SUPERMAN TAI DARTH VADER (1980) – PARTE 06
…e altri ancora
Dopo aver cercato di imitare, maldestramente, Guerre Stellari non ci sembrava possibile di perdere l’occasione per provarci anche con Alien ed ecco, con l’originalissimo titolo di Alien 2 sulla Terra di Sam Cromwell che poi sarebbe Ciro Ippolito, un confusissimo film dove si narra di un gruppo di astronauti, reduci da una missione spaziale che tornano, con il loro missile sulla Terra. Da quanto ci viene raccontato per radio (farlo vedere costava troppo) al loro posto escono creature mostruose. Degli speleologi, prima di entrare nelle viscere della Terra, trovano delle strane pietre azzurre; non si capisce se siano residui spaziali dei mostri o de I Vampiri dello Spazio, fatto sta che durante la discesa, tutti tranne una, muoiono orribilmente. La superstite tornata in superfice trova la Terra deserta. Belle le scene splatter per una sceneggiatura delirante.
Il film La Bestia nello Spazio nome più adatto al regista, il fu Alfonso Brescia, che al film stesso, appartiene al genere spazial-erotico: un giovane tenente (Shirpa Lane) che sta viaggiando con un’astronave verso il pianeta Toriton, ha un incubo ricorrente che le causa notti insonni. Sogna di essere violentata da una specie di mostro, ma con l’aiuto dell’eroe di turno tutto tornerà a risplendere… Il film è stato rieditato in versione hard nel 1982 con i titoli: La Bestia Porno o La Bestia Porno nello Spazio con l’aggiunta di Marina Frajese.
Sempre italiano anche se firmato Ben Norman è Giochi erotici nella Terza galassia. Sotto pseudonimo si nasconde Bitto Albertini e questa è la trama del film: la Principessa Bellestar (Sherry Buchanan) e il capitano Lithan (James Hilton) si sono rifugiati nella Terza Galassia perché inseguiti dal dittatore Ureklon (Don Powell). I due non trovano di meglio che rifugiarsi in un mondo regredito all’età della pietra dopo un olocausto nucleare (una mentina di premio per chi indovina il nome del pianeta). Frequentando la zona essi imparano cosa vuol dire amarsi e quando il perfido Ureklon li raggiungerà saranno cavoli suoi.
Torniamo ad occuparci di nuovo del nostro prolifico Al Bradley che, ci crediate o no, è sempre più che mai Alfonso Brescia e per un film noto con due titoli: Sette uomini d’oro nello spazio o Odissea Solitaria, la cui idea di partenza, a dire la verità, è quantomeno simpatica: un bieco tiranno spaziale, tale Kess di Kobur ha acquistato a un’asta, più spaziale che mai, un certo pianeta registrato come Sol-3 che, guarda caso, altri non è che la Terra e, quindi, contratto in tasca, parte per il nostro pianeta per rifornirsi di schiavi. La cosa non piace molto ai terrestri che si ribellano al fatto di essere stati venduti a loro insaputa e cercano di combattere l’invulnerabile nave spaziale di Kess, composta di un rarissimo metallo chiamato Indirium, con l’invenzione di due scienziati chiamata in modo originalissimo Anti-Indirium. Ottenuta la formidabile sostanza sette eroi combattono e sconfiggono il tiranno e, probabilmente, gli strappano pure il contratto in faccia: oltre al danno, le beffe.
Restiamo sempre in Italia con Ciao Marziano di Pier Francesco Pingitore, oggi ben più noto per le regie televisive. L’interprete è ovviamente Pippo Franco nel ruolo di un marziano animato da buone intenzioni. Egli scende infatti sulla Terra per avvertire che si avvicina la fine del mondo ma nessuno gli crede. Invischiato nelle cose terrestri resterà sul nostro pianeta.
Ancora in Italia ma con una pellicola di livello nettamente superiore, ispirata e nata anch’essa grazie al successo di Alien e curata, per soggetto e regia da Luigi Cozzi. Il film si intitola Contamination, ancora oggi, assieme a The Black Cat, il suo film migliore. Volutamente ispirato a I Vampiri dello Spazio è la storia del ritrovamento, su una vecchia nave da carico, di strani baccelli che esplodono in faccia ai malcapitati i quali, a loro volta, muoiono con il ventre squarciato. Le indagini portano a scoprire che, alcuni anni prima, una spedizione sul pianeta Marte, composta da due astronauti, aveva trovato una grotta nella quale giacevano migliaia di uova (ben realizzate con un modellino e delle olive) e uno degli astronauti era stato plagiato dalla creatura che partoriva queste uova. Sulla Terra, quindi, si sta preparando una ferale invasione. Un gruppo di audaci penetra nel covo dell’astronauta e combatte il mostro ciclopico, una sorta di mostro-regina per alcuni versi anticipatore a quello che vedremo in Aliens – Scontro Finale: i terrestri vincono, il pericolo è scongiurato ma, come dice la protagonista: “D’ora in poi sarà difficile guardare il cielo almeno senza pensare che da, qualche parte, nello spazio, qualcosa è in attesa…”
Umberto Lenzi è il regista di Incubo sulla città contaminata che torna al tema degli zombie. Questa volta le voraci creature nascono da una fuga radioattiva in un centro nucleare. Alla fine i due protagonisti credono di aver fatto parte di un incubo e che nulla sia accaduto. Ma i fatti del sogno si presentano nella realtà senza la speranza di un futuro.
Nell’ambito dei super eroi non emerge certamente L’Uomo Puma di Alberto De Martino dove il super eroe di turno ha a che fare contro la follia dominatrice del bieco Kobras. Inutile dire chi vince.
Terence Hill, al secolo Mario Girotti, senza il suo compare Bud Spencer e cioè Mario Pedersoli ma in compagnia di Ernest Borgnine, interpreta Poliziotto Superpiù per la regia di Sergio Corbucci dove il nostro eroe, appunto un poliziotto, viene investito da misteriose radiazioni che gli conferiscono poteri eccezionali: può spostare oggetti con la mente, leggere il pensiero ed è invulnerabile a tutto tranne che al colore rosso. Accusato ingiustamente e condannato alla sedia elettrica per aver ucciso un collega, riuscirà a liberarsi, ad arrestare i veri colpevoli e a ritrovare il collega creduto morto.
Ma eccolo qui il suo degno compare: seconda puntata dello sceriffo interpretato da Bud Spencer e del suo piccolo amico alieno nella pellicola Chissà perché… capitano tutte a me di Michele Lupo. Questa volta i due protagonisti devono combattere contro un gruppo di alieni che vuole dominare la Terra e, per fare questo, hanno reso schiavi dei terrestri. Ovviamente, grazie anche ai cazzotti di Spencer e ai superpoteri alieni del piccolo Cary Guffey, tutto finirà bene.
Sempre per completezza non possiamo non segnalare il supporto pseudofantascientifico che permea il film di Joe D’Amato (Aristide Massaccesi) Porno Holocaust. Il presupposto di partenza del film è dato dal fatto che in un’isola tropicale delle radiazioni nucleari hanno dato vita a una fauna di dimensioni spropositate. Ma qualcosa di strano è capitato anche a un essere umanoide che comincia a uccidere e stuprare i componenti di una equipe scientifica usando il suo abnorme fallo le cui gigantesche proporzioni sono dovute sempre alle radiazioni di cui sopra.
Detector (Chain Reaction) di Ian Berry ci porta in un clima purtroppo molto più attuale. Uno scienziato scopre che una perdita di materiale radioattivo sta inquinando l’acqua dei fiumi e minaccia quindi tutti gli abitanti della regione. La multinazionale responsabile del disastro cerca di mettere tutto a tacere usando anche l’omicidio per eliminare definitivamente tutti coloro che possono sospettare la cosa ma, per fortuna, la notizia arriva alle autorità…
Estremamente spettacolare e dotato di scenografie ed effetti speciali ad alto livello, oltre che a interpreti di buon calibro, è il film di Mike Hodges Flash Gordon. Una pellicola che costò all’epoca diciotto milioni di dollari e sostenuta, per di più, dalla musica dei Queen. Eppure, malgrado questo, il film non ebbe l’effetto sperato. In Italia, per esempio, fu doppiato con una terminologia e un senso dell’humor che, nelle intenzioni, doveva essere spiritoso. Così che capita che uno degli attori parli del suo odio per i quiz e Mike Bongiorno o che, il capo degli uomini falco, si rivolga a Gordon dicendogli “Me ne sbatto le ali!” e così via di seguito… Per il resto la storia non è molto dissimile a quella dei fumetti: con il nostro eroe che giunge su Mongo per sconfiggere il Perfido Ming (Max Von Sydow) e, almeno per il momento, gli riesce. Visto il flop la parola sequel fu bandita dal produttore…
Jimmy T. Murakami, per la casa produttrice di Roger Corman, gira questo simpatico I Magnifici sette nello Spazio (Battle Beyond the Stars) dove gli abitanti del pianeta Akir vengono presi di mira da un tiranno spaziale (John Saxon) che vuole assoggettarli per cui si rende necessario trovare dei combattenti stellari che possano difendere il pianeta e i suoi abitanti. Ciò avviene e con l’aiuto di questi valorosi mercenari, tra i quali spiccano: George Peppard, Robert Vaughn (che già aveva partecipato alla versione western) e Sibyl Danning, la minaccia viene sventata e sul pianeta torna la pace.
E poiché non vogliono essere da meno, anche gli alieni, dopo le figuracce fatte con film tipo Il Pianeta Fantasma, si danno da fare per inseminare le nostre donne. È il caso, appunto di Inseminoid – Un tempo nel futuro (Inseminoid) di Norman J. Warren che ci racconta la storia di una spedizione archeologica sulle tracce di una civiltà scomparsa in un lontano pianeta che viene attaccata da una strana creatura che rapisce uno dei componenti, Sandy (Robin Clarke). Messala incinta, con un comportamento in verità assai poco alieno ma molto terrestre, l’essere scompare. Una volta libera la ragazza subisce una strana trasformazione: attacca e uccide tutti gli altri membri della spedizione. Poi partorisce due creature aliene che la uccidono per nutrirsi. All’arrivo della nave spaziale che deve riportarli sulla Terra non viene trovato nessun superstite ma, in fondo alla stiva del missile stanno, ben nascoste, le due creature. In fase di montaggio è stata tolta la scena dei due mostri che assaltano i piloti e si è preferito lasciare un finale più inquietante.
Il Pianeta dei Dinosauri (Planet of the Dinosaurs) di James K. Shmea è la triste odissea di nove sopravvissuti dall’esplosione di una nave spaziale che precipitano su un pianeta ancora agli albori della creazione dove giganteschi rettili ne sono i padroni. Sei di loro troveranno la morte tra i pericoli del pianeta e, fortunatamente, fra i tre scampati, c’è giusto una donna per poter costruire, anche su quel lontano mondo, una nuova civiltà.
I mostri si annidano anche sotto la sabbia di normali e pacifiche spiagge balneari nel film Spiaggia di Sangue (Blood Beach) di Jeffrey Bloom: si tratta della solita mutazione, in questo caso vegetale che si nutre però di carne. Un furbo poliziotto, con l’intento di distruggerla, la fa esplodere, seminando così altri pezzi e futuri piccoli mostri per ogni dove…
Mai buttare degli alligatori nel water una volta che, presi da piccoli, diventano troppo grandi per essere tenuti in casa. È fantascienza, ma è altrettanto vero che nelle fogne americane furono trovati dei rettili ciechi ed albini che si erano adattati alla vita del sottosuolo. In questo caso si tratta di una di quelle simpatiche bestioline che, per aver ingerito dei prodotti chimici, diventa un mostriciattolo di trenta metri e, quando esce dalle fogne, sono cavoli amari e sarà dura liberarsene. Titolo del film di Lewis Teague è appunto Alligator.
Dignitosissimo film è Stati di Allucinazione (Altered Status) di Ken Russell dove uno scienziato, Jessup (William Hurt) sta compiendo studi sulle origini della vita. Scopre poi una droga particolare che gli permette di regredire psichicamente e fisicamente e, mentre rischia di annullarsi, verrà salvato da sua moglie.
Anche Scanners è un buon film. Girato da David Cronenberg ci racconta la storia di persone, appunto gli scanners, dotati di poteri telepatici ricevuti a causa di una scoperta del professor Ruth il quale, convinto di utilizzare una sostanza tranquillante e ignorandone le conseguenze future, l’ha iniettata a sua moglie e ad altre donne incinte, di conseguenza sono poi nati individui dotati di questi poteri. I due telepati più forti che nel film rappresentano il bene e il male, sono Vale (Stephen Lack) e Revok (Michael Ironside) che, per di più sono anche fratelli e figli proprio dello scienziato in questione. L’epica battaglia finale delle menti vede soccombere il corpo di Vale la cui mente però transmigra nel corpo di Revok debellandone la malvagità. Il film avrà altri seguiti ma non all’altezza del predecessore.
L’ultimo episodio del personaggio creato da Nigel Kneale, viene girato, oltre che in versione televisiva, anche per lo schermo cinematografico in una lunghezza più ridotta. Diretto da Piers Haggard si intitola Quatermass Conclusion: La Terra Esplode (Quatermass Conclusion). È l’ultimo in tutti i sensi perchè in questa vicenda il famoso scienziato, interpretato da Sir John Mills, muore per salvare la Terra. Il mondo del XX secolo spera in un accordo tra Stati Uniti e Unione Sovietica per salvarsi dalla anarchia nella quale sta precipitando. Per poter suggellare idealmente questo avvenimento deve avvenire, nello spazio, un incontro tra le capsule spaziali e i rispettivi astronauti dei due paesi. La televisione inglese chiama, tra gli altri, anche il professor Quatermass per commentare l’esperimento, ma lo scienziato accetta solo per poter mostrare in TV la foto della sua giovane nipote scomparsa. L’esperimento spaziale si risolve in un disastro perché una strana interferenza distrugge le due navicelle. È l’inizio di uno strano fenomeno che colpisce varie località e i giovani del mondo: essi sono attratti come da una forza misteriosa in luoghi dove un fascio di luce, proveniente dallo spazio, li inghiotte e li fa sparire. Quatermass scopre che si tratta di un diabolico disegno alieno atto a distruggere la presenza umana sulla Terra e, con un congegno costruito da una équipe di scienziati, distrugge il raggio e sé stesso salvando però, tra gli altri, la nipote appena ritrovata. Non sarebbe comunque sopravvissuto perché la gioia di rivedere la nipote procura al vecchio scienziato un attacco cardiaco. Il regista, pur rendendosi conto, che aveva tradotto sullo schermo la fine di un famoso personaggio fantascientifico, si augurava, all’epoca, che potessero essere realizzati altri episodi intermedi aventi come protagonista il famoso scienziato portato sugli schermi, oltre che da Mills, da Bryan Donlevy e Andrew Keir. Purtroppo non è stato fatto, peccato. Onore al merito al personaggio di Nigel Kneale e grazie di tutto…
Due parole su Simon di Marshall Bickman, a pretesto fantascientifico. Storia di alcuni scienziati che, praticando a un uomo il lavaggio del cervello, gli fanno credere di essere un extraterrestre ma che poi cercano di spedire veramente nello spazio perchè i suoi messaggi al mondo risultano molto scomodi per il governo.
Malevil, film francese di Christian De Chalogne, ci porta in un castello, appunto chiamato Malevil, nel sud-ovest della Francia, in mezzo a campi verdeggianti. Eppure, in questo idilliaco paesaggio accade qualcosa di terribile: una assordante esplosione distrugge il castello e si salvano solo gli amici del castellano che è anche il sindaco del paese perché erano nella cantina del maniero ad assaggiare dei vini. L’ipotesi di una guerra nucleare si fa strada nelle loro menti ed essi cercano, in seguito, di sopravvivere uccidendo anche altri sparuti superstiti che attaccano le loro magre scorte e le stentate coltivazioni. Inizia poi una feroce lotta tra i sopravvissuti guidati da un tiranno avido di potere ma una pattuglia di elicotteri scende dal cielo per prelevare i superstiti e portarli al sicuro… al sicuro da cosa? Non certo dall’uomo e dalla sua follia distruttiva.
Ponderoso è invece Stalker di Andreij Tarkowskij, una metafora sulla conoscenza umana. Una guida porta delle persone dentro a una zona altrimenti proibita e continuamente presidiata da soldati. La ragione di questo presidio è che nella zona sarebbe caduto un meteorite dalle proprietà misteriose ma si mormora anche che, nella stessa zona, ci sia una fantastica stanza capace di esaudire ogni desiderio di conoscenza. Lo stalker (cacciatore) della storia porta davanti a essa uno scrittore e uno scienziato ma entrambi non hanno il coraggio di entrarvi.
Patrick vive ancora è un falso di Mario Landi (1980) che vuole sfruttare il successo della pellicola precedente, ma si tratta solo della stessa serie infarcita di scene più truculente ed osee.
(6 – fine)
Giovanni Mongini
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