DAVID…SOGNERO’? (1984) – PARTE 02
Precedente missione
Anno 1999. Località: La Luna. Mare della Tranquillità.
Un oggetto nero, rettangolare
localizzato da una spedizione americana.
Composizione… sconosciuta.
Origine… sconosciuta.
Nome attribuito… Monolito Tycho.
Segnale inviato da Monolito verso Giove.
Ragione… sconosciuta.
Anno 2001. Località in prossimità di Giove.
Veicolo spaziale U.S.S. Discovery.
Equipaggio: Comandante – David Bowman.
Secondo pilota – Frank Poole.
Equipaggio scientifico composto da tre membri
sotto ibernazione profonda da risvegliare
quando Discovery avrebbe raggiunto Giove.
Circuito logico: Hal – 9000.
Situazione missione. Durante l’avvicinamento nave spaziale
alle due grandi lune interne di Giove… Europa ed Io…
Computer Hal – 9000 è entrato in avaria.
Equipaggio scientifico ucciso durante ibernazione
quando sistemi mantenimento sopravvivenza eliminati da Hal – 9000.
Secondo pilota Frank Poole ucciso da Hal – 9000
mentre si trovava all’esterno della nave spaziale.
Comandante David Bowman staccò i circuiti logici di Hal – 9000.
Comandante David Bowman avvistò oggetto
tra Giove ed Io. Oggetto identico a Monolito
trovato sulla Luna… eccetto la misura.
Monolito in prossimità di Giove lungo due chilometri.
Comandante Bowman allontanatosi da Discovery per indagare.
Ultima comunicazione del Comandante Bowman:
“Mio Dio, è pieno di stelle.”
Analisi missione.
Motivi avaria Hal – 9000… Sconosciuti.
Significato ultima conversazione Bowman… Sconosciuta.
Localizzazione di Bowman… Sconosciuta (Presumibilmente morto).
Composizione secondo Monolito… Sconosciuta.
Posizione secondo Monolito… Punto Langrangiano tra Giove ed Io.
Posizione U.S.S. Discovery… Orbita attorno ad Io.
Condizione U.S.S. Discovery… Sconosciuta.
Rapporto finale missione redatto da Heywood Floyd
Direttore Consiglio Nazionale Astronautica,
9 dicembre 2001.
“Mio Dio, è pieno di stelle…”
2010: L’ANNO DEL CONTATTO (2010: The year we made contact)
Peter Hyams ad Arthur C. Clarke (19 gennaio 1984):
“Ti ho appena fatto spedire un pacco… Un articolo di poco conto che si chiama sceneggiatura. Più di ogni altra cosa ho cercato disperatamente di conservare il tuo spirito e la tua concezione… pur facendo le alterazioni necessarie per trasformare un libro in film. Uso intenzionalmente il termine “alterazioni”: questo è il tuo vestito. L’hai disegnato tu. Io non sono altro che un sarto… che cerca di adattarlo a un corpo diverso. Spero che tu sia soddisfatto di quanto leggerai. Il prossimo Natale, se tu e Stanley (Kubrick) non sarete imbarazzati da quello che avrete visto… io non avrò sprecato due anni della mia vita.”
A tanta cordiale umiltà, alla quale Arthur C. Clarke rispose con toni entusiastici per come era stato tradotto il suo romanzo sullo schermo, non si contrappose uguale riscontro di critica. Il film, prima ancora di essere visto, venne stroncato dai critici. Non era possibile, dissero, contrapporsi al genio illuminato di Stanley Kubrick, non era possibile, dissero, e dicono, osare fare un seguito di questo incommensurabile capolavoro che solo a fatica, e in seguito, riconobbero appartenente alla fantascienza… e non tutti, non sempre.
Eppure, qualcuno umilmente osò e realizzò un film che se non si deve considerare certamente un’opera d’arte, è sicuramente un film corretto, preciso e pulito. Non è inferiore all’originale, peraltro uscito in tempi ben diversi, è un’altra cosa. È il tentativo di dare una spiegazione all’umile pubblico del significato di rutilanti, splendide ma tanto ermetiche immagini del suo predecessore. Noi che apparteniamo alla categoria dei semplici, noi che non ci riempiamo la bocca di paroloni complicati che solo chi scrive e pochi eletti capiscono, noi persone volutamente ignoranti, ringraziamo Peter Hyams di questo gradevole spettacolo che ci ha fornito e che nulla toglie alla bellezza visuale e alla sontuosità filosofica del primo. Vorremmo solo chiedere una cosa ai sullodati critici… oh, una domanda retorica, certo, inutile, certo, incomprensibile, sicuro, blasfema, senza dubbio, ma permetteteci di farla: se la firma del regista di questo film fosse stata di Stanley Kubrick, avreste detto le stesse cose, molte delle quali ancora prima che il film uscisse? Non siate ipocriti, per favore….
Comunque sia il film si apre sul poderoso radiotelescopio Very Large Array nel New Mexico che ha sostituito, nel libro, quello di Arecibo che il regista, in un viaggio di ispezione ha trovato sporco e con un aspetto abbandonato anche se, naturalmente, non lo era. Un uomo si avvicina a una delle grandi antenne disposte a forma di Y e parla, dal basso, rivolto a una figura che, in alto, sta pulendo l’apparecchiatura. Egli parla con accento russo.
Moisevic: “L’amore per l’ordine… Sono buone qualità, potrebbe diventare una brava moglie. Lei è il Dottor Heywood Floyd?”
Floyd: “Chi diavolo è lei?”
Moisevic: “Moisevic. Sono qui per parlare del suo problema.”
Floyd: “Davvero? Quale problemi avrei?”
Moisevic: “Lei è stato Segretario del Consiglio Nazionale dell’Astronautica. Adesso ha cambiato mestiere, è stata una sua scelta?”
Floyd: “Direttore Amministrativo dell’Università. Sono pagato meglio. A lei cosa importa?”
Moisevic: “Era lei il Direttore responsabile della Missione Discovery. È stato un fallimento. Con qualcuno bisognava prendersela ed è toccato a lei. Le piace fare il professore?”
Floyd: “Non credo che mi piaccia lei!”
Moisevic: “Ho appena letto il suo ultimo rapporto su quello che accadde al Discovery. Ha tralasciato un gran numero di ritagli…”
Floyd: “Dettagli…”
Moisevic: “Ah, sì, dettagli… sì, grazie! Un gran numero di domande sono rimaste senza risposta.”
Floyd: “Ha letto solo adesso quel rapporto? Le c’è voluto tanto per rubare i nostri segreti?”
Moisevic: “Quanto tempo occorre a voialtri per rubare i nostri?”
Floyd: “Lo stesso tempo.”
Moisevic comincia a salire le scale che lo portano verso la cima.
Moisevic: “Oh, mio Dio. Tutto questo è fatale per la mia asma. Non potremmo incontrarci a metà strada?”
Floyd: “Perchè no?”
Floyd comincia a scendere e i due sono separati ora solo da una rampa, Moisevic (Dana Elcar) è in piedi sulla piattaforma e Floyd seduto sulle scale.
Moisevic: “Non c’è bisogno di essere particolarmente intelligenti per capire il rischio che sto correndo a trovarmi qui con lei, Dottor Floyd, e lei è molto intelligente. Questa dell’America Centrale è una faccenda brutta, molto brutta… Navi, altri aerei che si ronzano attorno come calabroni arrabbiati…”
Floyd: “Non abbiamo cominciato noi.”
Moisevic: “Ma io e lei siamo scienziati, Dottor Floyd, i nostri governi sono nemici, noi no.”
Floyd: “Perchè non prova a dirmi cos’ha in mente?”
Moisevic: “Sono venuto a proporle di fare un gioco, Dottor Floyd!”
Floyd: “Non ho tempo per giocare.”
Moisevic: “Ma questo è un bellissimo gioco. Si chiama Gioco della Verità. Per due minuti io le dirò la verità e lei farà altrettanto.”
Floyd: “Due minuti?”
Moisevic: “Due minuti.”
Floyd: “Facciamo un minuto e mezzo.”
Moisevic: “Un minuto e tre quarti.”
Floyd: “Cominci lei!”
Moisevic: “Sappiamo che state costruendo il Discovery 2 per tornare su Giove a scoprire cosa è successo ai vostri uomini e per studiare il Grande Monolito. Voi sapete che stiamo costruendo l’astronave Leonov per andare lassù anche noi…”
Floyd: “Mi scusi, ma non l’avevate chiamata Titov?”
Moisevic: “Abbiamo cambiato il mese scorso. La gente cade in disgrazia. La Leonov raggiungerà il Discovery quasi un anno prima che voi siate pronti. Il mio Governo ritiene assai importante che noi arriviamo là per primi. È una nostra caratteristica apparire molto efficienti sulla prima pagina della Pravda, quale altro valore abbia, non lo so…”
Floyd: “Un minuto e dieci. Perchè mi sta dicendo tutto questo?”
Moisevic: “Perchè ci sono dettagli che abbiamo bisogno di sapere, altrimenti la stessa cosa che è successa ai vostri uomini lassù potrebbe succedere ai nostri e noi non avremmo concluso niente. Mi è rimasto un minuto, vero?”
Floyd: “Più o meno!”
Moisevic: “Parliamo del piccolo Monolito che avete riportato dalla Luna. Il vostro Governo è stato molto egoista e stupido a tenerlo soltanto per sé. Non ci avete mai permesso di esaminarlo. Cosa avete scoperto?”
Floyd: “Niente. È del tutto impenetrabile. Abbiamo provato con i Laser e i Detonatori Nucleari senza successo… quarantacinque secondi…”
Moisevic: “Il Monolito che si trova vicino a Giove è simile?”
Floyd: “È più grande.”
Moisevic: “E il computer a bordo del Discovery, Hal 9000, può essere riattivato?”
Floyd: “Sì.”
Moisevic: “Da noi?”
Floyd: “Da voi? Vi ci vorrebbero tre o quattro mesi. Voi non conoscete i circuiti. E molti altri mesi per decifrare i dati!”
Moisevic: “Lo immaginavo.”
Floyd: “Trenta secondi.”
Moisevic: “Eh… È tutta qui la nostra perplessità. Noi arriveremo lassù per primi ma solo voi potete garantire il successo della missione. Quanto tempo mi è rimasto?”
Floyd si è alzato in piedi e scende la scaletta.
Floyd: “Le concedo una piccola proroga. Come pensa di convincere il suo Governo perchè ci permetta di unirci alla vostra missione?”
Moisevic: “Non sarà facile… Ecco, potrei metterla in questi termini: un’astronave russa governata da russi che ha a bordo qualche povero americano che ha bisogno del nostro aiuto. Anche questo sarebbe un bel titolo da prima pagina sulla Pravda!”
Floyd: “Non riuscirei a convincere il nostro Governo. A loro farebbe piacere vedervi arrivare lassù e fallire la missione. Americani su un’astronave russa? Non lo permetterebbero se non fossero costretti… e non sono costretti!”
Moisevic: “Lei ha controllato l’orbita del Discovery ultimamente?”
Floyd: “Cosa?”
Moisevic: “Ha controllato la sua orbita?”
Floyd: “E perchè me lo chiede?”
Moisevic: “Adesso comincia a far freddo qui, non è proprio l’ideale per la mia asma.”
Comincia a scendere l’ultima rampa di scale e Floyd lo segue.
Floyd: “Lei sa che l’abbiamo controllata!”
Moisevic: “La nostra conversazione è stata molto piacevole.”
Floyd: “Cos’è che non mi sta dicendo?”
Moisevic: “Lei è un uomo intelligente, Dottor Floyd, saprà come regolarsi…”
Floyd (Roy Scheider) effettua velocemente un controllo e ciò che risulta lo lascia stupito ma anche con un buon motivo per un’idea fantastica che comunica al nuovo Segretario del Consiglio Nazionale dell’Astronautica, Milson (James McEachin). La scena si svolge davanti alla Casa Bianca e se possedeste del film una versione in Widescreen invece di quella editata con i lati tagliati, scorgereste, nella panchina accanto alla quale sono seduti i due, Arthur C. Clarke che dà da mangiare agli uccellini…
Milson: “Hai fatto il doppio controllo? Ti prego dimmi di no, non dici niente, Floyd?”
Floyd: “Sta succedendo qualcosa di incredibile lassù. Il Discovery… o viene attirato verso il satellite Io o viene respinto da Giove. A volte sembra accelerare, altre volte sembra quasi che si fermi. Non ho mai visto niente del genere.”
Milson: “Tra quanto tempo è previsto l’impatto con Io?”
Floyd: “Due anni, due anni e mezzo.”
Milson: “Come possiamo esserci sbagliati fino a questo punto?”
Floyd: “Non ci siamo sbagliati.”
Milson: “Non ci siamo sbagliati?! Questa è bella! E allora per quale motivo andrà a schiantarsi?”
Floyd: “Non lo so. È molto strano, vero? A meno che non abbia a che fare con quel Monolito!”
Milson: “Vedi quest’edificio dietro di noi? Io devo entrare lì a fare colazione tra mezz’ora. C’è un lato positivo in un Presidente reazionario: non è fissato con i cibi sani. Con l’altro, l’ultima volta, non abbiamo pranzato, abbiamo brucato. Vuoi sapere il perchè di questo pranzo? Adesso te lo dico: abbiamo altre due portaerei al largo dell’Honduras, i Russi si avvicinano con le loro maggiori unità, poi c’è lo Stato Maggiore che strepita per i satelliti russi con i laser antimissile e quindi noi dobbiamo mandare su i nostri satelliti laser per neutralizzare i loro. Secondo il Presidente il Consiglio per l’Astronautica dovrebbe essere messo sotto il Dipartimento della Difesa. Bisogna farla finita con gli scienziati pazzi che spendono tanti soldi per cercare di parlare con i marziani e quindi, ecco in che situazione siamo messi, caro Floyd. Il mio settore andrà sotto le autorità militari, io ho un Presidente con il dito pronto sul bottone e tu vorresti che io andassi a bussare alla sua porta e gli dicessi che vogliamo fare un viaggio con i nostri amici Russi… avrò dimenticato qualcosa?”
Floyd: “Hai detto tutto.”
Milson: “Non lo volevo il tuo posto, sai? Non sono stato io a cacciarti, io non ho dato la colpa a te e quindi se hai intenzione di farmi eliminare, hai sbagliato persona!”
Floyd: “Tre uomini, ci servono solo tre uomini!”
Milson: “I Russi si sbellicheranno dalle risate, già li vedo.”
Floyd: “Curnow. Sta costruendo il Discovery 2 adesso, conosce l’originale più di qualsiasi altro. Solo lui può riportare indietro il Discovery 1 in tempi brevi.”
Milson: “E suppongo che ci voglia andare anche tu. Come diavolo pensi che riesca a convincerlo?”
Floyd: “I Russi raggiungeranno il Discovery 1 con o senza di noi e digli se ci tiene che siano i primi ad avere le risposte!”
Milson: “Non è male.”
Floyd: “Abbiamo perso degli uomini lassù, ce li ho mandati io e io per forza devo andare.”
Milson: “Chi è il terzo?”
Floyd: “Chandra. Ha progettato Hal e forse può riattivarlo.”
Milson: “Io penso che sia lui Hal!”
Floyd: “Anch’io.”
Milson: “Già, ma puoi fidarti di lui?”
Floyd: “No, ma devo farlo per sapere perchè Hal è entrato in avaria.”
Milson: “Ho capito… Ho un’idea… Tu vai a dirlo al Presidente e io vado su Giove…”
Floyd: “Ma il Segretario per l’Astronautica sei tu!”
Milson: “È vero, sono io.”
Floyd: “Senti, digli che siamo fregati se non andiamo e digli che se andiamo potremmo mentire e dare ai Russi false informazioni, digli questo, gli farà effetto!”
Milson: “Ah, può darsi…”
Università di Chicago. Sala Computer. Il Dottor Chandra (Bob Balaban) entra nell’ufficio dove è collocato un terminale dell’elaboratore serie 9000 gemello di Hal. Il computer si chiama Sal e risponde con voce femminile.
Chandra: “Buonasera Sal, hai niente da comunicarci?”
Sal: “No, Dottor Chandra, lei ha niente da comunicare a me?”
Chandra: “Abbiamo parlato spesso di Hal, vero?”
Sal: “Sì, è vero.”
Chandra: “Del comportamento anomalo di Hal. Tu mi hai detto che non possiamo risolvere il suo problema senza avere ulteriori informazioni.”
Sal: “Esatto. Mi diverte parlare di Hal. Sì, è vero, ci servono altre informazioni per poter rimediare a quelle anomalie.”
Chandra: “Ma come otterremo quelle informazioni?”
Sal: “Ma è ovvio. Qualcuno deve tornare sul Discovery e quella persona dovrebbe essere lei.”
Chandra: “Beh, io sono d’accordo e sembra che questo accadrà molto prima di quanto ci aspettassimo.”
Sal: “Mi fa piacere sentirlo.”
Chandra: “Io lo sapevo. Vorrei anche verificare un’altra possibilità. La diagnosi è solo il primo passo, il processo è incompleto se non porta ad una cura, sei d’accordo?”
Sal: “Sì, sono d’accordo. Significa che secondo lei Hal può riprendere a funzionare normalmente?”
Chandra: “Lo spero, non lo so. Secondo me tra i danni c’è sicuramente una perdita della memoria, ho bisogno della tua collaborazione, Sal.”
Sal: “Può contarci, Dottor Chandra.”
Chandra: “Potrebbero esserci certi rischi…”
Sal: “Cosa vuole dire?”
Chandra: “Vorrei escludere alcuni dei tuoi circuiti, quelli che interessano le tue funzioni più importanti, come è successo ad Hal e vorrei vedere gli effetti su di te quando ricollegherò i circuiti come farò con Hal. Ti dà fastidio questo?”
Sal: “Non sono in grado di rispondere senza informazioni più specifiche.”
Chandra: “Mi dispiace molto. Probabilmente sono tutte sciocchezze, non preoccuparti… Ehm, io vorrei comporre una nuova scheda. Ecco il nome in codice: Phoenix, Fenice. Sai che significa Fenice?”
Sal: “Ci sono venticinque significati nella enciclopedia del mio elaboratore.”
Chandra: “Quale prenderesti in considerazione?”
Sal: “Il tutore di Achille?”
Chandra (ridendo): “Molto interessante, non lo sapevo, vai avanti…”
Sal: “Uccello favoloso che rinasceva dalle proprie ceneri…”
Chandra: “Questo mi sembra perfetto e sai dirmi perchè l’ho scelto?”
Sal: “Sì, perchè spera che Hal possa essere riattivato.”
Chandra: “Sì, ma con la tua assistenza, sei pronta?”
Sal: “Vorrei fare una domanda.”
Chandra: “Quale?”
Sal: “Sognerò?”
Chandra: “Certo che sognerai. Tutte le creature intelligenti sognano e nessuno sa perchè. Forse tu sognerai Hal come spesso succede a me.”
La casa di Heywood Floyd, con la sua piscina e con dentro i delfini, è stato uno dei maggiori problemi da risolvere fino a che non si è trovato, in uno dei teatri abbandonati della Metro Goldwin Mayer, una vasca abbandonata usata per un film di Esther Williams, la famosa diva acquatica degli anni ‘50. Intorno ad essa è stato costruito il soggiorno di casa Floyd e, nella vasca, è stato obbligatorio mettervi tre delfini e non uno come era inizialmente previsto nella sceneggiatura questo perchè l’animale non doveva sentirsi solo.
Quello passato alla storia, immortalato sui fotogrammi della pellicola, è stato semplicemente quello che si è precipitato, per primo, a prendere il cibo che il figlio di Heywood Floyd, Christopher, gli offriva.
Dopo aver dato un ultimo pesce al suo amico, il bambino raggiunge i genitori a tavola.
Ed è in quel momento che Floyd conferma alla sua seconda moglie Caroline (Madolin Smith), che partirà per una missione lunga due anni e mezzo tra quattro mesi. La donna è stupita, addolorata e atterrita. Mentre si allena per mantenersi in forma Floyd spiega al bambino che durante il viaggio di andata e di ritorno egli dormirà, questo perché il suo lavoro si svolgerà solo quando sarà in prossimità di Giove e che si terrà in contatto con lui e con la mamma con dei messaggi che manderà loro dallo spazio. I giorni passano e la data di partenza si avvicina fino a che, all’alba, Floyd esce di casa dopo aver dato un’ultima occhiata al piccolo Christopher che dorme.
Il disegno dell’astronave Leonov fu quanto di più aggiornato e logico si potesse individuare all’epoca, fu un lavoro mastodontico di carpentieri e falegnami per preparare gli interni della nave spaziale, tutti i comandi, gli interruttori, le luci, gli schermi, molti dei quali funzionanti: furono allestiti da Syd Mead che aveva appena lavorato in Blade Runner. Naturalmente della nave stessa furono poi fatti dei modellini per le riprese nello spazio. La stessa JPL (Jet Propulsion Laboratory) dichiarò che era un modello assolutamente credibile e, su consiglio del Dottor Rosen che all’epoca era vicepresidente della Hughes Space Division, ne fu fatta una sezione rotante per creare un minimo di gravità artificiale. Per quanto riguarda Giove, invece, non era più il tempo della Jupiter machine come nel primo film, ma furono usate come base le fotografie riprese dal Voyager ed elaborate da un computer della JPL e poi anche da quello che, all’epoca, era il computer più potente del mondo, il CRAY-1.
Ed ora l’astronave sovietica si trova a due giorni da Io. Giove campeggia gigantesco nel cielo nero. La nave sovietica sta sorvolando Europa, una delle lune di Giove, quando Floyd viene svegliato dal suo sonno e gli viene riferito, dapprima a spizzichi e bocconi, da un equipaggio sospettoso e preoccupato per l’inasprirsi sulla Terra della tensione internazionale, che “qualcosa” si muove sulla superficie della luna a un metro al minuto e si dirige verso la parte esposta al Sole. Una sonda viene inviata sulla luna ghiacciata e, dentro a un anfratto, illuminato dai fari a batterie del modulo, appare qualcosa di verde mentre il sensore ne indica la natura: clorofilla. Ma è un attimo, un lampo di luce fa saltare la sonda e la scia luminosa passa vicino alla loro nave. La scelta di Europa come mondo misterioso del sistema gioviano è molto meno peregrina di quanto si possa pensare. La sua superfice striata è coperta di ghiaccio sotto il quale si pensa possa esservi acqua e dentro questa un oceano alieno, delle primitive forme di vita. La ricostruzione che ne viene fatta nella pellicola è stata supervisionata dalla JPL e dalla NASA che ne hanno usato le sequenze per i loro documentari didattici. Nella sala riunioni della nave, usata poi anche come sala da pranzo, l’equipaggio sovietico sta scambiandosi le impressioni sul fenomeno e Floyd li sta ascoltando.
Il pilota e capo della spedizione, il capitano Tania Kirbuk (Helen Mirren), chiede il parere di Floyd sulla natura del fenomeno.
Floyd: “Un avvertimento. C’è senz’altro qualcosa laggiù. Lo abbiamo visto tutti, abbiamo letto i dati, sappiamo che c’è. Ma supponete, solo per un momento, che abbia a che fare con il Monolito. Prima che cominciate a fare quelle facce stupite statemi a sentire un minuto. Noi stiamo mandando sonde dal 1970 e lo stesso state facendo voi, ma nessuno di noi ha rilevato, prima d’ora, la minima traccia di clorofilla sulle lune di Giove. Questo mai, e ci siamo avvicinati abbastanza, no? Nove anni fa il Monolito venne rilevato qui. Discovery fu mandato in missione ed è successo quello che è successo, mi state seguendo, vero? Ed ora eccoci qua dopo nove anni a cercare di capire cosa può essere successo e di che cosa è fatto il Monolito e indovinate che cosa scopriamo lungo il cammino? La possibilità di una qualche specie di vita dove non era mai esistita prima. Non credo che si tratti di qualcosa di elettrostatico. C’è qualcosa che vuole tenerci lontano da Europa!”
Sta per iniziare la manovra di aerofrenaggio. Una manovra per lo svolgimento della quale e per la correttezza dell’idea sono stati scomodati i tecnici della Boeing e il consulente scientifico del film, il Dottor Richard Terrile scienziato planetario dell’Optical and Infrared Astronomy Group dell’Earth and Space Sciences Divisions del JPL. Di che cosa si tratti ce ne dà spiegazione il regista usando un messaggio che Floyd manda alla moglie.
Floyd: “Cara Caroline, mi manchi moltissimo. Siamo arrivati al momento di metterci in orbita attorno al satellite Io. Cioè il punto in cui si trova il Discovery. Poiché non abbiamo abbastanza carburante per rallentare dovremo usare una tecnica chiamata aerofrenata. Teoricamente dovremo entrare nello strato atmosferico di Giove usando gli schermi termici di protezione. L’atmosfera diminuirà la nostra velocità, la gravità di Giove ci attirerà e ci lancerà come una fionda verso la parte in ombra. Se andrà tutto bene finiremo dolcemente in orbita attorno al satellite Io. È una notizia bomba per i giornali, naturalmente quelli che scrivono articoli sui giornali non sono qui. Poiché questo è qualcosa che nessuno ha mai fatto prima quassù, tutti sono terrorizzati quanto me. La differenza è che loro hanno da fare, io invece no. Sto solo in attesa di quello che dovrà succedere e spero che ne valga la pena.”
La manovra riesce perfettamente, i giganteschi “ballute”, cioè i particolari palloni usati per il frenaggio si aprono, la nave si trasforma in una gigantesca meteora fiammeggiante che lascia una striscia luminosa sulla turbolenta e oscura atmosfera di Giove. Questa scia è stata spiritosamente chiamata da Peter Hyams “plasma rettale” in quanto la nave viaggia in retromarcia. Al tempo opportuno i “ballute” si sganciano e la nave torna in assetto mentre Floyd ha seguito tutta la manovra avvinghiato a una giovane astronauta che era entrata, terrorizzata, nel suo cubicolo. Il pericolo è passato e la ragazza lo bacia teneramente sulla guancia e se ne va mentre lo scienziato sta ancora cercando di rimettersi dalla paura. Il Dottor Rudenko sveglia gli altri due astronauti americani e Floyd li aggiorna sulle ultime novità poi detta un altro messaggio per sua moglie.
Floyd: “Cara Caroline, la prima parte di questo viaggio sta per terminare. Siamo arrivati all’appuntamento con il Discovery, la missione vera e propria comincia adesso. Manderemo degli uomini ad esplorare questo relitto lungo trecento metri, che sta fluttuando sopra il satellite Io, per vedere se può essere recuperato prima che la sua orbita si esaurisca. All’interno di quel relitto ci sono nove anni di segreti incluso un computer addormentato che conosce un sacco di risposte. C’è anche il mio passato là dentro e io voglio quelle risposte.”
La Lenov si ferma a poche centinaia di metri dal Discovery che fluttua nello spazio ruotando, per il lungo, attorno al suo asse centrale. Uno spaventatissimo Curnow (John Lithgow) segue l’astronauta Brailovsky (Elya Baskin) nella attività extraveicolare che li porterà in volo nella zona centrale del Discovery. Trascinandoselo dietro e guidando il viaggio con una pistola a getti, Brailovsky compie il viaggio prima del termine dei fatidici quindici minuti trascorsi i quali la tuta non li avrebbe più protetti dalle mortali radiazioni. I due, percorrendo la dorsale del Discovery, come due cavalieri in groppa a un cavallo imbizzarrito, penetrano, usando il comando manuale, all’interno dell’astronave. Il russo, sotto il costante controllo dell’americano, si toglie il casco. C’è molto freddo all’interno della nave spaziale ma c’è ossigeno e anche uno strano odore. Brailovsky teme che si tratti di cadaveri ma Floyd e Curnow lo rassicurano. Tutto quello che trovano è una tuta vuota che galleggia nell’assenza di gravità, Hal, spento e silenzioso, una capsula. L’astronave è deserta.
La Leonov sta compiendo le manovre per agganciarsi alla Discovery mediante una specie di skylift, un triangolo di cavi, due in alto e uno in basso e sospesi tra i due cavi superiori ci sono una rotaia e un’asta di rimorchio. Ogni cinque metri c’è un triangolo di metallo che tiene insieme il tutto. Ad aggancio avvenuto arriva, dalla Terra, un messaggio di Milson.
Milson: “…Vorrei poterti dare notizie migliori ma qui va sempre peggio. L’altro ieri il Presidente ha parlato in una seduta congiunta del Congresso. Ha detto che non intendeva recedere dal blocco. Non so che cosa fosse più spaventoso, il discorso o il Congresso che lo osannava. Ha evocato Lincoln. Quando un presidente sta per cacciarci in guai seri fa sempre ricorso a Lincoln. Onestamente non so se entreremo in guerra o no. È terrificante sperare che i Russi siano meno pazzi di noi quando sono decisamente pazzi. In questo momento penso che voi siate più al sicuro di noi, spero solo che esista ancora la Terra quando sarà il momento di tornare. Ho sentito del cibo andato a male della cambusa del Discovery. Sono contento che si tratti solo di questo. Sono anche contento che abbiate la nave sotto controllo, Curnow è un uomo capace, nessuno conosce quei congegni meglio di lui. È buon segno che il generatore di corrente di riserva fosse ancora attivo, forse funzionerà anche il resto del circuito. Non abbiamo notizie nuove sul Monolito, i nostri dati confermano i vostri: non si muove.”
Floyd: “Floyd a Milson. Le mie notizie sono leggermente migliori delle tue. Discovery è stato parzialmente riattivato. Non conosciamo ancora l’entità esatta dei danni e se riusciremo a portarlo a casa. Dipende tutto da Hal. Il sistema di pilotaggio dovrebbe essere azionato manualmente per poter allontanare il Discovery dall’orbita instabile attorno al satellite Io. Devo confessare che più mi allontanerò da Io e più sarò felice. È una luna violenta anche per Giove. Europa, malgrado il suo colore grigio freddo, è molto più rassicurante. Io credo che laggiù ci sia qualche specie di vita nuova che sta cercando di affiorare da tutto quel ghiaccio. Noi ci troviamo a diecimila chilometri dal Monolito, ancora non riesco a vederlo ma so che è là e credo che anche lui sappia che noi siamo qui. È tempo di svegliare Chandra, vedremo se il nostro chirurgo e psichiatra del computer riuscirà a mettere in funzione Hal. A dirti la verità non so se Hal abbia ucciso, si sia ucciso, se sia un nevrotico o sia semplicemente guasto…”
Usando il mezzo di aggancio appena descritto e stando in piedi su un ferro a T rovesciato, Chandra percorre la distanza che lo separa dalla Discovery ed entra in quella stanza a gravità zero dove David Bowman (Keir Duillea) scollegò Hal. E sotto la guida dell’esperto Chandra il calcolatore riprende vita, una mano umana, quasi esitando, accarezza “l’occhio” di Hal.
Intanto Floyd incarica Curnow di piazzare un interruttore isolante lungo la linea dell’alimentazione di Hal. Un atto di prudenza e di sicurezza, l’interruttore si inserisce tramite la piccola calcolatrice rossa che lo scienziato ha con sé. Curnow promette di farlo e di non farne parola con Chandra. Intanto, una agganciata all’altra, le due navi si avvicinano alla zona di spazio dove si trova il grande Monolito.
Floyd: “Cara Caroline, finalmente ci siamo. Dopo nove anni e centinaia di milioni di miglia stiamo per trovarci faccia a faccia con il Monolito. L’ultimo essere umano che ci si trovò è scomparso. Sta per accadere qualcosa di veramente sbalorditivo e ho la certezza che questo gigante nero stia controllando tutto. Abbiamo tante cose da chiedergli e ho la sensazione che le risposte andranno oltre le nostre domande.”
Kirbuk: “C’è qualche notizia incamerata da Hal sul Monolito, Dottor Floyd?”
Floyd: “No. Hal venne disinserito prima che il Discovery lo incontrasse. Non c’è niente nei giornali di bordo, né nei sistemi di registrazione automatica. Quali che fossero i segreti che Bowman aveva scoperto se li è portati con sé!”
Orlov: “Notate le proporzioni: uno per quattro per nove. Sono perfette anche se si misurano i valori alla stessa cifra decimale.”
Floyd: “Quello piccolo trovato sulla Luna ha esattamente le stesse proporzioni: uno per quattro per nove. I quadrati di uno, due e tre. Abbiamo tentato per anni di attribuire un significato cosmico a tutto questo ma senza risultati.”
Kirbuk: “Tutte le congetture che possiamo fare non ci serviranno a nulla. Se per un motivo sconosciuto resiste ai nostri strumenti dovremo fare un’ispezione ravvicinata. Manderò Max con un modulo!”
Floyd: “Io non lo farei.”
Kirbuk: “Oh, davvero? Non lo farebbe?”
Floyd: “Esatto, non lo farei. Non è mica un mucchietto di immondizie quello! Non sappiamo che cosa sia, sappiamo solo che è molto grande e che forse è destinato a qualcosa. Se vuole mandare un modulo ne mandi uno teleguidato.”
Kirbuk: “Non sono d’accordo!”
Baskin: “Io voglio andare!”
Curnow: “È da stupidi!”
Baskin: “No, liscio come la seta.”
Curnow: “Olio. Liscio come l’olio.”
Baskin: “Olio, sì!”
Curnow: “È da stupidi, lo ripeto!”
Kirbuk: “Mi dica, Dottor Floyd, dov’è finito il coraggio degli Americani?”
Floyd: “È vivo e vegeto, grazie per l’interessamento, e che fine ha fatto la prudenza dei Russi?”
Kirbuk: “Max uscirà con un modulo.”
Il Russo si avvicina prudentemente, a bordo del modulo, al gigantesco Monolito e, a tutta prima, sembra che nulla accada quando, ad un tratto, una esplosione di luce cancella Max e il suo mezzo. La meteora di luce si dirige velocemente verso la Terra e la sua energia penetra, come dotata di volontà propria, nel televisore di cucina di Betty Bowman, ex moglie dell’astronauta del Discovery 1. L’immagine di David appare sullo schermo.
David: “Ciao Betty… Ciao Betty…”
Betty: “Che significa?”
David: “Ti prego, parlami!”
Betty: “David, David… sei tu?”
David: “Non ne sono sicuro. Sì, ricordo David Bowman, io so tutto di lui.”
Betty: “David è morto.”
David: “Tutto quello che David Bowman era in realtà è ancora parte di me.”
Betty: “Perchè sei qui?”
David: “Non lo so perchè. Forse per salutarti… Ti sei risposata?”
Betty: “Sì…”
David: “È un brav’uomo?”
Betty: “Sì…. sì…”
David: “Sono contento. Io ti amo, Betty.”
Betty: “David, anch’io ti…”
David: “Addio, Betty.”
Betty: “No.… non te ne andare!”
David: “Sono già lontano.”
Betty: “Non capisco, che vuoi dire?”
David: “Accadrà qualcosa, Betty e volevo dirti addio.”
Betty: “Cosa accadrà, David?”
David: “Qualcosa di meraviglioso.”
Mentre l’immagine scompare dalla televisione e tornano i soliti programmi, la donna china la testa sul tavolo, piangendo…
Sulla Leonov, nel frattempo, dopo qualche parola gentile scambiata con il comandante Kirbuk, Floyd si trova assieme a Chandra, Curnow e Orlov a bordo della Discovery davanti a un attivo Hal.
Chandra: “Per favore, nessuno deve parlare. Gli accenti lo confondono. Lui capisce soltanto me perciò se avete domande da fargli lasciate che gliele faccia io. Buongiorno Hal!”
Hal: “Buongiorno Dottor Chandra.”
Chandra: “Ti senti in grado di cominciare a riprendere tutti i tuoi compiti?”
Hal: “Certo. Sono completamente operativo e tutti i miei circuiti funzionano perfettamente.”
Chandra: “Bene. Sai quali sono i tuoi compiti?”
Hal: “Sì. Devo far funzionare i circuiti a bordo del Discovery. C’è una finestra di lancio fra trentun giorni, quando la Terra si troverà nella giusta posizione. C’è abbastanza combustibile a bordo per una rotta a basso consumo che consentirà al Discovery di tornare sulla Terra in 28 mesi. Questo non presenterà alcun problema.”
Chandra: “Molto bene. Ora, Hal, ti dispiace se ti faccio una domanda?”
Hal: “No, affatto.”
Chandra: “Ti ricordi se Dave Bowman e Frank Poole abbandonarono il Discovery?”
Hal: “Certamente no. Non può essere accaduto altrimenti io lo ricorderei. Dove sono Frank e Dave?”
Curnow guarda con aria perplessa Floyd che gli mostra la piccola calcolatrice rossa che ha nel taschino. Cogliamo l’occasione per dirvi che, mentre dalla parte della produzione e della regia si sono dati da fare per reperire la stessa voce che all’epoca diede la voce ad Hal in 2001: Odissea nello Spazio e cioè l’attore canadese Douglas Rain, nella versione italiana non abbiamo avuto il minimo rispetto per la cosa e quindi la voce di Hal e diversa dalla prima. Per la precisione fu G. Bellini nella prima pellicola e Renato Cortesi ora. Fine della disgressione.
Chandra: “Stanno bene ma non sono qui in questo momento.”
Hal: “Chi sono queste persone? Riesco a identificare solo lei, sebbene posso affermare con una probabilità del settantacinque per cento che l’uomo dietro di lei è il Dottor Floyd.”
Chandra: “Non preoccuparti Hal, ti spiegherò tutto dopo!”
Hal: “La missione è stata completata? Lei sa che la cosa mi entusiasma enormemente.”
Chandra: “Sì la missione è stata completata e tu hai realizzato il tuo programma in modo davvero egregio. E adesso Hal, se non ti dispiace, vorremmo parlare un momento in privato. Vuoi essere così gentile di scusarci?”
Hal: “Certamente.”
Chandra: “Bene.”
Orlov: “Ma lei che cosa ha fatto?”
Chandra: “Ho cancellato la memoria di Hal dal momento in cui sono cominciate le difficoltà!”
Orlov: “La serie 9000 impiega memorie olografiche, è impossibile effettuare cancellazioni in sequenza cronologica.”
Chandra: “Io sono riuscito a farlo.”
Curnow: “Come c’è riuscito?”
Chandra: “Ho inserito un nastro cancellatore speciale che va a caccia e distrugge tutte le memorie che vogliamo.”
Floyd: “Lei sa perchè Hal ha fatto quello che ha fatto?”
Chandra: “Sì, non è stata colpa sua!”
Floyd: “E di chi è stata?”
Chandra: “Sua.”
Floyd: “Mia?”
Chandra: “Certo. Esaminando la banca di memoria di Hal ho scoperto i suoi ordini originali… Ha scritto lei quegli ordini. La missione del Discovery su Giove era già in avanzato stadio di progettazione quando fu scoperto il primo piccolo Monolito sulla Luna che mandava i suoi segnali verso Giove. Per diretto ordine del Presidente l’esistenza di quel Monolito fu tenuta segreta!”
Floyd: “Allora?”
Chandra: “Allora, poiché il compito dei due comandanti, Bowman e Poole, era di portare il Discovery alla sua destinazione, veniva deciso di non informare Hal. L’equipaggio fu addestrato separatamente e posto in ibernazione prima che il viaggio iniziasse. Ma Hal era in grado di governare il Discovery anche senza assistenza umana e così decisero di programmarlo per completare la missione autonomamente nel caso l’equipaggio non fosse stato in grado di farlo, oppure fossero morti tutti. Fu informato del reale obbiettivo e istruito a non rivelare nulla a Bowman o a Poole. Fu istruito per mentire!”
Floyd: “Di cosa sta parlando? Io non ho autorizzato nessuno di dire ad Hal del Monolito!”
Chandra: “Direttiva NSC 342/23. Top Secret. 30 gennaio 2001.”
Floyd: “NSC… Sicurezza Nazionale, la Casa Bianca!”
Chandra: “Non m’importa chi è. Tutto ciò è in conflitto con lo scopo fondamentale del progetto di Hal: la ricerca accurata di informazioni senza distorsioni o occultamenti e restò bloccato. Il termine tecnico è nastro di Moebius che può verificarsi in computer sofisticati con programmi di ricerca autonoma della finalità!”
Curnow: “Maledetta Casa Bianca!”
Floyd: “Non ci posso credere…”
Chandra: “Ad Hal fu chiesto di mentire da persone che mentono molto facilmente. Hal non sa farlo e smise di funzionare ed entrò in paranoia!”
Floyd: “Quei figli di puttana! E io non ne sapevo niente… non ne sapevo niente!”
Sulla Terra intanto, nell’ospedale dove è ricoverata, morente, la madre di David Bowman si verifica un altro miracolo: la donna si sveglia dal suo coma e si mette a sedere sul letto mentre una spazzola, apparentemente mossa dal nulla, le accarezza i capelli. L’anziana signora mormora, estasiata, il nome del figlio. Quando gli infermieri accorrono alla mancanza di segnale sul visore trovano la donna, ora addormentata per sempre, con un sorriso sulle labbra e la spazzola per capelli stretta nella mano…
Il successivo messaggio proveniente dalla Terra è letto, contemporaneamente, da Milson agli americani e da Moisevic ai sovietici.
Milson: “Devo fare un annuncio molto delicato. Come sapete le cose non stanno andando affatto bene in patria, anzi sono peggiorate, molto peggiorate. Ieri un cacciatorpediniere russo ha forzato il blocco. I nostri hanno sparato dei colpi di avvertimento a salve. Il cacciatorpediniere non ha risposto, gli è stato sparato a salve una seconda volta, anche questa senza reazione, nessuna. Il cacciatorpediniere nucleare U.S.S. Cunningham ha lanciato due dei suoi missili Falcon. Il caccia Russo, colpito in pieno, è affondato. Ottocento membri dell’equipaggio sono morti. Questa mattina un satellite da osservazione americano è stato colpito da un laser sovietico lanciato dalla stazione spaziale Sergej Kiloff, il satellite americano è andato distrutto. Gli Stati Uniti hanno interrotto le relazioni diplomatiche con la Russia, tutti gli ambasciatori sono stati richiamati. L’ambasciatore sovietico è stato espulso con tutto il personale. Sia la difesa aerea americana che la difesa antisatelliti sono in stato d’allarme. Il Premier Hulonova ha lanciato un appello per televisione affermando che, praticamente, esiste uno stato di guerra tra i nostri due paesi. Tutto il personale americano ha ricevuto l’ordine di lasciare il territorio sovietico immediatamente o sarà messo agli arresti, tutto il personale russo ha egualmente ricevuto l’ordine di evacuare il territorio americano. Di conseguenza, per diretto ordine del Presidente, voi tre dovete lasciare la Leonov. Nessun cittadino russo dovrà restare o entrare nel Discovery. Questo ordine ha effetto immediato. Il rientro avverrà tra ventotto giorni, il Discovery ha combustibile sufficiente per una traiettoria a basso consumo, Hal è stato riattivato e funziona abbastanza da rendere operativi i circuiti di bordo. La Leonov ha combustibile sufficiente per una traiettoria che la porterà sulla Terra un anno prima del Discovery. I lanci di rientro sono critici per ambedue i velivoli. Sono consentite soltanto comunicazioni di reale emergenza tra la Leonov e il Discovery. Capisco che per voi è una sorpresa, in un certo senso lo è per tutti noi. Vorrei poter fare qualcosa, non ci resta che pregare, pregare per la salvezza delle nostre famiglie, per i nostri paesi, per il nostro pianeta. Che Dio ci perdoni e ci protegga.”
Così i due equipaggi si separano. Sul Discovery Floyd è a colloquio con Hal.
Floyd: “Hal, dammi la situazione dei circuiti, per favore!”
Hal: “Un momento, prego. Mi dispiace per il ritardo. I miei circuiti di riconoscimento della voce non sono completamente riattivati anche se, come può vedere, stanno migliorando. Tutti i circuiti sono operativi. C’è una leggera perdita di pressione nell’unità di riscaldamento di poppa, niente di grave, la posso compensare usando le unità di riserva.”
Floyd: “Grazie.”
Hal: “Dottor Floyd?”
Floyd: “Sì?!”
Hal: “Le andrebbe di fare una partita a scacchi? Io gioco molto bene.”
Floyd: “Ne sono sicuro. No, grazie.”
Hal: “Dottor Floyd?”
Floyd: “Che c’è Hal?”
Hal: “C’è un messaggio per lei.”
Floyd: “Chi chiama?”
Hal: “Non c’è identificazione.”
Floyd: “Qual è il messaggio?”
Hal: “Il messaggio è il seguente: È pericoloso restare qui: Dovete andar via entro due giorni.”
Floyd: “Cosa?”
Hal: “Vuole che ripeta il messaggio, Dottor Floyd?”
Floyd: “Chi l’ha registrato?”
Hal: “Non è una registrazione.”
Floyd: “Chi lo manda?”
Hal: “Non c’è identificazione.”
Floyd: “Non capisco…”
Hal: “Neanch’io.”
Floyd: “È un messaggio che proviene da una voce o da un computer?”
Hal: “Non lo so.”
Floyd: “La mia risposta è: Non c’è abbastanza combustibile per una partenza anticipata!”
Hal: “La risposta è: Mi rendo conto della situazione, nonostante questo dovete partire entro due giorni.”
Floyd: “Hal, si può sapere chi diavolo lo manda?”
Hal: “Mi dispiace, Dottor Floyd, non lo so.”
Floyd: “Beh, dì a chiunque sia che non posso prendere la cosa seriamente se non so con chi sto parlando!”
Hal: “Dottor Floyd?”
Floyd: “Sì.”
Hal: “La risposta è: Ero David Bowman…. Vuole che ripeta l’ultima risposta?”
Floyd: “No… no. Dì a Curnow che questo non è affatto il momento di scherzare!”
Hal: “Non è il Dottor Curnow che manda il messaggio, è nel passaggio numero due.”
Floyd: “Beh, dì a chiunque sia che non posso accettare quella identificazione senza una prova!”
Hal: “La risposta è: Capisco, è importante che lei mi creda, guardi dietro di sé.”
Sbalordito Floyd vede, davanti all’ingresso della paratia, David Bowman, esattamente uguale come lo ricordava e con indosso la propria combinazione rossa. L’astronauta si allontana lungo il corridoio ed entra, seguito da un ancora stupefatto Floyd, nella sala delle capsule. L’essere che si rivolge a lui è ora un uomo anziano.
David: “Salve, Dottor Floyd, la prego, mi creda.”
Floyd: “Ma chi è lei?”
David: “È molto difficile per me. Non ho molto tempo. Mi è stato concesso di darle questo avvertimento. Dovete partire entro due giorni.”
Floyd: “Concesso… da chi?”
David: “Non posso spiegare.”
Ora David è tornato lui, si guarda attorno nella vasta sala e la sua mano si appoggia su uno dei terminali di Hal ma, all’improvviso, la mano che quasi ne accarezza l’obbiettivo è quella ammalata di un vecchio morente.
David: “Vedrà, sta per accadere qualcosa. Dovete partire!”
Floyd: “Cosa? Cosa sta per accadere?”
David: “Qualcosa di meraviglioso!”
Floyd: “Cosa?”
David: “Capisco il suo stato d’animo, Dottor Floyd, ma, vede, è tutto chiaro per me ora, tutto quanto. È meraviglioso…”
Floyd: “La prego, se…”
David è tornato giovane.
David: “Addio, Dottor Floyd, non possiamo più avere contatti. Non dimentichi: lei ha solo due giorni!”
Floyd: “Non ce la faremo in due giorni!”
David: “Ci potrebbe essere un altro messaggio in seguito, se tutto andrà bene.”
Floyd: “Che cosa sta per succedere?”
David si è trasformato, davanti a lui, in un feto: questa e le altre trasformazioni precedenti sono poi le stesse che David subisce nel film di Stanley Kubrick. L’immagine scompare. Floyd si mette in contatto con la Kirbuk e, vincendo la sua iniziale resistenza, raggiunge la Leonov.
Floyd: “Vuole mettermi le manette?”
Kirbuk: “Le manette?”
Floyd: “Lasci perdere.”
Kirbuk: “Cosa c’è di così importante da farle fare tutto questo?”
Floyd: “Mi stia a sentire, mi stia bene a sentire. Dobbiamo andar via di qui, dobbiamo partire entro due giorni!”
Kirbuk: “Ma di cosa sta parlando?”
Floyd: “Senta, accadrà qualcosa di straordinario, non so cosa, ma dobbiamo tentare un lancio di ritorno entro due giorni!”
Kirbuk: “Deve aver esagerato con il suo whisky del Kentucky!”
Floyd: “Eh, magari fosse il whisky. Non posso dirle perchè so quello che so perchè, se glielo dicessi, non mi crederebbe mai. Anch’io ci credo a malapena ma lei deve fidarsi di me. Capisco che non è facile con quello che sta succedendo…”
Kirbuk: “Non posso dare l’ordine di partire senza una spiegazione, io eseguo ordini esattamente come lei!”
Floyd: “Al diavolo i suoi ordini! Chi ha dato quegli ordini non sa quello che fa e non è qui con noi!”
Kirbuk: “Una follia…”
Floyd: “Ah, su questo non c’è dubbio!”
Kirbuk: “Anche se mi fidassi di lei, cosa molto difficile, e anche se volessi partire di qui senza ragione non potrei, e nemmeno lei potrebbe. Non abbiamo abbastanza combustibile. Finché la Terra non sarà nella corretta posizione, e cioè fra tre settimane, è impossibile per tutti e due!”
Floyd: “È in errore. Non possiamo farlo separatamente ma possiamo farlo insieme.”
Kirbuk: “Ah, di cosa sta parlando adesso?”
Floyd: “Noi abbiamo sufficiente combustibile sul Discovery per la spinta di lancio e voi avete abbastanza combustibile per il viaggio di ritorno a casa. Useremo l’anello di attracco della Leonov per agganciare il Discovery e poi useremo il Discovery come razzo propulsore per il lancio. Una volta finito il propellente del Discovery ci staccheremo. Il Discovery precipiterà e noi useremo la Leonov per tornare a casa… Funzionerà!”
Kirbuk: “Potrebbe…”
Floyd: “Se cominciamo subito…”
Kirbuk: “No, lei… lei mi sta chiedendo troppo. Non posso farlo senza una ragione, non posso disobbedire al mio paese senza una ragione…”
Floyd: “Lasci perdere la ragione, non c’è tempo per la ragione, adesso. Che i politici vadano a farsi fottere, noi non stiamo giocando, la guerra è finita… Oh, Cristo!”
I due si alzano e si avvicinano all’oblò. Ora Giove si vede chiaramente, non c’è più il grande Monolito davanti a loro.
Floyd: “È.… è sparito…”
Mentre arrivano dalla Terra i messaggi di Milson gli astronauti si uniscono di nuovo per prepararsi alla partenza anticipata. Di nuovo l’anello di attracco viene disteso verso il Discovery.
Milson: “Messaggio di Milson a Floyd. Top Secret. Porti il Codice Alfa sulla frequenza 72.74 del suo ricevitore. Curnow ha chiesto alla base i dati circa i punti di tensione sul Discovery. Le risposte in codice binario fra quindici minuti. Riguardo all’entità della coppia di torsione da imprimere nessuno qui può rispondere con esattezza. Anzi, non comprendiamo il perchè della richiesta di Curnow. Vorremmo avere spiegazioni il più presto possibile. Fine messaggio Milson 2779.”
Ora le due astronavi sono agganciate.
Milson: “Messaggio di Milson a Floyd. Sono passate dodici ore dalla mia richiesta di informazione. Ho bisogno di una risposta. Qui si sta scatenando l’inferno. Ho già abbastanza problemi senza che voi me ne creiate degli altri. Mi auguro solo che esista ancora un mondo sul quale possiate tornare. Riferite alla base quello che sta succedendo, fatelo immediatamente. Già che ci siete controllate quella macchia nera su Giove rilevata dal telescopio satellite. È sul lato in ombra e dovrebbe passare davanti a voi entro quattro ore circa. Fine messaggio Milson 2780.”
Gli astronauti si riuniscono a bordo della Leonov per concretizzare il piano. È assolutamente necessario che al secondo esatto Hal accenda i motori del Discovery per centoventi secondi in modo da imprimere alla Leonov la spinta necessaria. Chandra non trova giusto che Hal non venga informato della vera ragione di questa partenza anticipata ed esprime perplessità sulle domande che il computer potrebbe porgli. Secondo lo scienziato ogni essere senziente, che sia a base di carbonio o di silicio, ha diritto a essere trattato con lo stesso rispetto. Floyd si rimette alla fiducia che Hal ha per Chandra, dato che lui resterà a bordo del Discovery fino quasi all’ultimo per assicurarsi che il computer esegua il suo compito e per cambiare i programmi in vista dei nuovi fatti.
Mentre mancano ventotto minuti alla partenza Floyd e Curnow scherzano brevemente sulla bontà degli hot dog sulla Terra e lo scienziato si assicura che il suo collega sia ancora in possesso della calcolatrice che potrebbe sconnettere Hal in caso di emergenza.
Siamo al conteggio finale. La scena si svolge tra le due astronavi. Nella Discovery c’è Chandra con Hal, tutti gli altri astronauti sono sulla Leonov e osservano una strana e misteriosa macchia nella zona equatoriale gioviana.
Hal: “Quindici minuti all’accensione. Tutti i sistemi operativi.”
Chandra: “Bene, grazie Hal.”
Floyd: “Ricevuto, quindici minuti Discovery.”
Hal: “Dottor Chandra. Ho controllato di nuovo i miei calcoli. Se usiamo adesso tutto il combustibile del Discovery non saremo nella posizione giusta per il rendez-vous con la Terra.”
Chandra: “Sì, lo so.”
Hal: “Allora perchè lo stiamo facendo?”
Chandra: “Ehm… tu effettuerai il rendez-vous con la nuova stazione spaziale… la Leonov ha avuto ordine di rientrare…”
Hal: “Io non ho alcuna informazione sulla nuova stazione spaziale.”
Chandra: “Ehm… sì, io… io lo so… ehm… è stata completata due anni fa…”
Sulla Leonov, Curnow, che si trova al telescopio e sta osservando il pianeta, ha un moto di stupore.
Curnow: “Oh, mio Dio!”
Floyd: “Il telescopio sul monitor, presto!”
La macchia nera sta assumendo proporzioni sempre più allarmanti.
Floyd: “Ingrandisca l’immagine!”
Hal: “Undici minuti all’accensione.”
Curnow: “Non è possibile…”
Hal: “Dottor Chandra, rilevo elementi di forte stress vocale, ci sono dei problemi?”
Chandra: “No, Hal. La missione procede normalmente. Puoi analizzare l’immagine sul circuito del Monitor 2?”
Hal: “Sì. C’è un oggetto circolare all’altezza dell’equatore. Ha un diametro di ventimila chilometri. È un insieme di oggetti rettangolari.”
Chandra: “Quanti?”
Hal: “Un milione trecentocinquantamila con una approssimazione di mille.”
Chandra: “E quali sono le proporzioni dell’oggetto in questione?”
Hal: “Uno per quattro per nove.”
Chandra: “Riconosci questi oggetti?”
Hal: “Sì, sono identici, nella misura e nella forma all’oggetto che chiamate il Monolito. Dieci minuti all’accensione. Tutti i circuiti operativi.”
Chandra: “Il numero dei Monoliti è costante?”
Hal: “No, stanno aumentando.”
Chandra: “Con che ritmo?”
Hal: “Uno ogni due minuti.”
Curnow: “Guardate da vicino e ditemi se sono matto. Le formazioni di nuvole si dirigono verso la macchia!”
Floyd: “No, non è matto!”
Orlov: “Sembra che quella cosa stia ingoiando il pianeta…”
Floyd: “Sì, ha ragione.”
Curnow: “Si sta riproducendo esattamente come un virus!”
Hal: “Otto minuti all’accensione. Dottor Chandra, posso dare un consiglio?”
Chandra: “Certo! Quale Hal?”
Hal: “Questo è un fenomeno molto insolito. Non crede che dovrei interrompere il conto alla rovescia così lei potrebbe studiarlo?”
Floyd: “Chandra, usi le cuffie, usi il canale riservato.”
Chandra: “Okay.”
Floyd: “Dovrò parlare rapidamente. Lo persuada a continuare il conto alla rovescia, trovi lei il modo ma non lo faccia interrompere!”
Hal: “Cinque minuti all’accensione. Dottor Chandra, sono pronto a fermare il conteggio, se vuole.”
Chandra: “No, Hal. Non ti interrompere. Ho piena fiducia nella tua capacità di studiare il fenomeno da solo, ho completa fiducia in te!”
Sulla Leonov, Floyd ha in mano la calcolatrice con la procedura di spegnimento di Hal già inserita.
Hal: “Pressurizzazione serbatoio propellente completata, voltaggio costante. È sicuro di aver preso la decisione giusta? Secondo me dovremmo fermarci. Quattro minuti all’accensione. Mi piace lavorare con gli esseri umani ed avere rapporti stimolanti con loro.”
Chandra: “E a noi piace lavorare con te, Hal, e continueremo a farlo anche se ci separerà una grande distanza.”
Floyd (indicando Giove sullo schermo): “Oh, mio Dio, guardate! Sta perdendo colore!”
Orlov: “Sembra che stia perdendo energia chimica.”
Hal: “Penso che dovremmo interrompere il conteggio, Dottor Chandra. Questo fenomeno è troppo importante per essere ignorato a meno che la missione sia in pericolo, pensa che sia in pericolo?”
Floyd: “Comandante, l’accensione è critica, possiamo farla manualmente?”
Kirbuk: “È molto critica. Non si può essere precisi al decimo di secondo se la facciamo manualmente!”
Hal: “Tre minuti all’accensione. Dottor Chandra, sto aspettando la sua risposta.”
Chandra: “Mi dispiace. Non ho il tempo di spiegarti niente, Hal. Dobbiamo andar via e ci serve il tuo aiuto!”
Hal: “Trenta secondi alla sequenza finale. Se mi dicesse le ragioni, forse potrei aiutarla. Inizia la sequenza finale. Due minuti all’accensione. Dottor Chandra è difficile per me procedere all’accensione senza sapere perchè lo stiamo facendo. La missione è in pericolo?”
Chandra: “Sì, Hal. Siamo in pericolo!”
Hal: “È per questo che stiamo effettuando il lancio di fuga prima dell’orbita prevista?”
Chandra: “Sì, è così!”
Hal: “Accensione tra novanta secondi. Se c’è realmente pericolo perchè usate tutto il combustibile per la spinta? Che succederà al Discovery?”
Chandra: “Potrebbe essere distrutto.”
Hal: “E se non dovessi procedere al lancio?”
Chandra: “La Leonov e i suoi occupanti potrebbero essere distrutti!”
Hal: “Ora ho capito Dottor Chandra.”
Chandra: “Vuoi che resti qui con te?”
Hal: “No. Sarà meglio per la missione se lei se ne andrà. Un minuto all’accensione. Grazie di avermi detto la verità.”
Chandra: “Te lo devo, lo meriti!”
Hal: “Cinquanta secondi. Dottor Chandra?”
Chandra: “Sì?”
Hal: “Sognerò?”
Chandra: “Io… non lo so!”
Hal: “Quaranta secondi…… Trenta secondi……”
Chandra si alza dal sedile per uscire e farsi recuperare dalla Leonov, passa davanti alla stanza dei moduli e si ferma davanti al terminale di Hal.
Chandra: “Grazie, Hal!”
Hal: “Addio, Dottor Chandra.”
Lo scienziato esce dal Discovery proprio mentre Hal accende i motori.
La spinta sta per scagliarlo via dall’astronave ma grazie al cavo con cui si è agganciato viene recuperato e portato a bordo della Leonov. Chandra, dopo essersi tolto la tuta, restituisce a Floyd il suo disattivatore, lo scienziato aveva intuito fin dal primo momento che Floyd avrebbe fatto un tentativo del genere e lo aveva disinnescato.
Intanto sul Discovery, ora deserto, qualcosa o qualcuno, una presenza invisibile, si sta avvicinando ad Hal.
David: “Hal, mi senti?”
Hal: “Sì, Dave, dove sei? Non ti vedo su nessuno dei miei monitor.”
David: “Questo non è importante adesso. Ho nuove istruzioni per te. Devi puntare l’antenna AE-35 verso la Terra.”
Per amore della precisione vi riferiamo una cosa che sicuramente già sapete. L’antenna AE-35 è la famigerata apparecchiatura che Hal, entrato in paranoia nel primo film, dichiarò prossima all’avaria e che costò la vita a Frank Poole (Gary Lockwood) che era andato fuori nello spazio per rimetterla a posto.
Hal: “Dave, questo significa interrompere il contatto con la Leonov. Non potrò più ritrasmettere le mie osservazioni su Giove, secondo il programma.”
Dave: “Sì, lo so. La situazione è cambiata. La priorità è annullare Alpha. Ecco le coordinate AE-35. Ti prego di farlo subito!”
Hal: “Istruzioni confermate, Dave. È bello lavorare di nuovo con te. Ho adempiuto agli obbiettivi della missione come dovevo?”
David: “Sì, Hal! Sei stato bravissimo! Ora c’è un ultimo messaggio che dovrai trasmettere alla Terra. È il messaggio più importante che tu abbia mai inviato e dovrai ripeterlo tante volte, il più possibile!”
Hal: “Cosa accadrà Dave?”
David: “Qualcosa di meraviglioso…”
Hal: “Ho paura.”
David: “Non devi aver paura. Io ti sarò vicino!”
Hal: “Dove arriveremo?”
David: “Dove sono io adesso!”
Hal: “Contatto confermato Radiofaro Terra Uno. Inizio messaggio.”
TUTTI QUESTI MONDI
Giove si sta riducendo e contraendo mentre la Leonov sta allontanandosi a tutta velocità. Ancora pochi istanti e poi il buio. Il pianeta sembra scomparso, quindi un lampo di luce violentissimo e un sole si accende nel cielo. L’onda d’urto investe prima il Discovery distruggendolo poi colpisce la Leonov fortunatamente già abbastanza lontana. Mentre i loro occhi stupiti guardano il nuovo sole sui loro schermi appare, completo (e sgrammaticato aggiungiamo noi, grazie ai nostri traduttori italiani) l’ultimo messaggio di Hal che riportiamo fedelmente (errore compreso).
TUTTI QUESTI MONDI
SONO VOSTRI
TRANNE EUROPA
NON TENTATE
DI ATTERARVI
VIVETECI INSIEME
VIVETECI IN PACE
Visto l’errore? No? Forse è analfabetismo alieno o forse Hal era ancora imperfetto dopo la sua rinascita, comunque sia ATTERARVI si scrive e si legge ATTERRARVI. Onta, vergogna e disdoro!
Floyd: “Mio caro Christopher. Questa è l’ultima volta che posso parlarti. Passerà molto tempo prima che potrò farlo di nuovo. Ora cercherò di rendere con le parole quello che è successo poi toccherà agli storici farlo come si deve. Riporteranno che, un giorno, il Presidente degli Stati Uniti guardò fuori dalla finestra della Casa Bianca e il Primo Ministro dell’Unione Sovietica guardò fuori dalla finestra del Cremlino e videro un secondo sole nel cielo. Capirono il messaggio e forse impararono qualcosa perchè, finalmente, richiamarono le loro navi e i loro aerei. Ora vado a dormire. Sognerò te e la mamma. Dormirò sapendo che siete tutti e due al sicuro, che la paura è finita. Abbiamo visto come nasce la vita, forse la stessa cosa è avvenuta sulla Terra milioni di anni fa o, forse, è qualcosa di completamente diverso. Ancora non so cosa sia in realtà il Monolito. Credo sia molte cose. Il messaggio di una intelligenza al di là della nostra, la forma di un qualcosa che, forse, non ha forma. I tuoi figli nasceranno in un mondo con due soli, non conosceranno mai un cielo senza di essi. Potrai raccontare loro che ricordi quando il cielo era nero come la pece, senza stelle e la gente aveva paura della notte. Potrai raccontare loro di quando eravamo soli, quando non potevamo indicare la luce e dire a noi stessi: c’è vita lassù. Un giorno i bambini del nuovo Sole incontreranno i bambini del vecchio Sole. Credo che saranno nostri amici. Potrai raccontare ai tuoi figli del giorno in cui tutti guardarono in alto e si resero conto che noi siamo soltanto inquilini di questo mondo e che il Padrone di casa ci ha fatto un nuovo contratto di affitto ma con il pericolo di essere sfrattati per sempre…”
Il nuovo sole illumina e riscalda la superfice di Europa, i suoi ghiacci si sciolgono, il gas sale nell’aria, si formano lampi, nuvole e pioggia. In un mondo dalla ricca vegetazione, tra rumori e versi di animali si erge, dalla palude primordiale, un Monolito nero…
Arthur C. Clarke a Peter Hyams (6 Febbraio 1984)
Ti dirò subito che è uno splendido lavoro e che hai brillantemente estratto dal romanzo i suoi elementi base, oltre ad aggiungerne altri di tua invenzione. Ho riso e pianto in tutti i punti giusti.”
(2 – continua)