MIRKO DADICH

Autore di fantascienza affacciatosi alla ribalta in questi ultimi anni grazie alla rivista “Altrisogni“, Mirko Dadich è tutto da scoprire e da conoscere: idee chiare, ben strutturate, che sanno catturare sempre l’attenzione degli appassionati di fantascienza e non solo… e allora eccolo qua, tutto per voi!

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È MIRKO DADICH?

Mirko Dadich è un tizio che ama immaginare ed essere ossessionato dalle idee. Alcune di queste intuizioni hanno preso forma in racconti di fantascienza.

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Ho sentito il bisogno di dare forma a quei pensieri che non riuscivo a esprimere a voce. Come tanti adolescenti, si trattava di poesie e flussi di coscienza riguardo l’amore o altri sentimenti da teenager imparanoiati e ribelli. Poi ho provato a scrivere un po’ di SF e le cose si sono fatte più interessanti.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SEI PIU’ LEGATO?

Poesie, qualche raccontino mainstream… ma la prima soddisfazione nel campo del fantastico risale ai gloriosi tempi di Edizioni XII. Il concorso che sfociò nella raccolta “L’invasione degli Ultracorti” fu molto interessante per mettermi alla prova nei formati brevi, alcuni miei corti furono apprezzati dai lettori e dagli organizzatori. Hydrostasis è però il primo libro di narrativa interamente firmato da me, si può considerare un’opera d’esordio, e mi sta dando grandi soddisfazioni.

IN QUESTI ULTIMI ANNI HAI PUBBLICATO MOLTI LAVORI SU “ALTRISOGNI”. VUOI PARLARCI DELLA TUA COLLABORAZIONE CON QUESTA RIVISTA?

La collaborazione con “Altrisogni” è iniziata rispondendo alla call per l’invio di racconti brevi che caratterizzava il formato della rivista. Ho sottoposto alcuni scritti che sono stati accettati con entusiasmo dai curatori Vito e Christian. In generale, la lunghezza dei racconti che riuscivo a preparare si adattava bene ad “Altrisogni”: racconti brevi, di fantascienza. Ho anche approfittato per fare qualche (piccola) sperimentazione in campo weird e horror, ma sono campi in cui non mi sento preparato!

RECENTEMENTE, SEMPRE CON “ALTRISOGNI”, HAI DATO ALLE STAMPE L’ANTOLOGIA “HYDROSTASIS”: COSA PUOI DIRCI IN MERITO?

Hydrostasis è una raccolta di racconti strutturata in tre parti. Nella prima parte ci sono tre storie apparse nei primi numeri della rivista “Altrisogni”. La parte centrale è invece costituita dal racconto lungo di genere discronico che dà il nome alla raccolta. Questo racconto è nato anni fa in forma embrionale per un concorso lanciato da Edizioni XII, vinto poi da Andrea Viscusi. In seguito è stato ampiamente rivisto ed espanso, diventando una narrazione molto più articolata e complessa che viene qui pubblicata per la prima volta. Gli altri cinque racconti, quelli che costituiscono la terza parte del volume, sono totalmente inediti e attraversano un arco temporale della storia umana che va dai giorni nostri a un lontano futuro… Grazie ad alcuni indizi che ho disseminato tra le pagine, questi cinque racconti possono essere considerati come frammenti di un unico mosaico.

QUANDO SCRIVI UN RACCONTO, QUAL È LA PARTE CHE RITIENI PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Quando penso a un personaggio mi baso sempre su una persona esistente, che ho conosciuto di persona e di cui riesco a intuire o immaginare i comportamenti, per farla “recitare” nella storia. Per le ambientazioni o le tecnologie cerco di estrapolare un possibile sviluppo dei contesti umani attuali, senza dilungarmi troppo in spiegazioni scientifiche. Oggi tutti usano uno smartphone, ma pochi sanno come funziona o come è costruito internamente. Nel futuro la tecnologia più estrema sarà familiare e diffusa, con pratiche interfaccia utente. Se un personaggio usa un Destabilizzatore Pre Odierno a Feedback Negativo, e questo aggeggio è coerente con il contesto della storia, non voglio usare 20 pagine per spiegarne le basi teoriche di funzionamento!

VISTO CHE ULTIMAMENTE CAPITA SEMPRE PIU’ SPESSO DI LEGGERE MOLTI AUTORI, SIA EMERGENTI SIA AFFERMATI, ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

A parte un po’ di diffidenza generale, credo che l’e-book continuerà a diffondersi. Non ci sono ancora né i numeri né la volontà di mandare in pensione il libro, perciò immagino che queste due realtà avranno una serena convivenza ancora per molti anni.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Viaggi nel tempo, alieni, spazio esterno, invenzioni ed esplorazioni dell’ignoto: come si può non amare il Genere Fantastico! Il racconto di genere, che polverizza la visione antropocentrica che abbiamo dell’Universo, introduce variabili e crea situazioni in cui l’immaginazione è spinta al massimo. Un’opera artistica che riesce efficacemente a unire immaginazione e comprensione si chiama capolavoro.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Sono affascinato dai contrasti, dai conflitti e dall’ineluttabilità della vita. In generale “spio” le persone e le loro storie per poi tradurle nei miei racconti.

FINORA TI SEI OCCUPATO SEMPRE DI STORIE BREVI. A QUANDO UN ROMANZO?

Questa è una domanda che mi hanno fatto in molti, anche dopo avere letto Hydrostasis. Posso dirti con molta serenità che non mi sento assolutamente pronto a gestire la complessità e la lunghezza di un romanzo. Mi riesce difficile concepire un’opera che si sviluppi in quel modo, preferirei raccogliere racconti di varia lunghezza, in cui variano i protagonisti di un universo comune.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Ce ne sono tanti. Ne cito tre: Philip K. Dick, James Ballard, Italo Calvino.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

In ambito strettamente fantascientifico, ultimamente ho avuto grosse delusioni: i film che escono mi fanno inveire contro lo schermo ad alta voce, con grandi proteste da parte degli altri spettatori in sala. Nomino una manciata di film che non mi stanco mai di rivedere: “Stalker“, “PiGreco – Il teorema del delirio”, “Alien“, “Il cattivo tenente”, “Full Metal Jacket”, “Terminator“, “La Mosca“.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Ho tre racconti inediti da completare, al momento fermi. Finirli richiederà tempi geologici, sia per questioni di mero tempo libero, ma anche perché dopo Hydrostasis, che ha un tono cupo e disfattista, vorrei provare a usare una formula completamente diversa. A proposito: mi piacerebbe anche dare un seguito, e quindi una chiusura, ad “Ava e il Pianeta del Riposo”, uno dei racconti più avventurosi della raccolta, e chiarire alcuni misteri rimasti irrisolti!

RESTIAMO IN ATTESA ALLORA DEI PROSSIMI SVILUPPI!

Davide Longoni