cinematografica dovrebbero possedere.
Palermitano, classe ’51, laureato in scienze politiche, Gian Filippo Pizzo sino a qualche anno fa ha lavorato come bibliotecario all’Università di Firenze, città nella quale vive da oltre trentacinque anni. Ama il teatro e la musica e un po’ meno il cinema, gli piace viaggiare, segue il calcio e la sua squadra del cuore è quella della sua città natale. Si occupa intensamente di fantascienza da circa quarant’anni collaborando con varie fanzine. Assieme ad alcuni amici del “Circolo Siciliano Fantascienza” diede vita alla fanzine Astralia. Ha scritto centinaia di articoli soprattutto come recensore di libri e film per noti quotidiani e periodici tra cui Il Giornale di Sicilia, L’Ora di Palermo, La Gazzetta di Firenze e ha collaborato con varie riviste di letteratura sia fantascientifica (Urania e Robot, solo per citarne alcune) sia di tematiche generaliste. Tra i tanti libri che ha realizzato, di cui parleremo anche nell’intervista, che segue vi sono il Dizionario Gremese dei personaggi fantastici del 1996 con l’Editrice Gremese (insieme a Roberto Chiavini) sino alla Guida al cinema horror del 2015 con Odoya (con Walter Catalano, Chiavini e Michele Tetro). Insieme a Catalano, Chiavini e Luca Ortino cura per La Ponga la collana Vintage Pulp (seguito della collana Mellonta Tauta di Fratini Editore) che si occupa della riscoperta della narrativa popolare americana degli Anni Venti-Quaranta del secolo scorso. Per la sua attività di saggista ha vinto più volte il Premio Italia e il Premio Vegetti. Molti dei suoi racconti sono stati tradotti e pubblicati in vari paesi.
TI OCCUPI IN MODO ATTIVO DI FANTASCIENZA DA META’ DEGLI ANNI ’70. MA QUANDO E COME NASCE LA PASSIONE?
Posso dire che l’ho sempre avuta, perché le letture che si fanno da ragazzo (e, prima ancora, le storie raccontate dai genitori) sono tutte di tipo fantastico. Parlo ovviamente della mia generazione, perché al giorno d’oggi non so quanto i ragazzini leggano… Poi, da adulti, c’è chi si stacca dal fantastico e preferisce il realismo e chi invece continua a coltivarlo: io appartengo a questa seconda categoria, ma non vedo una contraddizione con la prima perché per me il fantastico è comunque una trasfigurazione del reale.
SEI COMUNQUE UN AMATORE DEL FANTASTICO RAPPRESENTATO IN TUTTI I SUOI SOTTOGENERI. MA TRA LA SCIENCE FICTION, L’HORROR E IL FANTASY QUALE PREDILIGI?
Con una banalità potrei risponderti che preferisco le storie scritte bene, indipendentemente dal genere, visto che leggo anche altri generi e mainstream. Ma se vogliamo parlare proprio di etichette allora ti dico la fantascienza, non quella spaziale e/o avventurosa ma quella che una volta si chiamava sociologica, attenta ai cambiamenti della società e delle persone.
SVOLGI UN INTENSO LAVORO PUBBLICISTICO CHE SI DIPANA TRA QUELLO DI SAGGISTA E CURATORE, MA SEI ANCHE UN NARRATORE. VERSO QUALE DI QUESTI RUOLI TI SENTI PIU’ PORTATO?
Quello di scrittore proprio no, visto che di narrativa ne scrivo pochissima e probabilmente con risultati modesti. Non sono pervaso dal “sacro fuoco” della scrittura, se non molto occasionalmente. Tra le altre due è difficile scegliere, anche perché sono molto diverse. Sul lato umano l’attività di curatore o meglio di antologista mi ha permesso di conoscere o di incrementare i rapporti con molte persone che ora posso considerare veramente amiche, e sono orgoglioso quando scopro un nuovo scrittore o contribuisco con i miei consigli a migliorare un racconto.
D’altra parte il lavoro di saggista è più stimolante intellettualmente quando devi decidere il contenuto di un testo ma anche la sua struttura, l’organizzazione e persino le illustrazioni e le didascalie che accompagneranno il testo, e soprattutto se ti impegna in ricerche interessanti. Direi che le mantengo sullo stesso piano.
HAI CURATO, INSIEME AD ALTRI COLLEGHI STUDIOSI ED ESPERTI DEL SETTORE, TANTE PUBBLICAZIONI RELATIVE AL MONDO FANTASTICO. RITIENI CE NE SIA UNA PIU’ IMPORTANTE RISPETTO AD ALTRE?
Guarda, io e i miei soci abbiamo sempre cercato di scrivere opere originali, sia per il tema scelto che per la struttura, quindi non posso limitarmi a un solo testo. Il Dizionario dei personaggi fantastici è ancora un’opera unica nel suo genere, sebbene ormai sia datata, perché non c’è niente di simile nel panorama editoriale italiano. La stessa cosa posso dire della Guida alla letteratura horror (Odoya, 2014), che non ha alternative. E Mondi paralleli (Della Vigna, seconda edizione 2016, scritto con Chiavini e Tetro) è addirittura unico a livello mondiale, perché non esiste nessun altro testo, nemmeno online, che faccia una comparazione dei film con le opere da cui sono tratti, chiarendo anche gli equivoci dovuti a false attribuzioni. Però quello cui sono più legato è l’appena citata Guida, perché sebbene scritto con i soliti Chiavi e Tetro e anche con Catalano è stato curato – quindi impostato e controllato – solo da me.
PARLACI DELLE TUE LETTURE E DEI TUOI AUTORI PREFERITI SIA NEL FANTASTICO SIA NEL MAINSTREAM…
Le mie letture erano e sono talmente eclettiche che dovrei farti un elenco lunghissimo! Non so in realtà se si possa trattare di “formazione” ma posso dirti che nel periodo cruciale dell’esistenza, cioè dall’adolescenza alla prima giovinezza leggevo Mino Milani, Edgar Allan Poe, Conan Doyle (solo Sherlock Holmes), Melville, Baudelaire e gli altri simbolisti francesi… e tanti altri. Prima di scoprire la fantascienza leggevo molti gialli (Agatha Christie, S.S. Van Dine, Erle Stanley Gardner) e tutti gli autori che venivano pubblicati negli Oscar (Hemingway, Rilke, Piasecky). Invece per la fantascienza mi sono focalizzato quasi da subito su Dick e Ballard, ma tra i mie preferiti posso mettere anche Heinlein, Silverberg, Sheckley, F. Brown, Van Vogt… anche qui l’elenco sarebbe molto lungo. Oggi leggo di meno, poca fantascienza e quasi esclusivamente di autori italiani, qualche noir, ma non mi perdo un libro di Valerio Evangelisti e di Camilleri.
NELL’AMBITO DEL FANTASTICO CI SONO ALCUNI SOTTOGENERI CHE TIRANO PIU’ DI ALTRI. LA RAGIONE E’ DA RICERCARE OLTRE CHE NELLA VALENZA DEGLI AUTORI ANCHE NELLA PROMOZIONE TELEVISIVA O CINEMATOGRAFICA…
Qui non si tratta di esprimere una opinione personale perché non ne ho i mezzi, ma stando a quello che mi raccontano editori e librai il genere favorito è l’horror, anche nelle sue varianti più nuove che vengono definite urban fantasy, dark fantasy e simili. Si tratta per lo più di opere giovanilistiche il cui successo è dovuto al collegamento con telefilm e serie televisive analoghe. Superfluo dire che per me l’horror classico da Poe e Lovecraft a Leiber rimane insuperato, e che mi dispiace molto che la fantascienza sia molto meno in auge, perché per me rappresenta la letteratura più didattica e formativa che possa esistere.
OK, E QUANTO A TUO PARERE, QUESTO VARIEGATO MONDO E’ ANCORA CAPACE DI SUSCITARE SOGNI, EMOZIONI, RIFLESSIONI O DI GUARDARE AL FUTURO?
Ho già quasi risposto appena ora. Certamente come generi sia la fantascienza che l’horror e anche il fantasy sono in grado di svolgere un ruolo importante, perché hanno tutte le potenzialità per rappresentare sia pure in modo trasfigurato la realtà che stiamo vivendo e ci sono autori che possono perseguire questo scopo. Il problema è che la società è cambiata e il pubblico è diverso, troppo condizionato da Tv e giochi, poco attento ai bisogni collettivi e forse anche sopraffatto da un’evoluzione tecnologica sempre in progresso e che non lascia il tempo di riflettere. Quindi anche gli autori finiscono con l’appiattirsi su posizioni consolidate, ma questo è un problema loro che non menoma l’identità dei generi.
DICEVI PRIMA DELLA FANTASCIENZA CHE E’ MENO IN AUGE. QUALI LE MOTIVAZIONI? RITIENI CHE CI SIA STATO UN RINNOVAMENTO DELLA SCIENCE FICTION ITALIANA NEGLI ULTIMI ANNI? E RISPETTO A QUELLA STRANIERA CHE QUALITA’ ESPRIME LA NOSTRA?
La fantascienza italiana ha sempre avuto il problema di essere troppo “umanistica”, cioè troppo basata sui personaggi e sulle loro emozioni e meno sull’idea o l’ambientazione. Il che non vuol dire che fosse un difetto, ma soltanto che sembrava differire troppo dai canoni d’importazione ai quali il lettore si era abituato. La stessa cosa avveniva nel poliziesco. Per fortuna anche la fantascienza angloamericana da pochi decenni e grazie ad autori come Dick, Ballard e Silverberg ha cominciato a inserire nelle trame un’attenta analisi dei personaggi e dei loro sentimenti e quindi il divario si è ridotto. Inoltre, anche gli italiani hanno capito che non bastavano più la psicologia e la speculazione filosofica e hanno iniziato a curare meglio le trame inserendo più azione, a basarsi su idee più innovative, a rappresentare in modo più compiuto l’ambiente in cui la storia è inserita. Direi che oggi, nel complesso, la fantascienza italiana sta alla pari o è addirittura superiore a quella americana, come qualità intrinseca.
STAI SVOLGENDO UN LAVORO MOLTO INTERESSANTE DI REALIZZAZIONE SULLE ANTOLOGIE A TEMA, PARLO DELLA FANTARELIGIONE, FANTAPOLITICA, FANTAECONOMIA E ALTRO. CE NE VUOI PARLARE?
Grazie dell’apprezzamento, che vorrei estendere agli amici che alternativamente mi coadiuvano in questo lavoro: Walter Catalano, Roberto Chiavini, Luca Ortino, e in una occasione anche Vittorio Catani. Il mio scopo principale è quello di arrivare al lettore generico e convincerlo che la fantascienza non è poi quella cosa strana e fuori dal mondo che ci viene presentata da cinema e televisione ma può essere una lettura seria e stimolante. Per questo motivo propongo le mie antologie in prima istanza a editori generalisti e scelgo argomenti di interesse generale, che possano attrarre un pubblico più vasto e allo stesso tempo presentare diversi punti di vista su quell’argomento. Infatti ho affrontato la religione, la politica (Ambigue utopie presso Bietti), l’economia (Il prezzo del futuro per La Ponga), la musica (Le Variazioni Gernsback per le Edizioni Della Vigna), la società in chiave horror (Sinistre presenze, Bietti), la decrescita (Terra promessa, Tabula Fati), la cattiveria (La cattiva strada, Delmiglio Editore). Anche se naturalmente ce ne sono di più specialistiche, come quella di fantanoir Notturno alieno (Bietti), quella di fantapolizieschi Delitti dal futuro (Istos Edizioni) e quella di sole scrittrici Oltre Venere (La Ponga).
SONO IN PROGRAMMA ALTRE FANTATEMATICHE? QUALI?
Le prossime, vorrai dire! Perché ne ho diverse in ballo e non so esattamente i tempi. Intanto diciamo dell’ultima uscita, a settembre, Continuum Hopper per le Edizioni Della Vigna, curata con Chiavini e Ortino e dedicata all’arte figurativa. Il prossimo anno ne uscirà una sulla guerra per La Ponga, E sarà sempre guerra; poi Mondadori ripubblicherà quella di fantamusica Le Variazioni Gernsback su Urania, in una versione accresciuta e arricchita da racconti stranieri, con solo cinque racconti già presenti nell’Edizione Della Vigna. Attualmente sto lavorando, assieme a Franco Ricciardiello e a Sergio Gaut vel Hartman, a una raccolta che ospiterà paritariamente racconti italiani e argentini (sette per parte) e uscirà contemporaneamente nei due paesi, dedicata al tema del futuro, infatti si chiamerà Il futuro in agguato. Inoltre, forse ci sarà un nuovo libro sempre sul cinema fantastico anche se mi piacerebbe fare un aggiornamento del Dizionario dei personaggi fantastici. E nuove antologie, ovviamente.
E IN PROPOSITO SUGGERIAMO AGLI SCRITTORI INTERESSATI A PRENDERE PARTE ALLE SELEZIONI DELLE VARIE FANTANTOLOGIE A TEMA, DI SEGUIRE IL PROFILO FACEBOOK DI GIAN FILIPPO ED EVENTUALMENTE PROPORSI. LE SELEZIONI SONO DURE, MA NON SI SA MAI CHE POSSA ESSERE L’INIZIO DI UN PROFICUO CAMMINO FANTANARRATIVO!