Scritte da Ray Collins (pseudonimo di Eugenio Zappietro) e Juan Zanotto, “Yor il cacciatore” (conosciuta in patria con il nome di “Henga, el cazador”) e “Hor, il figlio di Yor” (“Hor, el temerario”) sono tra le serie più interessanti del panorama fumettistico argentino: scritte nei primi anni Ottanta richiamano molto per tematiche e disegni il serial “Barbara”, guarda caso disegnato sempre da Zanotto.
La saga fantascientifica di Yor e Hor, una storia d’azione e di avventura ambientata in un pianeta alieno, molto simile alla Terra, dove convivono mostri preistorici, uomini dell’età della Pietra, creature scimmiesche ed esseri superiori di una civiltà molto evoluta ma quasi estinta, si dipana in tre momenti ben distinti: nel primo ci viene raccontata la storia del protagonista in questo mondo che più tardi si scoprirà essere nientemeno che la Terra del futuro (o del passato?) dopo una catastrofe atomica. Nel secondo invece incontriamo Hor, figlio di Yor che, insieme ad alcuni comprimari della prima serie e con nuovi protagonisti, parte alla ricerca del padre. Nel terzo, risvegliato Yor, padre e figlio devono scoprire il loro legame con la leggendaria Atlantide (questa terza serie vede ai testi Collins con lo pseudonimo di Diego Navarro affiancato da Roderico Schnell).
Ma veniamo alla storia vera e propria. Yor, ragazzo biondo e muscoloso, ma anche intelligente oltre la media, vive in una apparente età della Pietra. In realtà si scoprirà che è un dei sopravvissuti a una catastrofe atomica. Porta al collo uno strano medaglione. Gli verrà rivelato da Rea, che egli incontrerà tra le sue avventure di viaggio e della quale si innamorerà, che egli proviene da una lontana isola con un grande castello misterioso. Non resta dunque che cercare il luogo delle sue radici. Yor s’era già imbattuto in pericolosi nemici: gli uomini blu. Li aveva messi in fuga, salvando la giovane Ka-laa, concupita del capo, brutto come uno scimmione. Deve poi scontrarsi con gli uomini del fuoco. Fatto prigioniero, saprà liberarsi anche da loro. E’ nel regno dei pigmei che incontra Rea, la quale però muore in un assalto degli “scimmioni”, rivelandogli, appunto la sua origine e lasciandolo all’amore di Ka-laa. I due, accompagnati dal fedele Pag, servitore di Ka-laa, raggiungono fortunosamente l’isola nella quale impera “il Supremo”, che tiene schiavi i sopravvissuti alla catastrofe atomica dalla quale s’era salvato anche Yor. Egli è l’incarnazione del male: ma ora è arrivato Yor e l’impero del cattivo vacilla. Il supersofisticato arsenale atomico del Supremo andrà infatti in fumo grazie all’eroismo di Yor.
Passati molti anni, è il turno di Hor, nato dall’unione tra Yor e Rea, partire alla ricerca delle proprie origini: il ragazzo arriverà di nuovo all’isola del Supremo, dove troverà il padre ibernato e pronto per essere risvegliato.
Nella terza serie i due, finalmente riuniti, cercano di capire cosa sia successo al loro mondo, scoprendo i loro legami con la civiltà atlantidea e l’olocausto nucleare che ha portato alla fine (e all’inizio) di tutto.
La prima serie è stata anche trasposta in pellicola da Antonio Margheriti (con lo pseudonimo di Anthony M. Dawson) dapprima in una miniserie per la televisione in seguito condensata in un film.