Titolo originale: El jorobado de la Morgue
Anno: 1973
Regia: Javier Aguirre
Soggetto: Jacinto Molina (Paul Naschy), Alberto Insua e Javier Aguirre
Sceneggiatura: Jacinto Molina (Paul Naschy), Alberto Insua e Javier Aguirre
Direttore della fotografia: Raúl Peréz Cubero
Montaggio: Pietra De Nieva
Musica: Carmelo A. Bernaola
Effetti speciali: Pablo Pérez
Produzione: Cosmopolis
Origine: Spagna
Durata: 1h e 25’
CAST
Paul Naschy (Jacinto Molina), Rossana Yanni, Maria Perschy, Vic Winner, Victor Barrera, Maria Elena Arpón, Alberto Dalbés, Manuel De Blas, Antonio Pica, Joaquín Rodríguez, Adolfo Thous, Ángel Menéndez, Fernando Sotuela, Antonio Ramis, Alfonso de la Vega, Sofía Casares
TRAMA
Gotho, un gobbo che per vivere lavora nell’obitorio di un ospedale, è innamorato follemente di una paziente in fin di vita, una delle poche persone che l’ha sempre trattato come un essere umano e mai come un mostro. Gotho ogni giorno coglie fiori per lei e si reca al capezzale per parlare con la sua bella, portando avanti un rapporto platonico e spirituale. La ragazza muore, Gotho arriva troppo tardi per darle l’ultimo saluto, per colpa di alcuni medici che lo deridono e contro i quali deve sostenere una lite furibonda. Il gobbo decide di trafugare il cadavere della ragazza e di portarlo con sé in un rifugio sotterraneo dove pensa di poter vivere per sempre accanto alla sua bella. Non è così semplice, perché i topi attaccano il cadavere, sfigurandolo, inoltre l’uomo è ricercato dalla polizia perché commette omicidi vendicativi dopo le molte angherie subite. Il dottor Horta – primario dell’ospedale – decide di aiutare Gotho, in cambio della sua collaborazione, e gli promette di riportare in vita la ragazza. Il medico sta compiendo studi per produrre la vita in laboratorio, il gobbo gli porta pezzi di cadaveri e persino uomini vivi dei quali l’essere in formazione si nutre. Finale nerissimo con un ecatombe di morti, persino il medico e il gobbo, ma prima viene sconfitta l’orrenda creatura che è stata resuscitata dalle tenebre.
NOTE
Il mostro dell’obitorio è un film girato da Javier Aguirre (1935), regista horror di non chiara fama, che vede come motivo d’interesse la presenza di Jacinto Molina Álvarez (Madrid, 1939 – 2009), noto con lo pseudonimo di Paul Naschy, attore, regista e sceneggiatore. Attore protagonista in oltre cento lavori, tra film e serie televisive, qui imbruttisce le sue fattezze fino a diventare il gobbo del titolo spagnolo, che interpreta con grande partecipazione. La storia è proprio di Naschy, scritta con il suo vero nome di Molina, e pesca nel grande guazzabuglio del cinema horror, un po’ dal gotico, in parte dal cinema dei mostri, ma anche dall’armamentario fiabesco (La bella e la bestia), da classici (Il gobbo di Notre Dame), capostipiti narrativi e cinematografici come Il dottor Frankenstein. Naschy non dimentica il melodramma, genere per eccellenza del cinema spagnolo, correggendolo in versione horror. Se fosse un film italiano definiremmo El jorobado de la morgue come un lacrima movie dell’orrore, ma anche uno splatter romantico. Non mancano le similitudini con il Joe D’Amato di Buio Omega, per alcuni eccessi gore e per la necrofilia di fondo, ma in questo caso è il nostro autore a essersi ispirato, perché il film italiano è datato 1979. Un bell’esempio di commistione dei generi come il cinema iberico degli anni Settanta spesso riesce a comporre, con alcune sequenze epocali, ancora oggi sconvolgenti: le mani mozzate ai cadaveri nella morgue, le teste dei morti divelte, i cattivi gettati nell’acido, il cadavere attaccato dai topi e altre prelibatezze. Si narra che i topi che attaccano prima il cadavere e poi Naschy nei panni del gobbo siano veri ratti di fogna e che l’attore venga davvero ferito dai loro morsi. Difficile separare realtà storica da leggenda. Cinema dei mostri nel finale e un immancabile mad doctor che si aggira nelle cripte di un perfetto scenario da gotico italiano. Terminiamo accennando a Paul Naschy regista, autore di quindici film, mentre ne sceneggia circa quaranta. Il suo debutto alla regia è Inquisición (1976), interpretato dalla nostra Daniela Giordano (purtroppo inedito in Italia), ma prosegue con molti lavori a tematica horror, condizionato dalla folgorante visione di Frankenstein e l’uomo lupo. Sono parole sue, forse proprio per questo è stato uno dei più famosi interpreti del ruolo del licantropo, a partire dal 1968. Un passato giovanile da sportivo di altissimo livello, campione di sollevamento pesi, attore noto con lo pseudonimo di Paul Naschy, ispirato al nome del collega atleta Imre Nagy, come interprete di ruoli da classico cattivo nel cinema del terrore. Medaglia d’oro al merito nel 2001 per la carriera nel campo dello spettacolo, consegnata da Juan Carlos I. Tra i suoi lavori – reperibili in spagnolo – ricordiamo El huerto del francés (1978), El caminante (1979), El ritorno del hombre lobo (1981), El carneval de las bestias (1980), La bestia y la espada magica (1983), Latidos de panico (1983), Operacion mantis (1984), El aulido del diablo (1987).
Il film si avvale anche del trucco di Miguel Sesé e delle scenografie di José Luis Galicia e Jaime Peréz Cubero.
Il mostro dell’obitorio è un film molto raro, ma se ne possono vedere alcuni brani su YouTube e un trailer in tedesco.