Titolo originale: Star Wars: The Last Jedi
Anno: 2017
Regia: Rian Johnson
Soggetto: ispirato all’universo ideato da George Lucas
Sceneggiatura: Rian Johnson
Direttore della fotografia: Steve Yedlin
Montaggio: Bob Ducsay
Musica: John Williams
Effetti speciali: Chris Corbould
Produzione: Kathleen Kennedy, Ram Bergman, J. J. Abrams, Jason McGatlin e Tom Karnowski
Origine: Stati Uniti
Durata: 2h e 32’
CAST
Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie, Andy Serkis, Benicio del Toro, Laura Dern, Kelly Marie Tran
TRAMA
Continua la battaglia tra il Primo Ordine e la Resistenza, capitanata da Leia Organa, mentre Rey è arrivata sul pianeta dove si trova Luke Skywalker, l’ha trovato ma lui non sembra desideroso di aiutare né lei né i suoi antichi alleati e la sorella, anche se poi comincia ad addestrarla, svelandole l’origine di una parte della rabbia di Kylo Ren. Finn e la tecnica Rose vanno in cerca dei codici per disattivare gli scudi della nave nemica, incontrando bambini sfruttati, creature ribelli e un hacker che si rivela un traditore. La Resistenza fugge su un pianeta cercando riparo ma viene attaccata dalle truppe di Kylo Ren, da cui è fuggita Rey, in una resa dei conti che può anche essere l’ultima battaglia ma può preludere ad una lotta che continua.
NOTE
Dopo il primo capitolo della nuova saga di Star Wars, forse troppo sulla falsariga dello storico film del 1977 (quello ribattezzato Una nuova speranza) per convincere fino in fondo arriva il secondo capitolo, dove la storia entra nel vivo, con toni decisamente più interessanti.
Con varie trame in parallelo, visto che i personaggi si dividono e ognuno va in cerca di qualcosa, come nelle fiabe antiche, la storia prende vigore, e si approfondiscono legami e caratterizzazioni, con colpi di scena e sviluppi.
Il nuovo Star Wars è una saga al femminile, con al centro un personaggio come Rey, non una principessa spodestata ma una ragazza che lotta per un ideale tra mille perplessità e maestri non sempre buoni, ma con anche figure di contorno memorabili, come Rose, operaia dai tratti orientali, lontana dallo stereotipo della belloccia e altra eroina, o come Leia, fondamentale nel film e a questo punto risulta essere difficile capire come verrà gestita la sua inevitabile dipartita nel prossimo capitolo.
In Star Wars si parla anche di un mondo multietnico con eroi ispanici, neri, asiatici, oltre che creature aliene, sia di forma umanoide che animale, celebrando un universo che sotto la scorza della fiaba galattica continua a parlare di utopie per una società possibile. Non è un caso che uno dei temi di questo secondo capitolo è la lotta alle ingiustizie, tra pianeti pieni di ricchi sfruttatori, bambini che sembrano usciti da un romanzo di Dickens, animali schiavizzati, e ci sarà una riscossa per i più deboli e meno male.
Tra tutti i personaggi della saga, merita innanzitutto una citazione un ormai anziano Luke Skywalker, lontano anni luce dal ragazzo idealista che lottava tanti anni fa contro l’impero, capace di cadere e di combinare guai e drammi, ma di assicurarsi una delle scene più riuscite della serie, grazie anche alla maschera di Mark Hamill, che è invecchiata portandolo lontano dal ragazzo eroico di allora, come si era già visto in una serie di episodi di Criminal minds in cui aveva interpretato la nemesi della squadra di agenti.
Anche Kylo Ren, il figlio traditore di Han e Leia, cresce come spessore e come personaggio, lasciando da parte il cliché di ragazzotto traviato da idee deliranti del primo film (un tema purtroppo attuale e realistico) e avviandosi probabilmente verso un futuro di antieroe tragico, sperando che il tutto non degeneri in una storia stile Harmony con Rey, del resto non proponibile.
Tra nostalgia e nuove generazioni, fiaba e morale, mondi fantastici e ideali, Gli ultimi Jedi riesce comunque ad appassionare e come sempre diventa pesante l’attesa di due anni per il prossimo capitolo, che vedrà l’uscita definitiva di vecchi e nuovi personaggi. Come, non è dato saperlo.