FANTASCIENZA STORY 126

NOI NON SIAMO SOLI (1977) – PARTE 02

GUERRE STELLARI  (Star Wars)

Assieme a Incontri Ravvicinati la saga di Guerre Stellari, di cui ora ci occupiamo proprio del primo film, segnano l’inizio della cinematografia moderna di fantascienza. Gli effetti speciali che, andando avanti nel tempo, saranno sempre più sofisticati e credibili, entrano di prepotenza nel cinema di science-fiction. Diventeranno così importanti e basilari che, in certi casi, la loro preponderanza andrà a scapito della bontà della trama e della logica della storia.

Guerre Stellari è, in tutto e per tutto, una creatura di George Lucas, una saga pensata in nove episodi, di cui, inizialmente, il regista realizzerà la parte centrale e cioè il quarto, il quinto e il sesto capitolo per poi dedicarsi, oltre vent’anni dopo, ai primi tre capitoli della serie e tutti con successi commerciali invidiabili vendendo in seguito le sue creature alla Walt Disney che proseguirà a sua volta la saga. Ma, all’epoca, fu con immane fatica che Lucas riuscì a portare a compimento il suo sospirato progetto. Lucas aveva già scritto Guerre Stellari fin dal 1971 e lo aveva presentato alla Universal Pictures assieme ad American Graffiti e sembrava che la grossa casa americana fosse disposta a realizzarli entrambi; ma in seguito decise di finanziarne solo uno il quale, fortunatamente, fu un grosso successo commerciale.

Dopo che ebbe finito il film Lucas riprese in mano il copione e iniziò a modificarlo. Cominciò così un lungo pellegrinaggio presso le maggiori case cinematografiche nella speranza che una di loro accettasse di produrre il film. Fu un rifiuto totale e, alla fine, Lucas riuscì ad accordarsi con la Fox ma solamente perché il figlio di Alan Ladd, azionista della stessa casa, difese a spada tratta contro tutto e tutti il progetto di Lucas; in fondo fu poi la stessa cosa che accadde a suo tempo con Il Pianeta Proibito. L’accordo che Lucas raggiunse con la Fox fu, per l’epoca, un tipico contratto capestro, in quanto la casa di produzione si offrì di finanziare solo parzialmente il film il resto toccava al regista stesso. Questo fu la sua fortuna in quanto George Lucas rimase proprietario del 40 per cento dei diritti del film e, visti i successi strepitosi della pellicola e la proprietà su tutto quello che diventerà il merchandising derivante dai film, renderà George Lucas tra gli uomini più ricchi del mondo acquistando a sua volta la totalità dei diritti anche del primo film. Il regista saprà far fruttare l’improvvisa opulenza economica fondando l’ormai famosa Industrial Light and Magic, la grande industria degli effetti speciali. Non male per uno che era stato costretto a ipotecare la casa per sovvenzionare il suo film… Vent’anni dopo Lucas riprenderà in mano le sue creature per restaurarle, riaggiornarle e mettere a punto quegli effetti speciali perfezionati che il tempo, i soldi e la tecnica di allora non gli avevano potuto permettere. Già dall’inizio notiamo che negli ormai mitici titoli esplicativi iniziali dopo l’ormai storica frase:

Tanto tempo fa, in una galassia lontana, lontana….”

ecco apparire numero e titolo dell’episodio, ma questo lo vedremo solo nella riedizione.

IV Episodio

Una nuova speranza

È un periodo di guerra civile.

Navi spaziali ribelli, colpendo

da una base segreta, hanno

ottenuto una prima vittoria

contro il malvagio impero

galattico.

Durante la battaglia

spie ribelli sono riuscite

a rubare i piani segreti

dell’arma decisiva

dell’Impero, la Morte Nera,

una stazione spaziale

corazzata di tale potenza

da poter distruggere un

intero pianeta.

Inseguita dai biechi

agenti dell’Impero, la

Principessa Leila, sfreccia

verso casa a bordo della

sua astronave, custode

dei piani che possono

salvare il suo popolo

e ridare libertà

alla Galassia…

Una piccola astronave fugge nello spazio inseguita da un gigantesco incrociatore da guerra. Uno dei colpi di laser sparati dalla nave inseguitrice centra il reattore principale del piccolo mezzo.

A bordo il panico regna totale. Mentre la guardia armata si prepara a fronteggiare l’abbordaggio dei soldati della nave imperiale due droidi che rispondono, nella versione italiana, al nome di D-3BO e C1-P8, cercano rifugio in mezzo ai colpi di laser che infuriano tutt’intorno.

D-3BO, interpretato al suo interno da Anthony Daniels, richiama volutamente da vicino la figura dell’essere artificiale più famoso nella storia della cinematografia: il robot di Metropolis, un omaggio che un appassionato di fantascienza come George Lucas ha voluto tributare al film di Fritz Lang. Nella versione americana il suo nome è C-3PO. C1-P8, una sorta di grosso barattolo mosso al suo interno dal nano Kenny Baker (1934 – 2016) parla usando dei suoni elettronici che la sua controparte capisce perfettamente.

La parte divisoria dell’astronave cede e la guardia imperiale penetra nell’astronave, al suo seguito la figura nera e minacciosa di Darth Fener, nascosta da un casco che gli serve anche da respiratore.

Apriamo una parentesi spiegando ai nostri lettori il perché anche questo personaggio ha cambiato nome nella versione italiana. Nel caso degli altri (Han Solo – Ian Solo; C-3PO – D-3BO; R2D2 – C1-P8; Leia Organa – Leila Organa) sono state ragioni di armonia di linguaggio e di sveltezza nel dirlo rispetto al labiale americano. Ma, nel caso di Darth Vader – Darth Fener, è stata una mera ragione pratica: sarebbe stato fin troppo facile per il pubblico scambiare e volutamente confondere l’assonanza Vader – Water, con i risultati risibili che facilmente si può immaginare. D’altra parte dobbiamo dire che il nome scelto, Fener, ha in sé un suono abbastanza minaccioso e sibilante che identifica comunque bene il personaggio.

Torniamo ora alla nostra storia. Fener ordina ai suoi uomini di frugare la nave da cima a fondo affinché possano essere trovati i piani della progettazione della Morte Nera. La Principessa Leila nasconde qualcosa all’interno di C1-P8, prima di essere colpita da uno storditore e condotta al cospetto di Lord Fener. C1-P8 trascina un impaurito D-3BO dentro a un guscio di salvataggio che scende velocemente verso il vicino pianeta Tatooine.

Nell’aspra e desertica regione del pianeta chiamata Junland, vive il giovane Luke Skywalker con i suoi zii adottivi, Owen e Beru. Luke (Mark Hamill) desidera ardentemente andar via da Tatooine, la sua vita, i suoi sogni si trovano nelle vaste regioni dello spazio, magari combattendo l’egemonia imperiale. Ma lo zio insiste perché egli si fermi almeno per un’altra stagione e, a malincuore, il ragazzo acconsente.

Intanto i due droidi, che si erano separati, sono stati catturati dai Jawa, una sorta di mercanti che comprano e spesso rubano droidi per poi rivenderli e infatti i due vengono acquistati da Owen (Shelag Fraser, 1920 – 2000) che incarica Luke della loro pulizia e manutenzione. Luke, entrando nella stanza dove aveva lasciato i due droidi scopre che C1-P8 è fuggito perché deve consegnare un misterioso messaggio a un altrettanto misterioso individuo di nome Obi-Wan Kenobi. Luke, che ha potuto vedere solo la parte finale del misterioso messaggio, parte al mattino presto con D-3BO alla ricerca del piccolo robot. La zona è pericolosa essendo infestata dai predatori chiamati Sabbipodi, che infatti assalgono il ragazzo stordendolo e solo l’intervento del vecchio Obi-Wan Kenobi (Alec Guinness, 1914 – 2000, il quale s’improvviserà sceneggiatore durante le riprese del film dando a Lucas molti suggerimenti preziosi) salva il ragazzo e i due droidi da una situazione difficile.

Obi-Wan Kenobi porta i tre nella sua casa. Non ricorda affatto di aver mai posseduto un droide e non riesce a immaginare di quale messaggio si tratti. Mentre Luke sistema D-3BO che era stato “smontato” dai Sabbipodi, il vecchio e il ragazzo parlano del passato di Luke.

Luke: “No, mio padre non ha fatto la guerra. Era ufficiale di rotta su  un’astronave da carico.

Obi-Wan: “Questo è quello che ti ha detto tuo zio. Non condivideva gli ideali di tuo padre, pensava che dovesse restare e non farsi coinvolgere.

Luke: “Tu hai fatto la guerra dei Quoti?

Obi-Wan: “Sì… Una volta io ero un Cavaliere Jedi, come tuo padre.

Luke: (sommessamente) “Vorrei averlo conosciuto…

Obi-Wan: “Era il miglior stellopilota della Galassia e un astuto guerriero… Ho sentito che sei diventato un ottimo pilota anche tu…  ed era un caro amico. Oh, a proposito, ho qui qualcosa per te. Tuo padre voleva che tu l’avessi quando raggiungevi l’età giusta, ma tuo zio non ne volle sapere! Temeva che potessi seguire il vecchio Obi-Wan in qualche pazza crociata idealistica come fece tuo padre…

D-3BO: “Se non ha bisogno di me, Signore, io mi spegnerei per un po’.

Luke: “Fai pure, certo… Che cos’è quello?

Obi-Wan: “È la spada laser di tuo padre. Questa è l’arma dei Cavalieri Jedi. Non è goffa ed erratica come un fulminatore… È elegante invece… Per tempi più civilizzati! Per oltre mille generazioni i Cavalieri Jedi sono stati i Guardiani di Pace e Giustizia nella vecchia Repubblica… Prima dell’oscurantismo, prima dell’Impero!

Luke: “Come è morto mio padre?

Obi-Wan: “Un giovane Jedi di nome Darth Fener, che era stato mio allievo finché non si volse al Male, aiutò l’Impero a dare la caccia ai Cavalieri Jedi e a distruggerli. Egli tradì ed assassinò tuo padre. Ora i Jedi sono praticamente estinti… Fener fu sedotto dalla parte tetra ed oscura della Forza.

Luke: “La Forza?

Obi-Wan: “Beh, la Forza è quella che dà al Jedi la possanza, è un campo energetico creato da tutte le cose viventi, ci circonda, ci penetra, mantiene unita tutta la Galassia…

C1-P8 si fa vivo con tutta una serie di fischi.

Obi-Wan: “Ora vediamo se riusciamo a scoprire che cosa sei mio piccolo amico e da dove provieni…

Luke: “Ho visto parte di un messaggio che lui…

Obi-Wan: “A quanto pare l’ho trovato…

Appare un’immagine olografica di Leila proiettata dallo stesso C1-P8.

Leila: “Generale Kenobi… Anni fa tu hai servito sotto mio padre nella guerra dei Quoti, ora egli ti prega di aiutarlo nel conflitto contro l’Impero. Sono spiacente di non poter presentare di persona la richiesta di mio padre ma la mia astronave è stata catturata e il mio tentativo di portarti ad Alderaan è fallito. Ho affidato delle informazioni vitali per la sopravvivenza della ribellione al sistema mnemonico di questa unità C1. Mio padre saprà come recuperarle. Devi far sì che questo droide arrivi da noi sano e salvo ad Alderaan. È la nostra ora più disperata. Aiutami Obi-Wan Kenobi, sei la mia unica speranza.

Obi-Wan: “Dovrai imparare le Vie della Forza se devi venire con me ad Alderaan…

Intanto nella sala riunioni della Morte Nera, il governatore Tarkin (un convincente Peter Cushing, 1913 -1994) prende posto assieme a Lord Fener annunciando ai convenuti le ultime novità sui cambiamenti di struttura dell’Impero.

Tarkin: “Il Senato Imperiale non ci creerà più nessuna preoccupazione. Ho appena ricevuto notizie che l’Imperatore ha sciolto il Consiglio definitivamente. Gli ultimi avanzi della vecchia Repubblica sono stati spazzati via.

Comandante: “Ma è impossibile. Come fa l’Imperatore a mantenere il controllo senza burocrazia?

Tarkin: “I Governatori Regionali, ora, hanno il controllo diretto dei loro territori. La paura, terrà in buon ordine i sistemi locali, la paura di questa superarma offensiva.

Comandante: “E la ribellione? Se i ribelli hanno con loro uno schema tecnico completo di questa stazione è possibile anche se improbabile, che trovino una falla e che la sfruttino.

Fener: “I piani a cui ti riferisci presto saranno di nuovo nelle nostre mani.

Com. Tagge: “Qualsiasi attacco portato dai ribelli a questa stazione sarebbe una prodezza inutile. Qualunque siano i dati tecnici che hanno ottenuto, questa stazione, adesso, è l’estrema potenza dell’universo. Io propongo di usarla.

Fener: “Non essere troppo fiero di questo terrore tecnologico che hai costruito. L’abilità di distruggere un pianeta è insignificante in confronto alla potenza della Forza.

Com. Tagge: “Non cercare di terrorizzarci con le tue teorie da stregone Lord Fener, il tuo deprecabile attaccamento a quella antica religione non ti ha certo aiutato a far saltare fuori i nastri rubati né ti ha dato la chiaroveggenza necessaria a scoprire la fortezza segreta dei ribelli.

Fener si avvicina al comandante Tagge e fa un impercettibile gesto con la mano. L’uomo si porta la mano alla gola sentendosi soffocare.

Fener: “Trovo insopportabile la tua mancanza di fede.

Tarkin: “Fener, basta così! Fener, lascialo subito!

Fener: “Se così desideri…

Tarkin: “Questi bisticci sono fuori luogo. Lord Fener ci avrà già fornito l’ubicazione della Fortezza ribelle al momento che la stazione diverrà operativa e così stritoleremo la ribellione con un solo, rapido colpo.

Luke non avrebbe avuto alcuna intenzione di andare con Obi-Wan Kenobi o, meglio, lui ci sarebbe anche andato, ma sa benissimo che suo zio Owen non lo avrebbe mai permesso. Purtroppo però, nella forsennata ricerca dei droidi, le guardie imperiali hanno massacrato i suoi genitori addottivi e incendiato e distrutto ogni cosa. Luke torna indietro con il suo speeder, un mezzo sostenuto da un cuscino d’aria, e si avvicina a Obi-Wan.

Obi-Wan: “Non avresti potuto fare niente Luke, se fossi stato là. Avrebbero ucciso anche te e ora i droidi sarebbero nelle mani dell’Impero.

Luke: “Voglio venire con te ad Alderaan. Qui non c’è niente per me ora. Voglio conoscere le Vie della Forza e diventare un Jedi come mio padre.

Obi-Wan Kenobi conduce Luke e i due droidi allo spazioporto di Mos Eisley dove ingaggia Ian Solo, pilota e proprietario del Millenium Falcon assieme al suo secondo pilota Chewbacca (Peter Mayhew). Ian Solo (Harrison Ford) è un contrabbandiere ed è nei guai con Jabba che gli aveva fornito un prezioso carico. Solo è stato costretto a liberarsi della merce perché era stato intercettato da astronavi dell’Impero e ora Jabba ha messo una taglia su di lui non essendo stato pagato per la perdita subita. Dopo essersi liberato da uno dei suoi scagnozzi, Greedo, Solo incontra Jabba, una scena che è stata inserita solo vent’anni dopo e che, inizialmente era stata realizzata con una comparsa. Tramite il computer l’attore è stato sostituito dall’immagine di quel Jabba che incontreremo solo nel terzo film. Eccone il dialogo e la traduzione delle incomprensibili parole con cui Jabba parla con Ian Solo.

Jabba (rivolto verso il Millenium Falcon): “Solo! Vieni fuori da lì, Solo!

Il contrabbandiere appare alle sue spalle.

Ian: “Sono qui Jabba. Ti stavo aspettando.

Jabba: “Davvero?

Ian: “Non pensavi che sarei scappato, vero?

Jabba: “Ian, ragazzo mio, tu mi deludi. Perché non mi hai pagato ed hai disintegrato il povero Greedo?

Ian: “Senti Jabba, la prossima volta che vuoi parlarmi vieni tu direttamente, non mandarmi uno di quegli imbecilli.

Jabba: “Ian, non posso fare eccezioni. Che accadrebbe se tutti quelli che contrabbandano per me abbandonassero il loro cargo al primo segno di un’astronave dell’Impero?

Ian: “Senti Jabba, anch’io ricevo visite inaspettate ogni tanto. Credi che abbia avuto scelta? Ma adesso ho un carico facile, facile. Ti ricompenserò. Ti darò anche un piccolo extra, mi serve solo un altro po’ di tempo.

Jabba: “Ian, ragazzo mio, tu sei il migliore. Allora per un venti per cento in più…

Ian: “Quindici, Jabba. Non esagerare.

Jabba: “Va bene, quindici per cento in più, ma se mi dai un’altra fregatura metterò sulla tua testa una taglia così alta che non potrai più avvicinarti a un luogo civilizzato.

Ian: “Jabba, sei un meraviglioso essere umano.

La partenza dei nostri avviene in un modo quantomeno brusco, il loro arrivo era stato spiato fin dall’inizio, così quando Luke, Obi-Wan e i due droidi raggiungono il Millenium Falcon una pattuglia Imperiale li insegue e apre il fuoco contro di loro. Ian (o Han, come preferite) li trascina a bordo, risponde al fuoco e decolla precipitosamente. Inseguiti da un incrociatore imperiale Ian Solo prepara la nave per il salto nell’Iperspazio.

Intanto, nella sala riunioni della Morte Nera, giunta in orbita attorno al pianeta Alderaan, il governatore Tarkin ha mandato a prendere la sua prigioniera. Quando Leila (Carrie Fisher, 1956 – 2016), ammanettata e scortata dalle guardie, entra nella sala, si trova davanti al Governatore e a Lord Fener (David Prowse).

Leila: “Governatore Tarkin… Dovevo aspettarmi di trovarvi con in mano il guinzaglio di Fener, ho riconosciuto il vostro fetore quando sono stata portata a bordo.

Tarkin: “Ah! Gentilissima… fino all’ultimo. Non avete idea di come trovi difficile firmare la vostra condanna a morte.

Leila: “Sono sorpresa che abbiate il coraggio di assumervi queste responsabilità!

Tarkin: “Principessa Leila, prima della vostra esecuzione, vorrei che foste mia ospite ad una cerimonia che renderà operativa questa stazione da battaglia. Nessun sistema stellare oserà opporsi all’Imperatore!

Leila: “Quanto più stringete la presa Tarkin, tanti più sistemi vi sgusceranno via tra le dita!

Tarkin: “Non quando avremo dimostrato la potenza di questa stazione. Lo sapete? Voi avete determinato la scelta del pianeta che verrà distrutto per primo. Data la vostra riluttanza a rivelarci l’ubicazione della Base Ribelle dimostreremo la micidialità di questa stazione da battaglia contro il vostro patrio pianeta Alderaan.

Leila: “No! Alderaan è pacifico, non abbiamo armi! Voi non potete…

Tarkin: “Preferireste un altro bersaglio, un bersaglio militare? Dite il nome del sistema! Ditelo! Sono stanco di chiedervelo! …Quindi questa è l’ultima volta! Dove è situata la Base Ribelle?

Leila: “…Dantooine… Sono su Dantooine…

Tarkin: “Ecco, vedi Lord Fener? Sa anche essere ragionevole. Proseguite con l’operazione. Potete sparare appena pronti.

Leila: “Cosa?

Tarkin: “Siete proprio un’ingenua. Dantooine è troppo lontano per una dimostrazione efficace ma non temete: mi occuperò dei vostri ribelli quanto prima.

Il comando viene dato e un unico, potente raggio parte dalla Morte Nera e colpisce il pianeta facendolo esplodere.

A bordo del Millenium Falcon Obi-Wan Kenobi si porta le mani al viso.

Luke: “Non ti senti bene? Che cos’hai?

Obi-Wan: “Ho sentito come una perturbazione nella Forza, come se milioni di voci gridassero terrorizzate e ad un tratto si fossero zittite. Temo sia accaduta una cosa terribile… È meglio che tu continui i tuoi esercizi…. Ricordati che un Jedi può sentire la Forza scorrere dentro di lui.

Luke: “Vuoi dire che controlla le tue azioni?

Obi-Wan: “In parte, ma inoltre obbedisce ai tuoi comandi.

Luke sta cercando di intercettare con la spada laser le scariche di una sfera comandata da dei sensori. Quando Obi-Wan gli fa abbassare il paralaser del casco egli riesce ugualmente ad intercettarne i raggi. Il salto nell’Iperspazio porta il Millenium Falcon nei pressi di Alderaan e i nostri sono investiti da una pioggia di meteore, il pianeta non esiste più e ciò che resta di esso sono dei frammenti sparsi nello spazio. Mentre ancora stanno cercando di capire l’accaduto un caccia imperiale a corto raggio passa vicino a loro. Il breve inseguimento li porta nei pressi della Morte Nera e un raggio traente li trascina all’interno della stazione da battaglia.

Nascosti in un vano segreto sotto il pavimento della nave i sei sfuggono a un primo controllo delle guardie imperiali ma Darth Fener è nervoso, con i suoi poteri capta una presenza, inoltre ha appena saputo da Tarkin che la Principessa Leila ha mentito rivelando che la base ribelle era su Dantooine. Gli esploratori hanno trovato solo le tracce di un avamposto abbandonato. Dopo aver indossato le uniformi di due guardie colte alla sprovvista, Luke e gli altri entrano in un’ampia cabina elettronica e da lì, consultando la mappa del posto grazie a C1-P8 che si è inserito nel sistema, trovano dove scollegare il raggio traente e Obi-Wan Kenobi si dirige verso il luogo dove sono i comandi da sconnettere. Intanto C1-P8 ha scoperto un’altra cosa: la Principessa Leila è sulla Morte Nera, è in una cella d’isolamento ed è stata condannata a morte. Luke convince Ian Solo, con la promessa di un premio favoloso, ad aiutarlo a liberare la principessa. Lasciano i due droidi nella cabina e si dirigono verso le prigioni fingendo di avere con sé un prigioniero: Chewbacca. I tre giungono all’ingresso delle prigioni e assaltano il posto di guardia eliminando le guardie, Luke va a liberare la principessa ma altre guardie stanno sopraggiungendo.

Intanto nella sala del consiglio Darth Fener sta parlando con il governatore Tarkin.

Fener: “Lui è qui!

Tarkin: “Obi-Wan Kenobi? Cosa te lo fa pensare?

Fener: “Un tremito… Nella Forza. L’ultima volta che l’ho sentito fu in presenza del mio vecchio maestro.

Tarkin: “A quest’ora deve essere certamente morto.

Fener: “Non sottovalutare la Forza.

Tarkin: “I Jedi sono estinti, il loro fuoco ha abbandonato l’universo. Tu sei tutto ciò che resta della loro religione… (risponde all’interfono)… Sì?

Voce: “Governatore Tarkin, abbiamo un allarme d’emergenza nella zona detentiva AA-23.

Tarkin: “La Principessa?! Mettete in allarme tutti i settori.

Fener: “Obi-Wan è qui. La Forza è con lui.

Tarkin: “Se è vero, non bisogna lasciarlo scappare.

Fener: “Il suo piano non è scappare. Devo affrontarlo da solo.

Intanto le Guardie Imperiali stanno sparando furiosamente e costringono i quattro a nascondersi negli anfratti del corridoio carcerario. Poi Leila spara contro una delle grate degli scarichi e tutti si precipitano all’interno del condotto finendo in mezzo a liquame e spazzatura. Le pareti cominciano a rinchiudersi minacciandoli di una morte orribile ma C1-P8 riesce a bloccarle.

Usciti dal condotto e, dopo aver abbattuto tutti i nemici incontrati per strada, a un ennesimo attacco Luke e Leila si dividono da Ian Solo e Chewbacca, per poi, dopo una fuga avventurosa a colpi di laser, ritrovarsi tutti nei pressi dell’hangar dove si trova il Millenium Falcon.

Intanto Obi-Wan Kenobi ha scollegato il raggio traente e si sta dirigendo anche lui verso l’hangar ma il suo incontro con Darth Fener era nelle vie del destino. Le due spade laser si incrociano.

Fener: “Ti stavo aspettando Obi-Wan, ci rincontriamo finalmente. Ora il cerchio è completo. Quando ti ho lasciato non ero che un discepolo, ora sono io il Maestro!

Obi-Wan: “Solo un maestro del Male, Darth.

Fener: “I tuoi poteri sono deboli, vecchio!

Obi-Wan: “Non puoi vincere Darth. Se mi abbatti io diventerò più potente di quanto tu possa immaginare.

Fener: “Non saresti dovuto tornare.

Il duello viene visto sia dalle Guardie Imperiali, sia da Luke e dagli altri e, mentre tutti si dirigono a bordo della nave spaziale, Obi-Wan osservando Luke cessa di combattere e si lascia colpire da Fener. Luke è disperato ma deve farsi forza ed entrare, sparando, dentro al Millenium Falcon, mentre Darth Fener guarda con stupore gli abiti vuoti di Obi-Wan Kenobi, il vecchio saggio sembra svanito nel nulla. Dopo un viaggio avventuroso i nostri arrivano in vista della Base Ribelle su una delle lune del lontano pianeta Yavin. Qui i tecnici si mettono subito al lavoro per elaborare i dati inseriti in C1-P8 e tradurli in una possibilità di distruzione della Morte Nera. In una importante riunione il Generale Jan Dodonna (Alex McCrindle, 1911 – 1990), capo dei ribelli, illustra le scoperte a tutti i piloti e ai membri dell’Alleanza.

Dodonna: “La Morte Nera è fortemente corazzata ed ha una potenza di fuoco superiore a quella della metà della flotta stellare. Le sue difese sono progettate per un attacco diretto su vasta scala. Un piccolo caccia monoposto dovrebbe essere in grado di superare la difesa esterna… Beh, l’Impero non considera un piccolo caccia monoposto come una minaccia altrimenti sarebbe stata predisposta una difesa a maglie più strette. Da un esame dei piani forniti dalla Principessa Leila abbiamo scoperto che esiste un punto debole nella stazione di guerra. Non vi sarà facile avvicinarvi: dovrete infilarvi dentro questo canale e sfiorarne la superficie fino a questo punto. La zona d’attacco è larga due metri soltanto: è una piccola luce di scarico termico proprio sotto lo scarico principale. Il condotto porta direttamente al reattore di propulsione. Un colpo preciso provocherà una reazione a catena che dovrebbe distruggere la stazione. Soltanto un colpo preciso darà il via alla reazione a catena. Il condotto è a prova di laser quindi dovrete usare i siluri ai protoni… Armate i vostri mezzi e che la Forza sia con voi!

Mentre Luke sta preparandosi per la partenza, in una scena che fu tagliata nella prima edizione, incontra il suo amico Biggs Darklighter (Garrick Agon) che aveva lasciato Tatooine per arruolarsi nell’Alleanza Ribelle, il tempo per un breve saluto e poi Luke si avvicina a Ian Solo che sta caricando sul Millenium la sua ricompensa, malgrado i suoi tentativi per convincerlo a restare Ian è molto esplicito: non è la sua guerra e deve ancora pagare Jabba, quindi deve andarsene. L’attacco comincia.

I tentativi per entrare nel corridoio e lanciare i missili sono frustrati dall’ingresso in campo dei caccia imperiali che abbattono tutti i mezzi dei ribelli. I pochi superstiti cercano di contrastare la furia imperiale e Luke, ad un tratto, sente la voce di Obi-Wan Kenobi come se il saggio uomo fosse lì, accanto a lui.

Obi-Wan: “Luke, fidati del tuo istinto!

La fantasmagorica e rabbiosa battaglia continua a infuriare attorno alla Morte Nera e uno dei comandanti entra nella Sala Riunione per conferire con Tarkin.

Com.: “Abbiamo analizzato il loro attacco, Signore, e c’è un pericolo. Devo tenere pronta la sua nave?

Tarkin: “Abbandonare tutto?! Nel momento del trionfo… Credo che lei sopravvaluti le loro forze.

Intanto Darth Fener, scortato da altri due caccia, sta facendo la guardia al corridoio per impedire qualunque ingresso e sta inseguendo Luke che sta avvicinandosi rapidamente al punto di sgancio. Ancora una volta il ragazzo sente la voce di Kenobi.

Obi-Wan: “Usa la Forza, Luke! Segui l’istinto, Luke… Luke, fidati di me.

Luke sgancia il contatto con il computer e comincia a concentrarsi, a bordo del suo caccia Darth Fener capta la sua essenza.

Fener: “La Forza è potente in quest’uomo.

Mentre sta per premere il bottone di sparo un raggio laser fa sbandare la sua nave e Fener ne perde il controllo lanciandosi nello spazio.

Davanti al sole del sistema la sagoma del Millenium Falcon si precipita a scortare il ragazzo, poi la voce di Ian entra nella sua cuffia.

Ian: “Non hai nessuno dietro, ora! Facciamo saltare quest’affare e andiamo a casa!

Di nuovo Luke si concentra, i missili partono, penetrano nello scarico. Le navi superstiti e il Millenium Falcon si allontanano rapidamente mentre la Morte Nera esplode nel nero dello spazio. Ancora una volta la calda voce di Obi-Wan si fa sentire al ragazzo.

Obi-Wan: “Ricorda Luke, la Forza sarà con te, sempre…

È un giorno di festa per la ribellione. C1-P8 e D-3BO osservano la guardia schierata attorno a Ian Solo, Luke Skywalker e Chewbacca e la Principessa Leila che premia, sorridendo, i primi due e, mentre scorrono i titoli di coda, ci chiediamo perché il simpatico Wookie non ha ricevuto la sua medaglia…

Abbiamo già parlato della tecnica delle “matte” in Incontri Ravvicinati, quindi riprendere l’argomento anche per Star Wars non sarà una sorpresa, anzi ci sarà molto di cui parlare. Partiamo con uno dei cavalli di battaglia di Harrison Ellenshaw, ovvero colui che ha dipinto il fondale della stanza del generatore della Morte Nera: come voi tutti ricorderete, il generatore è un marchingegno in cima a una colonna in un corridoio verticale ed è raggiungibile solo mediante un ponte che attraversa orizzontalmente il corridoio, ai lati dello stesso c’è solo il vuoto e l’intrepido Ben Kenobi si avventura là per disattivare l’energia. In realtà il generatore è stato sistemato sopra una base di appena un metro di altezza, e tutto il resto è stato disegnato in seguito da Ellenshaw e in seguito montato con la tecnica delle matte; sarebbe stato costosissimo realizzare una struttura come quella del generatore oltre che pericoloso.

Sono state usate 17 matte in tutto il film e bisogna dire che gli effetti ottenuti hanno largamente ripagato la fatica spesa; è abbastanza facile realizzare con la tecnica del “Rear Projection” queste scene, si possono infatti cambiare misure e distanze nel montaggio finale e poi non si devono costruire costosi fondali posticci. La tecnica del computer come noi lo conosciamo soppianterà ben presto anche questa tecnica, ma di ciò parleremo più avanti.

I robot di Star Wars sono una bellissima innovazione, per farli muovere ci voleva qualcosa di altrettanto creativo: per il piccolo C1-P8, non c’erano grandi problemi, ma per D-3BO le cose si complicarono: non si poteva certo costruire un vero robot o droide, non c’erano i mezzi e, soprattutto, non c’erano i soldi. Comunque sia un robot vero non avrebbe potuto muoversi così flessibilmente e naturalmente; quindi l’idea di Lucas di infilare un uomo sotto quell’armatura fu ben accolta da tutti, anche da Anthony Daniels, bravissimo mimo che spesso aveva lavorato in teatro con ottimi risultati. L’ispirazione per la costruzione di D-3BO era chiaramente venuta dal film Metropolis di Fritz Lang, era uno spunto ottimo per realizzare un robot e Ralph McQuarrie con l’aiuto di Norman Reynolds s’impegnarono e materializzarono (con Liz Moore) il prototipo: era un’armatura in fibra di vetro, molto simile alla resina, con inserti vuoti, fatta su misura per l’attore che avrebbe dovuto impersonarlo. Sono state costruite due armature per Daniels, una seduta e una in piedi ed entrambe dovevano essere usate distintamente, dal momento che l’armatura da “passeggio” prevedeva molteplici movimenti, mentre quella da “riposo” ne prevedeva solo alcuni, peraltro per la parte superiore del corpo.

Il piccolo C1-P8 deve il suo nome al gergo usato dai montatori cinematografici, infatti R2-D2 (nome originale del robot) significa “Reel 2 Dialogue 2” (Rullo 2 Dialogo 2), non è molto originale, ma il piccolo è rimasto simpatico subito a tutti. Era mosso da Kenny Baker, un nano (meno di un metro di altezza) che ha molto aiutato lo staff nel manovrare la coda del perfido Jabba in The Return of the Jedi, nelle scene in primo piano: è stato molto più semplice farlo muovere da una persona in modo da ottenere una maggiore naturalità nei movimenti; mentre per le riprese da lontano il piccolo barilotto è stato comandato a distanza con un radiocomando. Molti altri C1-P8 sono stati costruiti, tutti uguali, usati singolarmente per specifiche scene: uno poteva solo camminare in una posizione, un altro poteva solo girare su stesso ed altri, invece, avevano il solo scopo di mostrare un braccio bionico col quale interagivano con i comandi elettronici delle navi stellari; per gli inserti bionici, cioè per le articolazioni mosse da apparecchiature elettroniche, John Stears – capo della squadra degli effetti speciali – consultò un’équipe specialistica in robotica dell’ospedale Queen Mary di Londra.

Per molti di noi tutti il linguaggio di C1-P8 è incomprensibile, ma per un esperto linguista come D-3BO è sempre stato un gioco da ragazzi, comunque per coloro di voi che non hanno seguito il corso di lingue stellari, sarà bene chiarire alcuni aspetti tecnici: Ben Burtt, esperto tecnico del suono, catalogò le emozioni più comuni, come gioia, tristezza, preoccupazione e rabbia in diversi tipi di suono, in modo da costruire un apposita modulazione di tono a seconda dell’espressione che C1-P8 voleva trasmettere. Così, traducendo in suono l’espressione, il piccolo robot poteva comunicare frasi lunghissime in poco più di qualche bip e i più attenti avranno sicuramente notato che le percezioni di C1-P8 delle varie situazioni sono perfettamente comunicate in modo ottimo, così anche lo spettatore (che ovviamente non ha seguito il corso di lingua) può facilmente intuire lo stato d’animo del robot anche senza afferrare una sillaba!

Lucas scrisse una sceneggiatura appositamente per questi due favolosi robot, dove proprio loro erano i personaggi principali, ma cosa ne abbia fatto non ci è dato saperlo.

Il grande pianeta Tatooine era stato studiato nei minimi particolari, doveva essere arido, doveva dare l’impressione di un mondo devastato, senza forme di vita organizzate, nondimeno costituiva un ottimo posto dove vivere, lontano dall’Impero e dalle atrocità della guerra. Il suo set era stato stranamente ricostruito a Matmata (in Tunisia); insolita decisione quella di Lucas, dal momento che poteva avere a sua disposizione tutti i set di Londra e Hollywood! Ma la scelta di quel luogo si rivelò azzeccata, dal momento che gli autoctoni del luogo vivevano in case scavate nella terra, simili a crateri lunari, per ripararsi dalle intemperie; l’entrata e l’interno della casa degli zii di Luke non è stata ricostruita, ma filmata all’Hotel Sidi Driss di Matmata, dove tutta la troupe alloggiava.

Il metodo del Blue Screen è stato qui largamente utilizzato, quasi il sessanta per cento delle scene è stato filmato con questa particolare tecnica: consta di un fondale interamente blu, generalmente è un pannello molto grande ma per piccole scene, va bene anche un pannello più piccolo, davanti al quale i personaggi (o gli oggetti) si muovono, dopodiché sulla scena filmata, si aggiunge lo sfondo che si preferisce, ad esempio: in The Return of the Jedi, la carambolesca fuga della principessa Leila e Luke a bordo di un motoscooter attraverso la foresta, è stata girata interamente con il Blue Screen. Carrie Fisher e Mark Hamill cavalcavano il motoscooter davanti allo schermo, muovendosi come da copione; filmata tutta la scena, si è poi inserito lo scenario della foresta. Molto facile, direte voi… Abbastanza, ma tutto deve corrispondere al millimetro, bisogna sincronizzare i movimenti reali alle ambientazioni finte.

Al posto dello schermo Blue, si possono utilizzare molti altri colori, tutti escluso il bianco e il nero, l’importante è che il colore sia uniforme, senza gradazioni e tonalità al suo interno; il funzionamento di questa tecnica si basa sul concetto dell’assorbimento della luce: il blu assorbe le radiazioni degli altri colori, impedendo al soggetto in primo piano (quello semovente) di essere coperto o venire scolorito dalla proiezione. Nelle produzioni televisive lo stesso sistema viene chiamato Croma Key, la differenza in teoria non esiste, ma in pratica si preferisce usare lo schermo blu nel cinema, per convenzione, e il Croma in televisione. Piuttosto stupido chiamare lo stesso sistema in due modi diversi, direte voi. Esatto, ma il diverso nome serve proprio a differenziare le produzioni televisive da quelle cinematografiche; c’è inoltre da aggiungere che il Croma Key è molto più utile in TV dal momento che il nastro utilizzato per le riprese a colori, ha una sensibilità ben diversa da quella della pellicola: la pellicola infatti utilizza un sistema Din (per chi non s’intende di fotografia diciamo che i Din e gli Asa sono l’unità di misura dell’impressionabilità della pellicola), mentre il nastro televisivo utilizza gli Asa, in sostanza, gli Asa sono più sensibili al blu e sullo schermo tv il risultato sarebbe brutto e mal riuscito.

Sono stati utilizzati oltre trecento kit di modellini in scatola per poter costruire le varie navi: per i piccoli caccia dell’Impero non ci sono state grandi difficoltà, ma per il Millenium Falcon e per la Morte Nera (in originale Death Star) i ragazzi della squadra hanno dovuto sezionare centimetro per centimetro tutti i modellini in scatola, scegliendo i pezzi migliori per portare avanti la costruzione. Il Millenium Falcon ricostruito in laboratorio era lungo un metro e venti cm, i caccia dell’Impero circa trentacinque cm e la Morte Nera, completamente montata, aveva un diametro di un metro e venti.

Molte delle esplosioni visibili sono state realizzate in studio, con modellini in miniatura collegati a un comando a distanza che ne permetteva la detonazione; ma non tutte le esplosioni potevano essere uguali. Anche questa volta i tecnici addetti dovevano miscelare diversi elementi per ottenere delle deflagrazioni realistiche; alcune delle migliori esplosioni sono state ottenute con magnesio, polvere di dinamite e benzina. A realizzazione ultimata si possono contare ben 27 diversi tipi di esplosioni.

L’impressione dell’alta velocità della nave di Solo nell’Iperspazio è il risultato di un sapiente lavoro di taglia e cuci, ovvero: la veduta esterna del Millenium Falcon è stata interamente tagliata, poi con il computer si è provveduto ad “animare” le stelle, facendole diventare lunghe scie di luci, contemporaneamente, con la tecnica delle esposizioni successive si è fatto scomparire il Millenium Falcon dallo spazio statico; finito tutto questo, si sono aggiunte le scene delle stelle davanti alla cabina di pilotaggio e poi si è fatto riapparire il Falcon di nuovo nello spazio.

La spada laser è forse una delle trovate più suggestive di questa prima trilogia, ma per la loro creazione non è stato necessario ricorrere a fantomatici effetti speciali particolari, è stato sufficiente introdurre in un tubo trasparente una sostanza altamente riflettente, poi è bastato aumentare la sua luminosità di oltre duecento volte! Le altre armi, utilizzate nel film, sono il sottoprodotto di un’accurata ricerca attraverso la storia delle armi reali; Lucas desiderava che armi e guerrieri fossero il più realistici possibili, non dovevano solo impugnare un’arma, dovevano essere consapevoli che quell’arma, se usata, avrebbe prodotto effetti devastanti su cose o persone. Diamo un attimo un’occhiata alle armi visibili nel film: i droidi al servizio di Jabba (si vedono allo spazio porto di Alderaan) hanno in dotazione dei fucili spara granate che non sono altro che la modifica dei fucili British Enfield 1 Mark VI, una delle maggiori differenze riscontrate è data dalla minore lunghezza del calcio (date le loro dimensioni ridotte, non potevano certo imbracciare armi lunghissime); Ian Solo usa una pistola telescopica, molto elegante e funzionale, derivata dal progetto della Mauser mod. C-96 (9mm Parabellum), la preferita di Winston Churchill; la Principessa Leila spara, e dobbiamo dire molto bene, con un surrogato della Stoeger Luger cal. 22, naturalmente nella finzione, questa pistola è dotata di un compensatore e di un mirino ingrandito; Chewbacca sfrutta un esclusivo modello costruito su Wooka: una balestra rivista e corretta, con doppio mirino telescopico e stabilizzatori di peso laterali. Le Guardie Imperiali utilizzano vari tipi di armi, principalmente derivati da mitragliette e fucili: le tre armi più comuni sono una derivazione del British Sterling L2A3 SGM, allungate nel calcio, senza grilletto e con un’ala laterale; il laser è invece dotato di un mirino di precisione (tipo le Smith&Wesson ultima generazione) e una superficie porosa sulla canna; un’altra infallibile arma imperiale è costituita dalla futuristica realizzazione della BSA SMG 9mm, cui è stato allungato il calcio e fatto sparire il grilletto. Il fucile Lewis Mark 1 .303 e il German 7.92mm MG 34 sono diventati dei bellissimi fucili laser molto più sofisticati degli originali. Per quanto riguarda le spade laser bisogna dire che ne esistono tre tipi: quella di Luke, quella di Obi-Wan e quella di Lord Fener; mentre il disegno originale di Lucas (elsa minuta costituita di 5 dischi d’argento e dispositivo d’attivazione in pietra preziosa) è rimasto in un angolo, le nuove spade hanno assunto sembianze diverse a seconda della persona che doveva impugnarle, così la spada di Luke è lineare, in argento, simbolo della purezza, pura come il suo spirito. Obi-Wan ne ha una in eguale proporzione di color argento e nero, simbolo che distingue il suo bilanciamento della Forza, elegante stile barocco che si adatta alla perfezione a un uomo della sua età; Lord Fener si distingue anche nelle armi, la sua spada di ebano risplende, ma risplendono molto anche gli inserti in argento, forse una speranza?

Rick Baker, creatore degli alieni del film, si è veramente sbizzarrito: d’altra parte nel film dovevano esserci mille e più alieni e si doveva trovare la maniera di farli essere, oltreché diversi l’uno dall’altro, anche credibili. Non fu certo una passeggiata dare vita a trenta di questi personaggi curiosi, ma Baker, Cobbs e McQuarrie riuscirono a fare dei piccoli capolavori. A Mos Eisley, nella taverna, ne troviamo una bella scelta, a partire dagli strani ceffi al banco fino all’orchestra, passando per quel simpatico animaletto (chiamato Sacacious Crub, stile gremlin muppettato) che tiene compagnia a Jabba. Ci sono davvero infinite razze e la convinzione di non essere soli si fa molto forte; le animazioni di questi pupazzoni sono state realizzate interamente senza l’aiuto del computer, ad esempio la bellissima cantante, era mossa con dei fili (poi resi invisibili) da un uomo posto sotto la pedana che, con l’ausilio di un paio di bastoni, le conferiva il movimento. Tutti i movimenti del burattinaio erano perfettamente coordinati con la musica che poi sarebbe stata editata nel film, le canzoni, originariamente scritte in inglese, sono state poi tradotte nella lingua desiderata!

Tutto comincia con un disegno, poi il disegno del mostro viene tradotto in realtà con piccole sculture in creta, infine, ridimensionando il mostro, si cominciano a costruire le maschere in gomma, tutto poi sarà dipinto a mano; per i mostri piccoli animati, si usano delle intelaiature in metallo, collegate a piccoli radiocomandi per controllarne i movimenti: per muovere gli occhi si usano dei piccoli congegni all’interno del pupazzo, comandati anch’essi a distanza da un tecnico. Alcuni piccoli mostri sono burattini, mossi dalle abili mani di burattinai, noterete che quasi non si nota la differenza! Per Jabba la tecnica di realizzazione è stata molto più complicata: sono stati realizzati tre modelli, ognuno con un aspetto diverso e solo il terzo modello si adattava alle esigenze di Lucas; ci sono voluti tre mesi per la sua realizzazione, due uomini al suo interno per muovere la testa, le mani, le braccia e la lingua e Kenny Baker dentro la coda per conferirgli i movimenti. Nell’edizione del 1997 tutti questi problemi non c’erano, bastava il computer.

Quando Jabba fuma la pipa, il fumo deve per forza uscire dalla sua bocca, quindi un altro uomo al suo interno, acceso un sigaro, deve dare delle grandi boccate, per poter comparare la sua mole con quella del gigantesco Jabba; Carrie Fisher dice a proposito del pupazzone:

Lui è quello che è, questo è sicuro! Non ha bisogno di essere qualcun altro! Non ha bisogno di essere elegante, carino o qualcos’altro! È proprio così!

Le comunicazioni tra le persone dentro Jabba e il resto della troupe sono state difficoltose, lo strato di gomma che ricopriva il bestione era ingente e tutti gli addetti dovettero imparare perfettamente i movimenti, per poter agire contemporaneamente! Originalmente anche i dialoghi di Jabba erano in inglese, il doppiaggio nella sua lingua è arrivato solo in fase di montaggio.

Piccolo dizionario galattico: come avrete sicuramente notato non tutti gli alieni si fanno capire allo stesso modo, quindi abbiamo pensato che qualche spiegazione sui loro dialetti sarebbe stata opportuna, quindi le prossime righe saranno scritte nei seguenti dialetti: Wookie, Binario, Bocce e Jawas. E qui non esistono pagine di telegalaxyvideo o sottotitoli….

Cominciamo con gli abitanti di Tatooine, sapete che sul pianeta vivono due razze, i Jawas e i Tusken Raiders (Sabbipodi), il loro linguaggio è molto gutturale e simile a quello umano, la scrittura ricorda gli ideogrammi antichi e la pronuncia sembra quella di un tedesco. Provate a leggere e tradurre questo:

Questo è il dialetto dei Jawas, letteralmente possiamo tradurlo con:

“Signori, posso garantirvi che questi droidi sono in buone condizioni di funzionamento!”

Sembrano tutti dei piccoli Donald Duck quando parlano.

Il linguaggio dei Tusken Raiders invece non è molto conosciuto, dal momento che evitano per lo più qualsiasi contatto con gli altri esseri umani, sembra però che tutto il loro alfabeto sia costituito in prevalenza da consonanti; riportiamo qui di seguito un brano della loro conversazione, quando devono decidere se attaccare o no il giovane Luke:

Primo Tusken: “Nw Nw”               Trad.: “No! No!

Secondo Tusken: “Uhn Uhn”        Trad.: “Si!  Si!”

Terzo Tusken: “Arn Arn”              Trad.: “Non farlo! Non farlo!”

Come prima lezione di lingue non è male, ma vediamo adesso il Bocce, ovvero la lingua senza sostanza, parlata su Tatooine, da chi e perché ancora non lo si è scoperto. Si è sempre pensato che fosse un dialetto usato per qualche particolare operazione agricola, comunque non sembra avere una grande importanza, dal momento che Owen Lars è sempre vissuto senza il bisogno di un traduttore Bocce. Con molte probabilità questo dialetto è una primitiva forma di comunicazione degli abitanti, poi evolutasi nei dialetti che abbiamo appena citato, e probabilmente qualche primitivo agglomerato di autoctoni in una remota parte del pianeta ancora lo parla. Non esistono forme comunicative, o quantomeno, nel film non se ne ha notizia, tanto più che nessuno dei personaggi visibili parla quel dialetto; forse una sua alterazione è insita in una frase che pronuncia il robot che saluta D-3BO a bordo del mezzo sabbifero dei Tusken, vediamola:

R1: “Libtth habit to, Ya ta whn ta wa

Trad.: Benvenuto nella dimora, è venuto il tuo turno!

Dissimile è proprio il linguaggio binario, usato in programmazione per controllare le operazioni dei computer, a ogni lettera dell’alfabeto corrisponde un numero decimale, al quale corrisponde la sua controparte binaria, quindi se volessimo tradurre dal comune alfabeto il nome di Luke, avremmo:

L = 12 =    1100

U = 21 =   10101

K = 11 =   1011

E = 05 =   101.

È abbastanza facile tutto sommato, basta ricordare che il linguaggio binario usa solo 1 (uno) e 0 (zero), come unità di misura. Piccola annotazione, non ci siamo sbagliati dando alla lettera “U” il numero 21, dal momento che abbiamo usato l’alfabeto inglese che, com’è noto, utilizza 26 lettere, aggiungendo J, K, W, X, Y alle canoniche lettere. Un po’ più complesso è il linguaggio Wookie, che non è propriamente una lingua, non consta infatti di parole vere e proprie, utilizzano solo dei grugniti, degli strani versi, Chewbacca stesso emette dei suoni disarticolati e, se anche non è compreso, la sua stazza basta per farsi obbedire.

Nella taverna di Alderaan troviamo i personaggi più strani, mostriciattoli di varia forma, spicca tra questi l’alieno simile a un “tricheco senza zanne” che si avvicina a Luke attaccandolo verbalmente prima di scaraventarlo a terra:

Alieno: “Negola dewaghi wooldugger.”  Trad.: “Non mi piaci!

Alieno: “ Katura veshtat! Shadraak!”       Trad.: “Non voltarti! Pezzo di #”%@*!

Alieno: “Mandysh Makora.”                        Trad.: “Preparati a morire!

Non molto gentili quelli della sua razza, vero? Nemmeno quelli della razza di Greedo, servitore di Jabba, che intrattiene una veloce conversazione con Ian Solo prima morire sotto i colpi della sua arma; Greedo può essere capito solo con l’ausilio di un traduttore elettronico, fortunatamente il nostro Ian conosce la sua lingua, vediamo un po’ più in specifico il suo linguaggio, prendiamo ad esempio la sua prima frase:

Greedo: “GOO  TA  DO  DA  SOLO?”       Trad.: “Vai da qualche parte, Solo?

Come si può facilmente notare i suoni che Greedo emette sono quasi tutti monosillabi, anche quando una parola è composta da più sillabe, il piccolo Greedo la divide, scandendo ogni dittongo, abbiamo preso una frase a caso:

Greedo: “SO VE-TA-LA. VERE CRT TE NACHT VE JACTA. JABBA WA NIN CHEE GO YJA WETCHING TRI WHYNIN E OH SKA. CHAS KIN WA CHU-SKO. He! He! He!

Trad.: “È troppo tardi, dovevi pagarlo quando ne avevi la possibilità. Jabba ha messo una taglia sulla tua testa. Tutti nella Galassia t’inseguiranno. He! He! He!

Crediamo che sia sufficiente fermarsi qui con i dialetti e le lingue straniere, magari nei prossimi volumi possiamo approfondire altre lingue, nel frattempo studiate!

Il caro Chewbacca, essere della razza imprecisata degli Wookie, è stata una delle migliori idee di Lucas: non doveva essere un umano, ce n’erano troppi, quindi doveva essere per forza una forma aliena, un incrocio tra un cane, una scimmietta ammaestrata e un grande orso: amichevole, discreto, con un tocco di sense of humor e una forza immensa. Peter Mayhew fu scelto per vestirne i panni data la sua grande altezza, oltre i due metri!

La saga di Luke e soci vanta molti tentativi d’imitazione e molti talk show si contendevano i vari personaggi, imitandoli e vestendosi come loro, il look alla Leila era uno dei più gettonati, poteva quindi la primadonna del Muppet Show, Miss Piggy, essere da meno? In una delle puntate del favoloso show di Kermit proprio Mark Hamill e D-3BO fecero da guest alla deliziosa porcellina. Fu un record di ascolti!

Ci sono però alcune cose non molto chiare, dei punti oscuri che non sappiamo come spiegarci come la provenienza del Dia Noghu, la bestia che si trova nel tritarifiuti della Morte Nera. Da dove arriva? Se è tanto grande, come Luke fa credere dai suoi discorsi, come ha fatto a entrare in quel posto così ristretto? La sua forma poi, vermoide supponiamo, non viene mostrata ma ci domandiamo se quell’essere è sopravvissuto a qualche tipo di sventura oppure è “nato” lì dentro; sappiamo che la Morte Nera è stata costruita nello spazio, quindi le uniche forme di vita presenti erano state portate intenzionalmente a bordo, ora, se quella cosa non era stata portata intenzionalmente, magari poteva essere nata dentro lo scarico dei rifiuti da un particolare agente tossico e nessuno se ne è mai accorto. Ma se anche questa supposizione non andasse bene, come faceva lo pseudo vermone a trovarvicisi? E che cosa mangia? Non diteci che mangia ferro o rottami, perché francamente non ce la sentiamo di crederci! Probabilmente la sua presenza nel film e nel tritarifiuti è puramente casuale, serviva solo per dare forza alla scena in cui Luke viene risucchiato. Un’altra cosa del Dia Noghu non ci è molto chiara: quando appunto si ode il rumore delle pareti che cominciano ad avvicinarsi, il mostrillo molla la presa e si allontana velocemente, probabilmente ha imparato che il rumore d’innesco del comando significa pericolo (i gatti fanno l’esatto contrario quando sentono il rumore dei croccantini dentro la scatola)… ma se le pareti comprimendosi schiacciano tutto, il Dia Noghu, dove va a nascondersi? Lungo la rete fognaria della Morte Nera?

John Williams, che avevamo incontrato in Incontri Ravvicinati (Arista 0898) ha firmato la colonna sonora del film (20th Century 2T-541); con l’innovazione della fanfara ricorrente, Williams interpretò i desideri di Lucas, creando una musica che portasse lo spettatore nell’atmosfera magica degli eroi; l’orchestra che ha suonato, la Los Angeles Symphony Orchestra, creò qualcosa di veramente galattico, tanto più che  la colonna sonora è stata venduta (senza contare la riedizione) in oltre tre milioni di copie ed è rimasta al top della Hit Parade delle colonne sonore per oltre tre mesi.

Un’ ultima nota curiosa: non è certo da tutti lasciare le proprie impronte nel cemento nella famosa Sunset Boulevard di Hollywood, ma quello che ha caratterizzato la giornata del 3 agosto del 1977 è stata la presenza di inconsueti firmatari: Darth Fader, D-3BO e C1-P8 che hanno impresso le loro orme su di una lastra di cemento. Un grande passo avanti nella storia delle stelle, tre personaggi, non umani (nella finzione) hanno depositato la loro firma e immagine a eterna memoria nel cemento!

(2 – continua)

Giovanni Mongini