MANLIO TRIGGIANI… LE FAVOLE E TOLKIEN

I suoi riferimenti letterari sono J.R.R.Tolkien e Dino Buzzati ed è convinto, come sosteneva lo scrittore, poeta e pedagogista Gianni Rodari, che la grammatica della fantasia va educata, per questo ama le favole. L’autore in questione è Manlio Triggiani, nato a Bari, città dove vive, laureato in Giurisprudenza, giornalista del quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno”, studioso di tradizioni e appassionato di storie fantastiche tanto da aver dato alle stampe tre libri: Storia del Natale (2005), Favole pugliesi (2009) e Favole lucane (2016), tutti pubblicati da Progedit. Tra i prossimi impegni di Manlio c’è un volume dedicato alle fiabe e leggende in Italia, “anche perché – ci ha detto in proposito l’editore di Progedit, Gino Dato, fautore dei testi del Nostro – il volume di Italo Calvino sulle fiabe, oggi è introvabile”.

“Ritengo – ha rilevato Manlio Triggiani – che una visione fantastica aiuti anche a capire il mondo, ecco perché occorre leggere e far leggere le favole e le fiabe ai bambini. E poi – ha aggiunto – lo stesso Tolkien riteneva che  leggere il fantastico è la fuga del prigioniero. Ossia dell’individuo che fugge da una società che tende a togliere la libertà all’uomo e a fare dell’esistenza, come vediamo accadere oggi, un qualcosa di inanimato e materialista”.

Così dopo i positivi esiti ottenuti dalla raccolta Favole pugliesi (la cui prefazione è stata curata dal noto scrittore Raffaele Nigro), Triggiani accompagnato da Gino Dato, sta effettuando un tour di presentazioni di Favole lucane. Ovviamente l’autore, non ha voluto mancare di essere presente a Matera, la Capitale europea della Cultura 2019, dove, nella Libreria dell’Arco, ha tenuto una conversazione sul testo. Nell’occasione abbiamo avuto uno scambio di battute con lui.

DOPO LA RACCOLTA SULLE FAVOLE PUGLIESI HAI PUBBLICATO, DI RECENTE, UN TESTO SULLE FAVOLE LUCANE, EFFICACEMENTE ILLUSTRATO DAI DISEGNI DI CLARA DE CRISTO. QUALI SONO LE CARATTERISTICHE E DA COSA SONO ACCOMUNATE LE DUE RACCOLTE?

Le caratteristiche tra fiabe e favole in genere, come tutti i grandi studiosi hanno rimarcato, sono ricorrenti sia per quanto riguarda le favole italiane sia quelle europee, quindi alcuni aspetti della struttura ricorrono spesso.

Volevo fare un lavoro sulle favole lucane perché mi sono piaciute e ho notato una grande assonanza con quelle pugliesi. A mio parere le favole lucane sono “nobili” perché, in tutto il mondo, per la prima volta le favole e le fiabe che sono state messe per iscritto sono quelle lucane, oltre a quelle di una certa area della Campania. Mi riferisco a quando a cavallo tra il ‘500 e il ‘600, Gianbattista Basile studioso  originario di Giuliano, comune vicino Napoli, lavorando ad Acerenza, centro della  provincia di Potenza, appena veniva a conoscenza di una storia locale la trascriveva. Nel giro di qualche anno questa massa di appunti l’ha sistematizzata e ne ha fatto un libro, sto parlando del celebre “Lo Cunto de li cunti” (poi tradotto dal dialetto napoletano in lingua italiana dal filosofo Benedetto Croce, il quale lo definì “il più antico, il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari”, ndr).

QUALI SONO INVECE I PERSONAGGI O LE STORIE CHE RICORRONO?

Si tratta di narrazioni che contengono particolari caratteristiche. Innanzitutto la atemporalità, in questo senso il significato è che le fiabe hanno un valore eterno, poi ci sono figure ricorrenti in tutte, anche in quelle del Nord Europa, ad esempio la presenza di un re e di una regina che rappresentano la comunità o la presenza del principe che salva la fanciulla. Sono figure che si ripetono e che ripropongono tre cose: la lotta tra il bene e il male, cosa che ritroviamo nella letteratura fantastica di Tolkien o della Rowling; il concetto delle grandi prove; e poi ci sono anche altri aspetti importanti come gli elementi magici, questi ultimi ricorrenti nella fiaba. Nella favola invece c’è la presenza di animali che si comportano come gli uomini e al termine della narrazione c’è quella che viene definita una morale. In Favole lucane  sono state riportate le varie voci che sono sentimenti, i valori, amore, odio, amicizia.

COME HAI RACCOLTO IL MATERIALE, CHE TIPO DI RICERCA HAI SVOLTO?

Le sessanta storie sono state ritrovate da materiale vario, libri antichi, ma ho anche coinvolto alcuni studiosi lucani. Ho quindi verificato che le storie avessero un’origine realmente lucana, in quanto nelle favole ci sono spesso contaminazioni e non si può stabilire se sono pugliesi, abruzzesi o lucane. Magari le trovi in tutte e tre le regioni e mi è anche successo di trovare la stessa favola che magari finiva in tutt’altro modo. L’aspetto che in questa raccolta ho voluto rimarcare è l’assoluta fedeltà alla narrazione tradizionale.

QUINDI NELLE STORIE NON C’E’ NULLA DI TUO…

Non mi sono inventato niente. Le ho riscritte studiando la coerenza della narrazione. In base a questo ho scelto quali delle favole fosse vera e coerente rispetto a un insegnamento e a una morale.

CHE VALORE ANTROPOLOGICO RITIENI ABBIANO LE FAVOLE?

Un valore immenso e di grande importanza. Anzitutto non è vero quando si dice che le fiabe e favole sono per i bambini. In relazione a chi le legge c’è uno specchio magico, un diverso livello di comprensione e di lettura, di acquisizione e di significato. Non si tratta di un passatempo, è un voler spiegare a chi legge i valori, le tradizioni e la cultura alla quale si riferivano questi racconti.

SEI UN ESPERTO DI TOLKIEN, SUL QUALE TIENI ANCHE CONFERENZE.  COME CONSIDERI LA SUA OPERA NELL’AMBITO DELLA LETTERATURA FANTASTICA?

Come ha spiegato lo stesso Tolkien in “Albero e foglia”, ma anche nel suo celebre saggio dedicato alla fiaba pubblicato da Bompiani, la letteratura fantastica è fondante per la comprensione di noi stessi, di chi siamo. Quando scrisse, “Il Signore degli Anelli” o “Lo Hobbit”, lui che era inglese, intendeva creare una mitologia per l’Inghilterra – parlava volutamente di Inghilterra e non di Gran Bretagna – in quanto era cosciente che altre nazioni come la Francia, la Danimarca, l’Italia o la Grecia avevano un libro importantissimo e fondante della loro cultura, della loro tradizione e della  loro storia antica, mentre l’Inghilterra no.

POI CON LE TRASPOSIZIONI CINEMATOGRAFICHE LE SUE OPERE HANNO RAGGIUNTO IL GRANDE  PUBBLICO…

Certo, con il cinema “Il Signore degli Anelli” ha sicuramente raggiunto livelli alti di pubblico anche se va detto che negli Stati Uniti l’opera ha venduto due milioni di copie. In Italia, invece, il primo volume fu pubblicato nel 1966 e andò male, poi ci fu la riedizione voluta da Alfredo Gattabiani con Elémire Zolla e il libro esplose pur essendo quel periodo, eravamo negli anni ’70, un tempo in cui imperava la letteratura con risvolti sociali.

UN’ULTIMA DOMANDA, STASERA SONO PRESENTI DIVERSI  INSEGNANTI. PENSI CHE CI SIA ADEGUATO SPAZIO NEI PROGRAMMI SCOLASTICI  DESTINATO ALLA LETTERATURA FANTASTICA?

Secondo me non viene dato molto spazio e bisognerebbe tornare alle narrazioni che vanno dall’antichità e proseguire in avanti. Oggi si tende a considerare i bambini degli adulti più piccoli, non è così, a quell’età invece bisogna portarli verso la lettura delle fiabe e delle favole.

BRUNELLA MANICONE E MARGHERITA LOPERGOLO, DUE GIOVANI E PROPOSITIVE  INSEGNANTI DELLE SCUOLE ELEMENTARI  CONCORDANO CON QUANTO APPENA ESPRESSO DA MANLIO TRIGGIANI: NELL’EPOCA DEI SOCIAL NETWORK E PIU’ IN GENERALE DELLA “SOCIETA’ LIQUIDA”, C’E’ QUANTO MAI BISOGNO DI LEGGERE STORIE TRADIZIONALI, SEMPLICI E SIGNIFICATIVE PER I PICCOLI MA ANCHE PER NOI GRANDI. E ALLORA, RICOMINCIAMO DALLE FAVOLE LUCANE!

Filippo Radogna