Titolo originale: La terza madre
Anno: 2007
Regia: Dario Argento
Soggetto: Dario Argento
Sceneggiatura: Jace Anderson, Dario Argento, Walter Fasano, Adam Gierasch e Simona Simonetti
Direttore della fotografia: Frederic Fasano
Montaggio: Walter Fasano
Musica: Claudio Simonetti
Effetti speciali: Sergio Stivaletti e Lee Wilson
Produzione: Claudio Argento e Dario Argento
Origine: Italia
Durata: 1h e 38’
CAST
Asia Argento, Cristian Solimeno, Adam James, Moran Atias, Valeria Cavalli, Philippe Leroy, Daria Nicolodi, Coralina Cataldi Tassoni, Udo Kier, Robert Madison, Paolo Stella, Clive Riche, Massimo Sarchielli, Barbara Mautino, Gisella Marengo, Marica Coco, Jun Ichikawa
TRAMA
Sarah Mandy è una giovane archeologa americana, venuta a studiare a Roma per passare un esame. Sarah ha perso i genitori all’età di 5 anni, morti apparentemente in un incidente stradale. Giselle la convoca per informarla del ritrovamento di un’urna al cimitero di Viterbo e che l’urna è stata spedita proprio al museo. Sarah e Giselle decidono così di aprirla in assenza del direttore del museo, Michael Pierce. All’apertura dell’urna però, Giselle viene sventrata da tre figure deformi e strangolata con le sue stesse budella. Sarah invece, inseguita da una scimmia, tenta di fuggire ma le porte sono chiuse a chiave e la ragazza sembra non avere speranze: all’improvviso una voce misteriosa ordina a Sarah di fuggire e le porte si spalancano da sole.
La polizia intanto giunge sul posto, guidata dal detective Enzo Manni che interroga la donna. Naturalmente la polizia non crede alle parole della donna e gli investigatori decidono di pedinarla ovunque vada. Nel frattempo Sarah ritorna a casa con Michael, col quale è fidanzata, e lì ha un incubo atroce: la ragazza vede una donna pronunciare strane parole in latino e poi la città impazzisce. La donna si sveglia in preda al panico e scopre che il figlio di Michael, il piccolo Paul, è stato rapito e i rapitori hanno lasciato una scritta di sangue e dei segni, gli stessi segni presenti sull’urna.
A questo punto Sarah capisce di essere vittima di una setta demoniaca. Nel frattempo Michael va a Roma per parlare con Padre Johannes. Sarah si reca lì e alla stazione viene pedinata dalla polizia e da Katerina, una giovane strega giapponese che tenta di ucciderla. Di nuovo la misteriosa voce sembra guidare Sarah e la donna si salva; nel treno Katerina invece uccide un uomo e tenta di nuovo a uccidere Sarah, ma la ragazza riesce a difendersi e a ucciderla.
La polizia a questo punto si fa una strana idea di tutto ciò: Sarah ha ucciso l’uomo e Katherina perché avevano visto tutto. Arrivata a Roma la donna bussa e a aprirle è una giovane, Valeria. Lì incontra Marta Colussi, una donna che le rivelerà che sua madre Elisa è morta assassinata e che adesso lei è l’unica in grado di uccidere Mater Lacrimarum e che ha delle doti potentissime. Mater Lacrimarum uccide tutte le persone care a Sarah per convincerla a recarsi da lei. Dopo la morte del suo fidanzato, Sarah si recherà da Mater Lacrimarum per lo scontro finale.
NOTE
“La terza madre” di Dario Argento è il capitolo conclusivo della saga delle Tre Madri, di cui fanno parte “Suspiria” (1977) e “Inferno” (1980), ovvero la storia di tre streghe sorelle, Madri degli Inferi: Mater Suspiriorum, Mater Tenebrarum e Mater Lacrimarum. Questo film si concentra di più sulla battaglia personale di Sarah Mandy contro l’ultima delle tre streghe, Mater Lacrimarum, mentre le altre due Madri erano state sconfitte nei primi due capitoli.
Il progetto di questo film risale ancora agli anni Settanta, quando il regista romano decise di realizzare la trilogia delle Tre Madri. L’ispirazione arrivò quando il regista lesse una frase del libro “Suspiria De Profundis” di Thomas De Quincey, nella quale l’autore dichiarava appunto di voler scrivere un libro sulla storia delle Tre Madri degli Inferi: Mater Suspiriorum, Mater Lacrimarum e Mater Tenebrarum.
Mater Lacrimarum, l’antagonista di questo film, fa la sua prima apparizione nel film “Inferno” (1980), secondo capitolo della trilogia delle Tre Madri, che vedeva però come nemica principale la Mater Tenebrarum. La strega si trova a Roma, sotto le sembianze d’una bellissima studentessa di musica, dentro una stanza d’ascolto dell’università e viene notata dal protagonista Mark (Leigh McCloskey): lei lo fissa intensamente provocandogli un lungo brivido di freddo. Subito dopo, durante l’ascolto del “Va, pensiero” di Giuseppe Verdi, la finestra della stanza improvvisamente si spalanca e una folata di vento scompiglia i capelli della donna. Solo alla fine dell’ascolto Mark si riscuote dalla paura, ma quando si volta per capire chi fosse quella donna, la strega è scomparsa. In seguito riappare in un taxi, dopo che Mark ha scoperto i cadaveri di Sara (Eleonora Giorgi) e Carlo (Gabriele Lavia), uccisi proprio da Mater Lacrimarum. In “Inferno”, Mater Lacrimarum era interpretata da Ania Pieroni; Argento le propose di riprendere il ruolo anche ne “La terza madre”, ma la Pieroni, ormai invecchiata e da molti anni non più attiva come attrice, rifiutò; il ruolo di Mater Lacrimarum è stato dunque affidato all’attrice israeliana Moran Atias, doppiata da Rossella Acerbo.
Una curiosità: il teaser trailer del film è stato distribuito in testa al film “Grindhouse – A prova di morte” di Quentin Tarantino.
La colonna sonora del film è stata realizzata da Claudio Simonetti. Simonetti, da solo o come membro dei Goblin, ha composto le musiche di molti altri film di Argento, come ad esempio “Profondo rosso”, “Tenebre”, “Phenomena” e “Opera”. Inoltre è Simonetti che nel 1977 con i Goblin ha composto la colonna sonora di “Suspiria”, la prima pellicola della trilogia che ha il suo epilogo proprio ne “La terza madre”. Il brano che accompagna i titoli di coda si intitola “Mater Lacrimarum” ed è stato scritto in collaborazione con Dani Filth, leader del gruppo symphonic black metal Cradle of Filth, che ha prestato anche voce e liriche alla canzone.
Fra gli attori di questo film, ne troviamo molti avvezzi a pellicole di genere fantastico e parecchi che già avevano lavorato con Argento in precedenti pellicole. Fra questi citiamo: Asia Argento (“Dèmoni 2”, “La chiesa”, “Trauma”, “DeGenerazione, “La sindrome di Stendhal”, “Il fantasma dell’Opera”, “Love Bites – Il morso dell’alba”, “La terra dei morti viventi”, “Transylvania”, “Dracula 3D”), Cristian Solimeno (“Animali fantastici e dove trovarli”, “Highlander: The source”), Adam James (“Doctor Who”), Valeria Cavalli (il serial “Highlander”, “I guerrieri dell’anno 2072”, “La casa con la scala nel buio”), Philippe Leroy (la miniserie tv “L’isola del tesoro”, il serial “I racconti fantastici di Edgar Allan Poe”, lo sceneggiato Rai “Sandokan”, “Ecce homo”, “Il castello dei morti vivi”), Daria Nicolodi (“Profondo rosso”, “Suspiria”, “Schock”, “Tenebre”, “Phenomena”, “Le foto di Gioia”, “Paganini horror”, “La setta”, “Opera”, “Ritratto di donna velata”, “La Venere d’Ille”, “Turno di notte”, “Il gioko”, “Inferno”), Coralina Cataldi Tassoni (“Il fantasma dell’Opera”, “Ghost son”, “Il bosco 1”, “Opera”, “Demoni 2”), Udo Kier (“Il mostro è in tavola… barone Frankenstein!”, “Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!!”, “Spermula”, “Suspiria”, i due film di “The Kingdom”, “Johnny Mnemonic”, “Blade”, “Armageddon”, “Giorni contati”, “L’ombra del vampiro”, “2012: l’avvento del Male”, “Paura.com”, “Van Helsing”, “BloodRayne”, “Grindhouse”, “Halloween – The beginning”, “Iron Sky”), Robert Madison (“Il cartaio”, “La tomba”, “Il nascondiglio”), Massimo Sarchielli (“Requiescant”, “Ladyhawke”, “Castle Freak”, “L’arcano incantatore”, “Il fantasma dell’Opera”, “Zora la vampira”, “Non ho sonno”, “Il nascondiglio”, “La casa nel tempo”), Gisella Marengo (“Conan the barbarian”) e Jun Ichikawa (“Imago mortis”, “Il tredicesimo apostolo”).