Aldo Reggiani
Laura Belli
Mimmo Palmara
Alberto Atenari
Enzo Cerusico
Paola Tedesco
Pierluigi Aprà
Emilio Marchesini
Corrado Olmi
Fulvio Mingozzi
Gildo Di Marco
Tom Felleghy
Salvatore Puntillo
Luciana Lehar
Marcello Fusco
Pietro Zardini
Maria Tedeschi
Robert Hoffmann
Mara Venier
Gianfranco D’Angelo
Pupo De Luca
Umberto Raho
Erika Blanc
Maria Teresa Albani
Luciano Bonanni
Marilù Tolo
Riccardo Salvino
Glauco Onorato
Altea De Nicola
Gino Pagnani
Origine: Italia, Rai
Ideazione: Dario Argento
Durata: 1 stagione per un totale di 4 puntate di un’ora ciascuna
Il vicino di casa
Due giovani coniugi si trasferiscono con il figlio appena nato in una nuova abitazione sul litorale laziale, ignorando che il loro vicino di casa ha appena assassinato la moglie.
È l’episodio andato in onda per primo; si caratterizza per un’ambientazione claustrofobica e da incubo: tutta la vicenda si svolge prevalentemente di notte, all’interno di un appartamento, privo di telefono e illuminazione, sito in un piccolo edificio isolato vicino alla spiaggia, situazione a cui si aggiunge l’auto in panne dei due protagonisti. Elementi che, unitamente alle scenografie povere che contornano i due protagonisti, conferiscono alla vicenda un’atmosfera angosciante, dominata da un’onnipresente tensione, cui contribuiscono musiche e montaggio. A rendere bene il senso di desolazione che si respira in tutto il film contribuiscono inoltre le riprese notturne in esterni davanti l’abitazione, nel silenzio interrotto dalle folate di vento. In alcune sequenze sembra piuttosto palese la mano di Argento: ne sono un esempio il montaggio alternato, lo stacco dal piano lungo al primissimo piano (già applicati dal regista nei suoi film) e le suddette riprese esterne.
Luigi Cozzi, autore e regista di questo episodio, ha dichiarato di aver preso spunto da La finestra sul cortile di Hitchcock; in effetti, Mimmo Palmara, il “vicino di casa”, sembra avere le movenze di Raymond Burr, l’assassino in quel film, oltre al fatto che vuole sbarazzarsi della giovane coppia, testimone involontaria dell’uxoricidio. Altra citazione è Il cervello di Frankenstein, film che i due protagonisti guardano in televisione.
I due protagonisti sono Aldo Reggiani (reduce dall’argentiano Il gatto a nove code) e Laura Belli (già interprete degli sceneggiati Ho incontrato un’ombra e Il segno del comando). Nel ruolo dello psicopatico troviamo, come detto, Mimmo Palmara, noto doppiatore, stuntman, nonché interprete di numerosi peplum e spaghetti-western, mentre nel prologo dell’episodio compare lo stesso Argento.
Il tram
Un commissario di polizia indaga sul misterioso omicidio di una ragazza, assassinata nel vagone di un tram durante una corsa notturna.
L’episodio diretto da Argento rispecchia le sue idee già esposte nei primi tre lungometraggi. Partendo da una situazione eliminata dalla sceneggiatura originale de L’uccello dalle piume di cristallo, il regista romano, che qui si firma Sirio Bernadotte (in quanto all’epoca non voleva sminuire la propria immagine apparendo come regista di telefilm) per raccontare l’indagine condotta dal commissario, fa ampio uso degli elementi che contribuirono al successo dei suoi primi film: inquadrature studiate e ricercate, ossessione per il dettaglio (i tic del protagonista, che si schiocca continuamente le dita mentre pensa a come risolvere il rompicapo), martellante musica jazz di Gaslini, uso delle soggettive per generare curiosità e mistero, il “particolare” fondamentale che il protagonista non riesce a decodificare, ironia e umorismo di fondo che pervadono il film (la descrizione di alcuni sospettati, la sequenza del mitomane, le gaffe di Morini, sempre bersagliato da Giordani), la risoluzione di momenti drammatici con brevissime ma eloquenti scene (il principale sospettato che, ammanettato tra due carabinieri, urla la propria innocenza nell’aula giudiziaria) e, infine, la presenza dei caratteristi Fulvio Mingozzi, Gildo Di Marco, Tom Felleghi e Corrado Olmi.
Con questo film Argento conferma di essere affascinato dall’idea antonioniana dell’ingannevolezza dello sguardo, costruendo e sciogliendo il nodo giallo della vicenda attorno a uno spiazzante e inaspettato “particolare” sfuggente, che viene messo a fuoco da Giordani dopo aver percorso più volte il medesimo tragitto a bordo del tram al fine di risalire al momento del delitto, di cui nessun passeggero sembra essersi accorto. Inoltre, Argento mantiene basso il livello di tensione nella prima mezz’ora, per poi caricarla negli ultimi venti minuti, fino a farla esplodere durante la lunga attesa, commentata da una musica ossessiva, nella tesissima sequenza finale.
Il giovane commissario è interpretato da Enzo Cerusico, il cui personaggio presenta comunque una certa ambiguità di fondo, forse dovuta alla sua testardaggine, visto che, pur di smascherare il colpevole, non esita a utilizzare come esca la propria fidanzata (Paola Tedesco), che rischierà la vita pur di aiutarlo.
Originale è, infine, la scelta di affidare proprio al commissario il compito di esprimere un messaggio “politico” in chiusura d’episodio: «C’è anche il criminale intelligente, magari ha belle macchine, ville, lusso, può anche sembrare una persona per bene, compie delitti anche lui, eccome, solo che quando andiamo a vedere ci mostra le mani e sono sempre bianche, pulite, immacolate».
La polizia è alla ricerca di uno psicopatico evaso dall’ospedale psichiatrico, il quale sembrerebbe essere responsabile dell’omicidio di una donna. Intanto una ragazza, impegnata nel furto di una bambola, viene avvicinata da un misterioso individuo.
Terzo e penultimo capitolo della serie, a detta di alcuni il meno riuscito, non possiede la carica emotiva dei precedenti episodi, non essendoci veri momenti di suspense, salvo durante la scena nella sartoria, mentre la tensione è praticamente assente per tutta la durata del film. Più che a spaventare lo spettatore, gli autori della sceneggiatura sono interessati a creargli l’illusione di assistere a un certo svolgimento dei fatti, ricorrendo a un montaggio ingannevole e all’uso di soggettive tipiche di Argento. In questo senso, si veda anche la lunga soggettiva con cinepresa a spalla che apre l’episodio, la quale, tra l’altro, è molto simile al prologo del successivo Halloween – La notte delle streghe di John Carpenter.
Testimone oculare
Una donna racconta alla polizia di aver assistito a un omicidio, ma nessuno le crede perché dell’accaduto non è stata rinvenuta alcuna prova.
Pur essendo firmato da Roberto Pariante, l’episodio venne in realtà girato da Argento, il cui tocco è individuabile nella presenza di un misterioso individuo che, in guanti neri, parla al telefono con voce sibilata, nella ritmata colonna sonora che fa ampio uso di piatti e percussioni (ricordando molto lo score composto da Ennio Morricone per Quattro mosche di velluto grigio), nello stacco dal piano lungo al primissimo piano. Sono, invece, del tutto assenti humor e ironia che contraddistinguono Il tram, venendo questi sostituiti da un clima “nero” e asfissiante e da una costante sensazione di minaccia e di pericolo incombenti sulla protagonista (interpretata da Marilù Tolo), percepibile fin dalle prime immagini del film. Infatti, a differenza dell’altro episodio, nel quale la tensione esplodeva tutta negli ultimi venti minuti, qui si assiste a un graduale accumulo di dati “allarmanti” (un cadavere che sparisce, telefonate minacciose, serrature forzate, cavi telefonici tagliati) a sottolineare la dimensione claustrofobica e angosciante in cui viene a trovarsi la protagonista (ha visto un cadavere di donna, ma nessuno le crede), sempre più isolata all’interno della propria abitazione-prigione; peraltro, proprio il finale è l’unico punto di contatto con Il tram, nel quale Giulia rimaneva prigioniera nel deposito. Un finale, tra l’altro, che presenta diverse analogie con il già citato Halloween – La notte delle streghe.
Infine, altro elemento differenziale rispetto a Il tram riguarda il personaggio del commissario Rocchi (a cui dà il volto l’attore e doppiatore Glauco Onorato), molto più in ombra e pacato del collega Giordani, e meno ostinato nella ricerca della verità a tutti i costi, riuscendo alla fine a salvare Roberta solo per puro caso.
La porta sul buio è una miniserie televisiva antologica formata da quattro episodi gialli di circa un’ora, curati e prodotti da Dario Argento, reduce dai successi dei primi tre film, e trasmessi dalla RAI per quattro settimane nel settembre 1973 sul Programma Nazionale (l’odierna Rai 1).
Ogni episodio veniva presentato da Dario Argento, che firmò la regia del secondo episodio con lo pseudonimo Sirio Bernadotte e subentrò a Roberto Pariante nella regia del quarto, mentre gli altri due film vennero affidati a Luigi Cozzi, collaboratore di Argento, e a Mario Foglietti. Si trattava di un team già collaudato, in quanto in Quattro mosche di velluto grigio Pariante era stato aiuto regista di Argento e Cozzi assistente alla regia e coautore del soggetto con Foglietti e Argento.
La serie fu trasmessa dal primo canale in prima serata, ma, non essendo i telespettatori dell’epoca avvezzi a scene “forti” in televisione, Argento e colleghi dovettero contenersi nella rappresentazione di scene cruente e di terrore, come fino ad allora il regista aveva abituato le platee cinematografiche. Non per questo gli autori delle quattro storie rinunciarono ad imbastire delle trame dalle tinte fosche, atmosfere stranianti e con una sufficiente dose di suspense. Argento in particolare cercò di trasferire in queste brevi storie le sue idee, già proposte sul grande schermo, rappresentando la mini serie un’occasione per il regista di sperimentare nuove tecniche di ripresa e di esplorare nuovi linguaggi cinematografici adatti al thriller.
La serie vedeva, come detto, molti nomi alternarsi e scambiarsi sia come registi sia come autori. Troviamo: alla regia Luigi Cozzi (Il vicino di casa), Dario Argento (Il tram), Roberto Pariante (Testimone oculare), Mario Foglietti (La bambola); alla stesura dei soggetti e delle sceneggiature Luigi Cozzi (Il vicino di casa), Dario Argento (Il tram), Dario Argento e Luigi Cozzi (Testimone oculare), Marcella Elsberger e Mario Foglietti (La bambola).
La fotografia della serie era stato chiamato Elio Polacchi, mentre per il montaggio troviamo Alberto Moro (Il tram) e Amedeo Giomini per gli altri film. Per quanto riguarda le musiche erano tutte opera di Giorgio Gaslini, pianista e compositore jazz, il cui apporto fu fondamentale alla confezione della serie, mentre a completare il cast tecnico troviamo alla scenografia e ai costumi Dario Micheli.
Tra gli attori troviamo molti nomi che nel corso della loro carriera hanno avuto a che fare con pellicola di genere fantastico. Tra questi segnaliamo: Aldo Reggiani (Il gatto a nove code, La freccia nera), Laura Belli (Milano odia: la polizia non può sparare, Il segno del comando, Gamma), Mimmo Palmara (Barracuda), Enzo Cerusico (La regina delle Amazzoni, Sei donne per l’assassino, L’etrusco uccide ancora, L’isola del tesoro), Paola Tedesco (Le amazzoni – Donne d’amore e di guerra, Il gatto dagli occhi di giada, Il segno del comando), Corrado Olmi (Il gatto a nove code, Quattro mosche di velluto grigio), Fulvio Mingozzi (Kriminal, Requiescant, Flashman, L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code, La tarantola dal ventre nero, La coda dello scorpione, Quattro mosche di velluto grigio, Sette orchidee macchiate di rosso, Frankenstein ’80, Gatti rossi in un labirinto di vetro, Profondo Rosso, Gli amici di Nick Hezard, Roma a mano armata, Il trucido e lo sbirro, I padroni della città, Diamanti sporchi di sangue, Suspiria, Occhi dalle stelle, Inferno, La banda del gobbo, Mia moglie è una strega, I nuovi barbari, Assassinio al cimitero etrusco, Tenebre, Phenomena), Tom Felleghy (Caltiki il mostro immortale, …4..3..2..1…morte, L’inafferrabile invincibile Mr. Invisibile, Il gatto a nove code, La coda dello scorpione, Quattro mosche di velluto grigio, Sette orchidee macchiate di rosso, Tutti i colori del buio, La notte dei diavoli, La morte negli occhi del gatto, Spasmo, Gatti rossi in un labirinto di vetro, Profondo Rosso, Il medaglione insanguinato, Gli amici di Nick Hezard, Anno zero: guerra nello spazio, Nero veneziano, Incubo sulla città contaminata, L’altro inferno, Fuga dal Bronx, Voci dal profondo, La casa del sortilegio), Robert Hoffmann (Spasmo, Occhi dalle stelle), Umberto Raho (Lo spettro, L’ultimo uomo della Terra, I lunghi capelli della morte, I diafanoidi vengono da Marte, I criminali della galassia, Satanik, Danza macabra, L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code, La notte che Evelyn uscì dalla tomba, Gli orrori del castello di Norimberga, Superfantagenio, Extra), Erika Blanc (Agente S03 operazione Atlantide, Operazione Paura, La notte che Evelyn uscì dalla tomba, La terrificante notte del demonio, Body Puzzle), Marilù Tolo (La regina delle Amazzoni, Assassinio al cimitero etrusco) e Glauco Onorato (I tre volti della paura, Profondo Rosso).