Ho conosciuto Massimo Mongai nel 2012: gli scrissi per un’intervista e, disponibile e affabile come era sempre stato, mi rispose subito e da lì nacque un’amicizia epistolare che durò nel tempo e che proseguì praticamente fino a ieri. A volte ci si perdeva un po’ di vista… i miei impegni, i suoi impegni… ma poi ci si ritrovava con lo stesso entusiasmo e la stessa passione di sempre e si tornava a conversare, a scrivere, a raccontare trattando un po’ di tutto a seconda delle situazioni, delle occasioni, degli sghiribizzi della mente e del cuore di quel momento.
Aveva sempre avuto una predilezione per la fantascienza e la gastronomia e aveva sempre mescolato queste due cose nelle sue opere: il cuoco galattico Rudy Turturro, il progetto “Eatalian Sci-Fi”, gli “androidi mangiatori di spaghetti elettrici”… e aveva sempre saputo accompagnarle con grande maestria nel corso della sua carriera di scrittore e di curatore.
Ora Massimo non c’è più… non sapevo che non stesse bene, ma lui era così: tanto generoso nel parlare delle sue opere e delle sue idee, quanto parco nel parlare di se stesso e della sua vita privata. Mi mancherà, lo confesso, e sono sicuro che così sarà per molti di noi… ciao Massimo, ti lascio con le testimonianze di altri nostri due amici, Donato Altomare e Leo Sorge.
“L’ho appreso questa mattina quando ho aperto una mail di Leo Sorge che mi scriveva:
Mi viene da dirla sotto metafora. Forse con te posso farlo.
Era da un po’ che Massimo era stufo di noi… impulsivo come al solito, ha fatto un periodo di test vari e alla fine ci ha lasciati.
Fuor di metafora non riesco a fare una mail normale.
Io avevo scoperto mercoledì dove stesse. Ero andato a trovarlo giovedì, e oggi, sentendo la nipote dirmi che non stava per niente bene, sono tornato a trovarlo.
Alle 18, quando sono arrivato io, era assente e ansimava nel respiratore.
Alle 20 ha smesso di respirare.
Sono rimasto senza parole.
Beh!, ora di certo lui sa se le cose che scriviamo sono poco poco vere o un mucchio di sciocchezze. E se sono sciocchezze immaginate un po’ le risate che si starà facendo.
Buon viaggio nella tua personale astronave, amico mio, questa volta come comandante.
Donato”.