Capitolo Quattordicesimo – Parte 02
I lavori per la televisione
Nel 1991 Deodato gira per Mediaset dieci puntate del serial televisivo Oceano, uno sceneggiato mai messo in circolazione. Si tratta di una produzione enorme, un vero e proprio kolossal con un gran cast internazionale: Irene Papas, Martin Balsam, Michael Barrymore (in una piccola parte), Mario Adorf, Senta Berger, Ernest Borgnine, Faye Dunaway… e molti altri. Deodato lo considera uno dei suoi lavori migliori e resta un mistero il perché non sia mai stato trasmesso. Oceano è tratto da un trittico di Figueroa (tre romanzoni rosa che hanno avuto un gran successo in America) ed è la storia di una famiglia di pescatori, di lanzarote, ambientata durante il periodo franchista. Una delle figlie del pescatore viene violentata da un giovanotto ricco dell’isola. Il fratello uccide lo stupratore e da quel momento il padre del defunto perseguita la famiglia dei pescatori. Qui si innestano molte altre storie parallele con il meccanismo collaudato della soap opera e della narrazione tipica da romanzo sudamericano. Un lavoro di qualità che piacerebbe molto al pubblico dell’America Centro-Meridionale, da sempre avvezzo allo spettacolo della telenovela che racconta saghe familiari e storie di amore e vendetta. Ma il lavoro piacerebbe anche al nostro pubblico perché si tratta di una soap opera di qualità. Sul perché Oceano non sia mai stato trasmesso sentiamo cosa dice Deodato al cronista di Nocturno.
“Gira voce che Oceano faccia parte del patrimonio di Berlusconi. Lui deve depositare in banca tante cose quante ne possiede, quindi il film rappresenta un patrimonio soltanto se rimane inedito. Probabilmente Berlusconi deve aver scelto tutto il materiale che non invecchia e siccome il serial è ambientato negli anni Cinquanta, non è databile. Peccato perché è un lavoro bellissimo”.
Deodato ha diretto anche otto episodi della seconda serie de I ragazzi del muretto (i rimanenti sei sono stati girati da Lodovico Gasparini), un popolare serial trasmesso da Rai Due a partire da giovedì 28 marzo 1991. I telefilm diretti da Deodato sono andati in onda nel 1993. Questi i titoli degli episodi: Fuga d’amore, Si è svitato papà, Il mestiere più antico del mondo, Scelte difficili, Chi ha paura del lupo cattivo?, Una vita a metà, Fuori dalla regola, Ragazze in crisi.
Nel cast troviamo anche Michela Rocco Di Torrepadula, ex Miss Italia, che per un certo periodo è stata compagna di Deodato. Altri interpreti: Laura Troscher, Paolo Triestino, Maurizio Aiello, Barbara Ricci, Silvio D’Amico, Maurizio Mattioli, Samuela Sardo, Fiorenza Marchegiani, Maria Teresa Martuscelli, Dario Cassini. Le musiche sono di Fabio Liberatori e Gaetano Curreri (gli Stadio). La sceneggiatura di: Daniela Bortignoni, Edi Liccioli, Marina Garrone, Giovanni Lombardo Radice. Il serial si ricorda per alcune canzoni diventate un vero e proprio tormentone, soprattutto la sigla finale Generazione di fenomeni eseguita dagli Stadio.
Il muretto è il tipico luogo di ritrovo di un gruppo di adolescenti, quasi tutti appartenenti alla buone borghesia romana, che frequentano la stessa scuola. Sono ragazzi normali, privi di interessi o di hobby particolari, parlano in gergo usando espressioni stereotipate e hanno come unica certezza l’aiuto che si forniscono tra loro. Tutte le esperienze vengono condivise con il gruppo. I telefilm affrontano argomenti cari al pubblico giovanile: gli amori, i rapporti conflittuali con i genitori, la scuola, le crisi esistenziali e la droga. Ci sono liti frequenti e diversità di opinioni tra i protagonisti, ma l’amicizia e l’affetto prevalgono sempre. La serie è molto stereotipata e risente di sceneggiature non troppo all’altezza. Il mondo giovanile è visto in maniera un po’ troppo idealistica e con poco realismo. Ecco uno dei motivi per cui ci sorprende vedere Deodato alla direzione di otto episodi di una serie come questa che pare la negazione di quello che per lui vuol dire fare cinema. Il regista si giustifica così con gli intervistatori di Nocturno: “Ne I ragazzi del muretto si nota la mia impronta pubblicitaria, quei telefilm li ho girati in stile Algida, delineando sempre i ragazzi sotto una data luce… rendendoli più belli. Mi proposi di girare la serie perché mi piace fare un po’ di tutto e non fossilizzarmi su di un solo genere”. Pare che quelli della Rai si meravigliarono non poco. Deodato per loro era quello che aveva fatto i cannibali, cosa c’entrava con una serie che strizzava l’occhio al mondo dei giovani? Deodato ha voluto fare i telefilm solo per amore del cinema, per cambiare, per sperimentare qualcosa di nuovo. La molla che spinge Deodato nelle cose che fa è pur sempre la curiosità per ciò che non conosce, questo ci pare di averlo detto altre volte.
In ogni caso la serie affidata a Deodato affronta argomenti importanti e si distingue per minore superficialità di temi e maggior realismo. Si parla di pedofilia, tossicodipendenza, emarginazione, vagabondaggio, prostituzione e non soltanto di problemi di cuore e di rapporti difficili con i genitori. La serie ha avuto alti indici di ascolto.
Noi siamo angeli è una miniserie tv in sei episodi trasmessa nel 1995 da Rai Uno e interpretata da Bud Spencer e Philippe Michael Thomas (quello di Miami Vice). Questi i titoli degli episodi: Dollari, Facce da galera, Finalmente si vola, Il mistero delle cinque chiese, La fortuna viene dal cielo e Polvere.
La serie è molto buona ed è stata girata in sette settimane. Deodato dice di aver rispettato i tempi in maniera maniacale, tanto che anche Bud Spencer si complimentò con lui. Nel serial il regista riunisce la coppia già collaudata nel film Extralarge (Spencer e Thomas).
Nel 1999 viene trasmessa da Rete Quattro la serie in 12 puntate Sotto il cielo dell’Africa che dispone di un cast artistico di alto livello: Carol Alt, Rudiger Joswig, Michela Rocco Di Torrepadula, Hans Von Borsody, Ingeborg Schoner, Olivia Kolbe Booysen e John Indi. La storia è un’idea originale di Guido De Angelis. Hanno lavorato alla sceneggiatura: Luca Manfredi, Dido Castelli, Massimo Torre, Alberto Simone, Piero Bodrato, Claudia Rettore e Luca D’Ascanio. Ha revisionato il tutto Massimo Torre. La fotografia è di Sergio D’Offizi, le musiche di Guido e Maurizio De Angelis, i costumi di Ingrid Mignone. La scenografia e l’arredamento di Osvaldo Desideri e Eva Deyna. Il montaggio di Gianfranco Amicucci.
I dodici episodi raccontano la vicenda di Monica (Carol Alt), una giovane donna cardiochirurgo. Dopo la morte del marito per via di un incidente d’auto Monica decide di tornare insieme alla figlia Sara (Olivia Kolbe Booysen) nel paese natale, in Sud Africa. Accetta l’invito del dottor Kohlemann (Adrian Steed), un vecchio amico di famiglia che dirige una clinica nello Zimbabwe. In Africa Monica conosce Alexander (Rudiger Joswig), un celebre biologo tedesco, e tra i due nasce subito una grande attrazione. Le avventure di Monica e Alexander, dell’infermiera Kate (Michela Rocco Di Torrepadula), grande amica di Monica, e dei pazienti ricoverati nella clinica sono la trama dei dodici episodi. Le storie si svolgono nella lussureggiante cornice offerta dagli scenari della savana, tra stupendi paesaggi e meravigliosi animali. Sappiamo già quanto sia bravo Deodato a districarsi in simili ambienti che lo attraggono e lo affascinano. La serie è stata realizzata in quaranta settimane di lavorazione nello Zimbabwe, in parte nella capitale Harare, in parte nella zona delle stupende cascate di Victorias Falls.
Citiamo Padre Speranza, film pilota girato nel 2001 con Bud Spencer e trasmesso il 28 dicembre 2005 su Rai Due. La sceneggiatura è di Alessandro Moretti e gli altri interpreti sono: Marco Messeri, Totò Cascio, Angelo Infanti, Laura Gualtieri, Valentina Lainati, Ines Nobili, Alberto Rossi e Pablo Triestino. I costumi sono di Katrin Marras, le scene di Antonello Geleng, la fotografia di Adolfo Troiani. Partecipano al film anche due attori calabresi: il catanzarese Maurizio Comito e il crotonese Antonio Cava, ingaggiato come controfigura di Bud Spencer. La produzione (in questo caso Giuseppe Pedersoli, il figlio di Bud Spencer) aveva sperimentato questo primo film per dare vita a una lunga serie intitolata Padre Speranza. In realtà è stato realizzato solo questo episodio. La storia è quella di un ex poliziotto che si è fatto prete per motivi personali (Bud Spencer-Don Vasari) che vuole scagionare un ragazzino ingiustamente accusato di omicidio. Don Vasari viene soprannominato Padre Speranza per la sua tenacia e il suo altruismo, lui detesta la violenza e risolve i problemi con le sole armi della fede. Per scoprire il segreto legato alla sua incarcerazione intraprende un viaggio all’interno dei carceri minorili. In questo lavoro la tematica sociale è forte: Bud Spencer è un prete che cerca di recuperare alla normalità i reclusi di un carcere minorile. Don Vasari cerca di capire perché un ragazzo spaccia droga, ruba o uccide e cerca di fare di tutto perché quel ragazzo possa riuscire a vivere una vita onesta e normale fuori dalle sbarre. Dopo Mario Girotti (Terence Hill) nelle vesti del prete detective Don Matteo, tocca a Carlo Pedersoli (Bud Spencer) abbandonare il cinturone con la colt e dire messa. Ma in questo film non ci sono investigazioni da fare e delitti da scoprire, il prete di Deodato è uno che va alla ricerca del lato buono nascosto dietro la facciata criminale. La storia è stata paragonata da molti critici a Mary per sempre e in effetti ci sono assonanze tra l’insegnante interpretato da Michele Placido e il Don Vasari di Bud Spencer. “Ma tutte le vicende ambientate nei carceri minorili un po’ si somigliano” si è giustificato l’attore in un’intervista.
Deodato gira alcune scene nel carcere minorile di Crotone con il consueto realismo e altre per le vie della città. Il set è stato allestito negli uffici della provincia e poi in piazza Vittoria, a Torre Scifo. Una delle prime scene è girata a Cirò Marina, sull’arenile accanto al relitto della motonave Miktat che nel 1999 affondò con il suo carico di curdi in fuga verso un futuro migliore. Una scena che prevedeva la presenza di figuranti e comparse come prostitute sulla Statale 106 è stata così realistica da suscitare la protesta di un cittadino che ha telefonato alla “Gazzetta del Sud” per manifestare la sua indignazione. Deodato è abituato alle proteste, ne ha passate di peggiori ai tempi di Cannibal Holocaust, e se un cittadino si indigna per il troppo realismo delle sue scene per lui è motivo di vanto…
Incantesimo 8 (2005), che vede alla guida Ruggero Deodato, va citato solo per completezza. Non è certo il serial ideale per lo stile del nostro regista che lo gira solo per motivi alimentari. Il serial affronta temi legati a intrighi amorosi ma anche tematiche sociali e di cronaca nera come la tossicodipendenza e la violenza sulle donne, il femminicidio, l’immigrazione, l’omosessualità e la burocrazia. Deodato è all’opera per i ventisette episodi che vanno in onda durante la stagione 2005 – 2006. La celebre soap opera va in onda dal 1998 al 2008.
(14/2 – continua)