Un uomo inserisce un dvd nel lettore: uno scrittore dà in lettura a una servetta alcune sue pagine: un cameriere, non visto, li osserva. Lei si ritira nella sua stanza per leggerle, il collega la segue di nascosto.
La donna si spoglia e distesa sul letto comincia a leggere: “Ecco un sâdhana tantrico per la visualizzazione della dea Candamahârosana: si incomincia con l’immaginare che al centro del proprio cuore si trovi un mandala solare di colore rosso, posto su un fiore di loto a otto petali; al centro del mandala sorge la sillaba hum, di colore nero. Da questa sillaba partono innumerevoli raggi luminosi che attraversano gli spazi immensi e sui raggi si trovano il guru, tutti i Buddha, i Boddhisattva e la dea Candamahârosana. Dopo averli onorati e aver confessati i propri peccati, dopo aver cercato rifugio nella triplice verità buddista, il discepolo offre se stesso per riscattare i crimini degli altri e fa il voto di raggiungere l’illuminazione suprema. Egli poi medita sulle quattro virtù, prende coscienza che questo mondo è privo di natura propria, di soggetto e di oggetto, e medita sul vuoto assoluto ripetendo la formula: – La mia essenza adamantina è la conoscenza del Vuoto. Allora egli immagina la sillaba hum posta sul pomo di una spada nata dalla prima sillaba hum di colore nero. I raggi che emana questa seconda sillaba attirano tutti i Buddha e li fanno entrare in essa. Il discepolo medita su Candamahârosana, visualizzando la dea uscita da questa seconda sillaba hum. Egli poi immagina nel cuore della dea una spada e sulla spada la sillaba hum, e al centro di questa terza sillaba egli visualizza un’altra Candamahârosana seduta su una sillaba hum, ecc.” (1).
Il cameriere spia la donna dal buco della serratura. Sull’onda della lettura lei si masturba, il voyeur anche e così l’uomo seduto davanti al video. Tutti e tre vengono contemporaneamente.
Gianfranco Galliano
(1) M. Eliade, Lo Yoga