Il corpo di Anna sprofonda ora nella terra
Il corpo di Anna sprofonda ora nella terra. Non sogna più, ora, la giovane prostituta. Non ha più un domani migliore, non potrà più scappare da Strella con il suo nuovo amore. La sera non dovrà più nemmeno vestirsi da bagascia, recitare la sua filastrocca, andare ad aspettare i ragazzi con la grana sulla polverosa strada delle lucciole. Ora Anna è uguale a tutto il resto della materia che compone l’universo, ora è solo carne e ossa in lenta putrefazione. Inesorabilmente il suo movimento sarà solo un ricongiungersi con le radici che popolano il centro del pianeta. Il funerale, sotto la pioggia e senza parole, è stato un affare di poche persone e nessuno se lo ricorda nemmeno più. Anna non aveva parenti, solo gli amici del paese e Mara, che ha voluto presenziare alle esequie. Qualcuno ha pianto, Elisa in testa, qualcuno non ha nemmeno alzato lo sguardo da terra. Le vecchie comari del paese si sono guardate bene dallo sporcarsi le mani con una funzione in onore di una prostituta. Per di più, di una meretrice uccisa con dieci coltellate nella schiena. E Strella ha ripreso il proprio sonnacchioso andirivieni, cercando di dimenticare i titoli sui giornali locali, le (poche) indagini giornalistiche e i tanti pettegolezzi sul conto del giro di prostituzione. La polizia, poi, nemmeno si era degnata, per cui per quale motivo i normali cittadini avrebbero dovuto mettersi a fare gli eroi? Se l’assassino avesse colpito ancora, quello sarebbe stato un problema da prendere in considerazione solo a fatto avvenuto. Intanto, meglio scegliere il ritorno all’antica vita, come già il nostro gruppo di amici aveva finito per fare. Più comodo tornare alla routine paesana, fatta di tanti microscopici avvenimenti, calmi e rincuoranti, piuttosto che ficcare il naso nel nero che la morte di Anna aveva fatto intravedere all’intero paese.
(19 – continua)