C’ERA UNA VOLTA… PRIMA DI MAZINGA E GOLDRAKE

I robot giganti, combattenti leggendari o macchine da guerra in un futuro prossimo, sono una delle icone più amate dell’animazione giapponese, con personaggi ancora oggi amatissimi, come gli eroi di Go Nagai, Mazinga, Goldrake e Jeeg robot d’acciaio, o Gundam o il relativamente recente Evangelion. Ma l’archetipo dei robot viene da molto prima ed è tutto da scoprire.

Lo studioso Massimo Nicora racconta la storia di come si è arrivati ai giganti d’acciaio che fanno ancora sognare oggi nel volume, edito da Youcanprint, dal titolo C’era una volta… prima di Mazinga e Goldrake – Storia dei robot giapponesi dalle origini agli anni Settanta  imperdibile e pieno di curiosità che portano molto prima di quel famoso giorno in cui si dice che Go Nagai, intrappolato nel traffico dell’ora di punta a Tokyo, immaginò di avere un robot che lo liberava dall’ingorgo, dando vita poi al personaggio di Mazinga Z.

Nelle pagine del libro si scoprono tante cose, come il fatto che in Giappone erano diffusissimi gli automi o bambole meccaniche, noti anche in Occidente e ripresi in tempi recenti dal genere steampunk e da Scorsese in Hugo Cabret, ma che nel Paese del Sol levante raggiunsero rari livelli di funzionalità, diventando vere e proprie creature alternative, protagonisti di spettacoli di intrattenimento ma anche letali macchine da guerra.

L’autore si concentra poi sull’importanza del robot nel Novecento, decenni prima di Go Nagai e Yoshiyuki Tomino, parlando dei manga di propaganda che furono realizzati durante la Seconda Guerra Mondiale, chiaramente schierati pro Giappone, ma anche del grande successo che ebbe Metropolis di Fritz Lang, ispirazione di varie opere, da alcuni sceneggiati degli albori della tv all’omonimo film ispirato al manga di Tezuka del 2001.

Ovviamente non manca poi la prima stagione di manga fantascientifici, partendo proprio da Osamu Tezuka che creò personaggi come Astroboy, automa con mente umana, per poi passare ad altri titoli, alcuni ben noti anche da noi, come Super Robot 28, che però arrivò nel remake di fine anni Settanta, Cyborg 009, i supereroi robotizzati di Shotaro Ishimori che hanno aperto una nuova frontiera ad un archetipo, per arrivare ai primi cartoni della Tatsunoko, come Kyashan e Tekkaman che proposero due interessanti approcci al rapporto uomo e macchina.

Insomma, un libro interessante e immancabile nelle biblioteche degli appassionati di manga ed anime che vogliono sapere di più su un mondo che da decenni affascina e che ha dietro una cultura millenaria ma anche attenta alla tecnologia. In attesa della prossima fatica di Massimo Nicora, che riguarderà un’icona come Goldrake.

Elena Romanello