LA RAGAZZA SUL MAGGIOLONE GIALLO 13

Sussurri dietro i muri

Le vie di Strella sono vuote, percorse da un vento caldo e orizzontale, che sale dal mare e porta qualche lieve sospiro di ragazza baciata da qualche sconosciuto sul lettino. Qui, invece, il riverbero metallico dei campi di riso, annacquati come tanti pozzi dalle orbite vuote, vieta il divaricarsi delle emozioni, è come un occhio che trattiene le lacrime e si gonfia. La Trattoria dei Due Galli è chiusa, sprangata come le porte e le finestre delle case. Da dietro le imposte, qualche occhio fa capolino, sbircia la strada, controlla l’uscio del vicino, poi ritorna nel buio. La mano di una vecchia spalanca per alcuni istanti una finestra, poi scompare anch’essa dietro le tende.

- Quella poco di buono ha avuto quel che si merita – il vento trascina nell’aria qualche frase, carpita chissà dove, scivolata via da chissà quale bocca.

Le altre bocche del paese sono cucite, le lingue nascoste come le ostriche dentro i propri gusci. Gli occhi indagano, diffidenti, poi si ritirano nell’oscurità.

- Da quando è arrivata quella forestiera, solo guai! L’avevo detto io… – da dietro un portone un sibilo maligno si alza con il passaggio del soffio dell’aria.

La giornata si scioglie nell’abbraccio scuro della sera. Altre voci si rincorrono per le vie ancora battute dal vento, sdrucciole parole finiranno prima o poi all’orecchio di qualche paesano, altre persone verranno a conoscenza di nuove e vecchie dicerie, cattiverie, pettegolezzi…

- Eh, ma non è mica finita qui eh! Morirà altra gente, morirà altra gente qui in paese – la voce di una vecchia megera (o era un uomo? Il vento cambia i connotati, confonde, inganna, nasconde) esce da uno svincolo nella campagna, si alza con la corrente d’aria, poi ripiomba sui muri spessi come gusci di tartaruga.

- Quando la morte comincia la sua partita, non la finisce per un bel pezzo.

La notte prende possesso di Strella, la affoga nel suo nero violento. Non c’è un abitante che osi scendere per strada: tutti timorosi di destare sospetti, di vedere qualcosa che non andrebbe visto, di finire coinvolti in questa brutta faccenda. Una giovane donna è morta con dieci coltellate nella schiena. Non una persona qualsiasi: una giovane prostituta, nata e cresciuta a Strella. Tutti sapevano quale lavoro facesse Anna; eppure tutti facevano finta di niente, come fosse una cosa normale. Poi è arrivata la morte, che, così violenta, tanto cosa normale non è. Ed ora i paesani provano a capire se si tratti di qualcosa che li possa riguardare da vicino. Chi sarà l’assassino? Una persona legata al giro della prostituzione? Qualcuno del paese? Uno venuto da fuori? Strella annega nei suoi dubbi scuri come questa notte di silenzio e sussurri, si nasconde anch’essa dietro i muri, in attesa di veder ricomparire il sole, sperando di poter far luce su tutto quel nero che la morte ha trascinato con sé.

(13 – continua)

Daniele Vacchino