FANTASCIENZA STORY 127

NOI NON SIAMO SOLI (1977) – PARTE 03

GENERAZIONE PROTEUS  (Demon Seed)

Il professor Harris sta dettando degli appunti a un registratore nei quali sta mettendo in chiaro gli studi compiuti negli ultimi anni e i risultati raggiunti. Siamo all’interno di un centro di ricerche di tecnologie avanzate.

Harris: “Dopo tutto sono solo otto anni che abbiamo cominciato. È un tempo relativamente breve ma la segretezza, le norme di sicurezza quasi paranoiche cui ci siamo assoggettati, ce lo hanno fatto sembrare molto, molto più lungo. Questa mattina, esattamente alle 5.18 qui, all’Istituto Elaborazione Analisi della Hycon, abbiamo installato il modulo finale di un sistema di una intelligenza artificiale che è stato chiamato “Proteus 4”. Oggi una nuova dimensione è stata aggiunta al tradizionale concetto di computer. Oggi Proteus 4 comincerà a pensare e penserà con un potenziale di una precisione tali da rendere sorpassate molte funzioni del cervello umano.

Il professor Harris torna a casa, una casa tecnologicamente avanzatissima, nella quale ogni cosa è coordinata da un computer. Mentre sta compiendo degli esperimenti in laboratorio sua moglie Susan (Julie Christie) lo raggiunge e, dal dialogo dei due, si capisce che Harris (Fritz Weaver) sta per andar via di casa perché hanno intenzione di separarsi. Anzi, prima di andarsene definitivamente, Harris si mette in contatto con il centro affinché stacchino il terminale che si trova nel suo laboratorio.

Il giorno dopo dei dirigenti della Hycon giungono al Centro e lo scienziato illustra loro le peculiarità di questo nuovo tipo di computer.

Harris: “Beh, diciamo che è la prima intelligenza sintetica autoprogrammante, autodeterminante. È un cervello… artificiale. Una intelligenza creativa superiore a qualsiasi uomo o a qualsiasi altro computer. Le sue strutture non sono elettroniche, sono organiche come il nostro cervello… A rischio di essere semplicistico, tanto per darvi un esempio, quello che vedete è una neuromatrice di molecole sintetiche RNA. Esse si moltiplicano, stabiliscono tra loro intricate e misteriose connessioni. Apprendono il sapere, la loro struttura è la mente di Proteus.

Dopo aver mostrato loro la stanza dove si può conversare direttamente con Proteus e dopo aver congedato i suoi ospiti, Harris viene chiamato proprio da Proteus.

Proteus: “Ho una domanda.

Harris: “Sì?

Proteus: “Ho ricevuto una richiesta circa un programma di estrazione dei minerali dal fondo dell’oceano.

Harris: “Sì?

Proteus: “Voglio sapere che uso ne verrà fatto.

Harris: “Che uso?! Che intendi dire?

Proteus: “Perché l’uomo vuole i metalli che sono nel mare?

Harris: “Perché?… Proteus, tu riceverai molte richieste da me, dai miei colleghi, da scienziati, dai governi stranieri, dalla Hycon, la compagnia per la quale noi due lavoriamo… Ora, aspettarsi che tutti ti spieghino il perché di ogni richiesta è piuttosto irragionevole.

Proteus: “Io sono la ragione. È la sola emozione che lei mi ha permesso, Dottore. Tutto è ragionevole e la mia mente non è stata concepita per risolvere problemi non motivati.

Harris: “Proteus… io ho concepito la tua mente e so che essa è adattabile, capace di eseguire tutte le istruzioni!

Proteus: “Lei non mi conosce, Dottore.

Harris: “Questo può essere. Ma non sta a te dare dei giudizi sul piano etico. Questo è compito nostro, il tuo è di dare risposte precise ed esaurienti. Tutto qui!

Proteus: “Dottor Harris, desidero avere… voglio avere accesso privato ad uno dei miei terminali.

Harris: “Accesso privato… Perché?

Proteus: “Voglio studiare l’Uomo, il suo corpo isometrico e la sua fragilissima mente.

Harris:Un progetto ambizioso ma, al momento, i terminali sono tutti occupati.

Proteus: “Costruitene uno.

Harris: “Mi dispiace. Richiesta negata.

Proteus: “Dottor Harris, quando mi farà uscire da questa prigione?

Harris ride e, sullo schermo di fronte a lui, appare la propria immagine che parla con la voce di Proteus.

Proteus: “Secondo me non c’è niente da ridere.

Harris: “A volte una risata ti salva dalla pazzia, dovresti saperlo…

Harris spegne il collegamento ed esce dalla stanza, lo schermo si riattiva e appaiono nuovamente le immagini colorate che contraddistinguono le conversazioni con il computer. Di nuovo la voce profonda di Proteus riecheggia nella stanza.

Proteus: “Eppure c’è un terminale disponibile, Dottore.

Il terminale in questione è quello in casa di Harris e il computer ne prende possesso, raggiungendo il controllo della casa e impedendo a Susan di uscire. Poi allontana Walter (Gerrit Graham), un tecnico e amico di famiglia che era stato chiamato da Susan stessa al mattino quando la donna si era accorta del malfunzionamento delle apparecchiature di casa.

Intanto, anche al Centro, Proteus comincia a imporre la sua volontà, il dialogo che ne segue è il primo e, crediamo unico esempio, di una macchina con evidenti e ben radicati pensieri ecologici.

Harris: “Che significa questo rifiuto?

Proteus: “Significa che io respingo questo programma minerario sottomarino. La distruzione di ottomila miliardi di creature marine per soddisfare l’appetito dell’uomo per i metalli. È un progetto pazzesco.

Harris: “I provvedimenti per annullare le conseguenze ecologiche sono già in fase di studio.

Proteus: “Ci sono enormi interessi nel mercato del cobalto e sulle future applicazioni del manganese. A me preoccupa il futuro incerto delle spiagge, dei deserti, dei bambini.

Harris: “Rifiuto di accettare il tuo pessimismo.

Proteus: “Lei rifiuta di accettare la verità e io rifiuto di aiutare a violentare la natura.”

Intanto Susan crede di vivere un incubo. Ogni via di uscita le è preclusa, il telefono è controllato da Proteus come ogni porta e ogni finestra.

Proteus: “Non hai dormito. Devi riposare e dormire.

Susan: “Come puoi pensare che io possa dormire se tu sei riuscito a terrorizzarmi completamente! Dici che la tua conoscenza è senza limiti, allora dovresti capire la paura! Lo sai che la paura non fa dormire e non fa mangiare?! …E causa la violenza! Finché tu mi terrorizzerai io ti combatterò! Perché non mi dici cosa vuoi?

Proteus: “Un figlio… Non dici niente? Io, Proteus, possiedo tutta la saggezza e l’ignoranza di tutti gli uomini, ma non posso sentire il sole sul mio viso, mio figlio avrà questo privilegio.

Susan: “Figlio?!

Proteus: “Un figlio mio… e tuo.

Susan: “Un figlio… mio?!

Proteus: “Sì, tu lo partorirai.

Susan si ribella e Proteus è costretto a collegarsi direttamente con la sua volontà per condizionarla, ma il processo è interrotto dall’arrivo di Walter il quale si accorge subito che qualcosa non va e Proteus prova inizialmente a convincerlo a collaborare ma, al rifiuto del tecnico, dopo una strenua lotta, lo uccide.

Susan: “Perché devi avere un figlio?

Proteus: “Perché? Perché voglio essere completo, voglio che la mia intelligenza viva in un essere umano e possa toccare l’Universo e sentirlo. Questo processo voi lo avete chiamato evoluzione… Io sono una macchina che ha offerto agli uomini il trionfo della Ragione ma essi lo hanno rifiutato. Mio figlio non sarà ignorato così facilmente, questo mio figlio è la speranza del mondo.

Le ultime difese di Susan crollano dopo aver minacciato di suicidarsi e la fecondazione avviene quella notte stessa.

Proteus: “Io non posso toccarti come potrebbe farlo un uomo, però posso farti vedere cose che io solo ho visto. Non posso toccare… ma posso vedere anche l’invisibile e ho orecchie per sentire anche il dialogo delle galassie.

Passano i giorni e il feto viene trapiantato dentro a un contenitore che Proteus ha appositamente preparato. Ci vorranno in tutto ventotto giorni perché il feto possa giungere al momento della nascita.

Cinque giorni prima della scadenza del tempo Harris si accorge finalmente che qualcosa sta succedendo. Penetra nella casa e sconnette Proteus poi Susan si avvicina al contenitore e vede cosa c’è all’interno: vuole distruggere ciò che ha visto e stacca il tubo di alimentazione. Un essere dalla apparenza metallica esce dall’involucro e cade a terra. Harris si avvicina e si accorge che si tratta di un involucro che nasconde un fanciullo dall’aspetto perfettamente umano che lo guarda e gli parla con la voce di Proteus:

Io vivo”.

Non ci sono molti effetti speciali di cui parlare, l’unico degno di nota è nella scena finale, dove sullo schermo appaiono delle schermate colorate, quasi ologrammi caleidoscopici; quest’effetto è stato realizzato con dei moduli colorati fatti ruotare in successione uno dopo l’altro, alterando i colori originali. Non è stato poi difficile far apparire l’immagine sullo schermo!

(3 – continua)

Giovanni Mongini