IMMORTALITA’: ISTRUZIONI PER L’USO (1985) – PARTE 02
Per il cinema di fantascienza il futuro non è mai roseo perché appare spesso devastato da guerre atomiche (Mondo senza Fine, Interceptor, Mad Max oltre la sfera del tuono, Nel 2000 Guerra o Pace?, Rats e tanti, tanti altri…) o pressato da una società tirannica o classista (Metropolis, Nel 2000 non sorge il Sole, Gattaca e altri ancora…). È ovvio che le ragioni di tutto questo non sono solamente legate al pessimismo intrinseco in ognuno di noi ma, molto più pedestremente, legato al fatto che le storie in negativo, di qualunque genere esse siano, offrono lo spunto non solo per esasperare un a situazione, un messaggio che si desidera mandare ma sono ovviamente più interessanti visivamente.
Sarebbe infatti estremamente noioso rappresentare un futuro radioso e perfetto, dove tutti stanno bene e non ci sono problemi, quale storia si potrebbe raccontare? Nessuna, è ovvio. Ecco perché il nostro mondo rischia sempre un futuro problematico che può essere dovuto anche all’inquinamento (2000: La Fine dell’uomo?, Catastrofe… ecc) o in uno spazio cosmico nemico per ambientazione o per incontri ostili (Il Mio Nemico, Il Pianeta Proibito, Alien, Il Pianeta del Terrore…).
Brazil di Terry Gilliam, s’inserisce con tono grottesco e ironico ma con risvolti estremamente amari, nel ciclo di film a cui fanno capo Nel 2000 non sorge il Sole e Orwell 1984, entrambi tratti dal romanzo 1984 di George Orwell, autore prolifico e molto attento alle problematiche della società in cui viveva e che usava il futuribile come veicolo per trasporre il suo pensiero in un possibile ma non opinabile mondo futuro.
ORE 20.49
UN LUOGO QUALUNQUE
NEL 20° SECOLO
Un comunicato commerciale della Central Service che tende a vendere al pubblico un ricambio completo delle condutture di casa, appare sugli schermi di una serie di televisori esposti in un negozio. Il venditore (Terence Bayler) sta portando a termine la sua vendita quando il negozio esplode fragorosamente, schizzando dappertutto frammenti di vetro e pezzi di apparecchiature.
In mezzo al disastro compiuto dall’esplosione un televisore funziona ancora e ci mostra un annunciatore televisivo (John Flanagan) che conduce un’intervista con il Viceministro Eugene Helpmann (Peter Vaughan) del Ministero dell’Informazione.
Helpmann: “Buonasera, David.”
Annunciatore: “Signor Viceministro, che cosa c’è dietro questo aumento del numero di attentati terroristici?”
Helpmann: “Una mancanza di sportività, C’è una sparuta minoranza di persone che sembra avere completamente dimenticato i vecchi valori di una volta e non riesce a sopportare l’idea di aver perso la sua battaglia. Se queste persone accettassero le regole del gioco otterrebbero di più dalla vita.”
Annunciatore: “Tuttavia, Signor Helpmann, c’è chi ritiene che il Ministero delle Informazioni si sia ampliato troppo e in settori che non sono di sua competenza.”
Helpmann: “Vede, in una società libera, l’informazione deve penetrare dovunque ed è solo per questo che ci stiamo potenziando.”
Annunciatore: “È un potenziamento un po’ caro. Si parla di spese intorno al sette per cento del bilancio statale.”
La scena si sposta in uno squallido ufficio dove un impiegato in camice sta pulendo con pedante pignoleria la scrivania e batte sul vetro del televisore allo scopo di ottenere un’immagine più nitida.
Helpmann: “Mi rendo conto delle preoccupazioni dei contribuenti. La gente vuole che il suo denaro non venga sprecato, per questo insistiamo nella politica degli investimenti e nel recupero dei costi delle informazioni. Chi viene condannato dal Tribunale deve pagare non solo le spese della sua detenzione ma anche quelle degli interrogatori, degli accertamenti e delle indagini sul suo conto.”
Nell’ufficio una stampante è in funzione mentre l’impiegato comincia a dare la caccia a un fastidioso moscone.
Annunciatore: “Lei pensa che il Governo vincerà questa lunga battaglia contro i terroristi?”
Helpmann: “Ne sono convinto. La nostra morale è molto più elevata della loro.”
La caccia al moscone continua frenetica, l’impiegato si arrampica su un classificatore.
Helpmann: “Stiamo ribattendo ogni loro mossa colpo su colpo…”
L’uomo si allunga per colpire con una cartelletta il moscone sul soffitto.
Helpmann: “Sono già molti quelli che hanno deciso di ritirarsi dalla lotta…”
Un colpo preciso, seguito da un altro, uccide l’insetto.
Helpmann: “Credetemi: Il terrorismo ha le ore contate…”
Il cadavere della mosca cade sulla stampante provocando un contatto sul modulo che stava stampando. Il nome riportato su questo modello è: Archibald Tuttle.
Helpmann: “Quindi un criminale non deve costare nulla al cittadino onesto.”
Annunciatore: “Signor Helpmann, torniamo al terrorismo…”
L’uomo si siede nuovamente e con aria soddisfatta alla sua scrivania aprendo la cartella che aveva usato come arma omicida.
Annunciatore: “…Sono passati 17 anni dalla prima bomba…”
Helpmann: “Quel numero gli porterà sfortuna… (ride) ”
Annunciatore: “Grazie Viceministro, non ho altro da chiederle.”
Helpmann: “Grazie a lei, David e grazie a tutti i telespettatori. Buon Natale.”
Una tranquilla serata in famiglia quella che il signor Buttle (Brian Miller) sta trascorrendo con sua moglie (Sheila Reid) e i suoi due figli (Simon Nash e Prudence Oliver).
Al piano superiore, in un altro appartamento, Jill Layton (Kim Greist) sta facendo il bagno guardando in tv un vecchio film dei Fratelli Marx.
Ad un tratto ode uno strano rumore…
Un foro perfettamente circolare si apre sul soffitto dell’appartamento dei Buttle e, tramite una pertica estensibile, scendono uomini armati dotati di una maschera antigas, contemporaneamente la porta e la finestra della casa vengono sfondate per far entrare altri soldati.
Il signor Buttle viene catturato e costretto a indossare una speciale camicia di forza chiusa in cima e fermata sul collo da un collare di ferro con una catena.
Alle urla della moglie e dei due figli fa seguito l’ingresso di un individuo vestito di nero (Simon Jones).
Uomo: “In virtù dei poteri a me conferiti dall’articolo 47, paragrafo 7, comma 16 dell’Ordine del Consiglio dichiaro che il Signor Tuttle Archibald, Torre Nord Shang -ri La, numero 412, è stato convocato dal Ministero dell’Informazione per essere interrogato e dovrà accollarsi le spese procedurali come specificato dall’Ordine del Consiglio RB/CZ/907/X. (Rivolto alla moglie) Firmi qui, per favore.”
Mentre i soldati portano via suo marito, l’uomo le passa un altro foglio da firmare.
Uomo: “Questa è la ricevuta per suo marito e questa è la ricevuta per la sua ricevuta.”
La ragazza dall’appartamento di sopra si affaccia dal foro per capire cosa è successo ma i soldati le sparano e si fermano solo perché con lei c’è la squadra di riparazione che ha il compito di turare il buco usando un tappo preparato allo scopo, ma le misure del foro sono state cambiate e il tappo cade nell’appartamento di sotto. È la classica goccia che fa traboccare l’altrettanto classico vaso, la signora Buttle sviene.
Al Ministero dell’Informazione il lavoro si svolge frenetico in un via vai di gente che porta carrelli di pratiche e di impiegati davanti ai visori. Tutta questa attività viene controllata da Mister Kurtzmann (Ian Holm), il quale, dopo aver dato un’occhiata al suo orologio da taschino, rientra nel suo ufficio: gl’impiegati ne approfittano per collegare gli schermi alla rete televisiva dove stanno trasmettendo un vecchio film western.
Kurtzmann trova un errore sul computer nella pratica Buttle e chiama con il telefono interno il suo collaboratore Sam Lowry (Jonathan Pryce) ma questi non risponde. Chiede agli impiegati di lui e cercando, al tempo stesso, di sorprenderli a guardare la TV, ma inutilmente.
L’oggetto della sua ricerca sta volando in un cielo colmo di nuvole bianche, usando delle ali argentate e incontrando su una bianca nuvola una bellissima ragazza.
Il suono del telefono interrompe il suo sogno. È Mister Kutzmann che lo sta chiamando. Sono le undici e lui non è ancora in ufficio, il complesso elettrico che doveva servire a svegliarlo, a preparare il bagno, a cuocere i toast e far bollire il caffè, nonché ad aprire le serrande per far entrare la luce del giorno, non ha funzionato.
Riavviato il tutto Sam si veste e raggiunge l’immenso atrio del Ministero delle Informazioni dove una scolaresca sta ammirando la grande statua della Verità posta all’ingresso e una suora sta chiedendo a una delle guardie che tipo di mitra sia quella che l’ufficiale le sta mostrando.
Sam entra e, mentre un curioso occhio meccanico lo controlla, pone la sua tessera alla lettura ottica. Quindi incontra un suo vecchio amico, Jack Lint (Michael Palin), il quale gli dice che lui è sprecato nel suo lavoro di archivista ma a Sam va bene così.
Sui grandi schermi l’uomo vede per un attimo il volto di Jill e ne resta colpito, poi il viso scompare.
In realtà la ragazza sta facendo una lunga fila per poter parlare all’addetto alla Reception (Gorden Kaye).
Jill: “Voglio denunciare un arresto sbagliato.”
Receptionist: “Si rivolga al Ministero dell’Informazione, Ufficio Rettifiche.”
Jill: “Sono già stata al Ministero dell’Informazione, sono loro che mi hanno mandato qui, dicono che devono riempire un modulo.”
Receptionist: “Ha la ricevuta d’arresto, signorina?”
Jill: “Sì, sì… (fruga nella borsa mentre la strana macchina dotata di occhio più che esaminarla sembra quasi annusarla) ”
Receptionist: “L’ha già fatta timbrare?”
Jill: “Timbrare?”
Receptionist: “(guardando la ricevuta) No, non ci siamo signorina. Vede: manca il timbro, Non sono autorizzato a darle il modulo se la ricevuta non è timbrata.”
Jill: “E a chi mi rivolgo per il timbro?”
Receptionist: “Ufficio timbri, Ministero dell’Informazione.”
È evidente che la scena non si svolge in Italia perché sarebbe ordinaria amministrazione una cosa del genere, invece Jill è palesemente furiosa e dà una spinta alla telecamera occhiuta mandandola a girare su sé stessa.
Andiamo ora nell’ufficio di Kurtzmann dove su una parete campeggia la scritta:
IL SOSPETTO GENERA LA CONFIDENZA.
Sam è al computer mentre il suo superiore sta passeggiando nervosamente per l’ufficio.
Kurtzmann: “Ho provato anche ad impostare di nuovo i dati ma non è servito a niente. Forse la macchina si è guastata.”
Sam: “No, non è colpa della macchina. I due numeri di codici sono simili, sono stati scambiati. E’ a Tuttle che dovevano essere addebitate le 31 Sterline e i 6 Pence, non a Buttle.”
Kurtzmann: “Mio Dio, c’è stato un errore!”
Sam: “Non si agiti, l’errore non è nostro.”
Kurtzmann: “Ne è sicuro? E di chi sarebbe stato?”
Sam: “Del Recupero Informazioni, Signore.”
Kurtzmann: “Ah, ah, andiamo bene!”
Sam: “Vede, Signore, il reparto Amministrativo aveva emesso una fattura a carico di Buttle, Archibald Buttle, di professione calzolaio, la Sicurezza invece voleva arrestare Archibald Tuttle, un tecnico che si occupa di riscaldamento.”
Kurtzmann: “Ah, che sollievo! Coraggio Sam, finisca il suo the.”
Sam: “Oh, grazie.”
Kurtzmann: “Sa una cosa? Non so proprio come farei se lei venisse promosso.”
Sam: “Ah, non si preoccupi. Non accadrà.”
Kurtzmann: “Ma se la dovessero promuovere io vorrei che…”
Sam: “Stia tranquillo, quando lo faranno io rifiuterò.”
Kurtzmann: “Sul serio rifiuterà?”
Sam: “Ci può giurare.”
L’uomo gli allunga un foglio.
Kurtzmann: “Lei è stato promosso, Sam… È stata sua madre, ne sono sicuro, a manovrare per farla trasferire.”
E Sam va a parlare con sua madre, Ida (Katherine Helmond), che si sta facendo fare un lifting al viso da un sedicente chirurgo, il Dottor Jaffe (Jim Broadbent) il quale sta tirando la pelle delle guance della donna in maniera preoccupante e disgustosa (in realtà all’attrice è stato posto sul viso una maschera in finta pelle allungabile).
Sam chiede alla donna di non impicciarsi della sua carriera ma Ida ritiene che ciò che ha fatto fosse giusto e lo ha raccomandato al Viceministro suo amico. Sam continua a protestare ma il Dottor Jaffe gli chiede di uscire per non agitare la sua paziente.
Poi Sam va a casa con sua madre e delle sue amiche in uno strano ristorante di lusso che serve cibi e porzioni in puro stile fast food con i cibi tutti numerati e fotografati sul menù.
Ida regala a Sam per Natale uno strano oggetto senza spiegarne le funzioni.
In mezzo a chiacchiere stupide si verifica un attentato nel locale dove stanno cenando, in mezzo a fiamme e detriti tutti continuano tranquillamente a mangiare mentre il maître pone un paravento davanti alle fiamme e alle vittime.
Sam si stanca presto di ascoltare le chiacchiere vuote di sua madre e delle sue amiche, si alza e fa per andarsene.
Sam: “Scusate, devo andare.”
Ida: “Sam, aspetta, non hai ancora mangiato il dolce.”
Sam: “Non voglio nessun dolce, non voglio promozioni, non voglio niente di niente!”
Ida: “Ma certo che vuoi qualcosa, avrai pure dei desideri, delle ambizioni, dei sogni nascosti.”
Sam: “No, non ne ho. Non ho nessun sogno.”
Eppure almeno un sogno Sam ce l’ha, quello di volare in mezzo alle nuvole per incontrare la donna avvolta in una lunga veste bianca.
Dal terreno sotto di lui escono, spuntando velocemente come funghi, degli edifici uno attaccato all’altro, la scena è naturalmente un modellino dove gli edifici venivano spinti dal basso per mezzo di servomeccanismi.
Sam si sveglia agitato e in mezzo al fumo, l’impianto di areazione si è guastato, chiama il Central Service ma la segreteria lo informa che tutti i tecnici sono occupati in altra zona. Ripone seccato il telefono e si addormenta per terra con la testa dentro al frigorifero aperto.
Il telefono lo sveglia e una voce gli ordina di mettere giù la cornetta e di alzare le mani. Una figura coperta da un passamontagna e una pistola torreggiano davanti a lui.
Uomo: “Stia calmo, mi raccomando, non faccia gesti improvvisi, tenga le mani bene alzate.”
L’uomo comincia a guardarsi intorno e a esaminare le stanze.
Sam: “Cosa… cosa sta facendo?”
L’uomo si toglie la maschera.
Uomo: “Harry Tuttle, tecnico del riscaldamento, al suo servizio.”
Sam: “Tuttle?! Lei lavora per il Central Service?”
Harry: “Aaah!”
Sam: “Io ho chiamato il Central Service…”
Harry: “Lo so. Le hanno detto che non potevano venire. Per sua fortuna, però, io ho intercettato la sua telefonata.”
Sam: “Ha interce… Ehi, voi! Che significava quella pistola? (Si sposta appena in tempo per evitare di essere colpito da un lungo cacciavite che l’uomo ha tratto dalla sua borsa) Attento!”
Harry: “Era solo una precauzione signor Lowry, una semplice precauzione. Mi hanno già teso parecchie trappole sino ad oggi. Conosco un sacco di gente al Central Service, che vorrebbe mettere le mani addosso ad Harry Tuttle, ah!”
Sam: “Ehi, un momento. Sta cercando di dirmi che tutto questo è illegale?”
Harry (Robert De Niro) ha aperto il pannello dell’impianto.
Harry: “Beh, sì e no… Ufficialmente sono il Central Service, autorizzato a toccare questa roba… Ehm… tenga qui per favore… (Gli passa un tubo flessibile)”
Sam: “Sì…”
Harry: “…Ma sono così legati dai regolamenti e dalle scartoffie che non ce la fanno a rispondere a tutte le chiamate e così sono disposti a chiudere un occhio a patto che io stia attento. Il giorno però che si riorganizzeranno e aumenteranno le squadre di tecnici allora sì che saranno dolori per me…”
Sam: “Ma non sarebbe più semplice per lei lavorare…”
Harry: “Mi tenga la torcia, per favore.”
Sam: “Ehm, sì, scusi… Dicevo: non sarebbe più semplice per lei lavorare per il Central Service?”
Harry: “Bleah! Troppo monotono, non potrei sopportarlo… Si sta scaldando…”
Sam: “Che cos’è che non puoi sopportare?”
Harry: “I pezzi di carta, odio la burocrazia. Ascolti: fra un più di tempo, grazie al vostro bellissimo sistema, non si potrà più aprire un rubinetto senza riempire un 27b/60… Beh, a me non mi fregate.”
Sam: “Suppongo che questa riparazione mi verrà a costare cara…”
Harry: “Si sbaglia. Non lo faccio per soldi, lo faccio perché è emozionante, perché vedo dei posti nuovi, entrare e uscire dalle case, aiutare chi è in difficoltà… Presto però dovrò smettere, non ci si potrà più muovere senza un modulo… (Tramite una lunga pinza estrae un pezzo invisibile dall’impianto). Eccolo qui, è questo il suo problema.”
Sam: “Ne ha uno nuovo?”
Harry: “No. Non ce l’ho, però al posto di quello posso metterci uno di questi, eh?”
Gli mostra un pezzo enormemente più grande di quello precedente e altrettanto diverso. Sam lo guarda per un attimo perplesso.
Sam: “Oh, per me va bene.”
Il cicalino della porta suona all’improvviso. I due s’immobilizzano.
Harry: “Aspetta qualcuno?”
Sam: “No.”
Harry estrae nuovamente la pistola e ordina a Sam di aprire appostandosi nel buio. Sam apre la porta e si trova davanti a due tecnici del Central Service. Uno di essi è Bob Hoskins. Sam cerca di spiegare loro che l’impianto è ripartito ma i due non sono affatto convinti ed entrano per controllare. Sam chiede loro se hanno un modulo 27b/60 e questo li blocca. Uno dei due è disperato, quasi epilettico alla richiesta di Sam, l’altro (Hoskins) lo minaccia di ritornare.
Appena la porta si è chiusa dietro di loro, Harry si avvicina a Sam.
Harry: “Complimenti Lowry, se l’è cavata bene, non era facile.”
Sam: “Grazie… Senta, io… io… Beh, ecco… sì da il caso che io lavori al Ministero dell’Informazione… e…”
Harry: “Cosa…”
Sam: “…E giusto oggi… Sì, ho saputo che… che il Reparto Recupero Informazioni sta cercando un certo Archibald Tuttle, tecnico del riscaldamento… Ora io mi chiedo… questo Archibald Tuttle per caso è lei?”
Harry: “I miei amici mi chiamano Harry.”
Sam: “Oh, sì. Certo…”
Harry: “Reparto Recupero Informazioni, eh? Pezzi grossi… (Ride).”
Sam: “Perché lo stanno cercando?”
Harry: “(canticchiando Brasil) Ecco fatto, mi dia il pannello.”
Sam: “Subito… allora…”
Harry continua a canticchiare.
Sam: “Mi dice per quale ragione… Senta, non mi sembra giusto che io non le paghi questa riparazione, non conosco le tariffe, di solito quanto costa un lavoro così?”
Sam prende i soldi da un barattolo posto dentro al forno a microonde.
Harry: “Aaah, la smetta, me lo ha fatto lei il favore, dia un’occhiata al corridoio…”
Sam: “Oh… allora grazie…”
Harry: “Siamo sulla stessa barca tutti e due, giusto? Vada, ora.”
Sam: “Giusto…”
Harry: “Apri.”
Il corridoio dà anche all’aperto, in alto, sui grattacieli.
Sam: “Okay, via libera.”
Harry si aggancia con un filo sottile e si lascia scivolare tra le grandi costruzioni, lontano…
Nel solito tran tran dell’ufficio Sam sta chiedendo quale film diano quel giorno e il suo collega gli risponde: “Casablanca”, quando la voce disperata di Kurtzmann lo chiama.
Sam entra nell’ufficio del suo superiore, l’uomo si sta guardando intorno circospetto.
Kurtzmann: “Per fortuna è arrivato. Siamo in mezzo ai guai… Ssst! Nessuno… Guardi questo. Che cos’è?”
Sam: “Beh, è un assegno.”
Kurtzmann: “Esatto, è un rimborso per Tuttle.”
Sam: “Tuttle?!”
Kurtzmann: “…Buttle… Voglio dire: Buttle… Io confusiono con l’altro fin dall’inizio. Il reparto Recuperi Costi e Informazioni gli ha addebitato un importo superiore al dovuto e qualcuno sta cercando di scaricare la colpa su di noi!”
Sam: “Posso dargli un’occhiata? Non ho mai visto un assegno di rimborso prima d’ora.”
Kurtzmann: “Scommetto che è stato Jeffries… Ma certo, lui vorrebbe che la gente pagasse di più per i loro interrogatori, altrimenti è stato Bill, so che mi odia. Dobbiamo sbarazzarci dell’assegno…”
Sam: “Beh, è semplice, mandiamolo in un altro ufficio o, meglio ancora, mandiamolo a Buttle, dopotutto sono soldi suoi.”
Kurtzmann: “Crede che non ci abbia mai provato? Guardi, guardi qui, legga… Quelli dell’Anagrafe dicono che sulla sua scheda c’è una croce, il suo nome è stato cancellato dalla memoria del Computer Collettivo Centrale…”
Sam: “Aspetti…”
Kurtzmann: “…La Sezione Arti e Mestieri dice che non è tornato al suo posto di lavoro, senza contare la sicurezza che lo ha inserito nella lista delle persone scomparse… e l’Amministrazione che sta per pagare la liquidazione alla moglie…”
Sam sta consultando il computer.
Sam: “E’ morto.”
Kurtzmann: “Morto?! Santo cielo… oooh, è terribile! Come faremo a liberarci di questo dannato assegno? Ci vuole un’idea, Sam!”
Sam: “Potremmo cercare un parente.”
Kurtzmann: “E’ vero, un parente… Sì!”
Sam sta effettuando la ricerca sul computer. Tutto l’arredamento del film è particolare. La macchina ha uno stile anni ’20, con dei tasti giganteschi stile vecchia macchina da scrivere, così i televisori, l’arredamento in genere e perfino le macchine, un misto tra tecnologia avanzata e rimembranze d’inizio secolo.
Sam: “Ne ho trovato uno: Buttle Veronica… è la moglie.”
Kurtzmann: “Veronica?”
Sam: “Qual è il numero dell’assegno?”
Kurtzmann: “Ehm… Due, sette, uno, cinque, sei, sette, otto, nove, tre, barra zero, sette, quattro, tre, due, otto, sei, elle…”
Sam: “Ora imposto gli altri dati… Central Bank… Veronica Buttle… motivazione… versamento…”
Prende il foglio dalla stampante e ci mette dentro l’assegno sotto lo sguardo estasiato di Kurtzmann. Mette tutto in un bussolotto e lo spedisce per posta pneumatica canticchiando Brasil.
Kurtzmann: “(sospirando di sollievo) Grazie a Dio si è risolto tutto… aah… vuole una tazza di the?”
Il bussolotto ritorna al mittente. Sam lo prende e lo apre.
Sam: “C’è un altro problema, Signore… Non ha un conto in banca la moglie…”
Kurtzmann: “Mi ammazzo… Era troppo bello per essere vero… È la fine, sarò costretto a dimettermi… Una cosa così non era mai successa prima che riorganizzassero il Settimo Livello… E’ stato Simmons a farlo. Lui e Jeffries vanno sempre insieme a colazione… Che bastardi! (Batte il pugno chiuso sul tavolo facendosi male alla mano) Mi vien voglia di bruciarlo quel dannato assegno, di nasconderlo dietro qualche armadio, di ingoiarlo un pezzetto alla volta…”
Sam: “C’è un’altra soluzione, Signore.”
Kurtzmann: “Quale?”
Sam: “Andare dalla Signora Buttle e farle firmare il retro dell’assegno, con la girata glielo cambierà qualsiasi negoziante.”
Kurtzmann: “Lei è un uomo prezioso, Sam.”
Sam: “Andrò subito a portarglielo, firmi l’assegno e mi dia l’indirizzo di Buttle.”
Kurtzmann: “Ecco… l’indirizzo è scritto qui…”
Poi, con voce sempre più lamentosa, prosegue:
Kurtzmann: “Cos’altro devo fare?”
Sam: “Firmi queste ricevute… Una firma qui, una qui e una qui… e un’altra sull’assegno, lì sotto…”
Kurtzmann: “D’accordo, sì… Credo di essermi fratturato un osso… Vede: ho il polso floscio, è uno spettacolo penoso, mi scusi Sam…”
Sam: “Lasci stare, firmerò io per lei… Ecco fatto. È meglio che vada, ora.”
Sam apre la porta dell’ufficio per uscire ma Kurtzmann lo richiama.
Kurtzmann: “Sam…”
Sam: “Uhm?!”
Kurtzmann: “Non so come farei senza di lei…”
Sam: “(ripetendo ciò che dice la TV in ufficio) Stia tranquillo, tornerò.”
La strana macchina di Sam percorre la città e arriva a destinazione in un complesso edile racchiuso tra alte torri.
In strada dei ragazzi laceri e sporchi stanno giocando. Sam chiede loro un’informazione ma viene subitamente mandato a fare in…
Trova l’appartamento ma, mentre sta per bussare, vede per terra innumerevoli mozziconi di sigarette e, dietro un angolo del corridoio, una misteriosa figura che lo osserva fumando (lo stesso regista Terry Gilliam). Sam bussa alla porta di casa Buttle ma l’uscio cade davanti a lui. Sam entra chiedendo permesso, avanza fino a che non vede la donna seduta davanti alla finestra, lo sguardo perso nel vuoto, si presenta, ma la donna non risponde.
Sam: “…Sono venuto qui a portarle un assegno… L’importo non è molto alto, è solo un rimborso… sa c’è stato un piccolo errore…”
Veronica: “Un errore ha detto…”
Sam: “Sì… sì, ma non del mio Reparto, glielo assicuro, io lavoro all’Archivio… Vede, il fatto è che… sì il Reparto Recupero Costi e Informazioni ha fatto pagare a suo marito una cifra superiore al dovuto, fino ad oggi non avevano mai fatto uno sbaglio del genere, ma… beh, prima o poi doveva capitare… Ehm… oh, che cosa è successo al suo soffitto? …Senta, Signora Buttle, il fatto di venire qui è stata una mia iniziativa… Normalmente questi assegni vengono accreditati sul conto bancario per mezzo del computer ma stavolta abbiamo incontrato alcune difficoltà e… così ho creduto giusto, per risolvere la questione e non creare altri ritardi, di venire a consegnare l’assegno di persona… In fondo è Natale… Un po’ di soldi fanno sempre comodo…”
Veronica: “Suo marito è morto… E’ questo che non riesce a dire?”
Sam: “Le assicuro, Signora Buttle, che il Ministero in queste cose è molto scrupoloso e aprirà certamente un’inchiesta per stabilire se ci sono delle responsabilità. Se lei comunque intende avanzare delle proteste non dovrà far altro che chiamarmi in archivio e io le manderò gli appositi moduli da riempire.”
Veronica: “Che ne avete fatto del suo corpo, assassini…”
Sam: “(rivolge il suo sguardo al televisore di casa e cerca di smorzare l’imbarazzo) Oh… ah, che forza! I… Io non so niente, purtroppo, Signora Buttle… ho solo il compito di consegnarle l’assegno… anzi, se non le dispiace, ci sarebbero queste due… queste due ricevute da firmare… Eccole qui, metta due belle firme in fondo al foglio e… e poi la lascerò in pace…”
Veronica: “Archibald non aveva fatto niente di male… Era buono con tutti (si alza dalla poltrona). Perché lo avete ucciso? Che fine gli avete fatto fare? (Gli getta addosso le ricevute senza averle firmate) Schifosi bastardi! (Singhiozza violentemente).”
Sam: “Io capisco il suo dolore Signora Buttle… non so che dire… mi dispiace davvero… Forse non sarei dovuto venire qui, Signora Buttle…”
Il figlio si scaglia addosso a Sam prendendolo a pugni, la donna lo prende tra le braccia e lo trascina via. Uno specchio si frantuma e, in uno di questi, appare il volto di Jill.
Jill: “Come si sente, tutto bene? Signora Buttle, ha bisogno di qualcosa?”
Sam: “Sei tu…”
Sam alza lo sguardo sul foro nel soffitto mentre Jill se ne sta andando.
Sam: “No, non andartene, ti prego. Voglio parlarti! Aspetta…”
Sam corre fuori mentre Veronica e suo figlio, abbracciati, continuano a piangere. L’uomo percorre il corridoio e sale le scale urtando una figura. Entra nell’appartamento della ragazza ma lo trova vuoto. Poi sente un’esplosione in strada. Si affaccia alla finestra e vede, parecchi piani più in basso, la sua macchina che brucia e Jill con dei bagagli in mano. Sam ridiscende di corsa le scale e si ritrova in strada davanti alla sua auto che continua a bruciare. Prende in mano un vecchio materasso e cerca di spegnere le fiamme, quindi vede Jill andar via su un camion e le urla dietro la sua innocenza sulla morte di Buttle ma il veicolo prosegue la sua corsa, Sam soffoca le fiamme e sale sull’auto ma anche le ruote sono state tirate via.
Sam è furioso. Una bambina lo sta guardando ed è la piccola a dirgli il nome e il cognome della ragazza e poi gli dice che sta aspettando il ritorno di suo padre.
Sam si rende conto che la piccola è la figlia dei Buttle e si allontana pieno di imbarazzo e rimorso.
Tornato in ufficio l’uomo si mette al computer cercando notizie di Jill Layton.
Il turno di lavoro è finito e tutti gli impiegati sono andati via, anche Kurtzmann ha chiuso il suo ufficio e sta avviandosi quando vede Sam ancora al lavoro, l’uomo sta cercando notizie di Jill.
Kurtzmann: “Sam, pochi minuti fa hanno chiamato quelli dell’Autoreparto. Una delle unità mobili adibita al personale è sparita, lei ne sa niente?”
Sam: “Ah, sì, hanno perso un’unità mobile? …Cosa?! …Ah, che stupido, è quella che ho preso io. Dei bambini me l’hanno distrutta.”
Kurtzmann: “Ah!”
Sam: “Farò rapporto domani mattina.”
Kurtzmann: “Ehm… Come è andata a finire la storia dei Signori Tuttle.. .ehm… voglio dire Buttle.. .ehm… l’ha consegnato alla vedova?”
Sam: “Ah, ah.”
Kurtzmann: “Così è tutto risolto?”
Sam: “Certo.”
Kurtzmann: “Dio, che sollievo questa notizia, me lo sognerò la notte questo Buttle!”
Il computer risponde alle ricerche di Sam, ma non è la risposta che lui voleva.
Sam: “Maledizione, c’è una barriera!”
Kurtzmann: “Qual è il problema?”
Sam: “Immagino che lei non sappia come si fa ad evitare una IRQ/3, vero?”
Kurtzmann: “Humpf! Le informazioni sulle persone sospette del Terzo Livello sono segrete. Può rivolgersi al Reparto Recupero Informazioni ma è inutile, non le diranno niente. Diventano gentili solo quando vogliono sapere qualcosa da noi.”
Sam: “Allora mi resta una sola strada: accettare la promozione e lasciare l’Archivio.”
Kurtzmann: “Sì… NO! Non può farlo, l’ha rifiutata, ricorda?”
Sam: “Sì, ma non ho firmato.”
Kurtzmann: “Ehm… L’ho fatto io per lei.”
Sam: “Non è vero!”
Kurtzmann: “L’ho fatto…”
Sam: “Non aveva il diritto di farlo!”
Kurtzmann: “Lei era d’accordo…”
Sam: “Ma perché prima non mi ha avvisato?”
Kurtzmann: “Avevo paura che lei cambiasse idea!”
Sam: “Oh, Cristo, e ora come faccio? Io devo avere quelle informazioni!”
Per raggiungere il proprio appartamento Sam prende uno strano mezzo pubblico, un cubo di vetro composto da piastrelle trasparenti che scivola attraverso i palazzi. Sam sta disegnando il volto della ragazza e pensa.
Sam: <”C’è un solo modo per ritrovarla: farmi promuovere di nuovo al Reparto Recupero Informazioni.“>
Di nuovo Sam si perde nel suo sogno, questa volta a occhi aperti. Sta ora volando in mezzo ai giganteschi parallelepipedi e vede la donna dei suoi sogni dentro a una gabbia trascinata da strani esseri deformi. Sam atterra elegantemente vicino a loro e sguaina la sua spada.
Il mezzo si ferma al livello 41, Sam è distratto e non vede le porte aprirsi per cui, quando se ne avvede, è troppo tardi e scende alla fermata successiva sempre guardando assorto il suo disegno. Raggiunge il proprio appartamento trovando la porta aperta. Entra e si trova sommerso in una selva di tubi e di fili elettrici dove ogni tanto si verificano dei contatti che illuminano di una sinistra luce azzurrina l’appartamento. In mezzo a questa giungla Sam vede il tecnico della Central Service, Spoor con un suo collega.
Sam: “Ah, siete voi. Che state combinando? Cosa… Cristo, che diavolo succede qui?”
Spoor: “Stiamo attuando le procedure d’emergenza.”
Tecnico: “Stiamo attuando le procedure d’emergenza…”
Sam: “Ma qui non c’era nessuna emergenza!”
Spoor: “Ah, sì? Senti qua.”
Gli fa ascoltare la registrazione su nastro di quando Sam aveva chiamato il Central Service ma, questa volta, la voce che risponde lo rassicura sulla velocità dell’intervento.
Sam: “Ma è assurdo! Io…”
Spoor: “Metti una firma qui.”
Sam: “Che cos’è questo?”
Spoor: “E’ un 27b/60. Ce lo hai chiesto l’altra volta, ricordi? Dove sei, Dawson?”
Tecnico: “Ehi Spoor, vieni a vedere: l’ho trovato. Spoor, Spoor, vieni qui, presto! Ehi, guarda questa valvola bypass, era lì dentro collegata a un trasformatore. Appena l’ho vista ho seguito lo schema elettrico e ho trovato una deviazione poco prima del termostato, eccola, la vedi? È quel filo rosso che scorre dietro ai tubi di raffreddamento…”
Spoor: “Sì, lo vedo.”
Tecnico: “Pensi che sia opera di…”
Spoor: “Tuttle!”
Tecnico: “Tuttle…”
Spoor: “Sì, quel grosso verme di Tuttle è stato qui, vero?”
Sam: “Non so di chi stia parlando…”
Spoor: “Chi ha riparato il condizionatore?”
Tecnico: “Chi ha riparato il condizionatore?”
Spoor: “Eh?”
Tecnico: “Eh? Confessa, chi è stato?”
Sam: “Ve l’ho detto l’altra volta, si è riparato da solo…”
Spoor: “Da solo, eh?”
Tecnico: “Da solo, eh?”
Spoor: “E questa valvola da dove viene? Dalla tua narice forse, eh? (Ridono) Noi del Central Service ci divertiamo da morire se scopriamo un sabotaggio.”
Spoor e il tecnico (Ray Cooper) si avviano verso l’uscita.
Spoor: “Andiamo.”
Tecnico: “Metti un po’ a posto, c’è disordine qui dentro.”
Sam: “Ehi, un momento! Non potete andarvene via e lasciare tutto così!”
Spoor: “Certo che possiamo! Tanto, basta che ti soffi il naso e tornerà tutto normale.”
Tecnico: “Sì, soffiati il naso.”
Sam: “Ma io… Oh, mio Dio! Ci mancava anche questa!”
Il sogno di Sam continua. Egli ora sogna di combattere contro un gigantesco Samurai (Winston Dennis) e avanza verso di lui con la spada in pugno. Gli esseri che trascinavano la gabbia sospesa nel cielo e assicurata a terra da gigantesche corde si trasformano in umani dall’aspetto grigio e coperti da trasbordanti sai. Sam ode la voce di Veronica Buttle che gli chiede cosa hanno fatto di suo marito. Con un fendente taglia la corda che tiene la gabbia ancorata al suolo. Il Samurai si lancia contro di lui brandendo una gigantesca lancia poi scompare improvvisamente per riapparire alle sue spalle, si scambiano dei colpi poi scompare nuovamente e, mentre Sam si guarda attorno, questi ricompare per ingaggiare ancora una breve battaglia. La lancia del Samurai resta incastrata nel terreno e l’uomo ne approfitta per calare un fendente sul guerriero ma questi sparisce ancora. Quando l’essere gli appare, Sam lancia la spada che colpisce il piede del Samurai, dalla ferita esce del gas infuocato. Poi Sam toglie la lancia dal terreno e ferisce a un braccio il gigante, anche da quella ferita esce del gas infuocato. Quindi la lancia si conficca nel petto del gigante che cade pesantemente al suolo perdendo fuoco dalle ferite. Sam gli toglie la maschera ed è il suo volto quello che vede. Il suono del cicalino della porta lo distoglie dal suo sogno svegliandolo. Si trova praticamente sommerso dai cavi e dai tubi e va ad aprire. È una ragazza (Diana Martin) che gli ha portato un telegramma cantato con il quale la madre lo invita a una festa. Inizialmente Sam pensa di rispondere negativamente ma poi, sapendo che alla festa sarebbe stato presente John Helpmann, cambia idea e si presenta al ricevimento dove incontra sua madre completamente cambiata, opera del suo chirurgo. Un altro medico, il Dottor Chapman (Jack Purvis), si rivela scettico sul risultato dell’operazione e dice che, entro sei mesi, l’intervento perderà il suo effetto con risultati disastrosi ma nemmeno lui è esente da critiche perché una sua cliente, la Signora Terrain (Barbara Hicks), l’amica di Ida, è alla festa tutta fasciata e si trascina con un sostegno.
Nonostante questo la donna lo trascina vicino alla propria figlia, Shirley (Kathryn Pogson): è evidente che la donna vorrebbe che i due legassero e la cosa farebbe molto piacere anche a sua madre ma i due giovani non sono d’accordo e Sam, vedendo Jack, si allontana.
Questi le presenta una sua amica, Alison (Elizabeth Spender), poi, finalmente, arriva Helpmann sulla sua carrozzella.
Helpmann: “Sam, ho bisogno del tuo aiuto.”
Sam: “D’accordo.”
L’aiuto consiste nell’accompagnarlo al bagno dove Sam sostiene il Viceministro e lo fa saltellare dopo aver terminato la funzione poi, faticosamente, lo rimette nella carrozzella.
Helpmann: “Grazie, Sam.”
Sam: “Non deve ringraziarmi. È stato un piacere aiutarla.”
Helpmann: “Se tu avessi bisogno di qualcosa…”
Sam: “Beh, veramente, si dà il caso…”
Helpmann: “Tuo padre e io eravamo molto amici, sai? Sì, lui era più grande di me ma la differenza di età più che dividerci ci ha uniti, specialmente dopo il bombardamento. Dopo la sua morte tutto era rimasto come era in ufficio… A volte mi sembra persino di sentire la sua voce. Mi dice: Eccomi, sono io, John Helpmann… Eeeh, è solo suggestione, purtroppo. Lui sarebbe felice se io ti dessi una mano, per questo avevo promesso a tua madre di prenderti a lavorare con me al Reparto Recupero Informazioni ma tu non hai accettato la promozione…”
Sam: “È vero… Ora però è diverso, Signor Helpmann, ho cambiato idea, ho deciso di accettare la promozione e il trasferimento, sempre se non è tardi…”
Helpmann: “Come, tardi? Io decido quando è tardi.”
Sam: “Certo… Beh, allora io sarei…”
Helpmann: “(porgendogli la mano) Benvenuto al Reparto Recupero Informazioni.”
E così avviene che Sam si presenti nel grande atrio del suo nuovo reparto. Si avvicina al portiere Dawson (Derrick O’Connor).
Sam: “Ehm… Mi chiamo Lowry, Sam Lowry, dovrei presentarmi al Signor Warrenn…”
Dawson: “Trentesimo piano, Signore, la stanno aspettando.”
Sam: “Ehm… Non vuole perquisirmi?”
Dawson: “No, Signore.”
Sam: “Vuole vedere i miei documenti?”
Dawson: “Non c’è n’è bisogno.”
Sam: “Potrei essere chiunque…”
Dawson: “È impossibile, Signore. Le nostre informazioni non ammettono errori… L’ascensore è arrivato, Signore…”
Sam vi sale e arriva al trentesimo piano. I corridoi semi bui sembrano deserti, poi ode delle voci e vede delle figure in distanza. Si avvicina e vede un codazzo d’impiegati con in mano delle pratiche che starnazzano attorno a un uomo, evidentemente il capoufficio, il quale trasmette disposizioni rapidamente continuando a muoversi con lo strano corteo, avanti e indietro per i corridoi.
Il Signor Warrenn (Ian Richardson), perché di lui si tratta, lo indirizza rapidamente verso il suo ufficio sul quale spicca la sigla DZ – 015 e lo lascia solo dopo avergli dato il distintivo mentre prosegue la sua marcia seguito dagli impiegati.
Sam entra in quello che è un bugigattolo e, mentre pone due grossi volumi sulla scrivania, si accorge che la stessa scompare nel muro divisorio dell’ufficio contiguo e che, qualcuno, dall’altra parte, la sta tirando come se si trattasse di un lenzuolo. Sam esce ed entra nel DV – 048, almeno così dice la sigla, e vi trova un uomo che sta tirando la scrivania dalla sua parte e dietro la quale si siede rapidamente vedendo Sam entrare.
Uomo: “Mi dispiace, non ho più sedie da prestare. Ne è rimasta solo una e serve a me. Provi un’altra stanza!”
Sam: “Cosa?”
Uomo: “Oh… oh, mi scusi… Chi è lei?”
Sam: “Mi chiamo Lowry, Sam Lowry.”
Uomo: “Ah, certo. Il nuovo raccomandato della stanza accanto… Ah, io mi chiamo Lime, Harvey Lime… Benvenuto, benvenuto ai piani produttivi.”
Sam: “Grazie, Lime. Le dispiace prestarmi un attimo il suo computer?”
Lime: “Cosa?”
Sam: “Sì, glielo riporto tra dieci minuti.”
Lime: “Lei vorrebbe prendere il mio computer e portarlo nel suo ufficio, esatto?”
Sam: “Sì, è questione di pochi minuti.”
Lime: “No, no, senta… Facciamo in questo modo: Lei ora mi dice tutto quello che le serve e il lavoro di ricerca lo faccio io, eh? Sono una specie di mago con quell’aggeggio.”
Sam: “Ah… Okay… Voglio informazioni su una ragazza di nome Layton…”
Lime: “La capisco, una ragazza… vuole rintracciarla, vero?”
Sam: “Sì… sì, conosco l’età e alcuni dati personali ma non so l’indirizzo e il posto dove lavora.”
Lime: “Ah, è la ragazza dei suoi sogni, ci scommetto la testa!”
Sam: “Cosa? Senta, mi faccia usare il suo computer.”
Lime: “Ehi, fermo, cosa fa? Ha voglia di scherzare, quando c’è di mezzo una donna le assicuro che non c’è nessuno in grado di fermarmi… Avanti, mi dia quel foglio! (Si siede al computer e batte un tasto mentre Sam toglie la polvere dalla tastiera) Accidenti, non funziona!”
Sam: “Ha dimenticato di accenderlo.”
Sam preme il tasto opportuno e toglie altra polvere dallo schermo.
Lime: “Sì.. sì… la sua presenza mi rende nervoso, torni nel suo ufficio, la chiamerò quando avrà finito, va bene?”
Sam: “Ah…”
Lime: “Non abbia paura, Lowry, non scapperò con la sua ragazza…”
Sam: “D’accordo…”
Sam torna nel suo ufficio e si mette ad attendere che, faticosamente, Lime batta sui tasti per avere le informazioni su Jill, si addormenta e prosegue il suo sogno. La gabbia sta innalzandosi e Sam si aggrappa a una delle corde ma dal muro esce un essere fatto di pietra che lo afferra per un piede e lo chiama per nome, il viso della creatura sembra quello di Kurtzmann e lo sta implorando di restare in archivio. Si sveglia d’improvviso perché sente Lime bussare dalla parete. Va nell’ufficio di Henry.
Sam: “Allora?”
Lime: “I computer sono il mio forte, glielo avevo detto…”
Sam: “Mi faccia vedere… Jill Layton, razza bianca, occhi azzurri, capelli biondi, altezza 1,65, segni particolari: una cicatrice sulla… Tutto qui, non c’è altro?
Lime:”Meglio andarci con i piedi di piombo quando si tratta di certe ragazze…”
Sam: “Mi faccia passare!”
Si siede al computer per cercare velocemente e abilmente altri dati.
Lime: “Ehi, è mio, lo lasci!”
Sam: “Layton… Professione: camionista… per ulteriori informazioni rivolgersi al funzionario 412/L stanza 5001.”
Sam esce e rincontra Warren sempre seguito dal suo branco, dopo avergli detto di non preoccuparsi per la faccenda della macchina gli consiglia di comprarsi un vestito nuovo, poi si allontana velocemente.
Sam scende per andare nella stanza 5001. Bussa, una luce rossa lo fa attendere ma pochi istanti dopo la luce diventa verde. Entra e vede una segretaria che sta ascoltando in cuffia delle urla. La donna gli dice di attendere ancora qualche istante e poi lo introduce nell’ufficio di 412/L.
L’uomo volta la schiena alla porta, è davanti allo specchio e sta massaggiandosi le tempie.
Sam: “Mi scusi, è lei il funzionario 412L?”
L’uomo sembra non sentire e continua ad usare il massaggiatore sulle tempie.
Sam: “Signore, mi scusi…”
Gli pone una mano sulla spalla, l’uomo si gira di scatto mostrando il davanti del camice intriso da impronte di sangue: è Jack.
Sam: “Jack!”
Jack: “Ciao, Sam… Ah, ho saputo che sei dei nostri… beh, congratulazioni… DZ/015.”
Sam: “Grazie Jack, sei tu il funzionario 412/L?”
Jack: “Aha, sono io… Tieni (gli porge un pacchetto preso da un mucchio di altri), è per te, Sam. Con i migliori auguri di Buon Natale.”
Sam: “Ti ringrazio, Jack…”
Jack: “Allora, ti trovi bene qui?”
Sam: “Sì, benissimo… Jack, io… vorrei alcune informazioni…”
Jack: “Oh, Sam, noi dobbiamo recuperare informazioni, non disperderle! ”
Nella stessa stanza c’è anche una bambina (nella finzione è la figlia di Jack, nella realtà lo è del regista), Holly (Holly Gilliam), con la quale Jack si mette a giocare nell’attesa che la madre torni con le altre due figlie.
Sam: “Jack, vorrei saperne di più su questa ragazza… ecco la sua foto.”
Jack: “Layton… Oh, Cristo Santo! Che hai saputo sul suo conto?”
Sam: “Ehm… non molto…”
Jack: “Cos’è per te B58/732?”
Sam: “Buttle.”
Jack: “Lo immaginavo. Sei sempre stato un tipo in gamba, Sam. Chi ne è al corrente oltre a te: Warrenn, Helpmann?”
Sam: “Beh, questo non lo so, però so che avete sbagliato uomo.”
Jack: “L’errore, Sam, lo ha fatto il Nucleo Operativo. Io avevo chiesto la persona giusta. Loro invece mi hanno portato la persona sbagliata e siccome in passato non era mai successo, nessuno ha controllato. È stato un caso.”
Sam: “Lo hai ucciso tu, Buttle?”
Jack: “Sam, per evitare questi incidenti vengono effettuati controlli molto rigidi, purtroppo il mal di cuore di Buttle non risultava sulla scheda di Tuttle.”
Jack riprende a giocare con la bambina.
Sam: “Jack, ascolta, io devo ritrovare…”
Jack: “Tuttle? Beh, sta tranquillo, lo prenderemo prima o poi il signor Tuttle e lo interrogheremo allo stesso voltaggio del signor Buttle… Sai, con quell’uomo abbiamo un conto in sospeso.”
Sam: “Cosa ha fatto Tuttle?”
Jack: “Sospettiamo che sia un libero professionista sovversivo.”
Sam: “Un libero professionista sovversivo?”
Jack: “Sì, comunque per chiudere il caso devo prendere anche la Layton… è un’altra tiritera.”
Sam: “Che cosa ha fatto lei?”
Jack: “Era lì quando Tuttle… Buttle è stato arrestato. Da quel giorno ha cominciato a fare dichiarazioni assurde. È chiaro che cerca di sfruttare la situazione. Lavora per qualcuno ma di sicuro non lavora per noi.”
Jack torna a giocare con Holly.
Jack: “Terroristi…”
La segreteria sul tavolo emette un ronzio. Jack risponde e la segretaria (Myrtle Devenish) gli comunica che un nuovo cliente è stato appena consegnato.
Sam: “Che hai deciso per la Layton, me lo puoi dire?”
Jack: “L’ho messa nella lista dei ricercati, la troveranno e la porteranno qui prima del 6.”
Sam: “Stai scherzando? Se si viene a sapere la verità su Buttle scoppierà uno scandalo!”
Jack non risponde, si china sulla piccola e la prende in braccio dopo essersi infilato un camice pulito.
Sam: “Jack, perché non lasci che me ne occupi io? Io le… farò cambiare idea.”
Jack: “Perché lo vuoi fare, Sam? Non voglio essere coinvolto in affari illegali.”
Sam: “Fidati di me, Jack.”
Jack torna a giocare con Holly senza rispondergli.
Sam: “Dammi il tuo fascicolo… Non aver paura, Jack.”
Jack: “D’accordo. Vieni Holly… Il fascicolo te lo do, Sam, ma mi raccomando, non fare sciocchezze…”
Sam: “D’accordo. Grazie, Jack.”
Jack: “Sam?”
Sam: “Stai tranquillo. La troverò, vedrai.”
Jack: “Se andrai vestito così, non credo… Vieni.”
Jack gli passa uno dei suoi vestiti e va a compiere il suo lavoro. Sam resta solo con la bambina la quale gli dice candidamente che può anche cambiarsi lì. Quando la porta 5001 si apre ne esce Sam con il nuovo abito. Nel lungo corridoio vede un prigioniero incatenato con indosso quella specie di camice di forza che era stato messa, a suo tempo, a Buttle. L’uomo cerca inutilmente di fuggire ma viene ripreso con tutta calma dalle guardie. Mentre sta tornando al suo piano vede nell’atrio Jill che sta parlando con il portiere. Sam cerca di raggiungerla ma l’ascensore ha un malfunzionamento e lo trasporta nel sotterraneo dove due tecnici del Central Service appongono un cartello di “Fuori Servizio” sulle porte. In tutta fretta Sam esce e si dirige verso un secondo ascensore, vi entra ma nota che i tasti sono contrassegnati con delle lettere, non con dei numeri. All’esterno una gigantesca guardia (John Pierce Jones), lo apostrofa bruscamente.
Guardia: “Ehi tu, esci subito di lì!”
Sam: “Perché?”
Guardia: “Perché quello è l’ascensore del Viceministro.”
Sam: “(uscendo) Mi scusi, avevo fretta…”
Guardia: “Un momento, ragazzo, vieni qui, avvicinati. Fammi vedere la carta d’identità.”
Sam: “La carta d’identità? Oh, no, l’ho lasciata nell’altro vestito… Vede, questo non è il mio vestito… comunque mi chiamo Lowry, Sam Lowry… senta, non può aspettare un attimo?”
Guardia: “No. Niente da fare. Devo prima scrivere il rapporto e poi te ne potrai andare… Allora, ragazzo, quanti ne abbiamo oggi, lo sai?”
Sam: “Dieci… Oh, beh, insomma… non posso aspettare!”
Guardia: “Torna qui, non fare sciocchezze! Fermo, è un ordine!”
La fuga di Sam costringe la guardia a suonare l’allarme. Al piano superiore una pattuglia armata e con le armi spianate, circonda Jill che alza subito le mani in segno di resa. In quel momento, dopo aver evitato anche le pallottole, Sam arriva nel grande atrio trovandosi di fronte ai soldati e ordinando loro di non sparare. I soldati si mettono sull’attenti e Sam mostra loro il suo distintivo.
Sam: “Molto bene, ragazzi, i miei complimenti… un ottimo lavoro… Ehm… mi occuperò io della ragazza… Bravo, molto bravo… Okay… Ehm… questo era… un falso allarme a scopo segreto… Devo dire che sono… sono contento di come avete risolto la situazione e.… lo scriverò nel mio rapporto… Continuate così… Buon Natale…”
Allunga a Dawson il regalo di Jack e poi trascina la ragazza fuori dall’edificio. Stranamente dal basso le guardie non sono ancora arrivate. Dopo aver superato anche le due guardie davanti all’ingresso Sam cerca di parlare con la ragazza ma questa si divincola e Sam comincia a spargere in strada i fogli del fascicolo di Jack. Sam cerca di raccoglierli mentre una signora con un cane dal sedere chiuso da un cerotto (Ann Way), lo rimprovera per sporcare le strade. Ann e il suo camion gli passano davanti e Sam si aggrappa allo sportello salendo a bordo ma la ragazza si ferma davanti all’ingresso per far scendere l’indesiderato clandestino. La discussione attira l’attenzione delle due guardie che si avvicinano per controllare l’accaduto. Finalmente Sam riesce a convincere Jill a farla partire e il camion si avvia.
Sam: “Ascolti… io… mi dispiace di quello che è successo ma se non l’avessi trattata così saremmo ancora… Salve, io mi chiamo Lowry, Sam Lowry e sono… sono… sono innamorato di lei… può… può anche non credermi, se vuole, ma io… io… io le garantisco che non è uno scherzo, è la verità, continuo a sognarla ogni momento…”
Jill lo guarda con aria di rimprovero.
Sam: “Oh, no, no, non quei sogni lì… Volevo dire… Insomma io l’amo… o almeno l’amo nei sogni, sono cotto di lei e.… e.… e.… e.… e.… non so più come fare… Non è strano tutto questo? …In ogni caso… Beh, vorrei che… che…”
Jill ride mentre continua a guidare.
Sam: “Ancora non mi crede, eh? Lei… tu… tu… probabilmente credi che io sia… sia… sia completamente pazzo, vero? Una specie di esaltato…”
Jill: “No! No, io penso che sei molto attraente.”
Sam: “Ah… COSA?”
Jill: “Attraente. Girati verso di me, fatti dare un’occhiata… Ah, sì, sì… Sei carino e anche sexy, sei proprio il mio tipo.”
Sam: “(ridendo) Mi stai prendendo in giro.”
Jill: “Perché dovrei?”
Sam: “Mah, non lo so… Diciamo che non credo di essere così fortunato.”
Jill: “Non lo sei, infatti.”
Jill apre la portiera e, con un calcio, scaraventa fuori Sam poi continua la sua strada ma questi deve avere le dita a ventosa perché gli appare dapprima aggrappato al finestrino posteriore, poi in quello laterale e infine anche su quello di fronte e non solo trova il tempo di scrivere sul vetro sporco e a rovescio che l’ama, ma anche di mostrarle un biglietto dove ha scritto, mentre ballonzolava di qua e di là, Frust Me.
Jill inchioda e scaraventa via Sam. Si pente di quello che ha fatto e si rallegra quando vede la testa di Sam spuntare da dietro il cofano del mezzo.
Sam: “Tu non credi che io ti ami, vero?”
Sam sale sul camion e la ragazza lo guida fino a una specie di raffineria dove stanno scaricando dei cubicoli. Sam cerca di convincere Jill a fuggire, ma la ragazza gli risponde che sarebbe una fuga inutile. Jill sale le scale che la portano in mezzo ai pinnacoli metallici che eruttano gas e fumo, Sam la segue e vede che uno di questi le consegna un pacco. Ripartono lungo una strada interamente coperta da cartelli che nascondono i miasmi e le distruzioni che li circondano.
Sam: “Che cosa c’è dentro questo pacco?”
Jill: “Un regalo di Natale.”
Sam: “Oh, è pesante.”
Jill: “È un regalo di Natale pesante, se non mi credi puoi aprirlo.”
Sam: “No, no. no. Ti credo… Non lo aprirò. Si rovinerebbe la carta e poi se voglio che ti fidi di me devo cominciare anch’io a fidarmi di te, giusto?”
Jill: “Li approvi i sistemi d’interrogatorio che usa il Recupero Informazioni?”
Sam: “Cosa? Beh, è meglio quelli che i terroristi, non credi?”
Jill: “Finora quanti terroristi hai conosciuto, Sam? Intendo terroristi veri.”
Sam: “Quelli che fanno attentati?”
Jill: “Sì.”
Sam: “Beh, ecco… oggi era il mio primo giorno di lavoro…”
Jill ride.
Sam: “Un posto di blocco!”
Jill: “Stai calmo.”
Sam: “No, non rallentare, non rallentare, continua così. Non dobbiamo fermarci, non abbiamo altra scelta. Dobbiamo andargli addosso, accelera adesso, accelera…”
Sam preme sul pedale dell’acceleratore e il camion balza in avanti sfondando il posto di blocco.
Inseguiti da due furgoni blindati della polizia a sirene spiegate lungo vicoli e strade, Sam decide di sganciare quella specie di casa che la ragazza sta trasportando sul rimorchio. Il mezzo si mette di traverso e i due furgoni vi vanno contro incendiandosi. Mentre il camion si allontana Sam vede con orrore uno dei poliziotti uscire dalla carlinga completamente avvolto dalle fiamme e abbattersi al suolo.
I due si trovano poi in un centro commerciale di moda intima femminile. Jill trascina un carrello sul quale ha appoggiato il misterioso pacco e, mentre discutono animatamente su quello che è successo, Sam vuole vedere il contenuto del misterioso involto. Mentre stanno animatamente discutendo, arriva Shirley che trascina la Signora Terrain su una carrozzella, la donna ha il volto fasciato a causa di una ulteriore complicazione sulle già esistenti complicazioni.
Un boato improvviso interrompe la conversazione, è un altro attentato. Sam comincia a cercare Jill in mezzo ai feriti, la trova e crede che l’esplosione sia stata causata da Jill e dal suo misterioso pacco. la ragazza recupera l’involto mezzo aperto e glielo getta in faccia. Sam può finalmente vedere che dentro vi erano effettivamente dei regali. I due cominciano a soccorrere i feriti ma un poliziotto assale la ragazza, Sam vuole aiutarla ma viene colpito a sua volta mentre, nella sua immaginazione, gli sembrava di andare a combattere contro il gigantesco Samurai. Quando rinviene si trova nel cellulare della polizia vicino a prigionieri incappucciati e, mentre tenta di vedere se tra essi c’è Jill, viene nuovamente colpito e cade svenuto.
Ora Sam è nel suo piccolo ufficio e, davanti a lui, si erge un furibondo Warrenn, sempre attorniato dal solito codazzo.
Warrenn: “Insomma, Lowry, questo è un occhio nero! Io non so che razza di smidollati lavorino laggiù all’Archivio ma il Recupero Informazioni è un reparto temuto da tutti. Noi siamo orgogliosi della nostra reputazione e cerchiamo di proteggerla… Maledizione, Lowry, questo è il rapporto sui furti delle unità mobili… che cosa ci fa qui? Le avevo chiesto di farlo registrare, e da dove diavolo vengono queste carte? Non mi piace la sua scrivania: è troppo disordinata. E questi cosa sono? Verbali dei servizi di sicurezza? Ricerche della banca su un rimborso tramite assegno? Una richiesta di revisione della contabilità con denuncia di errato addebito?”
Sam: “Signor Warrenn, io devo assolutamente ritrovare…”
Warrenn: “STIA ZITTO, ALMENO! Io non so che cosa sia venuto a fare qui da noi, signor Lowry, ma non s’illuda un solo istante di potermi intimidire con le sue parentele e amicizie altolocate, sono stato chiaro? E adesso si metta al lavoro senza perdere un secondo!”
L’uomo esce seguito dai suoi dipendenti e anche Lime, il quale ha seguito tutta la scena, sta per avviarsi verso la porta.
Sam: “Lime, ho bisogno del tuo computer.”
Lime: “Spiacente, serve a me in questo momento… Hai sentito che ha detto Warrenn? Mettiti al lavoro.”
L’uomo chiude la porta, Sam si alza furibondo dalla scrivania e si precipita fuori ma Lime si è già chiuso dentro il proprio ufficio e sghignazza in risposta al persistente bussare del collega.
Sam allora va nell’ufficio di Jack.
Sam: “Piantala di dire idiozie, Jack, sai meglio di me che, volendo, puoi controllare se è stata arrestata.”
Jack: “Mi dispiace, Sam, ma questa faccenda è diventata troppo delicata dall’ultima volta che… se ne è discusso.”
Sam: “Jill Layton è innocente, Jack! Non ha fatto niente di male.”
Jack: “Ah, sì? E i poliziotti che sono morti oggi mentre la inseguivano?”
Sam: “Aaah!”
Jack: “Comunque non è la sola a creare guai. Mi è appena arrivato un rapporto su quel Tuttle, pare che abbia distrutto un intero appartamento, lo afferma il Central Service. Sarà un caso ma è successo nel tuo palazzo. Io terrei gli occhi aperti se fossi in te, Sam. Ci vediamo.”
Sam corre dietro all’amico nel corridoio, lo segue in ascensore e fino alla scala che porta nell’atrio.
Sam: “Ma Jack, non penserai per caso che Tuttle e la ragazza siano d’accordo?”
Jack: “Sì che lo penso. È stato tutto programmato sin dall’inizio: causa ed effetto, ma nessuno ci aveva pensato, il nostro compito, adesso, è scoprire i collegamenti e ce la faremo. La confusione tra Buttle e Tuttle era un diversivo ed è partita da qui… Ci vediamo.”
Sam: “Perché non mi credi, Jack? Ti assicuro che la ragazza è innocente!”
Jack: “Sam, siamo sempre stati molto vicini, vero?”
Sam: “Certo, e allora?”
Jack: “Beh, finché il caso non è risolto cerca di starmi lontano.”
Jack si allontana e Sam torna nel suo ufficio buttando con rabbia per aria tutti i documenti.
Tramite posta pneumatica gli arrivano dei cilindri con dentro delle comunicazioni ma lui nemmeno li apre, prende i cilindri e li invia a sua volta.
Poiché il ciclo sta continuando ininterrottamente Sam prende un tubo flessibile, lo piega e lo collega alla entrata e alla uscita della posta pneumatica ma la cosa provoca una rottura della tubatura principale nel corridoio con i fogli che si spargono dappertutto.
Sam prende il cappotto ed esce.
Entra in casa e vi trova un freddo polare.
Dai tubi pendono delle stalattiti di ghiaccio e in mezzo al caos Spoor sta tranquillamente leggendo una rivista mentre il collega sta armeggiando attorno all’impianto.
Sam: “Oh, mio Dio, ancora voi! Che ci fate qui? Che altro è successo? …Che altro è successo?”
Spoor: “Non lo vedi? Il termostato ha tirato le cuoia… e non solo il termostato.”
Tecnico: “E non solo il termostato…”
Sam: “Rimettete a posto la mia casa!”
Suona il telefono. Con prontezza Spoor alza la cornetta.
Spoor: “Pronto? …Che? È per te… Fermo lì! Tu non puoi rispondere, non abiti più qui.”
Sam: “Cosa hai detto?”
Spoor: “Mi hai capito benissimo… Lo sai cos’è questo? Te lo dico io: questo è un modulo HR 2206 che mi autorizza ad effettuare una requisizione temporanea del tuo appartamento finché non avrò provveduto alle riparazioni necessarie.”
Tecnico: “Alle riparazioni necessarie…”
Malgrado le sue proteste Sam viene sbattuto fuori di casa.
Fuori, nel buio, vede un’ombra che sta armeggiando con un pannello posto all’esterno. Lo riconosce subito.
Sam: “Tuttle?! Che sta combinando?”
Tuttle: “Sssst! Tenga.”
Gli porge un tubo corrugato contenente della melma maleodorante proveniente dal water e lo collega poi al riscaldamento delle tute pressurizzate che i due tecnici all’interno dell’appartamento stanno indossando.
Immediatamente le tute si riempiono del vomitevole liquido scuro. Sam, pur ridendo, non riesce a guardare la scena dalla finestra mentre Tuttle si accende tranquillamente un sigaro. La pressione del liquido le fa scoppiare.
Sam: “Merda!”
Tuttle: “Uhm, siamo nella stessa barca, ragazzo.”
Sam vede arrivare in distanza Jill mentre Tuttle, compiuta la sua opera, si allontana velocemente tra i grattacieli e Sam, felice, bacia la ragazza.
Jill: “Chi è quell’uomo?”
Sam: “E’ un mio amico, è stato lui a… (sente in lontananza le sirene della polizia che si stanno avvicinando) Oh, Cristo! Mi ero dimenticato di quei due. Dobbiamo andar via di qui alla svelta… Vieni, da questa parte!”
I due si allontanano camminando in mezzo agli alti palazzi e si nascondono a casa di Ida.
Jill: “Sam, siamo sicuri qui?”
Sam: “Sì, non c’è nessuno, sta tranquilla. Mamma, lo passerà fuori il Natale, il Dottor Jaffe l’ha invitata a casa sua e poi domani deve togliersi le altre bende… (I due cominciano a baciarsi con sempre maggior trasporto poi Sam stacca con fatica le sue labbra da quelle di Jill) Mi raccomando: chiuditi a chiave e se squilla il telefono non rispondere, tornerò presto.”
Jill: “Dove stai andando?”
Sam: “Forse ho trovato il modo per salvarti. Fidati di me, ce la farò, vedrai.”
Jill: “Ehi, aspettami, voglio venire anch’io!”
Ma Sam è già uscito ed è andato al Recupero Informazioni.
Sam: “Ehm… mi scusi Dawson, mi può passare l’ufficio del Signor Helpmann, per favore?”
Dawson: “Mi dispiace, Signore, non posso. Deve fare tutta la trafila burocratica.”
Sam: “Sì, capisco… e scommetto che non può neanche dirmi qual è la trafila burocratica perché è un’informazione segreta.”
Dawson: “Sono contento di vedere che il Ministero continua a reclutare solo i migliori e i più intelligenti.”
Sam: “Grazie, Dawson.”
Si dirige di nascosto nei sotterranei e passa di soppiatto di fianco alle guardie che stanno provando il coro natalizio. Raggiunge l’ascensore privato di Helpmann e, ricordando una cosa che l’uomo gli aveva detto, preme i tasti giusti e si trova davanti all’ufficio del Viceministro. Bussa, ma non risponde nessuno. Entra, l’ufficio è vuoto. Sulla scrivania vede una foto di sua madre. Entra nella stanza attigua e osserva la fila di schermi e di computer davanti a lui… e gli viene un’idea.
Sam è tornato e trova Jill in camera da letto. La ragazza indossa un abito e una parrucca assolutamente identici a quelli del sogno ricorrente di Sam.
Jill: “Allora… che te ne pare? Ti piaccio, eh?”
Sam: “Jill, tu non esisti più. Ti ho ucciso io. Jill Layton è morta.”
Jill: “Ti andrebbe di andare a letto con un cadavere, eh?”
Sam non se lo fa ripetere due volte e si butta sul letto baciandola appassionatamente. Ora Sam sta volando nel cielo assieme a lei ma il sogno non dura a lungo: delle guardie entrano dal soffitto, dalla finestra e dalla porta e li svegliano di soprassalto. Mettono a Sam la camicia di forza a sacco e lo portano via. Si ode una sventagliata di mitra…
Una guardia apre la piccola feritoia che sta sul cappuccio e da essa Sam può vedere il suo interlocutore seduto a una scrivania e che gli legge i capi d’accusa (Oscar Quitak). Nel cast lui e gli altri che seguiranno sono indicati come Interview Official (I.O.).
I.O. -1: “Signor Sam Lowry, in base all’articolo 93/608 io l’accuso dei seguenti reati: di aver cospirato assieme ai nemici della società, di aver dato rifugio a un ricercato, di essere entrato in possesso di documenti riservati fra cui il dossier Jill Layton, di aver distrutto beni di proprietà dello stato fra cui un’unità mobile in dotazione all’Archivio e altre due alle Forze di Polizia, di aver ripetutamente falsificato la firma del Capo dell’Archivio, di aver consegnato personalmente un assegno di rimborso alla moglie del Signor Buttle contravvenendo alle normali procedure, di aver distrutto un impianto di condizionamento e di aver impedito agli operai del Central Service di ripararlo, di aver infangato con il suo comportamento scorretto il buon nome e la reputazione del Reparto Recupero Informazioni, di aver sabotato, per puro vandalismo, il sistema di comunicazione interno del suddetto Reparto causando disservizi e sprechi di carta e di tempo…“
Gli altri si alternano davanti agli occhi di Sam. Gli attori sono, nell’ordine: Harold Innocent (non potevano scegliere di meglio), John Grillo, Ralph Nossek, David Gant e James Coyle.
I.O. -2: “I casi sono due, Signor Lowry: o si dichiara colpevole subito e mantiene così le spese processuali a suo carico entro limiti per lei accettabili o si dichiara innocente chiedendo un finanziamento restituibile a rate per pagare le spese…”
I.O. -3: “…Se volesse optare per la seconda soluzione le consiglio di prendere in esame il nostro sistema di rateizzazione ventennale a interesse bloccato…”
I.O. -4: “…Comunque, al posto dei finanziamenti, può scegliere una maggiorazione fissa del duecento per cento della bolletta della luce…”
I.O. -5: “La sola cosa che deve fare, signor Lowry, è firmare questi fogli…”
Davanti ai suoi occhi appaiono dei nani mostruosi seduti alla scrivania e sente le urla delle persone inquisite e torturate, poi viene portato in una tetra e umida cella illuminata dal basso. Davanti a lui, sulla solita sedia a rotelle, c’è Helpmann vestito da Babbo Natale.
Helpmann: “Allora, Sam, cosa ne dobbiamo fare di te?”
Sam: “Dov’è Jill? Senta, io devo ritrovarla, la prego Signor Helpmann mi faccia uscire di qui.”
Helpmann: “Sam, so quello che provi ma purtroppo non posso aiutarti. Tieni, ti ho portato una bottiglia di orzata.”
Sam: “La prego, Signore, lo faccia per me!”
Helpmann: “Non insistere, Sam. Sto facendo tutto il possibile per te. In questo gioco ci sono delle regole che vanno rispettate e tutti le devono rispettare, compreso me.”
Sam: “No, no! La verità è che è stato commesso un grosso errore. Io non ho fatto niente, Signore, glielo giuro.”
Helpmann: “Sì, ti credo, ma mettiti nei panni degli inquirenti. Per loro sei un criminale finché non dimostri il contrario.”
Sam: “Io non sono un terrorista… Lei lo sa che sono innocente… Che cosa aspetta a tirarmi fuori di qui?”
Helpmann: “Le procedure di Recupero Informazioni sono costose, se ti ostini a non collaborare sarai costretto a pagare una cifra enorme.”
Sam: “Per favore… per favore, Signor Helpmann, scopra che fine ha fatto Jill…”
Helpmann: “Jill? Io so che… Sam è giusto che tu sappia la verità. Sembra che Jill sia stata gravemente ferita quando ti hanno portato via… Non ce l’ha fatta, Sam…”
Sam: “È morta?”
Helpmann: “Sì. Il rapporto è confuso. Un agente ha sparato perché lei resisteva all’arresto.”
Sam: “Oh, no… non è andata così, Signore, sono io che ho fatto resistenza…”
Si rende conto di ciò che ha detto e si mette la mano davanti alla bocca.
Helpmann: “Non ci ascolta nessuno, Sam, sta tranquillo. Non pensare a Jill, preoccupati di te, eh?”
Sam: “Che significa?”
Helpmann: “Niente, lo vedrai tu stesso. Il solo consiglio che posso darti è di non cadere all’ultimo ostacolo. Sei a un passo dal traguardo. Ci vediamo in pista e cerca di collaborare, se non per te, per tua madre. Buona fortuna, ne avrai bisogno… (Una guardia entra e porta fuori Helpmann) Adesso devo andare. Ho un sacco di regali da distribuire agli orfanelli.”
Rimasto solo Sam viene prelevato e portato via dalle guardie. Quando gli viene tolto il sacco dalla testa scopre di trovarsi su una piattaforma sopraelevata alla quale si accede attraverso un lungo corridoi anch’esso sopraelevato in una enorme sala circolare. Gli viene messo in testa un casco e due guardie gli stanno legando i polsi con delle robuste cinghie. Una di esse si rivolge a lui quasi sottovoce.
Guardia: “Non fare il fesso, ragazzo, confessa, ti conviene. Ma decidi alla svelta. Dillo che sei un terrorista… forse se parli te la cavi.”
I due si dirigono verso la porta dalla quale è uscito un uomo con una maschera e un camice bianco. Firma il foglio di consegna poi comincia ad avvicinarsi a Sam.
Sam: “Jack? …Jack… Jack!”
L’uomo comincia a frugare freneticamente tra i vari strumenti di tortura, tra i quali si riconosce anche un trapano, posti in un vassoio accanto al sedile.
Sam: “Jack… Jack…Sono innocente… Ti prego, aiutami! Jack… Jack, ascoltami! Ti prego, posso spiegarti tutto, togli quella maschera dal viso…”
L’uomo chiude con una mano il microfono e con l’altra alza la maschera.
Jack: “Sei solo uno schifoso traditore!”
Sam: “Jack…”
Jack: “Come hai potuto fare quello che hai fatto?”
Sam: “Jack, aiutami. Ho paura!”
Jack: “Ah, sì? Prima non ne avevi, però. Pezzo di stronzo!”
Sam: “Jack…”
Jack: “Silenzio!”
Si rimette la maschera e si riavvicina al tavolo.
Jack: “Da questo momento avremo soltanto rapporti professionali.”
Sam: “Jack! Jack, non fai sul serio, vero? No, Jack, ti prego… Jack, no! Non ti avvicinare! Ti prego Jack, nooo!”
Un improvviso colpo di pistola coglie Jack sulla fronte, l’uomo si toglie la maschera e poi cade accanto a Sam, stecchito. Dall’altissimo soffitto, tramite delle lunghe corde, stanno scendendo degli uomini armati e muniti di passamontagna. Uno di questi, una volta preso terra, si avvicina a Sam: è Tuttle che lo libera mentre i suoi uomini ingaggiano una sparatoria con le due guardie uccidendole. Poi il gruppo si precipita all’interno dell’edificio raggiungendo l’atrio e iniziando una furibonda sparatoria con le altre guardie. Il tutto viene osservato tranquillamente da Dawson sul piccolo visore posto davanti alla scrivania.
Anche la donna che sta facendo le pulizie viene colpita e l’aspirapolvere se ne scende le scale in una imitazione della sequenza ormai epica della Corazzata Potiemkin dove, a scendere le scale, era una carrozzella con dentro un bambino. Oggi la sequenza è famosa per l’imitazione che ne fece Paolo Villaggio in un suo Fantozzi.
Anche Sam apre il fuoco contro le guardie. I terroristi escono in strada. Tuttle e Sam si nascondono dietro a un angolo e l’idraulico indica un detonatore a Sam invitandolo a premerlo. Quando questo accade, il Reparto Recupero Informazioni salta in aria spargendo in giro centinaia di fogli. I due si allontanano e Tuttle getta tuta e cappuccio dentro a un bidone dell’immondizia per potersi mescolare alla folla, ma i fogli svolazzanti e portati dal vento gli si gettano addosso appiccicandosi al suo corpo fino a farlo cadere per terra semisoffocato. Sam si precipita in suo aiuto tra l’indifferenza dei passanti e comincia a strappare via i fogli che ricoprono il corpo di Tuttle ma l’uomo è scomparso, non c’è più.Sam alza gli occhi e vede i passanti che lo stanno guardando, fugge sempre inseguito dalle guardie, capita in una specie di chiesa dove si sta svolgendo il rito funebre per la morte della signora Terrain, racchiusa in una bara color confetto e con sopra un grande nastro come se fosse un pacco natalizio e il prete (Roger Ashton – Griffiths) ne sta tessendo le lodi.
Ma le guardie non danno requie ed entrano anche lì. Sam si appoggia alla bara rovesciandola e quello che resta della povera signora Terrain si frantuma ai suoi piedi.
Sam si getta dentro la bara e cade in un profondo pozzo nero trovandosi poi in strada inseguito da esseri deformi e da uomini e donne vestiti di cenci.
Sam si arrampica su una serie di tubi e di rifiuti metallici trovando una porta sul muro, la apre e si trova nella casa che Jill stava trasportando sul camion e vede proprio la ragazza alla guida dello stesso.
Ora è accanto a lei nella cabina di guida e si stanno dirigendo felici verso gli spazi verdi e aperti.
Si fermano in quello che è il loro nuovo mondo, dal camino esce del fumo. Sono salvi, fuori da tutto.
Ma è stato solo un sogno. Due visi sono ora davanti a lui sempre legato alla sedia di tortura, si tratta di Helpmann e Jack.
Helpmann: “Ce lo siamo fatti sfuggire, Jack.”
Jack: “Temo che abbia ragione, Signor Helpmann. Se ne è andato.”
Helpmann sospira insoddisfatto e tutti e due guardano Sam. Lo sguardo perso nel vuoto, un sorriso, un nuovo mondo che la sua mente ha raggiunto. La felicità che non poteva avere nella realtà la sua mente l’ha raggiunta nella fantasia.
Jack ed Helpmann si allontanano mentre Sam continua canticchiare felice…
Film amaro nella sua conclusione ed estremamente originale nella sua ambientazione che unisce un certo decadentismo a dei momenti di tecnologia obsoleta.
E’ successivamente circolata una versione di 92 minuti, disconosciuta dal regista, con un finale positivo che vede i due protagonisti vivi e felici.
L’interprete è Jonathan Pryce, classe 1947, apparso in parecchi film tra cui The Doctor and the Devil, Jumping Jack Flash, Le Avventure del Barone di Munchausen ed Evita. In due brevi apparizioni gli sono accanto Robert DeNiro (1943), il quale nel campo del fantastico ci ha dato un esilarante cattivo in Dick Tracy ed un ottimo e sofferto Frankenstein e Bob Hoskins (1942), interprete, fra gli altri, di Chi ha incastrato Roger Rabbitt? e Super Mario Bros.
Per quanto riguarda, invece, Katherine Helmond (1933), la ricordiamo nel fantastico I Banditi del tempo.
Il regista è Terry Gilliam, non nuovo al genere fantastico.
(2 – continua)