La serie giapponese post-nucleare “Ken il guerriero” (Hokuto no Ken” in originale), che in Italia ha riscosso un ottimo successo di pubblico, è nata nel 1983 sotto forma di manga: in tutto 27 volumi ideati da Tetsuo Hara e Yoshiyuki Okamura (quest’ultimo nascosto sotto lo pseudonimo di Buronson), che narrano le gesta di Kenshiro in una Terra distrutta dal disastro atomico, un po’ come la serie di “Mad Max” alla quale la storia deve molto. Recentemente è stata scritta anche una miniserie che narra “Le origini del mito” e che racconta la vita del protagonista prima della catastrofe. L’anno seguente il fumetto è stato trasformato in due serie animate della durata l’una di 109 episodi e l’altra di 43, cui sono seguiti un film (l’unico autorizzato è quello che riassume un po’ la prima serie, gli altri sono considerati apocrifi, soprattutto quelli con attori in carne ed ossa, tra cui citiamo l’americano “Fist of the North Star”) ed una serie di OAV (potremmo definirli speciali) che in una trilogia ci spiegano cosa è successo a Kenshiro dopo le due serie ufficiali.
Ma veniamo alla trama principale dell’affresco fantascientifico dipinto da Hara e Buronson.
In un mondo distrutto dall’olocausto nucleare ci sono due scuole di arti marziali rivali, quella di Nanto e quella di Hokuto. In quest’ultima vi sono delle lotte interne per decidere l’elezione dell’ultimo discendente. Ironia della sorte sarà proprio l’allievo più giovane ed inesperto, Kenshiro, ad ottenere l’ambito titolo. L’invidia (dura a morire si sa!), l’odio e la delusione, diventano una bomba pronta ad esplodere: è quello che succede a Raoul, fratellastro di Ken, che prima uccide il Gran Maestro e poi minaccia il piccolo neo-campione con propositi di vendetta. Così Raoul parte alla conquista del suo regno che lo porterà a… lo scopriremo più avanti, dal momento che il personaggio per ora scompare.
Passano gli anni e Ken, ormai diventato un uomo, si fidanza con Julia, ma… qui scoppia la rivalità anche tra le due scuole, perché il capo di Nanto, il perfido Shin, rapisce la fanciulla. Così Ken si mette in viaggio alla ricerca del malvagio, accompagnato da un ragazzo, Bart, e da una bambina, Lyn, incontrati proprio all’inizio del suo inseguimento. Prima però che i rispettivi eredi delle due scuole di arti marziali possano scontrarsi, passa un sacco di acqua sotto i ponti e nel frattempo, mentre Kenshiro salva villaggi e persone in difficoltà massacrando i prepotenti di turno e affinando le proprie arti di combattimento, Julia diventa l’ultima erede della scuola di Nanto.
Raoul intanto, che era scomparso per un po’ di tempo, si è autoproclamato “re del mondo” e, dopo che Ken ha sconfitto Shin, rapisce Julia. Così il nostro eroe si ritrova costretto ad una nuova ricerca che lo porterà a ritrovare vecchi amici, a trovarne di nuovi, a cercare alleati e a scontrarsi con farabutti d’ogni genere. Tutto questo fino al grande combattimento con Raoul, che sarà naturalmente sconfitto. Arriva così il tanto atteso abbraccio tra Ken e Julia dopo tanto tempo, ma lei muore subito dopo. Il Nostro, affranto, si lascerà a questo punto cadere in una tristezza tipica degli eroi da romanzo.
Ma l’arrivo di altri pericolosi nemici, che insidiano la volontà degli ultimi sopravvissuti di una razza che cerca di migliorare e di risorgere come una fenice dalle ceneri dell’olocausto nucleare, fa sì che il protagonista, sempre in compagnia di Bart e Lyn, ormai cresciuti, si alzi in difesa dei buoni, pronto a mettere a disposizione di tutti la sua arte di combattimento per stroncare i nemici.
E arrivano: prima il rappresentante della scuola imperiale di Cento, un certo generale Falco; poi il rapimento di Lyn da parte di un popolo sito nelle terre dopo la Grande Acqua (cioè l’oceano). A questo punto Kenshiro raggiunge le Americhe, divenute sede della scuola Hokuto Gemma, un ramo demoniaco della stessa scuola di Ken, dove si scontra con personaggi, i Demoni, che rendono la saga un po’ più complicata da seguire, visto l’arrivo di personaggi che hanno legami di parentela sia con il protagonista e con Raoul, abbastanza difficili da comprendere appieno. Ma alla fine il Bene trionfa sempre e Lyn viene liberata.
Parliamo ora dei due autori di “Ken il guerriero”.
Buronson, l’ideatore della serie, è conosciuto anche come Sho Fumimura: in realtà si chiama Yoshiyuki Okamura, nato nel 1947 a Nagano. Lo pseudonimo Buronson è la traslitterazione in giapponese di Bronson, l’attore Charles Bronson, indimenticabile protagonista della saga de “Il giustiziere della notte” che tanto piaceva all’ideatore di Ken da prenderne di sana pianta il nome. Nel 1967, all’età di vent’anni, si laurea nell’Air force giapponese, dove lavora per i due anni seguenti come tecnico radar. Quindi inizia a dedicarsi al fumetto, grazie anche all’interessamento di Hiroshi Motomiya, uno dei migliori cartoonist giapponesi, che lo assume come suo assistente, introducendolo nell’ambiente. E così nel 1972 esce il suo primo lavoro: “Pink Punch: Miyabi” (il titolo è quello della versione americana). Tre anni dopo arriva il suo primo grande successo con “The Dobermann detective”, mentre “Hokuto no Ken” (il nostro “Ken il guerriero”) arriva nel 1983. Al suo attivo ora Buronson ha più di 130 volumi di graphic novel: tra questi i suoi maggiori lavori di successo sono “The Phantom Gang” (su disegni di Kaoru Shintani) e “Human” (disegnato da Ryoichi Ikegami).
Tetsuo Hara invece nasce a Tokyo nel 1961. Dopo essersi diplomato, diventa assistente del disegnatore Yoshihiro Takahashi. La sua carriera inizia nel 1982 con la pubblicazione di “The mad fighter”, mentre l’anno dopo inizia la sua collaborazione con Buronson per le avventure di Ken, al momento il suo lavoro più bello. Tra le altre opere citiamo anche “Cyber Blue” dei primi anni Novanta.
Originariamente pubblicato sui numeri 4 e 7 de LA ZONA MORTA, ottobre 1990 e settembre 1991
Corretto e ampliato per il sito LA ZONA MORTA, ottobre 2007
24/11/2007, Davide Longoni