SCHEDA TECNICA
Titolo originale: Highlander
Anno: 1986
Regia: Russell Mulcahy
Sceneggiatura: Gregory Widen, Peter Bellwood e Larry Ferguson
Fotografia: Gerry Fisher
Montaggio: Peter Honess
Musica: Queen e Michael Kamen
Effetti speciali: Graham Freeborn
Produzione: William Panzer
Origine: USA
Durata: 1h 50’
CAST
Christopher Lambert, Sean Connery, Roxanne Hart, Clancy Brown, Beatie Hedney
TRAMA
Scozia, 1536. Durante una faida tra due clan avversari di highlanders, Connor McLeod viene mortalmente ferito in battaglia dal truce Kurgan. Dato per morto si ristabilisce invece completamente, suscitando la paura nel suo stesso clan, che crede sia il risultato di un maleficio. Scacciato dalla tribù, Connor incontra Ramirez, uno spadaccino spagnolo che gli rivela di essere immortale e destinato a portare avanti nei secoli una dura lotta contro il più forte degli immortali, poiché è stato scritto che solo uno vivrà, conquistando immenso potere. L’unico modo per uccidere un immortale è tagliargli la testa. Ramirez addestra Connor, sapendo che forse potrebbe essere costretto ad ucciderlo. Kurgan, anch’egli immortale, elimina lo spagnolo, violentando anche Heather, compagna di Connor. Questi, vissuto fino al 1985, si trasferisce a New York come esperto d’antichità. E’ proprio qui che deve affrontare Kurgan, uccisore di tutti gli altri immortali, in uno spettacolare scontro pirotecnico. Con l’aiuto di Brenda, Connor ha la meglio sul nemico, trascendendo poi in una specie di superuomo.
NOTE
Fumettone girato con lo stile dei videoclip, piuttosto intrigante come idea ma superficialmente condotto, tra botti, esplosioni e virtuosismi di telecamera. La sceneggiatura è la tesi di laurea all’UCLA di Gregory Widen. Se la parte girata in Scozia è affascinante, e carini anche tutti i flashback temporali, tutto il resto è però ordinaria amministrazione. Bravo Connery, come sempre, e buoni gli effetti speciali. La colonna sonora eseguita dai Queen fu un’hit del periodo. Tre sequel, tutti straordinariamente mediocri: il primo è Highlander 2 – Il ritorno (1991, ancora di Russell Mulcahy) che rovina tutto facendo di McLeod un alieno-messia proveniente da un altro pianeta, privo del fascino visivo del primo film e anche dei suoi effetti speciali, penalizzato dalla scelta di cambiare le premesse fantasy del capostipite virando verso la SF (lo stesso Lambert esigerà per la terza parte un ritorno alla primitiva formula, con totale ripudio di questo secondo episodio), con un imbarazzante Sean Connery redivivo, completamente sprecato e servito di orrende battute; segue poi Highlander 3 (1994, di Andy Morahan), noiosa pellicola girata in economia in cui McLeod lotta con un immortale giapponese rimasto ibernato per secoli, all’inizio copia-carbone di Conan il barbaro (la costruzione della spada, l’attacco al villaggio), poi dello stesso predecessore, replicando temi, situazioni e intere sequenze dell’originale in modo pedestre, senza stile né ritmo, con un Mario Van Pebbles al di là del ridicolo più sfrenato come cattivone, ed infine Highlander 4 (2000, di Douglas Aarniokoski), in cui Connor e Duncan McLeod (l’eroe eponimo del serial TV Highlander interpretato da Adrian Pasdar, nel cui pilota appare anche Lambert a garantire la continuità con la saga cinematografica) si alleano e lottano con l’immortale malvagio Kell, pellicola pressoché sconosciuta in Italia. In televisione apparvero nel 1992 la citata serie omonima, che riscuote molto successo, una serie di cartoni animati e addirittura un equivalente televisivo omonimo franco-canadese con protagonista femminile.
12/11/2007, Michele Tetro