HO VISTO COSE CHE VOI UMANI NON POTETE IMMAGINARE (1982) – PARTE 04
Spinelli: “Ci avviciniamo velocemente, Signore.”
Kirk: “E’ esatta la lettura dei sensori?”
Spock:“Che sia un’astronave non ci sono dubbi.”
Kirk: “Origine?”
Spock: “Sconosciuta. Le astronavi terrestri difficilmente fanno viaggi in questo settore.”
Uhura: “Sto ricevendo un messaggio, Signore… Capitano, è il segnale del vecchio codice Morse.”
Kirk: “Grazie Tenente.”
Uhura: “CQ… CQ…”
Kirk: “La stiamo interpretando, Tenente. Lei aveva escluso che fosse un’astronave terrestre…”
Spock: “Non capisco perché le provoco tanto piacere ogni volta che commetto un errore.”
Kirk: “Una debolezza emotiva di terrestre… Eccola… Sembra una vecchia astronave terrestre del tipo DY- 5″
Spock: “Molto più vecchia. Classe DY-100, per essere esatti. Capitano, l’ultima astronave di questo tipo fu costruita secoli fa, nel 1990″
Kirk: “Dev’essere un relitto. sarà rimasto il segnale automatico.”
Spock: “Potrebbe essere un’astronave terrestre usata da alieni.”
Kirk: “Rapporto armi.”
Scott: “Deflettore di protezione al massimo, fasi geiger, Signore.”
Kirk: “Rapporto radar biologico.”
McCoy: “Radar biologici per ricerca segnali di vita ricevono battiti cardiaci. Quattro al minuto, non possono essere umani, sono troppo deboli.”
Spock: “Lettura sensori, Capitano. C’è un macchinario in funzione su quella astronave.”
Kirk: “A tutto l’equipaggio: tenersi pronti.”
Mentre sulla nave risuona l’allarme, l’ Enterprise si accosta alla nave misteriosa.
“Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell’astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale diretta all’esplorazione di nuovi mondi. Alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima…”
SPAZIO PROFONDO (Space Seed)
Kirk: “<Diario del capitano. data Astrale 3141.9. Sono trascorse diverse ore dall’intercettamento dell’astronave. La nostra presenza è stata finora ignorata, i nostri sensori rilevano macchinari funzionanti e segni di vita ma non ci sono state indicazioni di pericolo nei nostri confronti…>”
Sulla Plancia Kirk sta guardando sul visore la vecchia nave.
Kirk: “Dipartimento armi: rimanere in assetto di guerra. Tutte le sezioni stiano pronte.”
Mc Coy entra nella sala di pilotaggio.
Uhura: “Tutte le sezioni hanno ricevuto, Signore.”
McCoy: “Continuo a captare i battiti cardiaci, sono molto deboli e lenti. Per quanto riesca a capirci provengono da sessanta, settanta corpi.”
Kirk: “Corpi alieni?”
McCoy: “Può darsi, non c’è alcun segno di qualsiasi forma di respirazione.”
Spock: “L’astronave è stata danneggiata dalle meteoriti. I radar hanno decifrato un nome: S.S. Botany Bay.”
Kirk: “Controlli se è stata registrata.”
Spock: “Ho controllato ma non risulta. I dati di quel periodo sono frammentari. Il 1990 è stata un’epoca della vostra ultima cosiddetta guerra mondiale.”
McCoy: “Le Guerre Eugenetiche.”
Spock: “Certo. Il vostro tentativo di migliorare la razza attraverso la selezione.”
McCoy: “Un momento, non il nostro tentativo, Signor Spock. Un gruppo di scienziati ambiziosi, una razza a lei famliare devoluta alla logica, completamente priva di emozioni…”
Spock: “Dottore, lei sa…”
Kirk: “Basta così, Signori, calma. Faccia preparare l’asse di trazione, agganciamo quell’astronave.”
Spinelli: “Asse di trazione pronto, Signore.”
Kirk: “Il ponte è suo. Signor Spock. Vuole unirsi a noi, Dottore?”
McCoy: “Se mi sta dando una possibilità di scelta preferisco…”
Kirk: “D’accordo… Ah… Ehm… Mi occorre qualcuno che sappia qualcosa della Terra intorno al secolo ventesimo… Ehm… Come si chiama quella studiosa di storia… Il Tenente McGyvers?”
Spock: “Tenente McGivers.”
L’interfono convoca nella sala teletrasporto Scott e il Tenente Marla McGivers (Madlyn Rhue), la quale stava preparandosi a continuare uno dei suoi disegni di cui è piena la sua cabina. L’immagine raffigurata è quella di un centurione romano. La donna si toglie il grembiule e si dirige al teletrasporto dove la stanno attendendo McCoy, Scott e Kirk.
Scott: “Sembra che quell’astronave ci stesse aspettando. Il calore aumenta. Atmosfera completa di ossigeno.”
Kirk: “È molto interessante. È pronto McCoy?”
McCoy: “No. Sono venuto su questa astronave per fare il medico, non per far catapultare su e giù i miei atomi nello spazio…”
Kirk: “Lei è una persona antiquata, McCoy, dov’è quello storico… Ah, venga tenente…”
Marla: “McGivers, Signore.”
Kirk: “Ehm… Energia!”
I quattro vengono così teletrasportati all’interno del Botany Bay. Le pareti sono coperte da celle attraverso i vetri delle quali si vedono dei corpi supini. Scott si avvicina a quello che sembra un pannello dei comandi.
Kirk: “Scott…”
Scott: “Non c’è dubbio: sono meccanismi dei terrestri del ventesimo secolo. Questa è energia atomica di vecchio tipo, macchinari ingombranti, credo si chiamassero unità transistoirs. Mi piacerebbe esaminare questa astronave.”
Marla: “Capitano, sembra che dormano.”
Kirk: “Animazione sospesa?”
Marla: “(annuendo) Ho visto delle vecchie fotografie. Era necessario a causa del lungo tempo richiesto dai viaggi spaziali fino al 2018 circa. Ci volevano molti anni per viaggiare da un pianeta all’altro.”
Kirk: “È possibile che siano ancora vivi? Dopo secoli di viaggio…”
McCoy: “In teoria è possibile, ma non ho mai sentito di un periodo così lungo.”
Scott riesce ad accendere le luci all’interno del locale.
Marla: “Che bell’aspetto hanno…”
McCoy: “Ecco, mi ha dato un segnale. Le luci hanno messo in moto qualcosa.”
Marla: “Capitano, guardi qui.”
Una luce sta pulsando sopra una delle teche.
Kirk: “Non so cosa stia succedendo.”
McCoy: “Abbiamo messo in moto qualcosa. I battiti cardiaci ora superano gli otto al minuto. Ci sono segni di un inizio di respirazione.”
Scott: “Questo, probabilmente, era programmato per essere risvagliato per primo.”
Kirk: “Potrebbe essere il capo… Il capo del… Tenente!”
Marla distoglie a fatica lo sguardo estatico dal corpo che sta dietro la teca. Un uomo dall’aspetto virile e con un invidiabile fisico.
Marla: “Sì… Signore… Il capo evidentemente doveva risvegliarsi per primo per poter decidere se fosse il caso o meno di risvegliare gli altri.”
McCoy: “I battiti si avvicinano. Sono quaranta al minuto, la respirazione si è stabilizzata.”
Marla: “Proviene dall’aera dell’India Settentrionale. Probabilmente un Sik, erano dei guerrieri formidabili.”
McCoy: “Battito cardiaco cinquantadue in aumento…”
Kirk: “E gli altri?”
Scott: “Non c’è nessun cambiamento. Sono tipi diversi: Occidentali, Slavi, Latini, Orientali…”
Marla: “Un uomo del ventesimo secolo che si risvglia…”
McCoy: “I battiti ora diminuiscono!”
Kirk: “Un corto circuito.”
Scott: “Forse causato dalla polvere…”
McCoy: “Battito cardiaco trenta. Diminuisce velocemente. Uno spasmo cardiaco!”
Marla: “Faccia qualcosa, Capitano!”
Kirk: “Scott!”
Scott: “Devo scoprire come funziona.”
Kirk: “Che succede se lo tiriamo fuori di lì?”
McCoy: “Morirà, se non lo facciamo.”
Cercando di non far caso al corpo contratto dagli spasmi, Kirk rompe il vetro e aziona l’apertura. Il corpo scivola lungo un binario sopra il portello. Khan, poiché di lui si tratta, comincia a riprendersi, apre gli occhi e cerca di parlare.
Khan: “Quanto…”
Kirk gli si avvicina.
Khan: “Quaaanto… tempo…”
Kirk: “Quanto tempo? Da quanto tempo dorme?”
Kahn annuisce.
Kirk: “Due secoli interi, crediamo… Squadra a Enterprise, rispondete!”
Uhura: “Parlate squadra di atterraggio, vi sentiamo.”
Kirk: “Agganciate l’asse del Dottor McCoy. Torna indietro un uomo che abbiamo trovato qui.”
Marla: “(guardando Khan estasiata) Magnifico…”
Kirk: “<Diario del Capitano, supplemento. Sono ormai dieci ore che ci troviamo affiancati all’astronave Botany Bay. Una squadra di macchinisti e specialisti medici sta completando l’ispezione dell’astronave misteriosa. Prima di risvegliare gli altri uomini aspettiamo però di vedere come si comporta l’uomo che abbiamo già trasportato a bordo. Il Dottor McCoy è stupefatto delle sue capacità fisiche e di recupero…>”
Dalla Plancia Kirk prende contatto radio con la squadra sbarcata sul Botany Bay.
Kirk: “Kirk a squadra d’ispezione…”
Scott: “Qui Scott.”
Kirk: “Scott, ha trovato qualche dato? Qualche diario di bordo?”
Scott: “Negativo, Capitano, erano in animazione sospesa quando l’astronave è partita.”
Kirk: “Quanti sono vivi?”
Scott: “Dodici unità non sono sopravvissute. Ne rimangono settantadue in vita, circa trenta di queste sono donne.”
Kirk: “Chiudo (si avvicina a Spock). Settantadue sono vivi. Un gruppo di sopravvissuti del 1990, una scoperta notevole, Signor Spock… e ci sono molte domande rimaste senza risposta di quegli anni.”
Spock: “Un’epoca strana e violenta della vostra storia. Non ci sono dati sull’astronave Botany Bay, Capitano. Le astronavi DY -100 erano adibite soltanto a viaggi interplanetari. Con dei semplici motori a energia nucleare i viaggi stellari erano considerati poco pratici. C’era una probabilità su diecimila che arrivassero in un altro sistema stellare. Come mai non se ne sa nulla?”
Kirk: “Botany Bay… Era il nome di una Colonia Penale sulle coste australiane… Se hanno scelto questo nome significa che…”
Spock: “Se pensa che sia un’astronave adibita alla deportazione di criminali è arrivato a una conclusione totalmente illogica.”
Kirk: “Ah!”
Spock: “La vostra Terra era sull’orlo di un’età buia… Intere popolazioni stavano per essere annientate. Non avrebbero mai sprecato una delle loro astronavi più avanzate per deportare un gruppo di criminali.”
Kirk: “Sì, questo svaluta la mia ipotesi ma sto ancora aspettando la sua.”
Spock: “Vede, una teoria richiede fatti concreti, Capitano, fino ad ora non ne ho nessuno.”
Kirk: “E questo la irrita, Signor Spock.”
Spock: “Irritarmi?”
Kirk: “Già.”
Spock: “Non sono capace di questa emozione.”
Kirk: “Le porgo le mie scuse, Signor Spock. Lei sospetta da loro qualche pericolo?”
Spock: “I fatti poco chiari invitano sempre al sospetto, Capitano.”
Kirk: “Bene… e allora è meglio vederci chiaro… Si prepari al traino.”
Spinelli: “Sissignore.”
Kirk: “Diriga verso la Base Stellare 12″
Spock: “Subito.”
Kirk entra nell’infermeria dove McCoy ha terminato gli esami su Khan.
Kirk: “Come sta?”
McCoy: “Vivrà.”
Kirk: “I miei complimenti.”
McCoy: “No, non sono bravo fino a quel punto. C’è qualcosa in quell’uomo che rifiuta di accettare la morte. Guardi lì, anche in questo stato l’azione della sua valvola cardiaca è il doppio della potenza della sua o della mia.”
Anche Marla entra in infermeria.
Kirk: “Una razza migliorata di esseri umani, per questo è scoppiata la Guerra Eugenetica.”
McCoy: “Potrebbe sollevarci tutti e due con un braccio solo. Sarà interessante vedere se ha un cervello degno del suo corpo.”
McCoy si allontana per andare a compilare il rapporto nel proprio studio e, per farlo, passa davanti a Marla.
Marla: “Dottore, vivrà?”
McCoy: “Sembra di sì, Tenente.”
Anche Kirk decide di uscire.
Kirk: “Vorrei parlarle.”
I due parlano nello studio di McCoy, alla presenza del dottore.
Kirk: “Se dovessi dare un voto al suo comportamento di oggi come membro della squadra io…”
Marla: “Lo so, Signore, mi dispiace.”
Kirk: “Tenente, in qualsiasi momento la sicurezza dell’intera astronave può dipendere dal comportamento di ogni singolo membro dell’equipaggio e se lei personalmente trova un uomo così irresistibile da non riuscire a…”
Marla: “Non personalmente, Capitano, professionalmente. Sono di professione uno storico e trovare un uomo del passato ancora vivo… insomma è un piacere esaminare la sua mente.”
Kirk: “Gli uomini, allora, erano più avventurosi, coraggiosi, attraenti?”
Marla: “Sì, credo che lo fossero.”
Kirk: “Bene. Quando rilevo sincerità è più facile chiudere un occhio sugli errori, tutto qui.”
Marla: “Sissignore.”
Marla esce dallo studio e McCoy non perde l’occasione.
McCoy: “Ha sprecato la sua vita a fare il comandante. Sarebbe stato un discreto psicologo.”
Kirk: “Discreto ?!”
Anche Kirk esce e McCoy riprende a compilare il rapporto medico. Nella saletta Khan (Ricardo Montalban) apre gli occhi e cerca di alzarsi ma le forze gli mancano. Allora compie degli esercizi particolari che gli danno la necessaria concentrazione per potersi alzare agevolmente. Da una bacheca appesa al muro prende un affilato bisturi.
Dopo aver parlato con il laboratorio, McCoy si alza e torna nell’infermeria. Khan è di nuovo sdraiato sul lettino. Il medico si avvicina per esaminarlo e Khan ne approfitta per stringergli la gola e minacciarlo con il bisturi. McCoy lo guarda fisso negli occhi.
McCoy: “Allora strangolami… o tagliami la gola, basta che ti decida.”
Khan: “Inglese… Pensavo stessi sognando quando l’ho sentito parlare… Dove mi trovo?”
McCoy: “Ecco… (La stretta alla gola si stringe ulteriormente) Sta a letto e sta puntando un bisturi alla gola del suo dottore.”
Khan: “Risponda alla mia domanda.”
McCoy: “Forse le sarebbe più efficace se tagliasse subito la mia carotide, proprio sotto l’orecchio sinistro.”
Khan lascia la presa.
Khan: “Mi piacciono gli uomini coraggiosi.”
McCoy: “Stavo solo cercando di evitare discussioni.”
McCoy toglie il bisturi dalle mani di Khan.
McCoy: “Si trova a bordo dell’astronave Enterprise, la sua astronave è a rimorchio.”
Khan: “Mi ricordo una voce, ho sentito dire che… io ho dormito per due secoli.”
McCoy: “Ha sentito bene.”
Kirk: “Dov’è il vostro Capitano? Ho molte domande da fare.”
McCoy si mette in contatto con il Ponte di comando.
Kirk: “Qui Ponte.”
McCoy: “Ho un paziente con molte domande, Capitano.”
Kirk: “Arrivo.”
Il Capitano entra in infermeria e si ferma davanti al lettino di Khan.
Kirk: “James Kirk, comandante dell’astronave Enterprise.”
Khan:“Lo vedo.”
Kirk: “E il suo nome?”
Khan: “Prima ho qualche domanda da fare. Dove siamo diretti?”
Kirk: Siamo diretti alla Base Stellare 12. Un pianeta del sistema Gamma 400. La nostra base di comando di settore. Questo le dice niente?”
Khan: “E la… mia gente?”
Kirk: “Settantadue contenitori di animazione sospesa sono ancora in vita.”
Khan: “Li risveglierete?”
Kirk: “Appena arriveremo alla Base Stellare 12.”
Khan: “Capisco…”
Kirk: “E ora?”
Khan: “Khan è il mio nome.”
Kirk: “Khan… Nient’altro?”
Khan: “Khan.”
Kirk: “Qual è la data della vostra partenza? So che è avvenuta intorno al 1982, ma…”
Khan: “Mi sento come se avessi affrontato una grossa fatica… Possiamo continuare il colloquio in un altro momento?”
Kirk: “I fatti di cui ho bisogno, Signor Khan, non ci prenderanno molto tempo. Per esempio la natura della vostra spedizione…”
McCoy: “Jim, sarà meglio aspettare un po’.”
Khan: “Capitano, potrei avere qualcosa da leggere durante la convalescenza? Ero una specie d’ingegnere un tempo. M’interesserebbe conoscere e studiare i manuali tecnici della vostra astronave.”
Kirk: “Sì, capisco che deve recuperare duecento anni.”
Khan: “Precisamente.”
Kirk: “Sono disponibili per qualsiasi paziente su questo schermo. Il Dottor McCoy le farà vedere come ricevere i nastri della biblioteca.”
Khan: “Grazie, Capitano, lei è molto comprensivo.”
Kirk raggiunte la Plancia perplesso e si avvicina alla postazione di Spock.
Kirk: “Questo Khan non è quello che mi aspettavo, per essere un uomo del ventesimo secolo.”
Spock: “Sta facendo un uso considerevole della nostra biblioteca tecnica.”
Kirk: “Dovrà trascorrere il resto dei suoi giorni nel nostro tempo. È’ giusto che si istruisca… Ma, mi dica, lei ritiene che sia il prodotto di una razza selezionata?”
Spock: “Può anche darsi, Capitano… La sua età coincide. Nel 1993 un gruppo di questi superuomini s’impadronì contemporaneamente del potere in più di quaranta nazioni.”
Kirk: “Non li definirei superuomini. Erano aggressivi, arroganti e cominciarono a lottare fra di loro.”
Spock: “Perché gli scienziati non tennero conto di un fatto: da un’abilità superiore nasce un’ambizione superiore.”
Kirk: “Interessante. Se è vero crearono un gruppo di Alessandri, Napoleoni…”
Spock: “Ho raccolto qui dei nomi e fatto dei calcoli. Dalla mia stima c’erano ottanta o navanta di questi… giovani superuomini che mancavano all’appello quando furono finalmente sconfitti.”
Kirk: “Questo fatto non si trova nei libri di storia.”
Spock: “Lei rivelerebbe a popolazioni stanche della guerra che circa ottanta Napoleoni potrebbero essere ancora vivi?”
Marla entra nell’infermeria mentre Khan sta ancora consultando i nastri.
Marla: “Sono lo storico dell’astronave, Tenente…”
Khan: “…Marla McGiver…”
Marla: “Sì.”
Khan: “Mi è stato detto che lei ha partecipato alla mia rinascita.”
Marla: “Per una piccola parte.”
Khan: “Ho letto molte cose sulle vostre astronavi ma hanno un lusso che nei manuali non viene menzionato.”
Marla: “Non capisco…”
Khan: “Una donna bellissima… Mi chiamo Khan, si sieda prego e parli con me.”
Marla: “Vorrei avere delle informazioni storiche sulla sua astronave, il suo scopo e …”
Khan: “…E perchè porta i capelli in quel modo, così poco comodo?”
Marla: “A me è comodo…”
Khan: “Ma non è attraente.”
Khan si alza e le si avvicina, le tocca i capelli e la porta davanti a uno specchio. Comincia a scioglerle le ciocche. Marla cerca di tornare sull’argomento che le sta a cuore ma Khan continua la sua opera fino a che la ragazza, imbarazzata, esce dall’infermeria. La proposta di una cena in onore di Khan proposta da Marla trova Kirk consenziente e così tutti gli ufficiali si trovano in alta uniforme ad aspettare il loro ospire nella sontuosa sala da pranzo dell’astronave. Kirk ne approfitta per esternare a McCoy le sue preoccupazioni circa il comportamento di Marla e sarebbe probabilmente ancora più preoccupato se potesse vedere Khan entrare nell’alloggio di Marla, ammirare i suoi dipinti, le sculture e osservare con compicimento un quadro appena abbozzato la cui immagine impressa sul foglio è la sua. Khan bacia la ragazza.
La cena sta terminando ma la conversazione non langue.
Kirk: Perdoni la mia curiosità, Signor Khan, ma i miei ufficiali sono ansiosi di sapere di più del suo straordinario viaggio…”
Spock: “…E di come siate riusciti ad eluderlo dai libri di storia.”
Khan: “L’avventura, Capitano, l’avventura. Sulla Terra non c’era rimasto altro.”
Spock: “C’era la guerra per mettere fine alla tirannia. Molti la considerarono una prova nobile.”
Khan: “Tirannia, Signore? O il tentativo di unificare l’umanità?”
Spock: “Unificare, Signore? Come un branco di animali sotto una frusta?”
Khan: “Io ho vissuto personalmente quegli anni, non lo dimentichi. Era un periodo di grandi sogni, di grosse aspirazioni.”
Spock: “Sotto dozzine d’insignificanti dittatori.”
Khan: “Un solo uomo, infine, avrebbe governato. Come Roma sotto Cesare. Pensi alla fase finale!”
Spock: “Allora le sue simpatie andavano…”
Khan: “Lei ha una tattica eccellente e raffinata, Capitano. Lascia che il suo secondo attacchi mentre lei, seduto, osserva quali sono i punti deboli.”
Kirk: “Ha la tendenza ad esprimere le sue idee in termini militari, Signor Khan, questa è una riunione amichevole.”
Khan: “Oh, è stato detto, se ben ricordo, che le riunioni amichevoli sono delle guerre mascherate. Molti preferiscono essere più onesti, più aperti.”
Kirk: “Lei è scappato, aveva paura?”
Khan: “Io non ho mai avuto paura.”
Kirk: “Lei è mancato quando l’umanità voleva coraggio.”
Khan: “Noi offrimmo al mondo L’ORDINE!”
Kirk: “Noi?”
Khan: “Esattamente, esattamente… Se volete scusarmi, Signori e Signore, comincio a sentirmi stanco. Con il suo permesso, Capitano, torno al mio alloggio.”
Alloggio di Khan. L’uomo sta camminando avanti e indietro. La porta d’ingresso si apre ed entra Marla.
Marla: “Volevo chiederti scusa. Non hanno il diritto di trattarti così.”
Khan: “È comprensibile poiché sono una specie di mistero per loro.”
Marla: “Per me non sei un mistero. Io so esattamente chi sei.”
Lo sguardo di Khan si fa cupo.
Khan: “Sì?”
Marla: “Eliah Erickson, Riccardo Cuordileone, Napoleone, non so se ti piacerà vivere nel nostro tempo.”
Khan: “Allora dovrò rimodellarlo a mio piacere.”
Si avvicina a Marla e l’abbraccia.
Marla: “Ti prego, non farlo.”
Irritato, la spinge via.
Khan: “Va… o rimani! Ma se è restare ciò che desideri fallo!… Allora?”
Marla: “Resterò un altro po’.”
Khan: “Quanti minuti graziosamente mi puoi concedere?”
Marla: “Volevo solo dire…”
Khan: “La cosa diventa noiosa. Ora devi chiedere di rimanere, per favore.”
Marla: “Vorrei rimanere, per favore.”
Khan le porge la mano e la ragazza si avvicina allungandole la sua. L’uomo l’afferra stringendola e obbligando Marla a inginocchiarsi.
Khan: “Apri il tuo cuore. Vuoi aprire a me il tuo cuore?”
Marla: “Sì.”
Khan: “Ho intenzione d’impadronirmi dell’astronave, sei d’accordo?”
Marla: “Ti prego, non chiedermi nulla… Ah!”
La stretta è aumentata.
Khan: “Ho bisogno del tuo aiuto.”
Marla: “Non farai male a nessuno?”
Khan: “Ora mi fai delle domande?”
Marla: “No …”
Khan: “Mi aiuterai?”
Marla: “Per favore, Khan…”
Il condottiero la spinge lontano con rabbia.
Khan: “Lasciami allora. Vattene, ti dico!”
Marla: “No, te lo prometto… Farò tutto quello che vuoi.”
Spock, McCoy, Scott e Kirk si sono intanto riuniti affinchè tutti gli ufficiali siano portati a conoscenze delle ultime risultanze fornite dal computer.
Sul visore campeggia una fotografia di Khan.
Kirk: “Nome: Khan, come lo conosciamo oggi. (Ad un cenno del Capitano, Spock trasmette sul visore una seconda immagine, ancora di Khan) Nome: Khan Noonian Singh.”
Spock: “Dal 1992 al ’96 comandante assoluto di più di un quarto del vostro mondo. Dall’Asia fino a tutto il Medio Oriente.”
McCoy: “L’ultimo dei tiranni ad essere sconfitto.”
Scott: “Devo confessare, Signori, che ho sempre avuto una certa ammirazione per quest’uomo.”
Kirk: “Era il migliore dei tiranni, e il più pericoloso. In un certo senso erano dei superuomini, più forti, più coraggiosi, certamente più ambiziosi, più audaci…”
Spock: “Signori, vi prego, tutto questo romanticismo per un rude dittatore?”
Kirk: “Signor Spock, noi esseri umani abbiamo una vena di barbarie in noi, incomprensibile ma senza dubbio presente.”
Scott: “Non ci furono massacri sotto il suo regno.”
Spock: “Ma non ci fu libertà.”
McCoy: “E nessuna guerra finchè non fu attaccato.”
Spock: “Signori, io…”
Kirk: “(ridendo) Signor Spock, ci ha frainteso. Possiamo essere contro di lui e ammirarlo allo stesso tempo.”
Spock: “Illogico.”
Kirk: “Completamente? (Accende l’interfono) Qui il Capitano Kirk, mettete subito una guardia ventiquattro ore su ventiquattro agli alloggi del Signor Khan.”
Alloggio di Khan. Il Condottiero è seduto davanti a un tavolo. Sta pensando intensamente. Entra Kirk che gli si siede davanti.
Khan: “Mi scusi, Capitano, mi scusi… Stavo pensando… La mia porta chiusa dall’esterno, una guardia davanti…”
Kirk: “Un trattamento insolito per Khan Noonian Singh.”
Khan: “Eccellente. Mi avete identificato con il vostro computer, immagino.”
Khan: “Vorrei avere quelle risposte adesso! Primo: lo scopo della sua impresa.”
Khan: “Una nuova vita, la possibilità di costruire un mondo e altre cose, ma dubito che lei le capirebbe.”
Khan: “Perchè? Perchè non sono il prodotto di una genetica controllata?”
Khan: “Capitano, benchè la sua abilità mi affascini, onestamente, lei è un soggetto inferiore, mentalmente e fisicamente. In verità sono sorpreso di quanto poco si sia avanzato nell’evoluzione umana… Oh, ci sono stati degli indubbi progressi tecnici ma l’uomo in sè stesso ha fatto ben pochi cambiamenti… Sì, credo che ci troveremo a nostro agio nel vostro secolo, Capitano.”
Kirk si alza.
Khan: “Ha altre domande da farmi?”
Kirk: “Grazie, ha risposto a tutte.”
Kirk esce dall’alloggio e Khan, concentrando mentalmente le sue forze, apre la porta della propria stanza e colpisce con estrema violenza la guardia. Nella sala teletrasporto, sotto la minaccia di un’arma, Marla fa allontanare un tecnico dall’apparecchiatura. L’uomo viene poi stordito da Khan che si fa teletrasportare sul Botany Bay dove risveglia i suoi uomini. Mentre questi stanno facendo degli esercizi per attivare la circolazione, Khan passa tra loro chiamandoli per nome uno ad uno.
Khan: “Joaquim… Il viaggio è finito. La battaglia ricomincia. Solo che questa volta non conquisteremo
un mondo ma l’universo!”
Sul Ponte di Comando suona l’allarme per la fuga di Khan e così gli ufficiali scoprono che la Plancia è isolata senza speranza di poter uscire. Anche il flusso d’aria è stato interrotto. Poichè il collegamento è stato tolto dalla sala macchine, Kirk cerca di mettersi in contatto con Scott ma l’ufficiale viene colpito e messo a tacere dagli uomini di Khan.
Kirk: “Cosa succede laggiù?”
Khan: In questo momento non è in grado di risponderle, Capitano. La sua astronave è mia. Ho chiuso tutti i sistemi di supporto vitali al Ponte, bloccate le uscite. Sono pronto a negoziare.”
Kirk: “Innondate tutte le sezioni con il gas.”
Spock: Impossibile. Sistemi d’intrusione inoperativi. Il Signor Khan ha studiato diligentemente i nostri manuali.”
Kirk: “Contatto Base Stellare 12.”
Uhura: “Tutti i canali sono completamente bloccati.”
Spock: “Brillante. Ha previsto ogni eventualità nei particolari.”
Khan: “L’aria dovrebbe cominciare a mancare da adesso. Volete pensare ad arrendervi?”
Kirk: “Negativo.”
Khan: “È semplice, Capitano, se rifiuta d’arrendersi. Tutte le persone che si trovano sul Ponte moriranno soffocate.”
È passato del tempo e l’aria dentro il Ponte di Comando è ormai agli sgoccioli. Sono rimasti ancora coscienti solo Spock e Kirk, il quale sta dettando il suo diario.
Kirk: “Diario del Capitano. Data Astrale 3142.8. Si sono impadroniti della mia astronave, dopo aver abbandonato la loro ormai inutile… Pochissima aria è rimasta sul ponte… Raccomando onori per il Tenente Uhura, i tecnici di prima classe Thula e Harrison, il Tenente Spinelli… e, naturalmente, il Signor Spock… Mi assumo ogni responsabilità… mi assumo…”
Anche Kirk cade a Terra svenuto.
Khan sta osservando i suoi prigionieri. Gli ufficiali, tranne Kirk, sono tutti davanti a lui nella sala riunioni.
Khan: “Niente e nessuna cosa cambia, eccetto l’uomo. I vostri progressi tecnici? Se migliorate un apparecchio meccanico forse raddoppierete la produttività ma se migliori l’uomo ottieni mille volte di più. Io appartengo a questa categoria. Unitevi a me, vi tratterò bene. Ho bisogno delle vostre istruzioni per guidare questa…”
Scott: “Dov’è il Capitano Kirk?”
Khan: Capisco ora di aver fatto un grave errore. Lei è l’ufficiale delle comunicazioni? Accenda lo schermo, per favore.”
Uhura non si muove. Con un cenno del capo Khan ordina a uno dei suoi uomini di trascinare la riluttante Uhura davanti ai comandi dello schermo dove, pur sotto minaccia e anche dopo aver ricevuto un pesante schiaffo da Joaquim, si rifiuta di mettere in funzione lo schermo. L’uomo sta per riprendere la sua opera di persuasione quando Marla gli dice di fermarsi.
Khan: “Avrei dovuto rendermi conto che farvi soffocare insieme sul Ponte avrebbe creato tra di voi un cameratismo eroico, ma è una cosa diversa rimanere seduti a vedere che succede ad un altro. Accenda lo schermo… Sono sicuro che lei riconosce la camera medica di decompressione, Dottore.”
Lo schermo inquadra l’interno della camera, la quale, per inciso, appare per la prima volta nella serie televisiva e che diventerà in seguito parte integrante del laboratorio medico di McCoy.
Il volto di Kirk, sofferente per la mancanza d’aria, viene spietatamente mostrato in primo piano sullo schermo.
L’ufficiale è allo stremo.
Khan: “Il vostro Capitano morirà… Se si unisce a me, Signor Spock, gli risparmierò la vita… La mia astronave era inservibile e ho bisogno di lei e dell’Enterprise per scegliere un pianeta con una popolazione disposta ad essere guidata da noi.”
McCoy: “Ad essere conquistata da voi! E un’astronave renderebbe la cosa molto semplice.”
Khan: “Ognuno di voi, a turno, entrerà lì dentro a morire, mentre gli altri guarderanno!”
Marla: “Khan, che motivo c’è perchè io debba essere presente?”
Khan: “Speravo che saresti stata più forte.”
Marla esce mentre Khan continua a parlare con gli ufficiali dell’Enterprise.
Khan: “Se uno di voi si unisce a me, chiunque, gli risparmierò la vita… NON CI TENETE ALLA VITA?”
Le immagini sullo schermo che mostravano Kirk svaniscono ma Khan non se ne preoccupa, convinto che il Capitano sia già morto. Invece Marla è riuscita a liberarlo ed egli assale l’uomo di Khan che stava portando Spock verso lo stesso destino. Ora i due sono liberi.
Spock: “Sono sorpreso di vederla, Capitano, ma contento.”
Kirk: “Anch’io sono contento, Spock. Situazione.”
Spock: “Khan tiene chiusi i nostri uomini nella stanza delle riunioni.”
Kirk: “L’unica possibilità è il circuito d’intrusione, anche se è chiuso il Ponte.”
Spock: “C’è un relè in fondo al corridoio…”
Kirk: “Gas in tutte le sezioni, tranne questa.”
La nuvola di gas entra nella stanza stordendo i presenti tranne Khan che riesce a fuggire precipitosamente e Scott che stordisce uno dei suoi carcerieri con un pugno e si trova a sua volta solo nel corridoio dove giunge Kirk. Via interfono Spock comunica al Capitano che Khan è in Sala Macchine ma, nello stesso modo, il dittatore venuto dal passato viene a sapere che Kirk sta per arrivare da lui, lo disarma e gl’impedisce di arrivare al quadro dei comandi dove pulsa insistentemente una luce.
Khan: “Se ho capito i vostri manuali quel motore è sotto pressione in aumento costante, la vostra astronave esploderà come una stella tra pochi minuti.”
La lotta che ne segue è ìmpari per le forze di Kirk ma, grazie a un tubo metallico, riesce a tramortire Khan e a fermare il processo di distruzione.
Kirk: “Diaro del Capitano. Data Astrale 3143.3. Il controllo dell’Enterprise è stato ristabilito. Vorrei che le mie prossime decisioni non fossero così difficili. Sarebbe uno spreco mettere in un centro rieducativo Khan e i suoi. Cosa deciderò invece per Marla McGiver?”
Il tribunale è composto da Scott, Spock, McCoy e, ovviamente, da Kirk.
Kirk: “Signori, l’udienza è aperta. Con l’autorità conferitami dal Primo Comando della Flotta Spaziale, ordino che tutti i carichi e i capi d’accusa di questo caso vengano derubricati!”
McCoy: “Jim! L’autorità che lei…”
Kirk: “Credo che la nostra rotta ci porti vicino al sistema stellare Ceti Alpha.”
Spock: “Esatto, Capitano. Il pianeta numero cinque di quel sistema è abitabile, benchè un po’ selvaggio e, in un certo senso, inospitale.”
Kirk: “Ma non più di quanto lo fosse all’inizio la Colonia australiana di Botany Bay. Quegli uomini andarono a conquistare un continente. Signor Khan, lei saprà conquistare un mondo?”
Khan: “Ha mai letto Milton, Capitano?”
Kirk: “Sì, capisco… Il Tenente Marla McGiver… dovendo scegliere tra la Corte Marziale e l’atterraggio sul
pianeta?”
Khan: “Sarà difficile. Dovremo lottare molto per rimanere vivi, per trovare il cibo.”
Marla: “Andrò con lui, Signore.”
Khan: “Una donna superiore. La porterò con me. E ho anche un’altra cosa che desideravo: un mondo da vincere, un impero da costruire!”
Kirk: “L’udienza è chiusa.”
Khan e Marla escono.
Scott: “È un peccato per uno scozzese doverlo ammettere ma non conosco Milton.”
Kirk: “Disse questo Lucifero quando cadde nella sua buca: è meglio comandare in inferno che servire in paradiso.”
Spock: “Sarebbe interessante, Capitano, tornare su quel pianeta tra un centinaio d’anni per vedere che razza di piante saranno cresciute dai semi che ha piantato oggi”
Kirk: “Sì, Signor Spock, sarebbe interessante…”
La prima stesura prevedeva che Khan fosse invece un diretto discendente del popolo vichingo e avesse il nome di Harold Ericcson. Cercava immediatamente di sopraffare Kirk e veniva rinchiuso con i suoi compagni. L’equipaggio dell’Enetrprise è completamente all’oscuro che il Botany Bay sia una nave di deportati e Harold, pur di tenere nascosto questo fatto, arriva a commettere un omicidio ma poi si arrende quando Marla è in pericolo. Il Tenente Spinelli è interpretato dallo stesso attore (Blaisdell Makee) che ricopre il ruolo del Signor Singh in La Sfida.
In ultimo, poichè per questo episodio erano stati realizzati apposta il modellino del Botany Bay, l’interno con le teche e i personaggi ibernati e la camera di decompressione, era abbastanza logico che questi venissero riciclati in episodi successivi. Della camera abbiamo già detto, per quanto riguarda il Botany Bay esso viene riutilizzato nel telefilm Il Computer che uccide. L’intelaiatura di una delle porte del Botany diverrà parte integrante del laboratorio di McCoy.
Riferiamo anche un piccolo bloopers: quando Kirk si china sulla teca che contiene Khan, il suo faser, tenuto fermo dalla cintura di velcro, si stacca e cade a terra sotto lo sguardo del buon DeForest Kelley il quale, con lo sguardo, si chiede se si dovrà rigirare la scena.
STAR TREK II: L’IRA DI KHAN (Star Trek II: The Wrath of Khan)
Non sarebbero passati cento anni dal dialogo finale del telefilm ma, per la vecchia datazione terrestre, solo quindici anni, prima che l’attuale Ammiraglio James T. Kirk incontrasse nuovamente Khan Noonien Singh (questo il suo nome per intero) dopo averlo esiliato, con il suo equipaggio, sul mondo selvaggio ma vitale di Ceti Alpha 5.
Chiamato a interpretare questo inquietante personaggio, come allora, fu Ricardo Montalban che, all’epoca, era impegnato a girare i telefilm Fantasilandia (FantasyLand) ma, pur di non rinunciare a quel ruolo, riuscì a destreggiarsi tra un impegno e l’altro e rendere quindi, da par suo, il personaggio altezzoso, megalomane e malvagio di Kahn, il principe.
Nel 23 Secolo…
Il tenente Saavik sostiene, simulando di essere alla guida di una nave spaziale, il test detto della Kobayashi Maru alla Accademia Starfleet. Il problema prevede di soccorrere una nave della Federazione che si trova nella zona neutrale. Saavik (interpretato dalla allora esordiente Kirstie Alley) porta l’astronave nella zona ma viene attaccata dalle navi Klingon e uccisa assieme al suo equipaggio. Kirk (William Shatner) sospende la simulazione e spiega all’allieva che un comandante, a volte, deve affrontare anche le situazioni senza via di uscita. Poi esce dalla sala e Spock (Leonard Nimoy), che ha il compito di addestrare la squadra dei cadetti, lo segue. Kirk ha in mano un vecchio libro e si rivolge al vulcaniano:
Kirk: “Oh, a proposito, grazie per il pensiero!”
Spock: “Conosco la sua passione per le cose antiche…”
Kirk (leggendo la dedica) “Vicino nei giorni migliori, vicino nei giorni peggiori… È un’allusione, Spock?”
Spock: “Non a livello cosciente, Ammiraglio, solo una, naturalmente: buon compleanno e quindi per i giorni migliori.”
Mentre Spock deve portare gli allievi a bordo dell’Enterprise dove, il giorno successivo, Kirk li raggiungerà per il giro di addestramento, l’Ammiraglio se ne torna a casa, una casa vuota ma ben arredata con vecchi libri, pistole d’epoca e pezzi di antiquariato. McCoy (De Forest Kelley) lo raggiunge portandogli una bottiglia con dentro il liquido blu della famosa birra Romulana e un paio di occhiali per lettura con montatura d’oro. Ma Kirk è cupo, nervoso, allora McCoy gliene chiede la ragione:
McCoy: “Insomma Jim, che diavolo le succede? Non è il solo a compiere gli anni, qui sembra di stare al suo funerale!”
Kirk: “Non tollero prediche, Bones.”
McCoy: “Allora che diavolo vuole? Qui non è questione di età la realtà è che lei… lei è costretto a star davanti alla consolle di un computer mentre vorrebbe essere fuori a galoppare tra le galassie…”
Kirk: “Mi risparmi i suoi voli poetici, la prego, ognuno di noi ha il suo compito…”
McCoy: “Balle! Lei si sta nascondendo, si nasconde dietro le norme e i regolamenti!”
Kirk: “Da chi mi nascondo?”
McCoy: “Da se stesso, Ammiraglio…”
Kirk: “Non usi mezzi termini, Bones, che cosa pensa veramente?”
McCoy: “Jim, io sono il suo dottore e sono suo amico: riprenda il comando, lo riprenda prima di diventare parte di questa collezione, prima di invecchiare veramente.”
Intanto, nello spazio profondo, una nave stellare della Federazione si sta avvicinando a un pianeta.
Chekov: “Giornale di bordo. Data Stellare 813.4 (Da dove salta fuori questa data? Errore di doppiaggio. La vera data dovrebbe essere 8130.3) Redatto dal primo Ufficiale Pavel Chekov (Walter Koenig). Nave stellare Reliant in avvicinamento orbitale a Ceti Alpha 6, nell’ambito del progetto Genesis. Stiamo continuando la ricerca di un pianeta senza vita per soddisfare il reperimento di un luogo dove condurre l’esperimento Genesis, finora nessun successo.”
Una debole forza vitale viene captata sul pianeta e Chekov e il suo comandante Clark Terrell (Paul Winfield), dopo aver indossato gli scafandri, si fanno teletrasportare sul pianeta scosso dai venti e avvistano poco dopo dei container. Entrano in uno di questi e lo trovano vuoto ma Chekov scorge una fibbia con sopra inciso il nome “Botany Bay” e, atterrito, convince il suo comandante ad andar via subito da quel posto, ma è troppo tardi perchè fuori, ad attenderli, ci sono delle figure coperte di stracci che li riportano dentro al container. Uno di loro, evidentemente il capo, si toglie la mascheratura che gli copriva il viso e Chekov, anche se in realtà all’epoca non faceva ancora parte dell’equipaggio dell’Enterprise, per esigenze di copione, finge di riconoscerlo: è Khan (Ricardo Montalban). Sempre per le stesse esigenze di copione Khan riconosce il Primo Ufficiale e ne ricorda pure il nome mentre Terrell, non capendoci nulla, chiede spiegazioni a Chekov:
Terrell: “Chekov, chi è quest’uomo?”
Chekov: “Un criminale, Comandante, un prodotto della Ingegneria Genetica del ventesimo secolo!”
Terrell: “Cosa vuole da noi? Signore, io esigo…”
Khan: “Lei non è in condizione di esigere niente, Signore, ed io, d’altro canto, non sono in condizione di garantire niente… niente… Ciò che vede è tutto quello che rimane dell’equipaggio del Botany Bay, abbandonato qui, quindici anni fa, dal Comandante James T. Kirk!”
Terrell: “Stia a sentire voi non… voi non sapete…”
Khan: “Comandante! Comandante… risparmi le forze Comandante, questa gente ha giurato di vivere e morire al mio comando duecento anni prima che lei fosse nato. Vuol dire che non le ha mai raccontato niente? Per divertire il suo comandante, no? Non le ha raccontato come l’Enterprise catturò il Botany Bay che si era perso nello spazio nell’anno 1996 e mi abbandonò, assieme all’equipaggio, nel gelo subpolare?”
Terrell: “Non ho mai conosciuto l’Ammiraglio Kirk…
”Khan: “Ammiraglio? …Ammiraglio… Ammiraglio… Non le ha mai raccontato che l’Ammiraglio Kirk mandò settanta di noi in esilio su questa… brulla distesa di sabbia con le sole provviste di questo container come sostentamento?”
Chekov: “Sta mentendo! Su Ceti Alpha 5 c’era la vita, sta mentendo! Non siete stati abbandonati…”
Khan: “QUESTO È CETI ALPHA 5! Ceti Alpha 6 esplose sei mesi dopo che fummo abbandonati qui, l’esplosione deviò l’orbita di questo pianeta e tutto ciò che vi si trovava andò distrutto!”
Permetteteci ora di fare una disgressione astronomico-logica che piacerebbe tanto al Signor Spock: permesso e non concesso che l’esplosione di un pianeta sposti un altro mondo sulla stessa, identica e precisa orbita di quello scomparso, in modo che la Federazione trovi un mondo al posto di quello di prima e ci si possa confondere, la domanda che nasce spontanea è questa: il navigatore o l’Ufficiale Scientifico non sanno contare? Manca un pianeta, mica una nocciolina e nessuno si è accorto per quindici anni che all’anagrafe planetaria mancava un mondo delle dimensioni della Terra? Se fosse capitato qui in Italia nessuno si sarebbe stupito ma nella Federazione Unita dei Pianeti… non ci siamo… non ci siamo… Fine della disgressione!
Khan: “L’Ammiraglio Kirk non si è mai interessato di conoscere la nostra fine. È stato solo il fatto che il mio intelletto derivava da un sistema di origine genetica che ci consentì di sopravvivere. Sulla Terra, duecento anni fa, io ero un principe che comandava su milioni.”
Chekov: “Il Comandante Kirk era il suo anfitrione, lei ripagò la sua ospitalità cercando di rubargli la nave e di ucciderlo! ”
Khan:“Non vi aspettavate di trovarmi qui… pensavate che questa fosse Ceti Alpha 6… Perchè siete qui, perchè? (Nessuna risposta) Adesso permettetemi di presentarvi l’unica forma di vita indigena superstite di Ceti Alpha 5…. (Con delle pinze fa uscire una specie di scorpione scaglioso nascosto sotto la sabbia conservata in un grande contenitore trasparente, poi, estrae delle larve dalle creste della creatura e le mette in una ciotola.) Che ne pensate? Hanno ucciso venti dei miei uomini, compresa la mia adorata moglie… Ah, non tutti in una volta, certo… e non istantaneamente, certo… Vedete, il loro piccolo entra nelle orecchie e si incunea dentro la corteccia cerebrale, questo ha l’effetto di rendere la vittima estremamente arrendevole ai suggerimenti. In seguito, crescendo, porta la follia e la morte…”
Dopo aver introdotto le larve nei loro corpi Khan può conoscere la loro missione… Si impadronisce poi della nave e si dirige verso la stazione orbitante di Regula Uno per impossessarsi del Progetto Genesis.
Intanto Kirk è giunto sull’Enterprise e passa in rassegna l’equipaggio dei cadetti: fra essi c’è anche il nipote di Scott ma questo fatto è stato tagliato in montaggio.
Saavik commenta l’ingresso dell’Ammiraglio con Spock.
Saavik. “Non me l’aspettavo così, signore.”
Spock: “Che cos’è che l’ha sorpresa, tenente?”
Saavik: “È così… umano.”
Spock: “Nessuno è perfetto, Signor Saavik.”
Intanto a Kirk arriva un messaggio molto disturbato da Regula Uno: è della scienziata responsabile del Progetto Genesis, Carol Marcus (Bibi Besch). Essa lo accusa di aver dato ordine di smantellare la stazione e di consegnare tutto il materiale alla Reliant. In realtà noi sappiamo che è stato Khan a costringere Chekov a dare queste disposizioni alla dottoressa, così sia lei che suo figlio David (Merritt Butrick) credono che tale ordine provenga da Kirk. Ad aumentare la preoccupazione dell’Ammiraglio vi è anche il fatto che, in passato, c’era stato un profondo legame tra lui e Carol Marcus per cui si mette in contatto immediatamente con la Federazione e, ricevuta la risposta, va a parlarne con Spock nel suo alloggio.
Kirk: “Abbiamo un problema. Forse c’è qualcosa che non va a Regula Uno. Ho avuto ordine di indagare.”
Spock: “Se la memoria mi sostiene Regula Uno è un laboratorio di ricerche scientifiche.”
Kirk: “Ho detto al Comando della Flotta che la nostra è una nave stellare piena di ragazzi, ma siamo l’unica nave nel quadrante. Spock, questi suoi allievi, come potrebbero rispondere nel caso dovessero affrontare un’emergenza?”
Spock: “Come per tutte le cose viventi, ciascuno secondo le sue capacità. Naturalmente la nave è sua.”
Kirk: “No, questo non cambierà niente, mi porti a Regula Uno!”
Spock: “Come istruttore, in missione di addestramento, sarei lieto di comandare l’Enterprise. Se dobbiamo compiere una missione specifica è chiaro che a bordo è l’ufficiale più anziano che deve prendere il commando…”
Kirk: “Può non essere grave, una comunicazione alterata, prenda lei la nave.”
Spock: “Ascolti Jim, credo che lei parta da un falso presupposto. Io sono un Vulcan, non ho un ego che può essere offeso.”
Kirk: “Vuole ricordarmi che soltanto la logica detta le sue azioni?”
Spock: “Non intendo ricordarle ciò che lei sa benissimo, se mi permette di essere franco lei ha commesso uno sbaglio accettando la promozione. Comandare una nave è la mansione che più le si addice, tutto il resto è uno spreco di materiale!”
Kirk: “Non penso affatto di contraddirla!”
Spock: “È molto saggio. In ogni caso, se dovessi invocare la logica, la logica impone chiaramente che le esigenze di molti contano più di quelle di pochi…”
Kirk: “…o di uno!”
Spock: “Lei è mio diretto superiore ed è anche mio amico, io sono stato e sarò sempre suo amico.”
L’Enterprise fa rotta verso la stazione di Regula Uno e Kirk convoca nella sua cabina Spock e McCoy per mostrare loro che cosa è il Progetto Genesis. Per fare questo egli si collega con l’Archivio della Federazione dove gli viene chiesta la prova vocale e l’esame della retina quindi, sullo schermo, appare un filmato nel quale la Dottoressa Marcus illustra, per mezzo di filmati computerizzati, le finalità del progetto (era la prima volta che un’intera sequenza computerizzata veniva realizzata appositamente per un film).
Carol: “Progetto Genesis, questa è una proposta della Federazione…”
Spock: “Carol Marcus!”
Kirk: “Sì.”
Carol: “Cos’è esattamente Genesis? Beh, per semplificare, Progetto Genesis è la vita dall’assenza di vita. È un processo in cui la struttura molecolare è riorganizzata a livello subatomico nella materia che genera la vita di uguale massa. Lo Stadio Uno dei nostri esperimenti è stato condotto in laboratorio, lo Stadio Due sarà sperimentato in una cultura in assenza di vita. Lo Stadio Tre vedrà il processo tentato su base planetaria. È nostra intenzione introdurre il dispositivo Genesis in una zona preselezionata di un corpo spaziale privo di vita, una luna o un altro pianeta inanimato. Il dispositivo viene azionato provocando istantaneamente ciò che noi chiamiamo Effetto Genesis. La materia viene riorganizzata e il risultato è una rigenerazione vitale. Invece di una luna morta avremo un pianeta vivente che respira, capace di mantenere qualsiasi forma di vita decidessimo di depositargli.”
Spock: “Affascinante.”
Carol: “La luna riorganizzata simulata qui rappresenta una frazione minima del potenziale Genesis e un punto di partenza nel caso la Federazione volesse condurre questi esperimenti su vasta scala. Se consideriamo i problemi cosmici di popolazione, di rifornimento di cibo, l’utilità di questo progetto diventa palese. Ciò conclude la nostra proposta, grazie per la vostra attenzione.”
L’idea è molto meno fantascientifica di quanto si possa pensare. Al di là della rapidità del progetto, impensabile che si possa creare vita, acqua ed atmosfera su un pianeta che ne è privo, in pochi minuti, è stato calcolato che una cosa simile sarebbe possibile, per esempio, sul pianeta Marte. Ma occorrerebbero almeno centomila anni per rendere abitabile il pianeta Rosso per gli esseri umani. Torniamo a noi:
Spock: “È letteralmente la Genesi, Ammiraglio.”
Kirk: “La Forza della Creazione.”
Spock: “Hanno portato avanti i loro esperimenti?”
Kirk: “Il nastro è stato fatto circa un anno fa, suppongo abbiano raggiunto lo Stadio Due.”
McCoy: “Ma non pensate al pericolo che implica tutto questo? Supponga… supponga che venga usato dove già esiste la vita!”
Spock: “È ovvio che la distruggerebbe, Dottore, a favore della sua nuova matrice!”
McCoy: “La sua nuova matrice? Lei ha idea di cosa sta dicendo?”
Spock: “Non era mia intenzione valutare le sue implicazioni morali, Dottore, quando si è trattato di Storia Cosmica è sempre stato più facile distruggere che creare.”
McCoy: “Ora non più! Ora possiamo fare le due cose contemporaneamente. Secondo il mito la Terra fu creata in sei giorni e adesso che cosa succede? Adesso arriva Genesis, ora ve lo faremo in sei minuti!”
Spock: “Andiamo, Dottor McCoy, deve imparare a dominare le sue passioni, saranno la sua rovina. La logica consiglia…”
McCoy: “La logica?! Mio Dio, quest’uomo parla di logica! Noi stiamo parlando di un apocalisse cosmica! Lei ha sangue Vulcan, non umano!”
È il momento dello scontro tra Kirk e il suo malvagio avversario. L’Ammiraglio non sospetta nulla quando vede la Reliant venirgli incontro ed è quindi colto di sorpresa dai colpi sparati dalla nave stellare.
Fingendo di arrendersi al suo diabolico nemico che finalmente vede sullo schermo e riconosce immediatamente, con una mossa astuta, riesce a comandare a distanza la discesa degli schermi della Reliant e ad infliggere pesanti avarie alla nave comandata da Khan. Poi, zoppicando, l’Enterprise raggiunge Regula Uno ma solo dopo che c’è passato il suo avversario e trova così il satellite pieno di cadaveri e anche Terrell e Chekov, abbandonati dal principe perchè resistevano ai suoi ordini. Kirk trova le coordinate di un punto interno del planetoide attorno al quale ruota la stazione e vi si dirige con Saavik, Terrell, Chekov e McCoy.
Finalmente trovano dove si è nascosta la dottoressa con i tecnici scampati al massacro di Khan e trovano anche il contenitore di Genesis, pronto per l’uso. Ma l’essersi lasciato indietro Terrell e Chekov è stato un trucco di Khan che, in realtà si trova dall’altra parte del pianeta, dal lato opposto rispetto a dove si trova l’Enterprise. Avendo quindi localizzato Genesis, Khan se lo fa trasportare a bordo e abbandona Kirk al suo destino convinto che l’Enterprise si sia allontanata arrancando lasciandoli lì.
Terrell si uccide per non uccidere Kirk e Chekov viene liberato dal parassita. Intanto Kirk ha scoperto che David è il figlio di cui ignorava l’esistenza e mentre Saavik e McCoy, accompagnati da David, si allontanano nella grotta, Carol si attarda a parlare con Kirk.
Carol: “Ti prego, dimmi cosa senti dentro.”
Kirk: “C’è un uomo là fuori che non vedevo da quindici anni e che vuole uccidermi. Tu mi mostri un figlio che vorrei poter aiutare… mio figlio… La vita che poteva essere e che non è stata… Come mi sento? Vecchio… distrutto…”
Carol lo porta a vedere l’interno del pianeta dove lo Stadio Due è andato a completamento e una rigogliosa vegetazione, degli stagni, della frutta, accolgono gli astronauti. Dopo essersi rifocillati vengono di nuovo teletrasportati a bordo dell’Enterprise che aveva finto di allontanarsi per un piano concordato precedentemente fra Kirk e Spock. Così l’Enterprise si tuffa nella Mutara Nebula 153.4 una zona dove visori e computer tattico non funzioneranno per le interferenze ma questo non riguarda, stranamente, i sensori di Spock che riescono a individuare brillantemente i motori a impulso della Reliant. E che dire di un redivivo Chekov che non solo piazza tre scariche di phaser sulla nave stellare avversaria ma, forse consultando le stelle, ti sa dire pure la distanza esatta dalla Reliant? (Roba da “Piccola Bottega degli Errori”, no?) Comunque sia l’unico superstite è Khan che vuole trascinare anche Kirk in un olocausto finale, quindi inserisce Genesis mentre l’Enterprise si allontana claudicando.
Mancano pochi minuti all’esplosione finale e solo l’intervento di Spock che entra nella sala del generatore e si espone alle radiazioni mortali riesce a fare in modo che l’astronave possa allontanarsi a velocità Warp mentre la Reliant esplode con Khan a bordo. L’onda Genesis colpisce anche la vicina luna dove orbitava la stazione di studio di Carol Marcus.
Dall’interfono McCoy incita Kirk a scendere velocemente nella sala macchine. L’Ammiraglio intuisce che qualcosa è successo e lo raggiunge velocemente. Vede immediatamente Spock inginocchiato dentro la saletta del reattore.
Vuole entrarvi ma McCoy e Scott lo trattengono.
McCoy: “No! Inonderà tutto il settore!”
Kirk: “Ma morirà!”
Scott: “È inutile, è già morto!”
McCoy: “Troppo tardi!”
Kirk si avvicina alla paratia isolante e chiama disperatamente il suo amico.
Kirk: “Spock… Spock!”
Faticosamente il vulcaniano si alza, si mette a posto la giacca e si dirige verso Kirk battendo la testa contro la parte, è cieco e ustionato in volto, parla a fatica.
Spock: “La nave… è fuori pericolo?”
Kirk: “Sì!”
Spock: “Non si addolori, Ammiraglio, è la logica. Le esigenze di molti contano di più di quelle dei pochi… o di uno! Non avevo mai fatto il test della Kobayashi Maru finora, cosa ne pensa della mia soluzione?”
Kirk: “Spock…”
Spock: “Ammiraglio, sono sempre stato suo amico… (appoggia sul vetro isolante la mano nel gesto del saluto vulcaniano) Lunga vita e prosperità… (si accascia lentamente al suolo)”
Kirk: “No…”
Attorno alla bara del vulcaniano i compagni di sempre.
Kirk: “Siamo qui riuniti per rendere omaggio a un glorioso scomparso. In tutto questo dolore ci conforta il pensiero che la sua morte è avvenuta all’ombra di una nuova vita. L’alba di un nuovo mondo, un mondo per il quale il nostro amato compagno ha dato la sua vita. Egli non ha fatto sentire questo sacrificio vano e vuoto. Noi non discuteremo della profonda saggezza del suo operato, del mio amico posso dire solo questo: di tutte le anime che ho incontrato durante i miei lunghi viaggi, la sua è stata… la più umana!”
La cornamusa di Scott accompagna la bara lungo lo scivolo che la catapulta nello spazio verso la luna di Genesis, ora gonfia di nuvole, di oceani e coperta da fitta vegetazione.
Kirk è solo nella sua stanza, perso nei suoi pensieri, cerca di leggere il libro che gli ha dato Spock ma si accorge che i suoi occhiali sono rotti. Sente bussare alla porta, entra David.
David: “Spero di non disturbarti..”
Kirk: “No, affatto, dovrei essere in plancia.”
David: “Posso parlarti un momento?”
Kirk: “Stavo bevendo qualcosa, ne vuoi?”
David: “Il tenente Saavik aveva ragione: non hai mai affrontato la morte…”
Kirk: “No, non in questo modo. Non ho affrontato la morte, l’ho ingannata, sono riuscito a giocarla la morte e mi sono compiaciuto per questa mia scaltrezza… Io non so niente…”
David: “Sapevi abbastanza! Non hai detto a Saavik che affrontare la morte è importante almeno quanto affrontare la vita?”
Kirk: “Soltanto parole…”
David: “Ma parole buone… È da queste che nascono le idee, forse dovresti ascoltarle anche tu… Ho sbagliato su di te… mi dispiace…”
Kirk: “Sei venuto per dirmi questo?”
David: “Soprattutto… e anche che sono… fiero! Molto fiero di essere tuo figlio…”
I due si abbracciano.
Kirk: “<Giornale di bordo. Data stellare 8132.6. Nave stellare Enterprise diretta a Ceti Alpha 5 per il recupero dell’equipaggio della U.S.S. Reliant. Tutto procede regolarmente, eppure non posso fare a meno di pensare all’amico lasciato dietro di me. Ci sono sempre delle vie di scampo, diceva Spock, e se Genesis è in realtà la vita che nasce dalla morte, io devo tornare là di nuovo…>”
McCoy: “Finché lo ricorderemo Spock non morirà mai!”
Kirk: “Diceva: È la cosa migliore che abbia mai fatto in tutta la mia vita. È un luogo meraviglioso per riposare, ma che non ho mai conosciuto…”
Carol: “Cos’è, una poesia?”
Kirk: “No qualcosa che Spock cercò di dirmi quando ho compiuto gli anni…”
McCoy: “Jim, sta bene? Come si sente?”
Kirk: “Giovane… mi sento giovane…”
Sotto un cielo azzurro, in mezzo a un mare d’erba di un mondo dalla vita nascente, tra le felci che si alzano verso il cielo, è adagiata la bara di Spock…
“Spazio, ultima frontiera… Queste sono le crociere della nave stellare Enterprise. La sua missione è quella di esplorare strani e nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà… e di giungere arditamente dove nessun uomo è mai giunto prima d’ora…”
La Genesis Sequence del pianeta, come abbiamo detto, fu la prima sequenza in digitale introdotta in un film, è un momento storico in realtà: segna l’ingresso ufficiale del computer nella cinematografia di fantascienza che, da questo momento in poi, assumerà un ruolo sempre più importante e preponderante fino alle realizzazioni totali di astronavi, paesaggi, mostri; farà interagire persone vive con altre scomparse da tempo e così via, nonché colorare vecchi film in bianco e nero. Per le tecniche in digitale si utilizza quasi esclusivamente il computer, ricreando sul monitor il soggetto e/o lo spazio che si desidera filmare: chiunque di noi possieda un banale software CAD (per la progettazione architettonica degli ambienti) può avere un’idea di come si svolgono i lavori al computer; naturalmente i programmi utilizzati sono molto, ma molto più sofisticati.
Diversamente, la realizzazione dell’effetto Genesis (l’esplosione della natura), fu realizzata dalla Industrial Light and Magic (e chi altro?) e, per poterla rendere più credibile, fu preso a noleggio il Cow Palace di San Francisco e il soffitto è stato coperto da in telo nero con la cinepresa messa sul pavimento: in questo modo l’esplosione ha scagliato i detriti proprio verso la camera. La scena è stata filmata con una macchina da presa che era munita di un prisma rotante, questo permetteva di poter aumentare la esposizione di ogni singolo fotogramma senza variarne la velocità di scorrimento la quale era allucinante: 2.500 fotogrammi al secondo il che in pratica vuole dire che tutta la sequenza durava un secondo e venti decimi, al normale scorrimento di 24 fotogrammi al secondo era invece di un minuto e 40 secondi.
Quando i dirigenti della Paramount offrirono a Gene Roddenberry la produzione di un secondo film posero alcune condizioni dopo lo scotto di spese subito per la prima pellicola: sarebbe stata la divisione creativa della Paramount a produrre fattivamente il film e sarebbe stata proiettato nei cinema solo se si fosse rivelato un’opera di buona fattura, il budget era ridotto al minimo e non avrebbe avuto il controllo creativo.
Roddenberry rifiutò e divenne così consulente esecutivo. Il suo successore fu Harve Bennett che già aveva prodotto numerose serie televisive quali La Donna Bionica e si rese conto immediatamente che stava per prendere in mano la direzione di un mito. Quindi si vide tutti gli episodi televisivi e il film di Wise rimanendo particolarmente colpito da Spazio Profondo e pensò di realizzarne il seguito. Dopo aver avuto l’ok da Ricardo Montalban si trovarono di fronte a un’altra difficoltà: Leonard Nimoy non era più interessato a interpretare Spock. Harve Bennett non si arrese e propose a Nimoy la morte di Spock e questo interessò l’attore che rimase in attesa della sceneggiatura. Una volta che Nimoy l’ebbe letta non trovò come la morte del suo personaggio potesse legare con il resto della storia e il regista Nicholas Meyer gli diede ragione e fece le opportune modifiche. Il film, durante la lavorazione, si intitolò dapprima “The Undiscovered Country” poi “La Vendetta di Khan” (The Revenge of Khan) ma fu cambiato in L’Ira di Khan per non farlo assomigliare troppo al film che Lucas stava producendo “La Vendetta dello Jedi” che divenne, successivamente Il Ritorno dello Jedi. Una notizia di prima mano ci viene proprio dal libro di Leonard Nimoy Io Sono Spock ve la riportiamo pari pari…
“Nelle vesti di Khan, Montalban indossava un costume che mostrava i suoi pettorali, che erano sviluppati in maniera così imponente che molti spettatori si chiesero se fosse una protesi. Lasciate che ve lo dica: non era assolutamente una protesi! Erano gli invidiabili pettorali di Montalban.”
Harve Bennett chiese a Nimoy, il giorno in cui si doveva girare la sua “morte”, di aggiungere una scena che potesse poi essere ripresa in un eventuale seguito, per cui fu inventata lì per lì la fusione mentale che Spock fa allo svenuto McCoy, atterrato dalla presa vulcaniana di Spock, per poter entrare nella sala radioattiva e la parola ricorda che il vulcaniano gli sussurra. Questo fu poi il pretesto per il terzo film Star Trek III: Alla Ricerca di Spock (Star Trek III: The Search of Spock) diretto dallo stesso Nimoy.
La camera dalle pareti di vetro era veramente a tenuta stagna e Nimoy rischiò il soffocamento, oltre al fatto che sudava parecchio sotto quegli abiti pesanti che erano questa volta le divise e si dovette così ricorrere al sistema di pompare aria all’interno per non trovarsi poi veramente davanti a una dipartita vulcaniana non per radiazioni ma per mancanza d’aria, visto e stabilito che anche i Vulcaniani respirano… Girata la scena dell’addio a Kirk e con le pompe spente durante le battute perchè facevano troppo rumore, Leonard Nimoy fu tirato fuori dalla camera di tortura dove, a sua detta, aveva recitato “in apnea”…
I fan più attenti e preparati avranno senz’altro notato alcune incongruenze tecniche: Saavik, nel simulatore, riferisce la sua posizione, indicando le coordinate del sistema Gamma Hydra… beh, il sistema in questione si troverebbe sul confine Romulano e non su quello Klingon, come testimonia l’episodio Gli Anni della Morte (The Deadly Years).
(4 – continua)