SCHEDA TECNICA
Titolo originale: Navigator, A Medioeval Odyssey
Anno: 1988
Regia: Vincent Ward
Sceneggiatura: V. W. Kely Lions e Jeoff Chapple
Fotografia: Geoffrey Simpson
Montaggio: John Scott
Musica: Davood Taerzi
Effetti speciali: Paul Nichola
Produzione: John Maynard
Origine: Australia-Nuova Zelanda
Durata: 1h e 40’
CAST
Bruce Lyons, Hamish McFarlane, Marshall Napier, Noel Appleby, Chris Haywood
TRAMA
Nella Cumbria del XIV Secolo, Griffin, bambino provvisto di un potere che gli permette di interpretare segni e sogni, avverte i capi del suo villaggio che per evitare che la peste nera distrugga il paese bisogna scavare un lunghissimo tunnel nel sottosuolo terrestre, attraversarlo e portare una croce da loro foggiata all’altro capo del mondo, dove dovrà essere piantata sul tetto di una chiesa prima dell’alba. Suo fratello Connor, appena tornato dopo una lunga assenza, si assume l’incarico di condurre la comitiva nello straordinario viaggio, fidandosi delle frammentarie visioni di Griffin, assieme ai due fratelli Searle e Ulf. Aggregatosi al gruppo, il ragazzo, interpretando i segni grazie alla sua preveggenza, compie una fantastica traversata temporale, ritrovandosi con i suoi compagni in una moderna città australiana dei giorni nostri. Dopo un iniziale momento di confusione di fronte alle meraviglie del futuro, la combriccola di spaesati visitatori del passato giunge infine nei pressi di una chiesa e Griffin, che nel frattempo teme che Connor sia destinato a morire nell’impresa, s’arrampica al suo posto sulle mura per collocare la croce sul tetto. Il ragazzo riesce a compiere la sua missione e la peste viene debellata nel suo villaggio nativo. In realtà, il gruppo non si è mai mosso dal villaggio e dal suo tempo, rimanendo invece affascinato dal racconto-visione di Griffin, che pure, miracolosamente, sembra aver tenuto lontana la peste, in un mistico atto di fede. Ma è proprio Connor ad avere contratto il morbo durante il suo viaggio precedente, contagiando poi lo stesso Griffin. La morte di Griffin, dal bambino fraintesa e creduta occorrente al fratello maggiore, è il pegno da pagare per la salvezza del villaggio.
NOTE
Il regista Vincent Ward dirige un’atipica fiaba dal finale tragico densa di spunti metaforici ma assolutamente non criptici e della stessa levità di una antica leggenda, utilizzando un notevolissimo intuito visivo: le sequenze che si svolgono in epoca medievale sono girate in bianco e nero, quelle nella società futura a colori, il tutto permeato da un’atmosfera onirica, fantastica, intrigante, cromaticamente interessante. Forse ci vuole un po’ di tempo per affezionarsi a questa vicenda, narrata con ritmo piuttosto lento, ma presto riesce davvero a toccare nel profondo. Purtroppo questo film non ha ottenuto il successo che meritava nelle sale cinematografiche, ed è un vero peccato, poiché nel suo genere è unico. Da non confondere con Navigator, pellicola americana di fantascienza per adolescenti diretta Randall Kleiser.
05/11/2007, Michele Tetro