1984

Nel 1948, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e quando si cominciava a parlare della spartizione della Germania nazista in zone di influenza fra Russia e Alleati (USA, Inghilterra e Francia), poi concretizzatasi nel Muro di Berlino (1949-1989), Orwell pubblica ”1984“, romanzo che segnerà per sempre l’immaginario (fantascientifico, ma anche fanta-politico e fanta-sociale) dell’UMANITA’ INTERA.
Winston Smith (uno dei più comuni cognomi anglosassoni, per evidenziare l’universalità e l’assoluta attualità della storia “ipotizzata”) nel 1984 è un comune cittadino dell’Eurasia, uno dei tre mega-Stati in cui è diviso il nostro mondo. L’Eurasia è in uno stato di GUERRA PERENNE, che la vede contrapposta agli altri due blocchi: l’Oceania (che comprende quelli che una volta erano gli USA e l’Inghilterra) e l’Estasia (che ingloba quelle che furono l’Europa e la Russia). Le città però vengono risparmiate dalla guerra: come in un Risiko su scala globale, la guerra armata si combatte interamente su enormi fortezze galleggianti nelle terre di confine ed in quei territori di frontiera che non appartengono a nessuno e che costituiscono degli “stati-cuscinetto” lasciati lì ad hoc.
Il conflitto che viene invece combattuto dalle autorità governative sul fronte interno è tutto rivolto contro i dissidenti politici. O meglio: psico-politici. Quelle persone, cioè, che si sono macchiate del reato di aver in qualche modo pensato o agito contro il SISTEMA. Questo reato viene chiamato PSICOREATO. E di questo verrà presto incolpato Winston Smith. Per il solo fatto di aver cercato di amare e di pensare. Per aver cercato di VIVERE.
L’Eurasia è uno STATO DI POLIZIA, alla cui guida si trova il solo e unico GRANDE FRATELLO (ma probabilmente si tratta di una facciata, dietro la quale si nasconde un’oligarchia di CORPORAZIONI), colui che vede tutto ed ascolta tutto, colui che tutto sa e tutto programma. Il Grande Fratello entra nelle case dei cittadini attraverso gli schermi televisivi (che non solo proiettano le immagini, ma anche le ricevono e non solo producono suoni, ma anche li “assorbono”) che tutti devono per legge possedere e devono tenere accesi 24 ore su 24.
Tutti sono costretti a vivere secondo i dettami del Socing (Socialismo inglese), vivono in squallide città ricoperte di cemento e transistor, in ambienti assolutamente asettici e ordinati fin nei minimi dettagli. Nessuno può manifestare il proprio dissenso per il mondo che lo circonda.
Principi fondanti del Socing:
1) La mancanza del benessere dei propri cittadini (l’agiatezza porta tempo libero e il tempo libero spinge le persone a PENSARE).
2) Il divieto di amare (i figli sono anch’essi frutto di una programmazione del Grande Fratello), di divertirsi (ancora: il lavoro senza sosta come antidoto per non pensare), di avere un pensiero indipendente.
3) La PROPAGANDA come mezzo principale per diffondere i propri messaggi, attraverso immensi cartelloni con il faccione ghignante e baffuto del Grande Fratello (sulla falsariga di quello di Stalin), che recitano: “LA GUERRA E’ PACE, LA LIBERTA’ E’ SCHIAVITU’, L’IGNORANZA E’ FORZA”.
4) La MANIPOLAZIONE DELLA CULTURA: i libri vengono messi al bando (no libri = no Storia) ed è in progetto una RIFORMA DELLA LINGUA: entro pochi decenni entrerà in uso obbligatorio la NEOLINGUA, che riforma completamente la lingua parlata e, abolendo tutte le parole che possono portare giudizi negativi sul Socing, imporrà di fatto un unico pensiero comune: quello del dispotico Grande Fratello. Alcune parole che verranno spazzate via dalla Neolingua sono: onore, morale, scienza, religione, democrazia, giustizia, internazionalismo.
5) Il già citato stato di GUERRA INFINITA verso l’esterno: non si tratta di una guerra di conquista, né di una guerra culturale (nessuno ci guadagnerà mai niente ed i gerarchi del Socing -ex capitalisti- lo sanno bene). Nessuno si ricorda come la guerra cominciò, né perchè: si tratta semplicemente di tenere lontane le possibili fonti di “distrazione” e di “disturbo culturale” dei propri cittadini.
6) La mancanza di una legge scritta. La legge viene forgiata di volta in volta sullo stampo delle esigenze e dei piani del Grande Fratello.
Alla fine, Winston Smith scoprirà a proprie spese che è inutile combattere il Grande Fratello, il quale è già diventato troppo forte per le possibilità di un uomo solo, finendo per essere “giustiziato” da un killer.
Tutte le invenzioni di questo autentico CAPOLAVORO, dai pertinenti riferimenti ai PIANI TRIENNALI attuati dal Grande Fratello sul modello sovietico all’idea geniale (nel ’48!) del VERSIFICATORE (in un mondo dove non esiste più l’arte, è una macchina che, mescolando le parole in maniera quasi casuale, “inventa” le canzoni popolari), dall’idea della festa comandata della SETTIMANA DELL’ODIO (che ricorda a tutti il disprezzo per i nemici) all’appendice finale che introduce il lettore ai principi della Neolingua, che altro non è che un piccolo trattato di fanta-linguistica, sono assolutamente memorabili e degne di approfondimento. Anche oggi che sono passati quasi 60 anni!!
Sulle tracce del capolavoro orwelliano, nel 1953, il romanziere sci-fi Ray Bradbury (“Cronache marziane”) scriverà “Fahrenheit 451“, che riprenderà tanti punti dell’opera di Orwell, come l’alienazione a cui la Società moderna spinge sempre più i propri figli, la “democrazia totalitaria” di un governo che, di fatto sostenuto dalle masse, per effetto di una morale sociale “deviata”, cerca invisibilmente di schiacciarle e l’uso (ma meglio sarebbe parlare di abuso) della Cultura per meri fini politici (la Neolingua).
In assoluto il mio romanzo preferito ed uno dei pochissimi testi (mea culpa) a cui ritorno ogni tanto per vedere se Nostradamus-Orwell ci ha fin’ora azzeccato.
E, in caso affermativo, quanto.
Il romanzo di Orwell è stato trasposto su celluloide già ben tre volte,fra cui una per la Televisione. Le versioni cinematografiche sono del 1954 (“1984″ di Michael Anderson) e del (guarda un po’) 1984 (“Nineteen Eighty-Four” di Michael Redford, con John Hurt). Si vocifera che una nuova versione del capolavoro orwelliano vedrà a breve la luce.
Il paesaggio drammatico pennellato da Orwell -forse la più terribile DISTOPIA (utopia inversa) mai tracciata- è chiaramente IPER-PROFETICO, nel senso che sarà effettivamente difficile che tutte le predizioni dell’autore si realizzino in concreto, contemporaneamente e nello stesso luogo spazio-temporale, all’interno della stessa Nazione. Ciò nonostante, secondo me, buttando un occhio disincantato all’operato dell’attuale amministrazione americana, si possono qua e là scorgere tanti marchi di fabbrica della novella orwelliana. Oggi come oggi -e mi prendo io tutta la responsabilità di quello che dico-, se Winston Smith arrivasse mai a strappare i baffoni posticci dalla faccia del Grande Fratello, scoprirebbe un volto molto simile a quello di George W.Bush:
manipolatore dell’opinione pubblica, che incita all’odio attraverso falsi “scoop” riguardanti il possesso di inesistenti arsenali di distruzione di massa da parte di dittatori stranieri; aspirante al falso ruolo di “dio della guerra”, che tenta di instaurare VERAMENTE uno status di GUERRA ETERNA verso l’esterno. Una guerra – badate bene – non di stampo ideologico, ma finalizzata semplicemente a spingere economicamente il settore militare ed a distrarre l’opinione pubblica americana con quanto succede “all’esterno”, ritrovandosi così la via libera verso l’interno del Paese, dove il caro Presidente -a capo di un impero petrolifero e finanziario da capogiro- può attuare indisturbato speculazioni di tutti i tipi. Se aggiungiamo poi che gli USA sono basicamente un Paese fondato, oltre che su un’assoluta libertà per quanto riguarda il possesso delle armi da fuoco (le sparatorie che ancora avvengono all’interno delle scuole pubbliche americane farebbero impallidire anche quelle di un vecchio western di Giuliano Gemma) e sulla “MEDIA-CRAZIA”, ovvero sull’assoluta preponderanza della forza dei Media su ogni altro potere – perfino su quello politico e quello legislativo – (in America più che altrove la carriera di un uomo politico dipende molto più dal farsi fotografare mentre dà una pacca sulla spalla di un invalido che dall’avere idee effettivamente intelligenti), anche sull’ignoranza delle classi più umili (mantenute in questo stato soprattutto per l’effetto di un sistema televisivo pubblico – la TV del Grande Fratello e di Ray Bradbury! – che passa quasi solo boiate immonde e che risulta assolutamente allergica e impermeabile alla cultura, e sul fatto che le stesse classi meno abbienti sono poi perennemente mantenute in uno stato di semi-povertà ed in balia di Corporazioni e Multinazionali, risulta chiaro che è più che mai negli Stai Uniti d’America – e non altrove – che un nuovo totalitarismo, travestito da democrazia paternalista, un nuovo Grande Fratello, può trovare – e probabilmente sta già trovando – il terreno più fertile.

Giuseppe Conti