Dal 3 maggio sono nelle sale cinematografiche supportati da Distribuzione Indipendente con EAST END, irriverente film d’animazione dai toni politicamente scorrettissimi che vede la luce dopo più di tre intensi anni di lavoro grazie all’entusiasmo e alla dedizione di un affiatato team creativo composto da talentuosi disegnatori, animatori, grafici, artisti digitali, musicisti (tra cui il mitico gruppo dei Superobots) e doppiatori. Loro, i “deus ex machina” del progetto, si chiamano Luca Scanferla e Giuseppe Squillaci, in arte Skanf & Puccio, che hanno scritto e diretto questa loro opera prima insolita e coraggiosa, prodotta da Ear Cinema e Galactus con la supervisione artistica e le animazioni di Canecane. Abbiamo deciso di incontrali per voi… ecco cosa ci hanno raccontato.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI SONO SKANF & PUCCIO?
Siamo due uomini bellissimi amanti del cinema. Ci siamo conosciuti circa vent’anni fa, all’Accademia europea di effetti speciali diretta dal grandissimo Carlo Rambaldi (Premio Oscar per “King Kong”, “Alien” ed “E.T.”). Da allora, oltre ad essere attivi nel campo degli effetti digitali, abbiamo collaborato svariate volte, realizzando cortometraggi e spettacoli teatrali.
COME AVETE COMINCIATO A OCCUPARVI DI ANIMAZIONE?
Sono quasi vent’anni che ci occupiamo di effetti visivi e animazione per il cinema e la televisione, gli ultimi dieci dei quali qui a CANECANE (società fondata da Squillaci nel 2009). Abbiamo fatto decine di film, serie televisive e spot pubblicitari, per i quali ci è capitato di realizzare anche piccole animazioni, principalmente per sigle o sequenze di titoli. È stato grazie a questi interventi che abbiamo capito di essere in grado non solo di realizzare ma soprattutto di gestire un tipo di lavorazione tanto complessa e stratificata com’è l’animazione.
VOLETE PARLARCI DELLE VOSTRE PRODUZIONI PRECEDENTI, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SIETE PIU’ LEGATI?
“Italians” di G. Veronesi, “Amici miei come tutto ebbe inizio” di N. Parenti e “Ustica” di R. Martinelli ci sono valse la candidatura al David di Donatello nella categoria migliori effetti digitali e meritano un posto di riguardo. “Boxoffice 3D” di E. Greggio invece è stato il primo film italiano in stereoscopia e un lavoro divertentissimo anche se impegnativo. Per la televisione invece abbiamo avuto molte soddisfazioni dalle serie “Rossella 2” di C. Elia e “Il Paradiso delle Signore” di M. Vullo. Per “East End” invece è stata fondamentale la collaborazione con il Prof. Gianfranco Tomei che con l’Università La Sapienza ci ha commissionato delle animazioni per illustrare i risultati di una ricerca: lavorando a questa piccola commissione abbiamo capito quanto potevamo fare utilizzando delle tecniche di animazione semplici e molto immediate.
RECENTEMENTE È USCITO APPUNTO IL VOSTRO LUNGOMETRAGGIO “EAST END”, GRAZIE ANCHE AL SUPPORTO DI DISTRIBUZIONE INDIPENDENTE. PER COMINCIARE, VOLETE PARLARCI DELLA PELLICOLA?
Il film, frutto di quasi quattro anni di intenso lavoro, è nato dalla voglia di fare qualcosa di diverso, di nuovo ma soprattutto di nostro. Erano anni che cercavamo un soggetto per il nostro esordio cinematografico, mi ci scontravamo regolarmente con tutti i problemi derivanti dalle limitazioni di budget che affliggono quasi tutte le produzioni italiane. Limiti ai quali, la nostra indomita immaginazione, si è sempre rifiutata di sottostare. Vista in quest’ottica, l’animazione ci è sembrata la soluzione ideale alla nostra sete di grandezza e ci ha permesso di dare libero sfogo alla fantasia. Paradossalmente, l’animazione ci ha permesso di ridurre i costi. In fin dei conti, tra disegnare la classe dei bambini o la stazione spaziale in orbita non c’è tutta questa differenza. Anzi, forse la classe, con tutti i banchi e le sedie e i bambini è più complicata dello spazio. Siamo quindi orgogliosi di poter affermare che nel nostro film c’è persino una classe delle elementari.
QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?
A costo di sembrare immodesti, durante la fase prettamente creativa non abbiamo incontrato nessun problema o difficoltà particolare. Forse all’inizio, subito dopo la rivelazione che avremmo realizzato un cartone animato, siamo stati un po’ indecisi sulla direzione da prendere. Poi, il disegno di alcuni bimbi, fatto su un tovagliolo da Puccio per i figli, ha dato il via all’avventura. Presa la decisione che i nostri protagonisti sarebbero stati un gruppo di bambini e che lo avremmo ambientato in periferia, il resto è venuto da solo. E’ come se quei personaggi fossero sempre stati nella nostra testa, aspettando solo il momento adatto per uscire allo scoperto e presentarsi a noi. 8 personaggi in cerca di autore che ne hanno trovati 2, 4 per uno.
VISTO CHE CI SI MUOVE IN UN’AMBIENTAZIONE MOLTO PARTICOLARE IN PARTE CALATA NELLA NOSTRA CONTEMPORANEITA’ E IN PARTE INVECE CON SCENARI SURREALI E PER CERTI VERSI “FANTASTICI”, QUANTO DI REALE E DI DOCUMENTATO C’E’ IN QUESTO TUO LAVORO E QUANTO INVECE DI TOTALMENTE INVENTATO?
Il film è frutto di un grosso lavoro di preparazione e di ricerca per le ambientazioni reali come i monumenti di Roma, la Casa Bianca, la stazione spaziale internazionale. Per il quartiere di East End, che in teoria è completamente inventato, abbiamo comunque preso come riferimento alcune famigerate zone della periferia capitolina, fotografato torri, quartieri, bar e farmacie. Il lavoro immenso svolto da Paolo Maddaleni è degno di un premio, dato che ha disegnato e progettato ogni ambiente, comprese le piante e le mappe delle cantine delle torri, come se dovessero essere costruite secondo una reale architettura.
L’AMICIZIA, LA TOLLERANZA E L’ACCETTAZIONE DELLA DIVERSITA’ SONO FORSE LE TEMATICHE PIU’ IMPORTANTI DELLA STORIA, SEPPUR INSERITE IN UN CONTESTO PIU’ AMPIO. CHE CI DITE IN MERITO?
Il tema principale del film è la ricerca di valori universali attraverso il superamento dei pregiudizi e dei luoghi comuni che ci vengono imposti dalla società. Sommersi da prodotti commerciali, pubblicità, personaggi famosi e persone troppo potenti, perdiamo facilmente la lucidità per affrontare la realtà e riuscire a mettere a fuoco quello che ci succede intorno: volgarità e razzismo, violenza e pregiudizio possono essere ancora messi da parte se crediamo ancora con forza alla tolleranza e all’amicizia e all’ammmmore.
VOLETE RACCONTARCI UN PO’ DI TUTTE LE COLLABORAZIONI A QUESTO PROGETTO, A COMINCIARE DA CANECANE E DAI MITICI SUPEROBOTS?
Il film nasce all’interno di CANECANE, dove è stato fatto tutto lo sviluppo, ma ci siamo comunque avvalsi della collaborazione di stimati e talentuosi artisti che ci hanno aiutato a concretizzare il nostro sogno come Andrea Minella, Tony Campiglio, Gianluca Greco, Paolo Maddaleni e il nostro montatore Massimo Alberto Croce, che possono essere considerati le fondamenta su cui è stato costruito il progetto. Poi si sono aggiunti i canadesi di AIC che si sono occupati dell’animazione. Un’altra collaborazione proficua è stata quella con Claudio Venditti, che ci ha aiutato nell’organizzare e a coordinare la registrazione dei dialoghi. Le nostre voci tra cui Francesca Rinaldi, Germana Savo, Roberta Chelini, Alessandro Scaretti, Stefano Thermes, Gianluca Solombrino, Stefano Starna, Emidio Lavella e altri (ragazzi non ce ne vogliate) hanno messo il cuore in questo progetto misterioso di due sconosciuti invasati. Non possiamo certo tacere delle musiche di George Pascal Marchese, Marco Dalla Chiesa e Alessandro Cagnizzi che hanno fatto un lavoro strepitoso. Infine le due canzoni originali, una, “City with no end” dei Game Zero e “Tu sei amico mio” dei mitici Superobots. Sì, proprio loro, i Superobots, i responsabili delle più belle sigle dei cartoni animati degli anni Ottanta da Jeeg Robot a Ufo Diapolon a Judo Boy a Blue Noah. Insomma potremmo menzionare uno per uno tutti quelli che compaiono nei titoli di coda compreso Andrea Malavasi che ha seguito il mix.
QUANTO È DIFFICILE AI GIORNI NOSTRI OCCUPARSI DI ANIMAZIONE IN ITALIA E TROVARE DEI CANALI DI DISTRIBUZIONE?
Non è facile, tutt’altro. Ma con la nostra esperienza ci siamo resi conto che c’è, da parte degli addetti ai lavori e dei professionisti del settore, una grande voglia di fare, di partecipare a progetti interessanti ed innovativi. Non abbiamo infatti incontrato alcuna difficoltà a reclutare artisti di grande talento per sviluppare il progetto, ottenendo risposte positive ed entusiastiche da tutti coloro che abbiamo contattato. Distribuire il film è stata tutta un’altra storia, purtroppo il sistema cinema in Italia è piuttosto traballante e si regge sul breve periodo invernale nel quale tutti i colossi si accapigliano per avere uno spazio quando il pubblico affolla le sale. Poi viene maggio, il mese dei fiori, profumi, ormoni, venticello e cocktail in piazza e investire su sale deserte diventa un grosso rischio per chiunque.
IN QUESTA PELLICOLA CI SEMBRA DI INTRAVEDERE CONNOTAZIONI CHE STRIZZANO L’OCCHIO AL GENERE FANTASTICO, CONSIDERANDO ANCHE LA VOSTRA PARTECIPAZIONE ALLA PASSATA EDIZIONE DEL “TRIESTE SCIENCE + FICTION”. CHE SIGNIFICATO HA PER VOI QUESTA TEMATICA?
Siamo entrambi grandi appassionati di fantascienza, non è un caso se ci siamo conosciuti alla scuola di Rambaldi. Siamo cresciuti con “Dune”, “Star Wars”, i film di Spielberg e cartoni animati giapponesi dei robot giganti e si può dire che certo cinema è radicato profondamente nel nostro immaginario. Ma prima di essere appassionati di fantascienza, siamo appassionati di cinema, per cui non vi stupite se il prossimo film sarà un dramma sul flusso di coscienza girato in una periferia di Potenza.
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAETE ISPIRAZIONE PER TUTTE LE VOSTRE STORIE?
Abbiamo due muse fantastiche: droga e alcol. Assenzio e donne nude invece tendono a distrarci ma l’ispirazione ci viene lo stesso, magari da ciò che ci circonda, da quanto vediamo tutti i giorni al cinema, in televisione o in rete: un carosello impazzito di immagini e messaggi spesso aggressivi e contraddittori, che ci assaltano con la virulenza di una pandemia, rimbalzando sui vari media, amplificati dalla facile quanto effimera indignazione tanto di moda sui social di oggi. In sostanza il film ci racconta la desolante realtà della nostra società ignorante, gretta ed egoista, deformata, neanche troppo, dalla lente dell’ironia e del sarcasmo con la quale abbiamo scelto di interpretare la realtà.
ORA DUE DOMANDE D’OBBLIGO. QUALI SONO I VOSTRI SCRITTORI PREFERITI?
Skanf: Kafka, Leopardi, Tarchetti, Lovecraft, Poe, Lansdale, King, Barker, Heinlein, Palahniuk, Camus, Pirandello, Eco, Crichton, Schatzing, Calvino.
Puccio: io non so leggere, ma a fiducia adoro Lansdale, Mankell, Schatzing (ho regalato un suo libro a Skanf, che mi ha regalato un suo libro a me), Child, Joyce, Ariosto e un sacco di altri.
E PER QUANTO RIGUARDA I REGISTI CHE PIU’ VI PIACCIONO, CHE CI DITE?
Skanf: Bava (Mario), Fulci, Argento, Fellini, Cronenberg, Murnau, Fisher, Von Stroheim, Kubrick, Scorsese, Coppola, Malick, Packimpah, Cameron.
Puccio: Moretti, Carpenter, Cronenberg, Fellini, Kubrick, Petri, Argento.
ULTIMA DOMANDA, POI VI LASCIAMO AL VOSTRO LAVORO. QUALI PROGETTI AVETE PER IL FUTURO E QUAL È IL VOSTRO SOGNO (O I SOGNI) CHE AVETE LASCIATO NEL CASSETTO?
I sogni nel cassetto non si contano neanche, abbiamo preso per i sogni anche due armadi e una credenza. Per quanto riguarda i nostri impegni per il prossimo futuro, al momento stiamo sviluppando la serie televisiva tratta da “East End”. Abbiamo pronti i soggetti degli episodi per le prime due stagioni e ci stiamo muovendo per trovare i fondi necessari. Paradossalmente abbiamo trovato partner stranieri interessati a partecipare a una co-produzione, ma stiamo incontrando qualche difficoltà nel reperire il broadcast in Italia.
Poi un altro soggetto di animazione completamente nuovo e un film con i modellini.
Ci dovrete fermare, prima che sia troppo tardi.
MA PERCHE’ MAI? CI PIACETE COSI’… A BRIGLIA SCIOLTA!